Chi sotto le festività avesse bazzicato le librerie in cerca di qualcosa da regalare, si sarà reso conto dello squallore in cui è sprofondata la nostra editoria. Libri di personaggi famosi che rilasciano autobiografie (tutte dettate a chi sa scrivere al posto loro), personaggi televisivi che si improvvisano "scrittori" con volumetti dai titoli strampalati (è in vendita anche il titolo). Ma soprattutto non manca mai l'
intellò rigorosamente di sinistra che cerca di rilanciare saggi sul fascismo con lo scopo precipuo di mostrare ai poveri ignorantoni italioti che la camicia nera non passa mai di moda e che l'attuale governo ne rappresenta solo una variante in chiave moderna, contro la quale dover lottare. Parlo del sussiegoso
Scurati dal cui libro Sky ha tratto una serie televisiva che ovviamente non guardo; con attori come Luca Marinelli il quale dichiara di vergognarsi di essere stato costretto (ma chi lo costringe?) a interpretare Mussolini. I suoi
tormenti di attore "antifascista" sono già stati oggetto di sfottò da parte dei social. Il libro da cui è tratto lo sceneggiato, del resto titola con una grande
M sbattuta in copertina
. M come il mostro di Düsseldorf di Fritz Lang, con la stessa grafica del film, tanto per mostrificare. Ovunque ci si giri e rigiri in libreria, abbiamo un Mussolini in edizioni di lusso o in brossura. Il sempiterno Vespone ha fiutato l'aria che tira e il suo
cadeau natalizio titola "Hitler e Mussolini", tanto per cambiare. Giordano Bruno Guerri vuol dimostrare che il Duce era uno di noi e che in ogni italiano sonnecchia un aspirante Dux in cerca dell'uomo forte quale potenziale
alter ego. Per questo il suo libro lo chiama semplicemente "
Benito". Già Benito, ovvero uno di noi. Insomma, dappertutto imperversa
Mussolini Superstar e ovunque c'è una Mussoliniade seriale che uccide più di un serial killer.
Non abbiamo più romanzi veri né saggi che risveglino coscienze e la nostra letteratura è sprofondata nell'abisso dell'immediato come il mondo dei coleotteri e degli imenotteri. Non esiste più una vera cultura che abbia il coraggio di essere inattuale e perciò proponibile ad ogni epoca. In questi giorni i media parlano come di un "grande esponente della cultura", un fotografo provocatore appena deceduto che ritrae con l'obbiettivo, anoressiche in punto di morire, malati di Aids e tossicomani in crisi di astinenza. Requiescat, ma a mio avviso, non è così che si contribuisce allo sviluppo delle arti visive e della cultura.
Pertanto, come diceva Cocteau, leggo, rileggo (e rilego) solo classici. La domanda che mi pongo però è la seguente. Ma dovrò vivere in un paese dove fra 100 anni (che poi è domani) si sentirà ancora parlare in modo angosciosamente assillante di Fascismo e Antifascismo, di Nuovi Fascismi all'orizzonte (magari da Oltreatlantico) e di Antifa & affini in perenne mobilitazione? Per dirla in modo irrituale, ma che palle!
E' evidente il tentativo di dar fuoco alle polveri da parte delle sinistre che non possono vivere né far vivere gli altri se non con il mito della "vigilanza rivoluzionaria". Della serie (più o meno televisiva) “Guardatevi attorno. Siamo ancora fra voi e possiamo farvi neri”. La cosa comincia ad assumere risvolti maniacali e patologici. Non sono forse i matti con lo scolapasta rovesciato in testa che ripetono compulsivamente sempre le stesse cose?

"L'insistenza e questa elevazione a paradigma assoluto e universale per assolvere il presente dai suoi mali e dalle sue storture nel nome di un male trapassato remoto e sepolto. È questa fissazione che costringe, a volte, di malavoglia, a occuparsene ancora. C’è qualcosa di malato o di malafede nell’abuso odierno di fascismo per criminalizzare ogni cosa che si discosti dal presente." (Veneziani).
Ecco perché alla fine è bene non soffermarsi troppo sul paradigma alzheimeriano della ripetizione e reiterazione ad oltranza su un tema che tanto piace a sinistra al quale la destra risponde in modo pusillo prendendo le distanze dai cosiddetti "mali assoluti", cercando di esibire goffamente un certificato di verginità antifascista per la sopravvivenza.
Frattanto però, i nuovi totalitarismi tecnologici e tecnocratici, quelli che con il 5G, l'IA e gli algoritmi, i portafogli e le identità digitali, i droni che controllano e controlleranno le vite degli altri, vengono ignorati per inseguire i fantasmi del passato. Quasi certamente i padroni di questi mezzi e di queste tecnologie saranno tutti di provata fede "antifascista". C'è da giurarci.
San Felice