Credevo ci fossero i polimeri, le fibre poliammidiche o il polipropilene quand'ecco venir avanti un nuovo vocabolo: poliamore, un temine che sembra quasi un suo derivato chimico. Heathcliff e Cathy in "Cime tempestose" e l'amore esclusivo che trascende e travalica perfino la morte? Vecchie favole letterarie, secondo Jacques Attali, l'economista di Mitterand cooptato anche da Sarkozy (ah, i tecnici bipartisan!). E perché mai il povero Werther avrebbe dovuto suicidarsi per Carlotta? Tanto c'è il "poliamore" e avrebbe avuto modo di consolarsi. Idem per Giulietta e Romeo. Leggete un po' l'intervista e fatevi qualche idea.
C'è la crisi, in molte famiglie non si rimedia il pranzo con la cena, non c'è lavoro e come è noto, chi non lavora non mangia. I padri separati vanno mendicando un piatto caldo alla Caritas, a forza di pagare alimenti a moglie e figli. In compenso questa raffinato cervellone ti piazza lì il poliamore, quale nuova droga del povero. E' democrazia anche questa, Bellezza! Non lo sapevi?
La cosa sconcertante è che un economista-banchiere si interessi molto di quel che avviene nella vita sessuale e affettiva degli individui. Ma allora è vero che il progetto oligarchico punta alla manipolazione diretta dell'uomo e non è una paranoia complottista. Che je frega a un economista uso a indagare su spread e PIL, di venir a ficcanasare in quel che fanno gli individui in camera da letto? E' evidente che chi detta legge in ambito monetario, si arroga pure il diritto di creare tendenza in ogni ambito della vita umana.
Tanto spreco di intelletto per arrivare a non capire che durante i periodi di crisi gli individui hanno bisogno di "certezze" (anche affettive e amorose) e di coesione sociale, e che gli allegri baccanali e saturnali proposti da questo lunatico fuori di testa, hanno poco a che vedere con il fatto che in primis ci si riempie la pancia e ci si mette un tetto sopra la testa. Risulta lampante che la "fibra polimerica" del Poliammmore è un'altra delle diaboliche armi di distrazione di massa. D'ora in poi non si dirà mai più "il grande Amore della mia vita", ma "il piccolo Poliamore dei miei brevi istanti" . Riporto per intero l'intervista con tanto di nessiecorsivo evidenziato in verde.
È possibile contare su una dimensione interiore dove il rapporto è “per sempre”? Affrancato dal dubbio, dalla contingenza e dalla fragilità? Insomma: esiste la fedeltà? Oppure, capovolgendo la prospettiva: esiste un’infedeltà accettabile e non subita? Libera dal timore che sia infranto un patto?
Il riferimento può applicarsi non solo a una persona. Si scelgono un ideale o un interesse o un luogo, come oggetti della nostra fedeltà. L’opposto è lo sfasamento traumatico fra la realtà e le aspettative personali, le norme che regolano il gioco e la loro rottura. Asimmetricità dolorosa nel territorio sensibile delle relazioni umane.
Per smussare i rischi di questo campo minato dai sentimenti, sarà opportuno affrontare il discorso a partire dallo sguardo lucido e cattivo (non in accezione morale, ma per aritmetica perentorietà) di un celebre economista, Jacques Attali, già eminenza grigia di Mitterand (lo nominò come speciale consigliere all’epoca della sua presidenza della Repubblica) e in seguito rimasto sulla cresta dell’onda politica francese collaborando con Sarkozy.
Stratega dei massimi gruppi economici del pianeta, Attali è un personaggio interessante e discusso per i suoi guizzi di originalità. Esperto di globalizzazione e macroeconomia, annovera tra le sue competenze una vasta conoscenza della storia della medicina e della storia ebraica (l’ultimo libro è il Dizionario innamorato dell’ebraismo , pubblicato da Fazi a fine 2013). Inoltre spicca, nella sua poliedrica bibliografia, una serie di provocanti analisi della coppia in termini sociali. Un suo volume del 2007, "Amori".
Storia del rapporto uomo donna (in Italia uscì nel 2008), esplora con passo sistematico le caratteristiche, in diverse epoche e culture, del legame amoroso: in senso sessuale o emotivo, platonico o erotico, imposto o spontaneo, religioso o laico, omosessuale o etero. Il saggio suscitò scandalo ipotizzando la fine della monogamia. In nome della nostra indagine sulla fedeltà, tocca a lui valutare, alla luce del presente, quanto fossero affidabili quelle previsioni.
«Un pronostico non è un augurio», attacca l’economista, «ma la segnalazione di un orientamento collettivo che si basa su dati concreti. Tutto converge nel suggerirci che, tra qualche decennio, la monogamia sarà un anacronismo (avete fatto di tutto perché le cose andassero così, cominciando con "la rivoluzione sessuale" di Reich). I processi descritti in "Amori" si stanno verificando. Lo prova per esempio l’evoluzione rapida del matrimonio omosessuale».
Cosa intende?
«Parlo della trasparenza ( siamo alla glastnost come aberrazione pornografica dei sentimenti). Capillare e inevitabile. Ogni cosa è esposta e visibile (già che ci siamo rendiamola pure tracciabile). Ciò che un tempo era clandestino oggi non solo è socialmente accolto, ma stipulato da un contratto. Da tempo il poliamore è una prassi diffusa, benché non manifesta. È stato calcolato che più del dieci per cento dei bambini, in Occidente, sono nati da rapporti extraconiugali e crescono con un padre che non è il loro, pur pensando di esserlo. Nell’ottica trasparente, la fedeltà di tipo monogamico sarà considerata un’impostura e un residuo di consuetudini barbare (se è per questo, più barbaro e tribale della poligamia e della poliandria non c'è nulla. Parola di antropologi come Malinowski».
C’è invece una fedeltà poliamorosa? Sembra una contraddizione in termini.
«Il poliamore è compatibile con la fedeltà perché può esserci fedeltà anche nel mutamento, divenuto congenito: viviamo in una tirannia del consumo che ne ha fatto un precetto esistenziale. Possono imporci di votare oggi Berlusconi e domani Renzi, ma di stare per sessant’anni con la stessa persona? (buona idea: rendiamo marionette intercambiabili anche mariti, mogli, fidanzate e fidanzati)
A che titolo si dovrebbero avere due case e due cellulari, e non più amori? ( Appunto, giusto ieri sono andata davanti al giudice a cambiare cellulare, pardon, marito). Se tutti non cambiassero di continuo automobile ed elettrodomestici, l’economia crollerebbe (ah, brutto satanasso, finalmente l'hai detta: il cambio continuo e costante di partner serve a rilanciare il PIL). Nella libertà moderna si rivendica il diritto di non scegliere. Meglio: di scegliere un congiunto nell’istante, senza che ciò pregiudichi la scelta di un altro poco dopo (instant husband or instant wife: oh yeah!).
Quest’attitudine si farà sempre più accentuata, e la trasparenza porterà all’affermazione del diritto ad avere molti amori, omosessuali o eterosessuali, ma più spesso dettati dalla bisessualità, inclinazione che sta velocemente aumentando (o affiorando alla luce). In analogia col networking, ci sarà il netloving : un circuito amoroso nel quale si potranno avere relazioni simultanee e trasparenti con più individui, che a loro volta avranno molti partner». (ogni click un diverso amore, tra diversi ed uguali. E' proprio vero che la vita è tutto un click).
La fedeltà resta comunque un valore reclamato con violenza nella coppia, come testimonia la cronaca nera quotidiana.
«Il femminicidio è un estremo sbocco reazionario (parola questa in grassetto, che è come il poliamore; cioè inventata da voi, artisti della neolingua). Il poliamore rappresenterà la punta più avanzata delle società sviluppate, e il fatto che questa tendenza appaia oggi sempre più plausibile e ravvicinata produce un’esacerbazione dell’idea di fedeltà legata al matrimonio borghese. C’è chi si aggrappa angosciosamente a un passato in procinto di svanire.È come un film col suono in ritardo sull’immagine. Si glorifica con ferocia l’indissolubilità della coppia proprio perché questa è in stato d’emergenza. Ma l’evidenza del futuro resta il poliamore, da non confondere con la poligamia, che implica appartenenza. Nel poliamore invece nessuno apparterrà a nessuno. Le donne, tuttavia, remeranno contro». (Evviva! siamo all'eliminazione della proprietà , delle case, dei beni, dei risparmi, degli amori per tornare alle case promiscue con stanze senza porte come durante il Bolscevismo)
Perché lo pensa?
«Perché, mentre assistiamo al martirio delle donne, monta l’ostilità delle femmine verso i maschi. Basta vedere come vengono trattati i mariti nei divorzi, sia dal punto di vista economico sia nella brutale determinazione al controllo esclusivo della prole. Inoltre il cosiddetto sesso debole guarda al tema della fedeltà o infedeltà maschile da un punto di vista sempre reazionario (ma non dovevate emancipare le donne e renderle tutte femministe, quotarosate e rivoluzionarie? Ora improvvisamente sono diventate tutte "reazionarie"?). La fedeltà monogamica è economicamente utile alle donne in quanto le garantisce».
Non è piuttosto un principio necessario alla stabilità sociale?
«No. Penso che si vada verso la poligenitorialità (ecco un altro bel termine orwelliano, scaturito dalla sua mente perversa! invece di figli di madre e di padre si dirà "figlio di Uno, Nessuno, Centomila), fondata sull’avvicendarsi di madri e padri, un po’ come già accade parzialmente nelle odierne famiglie allargate. I figli saranno allevati da un unico genitore o da altre coppie, e i genitori biologici potranno condividere le responsabilità educative con i nuovi compagni e con gli ex, con gli ex degli ex e con estranei. Tutto si muove in tale direzione, comprese la pratiche di procreazione assistita, che condurranno a separare sempre più la riproduzione dalla sessualità e dall’amore» (cioè figli di fredda provetta).
Vede allontanarsi tra loro anche le sfere di amore e sesso?
«A lungo termine sì. O a breve. Osservi i giovani: vige una sessualità svincolata dall’amore e legata all’amicizia. In Italia so che si parla di “scopamìci” (curioso che per meglio suffragare le sue tesi, citi idiozie internettiane infiltrate per l'uopo proprio da quelli come lui). D’altro canto conosco amori incrollabili dove non c’è sesso. I matrimoni bianchi. Numerosissimi».
È lecito supporre che esisterà sempre chi accorpa le diverse funzioni?
«Nella libertà del poliamore ci sarà anche quest’opzione». (ma sì, famolo strano, polivalente e polifunzionale con tanto di poligenitorialità !)