"Scusate, ho il paté d'animo" diceva non ricordo più quale ministro della Prima Repubblica. "Mi sono proprio commozionato" disse Nicola Mancino con la sua faccia da venditore di provole affumicate avellinesi, quand'era ministro dell'Interno ai tempi della cattura di Totò Riina. Roba da commozione cerebrale!
E quanti, quanti altri errori e strafalcioni da parte di personaggi noti e meno noti per chi dice spessissimo , buonissimo, assolutamente SI e assolutamente No, che c'azzecca invece di che cosa c'entra (il Dipietrese). O per chi dice "il giallo piuttosto che il bianco piuttosto che il rosso piuttosto che il blu", usando quel dannato "piuttosto" al posto di "oppure". "Gabina" (copyright Bossi) invece di cabina e viceversa. "...E quant'altro invece di eccetera.
Poi ci sono gli anglicismi per i pigri di spirito come approcciare, relazionare, target, (invece che obbiettivo), trend (in luogo di andamento), cheap per dire banale e mediocre, splafonare (dal francese plafond=soffitto) invece di "sforare". E transeat sull'Informatichese del faxare, linkare, cliccare, copiaincollare che ormai adoperiamo un po' tutti.
Esiste dunque il politichese ("la non sfiducia", "gli accordi di desistenza", "i pacchetti"), il sindacalese ("il reintegro"), lo psicanalese ("gratificazioni", "esorcizzare", "demonizzare", "rimozioni" usato al posto di amnesia ecc.), l'economichese (bail out, iniezioni di fiducia, iniezioni di liquidità, stretta creditizia).
Giuseppe Pontiggia ne "
Le Sabbie immobili" ha approntato un inventario di luoghi comuni, di parole ed espressioni gergali usurate dall'impiego massiccio che se ne fa ad ogni pié sospinto. Si tratta di un libro-gioiello da comodino davvero imperdibile sui
tic, gli
intercalare, le frasi fatte, i concetti pronti per l'uso ad opera degli italiani, sempre più impatanati nelle secche di un linguaggio prefabbbricato. Eccone qualcuno:
Vincenti. Basta guardarli.
Rileggere. Si usa per i classici che si leggono la prima volta.
Epocale. Mutamento epocale. Ce n'è ogni giorno.
Dialogo. Ricercato da tutti, purché non sia reciproco.
Carisma. Parola che lo sta perdendo, per averlo distribuito a troppi.
Cultura. Facile da definire. Tutto quello che non pensiamo sia cultura è cultura.
Giovane ragazza. Per distinguerla da vecchia ragazza.
Snob. Questi innamorati (delusi) della massa.
Consumatori. Ha sostituito acquirenti, lettori, spettatori, eccetera. Evoca l'ingestione. I consumatori di musica girano con l'auricolare. Forse il termine ulteriore sarà evacuatori.
Soldati. Operatori di pace.
Il terrore della pagina bianca.
E di quella scritta?
A questo elenco, la sottoscritta aggiunge la pessima parola "fruitori", che ha il suono del fruscio della carta igienica. Chi guarda un'opera d'arte non è più un semplice spettatore o estimatore: NO, è un fruitore. Senza contare il termine "operatore culturale" (al posto di artisti che non esistono più); "evento" per indicare anche la più banale delle rappresentazioni, che sovente vengono chiamate anche performance. Ma quello che mi fa veramente irritare è "onestà intellettuale", due termini nati nelle case del popolo comuniste e ancor oggi in circolazione. Chi dissente con buoni argomenti non è solo un onesto individuo tout court... No, dev' essere pure "onesto intellettualmente". E pazienza se poi è disonesto in tutte le altre funzioni della vita. C'è poi "trasgressivo", un altro termine abusato e logoro in un'epoca in cui non c'è proprio più nulla da trasgredire. Semmai il problema che si pone è esattamente il contrario: essere capaci di attenersi alla norma. Se ne ho dimenticato qualcun altro, ne aggiungano gli eventuali lettori. Non avranno che l'imbarazzo della scelta.