L'umanità è sull'orlo di un impazzimento e a ciascuno il suo mondo-immondo. Parlo di quella vasta zona franca di clandestinità brasiliana detta viados, pagati "profumatamente" da personaggi pubblici, professionisti e cittadini al di sopra d'ogni sospetto. Alla faccia della disoccupazione e dei cassintegrati! Basta venire clandestini dal Brasile a Roma o in altra città italiana, essere uomini travestiti da donne, battere il marciapiede, che si può far fortuna coi politici più pervertiti o professionisti in cerca di buone vibrazioni. Tanto paga lo stato, la regione, gli enti pubblici. Cioè noi gonzi. E magari gli danno pure la corsia preferenziale per il permesso di soggiorno, se poi devono testimoniare in tribunale (si veda il caso Natalie).
Ormai non c'è giornale, rotocalco, trasmissione o salotto tv che non ospiti trans e metta in copertina qualche trans. Dalle "quote rosa" alle "quote gay", e da queste alle "quote trans". Siamo all'Italia delle quote. E guai a chiamarli al maschile nonostante abbiano dei falli lunghi tre spanne! No, secondo l'ex onorevole Luxuria Guadagno di PRC bisogna chiamarli "le trans", al femminile. Ma perché, se vogliono appartenere al genere femminile non se lo fanno asportare, allora?
Si scomodano psicologi e sessuologi per sapere come mai molti uomini (vista la clientela notturna che traffica intorno ai Viados) snobbano le mignotte per andare con dei mostri che sembrano mascheroni da fontana. Labbra modello gommone Zodiac, più truccati di una battona del raccordo anulare (poveretta, ormai un reperto archelogico da proteggere come il panda), con addosso paccottiglia da fiera di S. Giuseppe, lustrini calze a rete e minigonne che scoppiano loro addosso con tanto di tacchi sadomaso. Credevamo di averli visti solo nel pianeta Transylvania del Rocky Horror Picture Show o in Priscilla, regina del Deserto, e invece si scopre che i "transylvani" sono pure mercenari ricercati.
L'affare Marrazzo ha dato definitivamente la stura a un fenomeno che si era già evidenziato con Sircana dalla faccia pensosa ed emaciata e con Lapo Elkann, lo squatter-chic cocainomane di casa Agnelli. Cosa ha portato quest'ultimo a rinunciare a una ragazza graziosa come Martina Stella, la giovanissima e bionda attrice che abbiamo visto ne " l'Ultimo bacio" di Muccino, per andare con un vecchio trans a nome Patrizia (foto piccola in basso) a cui cade la faccia come un mastino napoletano e dai capelli come crine di cavallo?
Cosa porta Marrazzo a mettere corna su corna alla sua distinta signora Roberta Serdoz per poi correre a sollazzarsi di nascosto con tanto di denaro pubblico e auto di servizio presso simili mostroni baracconeschi? Una risposta ce l'avrei.
Il trans è la personificazione di quel "
De Immundo" che già era arrivato a noi nei musei, nelle mostre, nelle "installazioni" coi water e i bidet come sculture, la merda d'artista, le siringhe della droga, i quadri con le uova strapazzate sulle tele, quando non addirittura fatti con cenere ed escrementi. Insomma,
dall'età del gusto a quella del disgusto.
Con le sue orrende tette rigide al silicone, il trans fa pensare all'incarnazione degli effetti speciali di un fanta-horror popolato da crudeli androgini del tipo androide che vagano per metropoli fatiscenti e sconquassate in stile Blade Runner. Chi li frequenta pratica quello stesso
cupio dissolvi per cui vediamo tanti giovani beccarsi infezioni (anche mortali) col piercing sulla lingua, nell'ombelico o in altre parte intime, coi pluriorecchinati su ambedue i lobi delle orecchie, o coi tatuaggi a carta geografica sul corpo fino a non lasciare nemmeno più un centimetro di pelle naturale. Con le
movide dove si fanno baccanali all'aperto, si orina e si vomita sotto le case dove vive gente onesta che va al lavoro, ma che non può dormire, a causa loro. Coi
rave party in aperta campagna dalla musica tribale e assordante, organizzati tramite appuntamenti via internet o via sms, dove si consuma il pasto nudo della droga, innaffiato di disgustosi beveroni alcolici, in mezzo a una canea di tossicomani inscimmiati che pensano solo a crivellarsi il corpo con le "dosi" a suon di frastuono a tutto decibel fino all'alba. Ecco poi come il nostro paese del
Trans-Italia-Express , con i suoi vagoni sgangherati corre incoscientemente verso il suo sfacelo.
Nei rioni romani dove il "via
vai era continuo e lo è stato per anni, senza che ci sia mai stata un'irruzione, una retata di Carabinieri e Polizia con i lampeggianti accesi.
Gli inquilini "normali" dello stabile e quelli dei palazzi vicini vedevano e sapevano cosa succedeva in quegli appartamenti, ma tacevano o per complicità o per paura di rappresaglie.
Un condominio in una zona elegante della "città eterna", in una traversa dell'antica via consolare che da Roma porta al Nord, trasformato in una sordida sentina del vizio, dove l'Aids la fa da padrone, si è lentamente "evoluto" in un'area "ad alto rischio" che sfugge al controllo dello Stato" (
e continua)...
Storia di spie e di spiati, di trans e di travestiti, di clienti politici viziosi, di pusher uccisi, di paparazzi guardoni, di filmini porno, di cocaina, di ricatti e di ricattati, di proprietari di condominio che affittano in nero a questi baracconeschi marchettari sbarcati nella "città aperta", in un intreccio di omertà senza fine.
Sul Viados del Tramonto e del degrado. Peggio, del de-Gradoli, già vecchio covo dei Brigatisti, quelli che dicevano "colpire al cuore dello Stato". Sarà un caso?