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05 December 2024

Due o tre cose sul Patriarcato

 


Ci sono usciti dalle orecchie in questi mesi le invettive e gli strepiti dei cortei femministi contro il cosiddetto Patriarcato. E credo che la domanda che in molti si saranno fatta è: ma lo sanno almeno queste sciamannate che significa? Lo avranno letto qualche saggio di antropologia? Chissà...Poi in tv all'ora di pranzo e di cena ci sbattono in faccia omiciattoli tremebondi che dormono con l'orsetto di pelouche, che assumono psicofarmaci e che quando la fidanzata dice di volersi laureare, vanno in escandescenza, ne controllano ossessivamente i movimenti più ovvi e banali durante la giornata, temono che abbia delle amiche, la fanno a pezzi con coltellate e allora mi chiedo come mai un simile personaggio non fosse stato oggetto di una perizia psichiatrica, ma deve passare per un antico  "patriarca" del Far West in stile John Wayne quando faceva lo zio Ethan tra i coloni in "Sentieri selvaggi" - personaggio sulle cui gesta si può anche dissentire, ma che non massacrava donne. Perciò, di che stiamo parlando?  Di una società rurale e parentale che non esiste più, dal momento che la figura del padre sembra essersi evaporata nell'etere cosmico. Un'altra cosa importante constatata da  Marcello Veneziani e da Francesco Borgonovo con i quali spesso concordo è  che, per paradosso, è  proprio la "società senza padri" che, produce mostriciattoli smidollati quanto potenziali assassini incapaci di assumersi ogni responsabilità come nei casi di cronaca nera che ci siamo sorbiti da mattina a sera a reti unificate, con tanto di relativi talk di sedicente "approfondimento" nei quali non manca mai il super-esperto. 

E allora, mi assale il sospetto che avessero bisogno di un modello negativo "mostruoso" e mostrificato  da sbattere in prima pagina.  Il patriarca dei tempi andati serve a  coprire disturbi psichici e perizie non eseguite.  

Presa dallo sconforto per tanto sfoggio di ignoranza di piazza prendo enciclopedie e dizionari Treccani e cerco: "In antropologia, tipo di sistema sociale in cui vige il 'diritto paterno', ossia il controllo esclusivo dell'autorità domestica, pubblica e politica da parte dei maschi più anziani del gruppo. La famiglia estesa dominata dal patriarca sarebbe stata, secondo alcuni antropologi evoluzionistici dell'Ottocento (H.J.S. Maine, N.-D. Fustel de Coulanges), l'istituzione centrale della società primitiva basata sulla parentela".

"In sociologia, il patriarcato è un sistema sociale in cui gli uomini (particolarmente quelli anziani) detengono in via esclusiva il potere nella società, tanto nella sfera domestica, quanto in quella pubblica, in termini dunque di leadership politica, autorità morale, privilegio sociale e controllo della proprietà privata. In ambito familiare, il padre o la figura paterna esercita la propria autorità sulla donna e i figli. Tale modello sociale ha inoltre carattere patrilineare, il che significa che i beni familiari e il titolo vengono ereditati dalla prole maschile".

Bene, mi si dica in quale parte d'Italia sopravvivono ancora simili modelli, se non nelle enclave di immigrati afro-islamici dove questo genere di cultura (ma sarebbe meglio chiamarla sub-cultura), non solo viene tollerata, ma addirittura incoraggiata da sinistre e femminismo mediante politiche migratorie particolarmente permissive e lassiste. Ricordo brevemente i casi di Hina Salem e di Saman Abbas. Queste ragazze che volevano vivere all'occidentale, furono barbaramente trucidate - occorre aggiungerlo - non solo per mano dei padri, con sgozzamento rituale (quello che si riserva agli "infedeli"), ma col consenso e la partecipazione attiva delle loro madri. Quindi l'argomento è ben più complesso di come viene semplificato e banalizzato da facili slogan.

C'è dell'altro. Mi si deve spiegare come mai nei paesi scandinavi dove la donna è particolarmente libera e la società è tutt'altro che chiusa, rurale e parentale, esistono uomini che picchiano le donne e ne mettono a rischio l'incolumità. Mi pare evidente che l'alcolismo, l'uso smodato di psicofarmaci, l'uso degli stupefacenti alteri la sfera umorale e comportamentistica, fenomeni tipici di società postindustriali basate su famiglie nucleari e mono-nucleari.
Il Patriarcato? Non c'entra nulla con queste casistiche e si perde nelle notti dei tempi. Ragazze che andate in piazza, leggetevi qualche saggetto di antropologia in più, prima di strillare nonsensi.
 
San Dalmazio

29 November 2024

A volte basta una foto....

 

Landini e Draghi ai tempi del green pass 


Mascherine obbligatorie e sospensione dal lavoro ai "cattivacci" non vaccinati, privi di green pass

Camusso della CGIL e il non eletto Mario Monti subentrato nel 2012 dopo la caduta (procurata) del governo Berlusconi: risate di  gioia a Cernobbio!

Post dedicato ad un'amica che per pigrizia resta iscritta alla CGIL. Lavoratori e pensionati non comunisti e non di sinistra  devono  negare recisamente qualsiasi forma di  collaborazione col sindacato, specie se rosso. Essi dovrebbero ricordarsi sempre, sempre, sempre, che il sindacato rosso è uno strumento di lotta mosso da idee e da interessi che sono in netto contrasto coi propri. Quei soldini prelevati dalle loro buste-paga o dai loro cedolini pensionistici sono, metaforicamente parlando, dei proiettili che verranno sparati contro di loro. Inoltre Landini, già iscritto al Partito Comunista Italiano (PCI) a soli vent'anni. Poi divenne per sette anni delegato della FIOM, la corrente più radicale del sindacato. Dal 2019  è leader della CGIL, sognando di diventare il leader di una sinistra assai male in arnese, ed è più concentrato nell'architettare una spallata contro l'attuale governo (comunque sia, "governo eletto") che a migliorare le condizioni di vita dei lavoratori. A proposito, questa sera ha ottenuto il plauso di Elsa Fornero che lo ha definito "uomo pacifico", quella stessa Fornero degli "esodati" e della tragica riforma delle pensioni, detta anche "taglia-pensionati". Lo sciopero-farsa della CGIL contro di lei e la sua riforma nel 2012? Quattro orette striminzite striminzite. 

San Saturnino

23 November 2024

Da Sleepy Joe a Rocket Man





Abbiamo assistito con lo sguardo attonito al gerovital di Biden. Ma come? Prima faceva fatica a passare dalla porta di ingresso o ad aprire una finestra che prendeva per porta e viceversa, ora che mancano solo poche settimane all'insediamento di the Donald si mette a sparare le ultime cartucce contro i russi nella guerra per procura che  dura da 1000 giorni? Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere, dato che di innocui petardi non si tratta. A meno di due mesi dall’insediamento del presidente eletto Donald Trump, che ha promesso di porre fine alla guerra in Ucraina “in 24 ore”, secondo quanto riportato dal New York Times, Joe Biden ha autorizzato per la prima volta l’uso di missili a lungo raggio di fabbricazione statunitense da parte dell’Ucraina per colpire obiettivi all’interno del territorio russo. Una decisione controversa e inusuale per un presidente uscente che, stando a quanto riportato dal New York Times avrebbe suscitato “divisioni” tra gli stessi consiglieri della Casa Bianca. C'è da proprio da crederci che ci siano state "divisioni"? Andiamo avanti. 

Gli ATACMS (Army Tactical Missile System), sono missili a lungo raggio guidati con una gittata massima di 300 km. “La decisione di Biden è stata presa in risposta alla scelta russa di coinvolgere forze nordcoreane nel conflitto”. Così hanno dichiarato funzionari americani citati dallo stesso NYT. Resta il mistero dei coreani, uno dei quali è stato catturato da forze del campo ucraino, ma non è ancora stato reso visibile dai media. Al momento, sempre secondo detta testata, pare che l’autorizzazione riguardi solo gli ATACMS con raggio massimo di 80 chilometri, non quelli da 300 chilometri. Ma è pur sempre chiaro che la tanto paventata "escalation" (detto in Italiano: estensione del conflitto) è stata scatenata a poche settimane dell'insediamento del governo Trump e che si fa largo il sospetto del "trappolone" preparato ad hoc per il neo-insediato presidente.
" Biden non è solo: secondo il Daily Mail, il premier britannico Keir Starmer si era dichiarato favorevole a dare il via libera all’utilizzo dei missili Storm Shadow così come è favorevole a dare l’ok all’uso di dispositivi a lungo raggio, come riportato da Le Figaro, anche il presidente francese Emmanuel Macron". "Colpisce la gravità di una scelta, politicamente grave e inopportuna, da parte di Biden per un’amministrazione uscente e per una linea, quella dell’impegno militare e dell’interventismo in Ucraina, uscita palesemente sconfitta dalle urne. Una decisione che, come ammettono gli stessi funzionari, è destinata a non cambiare le sorti della guerra ma che certamente complica il dialogo tra Stati uniti e Federazione Russa nei prossimi mesi, quando si insedierà la prossima amministrazione. Sembra quasi che l’attuale inquilino della Casa Bianca voglia rompere le uova nel paniere". (fonte: Inside Over).

“Il presidente Trump ha ottenuto un chiaro mandato per porre fine alla guerra in Ucraina. Quindi, cosa fa Biden nei suoi ultimi due mesi in carica? Intensifica la situazione in modo massiccio. Il suo obiettivo è quello di consegnare a Trump la peggiore situazione possibile?” si chiede su X David Sacks, l’ex capo di Paypal fan di Donald Trump e molto vicino a Elon Musk. È così oppure è solo un maldestro tentativo di salvare la faccia, quando esperti ed analisi convergono sul fatto che le sorti del conflitto sono ormai segnate per Kiev. (fonte cit.).
 
Trump e Biden, l'incontro alla Casa Bianca

Ovvio che Putin di fronte a una Nato che non si limita ad "abbaiare nel cortile di casa" russa (come dice il Papa), ma che morde da tre anni, non se ne stia con le mani in mano a incassare, dichiarando a reti unificate:  "Le forze armate russe hanno lanciato un attacco combinato contro le strutture dell’industria della difesa ucraina in risposta agli attacchi degli Stati Uniti e della Gran Bretagna contro la Russia. "
 E che si ritenga pure autorizzato a parlare di missili supersonici Oreshnik. "Ci consideriamo autorizzati a usare le nostre armi contro le installazioni militari di quei Paesi che permettono l’uso delle loro armi contro le nostre strutture.  La Russia risponderà sempre in modo deciso e speculare all’escalation". Tali missili possono trasportare testate nucleari.
Insomma l'anno bisesto sta per  chiudersi con questi scenari molto poco rassicuranti e siamo ancora più che mai in terra incognita.
 
Ma oltre alla tesi del deep state che avvelena i pozzi al neo presidente eletto che deve ancora insediarsi, esiste un'altra tesi iper e super-complottista. Quando i due si sono amabilmente incontrati alla Casa Bianca davanti ad un rassicurante caminetto acceso ad uso telecamere per il fatidico passaggio di consegne nel nome della democrazia dell'alternanza, è probabile che nel pacchetto di "buona uscita" Biden avesse messo al corrente il collega, assumendosi la responsabilità di dover fare "il lavoro sporco". 
C'è da crederci? O da non crederci?  Giudicate voi...

Fatto si è, che nel primo mandato presidenziale di Trump, guerre e interventi militari  di grande rilevanza mondiale non ce ne furono. E che ora la strada di una pacificazione e di una ripresa dei negoziati diplomatici appare più che mai in salita. Il vecchio Sleepy Joe, si ritrova per la prima volta nella storia americana, a dover fare l'Uomo- Razzo (Rocket Man) di fine mandato e di presidente scaduto. Forse penserà, in questo modo,  di darsi una botta di giovinezza. 


Cristo Re

14 November 2024

Musk, l'imbucato speciale al Toga Party

 


Nessuno vuole negare che Musk sia un miliardario il quale a breve avrà pure incarichi istituzionali importanti nel governo Trump, e  che non si tratti di un "cittadino qualunque". Nessuno vuole negare che Mr. X come lo chiamano, dato che ha trasformato l'uccellino azzurro di Twitter in un suo social con la sua lettera preferita, alla fine si sia espresso nei moduli di una piattaforma  che gli appartiene. Ma non è questo il punto. Non nego il piacere che mi ha prodotto il cataclisma  che ha causato con le sue affermazioni. E del resto, è un po'  vero il motto "il nemico del mio nemico è quasi mio amico". Diciamo che questo folletto un po' caratteriale rassomiglia molto agli intrusi delle commedie anglo-americane, quando si imbucano di soppiatto ai party senz'essere invitati, causando lo scompiglio. Chi non ricorda  il personaggio dell'attore indiano un po' picchiatello a nome Hrundi interpretato da  uno stralunato Peter Sellers che per sbaglio, si introduce in  una festa nella lussuosa villa di un produttore cinematografico a Hollywood, scatenando un incontenibile parapiglia che si conclude con un elefante nella piscina? 
Parlo di "Hollywood Party", la commedia-cult di Blake Edwards. Ma dato che intendo parlare anche  di toghe rosse e delle loro piccate dichiarazioni sulla sovranità giuridica e nazionale violata, il pensiero corre ad "Animal House", l'altro comicissimo film di John Landis col compianto John Belushi nella scena  del celebre Toga Party. Qui, la scena topica sulla danza scatenata di Belushi in toga romana con serto di alloro :

 https://www.youtube.com/watch?v=C7G1-IR2rrU


John Belushi in Animal House (scena del Toga Party)

Ma il toga-party a cura di Magistratura Democratica, associazione di togati che si definisce "indipendente" tenutosi in questi giorni,  non è stato altrettanto esilarante. Per cominciare, gli invitati erano tutte vecchie facce di comunisti stantii. Con buona pace per le rassicurazioni di qualche magistrata la quale garantisce che loro non impugnano né il libretto rosso di Mao né il Capitale di Marx, ma la costituzione. La "cinghia di trasmissione" di leninista memoria fra Magistratura, sindacato rosso e Partito "di classe", era più che mai visibile. Specie quando sono volati appelli - nemmeno troppo velati - alle rivolte di piazza da parte di Landini, lo stesso "difensore dei lavoratori" che si fece fotografare abbracciato a Draghi (entrambi con le mascherine), già immemore di aver autorizzato licenziamenti e sospensioni dal lavoro per chi non fosse stato vaccinato e quindi sprovveduto di green pass. Ecco dunque come si è rivolto in sala ai magistrati: “Vi chiedo in modo molto esplicito di essere parte come cittadini di questa battaglia per la democrazia e per il lavoro”.

I togati rossi (e le forze politiche che li sostengono, cioè il PD & cespugli) hanno sempre sostenuto che le leggi e i trattati europei devono avere la prevalenza sulle leggi italiane. E stanno spingendo presso la Corte europea perché si normalizzi quanto prima, questa cessione di sovranità. Con buona pace per il loro patriottismo fittizio e i neo-patrioti dell'ultima ora.  La faccenda dell'Albania sta a dimostrarlo: loro disapplicano i decreti nazionali per richiedere l'applicazione del "diritto comunitario", cioè europeo. Pertanto in realtà difendono il loro "internazionalismo" di matrice marxista-leninista e comunista, ed è perfettamente inutile in queste ore, stracciarsi le toghe in difesa di una sovranità che hanno mostrato di voler  liquidare. 

Elon Musk è stato un provvidenziale elefantino nella loro cristalleria, per questo viene osteggiato. E da qui che nasce anche il malcelato risentimento di Mattarella, capo supremo della Magistratura e il suo appello a non interferire. E' evidente che la nostra libertà e la nostra piena autodeterminazione non ce la regala nessuno, tanto meno i grandi magnati.  Questo, chi non lo capisce? 



Ma è altrettanto evidente che quando ci sono miliardari che inalberano la "bandiera rossa" (vedi De Benedetti, ex-tessera N. 1 del PD e Soros il quale paga e arma direttamente navi-Ong che sbarcano sulle nostre coste e pure i partitini "pro Europa"), allora, in questi casi, la Schlein & compari, se li fanno andare più che bene. L'importante per queste "false coscienze" (termine hegeliano) è accaparrarsi  il loro personale miliardario rosso - colui che può foraggiare la loro buona causa mondialista. 

Perciò, personalmente mi sento di dare il mio benvenuto all'intruso imbucato che ha osato fare il guastafeste nella Fabbrica delle Ipocrisie e delle Imposture ideologiche.  Augurando in cuor mio, che qualche politico "nostrano" oltre ad applaudirlo fino a spellarsi le mani, sappia usare la stessa franchezza e non la solita langue de bois in politichese che ci ha per davvero stancato. 

San Omobono

07 November 2024

Mai fidarsi dei "professionisti dell'informazione"




Ci risiamo. Dopo il primo mandato che vide le lacrime amare di Giovanna Botteri, allora inviata speciale della Rai, la quale a tutta prima  si sentiva già la vittoria di Hillary Clinton in tasca, ma poi a spoglio completato e vittoria di Trump, recriminava l'irrilevanza e l'ininfluenza dei "professionisti dell' informazione" qual è lei, ecco replicare la scena delle bugie "sul testa a testa", sulla vittoria di misura, sul filo di lana, quando non addirittura sulla netta vittoria di Kamala Harris già pregustata da uno che non ne ha mai azzeccata una: Paolo Mieli, stavolta ospite all'"Aria che tira" da Parenzo, quest'ultimo un gran cervellone, vero e proprio maitre-à- ne pas penser
 Anche i sondaggisti fanno parte di questa bella genia di maghi Merlini con tanto di palla di vetro che sonda soprattutto i loro desiderata. Hanno lavorato tutti copiandosi l'un l'altro, i guru internazionali delle proiezioni,  optando per una sorta di pareggio, tanto per non sentirsi superare l'un l'altro.  Domani sera mi offrono una pizza circa la scommessa fatta con amici, secondo cui avrebbe rivinto Trump. Non possiedo doti divinatorie e non  ci voleva poi molto a vincerla. In fondo, basta solo affermare il contrario di quanto affermano i canali ufficiali e i giornaloni stranieri ed italiani. Lo abbiamo ben visto ai tempi della Brexit dove fino all'ultimo, per la vulgata mediatica, gli inglesi erano ansiosi di rimanere in Ue. Lo abbiamo rivisto durante la pandemenza dove non hanno fatto che terrorizzarci col virus esaltando il salvifico e taumaturgico siero, il quale ci avrebbe immunizzato a vita. Perciò dovremmo, per questo, essere già  smaliziati, ma tant'è.... C'è chi si stupisce ancora di come vadano le cose. 

E  così, dopo aver speso 2, 7 miliardi di euro (tradurre in dollari) per quella trasferta hollywoodiana di celebrità del cinema, della musica, del rock, del pop, del rap e  di chi più ne ha più ne metta,  tutti volonterosi testimonial della sconfitta (i Vip non spostano voti), è stata Kamala stessa a silenziare la sarabanda quando stavano perdendo alla grande. Le campagne elettorali americane non mi piacciono, quali che siano le forze in campo, sempre con toni e scenografie circensi. Mi sembrano dei rodei di vaccari e di rancheros in libera uscita. 
La realizzazione delle promesse elettorali si vedranno durante il mandato presidenziale che, per loro fortuna,  a differenza del nostro dinastico mandato quirinalizio, dura solo 4 anni. Non voglio nascondermi dietro un'ipocrita terzietà. E' evidente che se avesse vinto un personaggio pompato dai media come la Harris, del tutto irrilevante come vice durante il mandato di Biden e spinta in  avanti "in quanto donna" e in in quanto "di colore", mi sarebbe risultato sgradevole e che sul piano personale Trump mi risulti più simpatico. "Poiché la Harris era una candidata così grossolanamente incompetente e totalmente priva di credibilità, gli sforzi dei media per proteggerla sono stati erculei" ( fonte: Zero Hedge). 
E ' pure possibile per noi che la vittoria di Trump, il quale ha ottenuto più seggi al Senato, alla Camera, rispetto alle elezioni passate,  mentre i Repubblicani controllano pure la Corte Suprema, rappresenti un buon segno. Quanto, però a voler credere che possa rappresentare un trionfo sul cosiddetto "deep state", mi pare una colossale ingenuità.

Faccio qualche previsione? Trump potrebbe fare qualcosa per frenare il conflitto russo-ucraino, ma da come si vede in queste ore esultare Netanyahu che è stato tra i primi a congratularsi, suppongo che gli lascerà le mani libere sul fronte del Medio Oriente e pure Iran. L'ingresso di Robert Kennedy jr.  nel suo governo potrebbe mettere un freno alle grandi lobby  farmaceutiche vacciniste e ai loro tracotanti obblighi sanitari, specie sui bambini.  

Frattanto ci sono mosche cocchiere di sinistra che si strappano i capelli come se le elezioni le riguardassero da vicino. Qualcuno nato a Ostia mette sul balcone la scritta. "Trump non è il mio presidente".   Capirai che  sfoggio di sovranismo! E che indipendenza di pensiero! 
La cosa più  triste dei sinistri, è che non imparano mai niente da tutte le tranvate in faccia che prendono. Non hanno né vogliono avere, il polso dell'elettorato. Nemmeno del loro. 
La mostrificazione del personaggio Trump è la solita reductio ad Benitum, già iniziata durante le lezioni del 2016; ma  ora si replica con toni ancora più accesi e  roboanti. Qualcun altro (il "fattarolo" Luca Sommi) si spinge ad accostarlo al Ku-Klux-Klan. Deve aver visto qualche lenzuolo di Halloween di troppo.



Ma ecco spuntare anche mosche cocchiere di destra, ansiose di saltare sul carro del vincitore. Salvini che gira con vistose cravatte rosse (rosso è il colore dei Rep). Meloni che dopo i bacetti in testa di Sleepy Joe e le passeggiatine manin-manetta insieme a lui, è già pronta a risvoltare la casacca e a ritagliarsi un ruolo di interlocutrice privilegiata di Trump presso la Ue, in nome delle "affinità elettive" repubblicane. Tra pochi giorni si spegneranno gli echi di una campagna elettorale anche troppo chiassosa e allora la parola passerà a ciò che verrà fatto o non fatto, per davvero. Quattro anni passano in fretta, ma non dimentichiamo che l'Italia è   pur sempre situata alla periferia dell'Impero a stelle e strisce. 

San Ercolano da Perugia