Di molto si è chiacchierato sulla visita di Gheddafi e delle sue stravaganze di Beduino. Non starò qui a ripetere quanto già espresso nell'ottimo post Realpolitik dell'amico Giovanni con particolare riguardo alla sinistra che lo ha in passato esaltato come colonello "non allineato" all'imperialismo americano e che ora si finge invece scandalizzata perché fa affari col Cav. Per non citare l'imbarazzante show del "Glorioso Corano" distribuito a 500 oche del Campidoglio di hostess in cerca di un facile obolo, di cui tre di queste, "fulminate" sulla via di Bengasi (o Bengodi?) si sarebbero addirittura convertite all'Islam, lì seduta stante.
Mi preme però sottolineare l'atteggiamento americano nei confronti di Berlusconi perfino rilevato dal sito gossiparo Dagospia annunciato già fin nel titolo: La premiata ditta Gheddasconi – grazie ai petrodollari di gheddafi (65 miliardi), il nano di Arcore se ne frega del rigetto dei poteri forti anglo-Usa– In due anni Gheddafi è diventato il primo azionista della prima banca italiana (Unicredit) e grazie allo storico 7,5% che controlla nella Juventus è il quinto singolo investitore per dimensioni a Piazza Affari - Tripoli punta a Telecom, Terna, Finmeccanica, Impregilo e Generali - l'asse con Ben Ammar e Geronzi.
Che il Berlusca compia giri di valzer tripolitani col Beduino, giri che gli fruttano ottime committenze industriali con Finmeccanica, Ansaldo e altre realtà industriali e finanziarie , ormai lo scrivono tutti i giornali italiani e stranieri (Gheddasconi è appunto il nome che si dà a questo strano partenariato). In alcuni siti, la sua figura è stata affiancata a quella di Enrico Mattei, la cui espansione economica nei paesi arabi venne pesantemente contrastata dalle corporation petrolifere americane, fino a morire "casualmente" in un "incidente" aereo. A tale scopo suggerisco la lettura di questo post del sito Fatti d'Europa.
Ricordo inoltre che gli Americani hanno SEMPRE fatto fior d'affari col mondo arabo-musulmano e in particolare con la dinastia saudita anche quando in quell'area proliferano madrasse wahhabbite e gruppi terroristi noti per aver effettuato attentati contro i marines (l'attentato nel 2000 alla Baia di Aden alla fine del governo Clinton che costò la vita a numerosi marines su una portaerei). Perciò, è inutile scandalizzarsi puritanamente e ipocritamente di chi cerca (seppur in versione alquanto ridotta) di fare altrettanto. Come è inutile cercare di armare la manina della fazione "finiota" allo scopo di far cadere un governo legittimamente eletto. Ben sappiamo che nell'area angloamericana si tifa per la caduta di questo governo e per l'ascesa del due di coppe Fini. Si legga in proposito, anche quest'altro articolo de Il Tempo.
Detto ciò, mantengo un punto fermo oltre il quale non è possibile valicare il limite.
Berlusconi potrebbe continuare tranquillamente a fare affari col Beduino senza bisogno di permettergli le numerose bizzarre pagliacciate poco dignitose, fin qui concesse. In particolare quella battuta sull'islam auspicata quale religione ufficiale dell'Europa, pronunciata proprio nella città simbolo della cristianità. Per non dire del coup de theatre col ricatto finale di pretendere i 5 miliardi di euro, pena il rovesciarci addosso tutti gli immigrati dell'Africa nera.
Uno statista degno di questo nome, deve innanzitutto pretendere RISPETTO a casa propria e nella città, sede del suo governo.
Un partner politico commerciale come Gheddafi, è per l'appunto da considerarsi tale, e basta. Sbagliato prenderlo come un cliente che qualunque cosa dica o faccia ha sempre ragione. Un vero capo di governo (Berlusconi non lo dimentichi) non è un piazzista né un imbonitore per colonelli libici in vena di smargiassate.
Un partner politico commerciale come Gheddafi, è per l'appunto da considerarsi tale, e basta. Sbagliato prenderlo come un cliente che qualunque cosa dica o faccia ha sempre ragione. Un vero capo di governo (Berlusconi non lo dimentichi) non è un piazzista né un imbonitore per colonelli libici in vena di smargiassate.