Inutile nasconderci la verità drammatica: siamo sotto attacco e abbiamo una manica di irresponsabili al governo che fa finta di nulla. In questi giorni in risposta agli attacchi terroristici ai mercatini di Berlino che hanno provocato dodici vittime tra le quali la nostra connazionale Fabrizia Di Lorenzo, abbiamo avuto prove e riprove della demenza dei nostri governanti. In primis, Minniti (neo ministro dell'Interno) e Gentiloni hanno fatto i tweet con nomi a cognomi degli agenti che hanno abbattuto il terrorista islamico Anis Amri, il quale è riuscito ad attraversare mezza Europa con una calibro 22. Complimenti per l'astuzia politica dimostrata nell'esporre due poliziotti e le loro famiglie e tutti gli Italiani a ritorsioni, come giustamente ha fatto osservare il sindacato dei poliziotti COISP. Dove finiscono l'asineria e la stupidità e iniziano la potenziale delinquenza e irresponsabilità, è un discrimine difficile da identificare.
Il tunisino Anis Amri ha potuto, indisturbato, attraversare in treno svariate frontiere europee, con un avvistamento a Lione dove è stato filmato, transitando per Chambéry con un'arma e senza documenti. Quindi alle 3 di notte di venerdi 23 (Antivigilia di Natale) vaga per Sesto S.Giovanni finché non attira le attenzioni di una pattuglia della polizia.
Poi è andata com'è andata: male per lui e bene per i nostri agenti, che giustamente è meglio non chiamare "eroi" e non esporne i profili secondo tronfi copioni hollywoodiani in stile ispettore Callaghan. Ma in tutta questa faccenda si infittiscono dubbi su dubbi, come la reiterazione di un copione "Charlie Hebdo", già visto con i fratelli Chaouki: i documenti volutamente lasciati a bordo del veicolo.
Ma è mai possibile che criminali matricolati compiano tutti la stessa leggerezza di lasciare documenti identificativi in giro? Ed possibile che non riescano mai ad acchiapparne uno vivo e farlo cantare a dovere? Ricordo che anche il terrorista turco che ha attentato alla vita dell'ambasciatore russo è stato freddato seduta stante, senza poter essere interrogato.
Poi c'è la faccenda non trascurabile della Merkel e dei camionisti, alla quale i nostri media non hanno prestato nessuna attenzione, guardandosi bene dal rilanciare la notizia. Per la serie, troviamo un lavoro ai profughi disoccupati, la Merkel ha cercato di forzare il sindacato camionisti ad accettare lavori considerati "socialmente utili" alla cosiddetta "integrazione" come fare ottenere le licenze di conduttore di camion ai "profughi". Ne dà conto l'EXPRESS inglese. Non è affatto una notizia da prendere sottogamba. Non dimentichiamo che fu proprio la Merkel a dire, ad attacco compiuto, che "sarebbe intollerabile" per lei apprendere che lo stragista fosse un immigrato. Lapsus freudiano con tanto di ammissione implicita di colpa?
Poi è andata com'è andata: male per lui e bene per i nostri agenti, che giustamente è meglio non chiamare "eroi" e non esporne i profili secondo tronfi copioni hollywoodiani in stile ispettore Callaghan. Ma in tutta questa faccenda si infittiscono dubbi su dubbi, come la reiterazione di un copione "Charlie Hebdo", già visto con i fratelli Chaouki: i documenti volutamente lasciati a bordo del veicolo.
Ma è mai possibile che criminali matricolati compiano tutti la stessa leggerezza di lasciare documenti identificativi in giro? Ed possibile che non riescano mai ad acchiapparne uno vivo e farlo cantare a dovere? Ricordo che anche il terrorista turco che ha attentato alla vita dell'ambasciatore russo è stato freddato seduta stante, senza poter essere interrogato.
Anis Amsi, il terrorista tuinisino |
Ma intanto proviamo a leggere e a interpretare questo documento, prelevato da Analisi difesa :
"I veicoli sono come i coltelli. Molto facili da acquistare, sono tra i più letali metodi di attacco, i più efficaci per sterminare un grande numero di infedeli”. Queste sono le prime parole che si leggono nelle istruzioni per l’impiego dei tir come “arma mortale” contenute nel numero di novembre del magazine dell’Isis Rumiyah. Poche persone, si legge ancora sulla rivista diffusa in più lingue, “comprendono la mortale capacità dei veicoli a motore di fare un gran numero di vittime se usati nella maniera giusta".
Roberta Pinotti, ministra della Difesa, si permette di criticare aspramente Salvini e il M5S (ora anche un Grillo last minute, che sembra aver finalmente capito che in casa nostra non può sognarsi di entrare chiunque), i quali vorrebbero tutelare gli Italiani dall'invasione. Lo stracco teorema è sempre il solito: "i migranti non sono terroristi". Perfetto: facciamone entrare ancora un bel po', madama la ministra, eppoi vediamo l'effetto che fa. Per ora si viene a sapere che Anis Amsi aveva già dato fuoco ad un centro d'accoglienza (accoglienza de che?) e che in carcere aveva minacciato di decapitazione un compagno di cella cristiano. Non male come curriculum vitae.
I media mainstream si chiedono come mai finora in Italia siamo stati risparmiati da attacchi in stile Bruxelles, Nizza, Berlino.
La risposta è semplice: l'Italia è il centro di addestramento e reclutamento jihadisti. Nelle molteplici indagini aperte da diverse procure sull’estremismo di matrice islamica, l’Italia emerge come un centro importante di supporto logistico e di fornitura di documenti falsi per i combattenti. In diverse aree, soprattutto al Nord, ci sono reti di fiancheggiatori del Califfato e le tracce lasciate dai killer di recenti episodi stragisti hanno portato anche nel nostro Paese, già prima della vicenda di Berlino. L'Italia è dunque un "passaggio obbligato" e un importantissimo e irrinunciabile primo canale di transito per le loro malefatte.
La risposta è semplice: l'Italia è il centro di addestramento e reclutamento jihadisti. Nelle molteplici indagini aperte da diverse procure sull’estremismo di matrice islamica, l’Italia emerge come un centro importante di supporto logistico e di fornitura di documenti falsi per i combattenti. In diverse aree, soprattutto al Nord, ci sono reti di fiancheggiatori del Califfato e le tracce lasciate dai killer di recenti episodi stragisti hanno portato anche nel nostro Paese, già prima della vicenda di Berlino. L'Italia è dunque un "passaggio obbligato" e un importantissimo e irrinunciabile primo canale di transito per le loro malefatte.
Il penultimo caso è stato quello dell’attentato sulla Promenade des anglais di Nizza, nella notte del 14 luglio scorso, realizzato con modalità analoghe a quello della capitale tedesca: un camion lanciato contro una folla di civili. L’autista, anche lui tunisino, Mohamed Lahouaiej Bouhlel, era stato fermato nel 2015, per un controllo, dalla polizia italiana alla frontiera di Ventimiglia (fonte: il Fatto).
E' chiaro che non si fa mai saltare per aria la propria tana-rifugio.
L'islam è il grimaldello minaccioso impiegato dalla finanza globalizzata per accelerare la scomparsa degli stati nazionali, per azzerare le identità, culture e tradizioni popolari cristiane. La società cristiana europea è già stata in passato messa in precarietà da rivoluzioni violente di matrice massonico-comuniste (la Rivoluzione Francese e quella Bolscevica, ad esempio). Ma senza un vero successo definitivo. Forse una religione pervasiva, fanatica, iconoclasta, retrograda e feroce, incapace di scindere la politica dalla religione come l'islam, potrebbe servire al caso. In fondo, una "non religione" del credere-obbedire-combattere che trascina i cervelli all'ammasso. Da qui il sangue sui mercatini natalizi, un segnale più che esplicito. Come provocazioni esplicite sono i presepi dati alle fiamme, la fine dei cantici cristiani nelle recite delle scuole italiane e le madonne coperte con il burqa nei presepi in Basilicata.
Con la crescente insofferenza di Francia e Germania per le sanzioni alla Russia imposte da Obama, e ancora con la liberazione di Aleppo da parte di Russia e Siria con conseguente cattura e smascheramento dei numerosi ufficiali dei servizi segreti occidentali che "dirigevano" i terroristi dell'ISIS dietro alle quinte, sembra essersi intensificata l'azione terrorista a tutto campo con le sue schegge impazzite scagliate per le città d'Europa. Azioni violente e sanguinarie di una malvagia strategia della tensione e della destabilizzazione.
Altri episodi inquietanti all'insegna del terrore sono stati l'uccisione dell'Ambasciatore Karlov ad Ankara, dove il killer, un poliziotto turco ventiduenne fuori servizio a nome Mert Altintas, ha potuto concludere i suoi anatemi pro Allah prima d'essere freddato. Anche in questo caso, nessuna cattura del colpevole vivo, in modo da poterne sapere di più.
Con la crescente insofferenza di Francia e Germania per le sanzioni alla Russia imposte da Obama, e ancora con la liberazione di Aleppo da parte di Russia e Siria con conseguente cattura e smascheramento dei numerosi ufficiali dei servizi segreti occidentali che "dirigevano" i terroristi dell'ISIS dietro alle quinte, sembra essersi intensificata l'azione terrorista a tutto campo con le sue schegge impazzite scagliate per le città d'Europa. Azioni violente e sanguinarie di una malvagia strategia della tensione e della destabilizzazione.
Altri episodi inquietanti all'insegna del terrore sono stati l'uccisione dell'Ambasciatore Karlov ad Ankara, dove il killer, un poliziotto turco ventiduenne fuori servizio a nome Mert Altintas, ha potuto concludere i suoi anatemi pro Allah prima d'essere freddato. Anche in questo caso, nessuna cattura del colpevole vivo, in modo da poterne sapere di più.
La Russia non ha fatto in tempo a metabolizzare questa sventura nonché grave provocazione di stato, che qualche giorno dopo è già alle prese con una sciagura, un'altra, di proporzioni ancora più ingenti: la caduta dell'aereo Tupolev militare con a bordo 92 persone di cui 64 membri del celebre Coro dell’Armata Rossa che era venuto ospite anche a Sanremo nel 2013, precipitato nella notte tra il 25 e il 26 nel Mar Nero. Nessun superstite tra i passeggeri. Al momento non si esclude nessuna pista, nemmeno quella terrorista, tenuto conto che la Russia ha già avuto aerei abbattuti.
Troppo sangue su questo Natale!
2016, un anno bisesto-funesto vissuto nel rischio, nei pericoli mortali, nel terrore e dalle molteplici calamità delle quali è ormai impossibile tenere una mesta conta. Non lo rimpiangeremo e mai come in questi giorni, desideriamo girare in fretta le pagine del vecchio calendario e aprire nuove belle pagine delle nostre povere vite sospese.