" Cameriere, c'è un capello nella minestra. Vorrebbe cambiarmi il piatto per cortesia? ". E così che schizzinosamente ci comportiamo al ristorante quando per caso troviamo un capello nella portata servita. Ma di fronte alle intere parrucche che ci propinano quotidianamente durante i telegiornali a pranzo e a cena restiamo ammutoliti e continuamo a mangiare, imperterriti.
E' questa una gag del comico surreale Alessandro Bergonzoni durante l'ultimo spettacolo teatrale URGE. La parrucca nel piatto quotidiano si fa sempre più immangiabile, a causa dell'invadenza, della pervasività, della ripetitività compulsiva dei media. Si buttano come sciacalli sui fatti di cronaca nera e girano e rigirano il coltello nella piaga, servendoci quotidianamente, non solo parrucche, ma disjecta membra nella pastasciutta.
Si portano dietro la tanica di benzina e scatenano incendi, roghi e cortine fumogene là dove ci si aspetterebbe che venga fatta luce. Siamo alle armi di distrazione di massa dei perversori occulti.
Si portano dietro la tanica di benzina e scatenano incendi, roghi e cortine fumogene là dove ci si aspetterebbe che venga fatta luce. Siamo alle armi di distrazione di massa dei perversori occulti.
E' accaduto col giallo di Novi Ligure (caso Erika e Omar), con Garlasco (caso Stasi), con Cogne (caso Franzoni) , col giallo di Perugia e l'omicidio a luci rosse del caso Knox-Sollecito. Riaccade in modo ancora più ridondante e più circense che mai con il caso Scazzi. E se non fosse per rispetto dovuto alla povera piccola Sara, vera vittima della tragedia, verrebbe da dire che i Tg, la vita in diretta di Sposini, il suo omologo concorrente pomeridiano di Barbara D'Urso su Mediaset, ci regalano un interminabile scazzo quotidiano. Uno crede di riposare le stanche orecchie, ma ecco che sul far della notte arrivano, puntuali, i cosiddetti approfondimenti di Vespa su Rai1, di Federica Sciarelli detta Sciacalli su Rai 3 in "Chi l'ha visto?", di "Matrix" su Mediaset.
Il primo, si è addirittura specializzato in plastici: c'era il plastico montano di Cogne, ora c'è il plastico mediterraneo di Avetrana, con tanto di villetta, garage, modellini di automobiline, palmizi formato bonsai (vedere foto). Insomma, un vero e proprio presepino attorno al quale ciacola il solito neghittoso pissichiatra Crepet, ospite in studio capace solo di far sfoggio di caldi e colorati pulloverini; la solita magistrata Simonetta Matone che non ne ha mai imbroccata una; poi c'è una bionda criminologa che pare una pornostar e una giornalista che non vede l'ora di promuovere il suo nuovo libro sui casi delittuosi consumati in famiglia. In diretta, Alessandra Graziottin, ginecologa, pissicologa, curatrice di rubriche sui rotocalchi rosa, tuttologa e via con la fuffa notturna. Ne avessero mai azzeccata una...Prima c'era don Michele, il mostro rurale.In pochi giorni zio Miché è passato da carnefice a vittima di Erinni domestiche che lo nutrono con gli avanzi di cucina come un cane bastardo, lo fanno dormire in una sdraia da giardino, ma soprattutto lo fanno lavorare 14 ore al giorno come ai tempi degli junkers, mentre loro, le donne, danno ordini e riposano. Ora c'è da sbattere in prima pagina, la mostrona Sabrina, robusta strangolatrice di concetto, perché gelosa della cuginetta tenera e graziosa. Sopra a tutta la famiglia, mamma Cosima: sapeva e taceva; forse teneva bordone. E i media impazzano come se fossero - come se fossimo - tutti parenti stretti della Famiglia Addams pugliese: zio Michele, mamma Cosima, la cugina Sabrina, la cugina Valentina, mamma Concetta....
Signori, questo sarebbe il giornalismo odierno, ovvero il quarto e quinto potere. La Procura non è capace di trattenere le gole profonde, i cronisti si improvvisano inquirenti e siamo al pirandelliano Uno Nessuno Centomila. Frattanto si fa commercio clandestino di foto della casa del delitto con annesso garage, e Avetrana è diventanta la nuova Las Vegas versione horror. Portateci anche i bambini, già che ci siete. Potrebbe diventare la nuova Gardaland delle Puglie.