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24 February 2019

AGCOM e la tv dei Taglialingua




Domenica giorno di S. Edilberto. Ecco cosa accadrà il prossimo giugno se il governo giallo-verde non correrà ai ripari. Entrerà in vigore il nuovo regolamento dell'AgCom: monitoraggio sullo stile del conduttore e sugli applausi del pubblico. Una sorta di applausometro per sanzionare chi fa un tifo per chi non vuole immigrati nel nostro territorio. Il garante dell'AGCom, l'Autorità per le telecomunicazioni dovrebbe monitorare tutte le trasmissioni non politicamente allineate al Pensiero Unico. Se riscontrata una violazione, l'AgCom dovrebbe prima diffidare le emittenti, poi potrebbero ordinare la lettura di un "messaggio riparatorio" e - se le cose non cambiassero - potrebbe arrivare a imporre una (salata) multa. Il Garante, dovrebbe tenere conto dello stile del giornalista (o presentatore), del titolo dei servizi, delle immagini e dei sottopancia; ma anche delle dichiarazioni di ospiti e opinionisti, delle reazioni degli ospiti e delle contromosse dei conduttori in caso di espressioni di odio pronunciate in diretta. Nel mirino dovrebbero finirci anche la condotta del pubblico (applausi o fischi), il contenuto degli sms inviati da casa e pubblicati in sovra-impressione (ndr: roba da Stasi, da Ghepeù,da NKVD,  da Kgb) , e anche la presenza  in studio di migranti (o donne) a garantire il diritto di replica. Insomma, le solite quote di "minoranza" sedute lì per fare da cosiddetto "contrappeso".
Per giustificare questo giro di vite, nell'introduzione al regolamento - scrive Repubblica - l'AgCom ricorda che sebbene gli immigrati in Italia siano solo il 7%, nella percezione degli italiani la percentuale sale al 25% (ndr: esistono a quanto pare, pure quote di migranti percepite, un po' come avviene con la temperatura). Secondo il Garante, "alcune emittenti private" hanno dedicato al "macro-tema" dell'immigrazione e della sicurezza fino al 33% dello spazio dei loro programmi o tg. (fonte il Giornale)
Ricordo che questo governo e in particolare la Lega, non dispongono di una  testata propria, né di una rete, né di un canale privato, nulla di nulla!  solo la rete e i social.  E che se anche i circuiti del Mainstream verranno occupati in modo intrusivo, punitivo e occhiuto  tale da non permettere alcuna libera espressione non dico del conduttore che è già un "prezzolato" ben omologo al sistema mediatico, ma addirittura dell'ospite, è come se continuassero a governare (e a comandare) il PD e gli uomini Troika, creando sconcerto e disorientamento nel suo elettorato (è quel che vogliono, certo). Perciò, SVEGLIA, Sveglia e  ancora sveglia! 

Repubblica, da sempre il peggior giornale dei poteri forti, rincara con  visibile compiacimento la dose: 

Il regolamento del Garante introdurrà un monitoraggio attento delle trasmissioni. L'osservazione valuterà:
- lo stile di conduzione del giornalista o del presentatore;
- il titolo dei servizi giornalistici, le immagini, le scritte in sovraimpressione;
- le dichiarazioni degli ospiti e degli opinionisti in studio;
- le contromisure del giornalista quando un ospite pronuncerà parole di odio;
- le reazioni degli altri ospiti della trasmissione;
- la condotta del pubblico in studio (come applausi o fischi);
- i contenuti degli sms che, eventualmente, lo spettatore spedirà da casa;
- la presenza di rappresentanti di migranti o donne, a garanzia del pluralismo.

Ecco che cos'è e per cosa è preposta  l'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni è un'Autorità indipendente, istituita dalla legge 249 del 1997.

"L'Agcom è innanzitutto un'Autorità di garanzia: la legge istitutiva affida all'Autorità il duplice compito di assicurare la corretta competizione degli operatori sul mercato e di tutelare i consumi di libertà fondamentali degli utenti". Qui  tutte le sue attribuzioni e funzioni: https://www.agcom.it/che-cos-e-l-autorita. .
Ma noi già fin troppo smaliziati sul tema, sappiamo tutte le trappole nascoste dietro la parola "indipendente" e l'uso che ne fa la sinistra, dato che lo abbiamo già visto con la magistratura. Le dittature iniziano sempre così: mettendo il bavaglio ad ogni forma di dissenso dal pensiero dominante, magari in nome di diritti delle cosiddette "minoranze".

Censura, lavaggio al cervello, terrore: questa  è la TV


Occorre pertanto cancellare la legge 249 del 1997 e chi ha la maggioranza parlamentare può farlo.

La Lega potrebbe anche promuovere un  eventuale referendum abrogativo nel caso in cui i 5 stelle non vogliano collaborare. Una cosa è certa: la TV dei talebani taglialingue, basata sul lavaggio al cervello, sul terrorismo psicologico e sulla censura di idee ad essi sgradite,  va rifiutata con ogni mezzo!


20 February 2019

Chi cavalca la Tigre non può più deciderne la direzione



 Giorno di S. Mansueto. Mentre molti italiani seguivano le votazioni della piattaforma Rousseau sulla decisione relativa all'autorizzazione a procedere verso Salvini, ecco la nuova notizia-bomba: l'arresto ai domiciliari dei due Renzi senior: padre a madre dell'ex presidente del Consiglio. Non voglio entrare nel merito dei numerosi addebiti: molti giornali e siti di destra li danno quasi per "pendagli di forca"
(Secondo l’ordinanza del gip, ci sarebbero anche casi di veri e propri pagamenti fantasma, spesso collegati a stranieri). Qui in ogni caso i capi d'accusa. 
Ma non è questo il  punto. Quel che diverte in queste ore sono le acrobazie dialettiche da parte del principale partito pro-Toghe: il PD. "Noi siamo sempre per l'autonomia della Magistratura però..." "Noi non gridiamo ai complotti, però..." "Si tratta di un colpaccio mediatico, perché depista dal risultato della piattaforma Rousseau". "Abbiamo piena fiducia nell'azione della magistratura però..." "Mandare tutto il carrozzone mediatico sotto la villa dei genitori di Renzi è gogna mediatica". 
 Il carrozzone non piace neanche a me, ma dato che siamo in "democrazia" e se lo sono beccato a turno la buonanima del Bettino Craxi, la buonanima del gobbo Andreotti,  Silvio Berlusconi, Umberto Bossi e tanti, troppi altri inquisiti eccellenti, non vedo perché la macchina mediatica dovrebbe essere fermata per gli anziani coniugi Renzi. O tutti o nessuno. O nessuno o tutti. E' la stampaglia, Bellezza! C'è dell'altro? Certo...
 Le dichiarazioni di Renzi figlio in queste ore, secondo le quali se non fosse sceso in politica tutto questo non sarebbe accaduto. Ma va'? Ha fatto una bella scoperta! Infatti sembra di sentire una brutta replica del Berlusca, il quale non più  tardi di tre sere fa a Porta a Porta ha detto più o meno la stessa cosa:  se si fosse occupato solo di aziende  i giudici lo avrebbero lasciato in pace. E allora, assodato che la Magistratura scende in campo, interviene a gamba tesa, spariglia le carte a suo piacimento e FA di fatto POLITICA, cosa aspettate , o politici, a disattivarla riformandola RADICALMENTE?  Ma io so che siete troppo vigliacchi per farlo.

E a proposito di Bru-Neo Vespa mi tocca pure dargli atto di un' arguzia sorprendente come questa : Caso Diciotti. Una consultazione on line per stabilire se il potere legislativo deve consegnare il potere esecutivo al potere giudiziario”. 
Questa della piattaforma Rousseau è davvero una bella trovata per cavarsi di impaccio e non saper rispondere a tono alle intrusioni dei magistrati. E su questo ha  avuto ragione Giorgia Meloni:
"Qualcosa mi dice che nella consultazione online gli iscritti alla piattaforma Rousseau voteranno per non processare Salvini sul caso Diciotti. Cari amici del M5S, non sarebbe stato meglio dichiararlo subito, senza esitazioni, invece di fare tutta questa confusione?".

 Eh sì, cari  i miei Grullarelli, la politica si fa assumendosi personalmente le proprie responsabilità senza deleghe né deroghe.
Ma come definire la cultura politico-giuridica dei piddini?  Inalberano cartelli con la scritta "La chiamavano ONESTA'"  e "Vergogna!". Insultano e si fanno beffe dei grillini perché non sono stati "coerenti" e hanno pure rinunciato ai "loro valori". Sì ma quante volte avete risvoltato la gabbana voi altri, in nome del Bene supremo del Partito? Quante volte siete passati con spregiudicatezza dallo Zenit al Nadir, in nome della "verità rivoluzionaria" da Gramsci a oggi?
Insomma li scherniscono perché non hanno saputo consegnare Salvini (ovvero un loro stretto alleato di governo con il quale è stata concordata l'azione della Diciotti)  a un giudice di parte  che più di parte non si può. In pratica sollecitano  quella politica giudiziaria che giudicano forcaiola per se stessi, ma giusta, sacrosanta, pura, doverosa e inevitabile,  per le altre forze politiche. 
 E allora via con lo stesso vocabolario che prima rimproveravano ai "destri"  e in particolare al Berlusca sulla “giustizia a orologeria” e la  “coincidenza sospetta”.

Cari Sinistri,
voi avete sempre cavalcato quella Tigre famelica della  Giustizia che ritenete "giusta", "imparziale" e "autonoma".  Avete urlato ai 4 venti che bisogna "rispettare l'autonomia della Magistratura", considerandola un'entità "super partes". Avete persino scelto nel vostro staff politico alcuni, magistrati che entravano e uscivano dalle aule delle procure a quelle di Montecitorio. Qualche nome eccellente? Violante, D'Ambrosio, Finocchiaro, Paciotti, Casson.  Ci hanno preso gusto le toghe a "scendere" (o a "salire", a seconda dei punti di vista) in politica . E allora si sono estesi anche ai cespugli rossi e arancioni i vari De Magistris, Ingroia, Grasso (Leu).
Ora ve la tenete per quello che è, la vostra tigre, e ricordate che chi la cavalca, poi non può più deciderne la direzione. E rischierà di sbranarvi.
In questi giorni perfino Renzi indossa il Manto d'Agnello e dichiara contrito: "Contro di me solo una campagna d'odio". Quando gli "odiati" e i perseguitati erano gli altri, lui  dov'era? Ma se si tratta dei suoi familiari  diventa un processo "così assurdo e sproporzionato”.

Da segnalare la dichiarazione di  Berlusconi che per lo meno si è mostrato "garantista" sull'autorizzazione a procedere contro Salvini:  critica  i grillini perché non hanno saputo tener fede ai "loro valori". Surreale! Quali sarebbero questi valori? Quelli delle manette a un politico che fa le cose per le quali  è stato eletto? Se è così, W l'Incoerenza.

15 February 2019

Io sto coi pastori sardi



Giorno di San Faustino. Le figure del pastore e dell’allevatore sono figure insostituibili, in Sardegna, dal punto di vista sociale, economico, storico e  antropologico-culturale. Non è esagerato affermare che senza pastori e senza pastorizia, semplicemente la Sardegna non potrebbe esistere.

La questione della pastorizia, dell’allevamento, della produzione del latte, della sua trasformazione e della vendita dei prodotti caseari è una questione cruciale per tutta la Sardegna. Oggi ho comprato dell'ottimo pecorino sardo in solidarietà con la loro lotta. Pagare pochi centesimi (60 centesimi) ogni litro di latte buono e genuino e a km zero in grado di coprire il fabbisogno dell'isola, per importare latte romeno,   è semplicemente vergognoso.
Bene ha fatto Salvini a occuparsi di lotte che rientrano nel tema più generale dell'identità alimentare, lotte che riguardano tutto il Made in Italy.  Soprattutto bene ha fatto a disertare il giorno di S. Valentino l'incontro col Vaticano. A incontrare le eminenze grige, rosse e purpuree della S. Sede ha provveduto Conte. Del resto basta sentire Bergoglio in queste ultime ore e nei giorni precedenti per aver voglia di scagliare una scarpa contro il video: accoglienza, accoglienza, accoglienza, migranti, migranti , migranti, ospitateli nelle  vostre casa, non abbiate paura di aprire le vostre porte,  & palle varie. Oramai siamo al delirio compulsivo quotidiano da scolapasta capovolto in testa. Con buona pace per i problemi  veri degli italiani.
Ecco il tweet ...salvifico e anti-vaticano: 

Felice di aver passato la giornata di San Valentino tra lavoratori e produttori. Il governo ha messo a disposizione soldi e possibilità di approvare un decreto urgente, contiamo che entro poco tempo la produzione riprenda e strade, stalle e aziende ritrovino la serenità.

L'obbiettivo è di arrivare a 1 euro, ma la questione è complessa e non possiamo certo limitarla alle tariffe, dato che riguarda l'autonomia produttiva delle singole regioni d'Italia. “Un euro al litro è il risultato finale, il problema è il punto di partenza. Il conguaglio arriverà dalla domanda e dall’offerta del prodotto finale”, spiega Centinaio ministro leghista dell'Agricoltura ai cronisti che lo attendevano fuori dal Viminale, “abbiamo messo sul tavolo anche il rapporto con la grande distribuzione, il 21 febbraio ci sarà anche il tavolo di filiera. Sono fiducioso, spero che sabato la vicenda si chiuda. Sarò comunque in Sardegna anche domenica”.

E' ragionevole, ma chi si oppone? ovviamente le industrie casearie concorrenti, quelle che utilizzano latte "straniero". Non sfugge lo "zittificio" sindacale trimurtino su questioni che pure dovrebbero mobilitarli:  Landini è  troppo occupato a manifestare contro il governo giallo-verde. Silenzio sepolcrale invece  da parte di costoro ai tempi della Fornero e della sua nefanda riforma. Della serie, chi li ha visti? Non pervenuti. 
Ora il fronte della guerra del  latte si allarga anche alla Sicilia e alla Toscana. 
Boicottiamo tutti i prodotti esterofili,mettendo in atto azioni di controllo scrupoloso sulle loro etichette, in modo da rallentarne l’immissione sul mercato italiano e si agevolino tutti i produttori di prodotti italiani.


I mezzi per farlo possono essere tanti,senza  dover soccombere all'arbitrio e all'arroganza dei  parassiti della U.E,i quali fanno le pulci a noi ma  poi  sono bravissimi a fare gli interessi dei loro paesi di appartenenza. Va ricordato però che le eventuali agevolazioni e sussidi verranno considerati dalla Ue "aiuti di Stato", pertanto,  bocciati dall'eurocrazia.  Gira e rigira finché staremo  nella Ue, non potremo proteggere e difendere nessuno dei nostri prodotti e  delle nostre eccellenze agroalimentari. Di questo dovremo essere sempre più consapevoli.

Più nel dettaglio sulla questione,  il sito Sa Defenza:
https://sadefenza.blogspot.com/2019/02/lelefante-governo-italiota-ha-partorito.html

11 February 2019

Lavori che gli Italiani non vogliono fare



E' miseramente naufragato un mito istillato dai sindacati: quello dei "lavori che gli Italiani non vogliono più fare". E' una panzana diffusa dalla Trimurti, da sempre collaborazionista col sistema  eurocratico che non trova riscontri con la realtà. Questo è un corazziere del Quirinale, una professione molto ambita data - chissà perché - a un brasiliano.  "Vorrei la pelle nera", cantava profeticamente Nino Ferrer. Oh Yeah, se frutta, perché no? Al Quirinale si portano avanti, con lo ius soli de facto.

Firenze e la regione Toscana si stanno facendo promotori di un progetto detto all'avanguardia.  Un’esperienza resa possibile dal progetto AMIR (Accoglienza Musei Inclusione Relazione), realizzato dall’associazione Mus.e del Comune di Firenze in collaborazione con Comune di Fiesole, Istituto degli Innocenti, Fondazione Primo Conti e Stazione Utopia e supportato da Regione e Fondazione Cassa Risparmio di Firenze.
Quindi, invece di formare giovani locali che raccontino la loro città e le Belle Arti rinascimentali ai turisti, si ‘formano’ finti profughi come ‘guide turistiche’. Tutto questo odio verso il proprio popolo, la propria culture e la propria identità è tipico di una sinistra in disfacimento morale. (fonte: Voxnews). A volte capita che i "migranti"balbettino e incespichino sulle nozioni da impartire ai turisti, e non ricordano più bene la parte del Cicerone. Ma ecco che la guida turistica (quella vera) al loro fianco interviene per offrire il suo supporto. In pratica i veri Ciceroni fanno gli "insegnanti di sostegno"del Cicerone tarocco. Poveri musei nostri! Povere Belle Arti italiane, per cui siamo famosi nel mondo!

Andiamo avanti sul tema. Qui la questione è più complessa perché il vincitore del 69esimo Festival di Sanremo,  non è un "migrante" né un profugo, ma è un "nuovo italiano" figlio di madre sarda e di padre egiziano che se l'è data a gambe, come accade spesso nelle famiglie multietniche. Tuttavia perché non si è presentato col nome di Alessandro ma con il secondo nome di Mahmooud (Maometto)? Perché bisognava confezionare uno straniero "integrato" da parte delle giuria detta d'Onore,  un trofeo politicamente corretto  con tutti i crismi, da scaraventare addosso a Salvini. E puntalmente è andata così:  ci sono le prove nei tweet lanciati dal PD-Lazio. E pure da quella bomba poco intelligente di Giuliano Ferrara.
Perché non ha composto una melodia all'italiana, ma un rap compulsivo, ripetitivo e a mio avviso demenziale che ripete di continuo la  parola  Soldi?  Perché ha messo espressioni in arabo? perché parla di ramadan e narghilé? Inoltre c'è una polemica molto aspra in corso: col  televoto o voto popolare  (che costa 51 centesimi) ha preso solo il 14%, ma l'aiutone-one-one è arrivato dalla giuria sinistronza formata da Beppe Severgnini, Serena Dandini, Claudia Pandolfi, Camila Raznovic, Mauro Pagani,  Elena Sofia Ricci, Ferzan Ozpetek fino ad arrivare al 63% e battere chi aveva preso più di lui, grazie al televoto che è una sorta di  voto plebiscitario. Il resto è cronaca oltre che polemica ancora in corso: un contenzioso del Codacons  che ricorrerà contro Sanremo per aver fatto pagare il televoto.

Il cantante che vince facile perché "esotico", "integrato" e pure in odore di gayezza, date le sue interviste ambigue sul tema a Vanity Fair, è un prodotto che sembra costruito  bell'apposta nel premiato laboratorio sanremese i cui promoter, direttori artistici e manager, critici della sala stampa sono più attenti alle tendenze dell'Agenda in  mondovisione che alla canzone italiana.  Anche in una sagra canora un po' scema, la canzone è l'ultimo dei loro pensieri, ma serve "il messaggio" (e massaggio al cervello) politico. Getta benzina sul fuoco contro l'Ariston la Maria Giovannona Maglie col suo tweet feroce ovviamente già marchiato di accuse di "razzismo" e "islamofobia". "La canzone importa poco.  Avete guardato le facce della giuria d'onore?". (fonte: Libero).
Essì, cara la mia Giovannona che li abbiamo guardati in faccia! e sono sempre la solita sbobba radical-chicchettona in veste soirée de gala, con la puzza sotto il naso e con  una voglia matta di piantare bandierine contro gli infami  "populisti razzisti". Concordo con chi ha scritto "Arridatece Toto Cutugno!".

lasciatemi cantare
perché ne sono fiero
io sono un italiano
un italiano vero.


Sì, italiani che facciano i lavori che hanno sempre fatto in passato e per i quali sono pure diventati famosi nel mondo.  Ma che trovano sempre meno sul cosiddetto "mercato".

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Sullo stesso tema: Il Mantra dei lavori che gli Italiani non vogliono più fare

10 February 2019

Foibe, quelle scomode verità


Purtroppo siamo sommersi quasi quotidianamente da memorie imposte e ricordi a comando, che come ho già avuto modo di scrivere finiscono con l'oscurare e obnubilare queste due giornate sulle Foibe. Non sono pochi ancora oggi le reazioni scomposte di fastidio, intolleranza o addirittura divieti espliciti o più subdoli da parte di sindaci di sinistra a celebrare queste giornate. Ieri a sorpresa perfino Mattarella ha tuonato contro il negazionismo di certi "partigggiani" i quali hanno tutto l'interesse a raccontare la versione del "regolamento di conti tra antifascisti e fascisti". L'avrà fatto forse per opportunismo, l'avrà fatto per calmare le acque con l'intento pacificatore, non lo so...ma l'ha fatto ed è già qualcosa. Do la parola a un testimone, Toni Concina, comparso sul sito di Porro, in questa bella testimonianza

ll giorno del ricordo che nessuno ricorda"

Ma anche "Una ragazza istriana", preso dal sito di Marcello Veneziani, che inizia così: "Vorrei raccontarvi una storia, dolce e cruenta, tragica e lieve. E vera..."

E quest'altro articolo del sempre ottimo Veneziani sui negazionisti e i resettatori di scomode verità  dal titolo "Foibe e Fobie", articolo scritto per "La Verità".
Estraggo questo suo passaggio:

" A me, vi confesso, non piace parlare di foibe, e ancor meno mi piace contrapporle all’eccesso mediatico-istituzionale sulla Shoah. Non mi piacciono queste partite sul dolore e non mi piace evocare la storia per associarla solo all’orrore. Tantomeno mi piace identificare due parole belle e dolci come memoria e ricordo, l’una che richiama alla mente e l’altra al cuore, con tremendi massacri. Non mi piace applicare il manuale Cencelli agli orrori...".

Una cosa resta certa: il peggiore dei crimini è stato togliere brutalmente casa, terra, lavoro e affetti a chi ci viveva per renderli esuli in Patria (si parla di 300 o 400 mila) e trattarli come fossero dei paria (l'annosa questione dei Giuliani e Dalmati). Ma questo è il retaggio del partito più antinazionale che ci sia: il PCI i cui eredi oggi vanno sulle navi  a portare "solidarietà" e a predicare "accoglienza" a invasori ingaggiati da ricchissimi finanzieri e speculatori. Quella stessa solidarietà e accoglienza che hanno invece negato a Italiani in fuga da un regime dispotico e crudele.  

07 February 2019

Annunziata in ginocchio da BHL

Pettinatura in stile commessa dell'Upim con la lacca, camicie dai colli alti alla Byron, da dandy un po' fané, eloquio da intellò salottiero-borioso: questo è il "nouveau (si fa per dire) philosophe"- di quelli che tutte le tigri le hanno cavalcate. Infatti fu marxista, poi neocon e sostenitore dell'"esportazione della democrazia"  per mezzo delle guerre "preventive", della guerra alla Libia, dell'assassinio di Gheddafi, delle primavere arabe e rivoluzioni colorate in genere . Così come tutti i governi (droite o gauche) li ha sostenuti, purché mondialisti.  Bernard-Henri Lévy (più conosciuto con l'acronimo BHL) è  stato accolto da una Lucia Annunziata (solitamente sempre caustica e velenosa) in versione canzonetta di Morandi: "in ginocchio da te". Arrogante coi deboli, sottomessa nei confronti dei potenti o degli amici dei potenti, com'è sua consuetudine, la direttora dell'Huffington.
Una ragione di più per detestare la RAI e i soloni inamovibili di una sinistra lottizzatrice e dispotica.  Foa come è ormai da copione, non c'era, o se c'era dormiva. Carioca (nel senso del governo) vieni avanti perché è quasi inutile vincere le elezioni se poi,  come è già avvenuto per Luxuria e la  sua lectio magistralis sul Transgender ai bambini,  continua imperterrita su tutti i canali, la propaganda tanto cara all'Agenda mondialista.  
Ecco dunque l'articolo tratto da  Italia Oggi che entra nel merito dell'intervista dal titolo "La Rai intervista in ginocchio  Henri-Lévy"  di Luigi Chiarello. 


Una tournée europea contro i populismi, un monologo «a difesa delle élites buone», cioè di quelli di cui si considera «parte, come dovere repubblicano». Con la camicia sbottonata sul petto glabro e i capelli scompigliati come al vento della Croisette, l'intellettuale engagé francese, Bernard-Henri Lévy, è stato ospite, domenica scorsa, di Lucia Annunziata, a "Mezz'ora in più"su Rai3, per raccontare l'ennesima barricata su cui si è issato, in vista delle prossime elezioni europee.

Lui, l'uomo che ha fornito una patente filosofica alle bombe unilaterali di Nicolas Sàrkozy sulla Libia e si è schierato (senza se e senza ma) a difesa dei diritti del terrorista, Cesare Battisti, ora bolla come «camicie brune» (cioè nazisti) i gilet gialli: il variegato e composito movimento di protesta dal basso, che ha messo all'angolo il presidente francese, Emmanuel Macron, e che il filosofo transalpino descrive, senza tirare il respiro, come: «Molto spesso omofobo, razzista, antisemita, anti-repubblicano e antidemocratico». Già, i gilet gialli. «È mai sceso in strada per parlare con loro?», chiede Annunziata in un raro attimo di genuinità giornalistica? «No, faceva troppo freddo», ribatte lui.
E allora, quels débuts per l'intellettuale francese sulla tv pubblica della Italia sovranista? L'intellettuale ha esordito con ampollose e sperticate lodi alla centralità europea della Roma classica. Annunziata è andata in brodo di giuggiole. Sorridendo (sotto i baffi) con malcelata complicità, ha esclamato: «Gli italiani saranno molto gratificati dalle sue parole». Una mansuetudine insolita, quella della direttora dell'Huffington Post Italia; di norma la giornalista di Sarno incalza gli ospiti con impunture al limite della sfacciataggine, inchiodandoli alle loro contraddizioni.
Invece, con questo filosofo francese tutto grandeur e interventismo, usa il guanto di velluto, ricalcando lo stile sornione di Fabio Fazio. Di più: offre volentieri il destro alle apologetiche esternazioni di Henri-Lévy sul contributo italiano alla costruzione dell'identità multiculturale europea, ma non fa un accenno uno alle recenti polemiche sul Franco coloniale, al Trattato di Aquisgrana tra Parigi e Berlino che rischia di sfaldare l'Unione europea, ai disastri generati dalla guerra in Libia.

Più che un'intervista un monologo, insomma. Come a seguire un canovaccio teso a rabbonire il pubblico, per poi sferrare, nel solco della più consumata tecnica ortatoria, una serie di postulati buonisti, quando ormai l'anestetico della retorica è in circolo. Nel mirino c'è il governo gialloverde: per Henri-Lévy è il traditore dell'eredità europea dell'Italia; paese che descrive come il giardino d'Europa, quasi fosse una cartolina da fine '800 o un pezzo da museo da tutelare, senza mai riconoscergli il diritto a interessi legittimi da perseguire.
Dopo i primi minuti al cloroformio, ci ha pensato l'intellettuale francese a dare la sveglia. «Che c'è di male nel sovranismo?», chiede la Annunziata. E lui: «Il sovranista che prende ordini da Mosca e da Steve Bannon, l'inviato di Trump, non è un sovranista. È un mentitore. Il sovranismo italiano si basa su di una menzogna». «Ma il popolo, che dà il suo consenso (a Salvini, ndr), ha ragione o no?», ribatte la giornalista. «Certo che no», chiosa Henri Lévy. «I popoli non hanno sempre ragione. Il popolo votò per Hitler. E Salvini non fa onore all'Italia; ha ragione il coraggioso tribunale di Catania (a processarlo, ndr): Salvini ha messo in pericolo i bambini e tradito lo spirito di Roma». Poi, sulla democrazia: «Il popolo è sovrano, ma ci sono limiti alla sua sovranità. Altrimenti è un tiranno. I limiti sono le leggi, la Costituzione, il diritto internazionale, i diritti dell'uomo».

Annunziata abbozza: «Il diritto internazionale? In Italia c'è chi dice che le istituzioni internazionali sono in mano alle élites». L'intellettuale francese dà il meglio: «Se le élites sono la Democrazia Cristiana, che ha governato per tantissimo tempo, è chiaro che bisogna sbarazzarsene. Se sono il coraggio politico di Carlo Calenda, la virtù di Matteo Renzi, la memoria di Eugenio Scalfari, sono belle élites; viva le élites»

Trascorsi 15 minuti senza un contraddittorio, la Annunziata introduce l'ultima domanda dicendo: «Spero a lei piaccia il contraddittorio». Poi, l'interrogativo: «In Italia pensiamo che Macron sia in crisi, leggiamo troppa stampa internazionale?» La risposta è meno imbarazzante: «È in difficoltà e vuole uscirne con un'iniziativa popolare. Penso stia vincendo lui. E penso che alle europee vinceranno lui e Renzi. Salvini si sogna a capo di un movimento eurofobo o fascista, ma prenderà una bella mazzata».

A un ultimo interrogativo ne segue sempre un ultimissimo. «Gli intellò francesi che hanno protestato contro il rientro di Cesare Battisti in Italia hanno fatto bene?» chiede Annunziata. Henri Lévy sospira e sbotta: «Battisti ha diritto a un vero processo, a vedere i suoi accusatori e il giudice che lo giudica. Invece, è stato condannato all'ergastolo in contumacia». Fine delle trasmissioni sulla tv di stato: Annunziata non dice una virgola sul fatto che sia stato proprio Battisti a sottrarsi ai processi, evadendo dal carcere in cui era detenuto per fuggire a Parigi, sotto la protezione della dottrina Mitterrand. È la stampa, bellezza, in barba alle vittime.

Da Italia Oggi.



Più   che la stampa in sé, in questo caso sono le reti televisive lottizzate a senso unico. Con lo strabico bisonte Annunziata appecoronato a Monsieur Dandì, protettore dei terroristi pluriomicidi. Tra un salotto buono e l'altro. 


02 February 2019

Abbasso Sanscemo!


Giorno della Candelora.  Sarà un post frivolo quello che sto per scrivere, ma se c'è una cosa insopportabile è che  durante e dopo le festività di Natale fino a tutto gennaio, attaccano con il tam-tam pubblicitario su Sanremo. Devono creare l'evento e perciò creano anche grandi aspettative. Great expectations, oh yeah! Ai vari personaggi citati nella canzone "Nun te reggae più" di Rino Gaetano ci aggiungerei anche Claudio Baglioni, che i cattivisti come A. Ricci chiamano "la Baccante siliconata", a causa della sua faccia bella liscia e stirata dal Botox e del fisichino palestrato. Claudio Baglioni/nun te reggae più!

Il Festival dell'Unità si è trasferito, armi e bagagli, al teatro Ariston già da un bel pezzo: conduttori de sinistra, ospiti de sinistra, frecciatine velenose ai governi solo quando non sono di sinistra e viceversa, appelli ammiccanti e servili quando c'erano Renzi e Gentiloni; comici di sinistra, ospiti d'onore di sinistra,  messaggi subliminali e palesi di sinistra come le quote gay, le politiche gender LGBT e pure Q, coppie omo che parlano di quant'è bello adottare bimbi con uteri in affitto di madri pescate in Indonesia, grandi omaggi floreali di bouquet e corbeille dalla Città dei Fiori non più diretti a belle donne con abiti in grande spolvero, ma a uomini, magari vestiti e fasciati in lamé come donne sexy, ma che mantengono tanto di baffi e  barba caprina da Bafometto. Cantanti queer (?)  che fischiano come carrettieri e tanto altro caravanserraglio mondialista: tutto in vetrina e tutto in promozione per vendite all'ingrosso nel gran mercato eurovisione di Sanscemo. 

Con l'invadente dittatura mediocratica è impossibile ignorare Sanscemo anche se lo si vuole. Eppoi in 5 serate (dico, cinque!) va sempre a finire che magari una o due te le devi beccare lo stesso, perché ci hai la zia che lo guarda, o la nonna, o lo zio canzonettaro che magari lo guarda solo per il gusto di criticare, ma intanto lo guarda. O perché la contro-programmazione televisiva si comporta in modo assai ruffiano: agevola la Rai e l'evento canoro, invece di fare concorrenza.  
Ma più che altro, perché anche il webbete rifa il verso ai Media mainstream e ti piazza lì qualche video-civetta, qualche spezzoncino di polemica, di gaffe, di  situazioni del tipo "guardate cosa vi siete persi", eccetera. 
Sanscemo ha la stessa ingiustizia beffarda della vita, per questo non mi è mai piaciuto: non vince mai la canzone migliore. E' addirittura assai  facile che arrivino ultimi quelli che poi venderanno più dischi nella vita, realizzando per caso, la vecchia parabola evangelica del "Beati gli ultimi!".  E' capitato a Vasco Rossi, a Zucchero, a Carmen Consoli: tutti ultimi di Sanscemo che poi si arricchirono con le vendite discografiche.  Ma intanto, ultimi o primi, da lì bisogna passare. Ed è questa, la sua forza: una specie di casello autostradale ineludibile. 

Vengo alla "Baccante siliconata" e alle sue polemiche con Salvini sugli immigrati. Intanto, come ben detto da Jacopo, nemmeno io posso sopportare le sue canzoni con "magliette fini-fini", con "piccoli grandi amori" e "passerotti"  a base di ugola spiegata con quel suo  "vibrato caprino". Poi non sopporto il suo immigrazionismo che raggiunge perfino il masochismo. Ai tempi degli sbarchi di Lampedusa dove aveva una villa, subì furti con atti di vandalismo da parte dei suoi "protetti" che gli lasciarono perfino deiezioni sul letto in segno di sfregio. Per tutta risposta, lui canta in concerti di beneficenza per loro. Quando si dice la coerenza fino a tagliarsi i cosiddetti!
Ora con grande lungimiranza ha escluso dal premio alla carriera  Peppino Di Capri, per darlo a chi?  ad un morto: Pino Daniele.  
Non potevano darlo lo stesso alla memoria  del caro estinto, e confermarlo al buon Peppino, voce simbolo del miracolo economico italiano?
Il Sindaco di Saint Tropez, gli conferì astutamente una cittadinanza onoraria per aver promosso la sua località turistica che, grazie alle note del suo twist A. St. Tropez/ la luna si veglia con te/...,è diventata celeberrima. Così St. Tropez è famosa  certamente grazie a  BB, ma anche grazie al nostro PdC, creando un gemellaggio ideale con Capri. 

Pare, però, che sia scattata la Vendetta della Baccante perché il buon Peppino che ama la sua Capri (e chi non l'ama?) si è mostrato preoccupato dalle cattive intenzioni di usare le isole più pittoresche della nostra Penisola  per gli "sbarchi". Ci mancherebbe solo questo!  Su come è andata che il cantante e compositore caprese è stato escluso dal Premio alla carriera (e la sua è più che longeva), ne dà conto Imola Oggi. 

Peppino Di Capri e Salvini
Una decisione, quella di Baglioni,  che ha spiazzato molti, tra cui Al Bano. “Condivido il pensiero di Peppino Di Capri. Peppino ha dato molto alla musica lasciando una traccia forte in Italia e non solo. Un trattamento del genere mi sembra ingeneroso e  squalificante” dice il cantante all’AdnKronos -. Peppino merita non uno ma molti premi alla carriera. Alle volte in Italia accadono cose sconcertanti”, conclude Al Bano. 
Già. "Cose sconcertanti" da parte dei soliti noti che hanno messo artigli acuminati anche sull'industria dell'Effimero. Militarizzare l'Effimero rendendolo Permanente, è il loro motto. 



Questo sopra,  è un video di una cover di Peppino di Capri che interpreta un vecchio successo di Ben.E King (Don't play that song),  inserito nella colonna sonora de "Il Sorpasso", film gioiello di Dino Risi, con Gassman e J.L. Trintignant (scene del ballo sulla spiaggia). Beh, devo dire che senza nulla togliere al grande Ben.E. King, questa sua interpretazione è diventata per sempre il simbolo di quell'Italia spensierata e allegramente bighellona  che non è più. Grazie a Peppino che da vero  signore qual è, stempera già i toni della polemica sanremese.
Abbasso Sanscemo e la sua prevedibile  banalità politicamente corrotta!