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26 August 2016

Scommettiamo che?...




"Terremoto: rompo il silenzio" è il titolo di un post scritto da Paolo Barnard ieri, ma subito dopo rimosso dal suo sito. Ne ignoro il motivo. Forse il suo autore avrà avuto timore di apparire troppo cinico nei confronti di oltre 290 nostri connazionali che hanno perduto la vita e di bellissimi paesi cancellati, diventati di colpo pietraie e macerie.
Dolore, affetto e commozione per questa catastrofe dalla quale non sappiamo come né quando ci rialzeremo. Semmai ci risolleveremo; sì,  perché tutti ci vogliono aiutare, ma i prestiti per la ricostruzione si pagano, prima o poi.  Ed  è come una guerra che lascia morti, moribondi, feriti, ma anche pesanti debiti da pagare con tanti avvoltoi  che si aggirano.

Comunque la sintesi del suo post era  chiara e fotografa il pensiero di molti Italiani: il terremoto è piovuto come il cacio sui maccheroni per Renzi che ora può ottenere maggior "flessibilità" dalle consorterie della Ue (quel famoso 3% che non si può sforare). Non solo. Dato che il PD è ai minimi storici in quanto a popolarità, faranno in modo da riacquistarla, poiché come è noto, è il partito più euroservo di tutta la costellazione partitocratica.

Vado avanti per mio conto. Scommettiamo che il terremoto è piovuto a fagiolo anche per il referendum, con ogni probabilità rinviato a chissà quando? Ancora....


Scommettiamo che l'esodo biblico  di immigrati dall'Africa e dall'Asia non cesserà nonostante l'emergenza terremotati (questi nostri sì, "veri profughi" e sfollati da  vere calamità)? Scommettiamo che assisteremo a disgustose ingiustizie di immigrati che avranno preferenza di alloggi  in lussuosi alberghi, sui  poveri terremotati in tendopoli e container? Scommettiamo che ora dovremo subire pure la fòla che gli immigrati sono qui per "aiutare gli Italiani in difficoltà", con pagine strappalacrime come "gara di solidarietà anche da parte degli immigrati"? E ancora...
Scommettiamo che se anche dovesse vincere al referendum quel NO, paventato tanto dai giornali finanziari britannici (ma si facessero gli affari loro), Renzi troverà una scusa per non schiodarsi dalla cadrega (ci sono le riforme da completare, c'è la ricostruzione delle zone colpite), e via con le panzane.


Intanto Renzi da buon Fregoli qual è dopo la pagliacciata di Ventotene, ha già in mente un'altra parte in commedia pur nella tragedia in atto: Schackleton, il grande esploratore dell'Antartide di origine irlandese che corse a salvare tutti i suoi uomini prigionieri dei ghiacci. "Non lasceremo indietro nessuno", promette con audacia  e ardimento, ostentando nobiltà d'animo.
Spedizione Endurance made in Rignano sull'Arno.  

Aggiungo che non mi è piaciuto per niente il titolo de "Il Giornale" dato ieri da Sallusti nel suo articolo: "Forza Italiani, Forza Renzi" .Non vorrei che fosse stato direttamente suggerito dal Bollito di Arcore e che dovesse nascere un governo di "solidarietà nazionale" su modello del Nazareno 2, versione post terremoto.  Anche De Benedetti voleva essere parte in causa con la ricostruzione del terremoto dell'Aquila, per chi si ricorda. Niente di più facile che Berlusconi voglia bissare. Renzi non merita nessuna mano, perché morde certamente quella dei gonzi che gliela offrono e perché gli Italiani sono stufi di inciuci e accordi sottobanco. Soprattutto,  perché la buona politica non può subire ricatti emergenziali, nella sua agenda.

Ogni volta che il nostro paese è in gravi condizioni di "emergenza" (cioè sempre perché da noi l'emergenza è un'abitudine quotidiana) salta fuori la purga  del "governo di solidarietà nazionale" e delle responsabilità "condivise".

Giuro che vorrei   tanto sbagliarmi e magari perdere tutte le scommesse qui elencate.




24 August 2016

La farsa di Ventotene e le sue immagini



Devo dire che Giannelli è l'unico  del Corriere che riesce a divertirmi. Forse perché disegna e non fa il giornalista. Spesso si ha l'impressione che vorrebbe poter dire di più, ma che si limita, per l'appunto,  a disegnare. Come nell'emblematica vignetta qui sopra.  Vale la pena di  ricordare anche quella vignetta che fece assai scalpore, con gli Italiani che tornano  a casa dalle vacanze e che trovano i loro salotti occupati dai negri, i quali dichiarano in  coro: "Profughi!", mentre imperterriti, continuano a guardare la tv e a non sloggiare dalle case occupate.
Ma restiamo ai Tre di Ventotene.
Cosa hanno fatto di straordinario? La Merkel a prua ha fatto la polena sulla Portaerei Garibaldi, Renzi ha finto di fare il Nostromo, ma in realtà è il  loro mozzo, mentre Hollande si atteggia a Guardia Marina. Ma la Garibaldi aveva innestato  il pilota automatico, già messo  in moto in precedenza da Draghi direttamente da Bruxelles.  E' arrivato un bastimento carico di....pataccari in trasferta.
La patacca da spacciare è la Ue  del dopo Brexit. Sanno perfettamente che nessuno crede a una parola di quello che spacciano su ripresa, opportunità, immigrazione nonché sulla cosiddetta "integrazione". Per questo se ne stanno prudentemente a bordo. Se dovessero scendere non sono esclusi fischi (è successo a Renzi alla Versiliana di Pietrasanta, dove credeva di giocare in casa) spintoni e magari anche legnate.



Ieri  l'altro sera, la Rai ha dato fiato alle fanfare della retorica pro Ue mandando in onda (anzi, in ri-onda, perché era già stato trasmesso in precedenza) , lo sceneggiato "Un mondo nuovo" sulla vita di Altiero Spinelli, personaggio del quale mi sono già occupata in questo post. 
Da Ventotene al Bilderberg: questa è la sintesi della sua parabola. E passa pure per "martire della Libertà". Infatti gli hanno intestato un'aula del Parlamento Europeo, ad onta della sua scarsa popolarità politico-elettorale.

Patetico il Pittibullo di Rignano a credere che basti ammantarsi delle solita retorica antifascista, per conquistare menti e cuori di Italiani sempre più immiseriti da questa Europa. A voler ben vedere, questa  nuova dittatura che ci propinano, non ci darà pinne, fucili ed occhiali, mentre il mare è una tavola blu per andarcene a ritemprare lo spirito in un bel posticino come Ventotene. Niente fritto misto di paranza: ce lo vieta l'Europa!



Italiani, vi piace o no la Grande Patacca europea? Se vi va bene, buon per voi. Altrimenti noi andiamo avanti e ve  la terrete lo stesso. Parola dei tre Sirenetti. 
"Riscriveremo il futuro", promette il Mozzo.

20 August 2016

Milosovic riabilitato nel silenzio mediatico agostano




Stare "dalla parte del torto" (copyright Céline) è scomodo ma spesso ci si azzecca. L'insolito destino di Slobodan Milosevic è quello di venire riabilitato in un azzurro mese d'agosto quando tutto tace, tutto va in ferie e i giornali preferiscono mettere in mostra chiappe e tette balneari e magari parlare di corna spiaggiaiole di qualche VIP. Assolto dai crimini di guerra per cui era stato condannato dallo stesso Tribunale dell'Aja, una struttura elefantiaca di 1200 dipendenti, già organismo giudiziario dell'ONU. La nuova fatwa consiste nel  mettere un paio di baffetti a mosca ai "dittatori" di turno et...voilà: eccovi serviti il Mostro, il Male Assoluto da debellare ad ogni costo. Li misero perfino a un comunista come Putin sul tabloid TIME, e ci vuole un bel coraggio a dare del nazista a un ex comunista del KGB, nato in un paese come la Russia che ha avuto 30 milioni di morti per mano del nazifascismo. Eppure, alla bisogna,  un bel paio di baffetti non glieli toglie nessuno. Del resto fu un comunista anche Slobo, ciò che non gli impedì di avere un paio di baffetti hitlero-chapliniani.  come da numerose fotografie, disegni e vignette.


Ricordate la pasionaria rossa Carla Del Ponte? La grande Inquisitrice del tribunale dell'Aja contro Milosevec? Alla fine combinò tanti di quei pasticci e garbugli che se la tolsero dai piedi perfino i tribunali mondialisti.

L’Uomo Nero? Era innocente. Presentato come il Macellaio dei Balcani, paragonato a Hitler, considerato alla stregua di Bin Laden, Saddam, Gheddafi. Quindi destituito e demolito insieme alla Jugoslavia. Arrestato come un criminale e lasciato marcire per cinque anni nel carcere olandese dove poi è morto, l’11 marzo 2006. Salvo poi “scoprire”, adesso, che il leader serbo Slobodan Milosevic non era il responsabile dei crimini di guerra commessi in Bosnia dal 1992 al 1995. L’orrendo massacro della guerra civile bosniaca, dice oggi il Tribunale Penale Internazionale dell’Aja, fu organizzato dalle milizie serbo-bosniache dello “psichiatra pazzo” Radovan Karadzic, arrestato nel 2008 e condannato a 40 anni di pena per il genocidio di Sbrebrenica, nonché per crimini di guerra e crimini contro l’umanità durante l’assedio di Sarajevo e le altre campagne di pulizia etnica contro i civili non serbi. Il principale esecutore delle “operazioni”, il generale Ratko Mladic, è stato estradato in Olanda nel 2011, presso il tribunale occidentale che adesso – a cinque anni dalla strana morte di Milosevic, vittima di un malore – dichiara che il leader di Belgrado non ha mai promosso né avallato le missioni di sterminio. Al contrario: secondo il Tpi, Milosevic avrebbe fatto di tutto per frenare Karadzic e Mladic. (fonte: Libre Idee).


"Prima lo ammazzano poi lo scagionano", scrive Santoianni nell'Antidiplomatico.  Niente di più vero, ma la Missione è stata compiuta il 17 febbraio del 2008, data fatidica. E la vera missione è stata quella di strappare  dopo anni  di sanguinoso conflitto, il cuore alla Serbia mediante la secessione unilaterale voluta dagli USA, del Kosovo. Da tale mutilazione nacque una regione indipendente, nella quale venne installata una base militare americana come  Camp Bondsteel, venne messo  alla  guida della neonata regione,  un criminale come Hashim Thaci detto "il Serpente", già leader dell'UCK, l'organizzazione terrorista albanese, un miserabile personaggio già abbracciato affettuosamente dall'allora segretario di stato Madeleine Albright durante gli accordi di Rambouillet del 1991 (ci sono i filmati televisivi). Uno che se ti stringe la mano devi correre a lavartela, come disse lo stesso generale Mini, che quella zona la conosce bene.  Era presidente Bill Clinton.

Nel mentre si doveva disgregare in disjecta membra, tutta la ex Jugoslavia. Belgrado venne bombardata per 180 giorni  e questo è  stato  un  drammatico e sanguinoso pezzo di storia svoltosi alle porte di casa nostra, tutta da rivedere e da  rianalizzare. Qualcuno la chiamò "la guerra dell'Ulivo mondiale" per la concertazione di forze di sinistra che vi intervenne: Clinton, Blair e pure D'Alema, succeduto a Prodi. 
Sì, ulivi macchiati di sangue, dato che allora in Italia erano tutti olivetani in salsa balcanica e la propaganda mediatica, pretendeva lo scalpo di Milosevic. Con D'Alema in primis che concesse le basi di Aviano e fece bombardare e disintegrare la Serbia per far dimenticare il suo passato "comunista" agli occhi dei nuovi padroni d'Oltreatlantico. Come se non bastasse,  ci mandarono pure a distruggere gli impianti di Telekom Serbia, che pochi mesi prima avevamo installato: sempre in guerra contro i nostri stessi interessi! E' un vizio italico consolidato nel tempo, a quanto pare. E non solo in Libia!


L'UCK è  una vasta rete criminale organizzata con base in Albania che contrabbandava eroina e cocaina agli acquirenti in tutta l'Europa occidentale e in parte anche negli stessi Usa. Sui rapporti tra Hashim Thaci  con la Albright, vale la pena di leggere questo articolo dal significativo titolo : Le zampe del serpente: l'ascesa di Thaci in Kosovo, un libro del giornalista kosovaro Veton Surroi racconta retroscena e misteri dell’ascesa al potere di Hashim Thaci detto "il Serpente" che pare sia implicato anche nel traffico d'organi in Nigeria. 

I documenti legano i membri della mafia albanese ad un cartello traffico di droga con base nella capitale della provincia del Kosovo, Pristina. Il cartello è gestito da albanesi etnici che sono membri del Fronte nazionale del Kosovo, il cui braccio armato è l'UCK. I documenti mostrano anche che questa è una delle più potenti organizzazioni di contrabbando di eroina nel mondo”. 

Vecchi vizi...democratici: si esporta democrazia, ma  si importa criminalità, caos e terrore. E' per il trionfo del Bene.   Dopotutto Thaci era ed è il Califfo  Al Bagdadi di allora,  in versione balcanica.
 L'UCK si è resa responsabile di aver  saccheggiato e bruciato chiese cristiano-ortodosse, deturpato icone sacre asportando occhi a Madonne, mandato al macero e bruciato libri, presi a sassate i pullmini coi bambini serbi, distrutto i cartelli stradali scritti in cirillico. 
Milosevic è stato prosciolto dalle pesanti accuse e si conferma un patriota identitario (questo blog lo ha sempre saputo), ma come al solito,  la Verità arriva sempre troppo tardi.

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Il coraggio di Peter Handke, il più grande drammaturgo moderno in lingua tedesca al funerale di Milosevic. Discorso sulla sua tomba il 18 marzo 2006:

«Avrei desiderato non essere l'unico scrittore qui, a Pozarevac.
Avrei desiderato essere al fianco di un altro scrittore, per esempio
Harold Pinter. Sarebbero state parole forti. Io non ho che parole di
debolezza. Ma la debolezza si impone oggi, in questo luogo. È un
giorno non solo per le parole forti, ma anche per parole di debolezza.
»(Ciò che segue è stato pronunciato in serbocroato - testo redatto da
me medesimo! - e ritradotto in seguito da me stesso in tedesco
). Il
mondo, quello che viene chiamato il mondo, sa tutto sulla Jugoslavia,
sulla Serbia. Il mondo, quello che viene chiamato il mondo, sa tutto
su Slobodan Milosevic. Quello che viene chiamato il mondo sa la
verità. Ecco perché quello che viene chiamato il mondo oggi è
assente, e non solamente oggi, e non solamente qui. Quello che viene
chiamato il mondo non è il mondo. Io so di non sapere. Io non so la
verità. Ma io guardo. Io ascolto. Io sento. Io mi ricordo. Io
interrogo. Per questo io oggi sono presente, con la Jugoslavia, con Slobodan Milosevic



Da segnalare l'intervista a Peter Handke"In Kosovo c'è solo odio" su Arianna Editrice

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13 August 2016

Burqini? No grazie, ma il problema non è solo l'abito



La Francia e la sua politica assimilazionista ha fallito. E' la quantità a fare la differenza e se si fanno entrare troppi stranieri (specie di fede islamica) parole come integrazione e assimilazione non hanno più alcun senso. Saranno e sono loro a imporre i loro usi e costumi, e  non il governo centrale. Saranno e sono loro a stabilire come devono vestirsi e coprirsi le loro donne che trattano peggio delle capre. E' il caso delle spiagge della Francia mediterranea (Nizza, Cannes,  Villeneuve, Mandelieu ecc) col burqini (o burkini) quel ridicolo abbigliamento dove la donne islamica entra in acqua vestita da capo a piedi e col capo coperto, vietato dal sindaco di Nizza mediante specifica ordinanza. Ovviamente questo discorso non vale solo per la Francia, ma anche per la Germania, dove la Merkel ha vietato il burqa: un bicchiere d'acqua fresca, rispetto alla gravità dei fatti terroristici e degli stupri di Capodanno lì avvenuti. E anche per l'Italia, dove mi capitò di trovare all'ufficio postale una donna col velo integrale (niqab) in fila, nell'imbarazzo e sgomento  generale della gente che si spostava più in là. 
Semmai si taglia la testa al toro, vietando l'ingresso, la cittadinanza e residenza a chi veicola questi pessimi beduini usi e costumi. Si stabilisce il sacrosanto diritto di popoli e nazioni a non venire invasi (Yes Borders) e a contabilizzare con giudizio e raziocinio gli ingressi. 

Ora sedicenti collettivi contro l'islamofobia,  si scatenano contro il sindaco di Nizza perché ha inviato l'ordinanza anti-burqini nelle spiagge della città, con tanto di multa per chi lo indossa (38 euro, che per la sottoscritta è ancora poco). Giustamente il sindaco fa leva sulle norme igieniche: entrare in acqua o in piscina vestiti non è sicuro per chi nuota né igienico. Ma anche contro l'ostentazione religiosa :  "Una tenuta da spiaggia che ostenta un'appartenenza religiosa, in un momento in cui la Francia e i luoghi di culto sono attualmente al centro di attacchi terroristici, rischia di creare problemi di ordine pubblico che è necessario prevenire".
Come dargli torto specie alla luce di quanto è avvenuto nella sua città?

Perché è evidente che questa è un'ostentazione a scopo provocatorio, buttata lì tanto per suscitare delle reazioni. Una delle quali è quella di farsi vittime della "repressione dei costumi etnici".


 Ma la verità è che questo tipo di  battaglie culturali e identitarie vanno a toccare fattori accessori (in questo caso l'abito), senza intaccare la sostanza: chi sta dietro o sotto l'abito. Si preferisce svincolare dal fatto che l'immigrazione massiva reca in sé questi effetti collaterali ed inconvenienti, e che certa gente deve imparare per amore e per forza, a  starsene a casa propria. Voler vivere sicuri e in condizioni igieniche salutari, non è razzismo. Voler decidere chi deve e chi non deve entrare a casa propria non è razzista. Molti paesi civilissimi già lo fanno: Canadà, Australia, Nuova Zelanda, Svizzera; lo stesso Giappone da secoli è promotore dell'isolazionismo culturale e, pertanto, ha sempre messo in campo politiche anti-migratorie, per scoraggiare i flussi nella sua direzione. E ora la Gran Bretagna post Brexit, lascia intravedere nuove speranze. 

Buon Ferragosto a tutti! Divertitevi,  lontani da burqa e burqini. 


09 August 2016

Calais? Ma no, è Giungla Italiana





E' arrivato in tv coniglio Mannaro Alfano a rassicurare la popolazione che in Italia non saranno tollerate giungle come quella di Calais. Ovvero accampamenti abusivi di immigrati che aspettano di imbarcarsi per nuove mete europee. Che film ha visto l'Alfano giulivo? L'Italia è già tutta una giungla spaventosa e maleodorante in vari snodi: giungla a Ventimiglia, giungla a Como e giungla a Milano, dove ormai sembra di essere a Nairobi. Per non dire tutte le giungle dei vari Cara siculi, pugliesi, calabresi.  La Svizzera non li vuole e presidia i suoi cieli con i droni. Pertanto la stazione di Como e zone limitrofe è diventata uno sordido lazzaretto di chi cerca di entrarvi con la forza. A Ventimiglia un nostro poliziotto ci ha rimesso la pelle e perfino Gabrielli ormai parla di professionisti della provocazione nei centri sociali che assumono per la bisogna una nuova sigla: i No Borders. Cioè coloro i quali aiutano i clandestini a penetrare oltre i confini. Chi li paga questi violenti fankazzisti che si portano dietro guanti con stiletti e aculei nascosti? ? chi li fomenta? Semplice: i filantropi del melting pot e delle Open Society come Soros, le onlus e ong onusiane facenti capo alla grande costellazione del Palazzo di vetro. Eppoi qualche cane di Mustafà ha   pure il coraggio di parlare di "gombloddismo".

Sereno variabile? No, siamo sempre nella tempesta anche quando il tempo è buono. Soprattutto se le giornate estive sono belle e c'è frinio chiassoso di cicale.
L'estate italiana rassegnatevi a vederla nelle commedie di Risi, Steno, Monicelli. Quello a cui assistiamo è un incubo e la Bella Italia  che fu la potete ammirare nei documentari  (tutti fasulli) del vecchio Osvaldo Bevilacqua dove le spiagge, le scogliere e le calette di sabbia bianca come il sale, vengono riprese fuori stagione e in orari ben lontani dal transito umano. Perché anche questi vecchi marpioni della RAI sanno benissimo che se dovessero fotografare le attuali Lampedusa, il Salento, le Egadi, la costa Azzurra e Mentone, la scogliera di Ventimiglia  le due riviere del Ponente e Levante ligure, la Versilia con tutti questi neri, provenienti da ogni angolo dell'Africa, vedrebbero fioccare disdette di prenotazioni, su disdette. Lo sanno così bene che non ve li mostrano e vi raccontano un altro film paesaggistico rassicurante. La verità non è daltonica, checché se ne dica e checché fiocchino preventive accuse ideologiche di "razzismo" a scopo intimidatorio. E che il turismo viva di belle immagini (dai dépliants ai poster, ai documentari), lo sanno anche i sassi. 

Frattanto Renzi va in Brasile a ululare "Noi salviamo viteeee!".  E' l'urlo disperato di chi sa perfettamente che bisogna coprire di ipocrita pietismo e di falso umanitarismo,  l'invasione migratoria. Tra Ventimiglia e Mentone l'Italia è a tappo e sta per esplodere,  e quando questa Ue andrà in disfacimento,  lo farà facendo litigare Paese limitrofo contro paese limitrofo (Francia contro Italia o Italia contro Austria, o Italia contro Svizzera o contro Germania), dandosi colpe l'un l'altro. Le élites hanno  perfettamente capito che i peggiori cani da guardia  di questo Eurogulag sono i nostri governanti  e  pertanto li istigano e li aizzano in funzione di giannizzeri del Bene Comune. "Noi salviamo vite". Ovvero, solo NOI siamo i buoni contro tutti i cattivi che fanno respingimenti  e chiudono le frontiere.


Pare che tra Ventimiglia e Nizza ci sia qualche imam provocatore che istiga alla sollevazione dei suoi correligionari contro le forze dell'ordine. Fausto  Biloslavo parla addirittura di qualche vecchia conoscenza islamica relativa  al camion killer di Nizza in veste di  Masaniello arruffapopolo degli immigrati, alla frontiera italiana. Tutto è possibile. Ma il vero Terrore corre nel numero soverchiante degli arrivi incessanti. Bastano quelli per saltare tutti quanti per aria nel nostro quotidiano. E dato che chi organizza questo crimine demografico lo sa perfettamente, deve essere questa la  vera ragione per la quale al momento veniamo risparmiati dagli attentati  terroristici e dai possibili Bataclan. L'Italia deve fungere da "corridoio umanitario" (leggi: corridoio di transito e di lascia-passare) per la "futura Europa" dei piani kalergico-onusiani e/o eurabici. A che pro farla saltare per aria? Il "lavoro" deve essere completato e per il momento, il Servo serve. In seguito, si vedrà. Eppoi, è noto: Italiani brava gente-che-salva-vite.

 Nel momento  stesso in cui diventeremo un paese serio, che adotta migrazione selettiva e respingimenti, che pattuglia le sue  coste e difende i  suoi confini (YES BORDERS), allora aspettiamoci il botto. E' ricatto anche questo.

05 August 2016

Il ricatto di Weidmann



Le banche e i banchieri non hanno più bisogno della democrazia e non ne fanno neanche più mistero. La democrazia è  quell' intralcio nel loro percorso di cui vogliono sbarazzarsi quanto prima. E lo dicono pure a chiare lettere. Tempo fa JP Morgan ebbe a decretare la fine delle costituzioni degli  stati nazionali, perché troppo "antifasciste"e attente al welfare. Il galoppino Renzi, ubbidì seduta stante e fece alla spicciolata la "controriforma costituzionale" a cura dell'avvocaticchia Boschi, ora sottoposta a referendum confermativo:  un vero obbrobrio giuridico.  Come è  noto, Manuel Barroso, l'eurocomissario che venne nottetempo a far modificare l'articolo 81 della nostra Costituzione sul pareggio di  bilancio, è passato con disinvoltura alla presidenza di Goldman Sachs. Da commissario europeo di  un parlamento-fantoccio servo delle banche, alla  direzione della principale Banca d'Affari internazionale. Perbacco, che fulgida carriera!

La politica (dal greco dal greco "πόλις", polis = città), che è insieme arte e scienza in riferimento all'attività ed alle modalità di governo  della cosa pubblica, viene smantellata nel suo precipuo ruolo di mediazione per essere posta al servizio delle oligarchie finanziarie. Nessun politico (nemmeno tra i meglio intenzionati) può sognarsi più  di  mantenere un contatto basato sull'indice di gradimento del proprio elettorato, perché innanzitutto ci sono le "regole": cioè i famigerati parametri di Maastricht ai quali attenersi. Che però non valgono per tutti. Non valgono innanzitutto per la Germania. La Francia sfora già da tempo dal famigerato 3%. Sforano perfino i latinissimi Portogallo e Spagna. Ma i più bischeri, i più sottomessi a Berlino, li abbiamo noi, tra i nostri governi abusivi: arroganti, dispotici e villani  con i  loro cittadini sempre più torchiati, ma viscidi, striscianti e subalterni con gli ineletti di Bruxelles. 

Ecco dunque l'intervista inginocchiata di Federico Fubini a Jens Weidmann della Bundesbank, per il Corriere della Sera nella quale  il banchiere centrale si esprime col sussiego di  un monarca assoluto. 

Weidmann fu nel 2006 il braccio destro economico della  Merkel (direttore della quarta divisione politica economica e finanziaria della Cancelliera). Sentite un po' come giustifica la sua flessibilità per il governo tedesco,  ai tempi del suo incarico governativo: «Allora eravamo in una crisi finanziaria globale e non c’erano ancora le attuali regole europee. Queste norme sono una delle lezioni centrali tratte dalla crisi: dovrebbero contribuire a far sì che gli investitori e le banche valutino meglio i rischi che si assumono. All’epoca ne avevano presi troppi anche perché contavano che in caso di emergenza lo Stato sarebbe intervenuto».

Che è come dire: "Etsi omnes ego non".
Perché noi siamo noi, e voi non siete un... ecc. ecc. 

Ed ecco altri passaggi di spicco che riporto testualmente:

Ci siamo già? L’Italia ha un debito pubblico oltre il 130% del Pil.

«I criteri di Maastricht ci dovrebbero proteggere da questi scenari e un debito oltre il 130% è più del doppio del livello compatibile. Per questo è importante non scalzare la disciplina di mercato. Alti livelli di debito vanno ridotti in fretta».

Se Renzi promettesse di fare tutte le riforme strutturali in cambio del permesso di avere un po’ più di deficit, per non perdere il sostegno del Paese, che ne penserebbe?

«Riforme strutturali e finanza pubblica sana non sono in contrapposizione. L’Italia stessa ha messo in campo alcune importanti riforme che non hanno gravato sul bilancio. Per inciso, ogni governo può sostenere che sta facendo riforme importanti per il proprio Paese. Allo stesso tempo le misure di risanamento sono sempre impopolari e vengono messe nel dimenticatoio, ed è una delle ragioni di debiti così alti. Se sorgesse l’impressione che le norme si interpretano parametrandole alle chance elettorali dei partiti di governo, sarebbe fatale per la capacità della Ue di farsi accettare».


Dopo la Brexit in Italia ci sono state proposte di approfondire l’unione monetaria, in Germania si predilige una pausa. Da che parte sta?
«È un dibattito che ha poco a che fare con la Brexit, ma credo che siamo arrivati a un bivio. Possiamo stabilire un legame ancora più stretto fra noi, per esempio con un bilancio comune. Ma in questo caso dovremmo anche essere pronti a trasferire anche la sovranità a livello europeo. È una disponibilità che non vedo né in Germania, né in Italia».

L’alternativa?

«Un ritorno al principio di responsabilità di Maastricht, sia per gli investitori che per gli Stati. Ma funziona solo se in ultima istanza è possibile anche affrontare e superare l’insolvenza di uno Stato senza che questo porti al crollo del sistema finanziario. Per questo abbiamo bisogno di una più robusta separazione fra banche e Stati, e procedure ordinate in caso di problemi finanziari degli Stati».

Non sembra che i politici siano disposti a scegliere una delle due strade: né la condivisione di sovranità, né procedure d’insolvenza per gli Stati. Significa che il destino dell’euro è segnato?

«La formulerei così: i governi europei hanno preso una via di mezzo che ci fa guadagnare tempo. Ma prima o poi dobbiamo decidere una direzione, se vogliamo ancorare l’unione monetaria come unione di stabilità».

Corsera 4 agosto 2016

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C'è già la fila dei paesi per uscire da questo inferno di Ue e loro lo sanno. Brexit ha già assestato un bel colpaccio sonoro. Ma gentaglia come Weidmann osa fare l'arrogante con gli ultimi zerbinotti rimasti in circolazione, disposti a farsi calpestare:  Renzi e i suoi. Il ricatto del banchiere tedesco è chiaro: o cessione definitiva di sovranità o procedure di default. Cioè pistole puntate alla tempia. 
E' ora di liberarci dei carnefici-cravattari così come dei loro collaborazionisti schiavizzati. 

01 August 2016

Il sincreti(ni)smo dell'attuale chiesa col mondo islamico




In questi giorni che seguono gli attacchi terroristi di Nizza e di St. Etienne di Rouen,  la chiesa è stata profanata e i fedeli cristiani raggirati da politiche multikulti e cerimonie cosiddette "interreligiose" organizzate tempestivamente da parte della CEI. Cattolici e mussulmani pregano insieme in Francia come in Italia, contro il terrorismo islamico? Questa sì che è bella!  La chiesa dei Bagnasco e dei Bergoglio dà una mano ai governi mondialisti i quali  ogni volta che avviene un massacro, in luogo di chiudere le frontiere  si limitano a dire che ci vuole "più integrazione". Chiese profanate e fedeli cristiani raggirati dalle gerarchie ecclesiali i quali celebrano messa a dei "non battezzati" (né tanto meno comunicati o cresimati) allo scopo di far dimenticare gli orrori di questi ultimi giorni. A questo punto siamo ridotti!  A quando S.Pietro a Roma, il Duomo di Milano o la Basilica di S.Marco di Venezia, trasformati  direttamente in  moschee sotto gli occhi imbarazzati e sgomenti di fedeli cristiani già in  profonda crisi di coscienza a causa dell'apostasia delle loro gerarchie ecclesiali? A quando i muezzin al posto delle nostre argentine campane? A quando le genuflessioni con le  terga rialzate per 5 volte al giorno rivolte verso la Mecca, nelle nostre stupende cattedrali?
Che  questi mussulmani cosiddetti "moderati" pratichino la  Taqiya (dissimulazione) e si fingano pentiti per l'islam radicale e dispiaciuti con i cristiani,  o siano sinceri, a me poco importa. La cosa essenziale è che questa gente qui in Italia non ci dovrebbe stare, dato che la "questione islamica" è parte integrante della "questione migratoria". E ha ragione quella voce isolata del vescovo di Isernia, quando asserisce: 
Duomo di Napoli

"Mi sento confuso dal Papa, capo della cristianità. Mi aspetterei maggior fermezza nella difesa dei cristiani, gradirei un Papa più energico nella tutela dei nostri valori e della fede, segnalando che fuori di Cristo e della sua Chiesa non esiste salvezza e che non è vero che tutte le religioni sono uguali o portartici di pace. Sotto questo profilo, Giovanni Paolo II e Ratzinger sono stati forti e chiari."

 La chiesa (e  per lei, le sue gerarchie) sta diventando un pericoloso acceleratore della questione migratoria. Quanto alla questione più specificamente "islamica" è il caso di dire che chiamare i mussulmani a raccolta in chiesa a scopo di pacificazione col mondo cristiano  già pesantemente colpito dal fanatismo islamico di Dacca e di St. Etienne, è come se la toppa fosse anche peggio del buco. Non sarà in questo modo che le chiese si riempiranno di fedeli. Anzi, così, li faranno scappare a gambe levate. E' penoso vedere che questi immigrati afro-islamici oltre a occupare il nostro suolo, a strappare quel poco di lavoro che gli Italiani non hanno più, ora entrano pure nelle nostre chiese, grazie alla dabbenaggine delle nostre gerarchie ecclesiali,  al nuovo  pensiero sincretico che tutto include, alla "nuova dottrina " che più che cristiana è diventata onusiana . E non saranno le dichiarazioni ipocrite e falsamente rassicuranti di Bergoglio e di Bagnasco pro islam ("moderato" o meno),  a trattenere questa fuga già iniziata da un pezzo. Ma forse era proprio ciò che volevano.

Vedere un musulmano parlare presso l’altare del duomo di Napoli, mi ha dato i brividi. Chiunque abbia un minimo di intuito comprende che non ha importanza quello che ha detto (i musulmani sono ottimi dissimulatori), ma il luogo dove era, la posizione occupata.



Così scrive Armando Mannocchia su Imola Oggi

Forse in un futuro che è già qui, non ci saranno più religioni specifiche legate a specifiche identità statuali, ma una sorta di Religio Civilis Unica e mondiale legata al Pensiero Unico, sotto l'egida dell'ONU. Già in queste ore lo si vede: uccidono cristiani, ma la risposta dei capi della chiesa, è una cerimonia "interreligiosa" con imam e rabbini, insieme ai cristiani. Aveva ragione (dal suo punto di vista, ma non dal mio) quel famoso dott. Day quando parlava di governo mondiale: "Le religioni ci daranno una mano". Sottinteso: a completare il disegno di "governance mondiale". Benvenuti nel Nuovo Ordine e nella Nuova Pax nati dal Caos, dalle ingiustizie, dalle stragi e dagli ammazzamenti. E continua...

Chiesa di S. Nicola a Ventimiglia