Non se ne può più. Errare è umano, perseverare è diabolico. Non basta che un quotidiano che si definisce d'informazione (quindi, non un organo di partito) abbia sostenuto indecentemente la candidatura di Prodi alle ultime elezioni (parlo dell' endorsement di Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera). Non basta che, proprio perchè d' informazione, dovrebbe rendersi conto dei vari orientamenti politici dei suoi lettori, e che solo i lettori dovrebbero essere i suoi padroni . Non basta che a causa di tutto ciò, abbia perso numerose copie e sia costretto a trasformare le edicole italiane in un supermercato di gadget (cassette, libri-omaggio, fumetti erotici di Crepax ecc.), dove quasi quasi ci vuole il carrello della spesa solo per acquistare un giornale. Non basta che il direttore del settimanale OGGI (gruppo RCS - Corsera) Pino Belleri si mostri arrogante e protervo davanti alle telecamere di Porta a Porta , sostenendo la tesi - per lo meno stravagante - che acquistare le foto compromettenti di Sircana (braccio destro di Prodi) ad un prezzo fuori mercato ed esorbitante (100.000 euro), sia cosa normale. Belleri ha omesso di dire la semplice verità su chi voleva agevolare, allorché decise di tenere quelle foto occultate nel cassetto senza pubblicarle. E vien fatto di chiedersi: "cui Prodest"?
L'indomani della manifestazione milanese sulla sicurezza indetta dalla Moratti, il Corrierone ha scritto un articolo corredato di foto degno di una serva in preda alla rupofobia. Da qui, CorServa, più che mai. Catena di incidenti, blocco del traffico, motociclisti a ruzzoloni, a causa della cera delle fiaccole caduta sull'asfalto durante il corteo milanese. Poi a fine resoconto, è stato costretto ad ammettere che non ci sono stati feriti e che nessuno è andato al pronto soccorso. Ma che però, i poveri netturbini dell'ASM hanno dovuto raschiare la cera a mano. Che serva 'sto CorServa! E l'urlo dei titoloni cubitali è quel che conta. Dov'era la notizia? Con tutte le fiaccolate di ogni tipo che sfilano a Roma (città di pellegrini in transito permanente) non mi è mai capitato di leggere una notizia simile. E nemmeno di vedere il CorServa fotografare zelantemente a uno a uno tutti gli ingenti danni causati dalla teppaglia rossa durante i loro facinorosi cortei a base di bandiere bruciate, semafori scassati, lampioni frantumati, targhe delle strade rimosse, sfregi su palazzi d'epoca con le bombolette spray. Morire se si vede un loro fotografo sbattere in prima pagina quel che invece si è visto sul Corriere on line del 27 u.s. in una sequenza di fotogrammi che riprendeva i ruzzoloni dei motociclisti...
Non è finita. Il 28 marzo ( e cioè l'indomani del voto al Senato per il rifinanziamento della missione in Afghanistan) Pierluigi Battista se ne esce con un "colto " editoriale sull'insuccesso dell'opposizione, sulla sua irresponsabilità, incoerenza e lacerazione interna, dal titolo "L'errore del Cavaliere". Dov'è la notizia per un cronista il cui ruolo dovrebbe essere quello di fare da pungolo, da stimolo e da contraltare ad un governo che non ottiene i numeri al Senato all'interno della sua stessa coalizione?
Ci volevano 158 voti. Se il pallottoliere non inganna, ce n'erano solo 155. E la maggioranza ha dovuto prenderli dai soliti senatori a vita (augurandosi il loro buon stato di salute) e dal transfuga Casini. E allora?
Non doveva essere questa, la vera materia di analisi per il suo editoriale? E invece no, invece si è messo a maramaldeggiare su un'opposizione che sappiamo già, essere sgangherata e in difficoltà a rinserrare le file. Gli fa eco il giorno dopo Panebianco con un fondo dal titolo "Opposizione spiazzata". Tu quoque, gentil Professore solitamente così equidistante? Massì, facciamo così: opposizione a casa e governo in sella forever. Malgrado i quotidiani sfracelli nazionali e internazionali.
A che punto nauseante arriva la sudditanza di certi soloni della carta stampata! Eppure sanno che oggi esiste Internet e che i lettori possono accedere a più fonti di informazione. Che c'è più cultura e sovente i lettori odierni sanno le lingue straniere, accedono a agenzie giornalistiche nel mondo con notizie che il CorServa omette di proposito. Sanno che il quotidiano di Via Solferino è un pachiderma in via di progressiva estinzione. Sanno...ma tirano dritto col loro patto sindacale dei 15 azionisti. Con il CdR sindacalisticamente e ottusamente bulgaro e con i soliti finanziamenti dello stato alla carta stampata. Con un Paolo Mieli (detto Budda) che sorride ieraticamente ed enigmaticamente coma la Gioconda, ma che resiste, resiste, resiste. Come farà? chi lo tiene in piedi?
Il povero Ferruccio De Bortoli, per molto meno, è stato costretto a lasciare. Idem Stefano Folli. Mentre il mielismo continua imperterrito a coniugare il serio e il faceto; l'effimero e il duraturo (si fa per dire). Con una sola costante, tra le numerose variabili: Sputtanopoli permanente nei confronti degli avversari politici del governo Prodi. Con il premio di maggioranza per il solito Berlusca. Non c'è che dire: come dice Totò la serva serve; se non servisse, che serva è?