Milano che fatica! Con quelle solite proiezioni da cardiopalma che tengono in sospeso fino all'ultimo respiro. Ma poi finalmente, il risultato finale che non è "pareggio" come dicono i sinistri ai quattro venti: ci sono 4 punti di distacco a favore di Letizia Moratti la quale ha mostrato una volontà d'acciaio. Non è poco, certo. Ma non c'è di che cantar vittoria, visti i risultati nel resto d'Italia, con l'eccezione della Sicilia. Ma soprattutto, abbiamo capito che l'elettore del centrodestra è distratto, individualista, poco amante del suo schieramento. Altro che pensare di portarli in piazza! Questi qua, è già tanto se vanno alle urne.
Una cosa però vorrei dirla, quale abitante della Regione Lombardia. Qui la gente "sta mai coi mani in man", ma non perde volentieri del tempo con la politica. Non che questo sia sempre un bene, ma voglio spiegarne i motivi. Qui, se ti capita di rimanere a terra alla 19,30 o anche alle 20 con la batteria dell'auto scarica, suoni alla casa del tuo elettrauto (di solito la casa sta vicino all'officina) e quello ancora in tuta, anche se ha già il boccone in bocca perché seduto a tavola, corre in tuo soccorso per darti una mano, piantando lì la cena. C'è una abbondante nevicata e il Comune è in ritardo con gli spalaneve? Gli abitanti delle straducole più impervie si armano di pale e spalano da soli. Che vuole dire tutto ciò? Che sono i fatti che hanno la meglio sulle parole.Che nessuno si aspetta niente da nessuno e che si è capaci, all'occorrenza, di contare sulle proprie forze per risolvere i problemi pratici. Che la politica, se non è politica dei fatti, non mobilita. E come difendersi allora da una politica eccessivamente parolaia e presenzialista come quella che ci tocca subire in tv, una sera sì e l'altra pure? Non andando a votare. Qualunquismo? Può darsi. Ma bisogna tenerne conto e lavorare di più sul piano di buone idee, dei buoni progetti e dei fatti. Soprattutto fatti. C'è il referendum il 25 di giugno, una data troppo spostata in avanti per pensare che la gente si accapigli per andare alle urne. Specie dopo un anno di overdosi elettorali. E' stolto pensare a questa data come a una data della RIVINCITA col governo. Finora si sono rivelate esatte le analisi di Panebianco: un governicchio risicato che passo dopo passo rimonta la sua china. Non dimentichiamolo!E non dimentichiamo che la sinistra raggrupperà tutte le sue truppe cammellate pro difesa ad oltranza dello status quo. Quelle stesse truppe cammellate portate qua a Milano dove Prodi è venuto di persona a fare il supporter di don Ferrante, il prefetto un po' terùn. Consideriamolo quindi un gran regalo, aver sbarrato loro l'accesso a Piazza Duomo e ringraziamo la Madonnina che brilla da lontano, per non essersi fatta strappare il cuore operoso d'Italia.
Anche la Costituzione così come viene difesa a sinistra è lo status quo. Sul che fare è presto detto. Perché non stampare un libretto con le nuove riforme costituzionali sulla Devolution e i suoi benefici da distribuire porta a porta? Potrebbe funzionare...Una cosa è certa: basta coi Vespa, i Floris, le Alici nel Paese degli sfracelli, i Primi piani su Telekabul e le Bar Condicio da Bar sport. Così non si mobilita: si annoia. Non posso perciò essere in completo accordo con alcuni amici blogger che straccionano l'elettorato di destra. Non arrabbiamoci se i nostri non votano. Almeno, non prima di aver dato loro fino in fondo, dei solidi e concreti motivi per farlo.