Il PD è preoccupato, molto preoccupato. Preoccupato di perdere pretoriani e sentinelle mediatiche all'interno della RAI. Un tal Davide Faroane suo capogruppo in vigilanza Rai, minaccia rappresaglie e "occupazioni" da contrapporre alle nomine del nuovo governo giallo-verde. Mentre da Palazzo Madama il suo capogruppo Andrea Marcucci intima: "Ci appelliamo a tutte le forze di opposizione affinché impediscano che un amico di Putin, un giornalista-editore che ha fatto campagne contro i vaccini, diffuso fake news, ingiuriato il capo dello Stato, possa presiedere il servizio pubblico".
Gli stanno togliendo l'osso polposo di bocca e allora abbaiano e latrano. Ma in tutti questi anni loro cosa hanno fatto? Abbiamo, per chi non se ne fosse ancora accorto, Pd1, Pd2, e Pd3 nei tre canali della tv di stato, sia nei TG che dei vari programmi, detti di intrattenimento e a giudicare dalla possente macchina mediatica, sembrerebbe che le elezioni del 4 marzo e relativi risultati non ci fossero nemmeno stati. Il loro problema è non mollare un bottino sul quale credevano di esercitare l"'usucapione" permanente.
In questi giorni si è fatto la nomina a presidenza della Rai, trovando una convergenza tra Di Maio e Salvini, di Marcello Foa ex responsabile agli Esteri per il Giornale e direttore dello svizzero Corriere del Ticino, nonché gestore del blog indipendente "Il Cuore del Mondo" ospitato sul Giornale, al quale partecipa anche la sottoscritta. Apriti cielo!
L'Espresso ulula e latra (nei titoli, "Foa è amico di Putin e di Bannon") dopo essersi beccato la querela per aver insinuato che Foa dalla Svizzera con furore, avrebbe indicato la strada per occultare nelle banche elvetiche il tesoro (anzi, "tesssoro") della Lega: un'evidente volgare calunnia. Poi il periodico debenedettino, sbatte il mostro in prima pagina di un refuso che lui ha twittato (poi modificato qualche minuto dopo) per mostrare che l'aspirante presidente Rai è un illetterato incompetente.
Ma lo strano è Forza Italia sempre più Farsa italica che si è unito ai corifei della sinistra per parlare di "metodi spartitori". Verrebbe - detto da Sua Emittenza - voglia di rotolarsi per terra dalle risate. Farsa italia è in via d'estinzione e non basteranno tutti i soldi e i pagamenti di Berlusconi ai suoi uomini a fare da collante e a tenerli insieme: questa è la verità. Ma la Verità fa male a tanti, compresa a loro.
Si diceva poc'anzi che l'informazione ha una funzione vitale per i detrattori del nuovo governo, dato che con questa si garantiscono il "controllo ideologico" e la manipolazione costante dei telespettatori, facendo una continua persistente "grancassa propagandistica" su temi cruciali come l'"immigrazione", l'"accoglienza", "l'allarme contro il razzismo", le politiche gender pro LGBT, le pessime politiche economiche della Ue e tutto quanto ben poco abbia a che vedere con i nostri reali interessi nazionali. Ma - ahimé - il nuovo governo si muove con il metodo "TIR lumaca" delle nomine: lo spoil system si fa a caldo e tempestivamente, non appena incassato il consenso elettorale. D'accordo pure che Foa pur con la sua buona volontà e ottime intenzioni, non basterebbe, se si vuole davvero rivoluzionare il direttivo Rai, relegandone in soffitta tutto il ciabattume. Tuttavia la sua nomina è già qualcosa, un segnale importante, se in queste ore c'è già chi dà di matto contro di lui, solo a sentirlo nominare.
Non sono d'accordo sulla "privatizzazione modello spezzatino" della Rai, vista come garanzia di pluralità e indipendenza. La7 di Cairo è privata, ma sempre piena di conduttori e anchor men ed woman rossi (Gruber, Severgnini, Parenzo, Telese, la Merlino ecc.). Sky tv invece pure. Mediaset poi si è caratterizzata per aver sempre ripescato gli "avanzi" cattosinistri e sinistri della Rai (vedi Santoro con "Moby Dick", Mentana e altri esempi): eppure è un'azienda privata.
Ergo, se mettere un giornalista di garanzia come Foa non basta, anche privatizzare non basta. Ci vuole cervello e buona dirigenza editoriale e cultural-politica. E questa la si può fare sia nel pubblico che nel privato. Non si lascia su due piedi il pubblico se vi prevalgono le forze sovraniste che possono ben orientare una corretta informazione, per lasciare l'azienda ad un "privato" che magari introduce dalla finestra tutti quelli che vengono cacciati dalla porta.
Ergo, se mettere un giornalista di garanzia come Foa non basta, anche privatizzare non basta. Ci vuole cervello e buona dirigenza editoriale e cultural-politica. E questa la si può fare sia nel pubblico che nel privato. Non si lascia su due piedi il pubblico se vi prevalgono le forze sovraniste che possono ben orientare una corretta informazione, per lasciare l'azienda ad un "privato" che magari introduce dalla finestra tutti quelli che vengono cacciati dalla porta.
Ma torno all'affaire Foa (foto in alto). Stiamo assistendo ad un linciaggio preventivo della sua persona la cui nomina dovrà essere approvata dalla Commissione di Vigilanza. Ed è già guerra, con Fiano del Pd che lo attacca per aver criticato il capo dello stato, con l'ESPRESSO che carico di bile per essere stato querelato, lo attacca a testa bassa.
Con Leu e Boldrini e il suo "sbufalatore" (in realtà fabbricante di vere bufale) Butac che gli dà del fabbricatore di "fake news", con Gentiloni che commenta in modo furiosamente sarcastico che con un "sovranista" alla direzione Rai non è più il caso di mandare in onda l'Eurovisione. Fiano del PD lo accusa di vilipendio al capo dello stato, per aver giustamente criticato come l'Uomo del Colle abbia mal condotto la trattativa per la formazione del nuovo governo. La maggioranza degli Italiani, approva e il cronista (come da mestiere) ha semplicemente esercitato il suo "diritto alla critica", senza guardare in faccia a nessuno.
Intanto il suo blog si riempie di troll velenosissimi, zecche anche quelle, tutte "militarizzate" per l'uopo. Verrebbe da dirgli: "Ah Marcé, restatene in Svizzera se non vuoi farti del sanguaccio amaro in Italia". Ma poi perché rassegnarsi sempre a darla sempre vinta a questi serpenti a sonagli? Fino all'ultimo bisognerà lottare e non arrendersi mai ai loro malsani intrighi.
Intanto il suo blog si riempie di troll velenosissimi, zecche anche quelle, tutte "militarizzate" per l'uopo. Verrebbe da dirgli: "Ah Marcé, restatene in Svizzera se non vuoi farti del sanguaccio amaro in Italia". Ma poi perché rassegnarsi sempre a darla sempre vinta a questi serpenti a sonagli? Fino all'ultimo bisognerà lottare e non arrendersi mai ai loro malsani intrighi.
Frattanto c'è FI in dirittura di suicidio. Ogni giorno è un'emorragia di consensi perduti. Sia che riesca col suo NIET alla commissione di vigilanza, sia che non riesca a rimuovere Foa dalla presidenza RAI, il fatto stesso che ci abbia provato e abbia risposto all'appello del PD, ne determinerà la sua fine politica. Non ha più spazio a destra. E a nulla servirà muovere pedine come Tajani della Ue o Galliani del Milan. Per i tirapiedi del PD non c'è futuro e rotoleranno tutti insieme.