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28 December 2023

It Wallet e altre spigolature di fine d'anno




L'anno 2023 che sta per chiudersi è stato un altro anno duro - inutile volerlo minimizzare. Magari non ci hanno rinchiuso, non ci hanno emarginato col pass sanitario, non ci hanno costretti al vaccino come è avvenuto per chi doveva lavorare sotto  il pesante ricatto del licenziamento, ma con due guerre  scatenate alle porte di casa, non possiamo dire di stare bene né di essere fuori pericolo.  Inoltre non si è fatta nessuna  vera disamina, nessuna investigazione su quella che è stata una vera e propria strage di stato negli anni precedenti. E non voler vederci chiaro su quanto è stato fatto dal governo Conte 2, da  Draghi e da Speranza con annesso CTS, significa essere  oggettivamente complici. 
Ma poi ci sono guerre. Guerre come pretesto per dichiarare altri "stati di emergenza" divenuti ormai perenni; guerre per imporre nuovi rincari e nuove crisi economiche;  guerre per causare mancanza di materie prime, per cambiare la geografia di paesi sovrani. Guerre per portarci qui altri profughi ("scappano dalle guerre");  guerre per renderci insicuri. Guerre che fanno stragi, che fanno morti, che fanno tante vittime innocenti, specie i bambini.  Ma soprattutto, con una stampa che mente come respira, specialmente quando tratta di guerre Nato per "l'esportazione della democrazia" o "contro il terrorismo". Che sia Hamas, Isis o altro.  Tutti embedded, questi giornalisti!

L'anno 2024 (anno bisestile) che sta per arrivare tra pochi giorni,  non promette niente di buono. Sarà il governo di centrodestra a obbedire al diktat Ue sulla "semplificazione" digitale. In realtà, una digitalizzazione basata come al solito sulla tracciabilità che nasconde non poche insidie dal punto di vista dei diritti democratici sanciti dalla Costituzione. Il trucchetto delle élite è semplice: portare il massiccio consenso elettorale ottenuto dall'attuale governo, non solo  su un vagone che viaggia sul binario morto, ma addirittura sul precipizio. Giorgia ha il consenso della stampa e dei media. Pertanto, le élite  possono dormire sogni tranquilli, dato che l'Agenda 2030, che ci sia la destra o la sinistra, s'ha da fare, in qualche modo. Lei dopotutto è una "responsabile" che non può opporsi al "vincolo esterno". Può solo rallentare l'Ineluttabile. 

Ed  eccoci dunque alle App da scaricare per entrare nel nostro "wallet", parola che significa porta-documenti digitale. Quella che ci permette di risolvere tutti i nostri adempimenti fiscali si chiama come il verso dell'asino: IO
Colao Meravigliao del fu governo Draghi ha innestato, a suo tempo,  il suo pilota automatico e  Vincenzo Fortunato, attuale capo del comitato Interministeriale per la transizione digitale ha annunciato che il nuovo port-documenti Wallet, sarà già pronto a gennaio-febbraio dell'anno in arrivo.  
Che delizia! Così vi libererete  finalmente da carte e scartoffie: carta di identità elettronica, tessera sanitaria, patente, eventuale carta europea delle disabilità, saranno disponibili accedendo all'APP IO - il verso del somaro che vi farà accedere alla piattaforma dei servizi pubblici on line. Chi doveva liberarci dalle odiate scartoffie, riuscirà nell'intento di farcele rimpiangere. E il provvedimento si estenderà anche alle ricette mediche. Verranno infatti rilasciate solo ricette digitali, mentre per i malati cronici la durata sarà estesa fino ad un anno. Per quanto concerne le prescrizioni, il formato elettronico riguarderà sia i farmaci a carico del Servizio sanitario nazionale, sia per quelli a pagamento.  (fonte: Solo Finanza). 

Ma ecco affacciarsi i soliti dubbi: come verranno protetti i nostri dati? Chi ci garantisce che questa tracciabilità non significhi "controllo" della persona tout court? E che questo "wallet" non si trasformi in una carta simile al credito sociale alla cinese basato sul punteggio del buon cittadino modello? E se bastasse un click per emarginarci dalle nostre funzioni e dal nostro accesso ai nostri risparmi? Siamo alla fiscalizzazione occhiuta della vita pubblica e privata - quel privato che man mano non esisterà più, poiché tutto dovrà diventare trasparente, tutto pubblico e pubblicizzato. Una specie di comunismo planetario in salsa digitale.  Ed eccoci  giunti alla  probabile giungla elettronica delle multe, delle more, delle tasse, delle sovrattasse, dei balzelli e dei ricorsi impossibili. Non so a voi, ma a me sembra già di assistere a una pessima grottesca distopia da sig. K, il povero agrimensore sperduto nel castello kafkiano. In questo caso, castello labirintico informatico.


Questo non significa abbattersi, rassegnarsi e non lottare, ma, è quasi certo che ci aspetterà un'altra annata faticosa. Non mi resta che augurarvi Buon 2024 con la speranza, ormai è diventata un'abitudine, che passi in fretta per lasciarci intravedere, il sereno al di là delle nubi. Quello cui ogni essere umano ha  buon diritto. 

SS. Innocenti Martiri

22 December 2023

Quando i bambini scrivevano letterine di Natale

 


Mi sono soffermata, l'altro giorno,  a vedere un mercatino di cose vintage. E, meraviglia delle meraviglie, una bancarella esponeva vecchie letterine di Natale con brillantini nei profili dei disegni. La memoria è andata a ritroso quando a scuola ci insegnavano a mettere in brutta copia  le letterine destinate ai nostri genitori, poi le si passava accuratamente in bella. Ovvero sulla carta da lettere. Dovevamo essere rispettosi dei margini, del rigo, imparare a suddividere bene le sillabe quanto si andava a capo. Insomma, tutte le regole della scrittura e della grafica dovevano essere rispettate. Erano testi semplici e ben corretti. Vi si esprimeva buoni sentimenti ai genitori, promesse e richieste al Bambin Gesù di esaudire qualche desiderio. Accanto agli auspici di buona salute per mamma, papà, fratelli e nonni, c'era pure la richiesta di un regalo. Non più di uno, perché sapevamo accontentarci di poco per essere felici.  La letterina veniva messa sotto il piatto dei genitori  tra lo stupore dei commensali, e non di rado, i brillantini invadevano la tovaglia.

Mi duole invece constatare che oggi i bambini possiedono montagne di giocattoli, ricevono pacchi di doni a non finire per Natale che aprono  con curiosità per poi dimenticarne in fretta il contenuto.  Ma soprattutto non hanno più la capacità né vengono stimolati a scrivere bene una letterina,  una pagina di quaderno, o altro, dato che sono figli della digitalizzazione. Magari sono velocissimi a comporre un messaggio sulla tastiera dello smart,  ma non sanno scrivere le parole in corsivo. 

Ho comprato una letterina di quelle d'antan per avere un ricordo di un tempo lieto che non tornerà mai più. Ma è bello aver ritrovato quel modesto oggetto che oggi si fanno pagare dai 5 ai 7 euro sulle bancarelle.

Viviamo tempi rapaci. Oggi ci sono presidi  di scuola più asini dell'Asino della capanna che scalda il Bambinello,  dirigenti e docenti che proibiscono il presepe a scuola, nell'ansia di essere à  la page,  con  maestre ignoranti che sostituiscono  Gesù con "cucù" durante i canti, nel tentativo di  essere più "inclusive" rispetto ad alunni di altre religioni.  

Papocchi oscurantisti che si sentono "progressisti",  travisando perfino i documenti teologici, predicano  a vanvera di un Gesù "nato nelle periferie". Ma quando mai? La periferia è frutto dell'urbanesimo e urbanizzazione, e ai tempi di Gesù di Nazaret eravamo in piena società agro-pastorale.  Ma questo sarebbe ancora il meno. Il problema è l'aver promosso l' istituzionalizzazione di famiglie e coppie omosessuali, benedette da Bergoglio, in sfregio al settimo Sacramento e a ridosso della festa della Natività. Ce n'è abbastanza per uno scisma e una ribellione da parte dei fedeli, già fortemente provati dall'emarginazione dai riti e dalle liturgie cristiane ai tempi della "pandemia". 


Non abbiate paura di continuare a  fare i vostri presepi e se qualcuno ve lo distruggerà, allora verrà ricostruito più bello di prima.  Perché di una cosa sono certa: queste lotte sulla  distruzione e sulla cancellazione dei simboli cristiani, è sempre stata, nei secoli,  una lotta perdente in partenza, per chi la fa. E tale sarà, ad onta dei cancellatori del Sacro.  Pertanto, Buon Natale! 

Coro natalizio da ascoltare: Carol of the Bells: https://www.youtube.com/watch?v=SQadcm_dwEM

Santa Francesca Cabrini

16 December 2023

Pan d'oro Farlocco e altre bagatelle

 

La Notizia del giorno la conoscete già: la Ferragni col pandoro rosa sulle ginocchia, quello che costa assai più caro degli altri,  perché destinato (in teoria) all'ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà era una bella cresta di un milione di euro da mettersi in saccoccia per conto e sul conto proprio.

"Io e Balocco abbiamo pensato a un progetto benefico", ammaniva la bionda "Influencer" "Il nostro Natale sarà un po' più rosa e un po' più  dolce". Grazie alla griffe Ferragni, la ditta Balocco, in cerca di un refresh pubblicitario (il nonnetto che dice "fate i buoni", non basta più) , ha pensato bene di triplicare  gli introiti ricorrendo alla Fata turchina dei social, quella con la lunga chioma bionda estendibile già testimonial di Pantene. La favoletta stavolta, va un po' diversamente.  Sanzione di oltre 1 milione alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta. Lo annuncia l’Antitrust, spiegando che, secondo l’Autorità, “le suddette società hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro ”griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50 mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro” (fonte Sole 24 h).  

La notizia è assai ghiotta e sta imperversando per i media.  I due Ferragnez, come è noto,  si intrufolano da tutte le parti come il prezzemolo, lasciando  credere che tutto quello che toccano si trasformi in oro. "E' facile, fate come noi", sembra essere il loro messaggio ai più giovani. 


Ci sono le foto di repertorio con l'immancabile Segre che per l'occasione diventa Segrez. Le foto di repertorio con Mattarella, che per l'occasione diventa un Babbo Natale sorridente con i suoi due angioletti griffati di porcellana. Non c'è che dire: questo dicembre ci sta riservando magiche sorprese. 

Tra queste, spiccano le pratiche veloci per inserire quanto prima l'Ucraina in Ue. Gli Usa si chiamano fuori e girano il cambialone in bianco indovinate un po' su chi? Ma sulla Ue che dovrà pagare il conto della ricostruzione della guerra russo-ucraina. Del resto non è stata forse l'ineffabile Giorgia a promettere generosi piani Marshall anche per l'Ucraina nei suoi numerosi incontri con Zelensky? Davvero un curioso sovranismo, il suo.  Ora in Ucraina passano  subito all'incasso.  E il conto di questa ricostruzione lo pagheranno anche gli Italiani. Grazie, Giorgia. 

Frattanto si sta svolgendo il meeting di FdI chiamato ATREJU,  nome del protagonista di "La storia infinita", libro di Michael Ende da cui è stato tratto il celebre film fantasy girato nel 1984. Il nome è stato scelto, come hanno spiegato gli organizzatori nelle edizioni passate, perché Atreju incarna "l’esempio di un giovane impegnato nel confronto quotidiano contro le forze del Nulla, contro un nemico che logora la fantasia della gioventù, ne consuma le energie, la spoglia di valori e ideali, sino ad appiattirne le esistenze”. Molti di noi conoscono il libro e pure il film. Tutti propositi encomiabili, ma l'unico meeting nato come divulgatore della  cultura conservatrice, alla fin fine, si è trasformato nel tempo, in un raduno del tutto simile al festival dell'Amicizia di Comunione e Liberazione, o dei meeting del Pd basati sul "non solo ma anche" di veltroniana memoria. Così mentre c'è la Roccella, ministra della Famiglia, compare anche la Concia per par condicio. Non solo ma anche... 

Nessun gruppo di studi filosofici  sulla cultura conservatrice, sul suo esponente Alain de Benoist che ha appena compiuto i suoi 80 anni e che avrebbe molto da dire nell'ambito di "nouvelle droite".  Non compaiono studi su Spengler   su Carl Schmitt.  

Solo tante e tante velleità  di essere "inclusivi" e "performanti" (c'è pure Spalletti, il ct della Nazionale). Con la Roccella che delle femministe scopiazza anche il lessico tacciando di "neopatriarcato gender che nega l'identità femminile, nega il fatto che le donne siano donne", a  proposito di utero in affitto.  Una bella forma di sudditanza lessicale e di subordinazione culturale verso la sinistra a partire dal linguaggio, non c'è che dire. 

Atreju e Falkor, il suo cane volante

Ad Atreju è comparso in queste ore anche Elon Musk. Speriamo che il ricco patron di Tesla non ci costringa ad acquistare, nell'immediato,  le sue auto elettriche. Per il momento ha dichiarato che non avrà fretta di far sparire dal mercato i motori a scoppio. «Il mio messaggio è pragmatico: non penso che dovremmo demonizzare l’Oil&Gas, nel medio termine, ma dobbiamo preoccuparci e avere un futuro gradualmente più sostenibile». Così ha dichiarato. Ovvero, il solito non solo ma anche. 

Meglio il film fantasy col cane volante. 

Santa Albina

09 December 2023

Iconoclastia comunista e strenne avvelenate




Ieri,  era il  giorno dell'Immacolata, la data che dà avvio all'accensione  delle luci degli alberi di Natale nelle piazze più importanti d'Italia e come è tradizione, nelle famiglie si allestiscono presepi, addobbi, decorazioni e alberi domestici. Ma il comunismo a Nantes (Francia) per il tramite del suo sindaco (in questo caso sindaca) non muore mai e la municipalità social-comunista ha pensato bene di trasformarlo in una sedicente "festa d'inverno". Ho guardato le loro, chiamiamole così, "creazioni" e mai visto niente di più squallido. Sembrano le luci di un vecchio Luna Park in disuso (foto sopra). Che tristezza e che squallore! Così per questa e per cento altre ragioni,  mi sono fatta l'idea che il comunismo è una malattia psichiatrica. Vogliono sempre cambiare tutto, ma in modo peggiorativo, sottraendo bellezza e mai aggiungendola. Ogni anno esiste questa tiritera di chiamare il Natale con altro nome per renderlo più "inclusivo" come "festa delle luci" (ma quella è la festa ebraica delle candele). E ora? Beh, viva il generale Inverno! Al punto che i cittadini di Nantes hanno fatto manifestazioni contro la giunta municipale richiedendo a viva voce la magia del vecchio Natale di sempre, pagando di propria tasca, addobbi e decorazioni nei loro rioni.  Nel citato Comune, guidato dalla sindaca  Johanna Rolland stanno privando i cittadini della sorpresa del Natale, attraverso la rimozione chirurgica di qualsiasi richiamo al carattere cristiano delle feste natalizie, per far spazio a illuminazioni ammiccanti alla comunità Lgbt, a una Madre Natale femminista e decorazioni che nulla hanno a che vedere con lo spirito di questo periodo, tra cui una mucca multicolor e mostriciattoli vari collocati sugli edifici pubblici del centro storico nantese. «Ma perché le decorazioni natalizie hanno fatto spazio a degli addobbi per gente che si fa di acidi?», si è lamentato su X (twitter) un utente. 
Eh sì, le mucche colorate e i mostriciattoli  ci danno proprio la misura di cervelli andati in pappa.   Eccovi dunque servito un esempio di Natale woke. 

Questo delirio, però, non nasce dal nulla. Ci sono degli antefatti storici ben documentati. Nell'Urss bolscevica avevano addirittura istituito "la festa della derisione del Natale". Pensate un po' fino a che punto si spinge la loro mente contorta. Non vi piace? Piuttosto ignoratelo, ma la "festa della derisione" dà proprio la misura del loro disturbo psichico. Non bastasse ciò, ci si sono pure messe le cameriere comuniste in gonnella cioè le femministe, a pretendere Babba Natale, perché il Babbo è "maschilista" o la Mamma Natale. Un vero e proprio delirio. Certamente le quote rosa di Santa Claus, non basteranno e allora bisogna estenderlo ai trans: è più "inclusivo" (una parola che mi fa venire il torcibudella a solo a sentirla). Pare che nel Belgio degli attentati islamici prenatalizi sia sorta una santa Nikkolah con la pelle nera, realizzando così il vecchio sogno di una canzoncina antirazzista in voga negli anni '60 "Vorrei la pelle nera".
Una santa Nicola (Claus) di colore

Non parliamo poi della febbre ecologista sempre figlia di questa ideologia. La paura di tagliare qualche abete vero, nel timore di "deforestare", ha portato, a incrementare il mercato cinese con alberi finti di pessimo materiale sintetico,  facilmente infiammabile e impossibile da smaltire. Eccovi servito il paradosso ambientalista.
Non facciamoci illusioni:  non ci lasceranno in santa pace nemmeno per questo Natale, questi  dannati beccamorti! Aspettiamoci il solito attentato "islamico" che per correttismo politico scrivono "islamista", con furgoncini che mirano a "obbiettivi sensibili" del solito "pazzo isolato", ma opportunamente telecomandato.
Milano allestisce ogni anno alberi sfarzosi e griffati per le vie del centro. L'abete di Tiffany, l'albero di Pandora, e l'albero-gioiello di Bulgari. Benché non ami l'ostentazione del lusso e delle griffe, sono pur sempre da preferirsi allo squallore di Nantes. A condizione però che l'avido Sala, non chieda il pizzo ai cittadini per entrare in piazza Duomo e in Galleria Vittorio Emanuele e prendere visione delle decorazioni.  Non ci mancherebbe che questo! 


L'albero in piazza Duomo Natale 2023

Tra le strenne avvelenate per bambini e adolescenti sono da segnalare in queste ore le disposizioni del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara (quota Lega) che ha affidato le lezioni di "educazione affettiva" nientemeno che a Anna Paola Concia, suscitando malcontento e polemiche nell'elettorato di "destra", sempre più mazziato e tradito.  Lesbica dichiarata (unita civilmente con una criminologa tedesca, in nozze all'estero) ex-piddina molto vicina alla galassia LGBTQ, oltre ad essere stata militante nel vecchio PCI.  Insomma, le referenze cosiddette "educative", ci sono tutte. Dunque, la piazza di  femministe scalmanate, le tricoteuses di questi giorni,  hanno ottenuto il loro scalpo:  un bell'inchino di Valditara alla sinistra. Era già tutto quanto pre-combinato, anche la messinscena di piazza e di governo, legate a doppio filo. Ora aspettiamoci asterischi al posto di desinenze al maschile e al femminile e manipolazioni didattiche basate sul cosiddetto gender. 

Concia sposa con "compagna"

Ce ne ricorderemo al momento del voto. Anzi, del non voto. Con che faccia Salvini oserà ancora parlare di "sovranismo", dato che si è  già calato le braghe praticamente su tutto? 

Aggiornamento. Ieri a poche ore dalla pubblicazione di questo post, come è noto il ministro Valditara (quota Lega), ha fatto macchina indietro circa il progetto di inserire la Concia nei curricula educativi legati all'educazione "affettiva",  sulla scia delle numerose proteste. Ma intanto il sipario è stato strappato e, strappa oggi, strappa domani, il ddl Zan della sinistra, arriverà comunque sotto altre forme, magari più edulcorate  e "di destra". 

San Siro

02 December 2023

E insistono ancora per ammazzarci!


Ci sono in ballo soldi, troppi soldi per pensare che ci lascino in pace. Una quantità mostruosa.  Pfizer è riuscita nell'intento di piegare i governi eurobabbei ad acquistare partite numerose di vaccini che perfino i più fessi non vogliono più fare. Chi ha fatto tre dosi e - bontà sua - l'ha passata liscia, non vuol fare la quarta dose. Chi ne ha fatti due non fa la terza. Chi non ha fatto niente dice a se stesso: meno male che l'ho scampata! Inoltre i non vaccinati sviluppano anticorpi anche rispetto ad altre malattie, mentre i poveri inoculati quando non muoiono, sono non di rado, afflitti da miocarditi, pericarditi, disabilità motorie e perfino turbocancri. Ce ne ha dato dolorosa testimonianza il  caro Max Del Papa che sta iniziando la  terapia contro un brutto linfoma.  Ora occorre seguire bene quel che avviene in Polonia. La Pfizer sta avviando una causa per chiedere il pagamento di 60 milioni di vaccini di cui Varsavia non aveva bisogno.  Ma la Polonia non può rescindere direttamente il contratto per la fornitura di vaccini, poiché le parti contraenti sono la Commissione europea e i produttori. Così  ha affermato Pfizer.
Milioni di polacchi si sono rifiutati di farsi iniettare i vaccini contro il Covid-19 e Varsavia ha interrotto le consegne di vaccini quando l’afflusso di rifugiati ucraini all’inizio del 2022 ha messo a dura prova le loro finanze pubbliche. Secondo il media polacco Dziennik Gazeta Prawna, "Pfizer ha intentato una causa civile la scorsa settimana a Bruxelles, per riscuotere 1,5 miliardi di dollari per le 60 milioni di dosi".

Le grandi corporation farmaceutico-vaccinali grazie alla perfida Ue, hanno il potere di esercitare lobbying, cioè pressione, sugli stati. Non che ci voglia molto, tenuto conto, che la Ue è un insieme di banche e che la BCE è composta esclusivamente da banche private. I contratti tra Ue (ovvero banche) e le grandi major come Pfizer sono secretati. E già questo la dice lunga sul livello di trasparenza e sulla loro etica. Però queste due entità esercitano l'abuso di costringere i paesi membri ad acquistare una quantità spropositata di quei vaccini che oggi restano inutilizzati (la gente comincia ad aprire gli occhi), sottraendo quel denaro ad altre priorità nazionali.
E allora che fare? Continuare bovinamente ad obbedire al duo Bonnie & Clyde ovvero von der Leyen e Albert Bourla (Pfizer) che spianano il loro mitra presso i governi non più "sovrani" per costringerli all'acquisto delle loro mortifere misture? Chiedere più trasparenza nella corrispondenza di amorosi sensi fra Ursula e Albert Bourla sulle modalità di compra-vendita e sulle loro chat? Pia illusione! 

L'esempio della Polonia potrebbe essere il grimaldello in grado di inceppare la macchina infernale e ricattatoria composta da "Commissione europea-Lobby vaccinali". Pertanto, va seguito con interesse. 
Ma intanto a casa nostra, tornano ad agitarsi i Bassetti (stavo per scrivere Bassotti come la banda di Topolino), i Crisanti, i Burioni. Si innervosiscono perché sono a libro paga delle major  farmaceutiche e temono per le loro prebende. La loro ossessione? I famigerati no vax ("più dannosi del virus")  che vorrebbero ancora rinchiudere. Ma come? Le dosi restano inutilizzate, la gente diserta gli hub vaccinali che in buona parte vengono smantellati, e questi disertori hanno il coraggio di farci "marameo"? Ecco allora i loro goffi tentativi di ricreare  quel clima di panico andato perduto nel corso dei 3 anni e mezzo. Sì, perché la gente si abitua a vivere (o meglio a sopravvivere) anche nella paura.  Fatevene una ragione!
Secondo il Bassottopensiero, un no vax di Abbiategrasso potrebbe contagiare un'intera comunità cinese di Wuhan e dintorni. Il tutto, contro ogni evidenza scientifica.  Pare che  i "no vax" avrebbero il vizio di  fare incetta di antibiotici come l'azitromicina che rendono resistenti i virus della polmonite pediatrica cinese, la quale si sarebbe già diffusa in Francia. Solo il taumaturgico vaccino ci può salvare. Ecco dunque  spiegati in sintesi, i suoi sapienti Arcana Scientiae.



Peccato per Bassetti, che il più sprovveduto dei "no vax" sappia perfettamente che le complicanze batteriche possono venire in surplus agli attacchi virali che gli aprono la strada. E che l'azitromicina (Zitromax e affini) serva egregiamente a debellare i batteri delle vie respiratorie superiori che sempre accompagnano le comuni influenze stagionali. Me lo disse con buone ragioni, il mio medico di famiglia, purtroppo andato in pensione. Ma non è finita. 
L'inverno è arrivato e i media riprendono a strombazzare notizie "emergenziali" che gli ospedali sono pieni e gli hub sono vuoti, mentre nessuno corre più a vaccinarsi.  Hanno pensato perfino di installare gazebi vaccinali nei supermercati. Poi arrivano gli spot pubblicitari  con il testimonial del momento e l'esperto durante i TG che in modo più suadente sembrano dire: chi non è ancora morto, faccia presto, faccia presto! e corra a vaccinarsi! Pfizer ha fretta di incassare i denari, fa parte del contratto. 
Signori, basta con le menzogne! Non vaccinarsi è null'altro che legittima difesa: lo ha detto perfino un giudice di Lucca. 

Albert Bourla Ceo di Pfizer

Toc! toc! capito Meloni? Che farai? sborserai ancora denari nostri, a beneficio di  Pfizer? abbiamo una sanità in dissesto, abbiamo scuole con soffitti che crollano, abbiamo trasporti da Terzo Mondo, territorio in dissesto da mettere in sicurezza e tu sottrai denaro fresco fresco ai tuoi cittadini per prosternarti davanti a questi malviventi che oltre a non immunizzare un bel nulla, creano pesanti effetti avversi nelle vite della comunità? E' tutto qui il tuo sovranismo?

Santa Bibiana

23 November 2023

Anelli al naso e patriarcato



Stiamo attraversando una nuova ondata di "totalitarismo mediatico" e monotematico a reti unificate,  simile a quello del "virus" e della pandetruffa che, a onor del vero, non è mai andato via. Da giorni, cerco di spegnare, smorzare, cambiare canale, ma le dirette si susseguono alle dirette inesorabili, martellanti e le tricoteuses assatanate di sangue maschile (ovvero quello che io chiamo le femministe con l'anello al naso) vengono ospitate dappertutto a spargere ignoranza, odio, livore e revanchismo da 4 soldi, con slogan nichilisti come "bruciate tutto". La tragica  morte della povera ragazza Giulia Cecchettin  ad opera del suo fidanzato reo-confesso, ha scatenato un pandemonio a orologeria. 

Scrive la Bussola  quotidiana: "Siamo di fronte ad un totalitarismo mediatico a sfondo apocalittico, che obnubila le coscienze, tramortisce, ottunde le menti e ignora la funzione rigeneratrice che un sano circuito mediatico dovrebbe svolgere in situazioni tristi come quelle che stiamo vivendo in queste ore. Si andrà avanti così ancora per qualche giorno, fino alla prossima ossessione monotematica". Niente di più vero. E la cosa più patetica è che sulla scia di questa ondata di isterismo collettivo, ci sono ministri cuor-di-Leone come Valditara che si illudono di metterci una pezza attivando dei corsi di "educazione all'affettività".  Una vera  e propria finestra di Overton per far filtrare politiche gender fluid, quelle che mandano in brodo di giuggiole la Cirinnà, la quale,  non a caso ha affermato che certi corsi erano già contemplati nella legge Zan - quella "bocciata dal centrodestra".  Complimenti ministro! Lei ha fatto rientrare dalla finestra, quel che era stato cacciato dalla porta principale.  Cos'altro dobbiamo ficcarci ancora dentro i programmi scolastici?  I risultati di questa bulimia da "curricula"  e da "corsi sperimentali" da stipare dentro la vetrina-scuola sono già evidenti: zaini pieni e cervelli vuoti. Patetico e grottesco Larussa che vorrebbe fare un corteo di soli uomini per chiedere perdono di essere nati maschi. 

Sono così nauseata da questa stolta ridondanza che vorrei cambiare pianeta. Nel frattempo nuove donne vengono molestate, danneggiate, sfregiate con l'acido e uccise da qualche "risorsa", ma di quelle le cameriere rosse del femminismo comunista non ne parlano.  Il mostro è stato prescelto con cura: "domestico", bianco e eterosessuale. Chi si ricorda più della giovanissima Pamela Mastropietro tagliata a pezzettini e messa in due valige da quel lurido Oseghale  della mafia nigeriana? E di Desirée Mariottini, violentata e assaltata da un branco selvaggio africano e fatta a pezzi da queste immonde bestiacce?  e quando mai le femministe manifestarono per loro ? 
Lo disse, a suo tempo, e  senza tanti complimenti Susanna Camusso, femminista ed ex segretaria CGIL che i "migranti" non si toccano lasciando capire che certe scelleratezze, sono solo danni collaterali. I piani kalergiani devono essere portati a termine con la complicità di sinistra, Vaticano, sindacati, Confindustria e pure  governo "di destra".  Dal vociare inconsulto  di queste giorni, fatto di "urla e furore il cui significato è Nulla" (Shakespeare), riassumo quanto segue.
Il termine "femminicidio" (che io mi rifiuto di usare) è stato coniato dall'ONU per dare uno statuto speciale ai delitti e alle pene  di crimini  commessi sulle donne. In realtà, al di là del neologismo,  si tratta di omicidio su donne, grave quanto quello su un uomo,  su un vecchio-a, su un bambino-a. 
La colpa è sempre individuale e il concetto di colpa collettiva  è negatore dello stato di diritto - un concetto becero e  totalitario, tipico dei regimi liberticidi (parlo dell'ideologismo secondo cui tutti gli uomini sono colpevoli "in quanto nati  maschi").
Il patriarcato in Italia è morto con la fine della civiltà contadina e il fenomeno dell'urbanesimo e della trasformazione del nostro paese, da società agricola in società industriale e postindustriale (primi anni '60).
I delitti contro le donne sono assai più numerosi in paesi moderni e avanzati come quelli del  Nord Europa  e negli stessi Usa e Canada, dove il tasso etilico e l'uso degli stupefacenti tra uomini è più elevato.   Inoltre essere patriarchi non significa essere favorevoli alle uccisioni e agli stupri. Il Patriarca Mosè fece incidere nelle tavole della legge il quinto comandamento "Non ammazzare", ci ricorda lo scrittore cattolico Camillo Langone. Per paradosso, era il patriarcato che proteggeva la donna da stupri e uccisioni, tipiche della società disgregante  melting pot (detta open society) su modello americano che stiamo attraversando.

Non ho mai aderito a modelli di femminismo,  ma riconosco almeno che quello degli 'anni 70 aveva come esponenti  di spicco donne che leggevano, scrivevano saggi  filosofici, sociologici, psicologici e politici, si documentavano. Soprattutto, non parlavano a sproposito di "patriarcato" in una società  oramai senza padri come quella attuale. Parlo di Simone de Beauvoir, di Kate Millet, di Juliet Mitchell, di Phyllis Chesler. 
Oggi invece prevale asineria, beceraggine, incultura, pressapochismo. Le sciacquine che vanno in tv, sono ignoranti come capre e parlano tanto  per dare aria ai denti. Stupidi, i conduttori che le ospitano, nel timore di non essere abbastanza "democratici" e "liberali". Ma soprattutto perché hanno  cinicamente capito che esiste ancora uno stuolo di lobotomizzati pronti a bersi tutte le verità delle famose dirette tv, dei forum e dei social pronti a intervenire come sciami di mosche impazzite in nome dell'aberrante "democrazia digitale" del like-dislike. Senza contare che  c'è il "fatturato", ovvero la raccolta pubblicitaria dietro ad ogni disgrazia, ad ogni sventura. Quella non si interrompe mai.  Perché allora praticare i fatidici minuti di silenzio nei campi sportivi, ma  non interrompere mai gli spot pubblicitari sul Black Friday? 
Non ho altro da aggiungere se non che arriverà ad hoc di sicuro qualche altra notiziaccia-bomba, destinata a far tendenza, a diventare programma-format a reti unificate,  a trasformarsi in  "legge  emergenziale" da applicare in modo bipartisan (Meloni e Schlein unite nella lotta!),  a causa di un governicchio incapace di pianificare nel nome degli interessi veri dei cittadini; magari con  qualche ministro o presidente del senato  bischero pronto a mobilitare un corteo di soli uomini.  Adesso, tanto per completare la tragica farsa, aspettiamoci pure l'inginocchiamento obbligatorio come avvenne per l'assassinio di  George Floyd in Usa, ad opera della propaganda del  movimento Black Lives Matter. Ci siamo quasi. 

 San Clemente I


19 November 2023

Negare, cancellare, manipolare la verità




Curioso che i veri "negazionisti" diano spesso e volentieri del "negazionista" a chi non è in linea col loro pensiero. Un termine che è diventato nel tempo, un marchio di infamia ad opera dei "padroni del Discorso". Un po' come chi ordisce complotti che si prende la briga di  ridicolizzare chi li svela dandogli magari del "paranoico, complottista", nel timore di sentirsi scoperto. Insomma, tanto per semplificare, è la solita vecchia storia del ladro che grida al ladro.  Succede che per attuare la subcultura della cancellazione sulle ragioni della protesta dei portuali di Trieste al Molo 17 ai tempi recenti dell'obbligo di green pass (governo Draghi, ottobre 2021), la RAI nella fiction dal titolo "Blanca",  abbia falsato la storia e cronaca  recente dei soprusi subiti realmente dai portuali: raffiche di manganellate, di gas lacrimogeni e idranti con docce gelate alle sei di mattino, sgombri forzati. E indovinate un po', nella fiction a puntate BLANCA (storia di un'eroina poliziotta) uno dei personaggi racconta con pathos quanto segue, tra il silenzio commosso dei colleghi: «Tre anni fa a Trieste, durante uno sciopero dei portuali, io ero a capo del servizio di ordine pubblico. La situazione era tranquilla, poi i manifestanti hanno cominciato ad aggredirci, e io ho ordinato la carica. Poi la situazione si è calmata, Frida era a terra, uccisa da un colpo violento alla testa". Capito?

Tutta colpa di quegli assassini di "no vax". E' questo il messaggio che deve passare nello sceneggiato tv.
Ovviamente la Rai (pagata coi soldi del nostro canone) pensa di salvarsi in corner con la solita  scritta " Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale. "

Ma tutti noi sappiamo che c'è stata malizia e volontà di distorsione, di manipolazione e di negazionismo storico di quanto è realmente accaduto. Stefano Puzzer (mai più reintegrato sul posto di lavoro perduto) e i suoi devono poterne chiedere ragione e ricorrere contro questa calunniosa visione. Qui, un buon articolo di Enrica Perucchietti in proposito

https://www.lindipendente.online/2023/11/17/la-rai-usa-una-fiction-per-criminalizzare-i-portuali-no-green-pass-di-trieste/


E non è tutto. Va già in onda il reato d'opinione voluto prepotentemente da Bruxelles, per quei medici e opinionisti che si sono schierati contro gli effetti nefasti dei vaccini. E' accaduto a Barbara Balanzoni, una delle più agguerrite dottoresse, accusata di calunnia da un PM, per aver effettuato una perizia sanitaria di parte. 

Abbiamo appreso dell'accusa di calunnia mossa ad un professionista nell’esercizio del suo mandato, parliamo della Dr.ssa Barbara Balanzoni, medico chirurgo, specialista in anestesia e rianimazione, Ufficiale medico della Riserva sel. dell’esercito italiano con laurea magistrale in giurisprudenza, incaricata dalla famiglia di una vittima di esprimere un parere qualificato per indagare sulle cause e sulle possibili responsabilità di una morte che poteva ascriversi, ad opinione della famiglia e del suo Consulente, ad una mala pratica dei sanitari che avevano in cura il paziente. La Dr.ssa Balanzoni, quale Consulente tecnico a cui la persona offesa aveva chiesto di fornire un parere professionale sulla morte del proprio congiunto, è stata incolpata di calunnia verso l'indagato dal PM titolare delle indagini, per aver fatto il proprio dovere e risposto al quesito oggetto del mandato conferito. 


Ci saranno,  per i nostri discendenti, libri di storia che scriveranno come sono andate per davvero le cose? O dobbiamo rassegnarci alle imposture e menzogne presenti e postume? 
Arriva l'inverno e c'è bisogno di tornare a  tenere alto l'allarme virus.  Dopotutto,  l'attacco è la miglior difesa. Ecco allora che Pfizer e i suoi uomini,  invece di vergognarsi  e di venire messo agli arresti per il tentato genocidio dei danneggiati e deceduti  a causa del siero mRNA, non trova niente di meglio che tornare all'attacco coi "casi ospedalieri di Covid", richiamando a raccolta il pecorame a più dosi.  E chi ha arruolato in uno spot che andrà in onda in forma congiunta su Rai, Mediaset e La7?  L'attore Michele Placido. “Il Covid ha cambiato maschera…. ma è rimasto in scena. Grazie alla scienza con il virus ci conviviamo. Proteggiamo quello che abbiamo riconquistato, anche con la prevenzione”. Così recita lo spot. Che dire? Dateci un'occhiata. 
Michele Placido durante lo spot pro Pfizer

Insomma  dopo oltre 3 anni e mezzo,  abbiamo  finalmente conquistato "la nuova normalità" (sì,  proprio quella che voleva Schwab nella sua Agenda del WEF), quella che ci aiuterebbe a proteggere ciò che abbiamo conquistato - suggerisce il vecchio attore arruolato per l'uopo dalle major vaccinali.  Semplicemente vomitevole! 
Dei contratti  tutt'ora coperti dal segreto militare fra Pfizer e Ue, nemmeno una parola. E i messaggi  telefonici tra Ursula von der Leyer e il CEO di Pfizer  Albert Bourla sono  tutt'ora top secret. Quest'ultimo si appresterà forse ad accendere nuove candele per la festa di Chanukkah nell'imminente dicembre, festeggiando altri profitti. 

San Fausto


13 November 2023

La buia notte di Nottingham


 

Ho evitato in questi giorni di proferirmi sulle sorti della piccola Indi Gregory, perché confesso che ho sperato fino all'ultimo minuto, in un miracolo. Sinceramente non so in quale. Un ingranaggio del macchinario mortifero che si inceppa, un ripensamento da parte della Corte inglese, un segno del buon Dio... Non lo so... La piccola Indi, di appena 8 mesi affetta da una grave patologia mitocondriale, è stata soppressa questa notte in quel di Nottingham, e inutili sono stati gli sforzi dei suoi genitori per impedire che ciò avvenisse.  Ha perfettamente ragione il padre della bimba (Dean Gregory) nel dire che le è stata tolta perfino la dignità di farla morire a casa sua, nella sua cameretta, circondata dall'affetto dei suoi cari, coi suoi primi giocattoli. Questo blog si è già occupato di casi simili sempre più frequenti in quella che dovrebbe essere la patria del diritto, del Common Law, della democrazia e di tante  altre belle cosette di cui siamo abituati a sentir parlare da anni. Ma la realtà è un'altra cosa, e la retorica un'altra. Charlie, Alfie, Isaiah, Archie, e ora Indi: casi di piccoli malati sottoposti alla spietata legge inglese; storie di vite schiacciate dal calcolo economico, dal mancato profitto. La cosa più ipocrita e spietata è stata dover uccidere una creatura con la formula "è  nel suo miglior interesse", "è per il bene di Indi". Negarle inoltre gli spostamenti nel nostro paese, con la scusa che avrebbero potuto esserle fatali, aggiunge al tutto, un che di tristemente derisorio. Così fecero anche nei casi precedenti, dei piccoli Charlie e Alfie dei quali  ho parlato, a suo tempo, in appositi post (anni 2017, 2018). 

Sono piovute critiche anche per Giorgia Meloni che in questo caso, ha agito con sensibilità nel procurarle la cittadinanza italiana e  nel metterle a disposizione l'opportunità di un ricovero al Bambin Gesù, ospedale che avrebbe predisposto uno specifico protocollo sanitario,  invece dello squallido  hospice posto in "località segreta". Lo fa per mettersi in mostra, per prepararsi  all'imminente campagna elettorale (critiche di sinistra). Ci sono tanti altri bambini morti a Gaza dei quali lei non parla, ci sono i bambini vittime dei vaccini (critiche di destra)...   E via luogocomunando.... 

No, non sono affatto d'accordo. Quale che sia stata la ragione (foss'anche quella banalmente elettorale) è stato comunque un gesto di civiltà da parte del Governo di una nazione a forte sentimento cristiano. Non possiamo sempre nasconderci dietro al mucchio imprecisato di tutti i bambini del mondo e fare raffronti fra questo o quell'infante, quando è in gioco la vita di una  bimba della porta accanto - vita affidata a una pessima legge di parrucconi togati che si arrogano il diritto di stabilire chi deve vivere e chi deve morire.  E di una élite di falsi scienziati in medicina che stabilisce a priori l'"incurabilità di una malattia" a seconda dello status economico di chi può o non può pagare, e che decreta la morte dei piccoli pazienti inglesi. Vero Bergoglio? Molto fredda, sbrigativa e ben poco circostanziata, a mio avviso, la sua preghiera per-tutti -i bambini- che-soffrono. 

Tra l'altro, la patologia di Indi Gregory in Usa è stata curata con successo su di un bambino che ne fu colpito  e che  adesso compie 9 anni. Tutto ciò, non fa che aggiungere strazio allo strazio dei poveri genitori della bimba.  E la ricerca allora a che serve? 

Ma la cosa che sfugge ai più, è che queste piccole morti procurate in UK che ormai vanno susseguendosi negli anni, sono funzionali al sistema oligarchico-massonico per negare la patria potestà ai genitori e staccare i figli da padri e dalle madri.  In altre parole, a riscrivere leggi crudeli e disumane basate sul malthusianesimo più criminale. Dai lockdown che sono serviti ad allontanarci dai nostri vecchi e dai nostri malati, soli e isolati in ospedale, sprofondati nella disperazione e nella depressione (con la scusa della fobia del contagio da virus strombazzata h.24 dai media), all'eutanasia di stato per mezzo di una magistratura ottusa e proterva, del tutto asservita alla pseudoscienza. Siamo sprofondati nella buia notte di Nottingham, alla mercé degli Sceriffi del Male. Possiamo solo sperare che il sacrificio della piccola Indi non sia stato del tutto vano. Anche se  sperare contro ogni speranza (Spes contra spem) diventa sempre più difficile.  

San Diego

08 November 2023

Le nostre città, nuove torri di controllo




Milano che fatica! - cantava Lucio Dalla. E questo è ancora niente. Ogni giorno una genialata da parte del sindaco coi calzini arcobaleno in tema di mobilità che concorre a rendere Milano una sorta di club esclusivo per pochi "eletti". L'ultima  in cantiere per il 2024 è chiudere completamente il capoluogo meneghino agli autoveicoli. Dunque si chiedono i cittadini sbigottiti,  a quando fossati e ponti levatoi per tenerci lontani?  I quali cittadini,  hanno la sola colpa di non abitare in Brera, in Via Della Spiga o  in San Babila. E che faranno i lavoratori che hanno la necessità di spostarsi nel centro storico per guadagnarsi da vivere? La sinistra-Ztl della quale Sala è esponente di spicco, si dimostra nemica dei ceti medi e delle piccole imprese. Ma questo, lo si era capito.  Personalmente ho perso il conto delle lettere dell'alfabeto che contrassegnano le zone urbane a circolazione limitata o vietata: zona A, zona B, zona C. Non vi è giorno nel quale la viabilità non venga scombussolata, con ordini e contrordini. Tanta puzza sotto il naso (anzi, sotto il nasone), però gli fa dimenticare il Seveso e il Lambro e le esondazioni non appena piove un po' più del dovuto.  Acque scure mescolate a scarichi fognari, che trasformano l'aspirante "capitale d'Europa", in una città da Terzo Mondo. Dagli anni '70 a oggi ci sono state oltre un centinaio di esondazioni e alluvioni.  Fioccano denunce contro il primo cittadino da parte dei vigili urbani mandati allo sbaraglio senza stivali e  senza adeguate attrezzature.  Ma Green Sala se ne frega e va avanti lo stesso, anche in mezzo al fango. Con ogni evidenza, le denunce non sono abbastanza persuasive.  E l'auto elettrica s'ha da imporre costi quel che costi,  anche se poi prende fuoco. 

Passiamo a Trento, città del Concilio. Pare che sia uno dei più potenti centri massonici d'Italia.  Confesso che quando l'amica Alessandra mi ha girato il link sui progetti Marvel (accompagnato da Protector, Precrisis) ho pensato al supereroe Capitan Marvel (coevo di  Superman, che poi ha dato pure il nome a una  fortunata collana di fumetti). M.A.R.V.E.L è in realtà l'acronimo preso dall'inglese,  e sta a significare ANALISI DEI DATI MULTIMODALI SU SCALA ESTREMA PER GLI AMBIENTI DELLE CITTA' INTELLIGENTI.

Per quanto riguarda il Comune di Trento, verranno utilizzate, ove possibile tecnicamente, le telecamere e i microfoni già presenti in città, sperimentando sempre nuove apparecchiature. Si parla già di 600 sensori elettronici.  Il video di Byoblu  che ho messo più sotto, mostra una città sotto controllo, pronta a captare ogni battito di ciglia, all'insegna del pensiero predittivo. Si deve poter prevenire quanto succede e succederà. 

E poi, non dimentichiamo che c'è l'"emergenza" terrorismo islamico, che come il Covid, servirà a operare nuove intrusioni e nuove restrizioni. 

Il progetto coinvolge 17 partner di 12 paesi europei ed è coordinato dalla Foundation for Research and Technology Hellas (GR). Oltre al Comune di Trento anche la Fondazione Bruno Kessler  fa parte del Consorzio come partner tecnologico, ponendosi così in linea di continuità con numerosi progetti, candidature ed attività che si stanno svolgendo assieme sul territorio. Il budget totale a disposizione del Comune di Trento è di 210.000 €. Per saperne di più su questa città dai mille occhi  e dalle mille orecchie assolute in grado di captare sussurri e bisbigli, consiglio di visionare il video di Byoblu. 

httpsn://www.byoblu.com/2023/10/21/speciale-xxi-trento-la-citta-del-cotrollo-totale/

I motivi per i quali sono state scelte, a campione non casuale,  le città del Nord Italia, è presto detto. Sono le più simili, per costume e mentalità,  alle città del nord Europa.  Non dimentichiamo che il regno Lombardo-Veneto fu a lungo dominato dagli Austriaci. Inoltre l'emergenza pandemica (costruita ad arte) ha dimostrato che gli abitanti del Settentrione sono i più legalitari e  i più obbedienti. E come ci hanno  insegnato le due pericolose dittature del Novecento, l'obbedienza non è sempre una virtù. 
 


Inoltre sarà sempre la Provincia autonoma di Trento a sperimentare per prima in Italia, alcuni casi d’uso del portafoglio digitale europeo: un sistema che (a detta loro) consentirà a cittadini, residenti e imprese dell’Unione di certificare la propria identità in completa sicurezza, senza bisogno di fornire copie, fotocopie, carte bollate o altra burocrazia per accedere a servizi pubblici e privati in tutti gli Stati membri. Ecco le funzioni previste: 


  • l’identificazione e l’autenticazione per la fruizione dei servizi pubblici digitali (eGov);
  • la licenza di guida digitale;
  • la ricetta medica elettronica (ePrescription). (fonte: E-wallet)
Un modo eufemistico per nascondere qualche altro simil green pass e  per dirci che siamo giunti alle prove tecniche di euro digitale e di conseguente carta multiservizi digitali  ad esso collegato. Insomma, una sorta di prigione tascabile, come l'ha chiamata giustamente Pecchioli.  Per ora, in salsa tridentina. Per ora. 

E' notizia di  qualche mese fa, che  altre città (ben 64) si stiano facendo avanti per non essere da meno, conquistandosi il titolo di "smart cities".  Ovvero intelligentiVaresenews ha parlato pure di Busto Arsizio e della vicina Legnano.  Sentite cosa ha detto il sindaco "di destra" Emanuele Antonelli: "Essere nelle 64 città europee selezionate è motivo di orgoglio per Busto Arsizio". 
Antonelli si era  già distinto, durante la pandetruffa,  per inviare i droni nelle brughiere a  far spiare i suoi cittadini, rei  semplicemente di passeggiare tra il verde per respirare una boccata d'aria. 




E pure per mandare appelli con la sua voce preregistrata sui telefoni di casa degli abitanti del suo comune, raccomandando loro di "stare a casa".

Quale magra consolazione, c'è il solito Garante della Privacy che ha bloccato tre giorni fa, i progetti del Comune di Trento “Marvel” e “Protector”, per la protezione dei dati personali, il quale  si è espresso con una nota il 31 ottobre scorso. Nella sua comunicazione il Garante indica alcune violazioni: in particolare viene contestata la possibilità per il Comune di essere impegnato in attività di ricerca sulla materia e viene giudicata insufficiente la tecnica utilizzata per rendere anonime le persone. Poca roba! 

Sappiamo bene che quando le  teste d'ariete del NWO si mettono in moto, vanno  avanti fino allo sfondamento di ogni barriera. Pertanto, solo una massiccia unitaria mobilitazione di popolo può fermare questa pericolosa  Stasi tecnologica e digitale. "Le vite degli altri" sono nostre!

S. Goffredo vescovo

01 November 2023

Si sta come d'autunno sugli alberi le foglie





E' inutile soffermarsi sull'ultima notizia, perché verrà sepolta da un'altra più recente pessima notizia. Sull'ultima guerra che verrà soppiantata da un'altra guerra ancora più lunga e assurda. Sull'ultima epidemia che si sovrapporrà ad un'altra, magari ancora "più grave". La sensazione sgradevole del singolo cittadino ai tempi della Mediocrazia è quella di non poter far nulla per impedire che un temporale comune si trasformi in una tempesta. Che una zanzara possa diventare una Tigre diffondendo malattie. Lo abbiamo visto durante la pandetruffa che la frequenza delle informazioni ansiogene contribuisce di proposito ad alimentare un senso di insicurezza sia individuale che collettivo, incoraggiando, una reazione meramente emotiva in luogo di una ponderata analisi critica. Quando poi la paura si trasforma in terrore, a causa di un grande choc collettivo, la società perde i suoi "anticorpi" e allora la si può orientare a piacimento. Come  a piacimento, si manipola sia il singolo individuo che la massa. Abbiamo visto quanto può essere cattiva la gente che viene arruolata all'interno della cornice valoriale assunta dall'establishment. E quanto sia facile metterci gli uni contro gli altri (vaccinati contro non vaccinati, padri contro figli, fratelli contro sorelle, mariti contro mogli  e viceversa), facendoci sentire soli. L'uomo metropolitano in particolare è per antonomasia l'uomo senza difese e senza sicurezze. Non ha la sicurezza di un lavoro fisso, di una famiglia che possa dargli conforto, di una comunità nella quale riconoscersi, e anche i rapporti interpersonali e i sentimenti sembrano precarizzarsi. A tutto ciò, si aggiungono novità pressanti quanto demenziali, dovute a transizioni ambientaliste imposte dalle varie lobby del cosiddetto green: avrò ancora la mia auto? per quanto tempo potrò mantenermela? mi obbligheranno all'auto elettrica? potrò circolare liberamente nella mia città ora che è piena di veti, divieti e Ztl? Riusciremo a riscaldarci senza spese aggiuntive quest'inverno, proprio ora che ci sono ben due guerre alle porte di casa? Scadono i contratti con le società energetiche e i gestori li rinnoveranno con tariffe altissime, si parla di decuplicarle. Ma noi come possiamo difenderci dal cosiddetto "libero mercato" sempre più privo di tutele? I governi non servono più a nulla, come del resto i parlamenti, dato che il vero Potere è altrove e non ha più bisogno di loro.

Anche mandare i figli a scuola comporta un bel problema con gli indottrinamenti  ideologici della sessualizzazione precoce, pro LGBTQ & altre boiate gender, basate sulla manipolazione psicologica, linguistica e semantica (gli asterischi al posto della desinenza che dovrebbe contrassegnare il maschile e  il femminile) ed essere genitori oggi è tremendamente più complicato del tempo in cui si andava a scuola, semplicemente per studiare e imparare. 
La sanità fa paura perché ormai accade sempre più di frequente che  pazienti con malattie curabilissime, vadano in ospedale per non fare più ritorno a casa.  La crisi sanitaria indotta di questi ultimi tre anni, ha fatto precipitare  brutalmente la qualità delle strutture sanitarie e la professione medica non è mai stata tanto screditata come adesso. Meglio starne alla larga.  Ma tutti i soprusi e le ingiustizie pregresse restano impunite, come se all'improvviso, la vita umana non valesse più a nulla. Una sorta di Far West bianco come i camici ospedalieri, della serie, a chi la tocca la tocca. Il leit motiv della "guerra al terrorismo" (di volta in volta "internazionale" o "islamico") dall'11 settembre in poi, serve solo ad assottigliare le  già precarie libertà individuali. L'ultima sparata strillata ad alzo zero dal mainstream è che Hamas minaccia di farci saltar per aria.  In questo scenario, l'unanimismo e il Pensiero Unico regnano sovrani mentre si impone l'abuso (l'ennesimo) di mettere mano alla rete col Digital Service Act (DSA). Aspettiamoci dei Patriot Act made in Italy. E' il capitalismo della Sorveglianza, bellezza, quello che rassomiglia sempre più al suo  (ex?) antagonista: il comunismo.  E' il mondo unico della globalizzazione, un condominio interdipendente divenuto ristretto e ostile - quello stesso che ci ha imposto la pax mercantile, la moneta unica (presto digitale, nuova "prigione tascabile"),  in uno scenario fatto di macerie.  
Per dirla con Ungaretti, si sta come d'autunno sugli alberi le foglie. E siamo diventati, controvoglia, soldati di una fredda trincea di guerre che non abbiamo voluto. Sospinti  sempre più verso terra incognita. Da West Land (occidente) a Waste Land (terra desolata). Buon Ognissanti, senza santi in cielo né in terra. Solo zucche vuote. 


Ognissanti


25 October 2023

Tu quoque, Verità?



CIAONE: ORMAI SIETE COME GLI ALTRI QUOTIDIANI 
Da 20 anni non leggevo giornali ,la vostra posizione equilibrata e di approfondimento sui sieri, mi ha permesso di comprarvi. Oggi però vi siete smentiti, Israele docet, risoluzioni ONU, trattato di Oslo, ecc. Avete perso equilibrio e approfondimento siete come il Corriere della sera, Repubblica e La Stampa. Non comprerò più La Verità. Ciaone. " (email firmata).


LA DIFESA ACRITICA DEL SIONISMO E' INGIUSTIFICABILE
Sono pentito di aver rinnovato l'abbonamento, vi pensavo diversi. Ma la vostra poco giustificata difesa a oltranza dei sionisti significa che non potete, o non volete, raccontare la storia vera . Non sono di sinistra, anzi, ma il vostro atteggiamento conferma quanto nel nostro Paese siamo manipolati, disinformati e ingannati. (email firmata).


CREDEVO CHE FOSTE ANTICONFORMISTI. VI TOLGO DAI SOCIAL
La presa di posizione sguaiata, urlata, isterica della Verità sulla vicenda israelo-palestinese non mi consente più di leggere questo quotidiano, che fino all'altro ieri ha rappresentato un argine alla visione unilaterale della realtà imposta dall'attuale sistema di potere politico-mediatico. Smetterò quindi di comprare il quotidiano e di diffondere sui miei (modesti) account social i vostri contenuti. (email firmata)


ISRAELE CRIMINALE. DA 70 ANNI MASSACRA I CIVILI
In quanto vostro abbonato, non ho potuto non notare un forte sbilanciamento della linea editoriale della Verità in favore di uno stato criminale, Israele, che sta brutalmente massacrando civili e bambini, e che da 70 anni sta facendo pulizia etnica di una popolazione a cui ha espropriato i territori. Vi informo che se non riverrò un maggior equilibrio e una maggior equidistanza del giornale nella vicenda israelo-palestinese, non rinnoverò l'abbonamento con voi (email firmata).

LINEA APPIATTITA. E' IL MOMENTO DI DIRVI ADDIO   
La vostra presa di posizione totalmente acritica e di parte in merito ai drammatici fatti del conflitto israelo-palestinese non vi rende migliori di altri quotidiani generalisti. Peccato. Non comprerò mai più una sola copia , come già fatto con Libero. (lettera firmata). 


CANTATE NEL CORO. VI SIETE GIOCATI OGNI CREDIBILITA'
Avevo creduto che la vostra testata avesse la capacità di staccarsi dal mainstream e di differenziarsi per l'oggettività usata nel riportare le notizie. Mi sbagliavo. Il tema Israele-Hamas è stato trattato con una miopia peggiore delle principali testate. Dal mio punto di vista avete perso la credibilità che nel tempo avevo avuto il piacere di constatare leggendovi. Avete perso un lettore (email firmata). 

                                                                 ******


Queste sono solo alcune delle lettere di protesta pubblicate da "La Verità". Seguono altri titoli di altrettante email: "Quella dei bimbi decapitati è una fake news", "Ora anche voi state dalla parte dei potenti", "Caro Belpietro, ti do un consiglio: ravvediti", "Ridateci un'informazione alternativa", "Sui bambini morti, reazione da cani di Pavlov", "Vi avviso: avete perso un abbonato", "Dopo questi articoli non vi leggerò più", eccetera. Il resto  delle lettere di protesta (due pagine), lo potete leggere sul cartaceo di La Verità  del 21 ottobre scorso. Come si può vedere, lettori affezionati a questo quotidiano rimproverano il direttore Maurizio Belpietro della sua metamorfosi ingenerata dal conflitto israelo-palestinese. Si può essere equidistanti perfino nel conflitto russo-ucraino come questo giornale ha fatto. Ma quando si tratta di Israele è obbligatorio schierarsi pro. Altrimenti come dice Sallusti, si diventa nénéisti, termine sprezzante che veniva usato contro chi, negli anni '70, dichiarava di non essere né con lo Stato né con le Brigate Rosse.  Per qualche giorno dalla pubblicazione delle lettere, la Verità si è calmata e ha ripreso temi a lei cari, dando spazio alla notizia del povero Paternò ucciso a poche ore dell'inoculazione e al pessimo verdetto da parte delle procure che non si sono sentite investite dal fare indagini sui veri responsabili.  Poi è ripreso il battage fatto di tifoserie unilaterali, forse nel timore di dover chiudere i battenti. Come suol dirsi, chi tocca i fili muore.  Temo a questo punto, che Belpietro che è sempre molto attento a tastare il polso e  ad ascoltare gli umori dei suoi lettori, non abbia capito che è finito da un pezzo il tempo nel quale essere filo-palestinesi era di sinistra, e filo-israeliani, di destra (o tuttalpiù radicali del fu Pannella).  A sinistra bruciavano le bandiere americane e israeliane nei cortei, una forma di demenza che non mi è mai piaciuta, giacché bruciare bandiere significa offendere sentimenti dei popoli e non i suoi dirigenti.  Il tono delle lettere di cui ho pubblicato solo una parte, perché costretta a ricopiare manualmente come un amanuense benedettino, dimostra che anche il lettore di destra (in questo caso, senza virgolette), ha un suo pensiero autonomo lontano dalle sirene mediatiche, e lo rivendica con orgoglio e fierezza al di là delle preoccupazioni di fare il gioco del nemico di sinistra. Non lo vedrete mai mescolarsi nei cortei pro Palestina insieme ai centri sociali e a esponenti del mondo islamico, o peggio, a incappucciati pro Hamas, ma vuole verità dalla Verità (scusate il bisticcio).  Equidistanza, lucidità ed equilibrio, capacità di approfondimento e di analisi senza essere costretti a tenere il freno a mano, oggi merce sempre più rara presso i media. 
Ricordo quando durante i confinamenti uscivo di casa per comprare l'unico giornale che ha saputo stare vicino agli Italiani segregati e puniti da un'emergenza fasulla quanto ingiusta e crudele. Quando la polizia sguinzagliata da Conte mi fermò, per chiedermi cosa ci facessi in giro, risposi loro, mostrando il giornale,  che come cittadina avevo diritto a procurarmi la libera informazione. Il poliziotto mi rispose abbozzando  una smorfia.  Ricordo quando Draghi impose il green pass anche per entrare nelle tabaccherie. La  tabaccaia mi teneva da parte La Verità e me lo porgeva all'ingresso. Pareva il foglio clandestino  di coloro i quali vivevano sfollati alla macchia. Spero  per  quelli della redazione, che non siano i  classici gloriosi tempi andati che mai più ritorneranno. Vedremo. 

San Crispino

20 October 2023

Le insidie del fantastico mondo di Barbie


Conosco già l'obiezione. Con tutti i disastri e i cataclismi che si abbattono per il mondo, ti metti a parlare di un filmetto frivolo come "Barbie"? Purtroppo sì, perché è un prodotto filmico che è riuscito a riportare nelle sale cinematografiche gente che le disertava da tempo. E pure a sbancare i botteghini. E i fenomeni di massa interessano sempre e comunque. Aspettatevi un'orgia di carinerie, di birigneo e birignao, di 50 sfumature di rosa (dal rosa confetto al rosa shocking, passando per il fucsia), di pellicciotti, costumini, berretti, borsette, camicie, nastri, scarpette, occhiali e suppellettili...tutti rigorosamente in rosa. Ma dietro a tutto ciò, non c'è la vie en rose: tutt'altro.  

Mi dicono che alle prime di Milano la gente - impazzita- entrava al cinema vestita in rosa o con qualche indumento in rosa bene in vista. Del resto, dopo  i confinamenti pandemici, è facile rincretinire le persone già sufficientemente provate: basta promettere un po' di evasione. 

L'inizio del film promette una nuova palingenesi con il brano  musicale "Così parlò Zaratustra" già adottato da Kubrick in "2001 Odissea". E' solo che invece di vedere i primati pelosi che scagliano per aria tibie e ossa spolpate, ci sono bambine che si ribellano alle bambole classiche, spaccando teste e facendo volare e gli arti. Volano teste di bambocci perché le femminucce si ribellano e non vogliono fare la fine delle loro madri: partorire nel dolore e allevare marmocchi nutrendoli, vestendoli e portandoli alle soglie della maggiore età con sacrifici.  Qualcuno ha voluto vedere in ciò, un'apologia all'aborto. Ma per fortuna, arriva lei, la bambola-Diva bella, elegante, raffinata, ben vestita, ben pettinata, ben truccata, super accessoriata,  nella quale le bambine possono proiettare le loro ambizioni e le loro vanità di future donne. Fu creata dall'imprenditrice Ruth Handler per la figlia Barbara alla quale voleva dare una bambola speciale, già ispirata a Lilli, una bambola tedesca bionda e longilinea. Il personaggio di Ruth compare da anziana, anche nel film prodotto dalla Mattel stessa, la ditta che ha fabbricato Barbie. Una multinazionale già presente da tempo sulla scena commerciale mondiale che si trasforma, per la bisogna,  in una Corporation cinematografica come la Fox o la Metro Goldwin Mayer, e che ha messo in piedi un'astuta operazione di marketing del tutto autoreferenziale. 

La trama è legata a un viaggio avventuroso tra lei e il suo boy-friend Ken, che escono dalla casa di bambole per affrontare il mondo reale. Ma nella Barbie Land ci sono tante altre tipologie di Barbie di varie etnie, e di converso nel Kendom (regno di Ken), varie tipologie di Ken di tutte le razze (si può dire?): dal wasp al latino, passando per l'orientale e l'africano, perché sì, il mercato non deve conoscere confini.  Insomma Barbie è e dev'essere all inclusive secondo la formuletta mercatista che - guarda caso  - è diventata poi  anche una formula del più trito politichese "progressista": inclusivo,  parola-tormentone che ormai ci esce dalle orecchie.  Nel magnifico mondo di Barbie c'è spazio per tutti, tant'è vero che vi partecipano un attore gay e un(una) trans.  Ma in mezzo a tanto glamour,  a tanto sfarfallìo e a tante stravaganze, passano quasi inosservati. Ecco un'altra furbata: inserirli in un caravanserraglio  multicolore in modo da renderli accettabili agli occhi di chi guarda.  Come leggero e superficiale è ogni tentativo di critica sociale che scaturisce dai personaggi. Nel rutilante mondo arcobaleno "barbista", c'è posto per tutti, tranne che per una donna incinta. Non si può, perché la maternità non sarebbe "trendy" né "cool" come si dice nel demenziale gergo anglofono. E poi la gravidanza guasta la linea, perciò, scordiamoci che possa esserci una Barbie-mamma. Del resto Barbie è tutto e alla fortunata bambina che la possiede non resta che sognare cosa farà da grande, grazie a lei : astronauta, manager, donna in carriera, avvocato, dottoressa, atleta, ecc. C'è solo l'imbarazzo della scelta. 


Barbie, prova ad aggiungere un altro elemento, ancora più delicato da gestire nei dialoghi, ovvero quello di critica sociale. Lo fa in maniera superficiale, perché, pur venendo rappresentata nel film come una forza antagonista, l'impresa Mattel è in ogni caso tra le case produttrici del film. Dal canto suo, l’azienda i cui top manager compaiono nel film mentre cercano di  fermare la loro diabolica invenzione in rosa,  si presta in maniera opportunistica a questo ruolo, consapevole comunque che l’intera produzione rappresenti un’enorme occasione di  business, grazie alla quale pagherà i suoi dividendi e incasserà i suoi utili.




La sceneggiatura di Barbie  firmata da Noah Baumbach,  pur con diverse trovatine pungenti, gioca secondo le regole del sistema mercatista  che vorrebbe mettere in discussione, finendo per bilanciare in maniera astuta e conciliatoria elementi di rottura e  con elementi di tradizione: la paura di tagliare fuori importanti "fasce di mercato" fa novanta e la si coglie per tutto il film che vorrebbe riuscire nell'impresa impossibile di piacere a tutti. Tu chiamale se vuoi, piacionerie di mercato.  E tanto peggio se poi ne verrà vietata la distribuzione in paesi come la  Russia o in Brasile. L'importante è che se ne parli.

Margot Robbie, la bionda protagonista che  è  anche co-produttrice del film, interpreta la Barbie più canonica che ci sia: lo stereotipo della bambola di Mattel, che vive ogni giorno perfetto nella sua casa dei sogni a Barbie Land, sorridendo continuamente a 32 denti, tutti scintillanti, sfoggiando abitini frou-frou, molti dei quali a quadretti bianchi e rosa in stile BB anni '50.  

Ryan Gosling è un Ken bravissimo a fare l'allocco in Paradiso che vive di luce riflessa, con la zazzera biondo-rosata, i bermuda coloratissimi e i giubbini modaioli.  Ma per quanto ce la metta tutta a mantenere un basso profilo allo scopo di non oscurare la sua bella, alla fine è lui la vera star  che risalta nel film. Infatti Ryan-Ken balla, suona e canta a meraviglia (l'attore protagonista di La La Land è anche musicista e compositore). Il resto del film è prevedibilmente intriso di cultura woke e di femminismo elementare e didascalico che deve comprendere, ovviamente la guerra tra i sessi, quando i vari Ken,  cercheranno di riappropriarsi del patriarcato perduto, dedicandosi ai cavalli e alla vita da rancheros alla John Wayne (forse la scena più divertente del film), perché stufi del gineceo in rosa.  La leggerezza del musical e del film-giocattolo  non riesce però a cancellare la voglia di lanciare messaggi  gender fluid, da parte della regista Greta Gerwick, femminista dichiarata.  Ed è questo che alla fine rende il film diseducativo e inadatto a un pubblico di  bambini. La voglia di spensieratezza che ci trasciniamo dietro da tre anni a questa parte - anni cattivi e in cattività - anche questa volta viene vanificata dalla famigerata Agenda 2030, alcuni elementi della quale, riescono a far capolino qua e là, in modo intrusivo nella trama filmica. Si strizza l'occhiolino anche alla maternità surrogata e all'elemento transumano,  tanto per finire in banalità, quando Barbie, dichiaratamente asessuata e priva di genitali, nella scena finale si reca dal ginecologo in presumibile gravidanza. Ovviamente non sarà figlio di Ken né di nessun altro, ma solo figlio suo.  Questo, il film lo allude, ma  non ce lo dice apertamente. What a wonderful world!

Santa Irene

14 October 2023

Piccola antologia sul Medio Oriente



Dirò subito che non voglio imbucarmi in sterili partigianerie e tifoserie, se stare dalla parte degli israeliani o da quella dei palestinesi. Men che mai, dei tagliagole o dei "guerrieri di Dio" (Hezbollah).  Per dirla con le parole di  Veneziani,  "non mi infilo nella spirale astiosa delle accuse su chi ha cominciato, nella matrioska delle persecuzioni, un popolo assediato e circondato da paesi ostili che ne assedia e ne circonda un altro". 

Dirò solo che quando i conflitti durano troppo a lungo, c'è sempre un concorso di colpe. Come è colpevole un paese che tiene una leadership controversa come quella di Netanyhau per ben 17 anni, sfiorando alla fine, l'autocrazia. E se si critica Putin perché dura da troppo tempo, è altrettanto lecito criticare "Bibi, re d'Israele". Sulla Striscia di Gaza, alla sorveglianza israeliana non sfugge mai niente: né dal mare, né dal cielo né da terra. Resta quasi impensabile che non sapessero cosa stava preparando Hamas. C'è chi parla di LIHOP Let it happen on purpose (lascia che accada allo scopo). Ovvero, una sorta di  laissez- faire da parte del governo israeliano nei confronti delle grandi manovre di Hamas preparate con cura da tempo, per poi poter offrirgli la stura e il pretesto di feroci rappresaglie e di politiche delle mani libere sul piano militare. E tuttavia restano i morti sul campo e per quelli bisogna avere umana pietas . Restano gli ostaggi,  con  relative situazioni angosciose che nessuno di noi  vorrebbe vivere;  ma soprattutto restano i bambini, da ambedue le parti, da sempre vittime innocenti e silenti dei conflitti irrisolti.  Ecco qui una breve antologia di pezzi che mi sono piaciuti.  Sono spezzoni di articoli che potete consultare integralmente: 

Se per punire uno Stato tu colpisci un popolo e sgozzi innocenti, tu non fai la guerra, ma compi uno sterminio. Se per punire un terrorista tu uccidi la sua famiglia, tu non fai la guerra né fai giustizia, compi uno sterminio. Se uccidi gente nelle case, mentre dorme, mangia, inerme e spaventata, tu non fai la guerra, fai uno sterminio. Se li fai morire come topi in gabbia, per asfissia o togliendo loro tutto ciò di cui vivono, costringendoli ad uscire per poi massacrarli, tu non stai combattendo una guerra, tu li stai sterminando. Lo sterminio è il grado peggiore dell’odio e della violenza, più della guerra, perché non combatte contro un nemico ma elimina tutta l’umanità che si muove all’interno dell’obbiettivo. Non vuole batterlo, ma cancellarlo. Col sottinteso che il nemico faccia altrettanto. E se elimina pure i bambini vuol dire che vuole sradicarlo, ne vuole impedire la ripopolazione futura. Col sottinteso che il nemico faccia altrettanto. E se elimina pure i bambini vuol dire che vuole sradicarlo, ne vuole impedire la ripopolazione futura. La guerra ha le sue regole, qui l’unica regola è portare qui l’unica regola è portare al massimo livello di estensione e crudeltà il male che si vuol fare. (fonte: https://www.marcelloveneziani.com/articoli/non-e-guerra-ma-sterminio/)

Utente Tobi dal forum del blog di Gioia Locati ospitato su Il Giornale. 

Il premier israeliano Netanyahu, in grosse difficoltà per i suoi guai con la giustizia m, le divisioni politiche di Israele e l'insofferenza della popolazione nei suoi confronti, sembra che abbia beneficiato di questo attacco "a sorpresa" di Hamas contro Israele. Infatti, dopo la strage, Israele sembra aver di nuovo trovato unità politica e consenso della popolazione. Questo permetterà a quello che in molti definiscono un diavolo, di incrementare ancor di più le restrizioni contro il popolo palestinese, e di trucidarne una parte con l'intento di combattere Hamas (che non e' da identificare con i palestinesi). Sopra ho scritto attacco di Hamas "a sorpresa" virgolettato perché in realtà i servizi segreti di altre nazioni, soprattutto egiziani, avevano avvisato le autorità israeliane di qualcosa di grosso imminente contro Israele. Avvertimento stranamente ignorato nonostante la fonte autorevole. Ma, al di la' dei molti altri dubbi su come sia stato possibile che una nazione che vanta servizi di intelligence capillarmente infiltrati a Gaza (e nel resto del mondo), sia stata colta di sorpresa. In realtà, come lo stesso Netanyahu aveva ufficialmente dichiarato, Hamas gli serve (come pretesto per poi prendersela con i palestinesi ed evitare che possano formare uno "Stato indipendente".

Poi c'è un rimando di Tobi al sito Piccole Note sull'ecatombe annunciata: 

L'attacco di Hamas nel deserto del Negev


Non sempre sono d'accordo con Cesare Sacchetti, ma qui nel suo sito La cruna dell'ago, ha fatto un'intelligente analisi sulla nascita di Hamas, il suo ruolo di gruppo islamico radicale nei cosiddetti "negoziati" di pace al posto della laica e socialista Olp di Arafat; ma soprattutto sul ruolo messianico-identitario  del sionismo, e di converso, del mondialismo di tante associazioni ebraiche internazionali e sovranazionali -  due fronti, non di rado, in contrapposizione tra di loro:

Prima di questa crisi, Netanyahu si trovava proprio nel mezzo di una vera e propria tempesta politica.

Le piazze erano invase da mesi da manifestanti della sinistra israeliana ritenuta molto più vicina a George Soros, americano di origini ebraiche, che non ha una grande passione per lo stato di Israele in quanto la sua è una visione più internazionalista e globalista e che non riconosce nessun particolare primato tra le nazioni allo stato ebraico.

Le piazze erano in rivolta contro il governo per il progetto di riforma della giustizia del governo che assegnerebbe molti più poteri di controllo all’esecutivo verso la magistratura. La riforma, se approvata, consentirebbe a Netanyahu di controllare completamente i giudici più vicini oggi al mondo della sinistra israeliana.


                                                                   *****

Dopo questa breve rassegna,  un consiglio come quello che davamo ai tempi della crisi sanitaria che ci ha funestato per tre anni, della guerra in Ucraina, dei cataclismi climatici: state lontano dalla tv e dai media, anche questa volta precettati h.24 con dirette estenuanti su Gaza e il Medio Oriente, con le solite smentite, conferme, rismentite, col gonfiamento di dati sui morti, con le fake news da ambo le parti (in guerra la vera vittima è la verità).  In questi giorni, sembra quasi che non ci sia più consentito averci una nazione nostra,  una vita nostra con dei problemi nostri. E invece poi scopriamo ogni giorno che ce n'è a iosa nel nostro quotidiano. Magari basta andare all'ufficio postale dietro casa, per rendersi conto che nel giro di poche settimane,  invece di 5 sportelli, ne sono rimasti malapena due e che si passa una mattinata da schifo solo per ritirare una raccomandata. Che fine faranno i funzionari rimossi? arriva la robotica e non avremo più servizi umani  per gli esseri umani?   
Domandine che valgono per Giorgia la "sovranista" del Mozambico. Sarà banale, sarà egoista, ma sono anche questi i problemi dei quali vorremmo sentire parlare, prima che ci cadano addosso come un dato di fatto ineluttabile e irreversibile. 

San Callisto