SS Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Lega reca al proprio interno molte anime e l'idea di fare di Salvini un leader indiscusso secondo un metodo utopicamente "leninista" può stare in piedi solo nella misura in cui il partito stravince fino a sfondare e sbaragliare definitivamente la sinistra. Come ho già scritto, alle elezioni regionali è andata bene ma non c'è stata la mitica spallata e le ragioni di ciò le abbiamo già analizzate: i (post)comunisti avrebbero fatto carte false (e non è escluso che le abbiano fatte) pur di non perdere la Toscana, il secondo importante feudo rosso con L'Emilia-Romagna. Non per nulla, è sceso in Toscana Bonaccini a dare una mano.
Tuttavia, non era finita ancora la conta dello spoglio delle schede, che già Giancarlo Giorgetti, attuale responsabile leghista per gli Esteri, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera del 23 settembre a firma Francesco Verderami destinata a far parlare. Iniziativa questa, che l'indomani delle elezioni trovo personalmente riprovevole. Perché Giorgetti ha preferito parlare all'organo dei poteri forti invece che riunire il partito per un approfondimento sui risultati del voto e parlarne tra i suoi? «In Europa, non aver votato la mozione contro il dittatore Lukashenko è stato un errore strategico», ha dichiarato Giorgetti. Il partito è “additato pubblicamente nella plenaria dell’Europarlamento tra «i populisti che stanno con Putin» e colpito da “ostracismo”. Da notare che la Lega si limitò ad astenersi e non a votare contro, obbedendo al legittimo principio della non ingerenza negli affari interni ad una nazione ed a un popolo. Bisognava per forza tutti quanti intrupparsi contro Lukashenko?
E' nata già una fronda all'interno del Carroccio se altri "autorevoli leghisti" (secondo il Corsera) vanno dietro al Giorgetti affermando: «Se vorremo in futuro governare, Matteo dovrà incontrare Draghi e poi chiedere l’iscrizione al Ppe»? Ma lo sanno chi è e cosa ha fatto il PPE, i cosiddetti "giorgettiani"? E' il partito eurocratico, pro austerity ed immigrazionista della Merkel e di Ursula von der Leyen. Volendo allargare il campo delle referenze, anche quello di Manuel Barroso, attuale membro di spicco di Goldman Sachs. Se la Lega entra nel PPE, addio definitivo propositi di sovranità, di sovranismo, di identità e nel tempo anche di indipendenza dalla gabbia eurocratica. Qui l'intervista integrale:Quindi, “se vorremo in futuro governare”, dice Giorgetti, bisogna “ricostruire un rapporto più stretto e non conflittuale con l’establishment europeo”.
Salvini che ho votato, avrà pure i suoi difetti e le sue carenze, come un eccesso di ingenuità, di superficialità e di piacioneria, ma ha pur sempre doti di simpatia e di comunicazione. Inoltre non dimentichiamo che ha portato un partito ridotto al 4% ad essere il primo partito più numeroso d'Italia. Su Giancarlo Giorgetti, scontroso schivo e incapace di vero dialogo, invece ho sempre nutrito delle riserve. Appartiene alla vecchia guardia leghista bossiana e maronita della politica politicante. Pensa di fare l'Eminenza grigia e come tutti i bocconiani si sente molto intelligente, anche se poi tiene un basso profilo e non è un grande parlatore. Io lo chiamo "il Machiavello della palude Brabbia" per il suo carattere ombroso e perché vive a Cazzago Brabbia, un paesino del varesotto dove c'è una palude di una certa importanza faunistica. Non aiutano a dissipare le ombre, la sua parentela con Massimo Ponzellini, il banchiere allievo, amico e assistente di Prodi quando fu ministro dell'Industria e Commercio, del quale Giorgetti è cugino. E per completare il quadro, non mi piacque per nulla nella circostanza dell'attacco livoroso di Conte contro Salvini il 21 agosto 2019 quando avvennero le sue dimissioni dal governo. Finito l'attacco frontale maramaldesco di Conte, Giorgetti, allora Sottosegretario governativo, dagli scranni sottostanti si alzò, e gli diede la mano. Ho cercato quel video su You tube, ma ho trovato solo questo su Sky TG24, dove lo si vede per un momento in quel miserabile gesto di porgergli la mano, un gesto di visibile piaggeria verso il potente di turno (video). L'identikit giorgettiano si completa ricordando che fu pure un membro della Commissione dei Saggi nominati da Giorgio Napolitano. Da chi era composta la cosiddetta "commissione dei saggi"? Dieci personaggi, quasi tutti del Pd con l'eccezione di quel Moavero Milanesi già ministro del governo Monti e dello stesso Giorgetti. Qui troverete l'elenco degli esimi personaggi alla corte di Re Giorgio :
https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/30/dieci-saggi-nominato-da-napolitano-schede/547507/
Temo che proposte come quelle di Giorgetti, il quale si conferma sempre più il trait-d'union con i poteri forti, servano solo a far tornare la Lega a percentuali risibili, magari con "governissimi " camaleontici e trasformistici alla Conte. Visto però che un bis-Conte ormai purtroppo c'è, nessuno si interesserebbe ad una terza variegata coalizione, anche se di stampo nordista.
Il punto che Giorgetti non ha capito, è che ci sono in giro già troppi partiti pro-euro, pro-immigrazione, pro austerity, a prescindere. Perciò, o si varia l'offerta, o finiranno col dividersi le briciole.
Salvini per ora smentisce l'ingresso nel PPE, ma le motiviazioni , a seguito delle pressioni ricevute (non c'è solo quella di Giorgetti, ma anche quelle di Berlusconi), mi paiono alquanto debolucce. Domanda N.1: è vero che la Lega lascerà il gruppo sovranista della Le Pen con cui è seduta al Parlamento Europeo? E per sedersi con quale altro gruppo?
Senza contare che poi non si va nel salotto della D'Urso a fare di queste rassicurazioni se si vuole essere credibili. Sappia però, che così facendo, senza dare vere garanzie e con questo strano tira e molla del poliziotto buono e di quello cattivo, si gioca il suo elettorato. E che può ringraziare Conte e Mattarella che non ci facciano votare. La traversata nel deserto sarà ancora lunga, ma bisogna imparare a gestirla al meglio. I 5 stelle iniziarono la loro parabola discendente, proprio quando lasciarono Farage per votare per la von del Leyen.