Guardate un po' cosa dice Peter Sutherland, l'ennesimo personaggio che pratica le porte girevoli dei poteri mondialisti. Chi è costui? Uomo di punta della Goldman Sachs, presidente del gigante petrolifero della BP, uomo del Bilderberg club e già ministro delle giustizia irlandese, rappresentante di punta della Ue per le politiche migratorie. Troppi incarichi per non pensare male. E difatti le sue intenzioni sono malevole. Mi scrive in proposito l'amico No caste: " Prima ci fanno una capoccia così sulla necessità di “decrescere”, sul pianeta che non può nutrire sei miliardi di persone ecc., e poi prendono a pretesto l’invecchiamento della popolazione in paesi come la Germania o gli Stati meridionali dell'UE per invocare un ripopolamento a base di... personale africano. Per chi non lo avesse ancora capito questi vogliono in fretta la nostra estinzione e sostituzione "con “materiale umano” assai più malleabile. Pertanto il primo,obbligatorio passo è «scardinare le omogeneità» con l’introduzione massiccia di popolazioni altre, preferibilmente poligame, in modo che possano, nel giro di poche generazioni, diventare maggioranza in casa altrui (vedi il Kossovo, ex culla della Nazione serba). Il resto verrà da sé".
Niente di più vero, dato che questi oligarchi hanno una fretta indemoniata di rigirare il mondo come un calzino, schiacciando i popoli e usurpando le nazioni di tutte le loro risorse (economiche, politiche, giuridiche, morali, culturali). Leggete in proposito questo articolo illuminante di Brian Wheeler fonte BBC.
Secondo Peter Sutherland la futura crescita di molti Stati della UE dipenderà dal loro diventare multiculturali. Poi aggiunge che la politica restrittiva sull’immigrazione adottata dal Regno Unito non ha nessun fondamento nel diritto internazionale.Stando al rappresentante speciale dell’UE per l’immigrazione: «L’Europa dovrebbe fare del suo meglio per smantellare l' omogeneità dalle sue nazioni membro».
Dichiarazioni rese durante un’interrogazione condotta dal sottocomitato per gli affari interni del parlamento dell’UE, che sta investigando sul tema globale dell’immigrazione. Sutherland – presidente non esecutivo della Goldman Sachs International ed ex presidente del gigante petrolifero BP (British Petroleum) – è attualmente a capo del Global Forum on Migration and and Development che riunisce rappresentanti di 160 nazioni al fine della condivisione delle idee politiche
Sutherland ha spiegato al comitato sull’immigrazione del parlamento britannico che si tratta di una problematica, questa, «decisiva ai fini della crescita economica», in particolare in alcune nazione dell’UE, e che le cose stanno così «indipendentemente da quanto possa risultare difficile farlo capire ai cittadini di tali nazioni».
Sempre più apertura
L’invecchiamento ed il declino delle popolazioni native in nazioni quali la Germania ed altre del sud
dell’UE, ha poi aggiunto, è stato «l’argomento chiave anche relativamente allo sviluppo di nazioni
multiculturali... benché io abbia esitato ad usare una tale terminologia in quanto sono stato criticato per questo».
«Le nazioni devono diventare sempre più aperte in termini di popolazioni che le possono abitare e l’attuale tendenza di molti Paesi europei non può avere un futuro, proprio come ha dimostrato di voler fare il Regno Unito».
Il rappresentante speciale dell’UE per l’immigrazione è stato interpellato anche nel merito a cosa debba fare la UE relativamente ai dati OCSE e OECD, (Organisation for Economic Cooperation and Development) stando ai quali, il tasso di occupazione fra gli immigrati sarebbe più alto in USA ed in Australia che non nell’UE.
Sutherland ha così risposto al comitato: «Gli Stati Uniti, come l’Australia o la Nuova Zelanda, sono società di immigrati e quindi integrano le persone che provengono da altre culture più alla svelta di quanto non si faccia noi, che continuiamo a nutrire il senso della nostra omogeneità e di differenza dagli altri. Che è proprio quello che, a mio modo di vedere, l’Unione Europea dovrebbe scardinare col massimo impegno».
Sutherland ha sostenuto che si è passati «dalle nazioni che selezionavano i migranti ai migranti che selezionano le nazioni» e che, su tale tema, la capacità dell’UE di competere a «livello globale» sarebbe a rischio.
Nessuna giustificazione
Davanti al comitato dei Lords, ha spronato i membri degli stati dell’UE a lavorare insieme più strettamente sul tema dell’immigrazione ed ha auspicato un approccio globale al tema, non lesinando critiche al tentativo governativo britannico di ridurre il tasso di immigrazione a «poche decine di migliaia l’anno» tramite limitazioni ai visti.
Gli alti quadri del sistema educativo britannico vorrebbero veder depennati gli immigrati extraeuropei dalle statistiche dell’immigrazione ed affermano che le restrizioni sui visti, introdotte dal governo per raggiungere i propri obiettivi, danneggeranno la competitività economica britannica.
Damian Green, ministro dell’immigrazione, ha però affermato che escludere gli studenti stranieri trasformerebbe le cifre in numeretti casuali e che l’attuale metodo di calcolo è stato approvato dall’UE.
II
Lord Hannay – Presidente del comitato, parlamentare indipendente ed ex ambasciatore britannico all’ONU –ha dichiarato che l’affermazione di Green che l’ONU appoggi l’inclusione gli studenti nel novero degli immigrati «non è di alcuna utilità, dato che non si tratta di una questione di leggi internazionali».
Sutherland – che fu anche ministro della giustizia irlandese – ha concordato affermando che: «Non lo è assolutamente. Non c’è nessun sostegno (ONU) a tale posizione.»
Sostegno dal Regno Unito
Ha aggiunto però che la politica sta mettendo a rischio il tradizionale ruolo dell’Inghilterra quale «nazione tollerante e società aperta», e ciò sarebbe «enormemente dannoso» ai più alti livelli del suo sistema educativo, sia finanziariamente che intellettualmente, ed ha proseguito: «È molto importante che da questo Paese non si invii un segnale – sia ai potenziali studenti dei livelli più alti che ai quadri accademici – che mostri questo come un ambiente chiuso che richieda visti od altri tipi di permessi... ed io temo che quanto sopra potrebbe essere visto così».
Sutherland – che ha partecipato a numerose riunioni del Bilderberg Group(http://www.bilderbergmeetings. org/index.html), organizzazione di altissimo livello diffusa nel mondo e sovente criticata per la sua supposta segretezza – ha invitato gli stati dell’UE a smettere di prendere di mira i migranti con «elevate capacità», contestando che «gli individui – relativamente al potersi recare a studiare o lavorare in un differente Paese – dovrebbero avere una libertà di scelta fin dai livelli più bassi».
Sutherland ha anche informato i colleghi sulla prossima conferenza del Global Migration and Development Forum che si terrà alle isole Mauritius il prossimo mese di novembre, ed ha aggiunto: «Fin dall’inizio, il Regno Unito ha preso parte assai costruttivamente all’intera elaborazione e mi è stato di grande sostegno a livello personale».
Alla domanda «in che misura il Regno Unito avesse contribuito alle spese vive del Forum nei sei anni
precedenti», Sutherland ha risposto che si trattava di una piccola somma, dell’ordine delle «decine di
migliaia».
Brian Wheeler
giornalista politico della BBC News
Sliding doors, metafora dei poteri mondialisti |