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26 January 2024

Il divieto di vivere

 


Il 31 gennaio  ricorre un anniversario che ogni italiano farebbe bene a ricordare anche se non vuole, perché è stato l'inizio della sottrazione della nostra libertà: la Gazzetta Ufficiale del 2020 pubblicò il piano d'emergenza sanitaria del governo Conte2-Speranza. Le clausure iniziarono più tardi, verso il 9 marzo, cioè il giorno dopo la Festa della Donna, ma chi ha fatto scrivere sulla GU il piano emergenziale, sapeva già bene dove voleva andare a parare. Sono stati tre anni maledetti e non ne siamo ancora fuori. Però, visto che si parla tanto di memorie relative a crimini avvenuti quasi un secolo fa, è bene ricordare anche i torti, le malversazioni e i soprusi recenti. Specie se nessuno dei responsabili ha finora pagato il giusto prezzo delle sue colpe. Chi vuole seguire qualche racconto fatto in quegli anni può andare all'archivio di questo blog del 2020, 21, 22, dove ci sono commenti indimenticabili, da parte dei miei ospiti. Ma più d'ogni altra cosa, contano le impressioni ed emozioni personali di quel periodo, quelle che ci sono rimaste dentro prigioniere  e cristallizzate in una sorta di confinamento perpetuo. Sembrerà strano, ma  colsi  d'istinto due o tre cose rivelatrici che la masquerade fosse stata preparata anzitempo: la canzone di Sanremo vincitrice fu "Fai rumore" di un certo Diodato, mai sentito nominare prima di allora. Ecco le parole galeotte e allusive: Ma fai rumore sì/ che non lo posso sopportare/questo silenzio innaturale. 
Da notare che la macchina sanremese del febbraio 2020 andò avanti, nonostante alcune avvisaglie sanitarie già in atto. Pecunia non olet e può perfino sfidare la forza dei virus.  


Un altro elemento che mi insospettì circa la finzione era lo slogan mondiale "Andrà tutto bene". E' mai possibile che  tutti i coglioni  del globo debbano scrivere la stessa cosa in tutte le lingue? Certo, le pecore sono conformiste, ma deve pur esserci stata una regia occulta per tutto questo magico sincronismo, una cabina di regia  che passa sopra ad ogni cosa. Tutti saltellano e cantano dal balcone all'unisono, con lo stesso slogan? E che c'era da festeggiare nello starsene segregati in casa? 

Anche la chiesa fece la sua parte di mistificazione. Bergoglio  attraversò le piazze solitarie di una Roma notturna e  surreale, mentre le note della canzone "Fai rumore" diventata già colonna sonora, accompagnavano il suo faticoso incedere, nei servizi di reportage televisivi. Quando vidi le code in farmacia che parevano quelle dei paesi comunisti prima che cadesse il Muro, code ai supermercati con persone zombificate al carrello come nei film horror di Romero, capii subito che eravamo dentro una macabra farsa più grande di noi.  Una sorta di drammatico Truman Show nel quale le nostre vite avevano la funzione di una recita carpita e manipolata altrove. C'era la foto-simbolo,  quella destinata ad andare per il mondo come durante le rivoluzioni colorate: una povera infermiera stanca morta per i turni che crolla davanti a un computer, la citata canzone divenuta la  traccia sonora di quel periodo. Ogni sera in tv  comparivano  le brutte facce di Rezza dell'Istituto Superiore di Sanità, di Angelo Borrelli di quella Protezione Civile fondata dal fu valoroso Giuseppe Zamberletti detto Zambo di Sacromonte sopra Varese, passata poi tristemente nelle mani di maneggioni del Sud. Di Domenico Arcuri Commissario Straordinario per l’attuazione delle misure per il contenimento dal Covid-19, implicato poi nello "scandalo mascherine". 
Poi fu la volta della parata delle virostar che si contraddicevano a vicenda. 

Ma soprattutto c'era Conte  che, per l'evenienza,  usò toni gravi  da statista (quale non è) alla Churchill parlando dell'"ora più buia". Giuseppi, con la pochette e ciuffo spettinato ad arte come un gagà pugliese che, alle 5 della sera di ogni sera,  invitava con impudenza a scaricare i moduli dei famigerati Dpcm come se fosse obbligatorio possedere per tutti un computer e una stampante. Poi minacce di sanzioni su minacce ("vi sarà consentito, non vi sarà consentito").  Multe se non avevi la certificazione, se violavi il coprifuoco, se varcavi un comune che non era il tuo.  Moniti severi, a chi andava troppe volte ai supermercati, unico svago consentito.  Perfino se avevi la sventura di essere un' inerme vecchietta che usciva dal cimitero (peraltro zona vietata). Multe per un preticello di campagna, reo di officiare la Messa e di somministrare l'Eucarestia ai suoi fedeli. Multe se un barista misericordioso osava offrirti un bicchiere d'acqua minerale e il servizio alla toilette. Ah sì, perché tra i tanti divieti di vivere, amare, passeggiare, pregare, mangiare, giocare, correre,  fare sport, c'era anche quello di fare i bisogni, come se volessero umiliare e barbonizzare la popolazione,  privandola d' ogni dignità.
Con mio grande sgomento, cercai almeno un rifugio spirituale in una chiesetta di campagna, ma erano tutte sbarrate, come sbarrati erano gli ambulatori medici. Gli artefici della cura del corpo si erano dati pavidamente alla macchia, come pure quelli dello spirito. 

Tutti ricorderanno che durante i primi mesi, le mascherine erano introvabili, dato che erano diventate oggetto di speculazione affaristica. Un ministro così oculato e attento come Di Maio, le aveva spedite in Cina quale atto di beneficenza, mentre i reparti ospedalieri ne erano sprovvisti.  In seguito, perfino le griffe di alta moda si misero a produrre mascherine, camici, berretti, calzari...Insomma, tutti gli strumenti del galeotto sanitario, quale forma di  riconversione tessile e produttiva. Che creatività e che stile, da vero made in Italy!  Improvvisamente l'introvabile mascherina divenne uno strumento così indispensabile che davano la multa se non la mettevi anche per bere un bicchiere d'acqua minerale. Inoltre,  i fautori dell'Italia democratica, unita, indivisibile e antifascista, suddivisero le regioni della Penisola in colori, laddove i contagi erano considerati più alti: bianco, giallo, arancione, rosso, a seconda della gravità dell'indice dei contagi per cifre diramate sempre da loro. Una vera guerra dei colori e dei numeri. 

La fase 2, quella di Draghi, (sempre con Speranza al suo posto), legata ai "salvifici"  vaccini, non andò meglio per  i  renitenti all'inoculazione. Il suo gelido e terribile motto "Non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire", suonò come il monito delle alte massonerie che si arrogavano il supremo diritto di vita e di morte su di noi.  Il problema è che  quel "ti ammali e muori" di draghiana memoria avvenne sì, ma soprattutto dopo le vaccinazioni mRNA. Parlano chiaro i bollettini quotidiani di ieri come di oggi, sulle "morti improvvise" nel sonno per  giovani e meno giovani; dei "malori improvvisi" di gente sconosciuta, ma anche di celebrità del mondo sportivo, dello spettacolo, della moda e della cultura. Oltre a multe e Dpcm, divenne palese l'apartheid legato al pass sanitario chiamato stoltamente green pass. Si istigò a una sorta di guerra civile tra vaccinati e non vaccinati. Si sobillò i più ottusi e collaborazionisti a praticare la delazione - già  presente durante la gestione Conte  con le fatidiche "cene vietate" o  tuttalpiù, con non più di tre componenti. Tra chi poteva avere accesso alle molteplici  funzioni legate al vivere, e a chi ne doveva rimanere tagliato fuori. Si impedirono perfino normali adempimenti come il ritiro di raccomandate alla posta. E il marchio verde col QR code, divenne la conditio sine qua non per avere accesso al proprio lavoro. In pratica, si rese obbligatoria la vaccinazione, senza dichiararlo, ipocritamente e subdolamente: lo era  di fatto, poiché chi non lavora non mangia. Le conseguenze le conosciamo. Guerricciole civili, piccoli pogrom, umiliazioni per avventori da parte di quei commercianti che cercammo in ogni modo di difendere dai soprusi del governo Conte 2 con le sue inutili clausure. Per tutta ricompensa del sostegno dato loro nella campagna "Io Apro", notai che alcuni esercenti si trasformarono in poliziotti non autorizzati che richiedevano non solo il pass, ma anche il super-greenpass, quello da avvenuta vaccinazione, come riportato dal cartello della foto sottostante, messo sulla porta di una pasticceria. Cacciarono dai locali il consumatore non vaccinato che portava soldi e  accresceva il loro commercio, per obbedire  in modo vile a chi i soldi glieli toglieva.  In alcuni casi, si spinsero a chiedere anche i documenti, come se baristi e ristoratori appartenessero a un corpo speciale delle forze dell'Ordine. Anche  in queste circostanze, fioccarono multe, ricorsi, contenziosi presso avvocati che non lavorarono mai così tanto in vita loro, come da quando inventarono questo diabolico virus della malvagità (la loro), della divisione, dell' istigazione alle risse e alle discordie intestine anche tra parenti stretti alcuni dei quali pretendevano tamponi e green pass tra fratelli e sorelle, nonni e nipoti,  durante le riunioni di famiglia. Ditemi voi, come diavolo è possibile dimenticare tutto ciò.

Cartello di divieto in un bar-pasticceria varesino

Vale la pena di citare un piccolo aneddoto personale - di quelli che ognuno di noi ha in serbo.  Correva il 23 febbraio 2020 e non c'erano ancora i confinamenti. Mi trovavo al mare quando la Lombardia nella zona del Lodigiano (Codogno, Alzano e Nembro ) venne "cinturata" e presidiata da forze dell'ordine che ne impedivano l'accesso a causa del fatidico "virus cinese". Riuscirò a tornare a casa mia? - pensai tra me e me. Sarà solo una zona piccola circoscritta della Bassa Lodigiana? O si allargherà? 
I bambini del villaggetto marino dove mi trovavo al momento,  vennero spostati dal salone dell'Oratorio dove avrebbero dovuto festeggiare il Carnevale con chiacchiere e frittelle, coriandoli e stelle filanti, al campetto di calcetto all'aperto, ma recintato da una specie di rete da pollaio verde. Intanto diramarono le ordinanze municipali:  c'era un'epidemia in corso ed era più prudente non tenerli al chiuso. Scattai una foto dei bimbi mascherati e rinchiusi nel campetto, auspicando in cuor mio che questi poveri ignari pulcini, non dovessero fare la fine dei polli da batteria.  Nel giro di  un mesetto, i parchi giochi di tutta Italia, con le altalene e gli scivoli, le piccole giostre, rimasero transennati col divieto di giocare mantenuto fino a luglio. Parchi in zone verdi rimasti silenziosi e proibiti ai bambini che non dovevano più comportarsi da bambini.  Potevano avere a disposizione solo 200 mt dietro casa. I cani ne avevano di più.  Impossibile dimenticare tutto ciò, perché da allora, non è ancora finita. 

No, non è finita,  dato che vorrebbero un pass digitale internazionale per poterci spostare e  sorvegliarci in ogni minima azione giornaliera, con un governo mondiale a guida Onu-Oms su base sanitaria e falso-salutista, allo scopo di  controllare la popolazione del mondo nella loro vita quotidiana. Vorrebbero trasformare ciascuno di noi in una cartella clinica elettronica ambulante, da poter precettare in qualsiasi momento nel nome della suprema "biosicurezza". 
Non è finita, perché anche i  pupazzi politici nostrani hanno appena varato la bozza di un piano pandemico 2024/2028 del tutto simile a quello delle gestioni precedenti. Noi non vogliamo mai più un lasciapassare per vivere né nazionale, né europeo, né internazionale, e dobbiamo impedirlo in ogni modo. Costi quel che costi. Sì, perché come ho già scritto infinite volte, si può anche perdere la salute per la libertà, ma non si può e non si deve, perdere la libertà per la salute. Salute, verità,  libertà, giustizia sono cose intimamente legate per favorire una vita dignitosa. E non dobbiamo farcela togliere. 

San Timoteo



19 January 2024

Vade retro Diavolos!

 


Il curioso è che i canali ufficiali parlano dell'edizione 2024 del WEF (World Economic Forum) di Klaus Schwab  come di un meeting di filantropi preoccupati solamente delle sorti dell'universo. E se cliccate le varie fonti "ufficiali" del web, scrivono che il Wef è nato nel 1971 "senza scopi di lucro". Lodevole, molto lodevole!

E' ufficiale,  a Davos è nata una nuova figura di personaggio nel teatro distopico del mondialismo: quella del Profeta-Untore. Le epidemie, quelle serie, arrivano una volta ogni 100 anni. Ora pur di spaventare la gente, creare il panico, schiacciare  ed opprimere i popoli con una tirannia che pare non finire mai, si inventano un virus ogni anno. E lo chiamano con un nome che sembra una burla: X.  X come ad esempio l'ex twitter. X come chi firma in anonimato. La cosa puzza, e parecchio. Della serie, noi diffondiamo epidemie e addirittura "pandemie" (anche i virus si sono globalizzati) e solo noi vi daremo l'antidoto. Indovinate un po' qual è? Una serie di vaccinazioni obbligatorie da mettere in un passaporto sanitario digitale (si parla già di European Digital Wallet), senza il quale non ci si può più muovere né si può vivere. Tutta la nostra vita trasferita in uno smartphone diventato improvvisamente, da balocco, a trappola mortale per chi lo possiede. Sempre a Davos-Diavolo si discute dei morti per mal di clima e di un conteggio dei deceduti per cataclismi universali da tenere accuratamente registrato.  Poi sono già  sorti  i caporaletti nostrani  di Davos nei sindaci delle nostre città: Sala a  Milano che ogni giorno si inventa un divieto di circolazione e un modo per sottrarre libertà ai cittadini lavoratori. E pure Lepore a Bologna che inchioda i suoi cittadini in un traffico inumano, con code, imbottigliamenti a 30 km all'ora. Ora mi si dica se a 30 all'ora si purifica l'aria delle città dalla famigerata CO2, o se viceversa, tale provvedimento non serva piuttosto a saturarla di polveri sottili. Senza contare le ultime di  Orazio Schillaci ministro "giorgiano" della Salute che parla già di piano pandemico del periodo 2024-2028, piano che ha fatto infuriare Max Del Papa in questo articolo. Effetto Davos anche questo? Certamente sì, dato che nel piano del ministro ex Cts delle gestioni precedenti,  ricompaiono chiusure, vaccini, DAD, e - udite! udite! -  pure i vituperati  Dpcm. Tanto valeva tenerci l'esangue Speranza. 

Ma sapete qual è la chicca, ovvero la madre di tutte le preoccupazioni, per i demoni di Davos?  Le fake news ovvero la disinformazione. Questi loschi figuri, con tutti i mali che affliggono l'universo mondo compreso guerre scatenate per i  loro interessi, si premuniscono di affermare che dovranno sguinzagliare una lotta senza quartiere contro le bufale e le fake news del web. Ovvero, di mettere la mordacchia a tutte le fonti di informazioni non ufficiali. Sempre secondo i loro mendaci report, ogni anno morirebbero nel mondo almeno 52 milioni di persone. Indovinate di che cosa? ma di catastrofi ecologiche e climatiche. Perciò, "agli ospedali si potrebbe richiedere di di registrare la mortalità causata da certe malattie legate al clima, a scopi di tracciamento" (fonte:  articolo di Alessandro Rico su La Verità, merc.12 gennaio). Siamo alla stessa logica terroristica dei quotidiani bollettini Covid  sui contagi e sui decessi. 


Non mancano per fortuna, burle, vignette e canzonature sulle vicende di Davos, come quelle  sui giri di escort che fanno il tutto esaurito per la clientela di pregio quella che frequenta la località montana svizzera nei Grigioni. Ma contrariamente a quanto si crede, le zoccole sono vere e, a grande richiesta, sono andate pure in esaurimento, come riportato da questa fonte  accreditata: 

https://scenarieconomici.it/arriva-davos-e-i-servizi-escort-svizzeri-vanno-in-tutto-esaurito/

Non possono  mancare inoltre droghe e allucinogeni, per la premiata clientela di top manager, lobbisti e di banchieri indaffarati. Insomma tutta la feccia del mondo si concentra a Davos. 

C'è chi vuole farci fuori con qualche malattia X con un Tedros Ghebreyesus dell'OMS che ha lanciato già la sua fatwa epidemiologica; chi con il catastrofismo climatico, chi con l'Intelligenza Artificiale (IA) la quale serve egregiamente a sostituire la forza lavoro e a gettare i lavoratori sul lastrico e nella disperazione. Erano presenti al convegno invernale anche l'usuraia Lagarde della BCE e naturalmente Bill Gates che è andato a Palazzo Chigi ricevuto dalla Meloni (la stessa che criticava una simile visita ai tempi del governo Draghi). Ora  Gates sale pure al Quirinale da Mattarella, ricevuto con tutti gli onori che spettano a un neomalthusiano depopolatore del Pianeta. Non poteva mancare Ursuletta von der Pfizer che, sorridente, bacia e abbraccia  tutti i pezzi da novanta ivi intervenuti. E pure Zelenski con l'immancabile maglietta verde militare da mettere su ebay. 

Morale: i trattori, i camion e le ruspe degli  agricoltori di Berlino e di tutta Europa vadano a Davos e impediscano a questi tiranni menzogneri pagliacci crudeli di continuare a tenere i loro meeting "esclusivi" e inquinatori, dato che il pesce puzza sempre dalla testa. 

San Michele che trafigge Satana

Tra le vignette veritiere che circolano in queste ore, c'è anche quella dei loro 200  jet privati  e delle loro Limousine, che mentre ammorbano l'aria di montagna coi loro gas di scarico, si dirigono ad un raduno dove, per paradosso, si decreta la rottamazione di utilitarie e di autoveicoli per chi deve recarsi al lavoro. A lavorare per vivere, non alla pazza gioia. Gentaglia vergognosa! Vade retro, Diavolos!

SS. Mario e Marta

11 January 2024

Il Pane e la Neve



Può accadere che nel bel mezzo di un gelido inverno, quando la natura riposa, quando le campagne sembrano ricamate dalla brina mattutina e  già cominciano le prime copiose nevicate, i contadini siano sul piede di guerra, perché sono i primi ad aver capito che  se non si coltiva la terra, non si mangia. Non mangiano loro e non mangiamo noi, mentre il mondo se ne va dritto in carestia. Del resto, chi ha detto  se controlli il cibo, controlli le persone?… Ma uno degli oligarchi che hanno preso il Nobel preventivo per la pace e che, per fortuna del pianeta, è morto lo scorso anno alla bella età di 100 anni: Henry Kissinger. Strana gente questi personaggi che vorrebbero sfoltire il pianeta e somministrare l'eutanasia a cani e porci, ma poi stracampano come elefanti!  L’obiettivo finale per ONU e per WEF in tutto il mondo è scatenare una guerra contro gli agricoltori nel tentativo di prendere il controllo dell’approvvigionamento alimentare mondiale, sotto l'egida di quella famigerata Agenda 2030 che purtroppo è già in atto. Che cosa ha fatto il nostro governo per impedire che la regione Emilia-Romagna mettesse in atto lo scellerato proposito di pagare i contadini per 20 anni senza farli lavorare? 
Bonaccini esegue i dettami e le ecopazzie della Ue, e il governo guarda la luna. Non bastasse questo, c'è anche la faccenda del riso nel Vercellese: vietato coltivarlo. Le multinazionali e le finanziarie come Morgan Stanley, hanno deciso che i terreni serviranno per il fotovoltaico, nel silenzio complice  di tutte le forze politiche, di governo e d'opposizione. Ma la cosa più sgomentevole e sconfortante è il silenzio dei nostri media e della nostra  servile stampa nei confronti di quanto sta avvenendo in Germania, laddove gli agricoltori hanno scatenato una serie di manifestazioni contro il governo di Olaf Scholz, contro il vicecancelliere leader dei Verdi Robert Habeck e contro tutte le imposizioni relative alle politiche agricole volute dalla Ue di Ursula von der Leyen. Per fortuna ci sono i social, ci sono i nostri smartphone, c'è WhatsApp, Tik Tok, Telegram che diffondono video a tutto spiano, messaggi vocali  con testimonianze in tempo reale ed altro, e che possiamo attingere da tutte le altre fonti non convenzionali né convenzionate. Ci sono testimonianze dirette che in Germania sono decisi a giocarsi tutto per tutto e che faranno saltare il governo, facendo fare un passo indietro a Scholz, protesta  seguita anche dagli agricoltori olandesi e polacchi. Presto arriverà anche la Francia che è un ampio esagono basato tutto su agricoltura e allevamento. Solo l'Italia, provincia sgangherata dell'Impero, sarà l'ultima a svegliarsi. Ma non disperiamo!
Il settore agricolo è considerato superfluo, secondo le lobby dell'ideologia woke-green: inquinerebbe il pianeta con le sue emissioni di CO2, col suo bisogno di concimi e di consumi d'acqua. La strategia della guerra del cibo contro di noi, è  da tempo graduale, ma ineluttabile. In primis, impone la leva fiscale su terreni e casali, aumenti di imposte indiscriminate e sopprime benefit sui carburanti. In seguito, parte l'offensiva ideologica vera e propria: la soppressione del settore zootecnico e l'imposizione della rotazione forzata delle colture di cereali. Quindi, abolire l'allevamento e imporre nuovi consumi: le cosiddette "proteine alternative". Ovvero, gli insetti, chiamati con l'eufemismo di novel food e la carne sintetica - un modo per mettersi con le mani avanti e far vedere che  i loro divieti hanno pur sempre un'alternativa: la loro.  Già da noi nelle città, col peggior sindaco d'Italia, Beppe Sala, ci siamo presi un assaggio di che cosa significa l'ideologia woke-green, con la quale sta imponendo alla gente di cambiare auto, girare in monopattino e in bicicletta, pagare esosi eco-pass per circolare, e pure fior di multe per tutti i parcheggi eliminati ad hoc, da un giorno all'altro, privatizzando di fatto il suolo pubblico. 



"Sotto la neve, c'è il pane", recita un famoso proverbio contadino, per indicare come protegga i semi del grano sotto il suo manto incantato. E può darsi che il risveglio degli agricoltori del Nord Europa (Germania, Olanda, Polonia, Francia)  con i loro trattori che bloccano strade, autostrade, ferrovie nel bel mezzo della stagione fredda, ci procuri una nuova terra non più ostile come, invece, questa Ue matrigna e tiranna è sempre stata fin dal suo nascere. Gli agricoltori sono i soli che ancora possono unirsi in una lotta comune al di là dei particolarismi regionali e territoriali, perché sanno cos'è il lavoro duro, la fatica di fare le levatacce, di dar da mangiare agli animali e la protezione dei loro strumenti di lavoro. I contadini tedeschi sanno bene che nel loro caso,  non ci sono in ballo rinnovi contrattuali, difese dei diritti acquisiti o altre pinzillacchere sindacali, ma che è in gioco la loro stessa esistenza e sopravvivenza. Che poi è quella di tutti noi. 

San Igino

Aggiornamento da leggere attentamente


03 January 2024

Come ai tempi di Erode


Abbiamo girato le pagine del calendario ma il nuovo anno appena iniziato non lascia presagire nulla di nuovo  né di buono, in quanto a colloqui di pace in corso. Vale la pena di dire, anno nuovo, problemi vecchi. Netanyahu ha appena annunciato che la "sua guerra" durerà per almeno un altro anno. Prelevo dal blog di
Federico Dezzani questo post il quale, benché non recentissimo, (è stato scritto il 29 dicembre scorso) fotografa alla perfezione la situazione a  Gaza, diventata una sorta di No Man's Land della quale non vuole occuparsene nessuno. Viene abbandonata dai paesi arabo-mussulmani (specie i più ricchi, quelli delle dinastie saudite e dei grandi emirati petroliferi); viene abbandonata dall'Occidente - quello " bianco, occidentale e cristiano". Le comunità cristiane del Medio Oriente sia di Gaza che di Cisgiordania,  vengono abbandonate pure dal Vaticano, con un anti-papa, più preoccupato di benedire le unioni omosessuali che di prodigarsi per mettere in salvo i  cristiani dalle persecuzioni, dai teatri di guerra e dalle stragi di tanti innocenti. 


Bagno di sangue come ai tempi di Erode

Sulla spietata campagna militare condotta dagli ebrei a Gaza (il bollettino dei morti ha ormai superato le 21.000 vittime palestinesi) abbiamo già scritto, evidenziando quali fossero i punti centrali: la volontà ebraica di portare avanti la “politica del carciofo”, inglobando, previa pulizia etnica, la striscia di Gaza nel territorio israeliano, l’incastonarsi della campagna militare ebraica all’interno del nuovo conflitto tra Terra e Mare in nuce (proprio come nel 1914 e nel 1939), l’inevitabile scontro tra gli anglo-ebraici e l’Iran, che è ormai uno dei pochi ostacoli all’espansionismo ebraico nella regione. In questa sede, ci interessa soltanto arricchire l’analisi con alcune considerazioni di carattere geopolitico, alla luce di quando sta avvenendo nel Levante e, soprattutto, del sanguinoso Natale di Gaza: bisognava risalire alla strage di bambini del re ebraico Erode, per trovare un precedente alle atrocità perpetrate oggi in Palestina dagli ebrei.

La prima considerazione è il ritorno, per così dire, alla geopolitica classica di Mackinder. L’inconsistenza, o addirittura l’inesistenza, del mondo arabo dinnanzi alla strage di Gaza conferma, come lucidamente scritto da Mackinder nel 1919 all’interno di Democratic Ideals and Reality, che gli unici ostacoli delle potenze marittime anglo-ebraiche in Medio Oriente sono costituiti da potenze non-semitiche: Iran e Turchia. Sull’Iran abbiamo più volte scritto e lo stato di tensione permanente tra la Repubblica islamica e gli USA è di dominio pubblico. Meno trattata, ma foriera di evoluzioni altrettanto drammatiche, è l’escalation tra Ankara e Tel Aviv, sfociata recentemente nel richiamo incrociato degli ambasciatori. Una lettura molta superficiale degli avvenimenti sostiene che le tensioni turco-ebraiche siano solo fuochi d’artificio, utili soprattutto ad Erdogan per soddisfare il proprio elettorato mussulmano. Dopotutto, si legge spesso, la Turchia è un membro dell’Alleanza Nord Atlantica ed esiste una rodata collaborazione militare tra Ankara e Tel Aviv: uno scontro militare tra le due potenze è quindi impossibile, quasi fantascienza.

Un’analisi più accurata della realtà rivela, al contrario, di quanto sia ormai labile la cornice “occidentale” che impedisce questo conflitto. Si parta dalla constatazione che gli anglo-ebraici, assistiti in modo determinante dalla Francia, hanno già creato uno sbarramento militare nel Mediterraneo Orientale in funzione anti-turca, dalla Grecia all’Egitto, ed incentrato in particolare sull’isola di Creta. Si aggiunga che, gli stessi anglo-ebraici, hanno lasciato che la Turchia espandesse la propria influenza nel Caucaso, e nell’Azerbaigian in particolare, entrando così in attrito con l’ex-dominus della regione, la Russia. A questo punto, sarebbe sufficiente soltanto un ulteriore tassello, l’uscita degli USA dalla NATO e lo smantellamento de facto dell’alleanza, perché la Turchia si ritrovi in uno scenario non troppo dissimile dal 1914: minacciata dagli anglo-francesi sul mare e dai russi alla spalle. Si aggiunga, inoltre, che se le nostre analisi dovessero rivelarsi corrette e che se la Germania dovesse effettivamente aumentare il proprio coinvolgimento in Ucraina, sostituendosi agli USA e finendo nuovamente nella morsa anglo-franco-russa, si ricreerebbe nel volgere di pochi anni nuovamente la direttrice Germania-Mar Nero-Mesopotamia che fu all’origine della Prima Guerra Mondiale. Come scrisse infatti Spykman nel 1943: “who rules the Rimland, rules Eurasia, who rules Eurasia, rules the World”.

La seconda considerazione nasce dalla sistematica e spietata lotta condotta dagli ebrei contro la presenza cristiana in Terra Santa, risalente al 1948 e tristemente intensificatasi nel corso della guerra a Gaza. Dinnanzi alla gratuite violenze degli ebrei contro i cristiani e alla metodica manovra per estirpare questa antichissima e nobilissima comunità risalente al primo secolo dopo Cristo, distruggendo le loro case, i loro posti di lavori ed i loro luoghi di culto, si deve constare che “l’Occidente” è un falso mito, perché fiumi di denaro americano sono riversati in Palestina proprio per cancellare la culla del cristianesimo (terminando il lavoro iniziato dal fantomatico “ISIS” in Mesopotamia). Assodato quindi che l’Occidente è un falso mito, resta però la necessità di proteggere i luoghi di culto della Terra Santa e soprattutto le comunità cristiane della Palestina, supplendo anche all’eclissi della Chiesa Cattolica che dopo l’ambigua e nefasta elezione del “secondo papa”, Jorge Mario Maria Bergoglio, è entrata in crisi profonda, lacerante e forse irreversibile. Tale ruolo di protezione della Terra Santa e dei cristiani palestinesi non può che spettare all’Italia, per una triplice ragione: l’Italia è una nazione mediterranea, l’Italia è una nazione cattolica, l’Italia è vessata dal 1945 dalle stesse potenze che vessano la Palestina.

La strage di bambini palestinesi in concomitanza del Natale, ci ricorda che le forze malvagie dell’ebraismo sono vive e più potenti che al tempo di Erode. Imperativo è trovare la stella che conduce alla Salvezza.


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* In alto: La strage degli Innocenti del Ghirlandaio (dipinto)

Giorno del Santissimo Nome di Gesù