Puntuale come le rose di maggio, la Ue spedisce la lettera per chiedere aggiornamenti sulla situazione del debito. Salvini non è ancora sceso dal carro della Vittoria che già a Bruxelles hanno provveduto a raffreddare il clima con la famosa "letterina" avvelenata basata sul solito ricatto del 3%.. Qualcuno scrive che le riceveva anche Pier Carlo Padoan ai tempi del governo Renzi e Gentiloni. Sarà, ma loro potevano permettersi di archiviarla facilmente senza che venisse ripresa e sparata a titoli cubitali dai soliti media.
Matteo Salvini ha saputo calamitare su di sé nove milioni di voti italiani. E non sono voti solo leghisti, ma lì ci sono i delusi dei pentastellati, molti voti della sinistra (si veda il caso della città di Ferrara e il caso Emilia), ha eroso Farsa Italia il cui capo anche in Europa oscilla velleitariamente e in modo schizofrenico fra sovranismo tarocco e voglia di Grosse Koalition con la sinistra secondo il modello Sicilia-Micciché. Salvini ha espugnato perfino i presidi simbolici di Capalbio e di Lampedusa. La sua proposta ai nani di Bruxelles, così come emerge dal suo video su FB, sarebbe straordinaria, se non fosse diretta a gentaglia che ha occhi e orecchie solo per mandare letterine avvelenate con minacce di sanzioni pecuniarie in stile cravattari della peggio "usurocrazia", quali del resto sono.
Ma ecco il succo della proposta : "Chiediamo al nuovo parlamento europeo e alla nuova commissione la convocazione di una grande conferenza europea sul lavoro e sul debito, sul ruolo della banca centrale come garante della stabilità e la garanzia sul debito”.
Temo che ci vorranno altre prove di forza, ma la "pugna" è già strenuamente iniziata. Ed è quello che conta. Sarà dura, ma il sovranismo che è l'essenza di quel pensiero forte di cui l'uomo d'oggi ha bisogno, si affermerà. E se non riuscirà a farlo Salvini (come invece gli auguro), la strada per ottenerlo sarà comunque spianata. Dire di no all'Europa del 3 per cento, è il minimo. Morire per il 3% e magari coi conti in ordine, non è una buona causa per nessun popolo. Dire di no ai flussi migratori e agli sbarchi è questione di sopravvivenza; dire di sì al bisogno sempre più impellente di sicurezza e alla difesa dei confini, dire di sì alla tutela della famiglia, alla rivoluzione e semplificazione fiscale, alla sovranità politica e nazionale come pure monetaria è vitale e sacrosanto. Non so se ve ne siete accorti, ma già iniziata la geremiade dei gufi eurocratici. Dopo aver fatto di tutto per spartirsi la torta dell'emiciclo eurobabbeo tra popolari e socialisti, ora i piddioti e i loro amici mediatici si preoccupano molto su dove si siederanno Salvini, la Le Pen, cosa farà Farage ecc. Che peso avrà e come lo eserciterà quel fronte sovranista appena eletto, in mezzo a tutti quei dannati pesci piranas. Dopo aver complicato le regole burocratiche in modo da zittire i popoli, rendere quel parlamento una burla che ratifica solo ordini presi altrove, si preoccupano TANTO, poverini! Tanto ma tanto su dove e come quel centinaio di populisti andranno a sedersi.
In realtà sanno che non è questione di numeri, ma di individui ed è proprio l'effetto sorpresa che temono. Lo teme anche la Commissione europea che ora viaggia a ultimatum: in 48 ore il governo giallo-verde dovrà rispondere alla fatidica letterina, manco fossero dei delinquenti che devono rendere conto del maltolto, seduta stante. Si comportano così solo i pignoratori!
Ed ecco i 4 assi di Matteo Salvini per far fronte al partito trasversale del "Forza Spread" .
- il primo è la flat tax, in sostanza un taglio forte della pressione fiscale che avrebbe come beneficiari imprese da un lato, e famiglie dall'altro con reddito fino a 50.000 euro
- il secondo è una "conferenza europea sul lavoro, sulla crescita sugli investimenti e sul debito" (vedere video).
- il terzo è la questione del debito e qui il vicepremier ricorda il record non brillante dei governi precedenti negli anni del rigore (i tecnici e i governi del PD). Negli anni del rispetto dei vincoli europei il debito è cresciuto da 1.989 miliardi a 2.321 miliardi.
- il quarto è il negoziato per il varo immediato del decreto sicurezza bis e pure l'autonomia regionale.
Qualche aiuto e supporto ulteriore lo offre Claudio Borghi, presidente della Commissione Bilancio in un'intervista all'Huffington post: capovolgere la logica dei parametri europei, basandoli non su un certo livello di deficit, ma su una soglia di occupazione da non raggiungere. Buona e sensata idea. Ma non facciamoci troppe illusioni: sarà una lotta di lunga durata e prepariamoci ad affrontarla.
Ma ecco la nuova mappa dell'Europa scaturita per sommi capi dalle elezioni 2019
Ma ecco la nuova mappa dell'Europa scaturita per sommi capi dalle elezioni 2019
I partiti vincenti, paese per paese:
- in blu il centrodestra moderato dei partiti collegati al Partito Popolare Europeo,
- in rosso quelli collegati al Partito Socialista Europeo,
- in giallo quelli collegati ai liberali dell'Alde,
- in grigio quelli collegati ai partiti sovranisti,
- in verde quelli collegati ai verdi
- in lilla tutti gli altri partiti.
Un'ultima riflessione relativa ai gruppi di formazione euroscettica: faranno di tutto per dividerli l'un l'altro, mentre prende sempre più campo un'ammucchiata, una sorta di Euronazareno formato extra-large (così lo chiama Daniele Capezzone su "La Verità") formata dal PPE, il PSE, l'Alde di Guy Verhofstadt (l'Elton John belga sempre incattivito con i populisti), più i nuovi cespugli verdi e ambientalisti (69 seggi). Tutti insieme appassionatamente contro i nuovi barbari a cui sbarrare l'ingresso e magari anche l'agibilità politica. Tuttavia non riusciranno a impedire la (ri)nascita di nuovi equilibri sovranisti. Ed è proprio di questo che hanno tanta paura.
Giorno di S. Massimino
Giorno di S. Massimino