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30 November 2018

Il Parlamento italiano voti NO al Global Compact


Così l'accordo di Marrakech del 10 dicembre prossimo (che è  alle porte) ci sarà, ma senza l'Italia. Bel colpo iniziale! Ma non basta ancora. Tuttavia vedo la Kyenge stracciarsi le vesti, Fico Boldrino esortarne l'adesione, il PD che vorrebbe addirittura fare un corteo "antifascista"  per caldeggiarne la ratifica, Mattarella che in tv esorta a leggere i documenti per non  "isolarci". Isolarci da che? da quella che secondo Lorsignori è un'invasione ineluttabile alla quale dovremmo  sottostare e cedere con un bel cupio dissolvi collettivo?
Il primo "grazie" e il merito lo attribuisco al blog, a chi lo ha sostenuto (parlo dell'ottima lettera dell'amica Alessandra contro il GCM), e a tutti quelli che hanno firmato petizioni, che hanno copiaincollato detta lettera  per recapitarla al senato e nelle sedi idonee (Laura, Maria Luisa ecc) e ad altri amici e amiche che hanno diffuso email di protesta. Correva il 14 ottobre e pubblicai il post "Silenzio c'è lo SPREAD",  quando un arguto commentatore svizzero ticinese (Marco di Mendrisio) scrisse qualcosa che mi mise la pulce nell'orecchio:
Salve Nessie
In Svizzera si disputa in parlamento in riferimento al malvagio proposito del consiglio federale di sottoscrivere il perniciose " Global Compact for migration".
In Italia nel parlamento se ne parla? Cosa farà il governo italiano? La Lega, M5S e FdI hanno intenzione di frenarne la firma da parte Italiana oppure vogliono sottacere la questione?


Incuriosita, gli chiesi di mandare qualche collegamento, aprii la HP dell'ONU e mi comparve qualcosa di mostruosamente incombente: quel documento che ora Fico Boldrino e Mattarella ci accusano di non conoscere nelle pieghe più recondite:  https://www.iom.int/global-compact-migration.
Potenza della rete, il cui tam-tam arriva laddove la stampaglia tace, nasconde e acconsente!

Fico l'Onghino

Il secondo grazie lo dico a Giorgia Meloni che si è spesa in prima persona con appelli video, conferenze e comizi in modo appassionato, tenace e perseverante. Il terzo, a  Matteo Salvini. E qui mi urge dire una verità...
L'impressione iniziale era quella che la Lega facesse il "pesce in barile" e che Salvini soprassedesse su una questione altamente scottante, per non avere problemi col suo esecutivo e in specie con Conte che in primis rilasciò una dichiarazione di voto a favore del CGM: c'è il video!.  Idem Moavero Milanesi che aveva già espresso la sua intenzione di firmare l'accordo.
In seguito mi sono resa conto che il Ministro dell'Interno ha giocato con grande astuzia, tempismo  e intelligenza le sue carte, ribaltando abilmente, suo favore, una situazione difficile, da vero animale politico: prima ha incassato l'OK delle camere sul Decreto Sicurezza, certo di non avere tra le scatole qualche Fico secco o altro grillino buonista di troppo, a fare da intralcio.  Non dimentichiamo che c'è anche in ballo la legge sulla legittima difesa (penso all'ultimo caso del povero gommista di Arezzo accusato di "eccesso di difesa", perché derubato 38 volte,  il quale ha reagito all'ennesima incursione dei ladri armati, uccidendone uno).
Poi, una volta incassata la fiducia ai decreti,  è uscito allo scoperto col suo deciso NO  al Global Compact privandolo di fatto della sua legittimità "ufficiale" a Marrakech dove l'Italia, per sua fortuna,  non ci sarà.  Certamente se ne avesse avuto la forza numerica (e non il 17%), sarebbe stato pìù comodo e opportuno non passare nemmeno dal parlamento, dato che l'Italia non è la Svizzera dove esiste una grande sensibilità su questi temi. La Svizzera - lo ricordiamo - ha organizzato ronde di cittadini per presidiare i suoi confini. Ve lo immaginate se ciò sarebbe mai possibile da noi? Pertanto si può permettere di rischiare un passaggio parlamentare senza perdere la barra del timone.



Ma intanto, per tornare da noi, il dibattito parlamentare sul Patto ONU, verrà procrastinato, a causa delle feste di Natale,  e c'è il tempo per ricucire alleanze positive e assertive nel merito. Intendiamoci, non siamo ancora fuori pericolo! Ma nel frattempo la sensibilità collettiva su questi temi cresce e crescerà sempre più.
  
Vorrei sfatare alcuni miti e luoghi comuni su questo documento Onu, che circolano anche in rete. 

  • Il documento del GCM non è "vincolante": Falso! vi compare per 80 volte la parola "obbligatorio"
  •  l'indomani di Marrakech schiere di magistrati, giornalisti e forze politiche sostenute dal fronte immigrazionista lo imporrebbero  come legge di fatto all'opinione pubblica
  • c'è un obbiettivo chiaramente indicato in quel paragrafo 33 del documento in cui si propone la «sensibilizzazione ed istruzione dei professionisti dei media a una terminologia ed informazione etica» unite ad una cancellazione dei fondi pubblici a media che «sistematicamente promuovono intolleranza, razzismo, xenofobia».
  • Ancor più aberrante e orwelliano è il punto 11 intitolato significativamente «Gestione dei confini in maniera integrata sicura e coordinata». Cioè, è  l'Onu stessa che dovrà decidere chi lasciar passare e chi no. 


Queste ed altre trappole sono state ben identificate e sviscerate nell'articolo comparso ne "Gli Occhi della Guerra", firmato da Gian Micalessin. 

Pertanto, mettere la firma ed accettare questo documento aberrante e vigliacco, è come mettere al collo una corda ad ogni cittadino italiano.

Ma ascoltiamo cosa dice il ministro degli Esteri ungherese del governo Orban, Peter Szijjártó che ha lanciato un vero e proprio appello per il NO diretto anche all'Italia : 

Per il governo ungherese, il Global Compact è un documento altamente distorto a favore dell’immigrazione, che è sia dannoso che pericoloso”, ha affermato.

“Le Nazioni Unite commettono lo stesso errore dell’Unione Europea, che vuole basare la propria politica migratoria su quote obbligatorie di reinsediamento. Il patto delle Nazioni Unite è più pericoloso, tuttavia, perché è un’iniziativa globale e rappresenta quindi un rischio per il mondo intero" .
Perciò, ciascuno spinga il proprio partito di riferimento (anche gli stessi grillini e forzitalici) con email, affinché il NO del Parlamento Italiano risulti  più compatto e più unitario possibile. Non possiamo permetterci franchi tiratori di nessun genere né mercati delle vacche. Teniamo aperto il focus su questo cruciale tema. Io mi impegnerò fino a che non ne sortirà una voce chiara e univoca dal Parlamento.

Stati Uniti, Ungheria, Austria, Croazia, Repubblica ceca, Slovacchia, Svizzera, Israele, Australia e Lituania hanno già detto NO al GCM.  L'Italia deve far parte di questa buona squadra. Senza indugi!

27 November 2018

I giubbotti gialli accendono la Francia



Parigi brucia e  i giubbotti gialli (Gilets Jaunes) la colorano di rabbia. Confesso che quando questa protesta è esplosa l'ho presa un po' così, sottogamba. Forse perché siamo ormai abituati ai colori delle varie rivoluzioni telecomandate da Soros, per il mondo. Mica che sia una roba all'interno delle solite  élites, le quali, stufe di un presidente modello Eliogabalo che non funziona, cercano un'alternativa tutta loro, preparando una successione? Era questo il mio dubbio.
Le cose sembrano, invece, andare diversamente. E ce ne dà conto Jacques Sapir, l'economista teorico della Demondializzazione:


Questo movimento è stato innescato dall’annuncio di un aumento dei prezzi del carburante. Tuttavia, riflette una rabbia molto più profonda e cause molto più complesse. La questione dei prezzi del carburante rimanda alla cosiddetta “compressione dei consumi” delle famiglie delle classi popolari. Quando non si hanno mezzi di trasporto alternativi e si devono fare ogni giorno decine di chilometri per andare al lavoro, ebbene sì, il costo del carburante rappresenta un pesante onere. Detto in termini economici, in questo caso non vi è alcuna elasticità del consumo rispetto al prezzo.

Tuttavia, un semplice aumento dei prezzi del carburante non avrebbe certamente causato una tale collera se non fosse arrivato in aggiunta ad altri aumenti e ad una pressione fiscale che le classi lavoratrici considerano eccessivamente onerosa. Le riforme fiscali realizzate lo scorso anno dal governo – tra cui la rimozione della ISF (Imposta di solidarietà sul patrimonio) – e le misure adottate dai governi precedenti – tra cui ricordiamo i 44 miliardi di sgravi fiscali del CICE (credito d’imposta per la competitività e l’occupazione) concessi alle grandi imprese in cambio della creazione di qualche posto di lavoro – sono alla base di questa rabbia. Si parla di una “esasperazione fiscale”; in certi casi ci si può arrivare. Ma qui si tratta soprattutto di un senso di ingiustizia fiscale(blog Voci dall'Estero).



A questo vanno aggiunti gli atteggiamenti arroganti, dispotici e sussiegosi di Macron, il suo conclamato disprezzo per i ceti popolari, per i pensionati, da lui considerati dei parassiti mangia-ufo. L'omiciattolo Rothschild del resto, in  quanto ad arroganza,  ha preso lezioni private dal suo vecchio mentore Jacques Attali, colui che senza mezzi termini ha pronunciato una frase ormai da incorniciare a futura memoria: "Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità?”. 
Beh, stavolta si dà il caso che la "plebaglia" l'abbia presa male, malissimo, e che si stia rivoltando. E non ha l'aria di essersene dimenticata. Macron avrebbe voluto anticipare auto elettriche per tutti rottamando i diesel (detta benzina dei poveri) anzitempo. Ma non gliel'hanno perdonata. Non si possono pompare di continuo quattrini dalle tasche di gente, già sufficientemente defraudata. 
C'è qualcosa di singolare nella protesta dei giubbotti gialli che è insieme sovranista "di destra" (Marine Le Pen e il suo Rassemblement National (ex FN),  la sta sostenendo) ma anche antiglobalista "di sinistra" (Jean-Luc Mélanchon e il suo movimento "La France Insoumise") .  E un po' di merito l'abbiamo noi in Italia col governo giallo-verde, primo governo di sperimentazione nazional-populista, il quale ha fatto in un certo senso da apriprista, sebbene in forme non violente.


Chi semina miseria raccoglie rabbia

Sembrano lontani i tempi in cui i pennivendoli francesi (les écrivaillons), a Télé France ridacchiavano, beffardi, sullo "strano" risultato delle nostre elezioni e sulla formazione del governo neoeletto, commentando per assurdo:  "Sarebbe un po' come se in Francia nascesse un governo dove la Le Pen e Mèlanchon governassero insieme".
Beh, cari gazzettieri d'Oltralpe (e io che pensavo che  i nostri fossero i peggiori), tutto può succedere nella vita, pur di far fuori il Nemico principale...Intanto gli esponenti dei Gilet Gialli, si rifiutano di farsi intervistare da loro.  Ho visto con sorpresa alcuni filmati di manifestanti che si rifiutano di parlare con la loro stampaglia di regime (la presse macronienne), mentre invece concedono volentieri interviste perfino ai ns. mezzibusti RAI, gridando ai microfoni in Italiano: "A morte il mondialismo!", "Viva la Francia!".


E corre voce che dietro ai Gilets Jaunes, ci sia pure lo zampino di  ambienti militari francesi, esasperati dalle umiliazioni inflitte da Micron e dai suoi atteggiamenti assai poco dignitosi. Non ultimo, quel Pierre de Villiers, capo degli stati maggiori cacciato giusto l’anno scorso da Macron, perché si rifiutò di accettare  un taglio del budget di 850 milioni di euro per le spese militari, imposto dall'Eliseo. Insomma, l'Eliogabalo di Francia con la  sua sposa nonna e i suoi allegri amichetti, si è fatto molti nemici, con molto disonore.

BB solidarizza coi gilet gialli

22 November 2018

Bocciati dalla Ue: chi ti dice che sia una disgrazia?



Dunque, come previsto il documento di programmazione economica (DEF) è stato bocciato dalla Commissione Ue. Ricordo che fu rinviato al mittente anche quello di Enrico Letta nel suo governicchio semestrale, il quale poi si mise subito sull'attenti per "modificarlo". Mi è piaciuto poco Conte quando parla di "rimodulazione". E ne ha subito approfittato Moscovici per affermare:  "Con l’Italia possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarci a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti (marchand de tapis)".
Curioso che uno con la faccia da mercante di tappeti levantini, (e l'uomo proviene dal Levante come lascia arguire il suo cognome ben poco francese), ci affibbi questa etichetta assai più adatta a sé stesso. Già me lo vedo con tappeti persiani arrotolati sulle spalle. O in un negozio con l'insegna del suo cognome, mentre li srotola e li misura con uno di quei metri-asta di legno a sezione rettangolare in uso nelle sartorie e mercerie. Ha  proprio le physique du rôle .
Ma si sa, il ladro grida al ladro, lo strozzino dà dello strozzino agli altri. Bene ha fatto Salvini a ricordare che il suo stipendio di EurokomSSar (non eletto) glielo paga anche l'Italia e che gli Italiani versano la bellezza di 5 miliardi di euro alla Ue. Certo, in tempi di vacche magre (ma potremmo chiamarle addirittura "vacche europee", visto che a loro piace tanto il rigore ad ogni costo) ci sarebbero cose ben più utili da finanziare che non lo stipendio a un così tronfio...marchand de Tapis. Non so bene come finirà tutta questa storia della "bocciatura", se con un braccio di ferro, o delle sanzioni o con una opportuna "rimodulazione". So solo che non possono essere l'allegro etilista Juncker, il mercante di tappeti MoscoWC & compari a decidere (nonostante il ritocco voluto dalle consorterie Ue del nostro art. 81 della costituzione) come, quale e quanto deve essere il bilancio italiano e come vadano spesi i nostri denari. Ricordo inoltre che la Grecia li accontentò, ubbidì e si fece strozzare, fino a diventare uno stato fallito. Ecco perché non dobbiamo ripercorrere una strada che sarebbe senz'altro perdente. Ve lo immaginate se con quei soldi che non verseremmo più alla Ue,  si potessero costruire più scuole sicure con docenti esperti e qualificati, mantenere e potenziare le piccole strutture ospedaliere città per città, invece di chiuderle per concentrare tutti i malati in mega-strutture lager nelle città grandi, ottenere più posti di lavoro per impedire che i  nostri ragazzi vadano all'estero con la valigia trolley a guadagnare quei pochi miserabili euro che potrebbero avere con facilità anche qui? Sono alcune delle ipotesi di "buona spesa" che si possono fare, se solo potessimo investire i nostri soldi nel vero interesse dei cittadini. Ma ce ne sono tante altre...



E va bene! se ci sanzionerete,  vorrà dire che renderete più facile e quasi obbligatoria, una ITALEXIT.
E da un male potrà nascere un bene per noi. 

Perciò in alto i nostri cuori!

18 November 2018

Iris viola di novembre


Uno strano iris violetto si è messo a fiorire nel mio giardino durante i giorni di pioggia monsonica di circa una settimana fa, quelle piogge monsoniche che hanno messo in ginocchio buona parte delle regioni d'Italia. I fiori hanno il loro calendario e sappiamo che gli iris (o giaggioli) fioriscono in aprile-maggio, ma non in novembre. I bucaneve  alla fine di febbraio, le primule e le viole a marzo, i lillà in aprile, le rose in maggio, in giugno i gigli, in luglio le lavande, i girasoli e gli oleandri e così via. A novembre tuttalpiù fioriscono solo crisantemi, mentre a dicembre, qualche elleboro bianco sotto la neve. Oggi non esiste più un vero calendario dei fiori e dei frutti: tutto fiorisce e tutto marcisce fuori stagione, in uno strano impazzimento climatico. Sappiamo anche che la montagna sopporta benissimo le precipitazioni atmosferiche, ma non piogge torrenziali sciroccose accompagnate dalla furia di strani venti, che le gole dei monti rigettano indietro.  Per questo sono venute giù intere foreste di abeti rossi dalla Val di Fiemme (in Trentino) e dal Veneto, mettendo in ginocchio queste regioni a causa del pregiato legname andato disperso  e in parte distrutto. Ora bisogna far presto per recuperarne quel che resta, poiché le nevicate sono imminenti. Le chiamano le foresta dei Violini o i boschi che suonano, perché l'abete rosso è il legno impiegato dai famosi Stradivari, i liutai di Cremona.  Ma non solo. Le gondole di Venezia, e prima ancora tutti i vascelli da combattimento e le galee della Serenissima (compreso il Bucintoro), vennero costruite con questo legname.  I giornali si perdono in dotte disquisizioni in arboricoltura, scrivendo che le monocolture di questo abete rosso hanno impoverito il terreno dei boachi, rendendo fragili le abetaie  fino a  favorirne il crollo. E si cita, al riguardo, Rigoni Stern lo scrittore di Asiago,  il quale suggeriva di piantumare il terreno,  mescolando le specie: abeti con larici e betulle, per fortificare i terreni  boschivi. Può darsi.
Ma occorre dire che se per secoli e secoli le conifere  dal tronco rossastro hanno resistito, è assai probabile che "le foreste dei Violini" siano state messe in precarietà soprattutto  dalle manipolazioni climatiche che trasformano il nostro bel clima temperato mediterraneo, in clima monsonico e tropicale. Fa discutere infatti la frase di Raschi a Porta a Porta con relativa impacciata retromarcia.

Antonio Raschi, direttore dell’istituto di biometeorologia del Cnr, – in diretta – alla trasmissione “Porta a porta”, di Bruno Vespa ebbe a dire:  «Siamo al centro di un esperimento planetario», aveva detto Raschi, su Rai Uno, il 6 novembre: «Un esperimento di cambiamento del clima, del quale non sappiamo ancora quali saranno gli effetti nel lungo periodo».
Tema della trasmissione: lo tsunami-maltempo sull’Italia. Possibile che la catastrofe abbattutasi sul Nord-Est sia stata causata da manipolazioni climatiche? Raggiunto al telefono da Mazzucco, come riportato in una video-sintesi su “Luogo Comune”, Raschi fa dietrofront: sostiene di esser stato frainteso. E’ vero, ha pronunciato il termine “esperimento”, ma in realtà, a detta sua,  voleva semplicemente dire: scontiamo le conseguenze del surriscaldamento terrestre, al quale contribuiscono le irresponsabili emissioni di gas serra. Così se l'è rigirata e ovviamente Vespa ha lasciato cadere e  non ha "approfondito". (fonte: Libre idee)


Ma ormai il dado è tratto e la "voce dal sen fuggita", fa notizia sui siti web e non solo. Il fatto è che le catastrofi ormai nel nostro paese avvengono quasi sempre in concomitanza a momenti topici particolari del nostro clima politico. C'è un documento che la Ue vuole rimandare al mittente come il DEF? Tié, beccati una bella alluvione a Portofino, uno straripamento che abbatte i muri a Rapallo con molte imbarcazioni alla deriva, e pure un relativo rotolamento di abeti nelle Dolomiti. E i fotogrammi del disastro vanno per il mondo, ottengono l'effetto di piegare il nostro morale e ci rendono insicuri e infelici. Eravamo il Bel Paese del sole invidiato nel mondo, siamo il paese delle catastrofi idrogeologiche e delle calamità ricorrenti. 

La mente torna a quel novembre 2011 a Cannes,  quando durante un fatal raduno il FMI voleva metterci sotto suo commissariamento e Berlusconi dovette litigare con  i "convenuti" Merkel e Sarkozy per impedirlo.Volarono gli stracci e Berlusconi fece resistenza per l'intero meeting. Invano, perché di lì a qualche tempo ci fu l'avvento di Monti e degli Androidi da Bruxelles, una sorta di Troika mascherata da "governo tecnico". (mio post L'Italia che si sbriciola).  Piove governo ladro?  No, si trattò dell'alluvione genovese in cui  perirono delle persone. Come molti morti non mancano nemmeno per quest'altra ondata di maltempo.  Intanto è divertente notare come i siti che parlano apertamente di manipolazioni climatiche siano presi di mira da troll come in questo caso: 

https://www.informarexresistere.fr/apocalisse-maltempo-italia/

Un po' meno in questo dove c'è la moderazione:

http://www.libreidee.org/2018/11/alterazione-del-clima-e-in-corso-un-esperimento-planetario/

In ogni caso, le armi climatiche esistevano anche durante la Guerra Fredda, ma nessuno delle due superpotenze le usò, stipulando patti e accordi di desistenza. Vien quasi fatto di rimpiangere il vecchio Muro e il mondo   diviso  in due blocchi, "contrapposti" finché si vuole, ma che creavano almeno un po' d' equilibrio. Ora sappiamo in che "mondo libero" ci troviamo: libero di fare entrare chicchessia oltre ad alluvioni, terremoti, siccità, deforestazioni spaventose.. Quando non  ci ritroviamo invasi da "alluvioni umane".


Intanto le nostre città aggredite da  persistenti piogge fradice e nere, con umori e odori spessi, con negozi dai cibi orrendi, con un'umanità promiscua e ammassata di tutte le razze, lingue  e idiomi, sembrano sempre di più uno scenario da "Blade Runner", film appena ridato di recente in tv. Sì, la  crudele distopia è già qui e finiranno per trasformarci in tanti replicanti a termine, disperati, poiché incapaci di tramandare alcunché:

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»

09 November 2018

ONU e Patto Globale: quel falso bene che ci fa del Male.



Global Compact for Migration. Ovvero Patto globale per una migrazione definita "sicura, ordinata e regolare". L’accordo è noto anche come «Dichiarazione di New York», poiché i 193 membri dell’Assemblea generale Onu avevano approvato all’unanimità il documento il 19 settembre 2016 proprio nella città della Grande Mela. Promotore dell’intesa era stato, manco a dirlo, l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Tra i partecipanti di spicco, anche l'Italia con l'intervento dell'allora  premier Matteo Renzi che annunciò in quella sede, come il nostro Paese avrebbe aumentato in modo sostanziale il suo impegno finanziario ai fini "umanitari", aumentando il budget  nientemeno che del 30%. Il resto dei precedenti governi Renzi e Gentiloni, sappiamo già cosa ci portarono dopo le immancabili e compiaciute visite dei Segretari dell'ONU Ban-ki-Moon e Guterres: sbarchi quotidiani al grido di "Noi salviamo vite" e un'immigrazione pesantemente fuori controllo.

Il Patto Onu sull’immigrazione è articolato in 23 obiettivi e 54 punti per un totale di 34 pagine, ed entrerà in vigore con la firma prevista al summit di Marrakech, in Marocco nei giorni del 10 e 11 del dicembre prossimo. Sono costretta a occuparmi dell'argomento, sollecitata e spinta da alcuni lettori di questo blog. Intanto questo è  il testo, e bene si farebbe a leggerne la traduzione. Un testo subdolo perché mentre predica il Bene universale ci porta disgrazie e calamità a non finire. Ma sempre questo fanno i predicatori del Bene  con la retorica melensamente umanitarista  dalla quale possiamo  trarre queste ipocrite "linee guida" qui riassunte:





  • Proteggere la sicurezza, la dignità, i diritti umani e le libertà fondamentali di tutti i migranti, indipendentemente dal loro status, in ogni momento;
  • Supportare i paesi nel salvataggio, ricezione ed accoglienza di rifugiati e migranti;
  • Integrare i migranti attraverso l’assistenza umanitaria e programmi di sviluppo – indirizzando i bisogni e le capacità dei migranti e quelle delle comunità che li accolgono;
  • Combattere xenofobia, razzismo e discriminazione nei confronti dei migranti;
  • Sviluppare, attraverso processi guidati dagli stati, principi e linee guida sul trattamento dei migranti in condizioni di vulnerabilità;
A corollario di tutto ciò, c'è la governance globale sulla migrazione diretta dal Palazzo di Vetro, con la quale gli stati sovrani non conteranno più  un bel nulla. 
Chi non ha aderito? hanno già annunciato che non firmeranno Stati Uniti, Australia, Polonia, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, Croazia e Danimarca. C'è un forte dibattito anche in Svizzera con l'UDC, il partito che vorrebbe sfilarsi definitivamente.  Il governo di Vienna ha spiegato che “il patto limita la sovranità nazionale, perché non distingue tra migrazione economica e ricerca di protezione umanitaria”.
 La decisione austriaca ha provocato il plauso di vari movimenti di destra, non solo europei. Alice Weidel di Alternative fur Deutschland è  tra i fautori del rifiuto.

Perché il nostro governo invece tace? Eppure Salvini sa bene che se a Marrakech l'Italia aderirà a questo patto scellerato, il suo Decreto Sicurezza  (appena approvato) diventerà in un battibaleno carta straccia da macero. Salvini sa bene che tutto il suo colossale lavoro per ridurre drasticamente gli sbarchi  diventerà inutile come voler svuotare il mare col classico secchiellino dei bimbi, e che, con la ratifica di questo Patto (scellerato) a Marrakech non avrà più un attimo di tregua nemmeno per dormire. E con lui, tutti quanti noi. 

Ma c'è un ma... Ci sono con lui le "nuove" (si fa per dire) sinistre al governo, nelle  persone dei 5 stelle.  Ed ecco cosa dice Manlio Di Stefano, sottosegretario del M5s agli Affari Esteri e alla cooperazione Internazionale nella sua intollerabile stolta dichiarazione qui.
Del resto, occorre tener ben presente che  il Ministero degli Esteri è guidato dal "montiano" Moavero-Milanesi. Questa totale assenza di dibattito pubblico, in Italia, sul famigerato Global Compact Onu è  per lo meno inquietante, e usare questo blog per denunciarlo è il minimo che io possa fare.
Invito a farlo anche ad altri blogger!


D'altro canto, se Salvini li molla aprendo una crisi governativa, questi non vedono l'ora di mettersi col PD e realizzare magari politiche ancora più immigrazioniste di quelle che ci hanno preceduto, dato che l'unione fa la forza. E senza avere il bastone tra le ruote nell'ingombrante persona del Ministro dell'Interno. Mattarella non scioglierebbe mai eppoi mai le Camere nemmeno sotto tortura. Siamo come al solito, in un bell'impasse. E' vero che è  da considerarsi un accordo volontario e non legalmente vincolante, ma a fronte di una situazione da incontrollabile "Campo dei Santi globale" come ci si può fidare di queste serpi del Palazzo di Vetro?  Ho già detto in analoghe situazioni che il logo dell'ONU è una ragnatela che avvolge l'emisfero  stringendolo tra due rami di  palma (simbolo della pace, quella voluta da loro). Bene, non sarà  sfuggito in queste ore,  che laddove non riesce la Ue con le sue pesanti ingerenze, cerca di riuscirvi l'ONU; ovvero la ragnatela sulle nazioni e sui popoli. Il governo mondiale ha troppa fretta per non tentare i suoi pessimi tiri mancini. Sta a noi di fermarlo a Marrakech il 10 dicembre! Intanto scrivete, protestate, inviate email!

05 November 2018

Inarrestabile marea umana dall'Honduras



Sulla marea umana, praticamente una vera e propria alluvione che straripa (mai termine è più appropriato con quanto stiamo vivendo in questi giorni di sconquasso metereologico) che dall'America Latina marcia spedita e inesorabile verso gli Stati Uniti avrete letto vari resoconti. Ma tutti i reportage mainstream sembrano favorire la tesi della "povertà". "Fuggono da fame, violenza, disoccupazione". "Scappano dall’emarginazione, dalla disoccupazione e dalla mancanza totale di opportunità", "Vogliono allontanarsi dal potere del dittatore Juan Orlando Hernandez". "Sono in cerca della terra promessa", "Perché, da sempre, chi ha fame si sposta per cercare il pane". E via con la retorica dell'esodo biblico e dell'accoglienza che ne deve conseguire.
Provate come ha fatto la sottoscritta a farvi un Google con le parole-chiave Honduras e migrazioni e vi arriverà il solito piagnisteo a cui noi Italiani siamo stati abituati da anni e anni con gli sbarchi circa il  mettere a rischio la propria vita, sulle condizioni igieniche disumane, sul fatto che rischiano la disidratazione ecc. Quindi questo fiume straripante e tracimante di persone è un fatto "spontaneo", "ineludibile" e "inevitabile". Soprattutto si muovono di loro spontanea volontà, ma quel cattivone di Trump senza cervello e senza cuore, ha già predisposto cordoni di forze dell'ordine facendo presidiare i confini. Allo stesso modo viene fatta la cronaca sui passi del governo messicano che invia la polizia federale (su ordini degli Usa, of course) per intercettare la carovana di migranti diretti negli Stati Uniti. Come osano? ci sono donne, bambini...hanno fame, sete, sonno, sono stanchi...Dopo tante ricerche mi imbatto nel sito "Vietato parlare" e - toh! - finalmente trovo la convalida ai miei sospetti: qualche megalomane sociopatico col complesso di Mosé (chi sa chi sarà?) sta scatenando tempeste umane più o meno "perfette" addosso ad uno stato sovrano con lo scopo di destabilizzarlo.

Ed ecco la domanda da porsi:  è pensabile che 5000 persone si organizzino da sole per una impresa del genere? E chi sta sostenendo i costi organizzativi ed individuali? Ebbene esistono prove che questi fenomeni non sono affatto spontanei ma finanziati da determinati gruppi di pressione e "filantropici" che sembrano essersi dati un compito "morale" di cambiare globalmente le società occidentali secondo le loro opportune ‘linee guida’.

PUEBLO SIN FRONTIERAS E ALTRE ORGANIZZAZIONI  




Precisamente la carovana “March of the Migrant” è organizzata da un gruppo chiamato Pueblo Sin Fronteras, mentre lo sforzo è sostenuto dalla coalizione CARA Family Detention Pro Bono Project, che include Catholic Legal Immigration Network (CLIN), American Immigration Council (AIC), il Il Refugee and Immigration Centre for Education and Legal Services (RICELS) e l’American Immigration Lawyers Association (AILA).


Almeno tre dei quattro gruppi sono finanziati dalla Open Society Foundation di George Soros, mentre altri gruppi di supporto sono finanziati dalla MacArthur Foundation, dalla Ford Foundation e dalla Carnegie Corporation.

Il gruppo dietro la carovana, cioè l’organizzazione ‘Pueblo Sin Fronteras’, che significa ‘persone senza frontiere’, si impegna ad infrangere la legge sull’immigrazione per fornire “rifugio” a migliaia di centroamericani. I finanziamenti dietro il gruppo sono sconosciuti dato che riceve sul proprio sito donazioni spontanee con Pay Pal.

SOROS TRA I PROBABILI "BENEFATTORI"

Tra i benefattori di queste associazioni c’è il multimiliardario George Soros che ha da tempo promesso di sostenere società a beneficio di migranti e rifugiati “in fuga da situazioni pericolose per la loro vita”. Egli ha iniziato a gettare le basi per la fondazione per continuare la sua missione dopo la sua morte. I documenti della Hacked Open Society Foundation pubblicati la scorsa estate fanno luce sul modo in cui Soros ha usato le sue fondamenta per far progredire le politiche progressiste e aperte ai confini nazionali e internazionali.

Carte prepagate per immigrati: paga lo zio George con l'avallo di Ue e di ONU. La carta reca in alto il marchio UNCHR


A questo scopo Soros lo scorso autunno, ha trasferito $ 18 miliardi alle ‘Open Society Foundations‘, la rete di organizzazioni non profit che egli usa per far avanzare la sua ideologia globalista e senza confini negli Stati Uniti e in tutto il mondo. Il trasferimento massiccio, che è stato segnalato per la prima volta dal Wall Street Journal, è approssimativamente equivalente al prodotto interno lordo dell’Afghanistan, secondo i dati della Banca Mondiale.

Negli Stati Uniti, la sua fondazione ha fornito finanziamenti per il movimento Black Lives Matter e gli attivisti di frontiere aperte. La fondazione ha anche fornito finanziamenti a gruppi di “resistenza” anti-Trump, ha finanziato la ricerca di creare un’opposizione ai critici dell’Islam radicale e ha tentato di influenzare le decisioni della Corte Suprema.
La fondazione di Soros è ora la seconda organizzazione filantropica negli Stati Uniti dietro solo alla Fondazione Bill e Melinda Gates.

Soros sta anche finanziando programmi per finanziare l’ingresso di “rifugiati” in Italia, Ungheria e Israele. (Ndr: per quest'ultimo, sarà dura). 


IL GOVERNO HONDUREGNO FAVORISCE LA FUGA MIGRATORIA

La carovana che è partita dall’Honduras è anche favorita dal governo Honduregno. Ciò può sembrare contraddittorio perché alcuni capi-carovana hanno accusato il governo honduregno di corruzione e non riescono ad affrontare la povertà, il crimine e le condizioni economiche costringendo le famiglie a fuggire a migliaia. Questo può essere vero ma è anche vero che l’asilo è in gran parte una truffa colossale progettata per fornire ai paesi dell’America Latina una valvola di sicurezza politica ed economica e una mucca in contanti di valuta estera. Nel 2017, le rimesse inviate in Honduras hanno totalizzato $ 4,33 miliardi e costituiscono una parte significativa dell’economia honduregna.




Nell’arco di pochi decenni, i migranti sono diventati un motore essenziale di sostegno economico per l’Honduras. Le rimesse comprendono il 17% del prodotto interno lordo (PIL) della nazione nel 2011, secondo le stime della Banca Mondiale, la seconda più grande quota di qualsiasi paese dell’America Latina o dei Caraibi. In quanto tali, gli emigranti honduregni hanno un enorme significato per l’economia del paese e per il sostentamento di molte comunità e famiglie altrimenti impoverite.

Queste informazioni sono pubbliche ed hanno riscontri documentabili. La domanda è ovviamente a questo punto su che tipo di informazione noi riceviamo.
FonteVietato parlare: ma è veramente spontanea la carovana dei migranti che si dirige verso gli Usa? 

che a sua volte trae queste sue informazioni  dalle seguenti fonti: Fox News, News Now, Wnd, Amerikan Thinker.

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Quali lezioni trarre da questa esperienza a dir poco sconvolgente? 

Che gli Usa, da sempre grande potenza mondialista  in perenne espansione, è a sua volta sotto attacco da oligarchi sociopatici legati alla Finanza che già destabilizzano l'Europa. E' una sorta di grande e grosso prelibato boccone che i voraci predatori intendono mangiare per ultimo, ma che hanno intenzione di voler fare. Pertanto la resistenza di Trump va nella direzione degli interessi del popolo americano. Come va nella giusta direzione voler abolire quello "ius soli"  (ovvero l'acquisizione della cittadinanza di un dato paese come conseguenza del fatto giuridico di essere nati sul suo territorio, indipendentemente dalla cittadinanza dei genitori) che la loro Carta costituzionale dei Padri Fondatori  gli impone.  Provvedimento durissimo, certo, ma è l'unico modo per scongiurare quello scenario apocalittico da Campo dei Santi, che, come dice l'amico Massimo, non sarà mai abbastanza ricordato, consigliato e citato.  
Parliamo di esodo di clandestini da America del Centro-Sud ad America del Nord, ma come al solito de te fabula narratur