C'è qualcosa di molto strano nella fotografia televisiva che percepiamo del non eletto governo Monti. Si direbbe che nonostante il salasso di tasse e l'impoverimento degli Italiani, l'attacco all'esistenza di professioni e mestieri, gli spot pubblicitari dove ci fanno quotidianamente passare per parassiti,evasori e ladri, i proclami che sembrano invitarci a fare la spia verso chi non rilascia lo scontrino del caffé su modello Stasi, costui possa godere ancora di ampio credito e fiducia. E se non ci crediamo, arrivano le cifre di Mannheimer da Vespa con la sua dannata lavagnetta luminosa o di Nando Pagnoncelli a Ballarò a dirci che sì, che nonostante la manovra Salva-Italia e Cresci-Italia (entrambe Ammazza Italia) il suo indice di gradimento è quasi al 50%. Idem sulle grandi testate nazionali. Peccato però che la fotografia del paese reale sia un'altra. Non si è mai visto tante categorie del mondo del lavoro scendere in scioperi ad oltranza come da quando c'è lui: tassisti, autotrasportatori, camionisti, gestori delle pompe di benzina, avvocati, notai, forse anche commercialisti... E non bastassero questi c'è il Movimento dei Forconi che si era già distinto in Sardegna che ora paralizza la Sicilia e si allarga alla Penisola. Come minimo occorre dire che c'è un gap: piace in tv presso i sondaggisti, piace in Parlamento ai politici (ex governo, opposizione, centristi, Idv, Sel, con eccezione della Lega) che si sono volontariamente fatti da parte per "lasciarlo lavorare", piace alle cancellerie Ue, alla Merkel, Sarkò e pure a Cameron. Ma una cosa è certa: non piace affatto alle sue vittime che sono gli Italiani. Quelli il cui benessere è il risultato del loro darsi da fare. Insomma, quelli che, per dirla senza eufemismi, si fanno un mazzo così.
Queste citate categorie sanno perfettamente che le parole sono una cosa (liberalizzazioni), ma i fatti sono un'altra: espropri e subordinazioni alle grandi multinazionali. E lo avvertono a pelle. Il resto degli Italiani, lo verifica nella busta paga e nella pensione. Lo verifica nella vita che è costretta a fare giorno per giorno.
In quell'Italia che è sempre stato il paese degli scioperi organizzati dalla Trimurti i quali non si sono mai fatti scrupolo di "prendere in ostaggio" i cittadini con pesanti disagi, non è mai venuto in mente a nessuno di avviare "la precettazione". Perché? perché quel tipo di scioperi erano perfettamente funzionali ai disegni governativi. Ora invece che le categorie rischiano la loro stessa esistenza, di che si parla? Tié: ma di precettazione.
Ancora sul Movimento dei Forconi. E' da parecchio che esiste e che si è già reso visibile in manifestazioni a Roma contro Equitalia, nello zittificio mediatico più assordante. In Sicilia stanno lottando duramente e ora di che si parla? Ma di infiltrazioni "fasciste" da parte di Forza Nuova, di infiltrazioni "comuniste" e ovviamente di "infiltrazioni mafiose". Intanto l'Italia è paralizzata dagli autotrasportatori che rivendicano (e giustamente) non benefit o prebende ministeriali, ma il ribasso dei prezzi delle accise a livelli di paese nordeuropei, dato che siamo i soli ad avere le più elevate tariffe di carburante.
E ora arrivano pure i pescatori da tutta Italia. Lottano contro quel caro gasolio che impedisce ai loro pescherecci di prendere il largo. Da tempo lamentano l'iniquità delle leggi Ue contro la "paranza" ovvero quella frittura mista che non si può più pescare perché non omologata ai dettami di Bruxelles. Lottano contro gli Euroburocrati ottusi che li costringono a tenere un "diario di bordo" e una sorta di patente a punti a seconda dei pesci che pigliano trasformandoli in poveri travet, e contro le Banche che non concedono prestiti all'industria ittica. Per tutta risposta, si sono presi una gragnuola di randellate nelle costole dalla polizia messa lì dalla Cancellieri per difendere i terminator non eletti. Questo il filmato.