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29 September 2020

Il Giorgettismo. Realismo o resa politica?

 

SS Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. La Lega reca al proprio interno molte anime e l'idea di fare di Salvini un leader indiscusso secondo un metodo utopicamente "leninista" può stare in piedi solo nella misura in cui il partito stravince fino a sfondare e sbaragliare definitivamente la sinistra. Come ho già scritto, alle elezioni regionali è andata bene  ma non c'è stata la mitica spallata e le ragioni  di ciò le abbiamo già analizzate: i (post)comunisti avrebbero fatto carte false (e non è escluso che le abbiano fatte) pur di non perdere la Toscana, il secondo importante feudo rosso con L'Emilia-Romagna. Non per nulla, è  sceso in Toscana Bonaccini a dare una mano.  

Tuttavia,  non era finita ancora la conta dello spoglio delle schede, che già Giancarlo Giorgetti, attuale responsabile leghista per gli Esteri, ha rilasciato un'intervista al Corriere della Sera  del 23 settembre a firma Francesco Verderami destinata a far parlare. Iniziativa questa, che l'indomani delle elezioni trovo personalmente riprovevole. Perché Giorgetti ha  preferito parlare all'organo dei poteri forti invece che riunire il partito per un approfondimento sui risultati del voto e parlarne tra i suoi?  «In Europa, non aver votato la mozione contro il dittatore Lukashenko è stato un errore strategico», ha dichiarato Giorgetti. Il partito è “additato pubblicamente nella plenaria dell’Europarlamento tra «i populisti che stanno con Putin» e colpito da “ostracismo”.  Da notare che la Lega si limitò ad astenersi e non a votare contro, obbedendo al legittimo principio della non ingerenza negli affari interni ad una nazione ed a un popolo. Bisognava per forza tutti quanti intrupparsi contro Lukashenko? 

E' nata già una fronda all'interno del Carroccio se altri "autorevoli leghisti" (secondo il Corsera) vanno dietro al Giorgetti affermando: «Se vorremo in futuro governare, Matteo dovrà incontrare Draghi e poi chiedere l’iscrizione al Ppe»? Ma lo sanno chi è e cosa ha fatto il PPE, i cosiddetti "giorgettiani"? E' il partito eurocratico, pro austerity ed immigrazionista della Merkel e di Ursula von der Leyen. Volendo allargare il campo delle referenze, anche quello di Manuel Barroso, attuale membro di spicco di Goldman Sachs. Se la Lega entra nel PPE, addio definitivo propositi di sovranità, di sovranismo, di identità e nel tempo anche di indipendenza dalla gabbia eurocratica. Qui l'intervista integrale:

https://www.corriere.it/politica/20_settembre_23/lega-giorgetti-avverte-mai-piu-errori-come-nostro-voto-lukashenko-82f24a3c-fddd-11ea-a13a-1a7326323030.shtml

Quindi, “se vorremo in futuro governare”, dice Giorgetti, bisogna “ricostruire un rapporto più stretto e non conflittuale con l’establishment europeo”.

Salvini che ho votato,  avrà  pure i suoi difetti e le sue carenze, come un eccesso di ingenuità, di superficialità e di piacioneria, ma ha pur sempre doti di simpatia e di comunicazione. Inoltre non dimentichiamo che ha portato un partito ridotto al 4% ad essere il primo partito più numeroso d'Italia.  Su Giancarlo Giorgetti, scontroso schivo e incapace di vero dialogo, invece ho sempre nutrito delle riserve. Appartiene alla vecchia guardia leghista bossiana e maronita della politica politicante. Pensa di fare l'Eminenza grigia e come tutti i bocconiani si sente molto intelligente, anche se poi tiene un basso profilo e non è un grande parlatore. Io lo chiamo "il Machiavello della palude Brabbia"  per il suo carattere ombroso e perché  vive a Cazzago Brabbia, un paesino del varesotto dove c'è una palude di una certa importanza faunistica. Non aiutano a dissipare le ombre, la sua parentela con Massimo Ponzellini, il banchiere allievo, amico e assistente di Prodi quando fu ministro dell'Industria e Commercio,  del quale Giorgetti è cugino. E per completare il quadro, non mi piacque per nulla nella circostanza dell'attacco livoroso di Conte contro Salvini  il 21 agosto 2019 quando avvennero le sue dimissioni dal governo. Finito l'attacco frontale maramaldesco di Conte, Giorgetti, allora Sottosegretario governativo, dagli scranni sottostanti si alzò, e gli diede la mano. Ho cercato quel video su You tube, ma ho trovato solo questo su Sky TG24, dove lo si vede per un momento in quel miserabile gesto di porgergli la mano, un gesto di visibile piaggeria verso il potente di turno (video). L'identikit giorgettiano si completa ricordando  che fu pure un membro della Commissione dei Saggi nominati da Giorgio Napolitano. Da chi era composta la cosiddetta "commissione dei saggi"? Dieci personaggi, quasi tutti del Pd con l'eccezione di quel Moavero Milanesi già ministro del governo Monti e dello stesso Giorgetti. Qui troverete l'elenco degli esimi personaggi alla corte di Re Giorgio : 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03/30/dieci-saggi-nominato-da-napolitano-schede/547507/

Temo che proposte come quelle di Giorgetti, il quale si conferma sempre più il trait-d'union con i poteri forti, servano solo a  far tornare la Lega a percentuali risibili, magari con "governissimi " camaleontici e trasformistici  alla Conte. Visto però che un bis-Conte ormai  purtroppo c'è, nessuno si interesserebbe ad una terza variegata coalizione, anche se di stampo nordista.

Il punto che Giorgetti non ha capito, è che ci sono  in giro già troppi partiti pro-euro, pro-immigrazione, pro austerity, a prescindere. Perciò, o  si varia l'offerta, o  finiranno col dividersi le briciole. 

Salvini per ora smentisce l'ingresso nel PPE, ma le motiviazioni , a seguito delle pressioni ricevute (non c'è solo quella di Giorgetti, ma anche quelle di Berlusconi), mi paiono alquanto  debolucce. Domanda N.1: è vero che la Lega lascerà il gruppo sovranista della Le Pen con cui è seduta al Parlamento Europeo?  E per sedersi con  quale altro gruppo?

Senza contare che poi non si va nel salotto della D'Urso a fare di queste rassicurazioni se si vuole essere credibili. Sappia però, che così facendo, senza dare vere garanzie e con questo strano tira e molla del poliziotto buono e di quello cattivo,  si gioca il suo elettorato. E che può ringraziare Conte e Mattarella  che non ci facciano votare. La traversata nel deserto sarà ancora lunga, ma bisogna imparare a gestirla al meglio.  I 5 stelle iniziarono la loro parabola discendente,  proprio quando lasciarono  Farage  per votare  per la von del Leyen. 

 



24 September 2020

Disco verde istituzionale all'iconoclastia





Sottomissione. Submission. E la sottomissione culturale ci  arriva pure per legge. La vergogna nazionale è  stata appena servita alla Camera. "Il parlamento , con un voto antinazionale, rinuncia al patrimonio artistico e culturale dell’Italia. Solo con un governo Pd-Cinque stelle si poteva concludere la resa dell’identità all’Islam e chissà perché neppure ce ne meravigliamo più. La Camera, dopo il Senato, ha approvato la «Convenzione di Faro». In pratica, siamo pronti a cancellare ogni traccia di identità e tradizione per non disturbare lo sguardo altrui". ( fonte: Il Tempo ) . 

Convenzione di Faro? Curioso nome portatore di luce per un'iniziativa parlamentare invero portatrice di tenebre e di oscurantismo. 

Non sono lontani i tempi in cui Franceschini nel governo Renzi (allora come oggi ministro dei Beni Culturali) portava a spasso il premier iraniano  Rouhani tra le statue capitoline che coprivano le pudenda per non creare turbamento ai turbanti in visita nel nostro paese . 

"L’atto approvato dal Parlamento arriva a censurare la nostra arte se altri se ne sentono offesi. I monumenti in Italia ci pensa il Parlamento ad abbatterli. Onorevoli black matters... Chissà se mentre la maggioranza votava l’abominio, qualcuno dei suoi deputati rifletteva su quello che stava facendo in danno della Nazione italiana". (fonte cit.). 

Siamo ormai giunti a sopportare la polizia culturale ed anti-artistica, come avviene nei peggior regimi dittatoriali e nessuno se ne scandalizza e se ne  indigna più. Finestra di Overton dopo finestra di Overton siamo giunti all'assuefazione e al capolinea. 
 È questo uno dei provvedimenti previsti dalla discussa convenzione di Faro, approvata ufficialmente ieri dalla Camera dei deputati con i 237 voti favorevoli della maggioranza giallorossa Pd-M5s , 119 contrari e 57 astenuti. 
E chi sarebbero questi astenuti? Qualcuno è in grado di fare tanto di  nomi e cognomi? Non ci si astiene su principi non negoziabili come questi. Tanto più che sommati ai contrari, avrebbero fatto la bella cifretta di 276 e battuto sonoramente gli "Onorevoli Black Lives Matter" della maggioranza.  
Poi anche se la schiacciante legge sui numeri dovesse aver la meglio, si alzano le barricate, si prendono iniziative al di fuori del Parlamento, ci si deve mobilitare -  cosa che spero accada quanto prima. Non si possono accettare simili porcherie da un governo che si fa dettare l'Agenda parlamentare dai circoli radicali dem d'Oltreatlantico & affini, creando dei precedenti di destabilizzazione socio-culturale pericolosissimi. Magari con esaltati e fanatici che brandiscono mazze e piccozze per andare ad abbattere e a vandalizzare quanto di Bello e di Sublime è stato edificato nei secoli. 

Franceschini mette il burqa anche ai monumenti 


"Si sancisce all’articolo (16) che “limitazioni all’esercizio del patrimonio culturale” sono necessarie “in una società democratica per il rispetto del diritto altrui”. La Convenzione di Faro arriva a definire procedure di conciliazione per gestire i casi di “offesa monumentalistica”; ovvero, il patrimonio culturale italiano dovrà essere assoggettato ad una sorta di mediazione con la “controparte”. “È il velo dell’estremismo islamista che cala su Occidente ed Europa". 





Così conclude il Tempo, l'unico giornale che non ha usato la langue de bois del politicamente corretto e corrotto. Il PD e il M5S si confermano  sempre più degli agenti provocatori di eventuali scontri di civiltà nel nostro Paese. 

S. Pacifico frate (ma qui c'è poco da essere pacifici)

Post sullo stesso tema: 
 

20 September 2020

Votare non basta ma è qualcosa



Questa mattina mi sono recata al seggio per il mio NO alla schiforma  demagogica voluta dai 5 stelle della quale ho già dato conto nel post del 3 settembre scorso (Le ragioni del NO e il suicidio assistito del Parlamento). 
Mascherina, gel all'ingresso e gel pure nell'auletta del voto, matita sanificata, scrutatori imbranati che dopo il voto hanno confuso il mio certificato elettorale e la mia carta di identità con i documenti di un'altra signora elettrice.  Me ne sono accorta subito prima di cacciarli in borsa. Meno male che ho ritrovato la signora davanti  all'uscita  della scuoletta che guardava perplessa documenti non suoi. Gli altri giovani scrutatori stavano lì impassibili come baccalà e manco si sono scusati per aver causato la confusione. Tra i tanti nefasti effetti della lunga quarantena imposta, c'è anche  quello di  gente inetta, imbranata e non più capace di svolgere al meglio i propri compiti. 

Sono stata subissata da scettici che mi citano la frase attribuita a Mark Twain "Se votare servisse a qualcosa non ce lo farebbero fare". Mai come oggi dove ci impongono governi "tecnici" (Monti, Letta, Renzi, Gentiloni), governi di emergenza nazionale e sanitaria (Conte bis), mi sembra una frase stupida e vuota. Alla quale rispondo puntualmente: "E difatti non ce lo fanno fare, non te ne sei accorto?"

No, non se ne sono accorti. In caso contrario non mi sbandiererebbero con una certa sicumera la frasetta di cui sopra. In compenso ogni anno ci sono tante piccole mini-elezioni di rinnovi comunali e regionali a cui in mancanza di elezioni vere e di un  presidente del  Consiglio vero, che sia espressione del popolo e  che non venga imposto da manovre di corridoio quirinalizio, siamo costretti a proiettarvi sopra più aspettative del dovuto. Ora il tormentone è "se l'opposizione si prende le regioni interessate al voto amministrativo (Liguria, Toscana, Valle d'Aosta, Veneto, Marche, Puglia, Campagna), il governo Conte si deve dimettere". 

Non lo farà, poiché Giuseppi ha già messo le mani avanti e, memore dell'errore di D'Alema (correva l'anno 2000), il quale fu convinto di vincere alle regionali caricandole di significato politico al punto da promettere che si sarebbe dimesso se il sentimento popolare scaturito dalle urne fosse stato in contrasto con lo spirito del suo governo, ora si guarda bene dal ripetere lo stesso errore. Analogamente fece Renzi col referendum del 2016: promise le sue dimissioni e mantenne (una volta tanto) la promessa. Giuseppi è un furbastro che impara in fretta dagli errori dei suoi predecessori. Specie quando c'è da preservare la poltrona. 

Una fregatura però questo quesito referendario senza quorum ce l'ha. Hanno tolto persino all'astensione il suo  legittimo significato di protesta. Non andrete a votare per protesta nei confronti delle isituzioni? Tanto peggio per voi: che ci sia o non ci sia un alto indice di  astensione, il risultato sarà considerato quello che emerge dallo spoglio. Il SI, varrà sì, anche se risicato. Il NO varrà NO. 

Ma c'è un altro sospetto. I 5 stelle sembrano costretti al SI' per demagogico  "spirito di coerenza" (come quello dei vitalizi e del reddito di cittadinanza),  ma è certo che se dovesse prevalere quel NO che ha tutte le sue buone ragioni per esserci, non si strapperanno certamente i vestiti per la disperazione di rimanere a scaldare gli scranni e a  fruire comodamente della lotteria su cui stanno seduti. Ecco perché ha un senso l'articolo di Veneziani comparso venerdì 18 settembre scorso sulla Verità

In ambienti leghisti mi è filtrata una notizia da un'amica a proposito di Salvini  e il suo SI' fatto "per spirito di coerenza" ai tempi del governo gialloverde, su una legge che firmò per ben tre volte in Parlamento. "Ma è un SI' che significa NO", mi ha chattato l'amica in questione su WhatsApp.

 "Inoltre è anche una strategia astuta: se tiene un basso profilo sul tema, non scatena antagonismi e cordate di tutta la  sinistra contro la sua persona".

Beh, avete capito? Alla fine prevale il calderone delle streghe di Macbeth: il Brutto è Bello, il Bello è Brutto. E per parafrasare a tempi più recenti, il vero è falso e il falso è vero. Come il SI' che significa NO, e come il NO che significa SI'.  Lunedi avranno vinto tutti, come al solito.

Forse cadranno le roccheforti regionali del PD, ma è poco probabile che cada Conte.  Perché troppi sono gli interessi dei boiardi di stato che lo sostengono con la flebo. Vedere il Dagoreport

BUROCRATI, ACCADEMICI, FUNZIONARI, DIPLOMATICI, MILITARI E BOIARDI
2. I FEDELISSIMI DEL CONTE-POWER HANNO SCATENATO UNA GUERRA NELLA DIPLOMAZIA (BENASSI, BELLONI, SEQUI, VARRICCHIO), NEI SERVIZI SEGRETI (VECCHIONE, MANCINI, CARTA, PARENTE, MASSAGLI) E NELL'AMMINISTRAZIONE DELLO STATO (CHIEPPA, GORACCI, BUSIA).

Votare è qualcosa, ma non basta. Che è l'esatto contrario del titolo del mio post. 

Giorno di S. Eustachio Placido martire

15 September 2020

Primo giorno di scuola



Un dì mi ci portarono
e mi lasciaron là,
come un meschino passero
che ancor volar non sa.


Vociavano e ridevano
i bimbi intorno a me;
io cominciai a piangere
senza saper perché.


Questa filastrocca di Lina Schwarz un po' demodée serve a ben delineare l'ansia da separazione che hanno i bambini più piccoli di fronte alla scuola quando ancora rappresenta per loro un ambiente inesplorato. Immaginatevi oggi la scuola covidiota quali danni riesce a procurare con i protocolli di distanziamento, di igienizzazione delle mani, degli indumenti, di mascheramento dei volti. Una mia lontana parente deve lasciare il bambino di quattro anni davanti all'uscio della scuola materna che ora chiamano "scuola d'Infanzia".  Le scarpe vanno cambiate, lo zainetto e il giubbino si mettono in posto asettico, le madri devono allontanarsi in fretta e consegnare il piccolo fagottino (magari in lacrime) alla maestra. Va aggiunto che prima di portarlo alla materna devono prelevargli la febbre. Nello stesso tempo, l'uscita dei genitori è  prevista in altra parte dell'edificio, in modo da non vedere la classe e quindi il gruppo-classe in azione. Insomma, dal racconto e dalla testimonianza testé ascoltata, è un vero delirio. 
Come è noto, il governatore della Liguria  Giovanni Toti ha fatto pubblicare la foto di una scuola  elementare di Genova dove i bambini sono in ginocchio  intenti a scrivere per mancanza di banchi.  Poi ce ne sono altre di studenti di scuole superiori di altre realtà regionali che  sono costretti a scrivere sulle ginocchia tenendo un cartoncino o tavoletta rigida  che però sono obbligati a portarsi da casa.


Toti denuncia la Azzolina i suoi ritardi, il tempo di sei mesi sprecato in lungaggini e in annunci, i sacrifici richiesti ai bambini durante la clausura, ma uno zelante dirigente scolastico minimizza e dice che i ragazzi stavano semplicemente giocando. A voi cosa sembra? Che come minimo si voglia fare di necessità virtù. 


Intanto per la serie che dobbiamo essere rispettosi dell'ambiente ecco la fotografia dei banchi vecchi da smaltire. L'affare dei banchi si è già aperto con un giallo.  Una delle undici aziende che ha vinto l’appalto, per esempio, si è poi rilevata non consona: si occuperebbe in realtà di eventi. Per questa ragione, (r)assicura Invitalia, "il contratto con la Nexus made Srl per la fornitura dei banchi ad altezza variabile non è stato mai perfezionato". Qui sul Giornale in dettaglio, il giallo dei banchi.  Inoltre come mai sono stato consegnati solo l'8% dei banchi  previsti, tra quelli a rotelle tanto sbandierati e promessi da tempo?
Tra le 10 e le 20.000 aule non sono ancora disponibili e mancano 10.000 bidelli all'appello. Serviranno tra 60 e 200.000 supplenti e mancano i soliti insegnanti di sostegno per bambini portatori di handicap che per il momento, sono stati respinti e segregati in casa con le famiglie. Ma non era la sinistra quella dell ' "antisegregazionismo" e delle "pari opportunità"?  


I vecchi banchi nel migliore dei casi, sono stati segati in due per farne un banchetto monoposto. Pensate quale saggezza salomonica! prendere un banco e dividerlo i due pezzi.  Quanti compagni di banco sono rimasti amici a lungo ben oltre la scuola? Tanti.  Perché è a scuola che si creano le prime amicizie e le prime allegre combriccole. Combriccola?!? Ohibò! 

E' "assembramento" da deprecare con forza. Inutile dirvi che questo termine lo trovo altamente detestabile e  del tutto inappropriato a indicare ogni momento di normalissima socievolezza tra esseri umani (in questo caso, i  ragazzi).
La Nuova Squola Azzolinica non avrà un compagno di banco, non avrà  allegre brigate di studenti e alunni, ma compagni di scuola che non potranno parlarsi che da lontano possibilmente  col volto mascherato.  Senza contare che pende sempre la spada di Damocle del "positivo" al tampone. Franco Locatelli (quello che parla come un robot ed è presidente del Consiglio Superiore di Sanità) si è già portato avanti con la politica dello scaricabarile per il tramite  della sua ambigua raccomandazione: "Gli alunni saranno resi consapevoli che essere responsabili nel comportamento significa proteggere i loro amati nonni".
Capito l'antifona?  Ne basta uno per mettere l'intera classe in quarantena. Come basta un solo insegnante a mettere in quarantena le classi e pure l'intero edificio scolastico. Sicché"la didattica a distanza" è ancora un'opzione possibile. Ma una didattica che si autodefinisce  "a distanza" è una contraddizione in termini e sappiamo bene come è già andata nei  mesi del confinamento. In realtà si tratta di una non-scuola che declina ogni istanza educativa. Suo fine ultimo è eliminare la scuola in quanto tale il cui caposaldo si regge proprio sulla dialettica docente-discente. Perciò, i professori "terrorizzati dal virus" sono avvertiti:  starsene a casa per la paura dell'epidemia, accelererà quanto prima la fine del loro ruolo istituzionale. 

L'Azzolina si commuove per l'apertura della scuola: "Come Ulisse torniamo alla nostra Itaca"

Ho letto che l'Azzolina si è messa a piangere per la commozione dovuta al suo essere riuscita a garantire l' apertura il 14 settembre, paragonandosi a Ulisse che torna a Itaca.
Ha fatto bene, perché se le cose stanno così,  c'è solo da piangere.  E del resto le lacrime amare della ministra hanno un  famigerato antefatto: quelle di coccodrillo di Elsa Fornero. Idem per la Bellanova e la sua pessima legge sugli immigrati, di cui si è pure commossa. 
Quando una ministra la butta in lacrime è sempre un pessimo segno.

 Giorno della B.V. Maria Addolorata

12 September 2020

Agamben, il filosofo d'eccezione


In questa notte oscura che sembra non voler mai finire, in questa sospensione da ogni normalità e libertà  il libretto di 100 pagine di Giorgio Agamben dal titolo "A che punto siamo?" col sottotitolo "L'epidemia come politica", è un vero e proprio breviario da tenere sul comodino. Niente di nuovo che non si possa reperire in rete nel sito Quodlibet (è anche la sua casa editrice) che ci ha tenuto compagnia durante il duro confinamento. Ma intanto, col cartaceo c'è il piacere di sfogliarlo, di leggerlo e rileggerlo  e di sentirsi confortati rispetto al marasma di imbecilli in cerca di visibilità, che latrano idiozie. E quando qualcuno ben esprime  idee che collimano con le nostre (o per lo meno, con le mie) , ci sembra di avere gli strumenti per difenderle meglio. Naturalmente c'è stata una pioggia di critiche e polemiche contro i suoi punti di vista circa l'epidemia, nonostante che Agamben (ha origini armene) sia un filosofo molto tradotto e seguito anche all'estero dove ha avuto numerosi incarichi accademici. Lo hanno accusato di "minimizzare", di sottovalutare l'epidemia, anche se non hanno osato tacciarlo  apertamente di "negazionista" (il termine più in voga ad uso pennivendoli lobotomizzati). Con il gusto tipico di un paese pavido e di un popolo impaurito,  il Coraggioso deve per forza di cose venire sminuito e  capitolare, affinché possano sentirsi tutti uguali, sprofondati  nello stesso strame.
 L'occhio di Agamben è lucido e spietato, mai sbarrato dalla paura, quella che mangia l'anima e ottunde i cervelli. A proposito, il Corriere  della Sera ha rifiutato un suo articolo dal titolo "A che punto siamo?", quesito che poi dà pure il titolo al volumetto. Chiedetevi il perché. Nel libriccino troverete invece interviste di giornali stranieri (svedesi, tedeschi), curiosi di porgli quesiti  di grande rilevanza filosofica, politica e sociale che invece i nostri gazzettieri ignorano e  snobbano.
Ecco in sintesi alcuni dei suoi temi ricorrenti;

Stato d'eccezione. Concetto non nuovo già analizzato da Carl Schmitt e da Foucault

"Quel che definisce, però, la Grande Trasformazione che essi cercano  di imporre è che lo strumento che ha resa formalmente possibile non è un nuovo canone legislativo, ma lo stato d'eccezione, cioè la pura e semplice sospensione delle garanzie costituzionali. In questo essa presenta dei punti di contatto con quanto avvenne nella Germania del 1933 , quando il neo cancelliere Adolf Hitler , senza abolire formalmente la costituzione di Weimar, dichiarò uno stato d'eccezione che durò dodici anni".

Epidemia. "Si direbbe che, esaurito il terrorismo come causa dei provvedimenti d'eccezione, l'invenzione di un'epidemia possa offrire il pretesto ideale per ampliarli oltre ogni limite".

Paura. "L'altro fattore non meno inquietante, è la condizione di insicurezza e  paura che in questi anni si è diffusa nelle coscienze degli individui e che si traduce in un vero e proprio stato di panico collettivo, al quale l'epidemia offre ancora una volta un pretesto ideale".

Rapporti umani. "Ancora più tristi delle limitazione della libertà implicite nelle disposizioni , è a mio avviso, la degenerazione dei rapporti fra gli uomini  che essi possono produrre. L'altro uomo, chiunque egli sia, anche se una persona cara, non deve essere avvicinato  né toccato e occorre anzi mettere fra noi e lui, una distanza che secondo alcuni è di 1 metro, ma secondo altri dovrebbe essere di 4, 5".

Stato di emergenza. "Una società che vive un perenne stato di emergenza non può essere una società libera. Noi di fatto viviamo in una società che ha sacrificato la libertà alle cosiddette "ragioni di sicurezza".

Distanziamento sociale. "Benché ci siano come ogni volta accade, gli stolti che suggeriscono che una tale situazione si può senz'altro considerare positiva e che le nuove tecnologie digitali permettono di comunicare  felicemente a distanza, io non credo che una comunità fondata sul "distanziamento sociale" sia umanamente e politicamente vivibile".

Domanda N.1 ( il primo degli interrogativi etici).
"Il primo punto forse il più grave, concerne i corpi delle persone morte. Come abbiamo potuto accettare, soltanto in nome di un rischio  che non era possibile precisare, che le persone che ci sono care e degli esseri umani in generale, non soltanto morissero da soli, ma che - cosa che non era mai avvenuta prima  nella storia da Antigone a oggi - che i loro cadaveri fossero bruciati senza un funerale?".

Chiesa." Innanzitutto la Chiesa che facendosi ancella della scienza, ormai divenuta la vera religione del nostro tempo, ha radicalmente rinnegato i principi più essenziali. La Chiesa sotto un papa che si chiama Francesco, ha dimenticato che Francesco abbracciava i lebbrosi. Ha dimenticato che una delle opere di misericordia è quella di visitare gli ammalati".

Nuda vita. "La prima cosa che l'ondata di panico  che ha paralizzato il paese mostra con evidenza è che la nostra società non crede più in nulla se non nella nuda vita. (...) La nuda vita - e la paura di perderla - non è qualcosa che unisce gli uomini, ma li acceca e li separa".

Biosicurezza. "Dopo che la politica era stata sostituita dall'economia, ora anche questa per poter governare dovrà essere integrata con il nuovo paradigma di biosicurezza, al quale tutte le altre esigenze dovranno essere sacrificate.
Il paradigma della biosicurezza non è temporaneo. Le attività economiche riprenderanno e stanno già riprendendo e le misure di limitazione del movimento cesseranno, almeno in buona parte. Quello che resterà è il distanziamento sociale".

Fine della democrazia. "Stiamo vivendo la fine di un'epoca nella storia politica dell'Occidente, l'età delle democrazie borghesi, fondate sulle costituzioni, sui diritti, sui parlamenti e sulla divisione dei poteri. (...)
Con la  cosiddetta pandemia  è stato mosso un passo ulteriore, nel senso che quello che i politologi americani chiamano Security State, Stato di sicurezza, che si fondava sul terrorismo, ha ceduto ora il posto a un paradigma di governo che si chiama "biosicurezza", che si fonda sulla salute".

Il diritto alla Verità. "Come in tutti i momenti di emergenza, vera o simulata, si vedranno nuovamente gli ignoranti calunniare i filosofi e le canaglie trarre profitto dalle sciagure che esse stesse hanno provocato. Tutto questo è già avvenuto e continuerà ad avvenire, ma coloro che testimoniano per la verità non cesseranno di farlo, perché nessuno può testimoniare per il testimone".

Qui una sua interessante video-intervista, riassuntiva delle sue tematiche :



 Giorno del SS. Nome di Maria


06 September 2020

Sbatti il Positivo in prima pagina!


In pochi mesi abbiamo perso secoli di civiltà e di diritti sociali ed umani. E pochi se ne rendono conto. E' stato l'infettivologo Matteo Bassetti a lanciare l'allarme sull'abuso di sensazionalismo, delle indiscrezioni, intrusioni e pettegolezzi relativi ai colpiti dal virus. Anni e anni di riservatezza e deontologia a tutela dello stato di salute del malato, buttati improvvisamente nella pattumiera, in nome di una glasnost (trasparenza nel termine sovietico) che altro non è che un'accanita caccia all'untore. Lo si è ben visto con tutta l'orrenda cassa di risonanza data allo stato di positività di Flavio Briatore,di Berlusconi e  pure della sua famiglia e figli. Un vero schifo! I media hanno urgenza di alzare il livello di allarme e di mostrare "Vedete? il virus c'è ed è inutile negarlo e minimizzarlo, perché ora anche i ricchi piangono". E se vengono colpiti i più ricchi, quelli che possono permettersi cure di alto livello, significa che è vero. Pertanto svolazzano gufi, corvi e jettatori menagrami che augurano la morte a Briatore (dopo aver lanciato falsità sul conto della vera diagnosi di infiammazione alla prostata tradotta e contrabbandata semplicisticamente nel solito Covid) e a Berlusconi per poter colpire indirettamente anche Zangrillo ("il medico dei ricchi", secondo il pensiero comunistoide più ottuso) e indicarlo come un medico conta palle reo di aver minimizzato il virus.
In particolare, c'è una parassita mediatica onnipresente in tv, che aspirerebbe a fare la Sgarbi con le tette (anzi, le tettone sempre messe generosamente in vista), particolarmente stronza, arrogante nonché ignorante. Una Sgarbotta de borgata senza avere, ovviamente, la cultura né l'eloquio dell'originale a cui vorrebbe ispirarsi. L'avrete riconosciuta: lei crede di saperne di più di medici che vivono tra le corsie e le sale di rianimazioni perpetue e non perde occasione per attaccarli. E in nome de che? Per il fatto che scrive sul Fatto? Mammamia quale summa filosofico-pedagogica dello scibile umano, scrivere per il gazzettino travagliato! Del resto nei me(r)dia siamo strapieni di trolloni mediatici come Telese e Parenzo (le disgrazie non vengono mai sole). Inutile contraddirli nel loro programma-spazzatura, tanto loro sanno già tutto della Scienza di Ippocrate!

No, non mi è piaciuta neanche un po' la cassa di risonanza fatta intorno ai figli di Berlusconi. In nome del contagio è nata la caccia all'untore e il positivo diventa un imputato da mettere sotto inchiesta per colpe mai commesse. Che cosa ha fatto? dove è stato? che vita conduceva? Tu, io, noi voi, loro possiamo essere tutti quanti contagiati, contagiabili asintomatici; ergo, untori.
Siamo alla caccia grossa all'uomo, possibilmente malato.
Un altro minus habens come Lapo Elkann, ha pensato bene di fare affermazioni delinquenziali come la sua proposta di mettere in galera i positivi che escono di casa. Perbacco, che civiltà giuridica degna del miglior Beccaria! Ma dovrebbe andarci uno come lui in galera, per abuso di droghe e per aver tentato un falso rapimento a scopo estorsivo.

M come mostro (ovvero, il Positivo)

Sarò ipergarantista ma non mi è piaciuto nemmeno quando si è messo alla berlina sanitaria Benetton risultato "positivo". Lo si metta alla gogna per le autostrade insicure, non per il suo stato di salute. Questa, lungi da essere "trasparenza" è nient'altro che gogna sanitaria intimidatoria delle serie, " occhio che potrebbe toccare anche a te".

Due cose sulla tamponatura voluta a spron battuto dal ministro diSperanza. Ecco le parole sagge del prof. Giuseppe Remuzzi di Bergamo sulla tamponatura applicata su larga scala, ritenuta inutile e perfino dannosa . Qui una sua dichiarazione dalla sua intervista  nel merito dei tamponi:

«Io credo che invece vada fatto in modo selettivo. Se per ipotesi lo fai a cinquanta milioni di italiani, una settimana dopo cosa succede, lo rifai ancora? Non alimentiamo psicosi da tampone. Facciamoli dove servono. Ai confini, negli ospedali, nelle Rsa, tra i lavoratori del trasporto pubblico, tra gli insegnanti e il personale scolastico. Applichiamo i mezzi e le capacità che abbiamo acquisito in modo mirato, e non indiscriminato».

https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ldquo-fase-epidemica-italia-sostanzialmente-finita-rdquo-246395.htm (intervista completa)

Ma i bravi e onesti dottori ricercatori come lui sono troppo proiettati verso il Bene della gente, per pensare male di questi bastardi che invece fanno un uso politico-mediatico dell'epidemia, scatenando paure ingiustificate.

La verità è che l'esperimento sociale fin qui condotto deve continuare: prima il termo scanner per tutti, poi tamponi per tutti, poi test sierologici per tutti. Poi saranno microchip per tutti? E' lì che volete arrivare? Con tanto di tracciamenti tecnologici per tutti? Dati biometrici per tutti con riconoscimento facciale anche sotto la mascherina?

Nel mentre si fa largo un sospetto circa la cosiddetta informazione sanitaria. E' mai possibile che con il progresso scientifico in corso d'opera, non si sappia ancora se un "asintomatico" è contagioso oppure NO? Finora ho sentito solo bufale cosmiche. "L'asintomatico è contagioso perciò deve stare in quarantena", "L'asintomatico può essere contagioso ma dipende dalla carica virale" (bassa, media, alta). Qualche coraggioso dice che l'asintomatico non è contagioso, subito dopo zittito da virologi come Crisanti (il Crisantemo legato all'Oms). Se per caso dovesse emergere che non è vero che è  contagioso, allora salterebbe per aria tutta la loro impostura globale basata su


quei loro distanziamenti sociali che altro non sono che isolamenti fisici delle persone dal mondo degli affetti e delle relazioni sociali coi propri simili. Vogliamo la verità, nient'altro che la verità.
Intanto deliziatevi con questa letteratura medica delle contraddizioni, relativa agli asintomatici : c'è tutto e il suo contrario:
https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_giugno_10/coronavirus-che-cosa-dice-scienza-ruolo-asintomatici-2b8c7a84-aaf3-11ea-ab2d-35b3b77b559f.shtml

Ecco perché ci tengono in questa indeterminatezza che genera confusione, dubbiosità ed è  perfettamente funzionale al loro piano di volerci tenere in uno stato di soggezione perpetua! In ogni caso, non affidiamoci ai  cosiddetti "professionisti dell'informazione".

San Zaccaria profeta






03 September 2020

Le ragioni del No e il suicidio assistito del Parlamento


Capisco che il mio NO non servirà a un bel nulla e che la gente comune si farà infinocchiare dal "giusto taglio dei parlamentari", convinta che farà risparmiare stipendi, ma la faccenduola è un po' più complessa. Per una volta sono persino d'accordo con quel mona di Cacciari quando dice:  IL TAGLIO DEI PARLAMENTARI È UNA MARCHETTA SULL’ALTARE DELLA PIÙ MISERABILE DEMAGOGIA.
 I 5 stelle hanno interesse di ridurre il parlamento all'irrilevanza. Intanto ci sono i giudici che già hanno il sopravvento sulla mal ridotta classe politica. Se poi capita che un loro Guardasigilli sia pure amico di una zelante toga come Davigo, famoso per aver detto che non esistono politici non corrotti, ma solo politici su cui non si è indagato a sufficienza, allora è perfino possibile che si arrivi nel Paese di Acchiappacitrulli di collodiana memoria: Italiani agli arresti domiciliari e mafiosi in libertà a centinaia e centinaia.
Un referendum confermativo privo di quorum (altra buffonata) che chiamerà gli italiani a esprimersi sulla legge-cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle, approvata in via definitiva dal Parlamento l’8 ottobre del 2019 con 553 voti favorevoli e solo 14 contrari, recante la dicitura “Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari“, che riduce gli organici di Camera e Senato di 230 deputati […]. Spiace dirlo, la Meloni si aggregherà al fronte del SI, mentre Salvini che inizialmente propendeva per il Sì, ora si attacca alla foglia di fico della "libertà di coscienza". Comunque ogni elettore leghista applicherà questo libero arbitrio,  con o senza il suo consenso.

Scrive Cristiano Puglisi sul suo blog Il Ghibellino: "Ecco che, qui, la truffa della demagogia grillina si rivela in tutta la sua drammaticità: cavalcando uno degli istinti più bassi dell’essere umano, quello dell’invidia che porta a concentrarsi su questioni marginali come l’entità degli stipendi dei parlamentari o il loro numero, l’antipolitica ottiene quello che è, in realtà, uno degli obiettivi fondamentali della tecnocrazia e delle varie lobbies che ormai sempre più intendono controllare la vita dei cittadini, la riduzione del perimetro decisionale della democrazia. Non a caso, in uno dei primi articoli che chi qui scrive aveva vergato su questo blog, si era definita l’antipolitica come “cavallo di Troia della tecnocrazia permanente”. Una definizione da recuperare e rispolverare ogniqualvolta qualcuno, anziché occuparsi dei problemi complessi e strutturali della politica italiana, tenti di cavalcare l’onda del facile consenso spingendo verso un’ulteriore tappa di quell’indebolimento progressivo della politica italiana avviatosi con la nefasta stagione di quel colpo di Stato che fu Tangentopoli.
L’incapacità, l’idiozia, il dilettantismo della classe politica figlia di quella tragedia hanno portato nel tempo alla supremazia dei tecnici, eletti da nessuno e selezionati da oscuri comitati, che si sono potuti insediare nei palazzi teoricamente riservati agli eletti dal popolo ammantandosi del fascino di una competenza e di un’onestà aprioristicamente affibbiate loro per il solo fatto di essere non-politici. Grazie all’antipolitica l’Italia ha avuto economisti, giuristi e, oggi, virologi, tutti pronti a spiegare al popolino, con serafico paternalismo, la via da percorrere. Così, con i Monti, le Fornero, i Conte, i Comitati Tecnico-Scientifici, si è arrivati sempre al solito risultato: una democrazia azzoppata e un Paese alla fame".

Vittorio Sgarbi, nonostante ci abbia abituato all'abuso delle sue intemerate, ha ragione quando indica in questo taglio voluto mediante il ricatto del voto palese, un calo di rappresentatività del parlamento e un disegno di "mortificazione" delle istituzioni democratiche. "Suicidio non assistito" al quale Sgarbi coerentemente si oppose anche in occasione della rinuncia all'immunità parlamentare, coi risultati che stanno sotto ai nostri occhi: una magistratura prevaricante e prevaricatrice sulla politica al cui strapotere, noi oggi assistiamo attoniti e impotenti. Memorabile il suo discorso accorato nell'ottobre del 2019 alla Camera. Qui il video



Da ultimo ho un sistema molto semplice per capire la bontà o meno di una riforma: ciò che piace alla Ue non piace a me. O meglio, ritengo non faccia gli interessi degli Italiani. Il taglio dei parlamentari e il famoso risparmio di spese, è una riformetta-bandiera demagogica dei Pentagrulli ( un po' come quello sbanderato taglio dei vitalizi), che tanto piace alla Ue nel tentativo di creare un'"armonizzazione" (parola di cui diffido) con gli altri stati. Insomma, ce lo chiede l'Europa e i Pentagrulli solerti obbediscono. Non dimentichiamo inoltre che quando volemmo disfarci di Renzi, dicemmo NO, al suo referendum per abolire il Senato (4 dicembre 2016). Dire NO a questo dei 5 stelle, significa liquidare la loro proterva demagogia.

San Gregorio Papa