Sabato scorso 24 mentre la teppaglia squadristica rossa cercava di aggredire CasaPound, finendo poi con lo scontrarsi con la polizia, mentre i "collettivi studenteschi" (termine comunista tuttora in auge) della "Buona Squola", prendevano d'assalto le statue e le piazze milanesi, in piazza Duomo c'era il comizio di Salvini presidiato da ferrigni leghisti del servizio d'ordine, da transenne poste lungo il perimetro della piazza con polizia. Ma lì, per le squadracce rosse, non c'era trippa. Molte facce oneste di veri Italiani convenute in piazza, facce di brava gente che lavora (artigiani, operai, microimprenditori vessati, agricoltori), qualcuna molto stanca perché provenienti da lontano (Marche, Sardegna, Calabria). Tutti quelli che un tempo avrebbero costituito la "base sociale" dei due grandi partiti di massa: la DC e il vecchio PCI. Ma si sa, il mondo si è capovolto ora quel popolo pè lì, tra i drappi verdi.
E sempre sabato si è svolto nel silenzio più assordante il passaggio Bus della Libertà di Generazione Famiglia, quello che lotta contro il genderismo nelle scuole, in piazza Venezia. Insomma, un sabato troppo affollato di iniziative alcune delle quali poste sotto il cono d'ombra da altre, come questa del Bus. Lo ha ricordato lo stesso Salvini al quale ha espresso la sua solidarietà. Ora vengo a sapere che lo stesso Bus è stato aggredito a Bologna dalla volante rossa in perenne trasferta fancazzista e aggressiva per l'Italia e pure multato a Torino.
Il Bus della Libertà a BO scortato dalla polizia contro la violenza dei centri sociali |
"Si tratta di un fatto di straordinaria gravità: poche decine di manifestanti possono, alzando la voce, impedirci di esprimere le nostre opinioni sulla libertà educativa dei genitori e contro la dottrina ‘gender’“: è quanto dichiara Filippo Savarese, uno degli organizzatori del Bus della Libertà.
"Alle grida “Bologna antifascista non vi vuole", dal Bus della Libertà si è risposto “Siamo i partigiani del terzo millennio“, proprio per evidenziare l’atteggiamento violento ed intollerante di chi, con la prepotenza, tentava, senza riuscirci, di impedire la libera espressione delle opinioni".
Qui la cronaca del fatto.
Piazza Duomo - Comizio Salvini |
Vediamo innanzitutto qualche immagine censurata e distorta dai media, durante questo sabato. O meglio dalla mediocrazia. Salvini è stato ripreso dai TG solo sul palchetto con Vangelo e rosario, tagliando fuori la piazza gremita e il Corrieraccio non ha risparmiato il suo scherno, in proposito. Suppongo che se si fosse trattato di un leader musulmano con il Corano in mano in procinto di recitare una sura, avrebbe avuto il timore reverenziale di interferire con le "buone tradizioni". L'arcivescovo Delpini ha aggiunto la sua nel merito dicendo che il leader leghista avrebbe dovuto limitarsi a parlare di politica. E di politica ha parlato al contrario del suo padrone Bergoglio il quale non parla di religione né di spiritualità, ma entra quotidianamente a gamba tesa nell'agenda non solo politica ma addirittura elettorale. Inoltre il suo padrone di riferimento si è permesso di venire a Lampedusa (che si trova in territorio italiano e non nello stato del Vaticano) allestendo la nota "pagliacciata" di benedire le imbarcazioni degli scafisti, esortando gli immigrati ad invaderci. E come non ricordare quei prelati ai quali Delpini avrebbe dovuto indirizzare gli strali come chi pretende creare una Pop Theology con le canzonette di Sanscemo? Ecco un esempio di "alta teologia": un tal monsignor Staglianò con tanto di chitarra che si reinventa le parabole con gli spezzoni delle canzonette. Manca solo che certi figuri facciano capolino dalla De Filippi o a qualche talent show. Ma quasi certamente si attrezzeranno per la bisogna. Senza contare quelle autorità ecclesiali che hanno dato l'autorizzazione ad un comizio in chiesa (Basilica dell'Incoronata a Capodimonte) all'abortista ed eutanasista Emma Bonino. Ma di questo, il Delpini tace.
Il giornale on line Milano post aveva già pubblicato la lista di tutti questi centri sociali nel 2015 con articolo-inchiesta di Claudio Bernieri. Qui ce ne sono almeno 31: scorrete la lista e fatevi un'idea.
La questura e la prefettura conosce vita, morte, miracoli, finanziatori, sponsor, porte girevoli con le giunte di sinistra, e molto altro ancora, di questi covi. Ma lascia fare. Chiedetevi perché. Non c'è Guardia di Finanza che vada a verificare ad esempio il perché di assenza di scontrini in bar, discoteca, sala da concerti, sale prove, palestre, albergo, il tutto esentasse. Le Fiamme Gialle sono troppo impegnate a vessare e a far fallire commercianti e artigianelli, per occuparsene.
La questura e la prefettura conosce vita, morte, miracoli, finanziatori, sponsor, porte girevoli con le giunte di sinistra, e molto altro ancora, di questi covi. Ma lascia fare. Chiedetevi perché. Non c'è Guardia di Finanza che vada a verificare ad esempio il perché di assenza di scontrini in bar, discoteca, sala da concerti, sale prove, palestre, albergo, il tutto esentasse. Le Fiamme Gialle sono troppo impegnate a vessare e a far fallire commercianti e artigianelli, per occuparsene.
Scontri tra la polizia centri sociali e "collettivi" in Cairoli |
"Il caso Loencavallo ha fatto da volano a una trentina di occupazioni in città, che si stanno moltiplicando man mano che “l’affaire Leonka” si avvicinerà alla sua poca nobile conclusione: perché dietro a ogni occupazione abusiva si nasconde un business miliardario, per gli occupanti, e nuove tasse, per i milanesi.
E’ un fatturato di tutto rispetto quello dei centri sociali che, si calcola, frutta agli occupanti un rispettabile introito, valutato circa 20.000 euro a week end, rigorosamente in nero, tra pranzi, chupito, aperitivi, concerti, ristorazione e alloggio. Perché il giovane emarginato, il rappomane sfigato, il “ggiovane tatuatissimo”, il clandestino, lo studente fuori corso, il giramondo no global consumano. E rappresentano un colossale affare per l’imprenditore antagonista No Tav: perchè al centro sociale tutto ha un prezzo. Ascoltare musica rap, ballare, suonare nelle sale prove, esercitarsi in palestra, boxare, bere nei bar, alloggiare nelle case albergo per studenti, tutto ha un costo. Niente Siae, niente biglietti, niente fatture: si entra con una “ offerta libera”. Tutto è low cost, ma gli incassi sono da capogiro. Ne sanno qualcosa gli imprenditori della notte del Cantiere, le nave scuola del vandalismo e dell’antagonismo dei black block chic, che girano ormai in Mercedes e ostentano Rolex da Costa Smeralda." (fonte: Milano post).
Aspettiamoci altri assalti, tutti ben programmati con tanto di cabina di regia, se dovessero prevalere le forze sovraniste. Assalti della sbirraglia all'insegna dell'"Antifascismo", l'ultimo rifugio dei farabutti e dei balordi senza causa. Il bello dovrà ancora venire dopo le elezioni, ma - coraggio!- non perdiamoci d'animo.
Da vedere e gustare: La Beffa del Kekistan e della sua bandiera a cura di Luca Donadel :
https://www.youtube.com/watch?v=_24w5h_GIOA
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