L'anno 2023 che sta per chiudersi è stato un altro anno duro - inutile volerlo minimizzare. Magari non ci hanno rinchiuso, non ci hanno emarginato col pass sanitario, non ci hanno costretti al vaccino come è avvenuto per chi doveva lavorare sotto il pesante ricatto del licenziamento, ma con due guerre scatenate alle porte di casa, non possiamo dire di stare bene né di essere fuori pericolo. Inoltre non si è fatta nessuna vera disamina, nessuna investigazione su quella che è stata una vera e propria strage di stato negli anni precedenti. E non voler vederci chiaro su quanto è stato fatto dal governo Conte 2, da Draghi e da Speranza con annesso CTS, significa essere oggettivamente complici.
28 December 2023
It Wallet e altre spigolature di fine d'anno
L'anno 2023 che sta per chiudersi è stato un altro anno duro - inutile volerlo minimizzare. Magari non ci hanno rinchiuso, non ci hanno emarginato col pass sanitario, non ci hanno costretti al vaccino come è avvenuto per chi doveva lavorare sotto il pesante ricatto del licenziamento, ma con due guerre scatenate alle porte di casa, non possiamo dire di stare bene né di essere fuori pericolo. Inoltre non si è fatta nessuna vera disamina, nessuna investigazione su quella che è stata una vera e propria strage di stato negli anni precedenti. E non voler vederci chiaro su quanto è stato fatto dal governo Conte 2, da Draghi e da Speranza con annesso CTS, significa essere oggettivamente complici.
22 December 2023
Quando i bambini scrivevano letterine di Natale
Mi sono soffermata, l'altro giorno, a vedere un mercatino di cose vintage. E, meraviglia delle meraviglie, una bancarella esponeva vecchie letterine di Natale con brillantini nei profili dei disegni. La memoria è andata a ritroso quando a scuola ci insegnavano a mettere in brutta copia le letterine destinate ai nostri genitori, poi le si passava accuratamente in bella. Ovvero sulla carta da lettere. Dovevamo essere rispettosi dei margini, del rigo, imparare a suddividere bene le sillabe quanto si andava a capo. Insomma, tutte le regole della scrittura e della grafica dovevano essere rispettate. Erano testi semplici e ben corretti. Vi si esprimeva buoni sentimenti ai genitori, promesse e richieste al Bambin Gesù di esaudire qualche desiderio. Accanto agli auspici di buona salute per mamma, papà, fratelli e nonni, c'era pure la richiesta di un regalo. Non più di uno, perché sapevamo accontentarci di poco per essere felici. La letterina veniva messa sotto il piatto dei genitori tra lo stupore dei commensali, e non di rado, i brillantini invadevano la tovaglia.
Mi duole invece constatare che oggi i bambini possiedono montagne di giocattoli, ricevono pacchi di doni a non finire per Natale che aprono con curiosità per poi dimenticarne in fretta il contenuto. Ma soprattutto non hanno più la capacità né vengono stimolati a scrivere bene una letterina, una pagina di quaderno, o altro, dato che sono figli della digitalizzazione. Magari sono velocissimi a comporre un messaggio sulla tastiera dello smart, ma non sanno scrivere le parole in corsivo.
Ho comprato una letterina di quelle d'antan per avere un ricordo di un tempo lieto che non tornerà mai più. Ma è bello aver ritrovato quel modesto oggetto che oggi si fanno pagare dai 5 ai 7 euro sulle bancarelle.
Viviamo tempi rapaci. Oggi ci sono presidi di scuola più asini dell'Asino della capanna che scalda il Bambinello, dirigenti e docenti che proibiscono il presepe a scuola, nell'ansia di essere à la page, con maestre ignoranti che sostituiscono Gesù con "cucù" durante i canti, nel tentativo di essere più "inclusive" rispetto ad alunni di altre religioni.
Papocchi oscurantisti che si sentono "progressisti", travisando perfino i documenti teologici, predicano a vanvera di un Gesù "nato nelle periferie". Ma quando mai? La periferia è frutto dell'urbanesimo e urbanizzazione, e ai tempi di Gesù di Nazaret eravamo in piena società agro-pastorale. Ma questo sarebbe ancora il meno. Il problema è l'aver promosso l' istituzionalizzazione di famiglie e coppie omosessuali, benedette da Bergoglio, in sfregio al settimo Sacramento e a ridosso della festa della Natività. Ce n'è abbastanza per uno scisma e una ribellione da parte dei fedeli, già fortemente provati dall'emarginazione dai riti e dalle liturgie cristiane ai tempi della "pandemia".
Non abbiate paura di continuare a fare i vostri presepi e se qualcuno ve lo distruggerà, allora verrà ricostruito più bello di prima. Perché di una cosa sono certa: queste lotte sulla distruzione e sulla cancellazione dei simboli cristiani, è sempre stata, nei secoli, una lotta perdente in partenza, per chi la fa. E tale sarà, ad onta dei cancellatori del Sacro. Pertanto, Buon Natale!
Coro natalizio da ascoltare: Carol of the Bells: https://www.youtube.com/watch?v=SQadcm_dwEM
Santa Francesca Cabrini
16 December 2023
Pan d'oro Farlocco e altre bagatelle
La Notizia del giorno la conoscete già: la Ferragni col pandoro rosa sulle ginocchia, quello che costa assai più caro degli altri, perché destinato (in teoria) all'ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà era una bella cresta di un milione di euro da mettersi in saccoccia per conto e sul conto proprio.
"Io e Balocco abbiamo pensato a un progetto benefico", ammaniva la bionda "Influencer" "Il nostro Natale sarà un po' più rosa e un po' più dolce". Grazie alla griffe Ferragni, la ditta Balocco, in cerca di un refresh pubblicitario (il nonnetto che dice "fate i buoni", non basta più) , ha pensato bene di triplicare gli introiti ricorrendo alla Fata turchina dei social, quella con la lunga chioma bionda estendibile già testimonial di Pantene. La favoletta stavolta, va un po' diversamente. Sanzione di oltre 1 milione alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta. Lo annuncia l’Antitrust, spiegando che, secondo l’Autorità, “le suddette società hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro ”griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50 mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro” (fonte Sole 24 h).
La notizia è assai ghiotta e sta imperversando per i media. I due Ferragnez, come è noto, si intrufolano da tutte le parti come il prezzemolo, lasciando credere che tutto quello che toccano si trasformi in oro. "E' facile, fate come noi", sembra essere il loro messaggio ai più giovani.
Tra queste, spiccano le pratiche veloci per inserire quanto prima l'Ucraina in Ue. Gli Usa si chiamano fuori e girano il cambialone in bianco indovinate un po' su chi? Ma sulla Ue che dovrà pagare il conto della ricostruzione della guerra russo-ucraina. Del resto non è stata forse l'ineffabile Giorgia a promettere generosi piani Marshall anche per l'Ucraina nei suoi numerosi incontri con Zelensky? Davvero un curioso sovranismo, il suo. Ora in Ucraina passano subito all'incasso. E il conto di questa ricostruzione lo pagheranno anche gli Italiani. Grazie, Giorgia.
Frattanto si sta svolgendo il meeting di FdI chiamato ATREJU, nome del protagonista di "La storia infinita", libro di Michael Ende da cui è stato tratto il celebre film fantasy girato nel 1984. Il nome è stato scelto, come hanno spiegato gli organizzatori nelle edizioni passate, perché Atreju incarna "l’esempio di un giovane impegnato nel confronto quotidiano contro le forze del Nulla, contro un nemico che logora la fantasia della gioventù, ne consuma le energie, la spoglia di valori e ideali, sino ad appiattirne le esistenze”. Molti di noi conoscono il libro e pure il film. Tutti propositi encomiabili, ma l'unico meeting nato come divulgatore della cultura conservatrice, alla fin fine, si è trasformato nel tempo, in un raduno del tutto simile al festival dell'Amicizia di Comunione e Liberazione, o dei meeting del Pd basati sul "non solo ma anche" di veltroniana memoria. Così mentre c'è la Roccella, ministra della Famiglia, compare anche la Concia per par condicio. Non solo ma anche...
Nessun gruppo di studi filosofici sulla cultura conservatrice, sul suo esponente Alain de Benoist che ha appena compiuto i suoi 80 anni e che avrebbe molto da dire nell'ambito di "nouvelle droite". Non compaiono studi su Spengler né su Carl Schmitt.
Solo tante e tante velleità di essere "inclusivi" e "performanti" (c'è pure Spalletti, il ct della Nazionale). Con la Roccella che delle femministe scopiazza anche il lessico tacciando di "neopatriarcato gender che nega l'identità femminile, nega il fatto che le donne siano donne", a proposito di utero in affitto. Una bella forma di sudditanza lessicale e di subordinazione culturale verso la sinistra a partire dal linguaggio, non c'è che dire.
Atreju e Falkor, il suo cane volante |
Ad Atreju è comparso in queste ore anche Elon Musk. Speriamo che il ricco patron di Tesla non ci costringa ad acquistare, nell'immediato, le sue auto elettriche. Per il momento ha dichiarato che non avrà fretta di far sparire dal mercato i motori a scoppio. «Il mio messaggio è pragmatico: non penso che dovremmo demonizzare l’Oil&Gas, nel medio termine, ma dobbiamo preoccuparci e avere un futuro gradualmente più sostenibile». Così ha dichiarato. Ovvero, il solito non solo ma anche.
Meglio il film fantasy col cane volante.
Santa Albina
09 December 2023
Iconoclastia comunista e strenne avvelenate
Ieri, era il giorno dell'Immacolata, la data che dà avvio all'accensione delle luci degli alberi di Natale nelle piazze più importanti d'Italia e come è tradizione, nelle famiglie si allestiscono presepi, addobbi, decorazioni e alberi domestici. Ma il comunismo a Nantes (Francia) per il tramite del suo sindaco (in questo caso sindaca) non muore mai e la municipalità social-comunista ha pensato bene di trasformarlo in una sedicente "festa d'inverno". Ho guardato le loro, chiamiamole così, "creazioni" e mai visto niente di più squallido. Sembrano le luci di un vecchio Luna Park in disuso (foto sopra). Che tristezza e che squallore! Così per questa e per cento altre ragioni, mi sono fatta l'idea che il comunismo è una malattia psichiatrica. Vogliono sempre cambiare tutto, ma in modo peggiorativo, sottraendo bellezza e mai aggiungendola. Ogni anno esiste questa tiritera di chiamare il Natale con altro nome per renderlo più "inclusivo" come "festa delle luci" (ma quella è la festa ebraica delle candele). E ora? Beh, viva il generale Inverno! Al punto che i cittadini di Nantes hanno fatto manifestazioni contro la giunta municipale richiedendo a viva voce la magia del vecchio Natale di sempre, pagando di propria tasca, addobbi e decorazioni nei loro rioni. Nel citato Comune, guidato dalla sindaca Johanna Rolland stanno privando i cittadini della sorpresa del Natale, attraverso la rimozione chirurgica di qualsiasi richiamo al carattere cristiano delle feste natalizie, per far spazio a illuminazioni ammiccanti alla comunità Lgbt, a una Madre Natale femminista e decorazioni che nulla hanno a che vedere con lo spirito di questo periodo, tra cui una mucca multicolor e mostriciattoli vari collocati sugli edifici pubblici del centro storico nantese. «Ma perché le decorazioni natalizie hanno fatto spazio a degli addobbi per gente che si fa di acidi?», si è lamentato su X (twitter) un utente.
Una santa Nicola (Claus) di colore |
Non parliamo poi della febbre ecologista sempre figlia di questa ideologia. La paura di tagliare qualche abete vero, nel timore di "deforestare", ha portato, a incrementare il mercato cinese con alberi finti di pessimo materiale sintetico, facilmente infiammabile e impossibile da smaltire. Eccovi servito il paradosso ambientalista.
Non facciamoci illusioni: non ci lasceranno in santa pace nemmeno per questo Natale, questi dannati beccamorti! Aspettiamoci il solito attentato "islamico" che per correttismo politico scrivono "islamista", con furgoncini che mirano a "obbiettivi sensibili" del solito "pazzo isolato", ma opportunamente telecomandato.
Milano allestisce ogni anno alberi sfarzosi e griffati per le vie del centro. L'abete di Tiffany, l'albero di Pandora, e l'albero-gioiello di Bulgari. Benché non ami l'ostentazione del lusso e delle griffe, sono pur sempre da preferirsi allo squallore di Nantes. A condizione però che l'avido Sala, non chieda il pizzo ai cittadini per entrare in piazza Duomo e in Galleria Vittorio Emanuele e prendere visione delle decorazioni. Non ci mancherebbe che questo!
L'albero in piazza Duomo Natale 2023 |
02 December 2023
E insistono ancora per ammazzarci!
Ci sono in ballo soldi, troppi soldi per pensare che ci lascino in pace. Una quantità mostruosa. Pfizer è riuscita nell'intento di piegare i governi eurobabbei ad acquistare partite numerose di vaccini che perfino i più fessi non vogliono più fare. Chi ha fatto tre dosi e - bontà sua - l'ha passata liscia, non vuol fare la quarta dose. Chi ne ha fatti due non fa la terza. Chi non ha fatto niente dice a se stesso: meno male che l'ho scampata! Inoltre i non vaccinati sviluppano anticorpi anche rispetto ad altre malattie, mentre i poveri inoculati quando non muoiono, sono non di rado, afflitti da miocarditi, pericarditi, disabilità motorie e perfino turbocancri. Ce ne ha dato dolorosa testimonianza il caro Max Del Papa che sta iniziando la terapia contro un brutto linfoma. Ora occorre seguire bene quel che avviene in Polonia. La Pfizer sta avviando una causa per chiedere il pagamento di 60 milioni di vaccini di cui Varsavia non aveva bisogno. Ma la Polonia non può rescindere direttamente il contratto per la fornitura di vaccini, poiché le parti contraenti sono la Commissione europea e i produttori. Così ha affermato Pfizer.
Milioni di polacchi si sono rifiutati di farsi iniettare i vaccini contro il Covid-19 e Varsavia ha interrotto le consegne di vaccini quando l’afflusso di rifugiati ucraini all’inizio del 2022 ha messo a dura prova le loro finanze pubbliche. Secondo il media polacco Dziennik Gazeta Prawna, "Pfizer ha intentato una causa civile la scorsa settimana a Bruxelles, per riscuotere 1,5 miliardi di dollari per le 60 milioni di dosi".Le grandi corporation farmaceutico-vaccinali grazie alla perfida Ue, hanno il potere di esercitare lobbying, cioè pressione, sugli stati. Non che ci voglia molto, tenuto conto, che la Ue è un insieme di banche e che la BCE è composta esclusivamente da banche private. I contratti tra Ue (ovvero banche) e le grandi major come Pfizer sono secretati. E già questo la dice lunga sul livello di trasparenza e sulla loro etica. Però queste due entità esercitano l'abuso di costringere i paesi membri ad acquistare una quantità spropositata di quei vaccini che oggi restano inutilizzati (la gente comincia ad aprire gli occhi), sottraendo quel denaro ad altre priorità nazionali.
E allora che fare? Continuare bovinamente ad obbedire al duo Bonnie & Clyde ovvero von der Leyen e Albert Bourla (Pfizer) che spianano il loro mitra presso i governi non più "sovrani" per costringerli all'acquisto delle loro mortifere misture? Chiedere più trasparenza nella corrispondenza di amorosi sensi fra Ursula e Albert Bourla sulle modalità di compra-vendita e sulle loro chat? Pia illusione!
Ma intanto a casa nostra, tornano ad agitarsi i Bassetti (stavo per scrivere Bassotti come la banda di Topolino), i Crisanti, i Burioni. Si innervosiscono perché sono a libro paga delle major farmaceutiche e temono per le loro prebende. La loro ossessione? I famigerati no vax ("più dannosi del virus") che vorrebbero ancora rinchiudere. Ma come? Le dosi restano inutilizzate, la gente diserta gli hub vaccinali che in buona parte vengono smantellati, e questi disertori hanno il coraggio di farci "marameo"? Ecco allora i loro goffi tentativi di ricreare quel clima di panico andato perduto nel corso dei 3 anni e mezzo. Sì, perché la gente si abitua a vivere (o meglio a sopravvivere) anche nella paura. Fatevene una ragione!
Peccato per Bassetti, che il più sprovveduto dei "no vax" sappia perfettamente che le complicanze batteriche possono venire in surplus agli attacchi virali che gli aprono la strada. E che l'azitromicina (Zitromax e affini) serva egregiamente a debellare i batteri delle vie respiratorie superiori che sempre accompagnano le comuni influenze stagionali. Me lo disse con buone ragioni, il mio medico di famiglia, purtroppo andato in pensione. Ma non è finita.
Albert Bourla Ceo di Pfizer |
23 November 2023
Anelli al naso e patriarcato
Stiamo attraversando una nuova ondata di "totalitarismo mediatico" e monotematico a reti unificate, simile a quello del "virus" e della pandetruffa che, a onor del vero, non è mai andato via. Da giorni, cerco di spegnare, smorzare, cambiare canale, ma le dirette si susseguono alle dirette inesorabili, martellanti e le tricoteuses assatanate di sangue maschile (ovvero quello che io chiamo le femministe con l'anello al naso) vengono ospitate dappertutto a spargere ignoranza, odio, livore e revanchismo da 4 soldi, con slogan nichilisti come "bruciate tutto". La tragica morte della povera ragazza Giulia Cecchettin ad opera del suo fidanzato reo-confesso, ha scatenato un pandemonio a orologeria.
Scrive la Bussola quotidiana: "Siamo di fronte ad un totalitarismo mediatico a sfondo apocalittico, che obnubila le coscienze, tramortisce, ottunde le menti e ignora la funzione rigeneratrice che un sano circuito mediatico dovrebbe svolgere in situazioni tristi come quelle che stiamo vivendo in queste ore. Si andrà avanti così ancora per qualche giorno, fino alla prossima ossessione monotematica". Niente di più vero. E la cosa più patetica è che sulla scia di questa ondata di isterismo collettivo, ci sono ministri cuor-di-Leone come Valditara che si illudono di metterci una pezza attivando dei corsi di "educazione all'affettività". Una vera e propria finestra di Overton per far filtrare politiche gender fluid, quelle che mandano in brodo di giuggiole la Cirinnà, la quale, non a caso ha affermato che certi corsi erano già contemplati nella legge Zan - quella "bocciata dal centrodestra". Complimenti ministro! Lei ha fatto rientrare dalla finestra, quel che era stato cacciato dalla porta principale. Cos'altro dobbiamo ficcarci ancora dentro i programmi scolastici? I risultati di questa bulimia da "curricula" e da "corsi sperimentali" da stipare dentro la vetrina-scuola sono già evidenti: zaini pieni e cervelli vuoti. Patetico e grottesco Larussa che vorrebbe fare un corteo di soli uomini per chiedere perdono di essere nati maschi.
19 November 2023
Negare, cancellare, manipolare la verità
Curioso che i veri "negazionisti" diano spesso e volentieri del "negazionista" a chi non è in linea col loro pensiero. Un termine che è diventato nel tempo, un marchio di infamia ad opera dei "padroni del Discorso". Un po' come chi ordisce complotti che si prende la briga di ridicolizzare chi li svela dandogli magari del "paranoico, complottista", nel timore di sentirsi scoperto. Insomma, tanto per semplificare, è la solita vecchia storia del ladro che grida al ladro. Succede che per attuare la subcultura della cancellazione sulle ragioni della protesta dei portuali di Trieste al Molo 17 ai tempi recenti dell'obbligo di green pass (governo Draghi, ottobre 2021), la RAI nella fiction dal titolo "Blanca", abbia falsato la storia e cronaca recente dei soprusi subiti realmente dai portuali: raffiche di manganellate, di gas lacrimogeni e idranti con docce gelate alle sei di mattino, sgombri forzati. E indovinate un po', nella fiction a puntate BLANCA (storia di un'eroina poliziotta) uno dei personaggi racconta con pathos quanto segue, tra il silenzio commosso dei colleghi: «Tre anni fa a Trieste, durante uno sciopero dei portuali, io ero a capo del servizio di ordine pubblico. La situazione era tranquilla, poi i manifestanti hanno cominciato ad aggredirci, e io ho ordinato la carica. Poi la situazione si è calmata, Frida era a terra, uccisa da un colpo violento alla testa". Capito?
Tutta colpa di quegli assassini di "no vax". E' questo il messaggio che deve passare nello sceneggiato tv.
Ovviamente la Rai (pagata coi soldi del nostro canone) pensa di salvarsi in corner con la solita scritta " Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. "
Ma tutti noi sappiamo che c'è stata malizia e volontà di distorsione, di manipolazione e di negazionismo storico di quanto è realmente accaduto. Stefano Puzzer (mai più reintegrato sul posto di lavoro perduto) e i suoi devono poterne chiedere ragione e ricorrere contro questa calunniosa visione. Qui, un buon articolo di Enrica Perucchietti in proposito
https://www.lindipendente.online/2023/11/17/la-rai-usa-una-fiction-per-criminalizzare-i-portuali-no-green-pass-di-trieste/
E non è tutto. Va già in onda il reato d'opinione voluto prepotentemente da Bruxelles, per quei medici e opinionisti che si sono schierati contro gli effetti nefasti dei vaccini. E' accaduto a Barbara Balanzoni, una delle più agguerrite dottoresse, accusata di calunnia da un PM, per aver effettuato una perizia sanitaria di parte.
Michele Placido durante lo spot pro Pfizer |
13 November 2023
La buia notte di Nottingham
Sono piovute critiche anche per Giorgia Meloni che in questo caso, ha agito con sensibilità nel procurarle la cittadinanza italiana e nel metterle a disposizione l'opportunità di un ricovero al Bambin Gesù, ospedale che avrebbe predisposto uno specifico protocollo sanitario, invece dello squallido hospice posto in "località segreta". Lo fa per mettersi in mostra, per prepararsi all'imminente campagna elettorale (critiche di sinistra). Ci sono tanti altri bambini morti a Gaza dei quali lei non parla, ci sono i bambini vittime dei vaccini (critiche di destra)... E via luogocomunando....
No, non sono affatto d'accordo. Quale che sia stata la ragione (foss'anche quella banalmente elettorale) è stato comunque un gesto di civiltà da parte del Governo di una nazione a forte sentimento cristiano. Non possiamo sempre nasconderci dietro al mucchio imprecisato di tutti i bambini del mondo e fare raffronti fra questo o quell'infante, quando è in gioco la vita di una bimba della porta accanto - vita affidata a una pessima legge di parrucconi togati che si arrogano il diritto di stabilire chi deve vivere e chi deve morire. E di una élite di falsi scienziati in medicina che stabilisce a priori l'"incurabilità di una malattia" a seconda dello status economico di chi può o non può pagare, e che decreta la morte dei piccoli pazienti inglesi. Vero Bergoglio? Molto fredda, sbrigativa e ben poco circostanziata, a mio avviso, la sua preghiera per-tutti -i bambini- che-soffrono.
Tra l'altro, la patologia di Indi Gregory in Usa è stata curata con successo su di un bambino che ne fu colpito e che adesso compie 9 anni. Tutto ciò, non fa che aggiungere strazio allo strazio dei poveri genitori della bimba. E la ricerca allora a che serve?
Ma la cosa che sfugge ai più, è che queste piccole morti procurate in UK che ormai vanno susseguendosi negli anni, sono funzionali al sistema oligarchico-massonico per negare la patria potestà ai genitori e staccare i figli da padri e dalle madri. In altre parole, a riscrivere leggi crudeli e disumane basate sul malthusianesimo più criminale. Dai lockdown che sono serviti ad allontanarci dai nostri vecchi e dai nostri malati, soli e isolati in ospedale, sprofondati nella disperazione e nella depressione (con la scusa della fobia del contagio da virus strombazzata h.24 dai media), all'eutanasia di stato per mezzo di una magistratura ottusa e proterva, del tutto asservita alla pseudoscienza. Siamo sprofondati nella buia notte di Nottingham, alla mercé degli Sceriffi del Male. Possiamo solo sperare che il sacrificio della piccola Indi non sia stato del tutto vano. Anche se sperare contro ogni speranza (Spes contra spem) diventa sempre più difficile.
San Diego
08 November 2023
Le nostre città, nuove torri di controllo
Milano che fatica! - cantava Lucio Dalla. E questo è ancora niente. Ogni giorno una genialata da parte del sindaco coi calzini arcobaleno in tema di mobilità che concorre a rendere Milano una sorta di club esclusivo per pochi "eletti". L'ultima in cantiere per il 2024 è chiudere completamente il capoluogo meneghino agli autoveicoli. Dunque si chiedono i cittadini sbigottiti, a quando fossati e ponti levatoi per tenerci lontani? I quali cittadini, hanno la sola colpa di non abitare in Brera, in Via Della Spiga o in San Babila. E che faranno i lavoratori che hanno la necessità di spostarsi nel centro storico per guadagnarsi da vivere? La sinistra-Ztl della quale Sala è esponente di spicco, si dimostra nemica dei ceti medi e delle piccole imprese. Ma questo, lo si era capito. Personalmente ho perso il conto delle lettere dell'alfabeto che contrassegnano le zone urbane a circolazione limitata o vietata: zona A, zona B, zona C. Non vi è giorno nel quale la viabilità non venga scombussolata, con ordini e contrordini. Tanta puzza sotto il naso (anzi, sotto il nasone), però gli fa dimenticare il Seveso e il Lambro e le esondazioni non appena piove un po' più del dovuto. Acque scure mescolate a scarichi fognari, che trasformano l'aspirante "capitale d'Europa", in una città da Terzo Mondo. Dagli anni '70 a oggi ci sono state oltre un centinaio di esondazioni e alluvioni. Fioccano denunce contro il primo cittadino da parte dei vigili urbani mandati allo sbaraglio senza stivali e senza adeguate attrezzature. Ma Green Sala se ne frega e va avanti lo stesso, anche in mezzo al fango. Con ogni evidenza, le denunce non sono abbastanza persuasive. E l'auto elettrica s'ha da imporre costi quel che costi, anche se poi prende fuoco.
Per quanto riguarda il Comune di Trento, verranno utilizzate, ove possibile tecnicamente, le telecamere e i microfoni già presenti in città, sperimentando sempre nuove apparecchiature. Si parla già di 600 sensori elettronici. Il video di Byoblu che ho messo più sotto, mostra una città sotto controllo, pronta a captare ogni battito di ciglia, all'insegna del pensiero predittivo. Si deve poter prevenire quanto succede e succederà.
E poi, non dimentichiamo che c'è l'"emergenza" terrorismo islamico, che come il Covid, servirà a operare nuove intrusioni e nuove restrizioni.
Il progetto coinvolge 17 partner di 12 paesi europei ed è coordinato dalla Foundation for Research and Technology Hellas (GR). Oltre al Comune di Trento anche la Fondazione Bruno Kessler fa parte del Consorzio come partner tecnologico, ponendosi così in linea di continuità con numerosi progetti, candidature ed attività che si stanno svolgendo assieme sul territorio. Il budget totale a disposizione del Comune di Trento è di 210.000 €. Per saperne di più su questa città dai mille occhi e dalle mille orecchie assolute in grado di captare sussurri e bisbigli, consiglio di visionare il video di Byoblu.
httpsn://www.byoblu.com/2023/10/21/speciale-xxi-trento-la-citta-del-cotrollo-totale/- l’identificazione e l’autenticazione per la fruizione dei servizi pubblici digitali (eGov);
- la licenza di guida digitale;
- la ricetta medica elettronica (ePrescription). (fonte: E-wallet)
01 November 2023
Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie
E' inutile soffermarsi sull'ultima notizia, perché verrà sepolta da un'altra più recente pessima notizia. Sull'ultima guerra che verrà soppiantata da un'altra guerra ancora più lunga e assurda. Sull'ultima epidemia che si sovrapporrà ad un'altra, magari ancora "più grave". La sensazione sgradevole del singolo cittadino ai tempi della Mediocrazia è quella di non poter far nulla per impedire che un temporale comune si trasformi in una tempesta. Che una zanzara possa diventare una Tigre diffondendo malattie. Lo abbiamo visto durante la pandetruffa che la frequenza delle informazioni ansiogene contribuisce di proposito ad alimentare un senso di insicurezza sia individuale che collettivo, incoraggiando, una reazione meramente emotiva in luogo di una ponderata analisi critica. Quando poi la paura si trasforma in terrore, a causa di un grande choc collettivo, la società perde i suoi "anticorpi" e allora la si può orientare a piacimento. Come a piacimento, si manipola sia il singolo individuo che la massa. Abbiamo visto quanto può essere cattiva la gente che viene arruolata all'interno della cornice valoriale assunta dall'establishment. E quanto sia facile metterci gli uni contro gli altri (vaccinati contro non vaccinati, padri contro figli, fratelli contro sorelle, mariti contro mogli e viceversa), facendoci sentire soli. L'uomo metropolitano in particolare è per antonomasia l'uomo senza difese e senza sicurezze. Non ha la sicurezza di un lavoro fisso, di una famiglia che possa dargli conforto, di una comunità nella quale riconoscersi, e anche i rapporti interpersonali e i sentimenti sembrano precarizzarsi. A tutto ciò, si aggiungono novità pressanti quanto demenziali, dovute a transizioni ambientaliste imposte dalle varie lobby del cosiddetto green: avrò ancora la mia auto? per quanto tempo potrò mantenermela? mi obbligheranno all'auto elettrica? potrò circolare liberamente nella mia città ora che è piena di veti, divieti e Ztl? Riusciremo a riscaldarci senza spese aggiuntive quest'inverno, proprio ora che ci sono ben due guerre alle porte di casa? Scadono i contratti con le società energetiche e i gestori li rinnoveranno con tariffe altissime, si parla di decuplicarle. Ma noi come possiamo difenderci dal cosiddetto "libero mercato" sempre più privo di tutele? I governi non servono più a nulla, come del resto i parlamenti, dato che il vero Potere è altrove e non ha più bisogno di loro.
25 October 2023
Tu quoque, Verità?
LA DIFESA ACRITICA DEL SIONISMO E' INGIUSTIFICABILE
Sono pentito di aver rinnovato l'abbonamento, vi pensavo diversi. Ma la vostra poco giustificata difesa a oltranza dei sionisti significa che non potete, o non volete, raccontare la storia vera . Non sono di sinistra, anzi, ma il vostro atteggiamento conferma quanto nel nostro Paese siamo manipolati, disinformati e ingannati. (email firmata).
CREDEVO CHE FOSTE ANTICONFORMISTI. VI TOLGO DAI SOCIAL
La presa di posizione sguaiata, urlata, isterica della Verità sulla vicenda israelo-palestinese non mi consente più di leggere questo quotidiano, che fino all'altro ieri ha rappresentato un argine alla visione unilaterale della realtà imposta dall'attuale sistema di potere politico-mediatico. Smetterò quindi di comprare il quotidiano e di diffondere sui miei (modesti) account social i vostri contenuti. (email firmata)
ISRAELE CRIMINALE. DA 70 ANNI MASSACRA I CIVILI
In quanto vostro abbonato, non ho potuto non notare un forte sbilanciamento della linea editoriale della Verità in favore di uno stato criminale, Israele, che sta brutalmente massacrando civili e bambini, e che da 70 anni sta facendo pulizia etnica di una popolazione a cui ha espropriato i territori. Vi informo che se non riverrò un maggior equilibrio e una maggior equidistanza del giornale nella vicenda israelo-palestinese, non rinnoverò l'abbonamento con voi (email firmata).
CANTATE NEL CORO. VI SIETE GIOCATI OGNI CREDIBILITA'
20 October 2023
Le insidie del fantastico mondo di Barbie
Conosco già l'obiezione. Con tutti i disastri e i cataclismi che si abbattono per il mondo, ti metti a parlare di un filmetto frivolo come "Barbie"? Purtroppo sì, perché è un prodotto filmico che è riuscito a riportare nelle sale cinematografiche gente che le disertava da tempo. E pure a sbancare i botteghini. E i fenomeni di massa interessano sempre e comunque. Aspettatevi un'orgia di carinerie, di birigneo e birignao, di 50 sfumature di rosa (dal rosa confetto al rosa shocking, passando per il fucsia), di pellicciotti, costumini, berretti, borsette, camicie, nastri, scarpette, occhiali e suppellettili...tutti rigorosamente in rosa. Ma dietro a tutto ciò, non c'è la vie en rose: tutt'altro.
Mi dicono che alle prime di Milano la gente - impazzita- entrava al cinema vestita in rosa o con qualche indumento in rosa bene in vista. Del resto, dopo i confinamenti pandemici, è facile rincretinire le persone già sufficientemente provate: basta promettere un po' di evasione.
L'inizio del film promette una nuova palingenesi con il brano musicale "Così parlò Zaratustra" già adottato da Kubrick in "2001 Odissea". E' solo che invece di vedere i primati pelosi che scagliano per aria tibie e ossa spolpate, ci sono bambine che si ribellano alle bambole classiche, spaccando teste e facendo volare e gli arti. Volano teste di bambocci perché le femminucce si ribellano e non vogliono fare la fine delle loro madri: partorire nel dolore e allevare marmocchi nutrendoli, vestendoli e portandoli alle soglie della maggiore età con sacrifici. Qualcuno ha voluto vedere in ciò, un'apologia all'aborto. Ma per fortuna, arriva lei, la bambola-Diva bella, elegante, raffinata, ben vestita, ben pettinata, ben truccata, super accessoriata, nella quale le bambine possono proiettare le loro ambizioni e le loro vanità di future donne. Fu creata dall'imprenditrice Ruth Handler per la figlia Barbara alla quale voleva dare una bambola speciale, già ispirata a Lilli, una bambola tedesca bionda e longilinea. Il personaggio di Ruth compare da anziana, anche nel film prodotto dalla Mattel stessa, la ditta che ha fabbricato Barbie. Una multinazionale già presente da tempo sulla scena commerciale mondiale che si trasforma, per la bisogna, in una Corporation cinematografica come la Fox o la Metro Goldwin Mayer, e che ha messo in piedi un'astuta operazione di marketing del tutto autoreferenziale.
La trama è legata a un viaggio avventuroso tra lei e il suo boy-friend Ken, che escono dalla casa di bambole per affrontare il mondo reale. Ma nella Barbie Land ci sono tante altre tipologie di Barbie di varie etnie, e di converso nel Kendom (regno di Ken), varie tipologie di Ken di tutte le razze (si può dire?): dal wasp al latino, passando per l'orientale e l'africano, perché sì, il mercato non deve conoscere confini. Insomma Barbie è e dev'essere all inclusive secondo la formuletta mercatista che - guarda caso - è diventata poi anche una formula del più trito politichese "progressista": inclusivo, parola-tormentone che ormai ci esce dalle orecchie. Nel magnifico mondo di Barbie c'è spazio per tutti, tant'è vero che vi partecipano un attore gay e un(una) trans. Ma in mezzo a tanto glamour, a tanto sfarfallìo e a tante stravaganze, passano quasi inosservati. Ecco un'altra furbata: inserirli in un caravanserraglio multicolore in modo da renderli accettabili agli occhi di chi guarda. Come leggero e superficiale è ogni tentativo di critica sociale che scaturisce dai personaggi. Nel rutilante mondo arcobaleno "barbista", c'è posto per tutti, tranne che per una donna incinta. Non si può, perché la maternità non sarebbe "trendy" né "cool" come si dice nel demenziale gergo anglofono. E poi la gravidanza guasta la linea, perciò, scordiamoci che possa esserci una Barbie-mamma. Del resto Barbie è tutto e alla fortunata bambina che la possiede non resta che sognare cosa farà da grande, grazie a lei : astronauta, manager, donna in carriera, avvocato, dottoressa, atleta, ecc. C'è solo l'imbarazzo della scelta.
Barbie, prova ad aggiungere un altro elemento, ancora più delicato da gestire nei dialoghi, ovvero quello di critica sociale. Lo fa in maniera superficiale, perché, pur venendo rappresentata nel film come una forza antagonista, l'impresa Mattel è in ogni caso tra le case produttrici del film. Dal canto suo, l’azienda i cui top manager compaiono nel film mentre cercano di fermare la loro diabolica invenzione in rosa, si presta in maniera opportunistica a questo ruolo, consapevole comunque che l’intera produzione rappresenti un’enorme occasione di business, grazie alla quale pagherà i suoi dividendi e incasserà i suoi utili.
La sceneggiatura di Barbie firmata da Noah Baumbach, pur con diverse trovatine pungenti, gioca secondo le regole del sistema mercatista che vorrebbe mettere in discussione, finendo per bilanciare in maniera astuta e conciliatoria elementi di rottura e con elementi di tradizione: la paura di tagliare fuori importanti "fasce di mercato" fa novanta e la si coglie per tutto il film che vorrebbe riuscire nell'impresa impossibile di piacere a tutti. Tu chiamale se vuoi, piacionerie di mercato. E tanto peggio se poi ne verrà vietata la distribuzione in paesi come la Russia o in Brasile. L'importante è che se ne parli.
Margot Robbie, la bionda protagonista che è anche co-produttrice del film, interpreta la Barbie più canonica che ci sia: lo stereotipo della bambola di Mattel, che vive ogni giorno perfetto nella sua casa dei sogni a Barbie Land, sorridendo continuamente a 32 denti, tutti scintillanti, sfoggiando abitini frou-frou, molti dei quali a quadretti bianchi e rosa in stile BB anni '50.
Ryan Gosling è un Ken bravissimo a fare l'allocco in Paradiso che vive di luce riflessa, con la zazzera biondo-rosata, i bermuda coloratissimi e i giubbini modaioli. Ma per quanto ce la metta tutta a mantenere un basso profilo allo scopo di non oscurare la sua bella, alla fine è lui la vera star che risalta nel film. Infatti Ryan-Ken balla, suona e canta a meraviglia (l'attore protagonista di La La Land è anche musicista e compositore). Il resto del film è prevedibilmente intriso di cultura woke e di femminismo elementare e didascalico che deve comprendere, ovviamente la guerra tra i sessi, quando i vari Ken, cercheranno di riappropriarsi del patriarcato perduto, dedicandosi ai cavalli e alla vita da rancheros alla John Wayne (forse la scena più divertente del film), perché stufi del gineceo in rosa. La leggerezza del musical e del film-giocattolo non riesce però a cancellare la voglia di lanciare messaggi gender fluid, da parte della regista Greta Gerwick, femminista dichiarata. Ed è questo che alla fine rende il film diseducativo e inadatto a un pubblico di bambini. La voglia di spensieratezza che ci trasciniamo dietro da tre anni a questa parte - anni cattivi e in cattività - anche questa volta viene vanificata dalla famigerata Agenda 2030, alcuni elementi della quale, riescono a far capolino qua e là, in modo intrusivo nella trama filmica. Si strizza l'occhiolino anche alla maternità surrogata e all'elemento transumano, tanto per finire in banalità, quando Barbie, dichiaratamente asessuata e priva di genitali, nella scena finale si reca dal ginecologo in presumibile gravidanza. Ovviamente non sarà figlio di Ken né di nessun altro, ma solo figlio suo. Questo, il film lo allude, ma non ce lo dice apertamente. What a wonderful world!
Santa Irene
14 October 2023
Piccola antologia sul Medio Oriente
Dirò subito che non voglio imbucarmi in sterili partigianerie e tifoserie, se stare dalla parte degli israeliani o da quella dei palestinesi. Men che mai, dei tagliagole o dei "guerrieri di Dio" (Hezbollah). Per dirla con le parole di Veneziani, "non mi infilo nella spirale astiosa delle accuse su chi ha cominciato, nella matrioska delle persecuzioni, un popolo assediato e circondato da paesi ostili che ne assedia e ne circonda un altro".
Dirò solo che quando i conflitti durano troppo a lungo, c'è sempre un concorso di colpe. Come è colpevole un paese che tiene una leadership controversa come quella di Netanyhau per ben 17 anni, sfiorando alla fine, l'autocrazia. E se si critica Putin perché dura da troppo tempo, è altrettanto lecito criticare "Bibi, re d'Israele". Sulla Striscia di Gaza, alla sorveglianza israeliana non sfugge mai niente: né dal mare, né dal cielo né da terra. Resta quasi impensabile che non sapessero cosa stava preparando Hamas. C'è chi parla di LIHOP Let it happen on purpose (lascia che accada allo scopo). Ovvero, una sorta di laissez- faire da parte del governo israeliano nei confronti delle grandi manovre di Hamas preparate con cura da tempo, per poi poter offrirgli la stura e il pretesto di feroci rappresaglie e di politiche delle mani libere sul piano militare. E tuttavia restano i morti sul campo e per quelli bisogna avere umana pietas . Restano gli ostaggi, con relative situazioni angosciose che nessuno di noi vorrebbe vivere; ma soprattutto restano i bambini, da ambedue le parti, da sempre vittime innocenti e silenti dei conflitti irrisolti. Ecco qui una breve antologia di pezzi che mi sono piaciuti. Sono spezzoni di articoli che potete consultare integralmente:
Poi c'è un rimando di Tobi al sito Piccole Note sull'ecatombe annunciata:
L'attacco di Hamas nel deserto del Negev |
Le piazze erano invase da mesi da manifestanti della sinistra israeliana ritenuta molto più vicina a George Soros, americano di origini ebraiche, che non ha una grande passione per lo stato di Israele in quanto la sua è una visione più internazionalista e globalista e che non riconosce nessun particolare primato tra le nazioni allo stato ebraico.
Le piazze erano in rivolta contro il governo per il progetto di riforma della giustizia del governo che assegnerebbe molti più poteri di controllo all’esecutivo verso la magistratura. La riforma, se approvata, consentirebbe a Netanyahu di controllare completamente i giudici più vicini oggi al mondo della sinistra israeliana.