Nessie New Logo

24 February 2025

Le nuove squame del Drago

 


Tutti voi avrete preso atto della nuova mutazione genetica di Mario Draghi. C'è da trasecolare nel rimarcare come sia passato velocemente dallo Zenit al Nadir. L'occasione gliela ha fornita D.J.Vance nel suo discorso sull'Europa, discorso riportato integralmente su molti siti. E' stata per Draghi, una vera e propria folgorazione sulla Via di Monaco. 

Sembrano lontani i tempi (non più di tre anni fa) quando in veste di Presidente del Consiglio, a proposito della guerra in Ucraina disse che lo  stop alle forniture russe "non è oggetto di discussione".  "Se ci propongono l'embargo sul gas e se l'Unione europea è uniforme su questo, noi saremo ben contenti di seguire". Poi venne la sua storica  frase: "Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Di fronte a queste due cose, cosa preferiamo: la pace oppure star tranquilli con l'aria condizionata accesa tutta l'estate?". Frase pronunciata durante la conferenza stampa dopo l'approvazione del DEF. Ricorre oggi il terzo anniversario dell'entrata in guerra a supporto dell'Ucraina, una guerra che ha avuto oltre mezzo milione di morti lasciati sul campo, molti milioni spesi per gli armamenti, sacrifici richiesti agli italiani, per poi sentirci dire quel che già sapevamo dall'inizio: che l'Ucraina non vincerà mai. Entrambe (la cosiddetta "pandemia" e la guerra russo-ucraina) le hanno battezzate "emergenze"; ed entrambe, per una curiosa coincidenza, presero avvio in febbraio. Draghi in quattro e quattr'otto sciolse de facto, l'"emergenza pandemica" per proclamare "l'emergenza bellica", con delibera del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2022. Suona beffardo che ieri sera e  oggi i palazzi delle istituzioni e tutti i monumenti si tingano di giallo e azzurro, i colori della bandiera ucraina, in supporto ad una resa fatta con "le vite degli altri". A ciascuno la sua manifestazione di piazza pro Ucraina (destra e sinistra disunite, ma vicine nei colori  da esibire, in una sorta di cromatismo bipartisan). 


Palazzo Chigi

E oggi che ci dice l'ex presidente della BCE?  "Non possiamo dire di NO a tutto, altrimenti bisogna essere coerenti, e ammettere di non essere in grado di mantenere i valori fondamentali per cui questa Unione europea è stata creata" (fonte: Italia Oggi)

Insomma, anche i draghi, quando conviene, indossano il manto d'agnello ad uso gonzi creduloni. L'antologia delle sue frasi proverbiali è rimasta bene impressa nella memoria collettiva allorché divenne Presidente del Consiglio dei ministri non eletto, ma nominato da Mattarella il 3 febbraio 2021, durante il delicato periodo della cosiddetta "pandemia": "Non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire", fu il suo indimenticabile terrifico memento mori. "Il Green pass è una misura con la quale i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose", è un'altra delle sue famose frasi ad effetto, smentita clamorosamente dalla pratica di vita quotidiana. Infatti di gente che girava con green pass e che si contagiò e ri-contagiò ugualmente, c'era pieno zeppo il mondo smentendo il suo macabro pseudo-scientismo da circolo Pickwick degli eletti possessori di marchio verde - quello che  rende invulnerabili. Prelevo ancora dal suo Zibaldone rettiliano: "E' una misura che dà serenità, non che toglie serenità". Come è noto, l'instaurazione del pass,  fu la continuazione della pratica del confinamento giuseppino, con altri mezzi. Infatti prima con Conte, gli italiani vennero chiusi dentro (cioè in casa). Con lui, vennero chiusi fuori (cioè fuori dal consorzio civile, dal lavoro, dagli studi, dalle biblioteche, dai negozi, dai bar, dai ristoranti, dai mezzi pubblici, dalle palestre, dalle piscine). Sai che serenità! Roba da togliere il sonno. 

Anche i draghi però si aggiornano e cambiano pelle, pardon, squame, a seconda dello Spirito dei Tempi, lo Zeitgeist, come direbbero i filosofi tedeschi. Certamente il ciclone Trump - comunque la si pensi - deve aver sconvolto non poco i suoi piani. "Oggi Draghi, ex candidato a tutto, è un superconsulente alle strategie Ue per gente che di strategie non ne ha" (Francesco Bonazzi). 

Ma il curioso è che lui, l'emblema di questa Europa dirigista e repressiva che ci tormenta, venga  ripescato, riaccreditato e riverniciato a nuovo (si fa per dire)  nei giorni in cui il peso diplomatico della Ue, sprofonda a livelli mai visti. E allora quale sarebbe la sua medicina taumaturgica per contrastare i dazi trumpiani?  Per tutta risposta, usa un linguaggio calcistico il Nostro e  chiede di agire a tutti i membri della Ue "come un sol stato". Sbaglio o è sempre la stessa vecchia ricetta del "ci vuole più Europa?". Sì, perché sembra avere in mente la fine del diritto di veto dei singoli stati e l'adozione del principio di maggioranza, tutta roba che ci schiaccerebbe seduta stante, privandoci di ulteriore autonomia. Tra gli effetti speciali esibiti, ecco che prevede che saremmo soli a difendere  questa Europa e che "il mondo confortevole è finito". Di grazia, quale sarebbero i comfort di cui abbiamo finora fruito e abusato? Ce li elenchi, per favore. Da quando siamo entrati in questo catastrofico XXI secolo e con questo, nella moneta unica e nei parametri di Maastricht, sinceramente non abbiamo mai avuto un attimo di respiro, di calma, di quiete, di vero benessere. Poi passa, nel suo recente discorso all'Europarlamento, a ipotizzare una sorta di Troika dal volto umano: "Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare, semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull'equity". Ci avete forse capito qualcosa? E ora, meraviglia delle meraviglie, si mette pure a parlare di sostegno e di rilancio dell'industria chimica e della siderurgia. Ma il Green Deal di gretina & soci, la lotta per la "sostenibilità" ambientale che fine hanno fatto? 

Servirebbero 800 miliardi di investimento l'anno - dice-  e personalmente, mi piacerebbe proprio sapere da dove li prelevano. Non vorrei che si attaccassero "al risparmio privato" delle solite formiche italiche o al fatto che gli Italiani hanno il vizio assurdo di averci le casette di proprietà e che pertanto occorre uscire bruscamente dalla "zona comfort". Se la Ue è costretta a ripescare un 77enne che parla ad un parlamento di un'entità spettrale fatta di uomini-ombra, significa che è messa proprio male. Ah, dallo Zibaldone draghesco dimenticavo di prelevare il suo celebre "Whatever it takes", osannato per ogni dove manco fosse un distillato di saggezza economico-filosofica. 

Uno slogan a futura memoria per  ricordare il transito terrestre del  Drago multiforme? L'uomo che non ebbe bisogno di parlare per ottenere scroscianti applausi dai cronisti in sala-stampa. 

San Etelberto



15 February 2025

Fronti del porto triestino


E così alla fine i portuali triestini, i ribelli non violenti che tanto lottarono contro il green pass, perfino quelli che si erano vaccinati ma non lo volevano esibire, sono stati puniti. Il metodo è sempre quello di punirne pochi (sei) per educare tutto il resto dei portuali. Ma tanto basta per vedere l'atteggiamento subdolo e canagliesco di chi sta in alto. Una notizia passata del tutto inosservata dai media generalisti con l'eccezione di La Verità nell'articolo di Angela Camuso comparso martedì 11 febbraio scorso.
Mentre sei dei portuali di Trieste sono stati messi sotto processo per la dimostrazione anti-greenpass del 18 ottobre 2021 sotto il governo Draghi. Dove oltretutto furono docciati con gli idranti in una fredda mattina mentre si inginocchiavano a pregare. Cinque rinvii a giudizio e un rito abbreviato. Senza contare quelli che persero il lavoro e non furono più reintegrati, come lo stesso Stefano Puzzer il leader spirituale del movimento, che per mantenersi ha dovuto cambiare lavoro. I capi di imputazione sono a dir poco surreali, perché furono gli agenti di polizia ad essere stati minacciosi con gli scudi mentre avanzavano verso dei poveracci inginocchiati col rosario.
Tutto questo, mentre per centri sociali e anarchici, abbiamo assistito a ben altri scenari come quelli di agenti bersagliati da lanci di cartelli stradali, bombe carta, lancio di oggetti contundenti, insulti e sputi, con numerosi poliziotti feriti gravemente.
E allora da dove proviene tanto accanimento? ci sono tante risposte. Uno dei messi sotto indagine (Riccardo Macciotta di anni 59) poi prosciolto commenta con rammarico il fatto che suo figlio Daniele (26 anni) faccia invece parte della retata dei messi sotto processo: 
"La verità è che con questo processo hanno pescato nel mucchio per dare un segnale esemplare: era aumentato talmente il clamore mediatico su questa protesta che l'hanno voluta interrompere, incutendo il terrore per le conseguenze, Dopo il terzo giorno che eravamo là stava arrivando gente da tutta Italia e questo avrebbe potuto avere grosse ripercussioni sulle politiche sanitarie adottate dalle nostre autorità". (fonte cit.)


 
Confermo. In quei giorni sono stata testimone di un via vai di certi miei vicini di rione, i quali dalla Lombardia si recavano a Trieste a portare solidarietà ai portuali triestini in lotta. Per un momento Trieste era diventata il faro d'Italia e la protesta suscitava simpatia ed euforia. Ma non è l'unica spiegazione.
In molte altre manifestazioni non autorizzate - di quelle che si fanno oramai quasi ogni sabato contro il governo - abbiamo visto ben altre situazioni di piazza: agenti colpiti da lanci di sassi, da bulloni e altri oggetti contundenti, da cartelli stradali divelti e poi lanciati contro di loro o contro le caserme come giavellotti, da bombe-carta, coperti da insulti irripetibili. Di contro, le forze dell'ordine umiliate, ammutolite, impalate lì a subire a lungo violenze dai facinorosi, senza reazioni adeguate. In quei casi, non si pescava nel mucchio a casaccio ma si prelevavano solo i veri responsabili. Emerge la solita doppia morale: poliziotti forti, protervi e arroganti coi deboli, deboli con i violenti e i facinorosi. Perché?

Va spiegato che l'area portuale di Trieste è sotto la giurisdizione dell'Hhla ovvero Hamburger Hafen und Logistik Ag (società con sede ad Amburgo), primo porto ferroviario d'Europa e principale porto della Germania, che ha investito nella Piattaforma Logistica di Trieste, una delle più grandi opere marittime costruite in Italia negli ultimi 10 anni, diventandone il primo azionista .Un nuovo partner europeo per la Piattaforma Logistica di Trieste, città che diventa snodo importante per l’integrazione delle reti logistiche e portuali tra porti del Nord e Sud Europa.
Hamburger Hafen und Logistik Ag (Hhla), operatore del porto di Amburgo,  è diventato così, dal 2021 il primo azionista della Piattaforma Logistica. Tutti i dettagli, qui: 
Per rendere più romantica la cosa c'è chi si attacca al passato asburgico di Trieste quando l'impero austro-ungarico necessitava del suo naturale sbocco al mare. Il Porto Franco di Trieste ha una storia ricca e complessa, iniziata nel XVIII secolo. Fondato nel 1719 con Carlo VI d'Austria, il porto franco di Trieste fu istituito per trasformare la città in un importante emporio commerciale. Questo status speciale contribuì a far diventare Trieste il porto più rilevante dell’Impero Austro-Ungarico, attirando mercanti e stimolando il commercio internazionale.
Ma la realtà di oggi è ben più prosaica degli antichi fasti asburgici: le mani delle multinazionali sull'hub portuale triestino che non voleva disordini di sorta, perché Business first e gli affari sono affari. In altre parole, i poveri cari portuali, bastonati, docciati e ora sottoposti a processo, furono colpevoli di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Oltre - beninteso - ad aver impugnato una causa sanitaria che scotta ancor oggi e che a tutt'oggi permane un inviolabile tabù. Sull'area portuale di Trieste, nei fatti non nostra, ci sarebbe molto altro da aggiungere. Per parte mia, ho sempre amato questa città-cerniera della Mitteleuropa ricca di fascino, di storia, di cultura ma anche di tremendi contenziosi e  di irredentismi con la Storia - contenziosi in parte non ancora risanati. Lo abbiamo visto anche in questi recenti giorni in occasione della giornata del Ricordo, con la foiba di Basovizza profanata da scritte comuniste slovene. Sembra il ritorno del Rimosso.
Ma torniamo al porto.


Ci saranno, per i nostri discendenti, libri di storia che scriveranno come sono andate per davvero le cose in quel memorabile giorno del 19 ottobre 2021 al Molo 17 sotto il governo Draghi? O dobbiamo rassegnarci alle imposture e menzogne passate, presenti e postume? Ricordo a tale scopo che la Rai mandò in onda una fiction dal titolo "Blanca" (nome della poliziotta protagonista) dove si mandò in onda un totale rovesciamento della realtà di questi fatti in un'accozzaglia di imposture ben assemblate. Ne parlammo qui in un post del 2023. Le accuse contro quei poveretti hanno tutta l'aria di essere un feroce ribaltamento dei fatti. Pare, secondo l'articolo della Camuso, che sia stato inquisito anche uno di questi poveracci, reo di aver dato un calcio a un candelotto lacrimogeno per terra, già esploso. Ma la cosa peggiore, a mio parere, è averli divisi e isolati dalla comunità degli altri colleghi portuali e l'aver fatto passare tanto tempo (quattro anni) prima di colpirli nuovamente questa volta, per mezzo della repressione giudiziaria, contando sull'oblio e sullo spegnersi del focus sulla protesta. 

San Faustino

09 February 2025

Tappi di plastica legati made in EU




Capisco che in un mondo sprofondato in tragedie quasi quotidiane, occuparsi di facezie come i tappi colorati legati alle bottiglie di acqua minerale, può suonare fatuo. Ma se c'è una cosa che mi manda in bestia è essere assetata e avere quel detestabile filetto di plastica rosa (o di altro colore) che collega il tappo al collo della bottiglia. Il getto d'acqua non è omogeneo, diventa uno spruzzo che si perde in giro e spesso viene involontariamente versato sulla tovaglia. Ce lo ordina l'Europa? E' un decreto passato con una velocità supersonica e le multinazionali delle acqua minerali si sono immediatamente adeguate. O forse è vero il contrario: le multinazionali ordinano alla Ue, e il parlamento obbedisce e decreta? Poco importa se è nato prima l'uovo o la gallina.. Non è un errore di produzione, quel filetto plastificato tagliente che tiene unito il tappo al collo della bottiglia, affinché non si disperda nell'ambiente. È un obbligo deciso dalla Commissione europea a partire dal luglio 2024 e recepito dall'ordinamento italiano che ha suscitato qualche malumore. Tra i malumori, c'è anche il mio.

Insomma, come al solito ce lo chiede (anzi, ci obbliga) l'Europa e noi ci ritroviamo a rigirare quel filetto di plastica, a strapparlo via, a tagliuzzarlo e a cestinarlo per non vedere lo spruzzo d'acqua zampillare in giro in modo maldestro. 
Questa sera ho assistito a  una scena gustosa in tv. C'era  Landini assetato  dopo uno dei suoi comizi sindacali con in mano la bottiglietta di plastica da mezzo litro, mentre cercava di bere alla garganella girando il tappo di plastica che gli si  spostava in bocca al posto dell'acqua. Ben ti sta - ho pensato. Lui e la sinistra hanno sempre fatto gli ecologisti modello Gretina e ora beccatevi il tappo di plastica direttamente in bocca. E comunque le immagini di chi beve goffamente a canna, nonostante il tappo, ormai fanno parte dei più grotteschi deliri eurocretini, la cui antologia fotografica sta facendo il giro del web. 
Cercar di bere nonostante il tappo


Dicono per giustificarsi che col tappo legato salviamo l'ambiente. Eppure mi pare sia diventato una triste metafora della nostra condizione di paese a sovranità limitata: tenuti a freno, imbottigliati, svuotati, cestinati e ridotti a materiale di riciclo...
Unica magra consolazione fra le tante angherie eurobabbee (piccole, medie e grandi) confezionateci da quando siamo entrati in Ue e nella moneta unica è  il fallimento della farina di insetti e del cosiddetto "novel food", ovvero gli insetti a colazione. Materiali che con mia immensa soddisfazione, giacciono invenduti negli scaffali dei supermercati.


Santa Apollonia

04 February 2025

Uscire dall'OMS non sarà una passeggiata




Uscire dall'OMS (anche se sulla scia delle decisioni trumpiane) non sarà una passeggiata per noi. Intanto bisogna vedere se in USA le grandi lobby farmaceutiche legate direttamente alla finanza consentiranno al governo Trump di attuare una politica sanitaria indipendente. Risulta pure che intorno a Bobby Kennedy jr, abbiano già scatenato l'intero suo clan parentale al completo (notoriamente il clan Kennedy è  dem). Ma non mettiamo ostacoli alla Provvidenza. 
Scendiamo piuttosto sul pratico e più nello specifico parliamo di noi, cioè della periferia dell'Impero.  Già si parla di divisioni all'interno della coalizione  di maggioranza, con un Tajani, solitamente "atlantista di ferro", che in questo caso, però si smarca pure da Washington. "Forse in un mondo globalizzato un'istituzione simile è indispensabile",  ha commentato infatti lo stesso Tajani su "Affari italiani".
In ambito leghista Salvini  sui social si esprime così: l'Italia non deve più avere a che fare con un centro di potere sovranazionale - profumatamente finanziato dai contribuenti italiani - che va a braccetto con le multinazionali del farmaco. Usiamo quei 100 milioni per sostenere i malati in Italia e finanziare i nostri ospedali e medici!".
Una proposta sulla quale per il momento Fratelli d'Italia e Forza Italia si mantengono tiepidi. Quindi, cominciamo già a dire che mentre la Lega spinge, gli altri partiti di governo frenano. Inoltre, c'è da fidarsi di una Lega che dopo le sparate di Salvini  può  vantare solo i soliti Borghi e Bagnai, mentre tutti gli altri tacciono? C'è da fidarsi di governatori a caccia di terzi e quarti mandati come Zaia che si è mostrato più accanito di un piddino alla Boccia durante il periodo pandemico? O peggio, di un Fedriga legato indissolubilmente all'immagine dei  poveri portuali triestini docciati dagli idranti della polizia  alle 6 del mattino? 
Ma andiamo avanti. 
A fugare ogni dubbio e a togliere le illusioni, ci pensa il ministro della Salute Schillaci, passato alla cronaca, come Orazio "Ponzio" Schillaci, la cui arte di lavarsi le mani è ormai cosa nota. E' noto che l'attuale ministro della Salute facente parte del passato ISS, abbia lasciato alle strutture ospedaliere la  libertà di organizzare come vogliono, ogni eventuale "emergenza" sanitaria. Ciò significa che vediamo mascherine, distanziamenti, dinieghi e limiti di visite parentali e pure ospedali che richiedono certificati di avvenuta vaccinazione ai ricoverati, a seconda del capriccio dei dirigenti. Siamo dunque ancora in piena anarchia legislativa, a discapito degli assistiti.  
Ma ecco cosa dichiara il ministro stesso al Sole 24 ore a proposito dell'OMS. “Dobbiamo rafforzare il ruolo dell’Italia e del nostro modello nei consessi internazionali perché isolarsi non rappresenta una strada percorribile per affrontare le complesse sfide sanitarie globali del nostro tempo. Il nostro obiettivo dev’essere contribuire a rendere più efficace e trasparente la governance mondiale della salute, nell’interesse dei cittadini e dell’intera comunità internazionale”.
Inoltre nella citata intervista, minimizza i versamenti del nostro paese all'OMS arrivando a smentire quanto affermato da Salvini sui 100 milioni di stanziamenti a detta organizzazione:
 
“Faccio chiarezza sugli stanziamenti : l’Italia partecipa all’Oms attraverso il versamento annuale di un contributo obbligatorio che nel 2024 è stato pari a circa 18 milioni di dollari. Nello stesso anno ha inoltre versato contributi volontari per un totale di circa 7,8 milioni di dollari, destinati a finanziare le priorità del Programma di lavoro, come approvato dall’Assemblea mondiale della Sanità a cui partecipa. Questo finanziamento ci colloca al 19° posto tra le nazioni dell’organizzazione”.

E allora? Dov'è il problema? Se anche versassimo pochi spiccioletti, uscire da un carrozzone burocratico, corrotto, mendace, diretto da personaggi come Tedros Ghebreyesus e sussidiato da altri magnati del calibro di Bill Gates è sempre un affare per una nazione che vorrebbe avere le mani libere  in materia di politiche sanitarie, di libertà di ricerca e di cure. 
Serve altro? Sì che serve altro...
 
Schillaci e Bassetti


Pare che il ministro Orazio Schillaci abbia investito Centomila Euro in azioni di otto aziende farmaceutiche, tutte quotate alla borsa di New York. Sono nel portafoglio di titoli del nostro ministro Tentenna con qualche sospetto di eventuale "conflitto di interessi". Ne parlano molte testate mainstream e non solo qualche sparuta testata "alternativa". Qualche fonte? Il Fatto, Affari italiani
Pertanto, lasciamo ogni speranza a noi che vorremmo uscire dal carrozzone Oms. A proposito, Speranza (quello con la S maiuscola, ministro della Sanità dei due peggiori governi Conte e Draghi) ha ripreso a promuovere il suo libro piantonato dalla Digos che se ne sta lì  a difenderlo da ogni eventuale contestazione, nonché dal servizio d'ordine piddino. E' accaduto a Villafranca di Verona. Ave o Spes, morituri te salutant.
Le ultimissime di Speranza: Tachipirina e vigile attesa sarebbe stato inventato dai "no vax" 




San Gilberto