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26 December 2007

I tacchi a spillo di Sarkò

Siamo ai gossip sotto il vischio. Chissà perché molti uomini piccoletti e bassotti hanno una fissa: la giraffona con le gambe lunghissime. E' successo al Berlusca con Veronica Lario (e succede ancora con vallette e veline); al rospo Lambertow con Donatella Dini. All'altro ranocchio toscano Cecchi Gori con Valeriona Marini: in nessuno dei due casi i Rospi si trasformarono in Principi. A suo tempo, a Montezemolo con "Giovannona Coscialunga" alias Edvige Fenech. Più di recente, a Tom Cruise e Nicole Kidman. E pure a Nicolas Sarkozy per ben due volte: con Cécilia (alta 1,82) e ora con Carla Bruni (1,80 senza tacchi) che potete vedere e sentire in questo video, dove sospira e françoisehardyneggia mica male (quella Françoise Hardy del video posto qui a sinistra e imitata nello stile, dalla top-cantante torinese).
La faccenda sembra un gossip rosa ma assume, in realtà, risvolti di ehm...grande rilevanza genetica. Il piccoletto un po' scarso e la bella stangona: ovvero la "fattrice" che darà buoni puledri, migliorando la specie. Sarebbe dunque una "legge di compensazione". Darwin e Spencer c'entrano, eccome. Ma anche una sorta di sfida. Il bassotto con la bellona alta e inarrivabile sembra dire: beh, amici, fin lì... ci arrivo anch'io . Un modo per esorcizzare i complessi cosiddetti di inferiorità del maschio "calimero". Una sorta di protesi alle scarpe, di tacchi per rialzarsi e abbellirsi per interposta persona. Osservate Sarko, fotografato sul gradino "superiore" dai fotografi di corte in modo da mimetizzare astutamente i fatidici quasi 30 cm in meno, rispetto alla compagna.
Non sappiamo se gli attuali frutticini bianchi un po' appiccicosi del vischio di Capodanno, diventeranno fiori d'arancio primaverili per la "strana coppia" del momento. Sappiamo però che la Bruni in passato è stata chiamata Terminator per i suoi molteplici amori griffati: da Mick Jagger a Eric Clapton, da Kevin Costner al magnate Donald Trump; dal maitre à penser BHL (Bernard Henri Lévy) a suo genero le philosophe Raphael Enthoven da cui ha avuto un figlio. Non prima di averlo sottratto alla figlia di Lévy, la quale poi di questa scombinata love story made in family ne ha costruito sopra un romanzo di "sputtanamento" al femminile (genere sempre più in voga nella classifiche). Ma anche un Presidente francese, benché considerato un moderno monarca, è pur sempre a termine e decade dopo un quinquennio. Cinque anni, però, sono un bel record di questi tempi: in politica come in amore. Dopo il settimo, a detta degli angloamericani, subentra il "seven year itch" (il prurito del settimo anno) nel quale, molte coppie scoppiano. In tal caso Carla Bruni potrebbe dire quel che dichiarò, non senza una punta di malignità, l'algida Nicole Kidman al termine del suo matrimonio decennale con Tom Cruise": "Vorrà dire che adesso potrò calzare le scarpe col tacco".

Ma potrebbe pure accadere il contrario. Che a stancarsi dell'invadenza di una suocera troppo intrusiva sia lui, Sarkò. Infatti Marisa Bruni Tedeschi, madre di Carla, e aspirante FIRST SUOCERA in grande spolvero, rilasciava interviste ed esternazioni ad ogni pie' sospinto, durante il soggiorno romano nel quale Sarkò era in udienza dal Papa. Compreso il fatto che lui è troppo "di destra" e che bisognerà condurlo a più miti consigli. E allora chissà , Sarkozy, potrebbe averne abbastanza del costume italiota secondo il quale sposarsi con un'italiana (o italiano) significa andare a letto con la suocera. E dire: "Mariage à l'italienne? Non merci!".

Ma non corriamo troppo in avanti... Siamo solo all'inizio del mandato. E, come dicevano i gauchistes di quel '68 tanto deprecato da Sarkò, "Ce n'est qu'un début". Del resto la Bruni appartiene al genere, gauche au caviar; mentre Monsieur le Président, c'est la droite gaulliste. Un ostacolo o un'opportunità? Una cronista mondana francese interpellata sul tema, ha commentato un po' acidula: "Così lui avrà la sua apertura a domicilio" ("Comme ça lui, il aura son ouverture à domicile").

21 December 2007

Pranzo di Natale in DVD, ovvero La Buche

Per chi aborrisce i fim di Boldi-De Sica, o le solite italianate pecorecce e sguaiate; per chi detesta la tv nei giorni di Natale, per chi avesse già le glicemie preventive per cartoni animati, o i giochi a premi o vecchi film già visti e rivisti, eccovi un garbato filmettino francese in dvd dal titolo "La Buche". Distribuito da noi col banale titolo di " Pranzo di Natale" (1999) di Danièle Thompson. Che cos'è "la Buche"? (si scrive con l'accento circonflesso sulla u). E' un tipico dolce natalizio francese da servirsi alla fine del pranzo, a forma di tronchetto di cioccolato con le decorazioni in zucchero. Ma anche metafora di quel ceppo solido (che non c'è più) intorno al quale ci si dovrebbe stringere nel giorno di Natale. Tre sorelle, un po' cecoviane (sono di origine russa) un po' parigine, e assai diverse per carattere devono organizzare un cenone di Natale. Ma il bilancio della loro vita non quadra. La famiglia da cui provengono è disgregata e déracinée: un padre, virtuoso violinista assai libertino, una madre che non è nemmeno lei uno stinco di santo, ma abilissima nel rinfacciare le numerose scappatelle maritali, e loro tre: Ljuba (una Sabine Azéma spumeggiante), Milla la scontrosa introversa (Charlotte Gainsbourg, figlia del grande Serge) e Sonia la conformista traditrice e tradita (Emanuelle Béart) devono decidere se preparare o no il pranzo di famiglia con i genitori separati da anni. Ma Ljuba è incinta del suo amante sposato che non vuole sposarla, Milla fa l'eterna cinica scontenta che non crede più a niente, mentre Sonia la traditrice non perde il destro per compilare la nota di addebito sui difetti "adulterini" del vecchio padre e del marito. Il tronchetto di cioccolato pesa e non è propriamente un "tronchetto della felicità". Segreti, bugie, veleni e ripicche, retroscena svelati di una famiglia scombiccherata che però, nonostante tutto, rimane un rifugio, con un padre bambinone, estroso ed egoista, ma anche assai simpatico (Claude Rich). Indimenticabile, il duetto yiddish tra lui (violinista) e la figlia Ljuba (una strepitosa Sabine Azéma nel ruolo della cantante-danzatrice). Riflessione pacata e ironica sui piccoli e grandi drammi della vita, senza cercare ad ogni costo un happy end consolatorio, in una Parigi elegante avvolta da un'atmosfera natalizia consumista e ovattata, con la colonna sonora di Michel Legrand e qualche canzone di Dean Martin un po' melassosa che fa da contrappunto ironico al leggero malessere del nucleo famigliare. Ma alla fine il tronchetto di cioccolato arriverà a tavola con qualche piccolo gioco di fuochi d'artificio.

Buon Natale ed eventualmente, buona visione del film consigliato!

OT (o forse no): ho dimenticato di mettere il link che pubblico tutti gli anni, perciò corro ai ripari qui : http://www.natalesiamonoi.it/

16 December 2007

American Greetings without Christ(mas)

Con tutti i guai che abbiamo noi Italiani, alle prese con la nostra sgangherata repubblica dallo Stellone sempre più appannato e con l'effige della donna turrita sempre più diroccata, so bene che non dovrei ficcare il naso a casa d'altri. Ma come dice Michael Ledeen , se va a picco l'America va a picco l'intero mondo occidentale. Perciò l'America ci riguarda. La mia idea sul Natale di cui non dobbiamo vergognarci l'ho già espressa nel dicembre 2006 nel post
Giù le mani dal Natale. Inutile che mi ripeta anche quest'anno. A ripetersi semmai sono le solite maestre sceme di una scuola in sfacelo che si vergognano di allestire un presepe per gli alunni nel timore di urtare uno o due bambini di altre religioni, rispetto all'intero gruppo-classe. O qualche prete più codardo di don Abbondio che si affretta a portare via gli arredi sacri se arrivano ragazzini arabi-mussulmani a fare le prove di recita insieme agli italiani, nei locali della chiesa. Cioè a casa sua e nostra.

Non posso fare a meno di considerare però che la nazione nata sotto il segno di Dio nella sua Costituzione (the right Nation under God), che batte moneta con la scritta "In God we trust " abbia dei siti con cartoline animate bellissime e assai poetiche ma con la scritta "neutra" "Season's Greetings". Guardate voi stessi cliccando e troverete la danza della Fata Confetto (o di Zucchero Filato, a seconda delle traduzioni di Sugar Plum Fairy) e The Dancing Piper (dalla Danza dei Flauti), ambedue ispirati allo Schiaccianoci di Ciaikovskij. Sopra l'animazione compare la scritta "saluti stagionali" e non più Merry Christmas. Meno che mai trovasi abbreviato in Xmas, con la croce. Perché? semplice: la formula augurale di rito contiene la parola Christ, perciò potrebbe dar fastidio a chi non è cristiano. E la croce pure. Relativismo da marketing commerciale? Certamente! Business is business; money is money: è questo il nuovo vitello d'oro da adorare.
Ma lo Schiaccianoci di ETA Hoffmann nacque come fiaba romantica inserita a buon diritto in quel filone del magico natalizio tipico delle popolazioni cristano-protestanti nordeuropee. E quando Ciaikovskij in Russia (altra nazione cristiana) decise di farne una composizione musicale per balletto fu proprio per resuscitare la magia dell'infanzia, colmando in lui, che attraversava un periodo difficile, quel senso di perdita che fatalmente dà la vita. Perciò se qualche amico americano ci segue, la mia Fata Confetto gli dice Merry Christmas and Happy Xmas, spargendo manciate di stelline sull'albero. Per gli Italiani, invece, il solito tradizionale Buon Natale e Buon Anno, rimandandovi a questa bella Natività del Ghirlandaio.

13 December 2007

Al Supermercato il giorno dopo lo sciopero dei TIR

Sono stata a fare la spesa al supermercato, e vi ho trovato una situazione desolante. Banchi di frutta e verdura vuoti come questo qui. Con l'eccezione di qualche cespo di scarola riccia afflosciata e accartocciata sulle proprie frasche. Frutta: poca. Niente mandarini, niente clementini, solo poche arance ammaccate e non più fresche. Qualcuno, in preda alla psicosi da provviste belliche, aveva carrelli pieni di latte a lunga conservazione, di zucchero e pasta. Qualcun altro temendo per il proprio Natale, ha già fatto incetta di panettoni e pandori. Chissà a chi doveva distribuirli! Poi c 'era il patito per le cantine che aveva il carrello pieno di bottiglioni e damigianette di vino rosso. E un altro con un carrello stracolmo di confezioni-pacco di acque minerali manco dovesse partire per il Sahara. Si formavano già code alle casse con commesse svogliate e lente come TIR lumaca, bimbi piccoli sui carrelli in mezzo alle merci, che piangevano irritati stropicciandosi gli occhi. Tutto ciò, non faceva presagire niente di buono. Sono scappata via in fretta e furia in preda a una strana inquietudine: non ci sono buone sorprese sotto l'enorme albero di Natale posto nell'atrio del centro commerciale. Ho pensato che non sarà più così remota l'ipotesi di tornare a coltivarci gli orticelli. Per chi li ha,naturalmente. La borsa della spesa e le scorte alimentari sono il principale indicatore del malessere degli italiani. Mi domando con questo sfacelo, come faccia Prodi a resistere e a fregarsene di quel che gli casca addosso. Ho sognato un camion a rimorchio che lo rincorreva all'impazzata per travolgerlo, come nel film Duel di Spielberg. Lui, sudando scappava in bicicletta. Senza scampo. La verità è che riusciamo solo a farci del male tra di noi con le superscorte alimentari all'insegna del me-ne-frego-di-chi-resta-senza niente. E con gli scioperi che sono uno strumento usato e abusato con i quali ci prendono in ostaggio. I prezzi subiranno una micidiale impennata, e noi puntualmente pagheremo, facendoci salassare ancora di più. Frattanto Prodi e il suo governo, mangerà il secondo panettone del secondo Natale.
A scanso di equivoci, capisco benissimo le ragioni dei camionisti che vi invito a leggere qui. E sul caro-gasolio hanno ragione loro. E voi che ne pensate?

10 December 2007

Nel pacchetto sicurezza sta nascosta la gayezza

Tutti quanti si chiedono: "Che ci azzecca la forcaiola norma antiomofobia col pacchetto sicurezza?". Mica dobbiamo temere l'assalto dei gay...Solo quello dei balordi stranieri provenienti da aree dove a casa loro li farebbero marcire in galera senza tanti complimenti né remore. E invece queste "idee di polizia preventiva", rientrano perfettamente nell'infima politicuzza del do ut des, del continuo baratto e mercimonio dello Sgoverno attuale con le sue ali estreme. Essi sapevano che dovevano mettere a tacere le componenti estremiste, e allora che fanno per non passare per "razzisti" ai loro occhi in tema di sicurezza? Zac, ci mettono lì la sorpresina di Natale: una bella norma antiomofobia. Così oltre alle manette mastelliane per reati d'opinione, rieccoci accontentati. Insorge Buttiglione e dice che questo è uno stravolgimento in senso forcaiolo del Trattato di Amsterdam. Gli crediamo. Insorge la Binetti. Ma tutti questi kattoliconi a rischio di estinzione che ci stanno a fare a braccetto coi loro carnefici? Vittorio Feltri è fuori dagli stracci e titola la pagina di Libero di ieri 9 dicembre con : CARI PRETI, BEN VI STA. Ovviamente se la prende con suore e preti "coglioni" che prima invitano a votare per Prodi, poi si accorgono d'aver sbagliato e si stracciano le tonache. E se la prende pure coi cattolici prezzolati che pur di stare al potere inciuciano con chi li vuole morti: Mastella in primis, Franceschini, Castagnetti, Bindi... E che dire di Cossiga " o' pazzo " che ha fatto un nefando patto di Faust con Mefistofele? In cambio di qualche sua giullaresca comparsata sui giornali e in tv, dice SI al Senato a questo pacchetto "sicurezza più gayezza", affinché non cada. Per un poco di quella notorietà che rende giovani, lui vecchio maniaco-depressivo e malandato, è pronto ad arrostire all'Inferno. Che tristezza! Cattolici, preti, suore sceme amiche delle rosibindi: fate proprio ohibò!
Come possiamo sostenere quei "valori cristiani" che voi per primi mostrate di voler gettare al macero? Se fosse viva l'Oriana, vi lancerebbe la SUA bruciante scomunica. Meno male che non sono nemmeno credente. Se lo fossi, voi mi dareste 10, 100, 1000 ragioni per non credere più. Chiusa parentesi con la fede, la speranza e pure la carità. Carità di Patria, ovviamente.

In sostanza il decreto dice questo: vietato discriminare gli omosessuali non solo con atti ma anche con le parole. Se ad esempio si dice o si scrive che non bisogna permettere a una coppia gay di adottare dei bambini, si commette un reato. Il reo rischia il carcere fino a tre anni.Oltretutto nel nostro ordinamento giuridico, gli strumenti per contrastare la discriminazione sessuale ci sono già. E' evidente che trattasi di un trucco repressivo contro chi si oppone al matrimonio gay. Ed è pure evidente che ci sono nel mirino i vescovi come mons.Bagnasco. Già non sono mancate avvisaglie sull'ICI negli immobili ecclesiali (oratori, ospizi, casa di cura, scuole confessionali ecc.). E pure i Dico che ora vogliono trasformare in CUS (ennesima sigla di una stessa zuppa che non sanno più come imporci) .

E' ovvio che contro la norma liberticida "antiomofobia" all'interno del pacchetto (l'ennesima di questo governo) dobbiamo batterci tutti: cattolici conseguenti (del tipo "non utile idiota") e laici; credenti e non credenti. E nel caso si riuscisse a ottenere che non passi alla Camera (dove purtroppo ha buona probabilità in più, rispetto al Senato), non aspettiamoci la riconoscenza dei preti tonti a cui avremo salvato le terga. Del resto non è la prima volta nella storia che i laici salvano la ghirba alla chiesa. Un'ultima volontà dopo queste indecenze. In punto di morte mi farò scrivere: non mandatemi preti ipocriti; leggetemi solo qualche pagina di classici cristiani come Dostoevskij, Solgenitsin e mettetemi qualche brano di musica classica (Bach, Haendel ecc.). Il sacro è altrove...

03 December 2007

Bernardo Caprotti, il Signore dei Carrelli

Una delle ragioni che mi inducono a nutrire ancora qualche speranza in questo disgraziato Paese è che nelle "repubbliche" (chiamiamole così) del Nord, esistono alcune nobili figure di capitani di industria, che sono, per scelta e volontà, dei veri e propri "capitani coraggiosi". Andare avanti e fare impresa in un paese corporativisticamente egemenizzato dalla Trimurti sindacale (in testa a tutti la CGIL), lottizzato dalle regioni rosse con cooperative rosse, monopolizzato da fondazioni rosse finanziate dalle coop (ItalianiEuropei, con D'Alema, Giuliano Amato e Napolitano), di banche rosse con annesse assicurazioni rosse, agro-alimentare rosso, agenzie di credito e di risparmio rosso, agenzie rosse di servizi per vacanze e tempo libero e telefonìa, in un intreccio di scatole cinesi perfettamente comunicanti tra di loro, significa navigare nel Maelstrom. Parola questa, che sta a significare quel vortice nei pressi dei mari di Norvegia a forma di cono in rotazione che ruotando velocemente imprigiona le barche, e che tanto piacque a E.A. Poe. Ma qui non siamo nei mari scandinavi, ma in Italia. In questo senso, il libro Falce e Carrello (Le mani sulla spesa degli italiani) edito da Marsilio, scritto in modo amatoriale dal patròn dell'ESSELUNGA Bernardo Caprotti, con prefazione di
Geminello Alvi, esordisce come una testimonianza del suo "fare industria", ma finisce col parlarci di un pezzo consistente della storia del nostro paese. Cioè di noi.
La saga familiare di Caprotti inizia in Brianza, terra di imprenditori illuminati. Da lì, prende avvio la manifattura di famiglia (cotone) e dopo la crisi del tessile, egli compie il suo balzo in avanti nel settore della distribuzione alimentare osservando attentamente i superstore americani, durante i suoi viaggi negli Usa. Acquista la quota de La Rinascente (negli anni '60 contemplava al piano terra anche un supermarket alimentare a nome SMA), liquidando Nelson Rockfeller (azionista principale di allora), e con ciò, si avvia a conquistare il mercato del nord-Italia e del centro. Ma vediamo che non sarà un'impresa facile. Perchè?
Perché esiste qualcosa come la CGIL che non dà tregua. Impone orari di lavoro, di chiusura, il calendario degli scioperi permanenti e ad oltranza, assemblee a sorpresa nei reparti. Scioperi selvaggi e boicotaggio merci, sabotaggio mezzi di trasporto con lancio di chiodi. I chiodi tricuspidi di cui si servivano gli scioperanti erano fatti con due triangoli di ferro sovrapposti e saldati insieme in modo da formare un oggetto a forma di asteroide dalle punte acuminate. Comunque cadessero per terra, avevano sempre lo spunzone rivolto verso l'alto. Vere e proprie armi da guerriglia urbana, lanciati dal magazzeno centrale Esselunga di Firenze per squaciare i pneumatici dei loro camion e autotreni.
"Un autista che era riuscito a passare ugualmente fu inseguito e sorpassato sull'autostrada Firenze -mare. Dall'abitacolo dell'auto che lo aveva superato, furono lanciati questi "chiodi" , che provocarono lo scoppio di una gomma. L'autotreno sbandò pericolosamente, finendo contro il guard-rail: il guidatore si salvò per miracolo".

Furono anni in cui la pressione sindacale divenne insopportabile finché...

...finché un suo collaboratore (Ferdinando Schiavoni) al vertice dell' azienda trovò un mandante di tutto ciò: la Coop, la quale aveva scatenato in un'autentica "guerra" di sleale concorrenza e di boicotaggio ostile. Perchè tante sono le parrocchie (Partito, Sindacato, Coop, amministrazioni locali, Parlamento). Ma una sola è la chiesa - dice Caprotti - e una sola è la cassa: cassa e martello. Il tutto debitamente documentato in apposite schede con allegati e fotografie di interesse, a testimonianza che quanto è scritto è TUTTO VERO. Compresi i tentativi infruttuosi di acquistare terreni (preliminari di atti di vendita) e aree fabbricabili, nelle cosiddette "zone rosse", considerati veri e propri feudi rossi e in quanto tale, resi intoccabili.

Bologna, Via Andrea Costa (Coop Adriatica)

Significativi sono pertanto gli episodi di Modena, Vignola, Bologna, Genova. Mi soffermo su Bologna. Perché fallì il progetto di impiantare una Esselunga in Via Andrea Costa dove sorgeva prima la vecchia fabbrica Hatù di Franco Goldoni? La Sovraintendenza archeologica dell'Emilia Romagna identificò un complesso rustico di età etrusca e nel novembre 1996 (era ministro dei Beni Culturali la diessina Giovanna Melandri). Detto ministero appose il vincolo. Si poteva solo costruire un supermercato con pavimentazione in lastre di cristallo in modo tale che dal negozio, il pubblico "potesse fruire dell'inestimabile reperto", camminando sul vuoto. Dopo estenuanti trattative irte di ostacoli burocratici, nel febbraio del 2000 Esselunga dovette desistere da ogni iniziativa, mentre nel successivo 20 aprile il consiglio di Amministrazione di Coop Adriatica, presieduto da Pierluigi Stefanini, deliberava l'acquisto di detta area. Quindici giorni dopo gli venne dato il nullaosta dalla Sovraintendenza dei Beni archeologici per "recupero, restauro e trasferimento dei resti antiche in altra area". Ma, udite udite, il seguito della telenovela raccontata con le parole dal patròn di Esselunga:
"In una gelida mattina di gennaio, un sabato del 21 gennaio 2006, sono andato di persona alla ricerca dei miei preziosissimi reperti etruschi. Li ho trovati nella "zona verde", all'apparenza abbandonata, in fondo alla Via Nuova Certosa a Bologna. ...In un recinto con la base di cemento, sovrastato da una squallida griglia zincata e coperti di plastica nera in gran parte nascosti dalle erbacce, stavano "valorizzati", i segni di una perduta civiltà".

Finché Romano Prodi nella sera del 7 febbraio 2006 a Porta a Porta, enuncia - non richiesto - in campagna elettorale, l'obbligo per il governo di voler "mettere insieme" Coop ed Esselunga. In che modo, "insieme", non si sa: "Abbiamo le Coop, c'è ancora Esselunga". A quel punto Caprotti si gioca tutto sé stesso, i suoi 82 anni e il suo buon nome di presidente d'azienda: "Enough is enough" dichiara a "Otto e mezzo" da Ferrara. E trasforma il suo libro di denuncia in un atto d'accusa, da qui a futura memoria.
Il pamphlet contiene un'importante appendice di Stefano Filippi (cap: La Coop sei tu? Conosciamoci di più) sull'impero economico di Legacoop, la quale possiede assicurazioni, supermercati, ditte edili per fabbricati e autostrade, telefonìa, agenzie viaggi-vacanze e tempo libero, finanza e banche, tutte porte girevoli e comunicanti tra Coop e Quercia-Bottegone, in una matassa inestricabile di conflitti d' interesse. Fino arrivare ai nostri giorni dove è in atto la strana legge sui farmaci del decreto Bersani, di cui torneremo ad occuparci.


Il "j'accuse" di Caprotti

Gesto simbolico e concreto, da parte dell'autore, è l'aver depositato questo testo ampiamente documentato , direttamente in Procura.
Nello corso della conferenza stampa per la presentazione del libro, Caprotti ha raccontato che lo scorso 17 gennaio si è recato a Bruxelles per un colloquio con il commissario Ue alla concorrenza, Neelie Kroes al quale "ho raffigurato la situazione di cui sono stato vittima e testimone: una distorsione della repubblica attraverso un vero e proprio controllo territoriale che ti impedisce di entrare in certe zone del Paese con vari sistemi: piani regolatori, decisioni delle sovrintendenze, velate minacce ai costruttori. Il controllo del territorio comporta una tendenza al monopolio: è questa che abbiamo denunciato all'Unione europea".
A questo punto, attendiamo, un po' più ottimisti e fiduciosi, il sequel di Falce e carrello. Ovvero la seconda parte di una storia di Cassa e Martello, con successivi sviluppi. Perciò, lunga vita e tanta salute al dott. Bernardo Caprotti, che ha saputo navigare in acque tumultuose e sporche senza annegare e senza sporcarsi. Un vero signore, il signore dei carrelli.

25 November 2007

Legnate legnate le Menadi son tornate

Ricordate il mito di Orfeo? Dopo aver sfidato le forze degli Inferi per abbracciare la sua amata sposa Euridice, venne letteralmente fatto a pezzi dalle donne trace, invidiose della sua musica: le Menadi o Baccanti . Beh, sabato 24 alla manifestazione delle donne contro la violenza (tutte dell'area legata alla sinistra antagonista PRC, PdCI, alle lesbiche - tant'è vero che hanno contestato perfino le "sinistre" Pollastrini, Turco e Melandri) sono stati scanditi slogan "collaborazionisti" nei confronti dei veri violentatori di questi ultimi fatti di cronaca e, viceversa, slogan feroci e conflittuali contro il povero maschio italiota, ormai ridotto a essere sempre più ombra di sé stesso. Fosse passato là in mezzo, poveretto, lo avrebbero fatto a pezzi come Orfeo: disiecta membra (oltre che membro) . Osservate le foto qui. E sentite voi le perline scandite: "Se la violenza è sotto il tetto, che ci faccio con questo pacchetto?" (ndr: il pacchetto sicurezza ). E ancora: "Ne uccide più l'amore che il tumore". Oltre a vari slogan contro la famiglia chiamata "galera", contro le espulsioni degli immigrati irregolari, e ovviamente per una "battaglia culturale sull''uguaglianza tra i sessi a partire dalle scuole". Poi se la sono presa contro i giornalisti de La7, in quanto maschi. E' stato loro impedito di filmare e di fare reportage, attuando un'odiosa discriminazione ideologica. L'obiettivo è chiaro. Quello di sabato era un corteo collaborazionista e filogovernativo. E finanche di matrice "sessista e razzista" contro gli uomini, da parte delle donne della solita sinistra di sfascio e di sgoverno, trasferita nell'agorà. Mi riferisco al loro minaccioso slogan " Un uomo morto non stupra". Si è voluta fare un'adunata comunisticamente sediziosa di donne contro la presunta "maschietudine xenofoba", allo scopo di far passare il solito "nessuno tocchi il Caino straniero, poiché il vero Caino è il marito". Siamo al vecchio slogan: "Sei padre? Allora sei una bestia". E cioè alla morte della famiglia. Ovviamente, il loro vero salvacondotto è per il povero immigrato oppresso, marginalizzato e respinto da un iniquo e razzista pacchetto sicurezza. Quello già nato debole, mutilato e mai veramente attuato, visto che le espulsioni sono minime. E che forse, grazie a queste menadi infoiate, compiacenti solo nei confronti di quei popoli che trattano le donne peggio delle capre, mai si attuerà. Brutte, volgari, arroganti e villane coi deboli; e viceversa, sottomesse ai veri violenti. Specie se indossano turbanti e kefie o vivono nelle carovane.
Male hanno fatto le oche giulive Prestigiacomo e Carfagna a confondersi con queste orchesse. Chi è causa del suo mal...
L'ineffabile Dacia Maraini, ha dichiarato di essersi commossa di fronte a tanto ritrovato femminese anni '70. E' il caso di dire: "mena e chiagne".

22 November 2007

Xenofilia e xenofobia

L'abbiamo scritto tante volte che le paure non sono necessariamente colpe. Che "xénos" vuole dire straniero e che "fobia" vuole dire paura. Che la paura è il principale campanello d'allarme dell'istinto di conservazione umana, necessario alla più ampia conservazione della specie. Suona alla porta un "estraneo". La vecchietta gli apre, fiduciosa. Ma ecco che questo sconosciuto mostra un coltello. Allora lei, spaventata, gli dà 100 euro. Lui la pesta a sangue perché esige di più: tutta la pensione. Se l'anziana signora fosse stata più prudente e avesse ubbidito ai suoi timori, avrebbe preservato tutto il suo denaro e non solo. Non sarebbe stata ricoverata al pronto soccorso con una lunga prognosi e un grave stato di choc. E questo, quando va bene. Sempre più spesso si mette a repentaglio la propria vita. Quella vita che per individui provenienti da aree disastrate del mondo non rappresenta alcun valore né bene supremo, e che può esserci tolta per pochi denari. Casi come questi nel nostro Paese ce ne sono pressoché quotidianamente. Non la pensa così il presidente della moritura Repubblica Italiana Giorgio Napolitano. Il quale insegna agli studenti convenuti al Quirinale, ad aver fiducia di tutti, aprendo, e addirittura spalancando, porte, portoni e finestre del nostro Paese. Anzi, occorre aprire di più, smantellando leggi che lui considera troppo restrittive. Possibile che di fronte a un simile trombone non ci sia stato nessun italiano che si sia sollevato con legittima indignazione? Non basta, a questo pomposo taglianastri, quel che sta accadendo ogni giorno? E costui osa ancora proclamarsi Presidente degli Italiani?

La conclamata xenofilia (ovvero l'amore smisurato per gli stranieri) di cui dà prova questo fossile comunista insieme a buona parte della sinistra "di lotta e di governo" nonché di certo clero che funge velleitariamente da lavanderia dei peccata mundi, è il migliore veicolo per la xenofobia. Ne rappresenta addirittura l'altra faccia. Ma fingono di non saperlo.
Più stranieri lasceremo entrare, più crescerà, da parte dei nativi italiani, rabbia, intolleranza, voglia di vendicarsi dai soprusi, dalle numerose illegalità e abusi subiti. Si scatenerà (in assenza di un vero stato) la giustizia fai-da-te, la legge del taglione e pure il razzismo. Più giudici inetti e ideologizzati scarcereranno chi delinque, più aumenterà la sete di vera giustizia. Più lavoro verrà offerto agli stranieri, più grande sarà la ribellione degli Italiani disoccupati. E se poi, le cure sanitarie verranno estese pure ai clandestini sans papiers che non lavorano e che non pagano tasse (lo si fa già nella regione Toscana), allora la ribellione diverrà furia incontenibile. Perciò io dico, per paradosso, che i veri importatori di xenofobia sono proprio gli xenofili. Tutto ciò, ad onta delle "nobili" intenzioni umanitariste di Napolitano, accompagnate dai maldestri tentativi di Amato per ingabbiare "la tigre della reazione". Parola che il "bolscevico" Topo Sapiens mette in contrapposizione a rivoluzione sbagliando in pieno.
Reazione = ogni fenomeno di risposta ad uno stimolo. Ad ogni azione c'è reazione. E' una legge fisica e biologica, Voscienza. Inutile intorbidire le acque con falsi e arbitrari significati di matrice marxista.
Una curiosità: come mai che gli uomini del centrodestra, non sono usi trattare di questi argomenti che tanto stanno a cuore agli Italiani né in tv né sui loro siti né sui loro blog, ma ci deliziano in eterno con le loro camarille interne? Attendo risposte...

19 November 2007

Helter Skelter

Il termine helter skelter, significa sottosopra o finimondo. E oltre ad essere il titolo di un noto brano dei Bealtles (ripreso dagli U2 e da varie altre rock band), fu la scritta che Charles Manson lasciò sui muri col sangue delle vittime durante la strage di Bel Air. Quel Manson che a detta sua, trovò nel pezzo musicale, messaggi subliminali che scossero la sua mente già alterata dagli acidi. Ma non è di demonologia né di esorcismo, né di rock che intendo parlare. Non direttamente... Ma di quanto avviene nel nostro universo capovolto, rovesciato e sempre più in preda a forze pandemoniche che lo sconquassano dall'interno e dall'esterno. Quattro ragazzi sono stati falciati dal rom ubriaco Marco Ahmetovic. Il cattivo soggetto in questione non si è fatto un sol giorno di vera galera, ma è passato subito sotto l'ala protettiva di un mecenate (ma che filantropo!) per andare in un residence a S.Benedetto del Tronto. Cioè al mare. E ora pare che stiano studiando una particolare linea di prodotti jeans dal titolo romjeans per un cachet di 30.000 euro, per l'interessato quale eventuale testimonial. A breve lo vedremo forse da Vespa, da Santoro, da Mentana, dalla De Filippi o dalla Ventura all'Isola dei Famosi o ospite presso qualche altra rete tv, mentre i genitori dei quattro ragazzi, non hanno più lacrime per piangere i loro figli. Vogliamo davvero creare esasperazione e voglia di prendere in mano un fucile per farsi giustizia da sé? Ci stiamo quasi arrivando. Tirate ancora un po' la corda eppoi il finimondo (helter skelter) arriverà davvero, visto che il finimondo (helter skelter) c'è già.
Efferrati sono stati i delitti compiuti in questi ultimi tempi da quei "boccaporti" spalancati dalla Romania dove tutta la feccia pregiudicata reduce dalle loro patrie galere, ci è stata scaricata qui. Ma invece di venire in Italia con tanto di cappello in mano a chiedere scusa per la morte di Lucia Comin Pellicciardi (stuprata con una sbarra di ferro e fatta a pezzi da un romeno e un albanese), per Giovanna Reggiani, seviziata e ammazzata da Mailat, per nonno Giuseppe preso a bastonate per pochi euro da romeni, per i quattro giovani marchigiani falciati da Ahmetovic e per le decine e decine di delitti rimasti impuniti, Tariceanu, il premier romeno, se la prende con quei delinquenti degli Italiani che praticano il "razzismo", creando insicurezza presso la comunità romena. Helter skelter, ovvero sottosopra, l'universo rovesciato.
Se la bella americana Amanda Knox , risulterà complice dell'efferrato assassinio delle sua coetanea Meredith a Perugia, è già pronta per lei, una brillante carriera in tv e tante altre ospitate strapagate, con interviste esclusive che servono di fatto a fare apologia di crimine. Meglio governare all'inferno che servire il paradiso, diceva John Milton. Il delitto paga, diceva il marchese de Sade. Se vuoi fare la rivoluzione ammazza il primo che passa per la strada , diceva Bréton e i surrealisti. Se Dio non esiste tutto è permesso, diceva Dostoevskij. Helter skelter.
Un Occidente conciato così, merita solo di sparire, di essere cancellato dalla carta geografica. E a volte mi chiedo da me, perché diavolo lo difendo. Helter skelter.
"Porteremo Dio nella terra senza Dio", dicono i mussulmani pronti ad approfittare di tutto questo helter skelter per la loro conversione qui da noi (dawa). Ma io non voglio il loro dio. Vorrei che ritrovassimo il nostro. E con lui, la giustizia, ad un tempo divina ed umana. Quella che abbiamo smarrito insieme a quel sacro messo al bando dalla nostra società e vita.

When I get to the bottom / I go back to the top of the slide...

14 November 2007

Un' Europa da incubo

Avete cliccato le cinque righe che ho messo in HP in alto? Bene, allora se avete letto le notizie riportate da l'altrogiornale di Francesco Ruggeri, vi sarete fatti più o meno un'idea di quel che avverrà dopo il 21 dicembre (la notizia è quella relativa all'allargamento della zona Schengen). Dal 21 dicembre ci sarà una strenna natalizia: i cittadini della Repubblica Ceca, Ungheria, Slovacchia, Slovenia, Polonia, Estonia, Lituania, Lettonia e Malta, potranno circolare liberamente per tutta l'Europa e saranno tolti i controlli alle frontiere terrestri e marittime. Da qui a un mese senza aver consultato il parere dei cittadini dei singoli stati europei, si spalancheranno scenari da incubo come nei romanzi di Philip Dick. Pensavamo di aver già toccato il fondo dell'odissea immigrazionista, ma non è che l'inizio. Ricordate quello scenario di Blade Runner di una città caligionosa, piovosa, fradicia e stipata di anime umane in una Babilonia di lingue incomprensibili, con odori, vapori e umori spessi, costretti ad una coatta promiscuità? E' già realtà...E ricordate quella scena del Dottor Zivago quando Yuri (Omar Sharif), stremato da guerre e rivoluzioni, torna a casa e, dopo mille periperipezie subite, invece di trovare una dimora che gli dà riparo e conforto, è costretto a dividere la sua casa con altre due famiglie di bolscevichi (il compagno X e la compagna Y)? Bene, così saranno le nostre patrie, non più nostre, diventate terre desolate a noi sempre più aliene. Come una più vasta no man's land sarà tutta l'Europa. Sempre più Eurabia nella composizione etnica, ed Eurss nell'amministrazione politica, burocratica e normativa. Cioè sgovernata da rottami socialisti (le cancellerie europee e quei commissari Ue che nessuno ha eletto) tutti dediti ai nuovi Idola Tribus: il mercato e la libera circolazione degli uomini, delle merci e del denaro. Una sorta di nuovo mostro Chimera lib-socialista che io ho battezzato il MarketSocialismo. Con città un tempo meravigliose, oggi sempre più gremite, costipate e ad altà densità abitativa, istigatrici di discordie, ostilità e di risse tra bande interetniche. Con un degrado incontrollabile e una sporcizia impossibile da estirpare. E' il mercatismo selvaggio, Bellezza, e non puoi farci proprio nulla se attira come la carta moschicida orde di stranieri provenienti da ogni punto cardinale della carta geografica. Dall'Est, dall'America Latina, dall'Africa settentrionale, centrale, dai territori palestinesi in MO dove è in corso una sanguinosa guerra civile che fatalmente crea profughi, ecc. Tutti alla ricerca dell'Eldorado, della Terra dell'Abbondanza. E per alcuni di loro lo sarà pure, visto che creano concorrenza sleale, abbassando repentinamente "il costo del lavoro", ovvero i salari. Ciò che scatenerà una nuova feroce guerra tra i poveri: poveri autoctoni e poveri allogeni e/o neocomunitari di un allargamento repentino buttatoci addosso a mo' di bomba demografica. Se non vi siete stancati di cliccare, ora andate in questo link di un noto economista e scrittore, già collaboratore de Il Giornale di Montanelli: Geminello Alvi ("Tutta colpa del liberismo"). Lui ve le dice più chiare di me e con maggior cognizione di causa. Le stelle europee della bandiera blu ora sono 27, ma continueranno ad aumentare, poiché ogni utopia necessita di "spazio vitale" per compiersi.

Ma non ci sono astri luminosi che brillano di luce propria nei cieli della Ue, ma - ahimé! - solo buchi neri di una notte scura. Infatti nella libera circolazione delle merci, degli uomini e del denaro che tanto piace ai tycoon dell'alta finanza e delle eurobanche, non è previsto che l'allargamento della frontiera unica dominata da pensiero unico, contempli anche fior di delinquenti professionisti del crimine, mafie dell'Est e criminalità diffusa dedita alle rapine quasi quotidiane nelle nostre città. In altre parole, gli effetti collaterali sono omicidi, furti, stupri e borseggi e rapine verso gli autoctoni: quelli già in atto nelle nostre case e che aumenteranno. Non era previsto, ma è così. Ma guai a parlarne...E per impedire preventivamente ogni forma di dissenso di quello che chiamano "il nuovo ordine mondiale", è già bell'e pronto il mandato d'arresto europeo, con manette tintinnanti e bavaglio per i reati di "xenofobia", "razzismo", "islamofobia", "omofobia", e chi più ne ha... Ovvero "opinioni in manette", secondo la premiata dittatura soft di Bruxelles. In Italia, il Corriere della Sera, si è già adeguato fin nella pubblicità, a questo Novum Organum mondiale e mondialista. Udite udite cosa recita il loro slogan: " In un mondo che cambia, i popoli non sono definiti da etichette". Cioè siamo tutti fratelli di uno stesso continente e globo. Proprio come vogliono i banchieri Bazoli, Profumo, Geronzi e altri big della finanza internazionale e degli industriali indebitati con banche, facenti parte del patto sindacale dei 15 di RCS. Sul foglio pubblicitario di ieri 13 novembre, campeggia un grosso drappo blu a 12 stelle (quello della Ue) con sotto un giornalino seminascosto con il marchio "made in China".

Giudicate voi, se vale la pena di intonare tutti insieme appassionatamente l 'Inno alla Gioia di Ludwig van Beethoven, assurto a inno europeo dei 27. Stante così le cose, per me vale ancora più che mai il nostro "'elmo di Scipio". E spero che ci desteremo da questo torpore in cui ci hanno sprofondato i fautori di questa "Land of Plenty" multietnica, multiculturalista e multiconfessionale made in Europe, per passare ad un nuovo risorgimento. Italia, fuori dal trattato di Schengen, per cominciare! Ne va della nostra vita.

09 November 2007

Lettera aperta a Dacia Maraini

Signora Dacia Maraini,

ho notato che la sua rubrica "Il sale nella coda" sul Corriere compare sempre nei momenti topici peggiori per le donne e per l'umanità tutta. Ed è comparsa, puntuale, anche questa volta, nella tragica occasione della morte di Giovanna Reggiani a Tor di Quinto con il suo pezzo "La caccia allo straniero e l'esempio (cattivo) offerto dagli Italiani" di martedi 6 novembre. Lei parla con un certo sussiego a nome di tutte le donne, senza averne alcuna rappresentatività. E parla (anzi, scrive) per far loro accettare lo status quo della sua political correctness e di quella mordacchia preventiva ideologica progressista, cui è usa. Perché? La sua vocina flebile flebile e perbenino, così come perbenino è la sua sciarpina annodata al collo, modello aristocratica della Rivoluzione Francese, lei la fa sentire solo nei momenti di cataclisma, di apocalisse. Impassibile come una mirata macchina da guerra di propaganda, ma dal rassicurante aspetto di serena colombella. Ricorda l'invettiva della Fallaci dal titolo "La Rabbia e l'Orgoglio" pubblicata in formato lenzuolo sul Corriere? Ebbene con quella sua scrittura un po' così, assai dabbene, lei ebbe il coraggio di sfidare un cavallo di razza come l'Oriana nazionale riversando la sua irenica lenzuolata di replica sul Corsera, a proposito di un mondo che vorrebbe placato e affratellato nonché privo di "scontri di civiltà". E questo l'indomani di quel tragico 11/9.
"Cicala di lusso", la battezzò in quel frangente Oriana nostra. Ma lei non se ne stette e seguitò a frinire ancora con fatua e salottiera civetteria. Lo fece nuovamente l'indomani dello sgozzamento di Hina Salem, e in quel frangente io le inviai un'altra missiva qui. Certo, lei è famosa e ha molti lettori, mentre io ne avrò giusto una trentina. Ma voi firme note, siete assai spesso scollegate dalla realtà e del tutto autoreferenziali. Come autoreferenziali furono e sono le sue amiche femministe che occupano posti all'ONU, nelle Ong, Onlus, nei sindacati, nell'UNICEF, nell'UNESCO, nell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e ovviamente nei partiti della sinistra.


In occasione della morte di Hina straziata da 28 coltellate e col volto rivolto alla Mecca dopo una approssimativa sepoltura, lei non ebbe nulla di meglio che asserire che anche i siciliani commettevano delitti d'onore 50 anni fa. Che è un po' la stessa versione di Giuliano Amato e di sua nonnna col fazzeletto in testa alla "siculo-pachistana". Molti lettori leggendo il suo pezzo rimasero esterrefatti. Ma come? Invece di prendere le parti della vittima trucidata dai parenti, costei si mette a pontificare in favore dell'Islam e a fare bla bla bla sul fatto che non si deve "generalizzare", "criminalizzare una religione", "demonizzare", e via coi luogocomunismi più triti... Non me ne capacitavo...Ma soprattutto non mi capacitavo che non fosse idonea a dire o fare nemmeno "qualcosa di sinistra" nel modo coerente in cui i vostri seguaci si aspetterebbero. E non se ne capacitava nemmeno la grande Oriana sul perché le femministe tacciano, si mostrino islamosuccubi e subordinate al tribalismo fondamentalista, invece che ribelli e in antagonismo verso il medesimo. Ora vedo che ripete lo stesso errore. Il Corrriere gliene dà facoltà. Una donna ha subito un ratto. Sì, uso il termine antico delle tribù rivali, come quello delle Sabine. O come il Ratto di Persefone trascinata agli Inferi da Plutone. E dopo essere stata borseggiata, aggredita forse stuprata, è stata ammazzata e dilaniata orrendamente. In ogni caso la sua resistenza e riluttanza all'aggressore le è costata la vita. E lei cosa scrive? Che il malcontento è esploso con furore, e che tutto questo farebbe pensare a un'Italia con una società virtuosa esente da crimini, ma che invece il nostro paese è stato testimone dei fatti più raccapriccianti come "quel giovane che ha seviziato tre nipotini, maschi e femmine". O come gli amanti e i mariti che uccidono le loro donne a coltellate buttandole nei cassonetti dell'immondizia.


Signora Maraini, perché offre un così comodo alibi giustificativo a chi viene nel nostro paese senza documenti, occupa terreni abusivamente, sfonda case disabitate per installarsi sfrattando i poveretti che ci sono già, ruba, si ubriaca, stupra, uccide e borseggia? E perchè conclude scrivendo che il nostro è un paese i cui esempi non sono dei migliori, dove a nostra volta si ruba, si uccide, si delinque, epperciò non sarebbe moralmente autorizzato a respingere gli altri? Bene, signora, allora mi trovi lei una specie di Città del Sole di campanelliana memoria, un Shangri-là dove non esistono delitti né pene, perché io non ne conosco. Dove si danno solo esempi edificanti tali da giustificare migrazioni massicce con gente bennata e benintenzionata in cerca dell'Eldorado, da accogliere a braccia aperte e senza fiatare. Nelle carceri tedesche, inglesi, americane, francesi, danesi ecc. esistono ladri delinquenti, assassini, violentatori e perfino pedofili autoctoni. Ma mi spiega perché nonostante in molti stati della Ue, abbiano galere in buono stato e una giustizia che funziona meglio della nostra (ci vuole poco), hanno chiesto e ottenuto due anni di moratoria per integrare tutta quest'onda anomala proveniente dalla Transilvania? E mi esplicita come mai per voi femministe il mostro è sempre domestico, lo stupratore è un marito o un fidanzato, e il toccaccione molesto dalla lubrica palpata è solo quel "porco" del vostro collega d'ufficio? Mentre per tutti questi disperati, alcuni dei quali con facce da spavento, provenienti da aree lontane officiate un processo di santificazione e di beatificazione dello stupro?



L'antagonismo femminista è solo contro l'occidente, contro il proprio paese e contro se stesse
Mi ci sono lambiccata tanto e alla fine ho trovato alcune risposte. Non tutte mi soddisfacevano però. Vivendiere rosse dei partiti si sinistra, siete subordinate alla ragion politica tracciata dai vostri maschi, si diceva. Ma non basta. Avete le terga al caldo nei vostri posti dorati e scranni da "quote rosa" nelle istituzioni, nei mainstreams, perciò non volete rischiare la conflittualità con l'islam radicale. Ma non basta . Avete nel DNA il terzomondismo sinistrese perciò siete giustificazioniste coi transfughi di altre zone più arretrate del mondo. Ma non basta ancora.
Alla fine sì, ho trovato la risposta al vostro collateralismo nei confronti dell'islam fondamentalista, dell'immigrazionismo e dei dannati della terra.


Voi odiate la terra che vi ha generato, la vostra patria e la vostra cultura. Voi avete spezzato i vincoli con la Madre (parola che viene da mater=materia) da cui tutti i viventi provengono, negandovi a vostra volta, la possibilità di essere madri, di essere mogli. Voi avete sostituito il termine "moglie" e "sposa", col termine "compagna"; il termine "marito", con "compagno", proprio secondo i dettami delle élites comuniste e socialiste delle varie Internazionali. Voi avete sostituito i figli coi viaggi, il lavoro, la carriera, gli amici. E se questi figli ci sono, sono degli "amici paritetici" e non degli esseri in divenire che necessitano di una vera educazioone e formazione nel rispetto dei reciproci ruoli. Voi odiate il Cristianesimo e la Chiesa con cui siete perennemente in guerra e la vorreste irrilevante e silente sui temi etici. Voi avete trasferito la lotta di classe all'interno della lotta tra i sessi, spezzando il vincolo della famiglia, primo nucleo di quella proprietà privata che avete sempre combattuto. Voi avete svirilizzato perfino i vostri cosiddetti compagni o partner (termine che si addice ad un socio commerciale). E ora che la nostra società è aggredita e non ci sono più uomini veri in grado di difenderla, nemmeno tra i poliziotti, non vi sentite un po' in colpa? E del resto nel vostro mondo "unisex", "androgino" "neutro" e/o transgender o al di là dei generi, fatto di intercambiabilità di ruoli, vi rifiutate perfino di vedere che ci sono aggressori e scontri di civiltà. Sognate una società perfetta, irenica e iridata come le vostre futili bandiere della pace. Ma ogni utopia sottintende una coercizione. E voi siete parte integrante di questa coercizione secondo cui chi ruba, stupra e delinque dev' essere perdonato e non sanzionato, se proviene da mondi lontani dove è possibile quell' inclusione, che dichiarate ai quattro venti sulla stampa in cui scrivete, essere doverosa e obbligatoria qui da noi. Viceversa, se è un connazionale a sgarrare, dev'essere messo alla gogna permanente per molto meno. Se è un padre che sbaglia, gli si devono strappare i figli e non farglieli mai più vedere. E magari gli si deve scucire tutto il denaro possibile fino a renderlo una sorta di paria nella vana ricerca di una giustizia che non c'è. Con una mascolinità ridotta così male in arnese fatta di "mammi" "teneri", "dolci", "cambiapannolini" (parolette vibranti che vi piacciono tanto), come potremmo far fronte alle emergenze che ci sovrastano?


Se il maschio che cercate di soffocare non c'è, allora per procreare potrete sempre consolarvi con la fecondazione in vitro e la manipolazione dell'embrione, no? O mettere insieme un bel DICO con genitore A e genitore B, non importa di che sesso. In Scozia già avviene ed è vietato perfino scrivere MAMMA e PAPA' sui documenti sanitari. Per concludere, il vostro è un pensiero atomistico e frammentario fatto di "donne-tutte-sole" (titolo di un celebre film di Paul Mazursky) e "donne a una dimensione", dove "Io sono mia" (titolo di un altro filmucolo-manifesto tratto da un suo best seller del '77 a cui lei ha collaborato insieme ad una troupe di mediocri femministe). Ma non è la verità.


Una donna esiste anche in relazione ai suoi affetti e al suo entourage. Altrettanto dicasi per l'uomo. Nessun uomo né donna è "un'isola". Insieme formano una società e una nazione che dovrebbe mettere al primo posto il diritto a vivere in sicurezza. Un Paese volto a salvaguardare l' incolumità dei suoi cittadini. Se poi ci sono mele marce anche da noi, in famiglie, case e coppie, sarà affare di un vero stato di diritto, sanzionare con fermezza i reati. E con questo rispondo al quesito finale di quel suo articolo basato su un improbabile ecumenismo irideo (Se non siamo capaci di dare un esempio in casa, come possiamo chiedere agli ospiti di osservare le regole di civiltà che per primi non rispettiamo?). Risposta: non esiste il Paese perfetto, la casa perfetta e la famiglia perfetta. Ma esiste la volontà di volerli difendere e migliorare, signora mia. E stabilire una volta per tutte chi siamo NOI e chi sono GLI ALTRI.




05 November 2007

Il ruggito del Topo e lo squittìo della Tigre


Tora tora tora. Che in giapponese vuole dire Tigre tigre tigre. Abbiamo un ministro dell'interno che sembra uscito dal torsolo di una pera a mo' di bruco, ma che è feroce come un topo. Solo gli ossimori possono descrivercelo per assurdità e per perfidia dimostrata. Quando fu presidente del Consiglio di uno di quegli strani governi tecnici della Prima Repubblica, ci rosicchiò con avidità il 6 per mille di tutti i nostri risparmi sui libretti e conti correnti, dopo averli fatti fotografare come un Big Brother sovietico. Sua nonna, emigrata in USA, portava un fazzoletto da "siculo-pakistana" e non aveva bisogno, a detta sua, di imparare l'Inglese per integrarsi. Ergo, gli immigrati non hanno alcuna necessità di apprendere la lingua Italiana. Del resto, secondo il suo sottil-pensiero, gli Italiani non esistono. Poichè, come ha scritto sulla rivista Reset, sono il frutto di tante "tessere" che sono la risultante di altrettante scorribande e invasioni subite. Quindi, rassegnamoci di buon grado a quelle prossime venture e a quella che lui ha battezzato come la futura "contaminazione culturale positiva". Ma il Topo Sapiens ha dimenticato un importante sillogismo aristotelico: se gli Italiani non esistono, ergo se ne deduce che io come ministro degli Interni non posso esistere, poiché anche la Repubblica Italica è un' astrazione. Coerenza vorrebbe, allora, che si dimettesse, ma figurarsi...
E ha pure dimenticato che ben prima che lui si nutrisse di formaggio-grana (inteso come denaro, dato che è della specie Rattus Economicus), tutti i popoli subirono scorribande e invasioni. Ma ciò non impedì la nascita delle nazioni con tanto di confini. Ovviamente prima che arrivasse il trattato di Schengen a scompigliarli per dirci che siamo tutti fratelli e sorelle dello stesso globo terracqueo.


L'Amaro Giuliano ha una sua fissa, anzi un "topos" ricorrente: la Tigre. "Dobbiamo impedire che si svegli la Tigre della Reazione", va declamando per ogni dove. Vede tigri "maoiste" dappertutto. Ricordate la parabola di Mao-tze-Tung sull'imperialismo americano "tigre di carta"? .

Non potendo egli essere Tigre per stazza e per verso emesso, che fa? Ne assume il ruggito. Allora se il topo ruggisce e da Topo Sapiens diviene Topo Rugens che vuol dire? che la tigre automaticamente si addomestica dentro una trappola per topi.


Così l'Amaro Giuliano si gonfia e scalda i muscoli copiando il suo quasi omonimo per cognome: Rudy Giuliani e predicando la "tolleranza zero". Contro chi? Contro i lavavetri. Ma vai a farti lavare il parabrezza della tua auto blindata blu! - viene voglia di dirgli.

L'indomani dell'ultimo delitto multikulti a Tor di Quinto, lui pareva preoccupato, non già di ovviare al pericolo immigrazioni incontrollate, stupri etnici e altre efferatezze. Nooo! La sua dichiarazione ufficiale è stata invece: " Dobbiamo impedire che questa tigre terribile che è la rabbia xenofoba, la bestia razzista, esca dalla gabbia". E con questa se ne è sgusciato furtivamente ai funerali dell'ennesima vittima dei delitti multiculturali plurimi, a portare le sue condoglianze al marito, il capitano Gumiero. E' stato il bacio del Topo Iscariota.
E così, siamo giunti al Top dei suoi scellerati "topics" di Topo Malefico.

Off Topic: la Tigre per il momento si limita solo a squittire. In seguito si vedrà...
(il corsivo è di Nessie)

01 November 2007

Vogliono ucciderci e lo fanno!

Già da tempo nel nostro paese è stato violato il principio-cardine della nostra civiltà, il comandamento-principe tra i dieci comandamenti divini e legislativi: NON AMMAZZARE.

Si uccide, si sevizia, si stupra, si usa violenza, si minacciano tranquilli cittadini - pistola alla tempia o fredda lama d' un coltello alla gola - nelle loro case in ore in cui si presume essere al sicuro dallo stress quotidiano.Ma si fa finta di nulla. Fanno finta di nulla i governanti. Fa finta di nulla la magistratura coi suoi verdetti ammazza-sentenze e salva-criminali. Fa finta di nulla la polizia sempre più in braghe di tela a causa di una scriteriata politica in cui la si dileggia e la si mette sotto accusa quando interviene. Fa finta di nulla il Capo dello Stato, che ha indicato negli immigrati il mezzo per accrescere il PIL, bypassando su tutti gli effetti collaterali. Fa finta di nulla la Trimurti sindacale: dopotutto sono tessere! Fa finta di nulla la Caritas con il solito mantra del sociologismo per gli oppressi. Fanno finta di nulla i TG che snocciolano con asciutta freddezza i bollettini di guerra civile quotidiana della cronaca nera. Fa finta di nulla la tartufesca stampa italiana sostenuta dalle Banche (Corriere della Sera, in testa).



Ora la misura è stracolma. La vittima dell'ennesimo ratto con stupro, sevizie e uccisione finale è la sig.ra Giovanna Reggiani, moglie di un capitano della nostra Marina Militare, corpo benemerito che appartiene alle nostre forze armate. E allora non può far finta di niente Prodi, Amato, Napolitano, Veltroni, Fini, Frattini, Berlusconi ecc. L'unico minus habens che si ostina a ripetere la solita stanca litania "che non si deve generalizzare" è Ferrero.Ma gli scemi servono all'uopo. Sennò che scemi sono?!
Tuttavia, dopo tanta efferatezza a che cosa si è arrivati? Ai contentini dell'ultima ora: trasformare in decreto un provvedimento d'urgenza che contempli immediata espulsione per chi delinque, all'interno del pacchetto sicurezza. Ci voleva quest' ennesimo orrore per fare così poca (e ovvia) cosa?
Ma alla fine, non c'è nessuno che abbia il coraggio di squarciare per davvero il velo dell'ipocrisia, e dire chiaro e tondo che questo è l'ennesimo delitto di marca multiculturalista. Che le migrazioni selvagge volute dalla Ue col nuovo mercato degli schiavi, stanno creando nel Paese uno sconvolgimento identitario, uno sconquasso terribile, una deregulation totale nel nostro tessuto sociale. IRREVERSIBILE. E che oggi magari sono i rumeni e/o le tribù dei rom; ieri gli albanesi, avant'ieri i magrebini, domani i nigeriani, e dopodomani chissà...Senza mettere nel computo il problema Islam, cellule salafite, predicazione d'odio e terrorismo qaedista.
Ci uccidono, ma non bisogna "generalizzare". Ci uccidono, ma non bisogna "strumentalizzare". Ci uccidono, ma chi governa promette oggi sulla scia di un'ondata emotiva crescente, ciò che non potrà mantenere domani, né dopodomani, né mai.

Frattanto la Bonino si compiace di chiedere la moratoria della pena di morte, a casa d'altri, mentre si muore a casa propria. E Veltroni manifesta per i monaci birmani, i quali hanno almeno la dignità di sacrificare la vita per un ideale nobile e supremo: la libertà e il diritto all'indipendenza della loro amata patria. Da noi, invece, non sappiamo nemmeno perché si muore né per chi ci si sacrifica. Per il mercatismo selvaggio? per la Ue? per l'Euro? Per l'insana utopia multiculturale e multietnica voluta dalla sinistra?

22 October 2007

Carceri piene, menti vuote

I fautori dell'indulto sono già all'opera. Alcuni di questi beneficati da un simile provvedimento (tra i quali quei romeni della strage di Gorgo di Treviso) richiamano alla memoria (recente) quell'indulto per cui ha digiunato Pannella. Il quale poteva riservare il suo stomaco per più nobili cause. Indulto su cui sono dirottati i voti della sinistra coadiuvato da qualche "liberale" di destra in vena di permissivismo. Ora si riparla di nuovi sovraffollamenti e si getta l'allarme. Che fare? I rimedi ci sono:

1) Non facciamone entrare più. Di cosa? Di immigrati ovviamente. Se poi devono stipare le galere è evidente che quella della manodopera è una pietosa scusa. Tuttalpiù sarà manovalanza per la delinquenza.


2) Nel frattempo intraprendere da subito le infrastrutture di edilizia carceraria.

3) Riattare, ristrutturare e mettere a norma le carceri inutilizzate già presenti sul territorio.

Sul nostro suolo ci sono più moschee che carceri. Agli islamici si concedono moschee come fossero bungalow-vacanze. Mentre se si devono fare case circondariali, i falcemartellati insorgono. A chi ha necessità di venir tradotto in carcere, invece, lo si trasferisce nei residence sul mare . E' giusto tutto ciò? In uno dei tanti programmi cosiddetti di approfondimento tv hanno chiesto il parere ad un giudice (mi sfugge il nome) e la risposta è stata a dir poco stupefacente. "Noi optiamo per forme di detenzione "alternativa" (parola che mi piace poco) e per "attivare percorsi educativi" (mi piace ancora meno). Pertanto riteniamo che le pene debbano essere "correttive" e non "retributive" - ha detto una sera uno di questi autorevoli togati. Da Santoro e da Vespa imperversa poi uno di questi procuratori in cerca di facili riflettori a nome Bruno Tinti. Una faccia simile a quella di Arrigo Sacchi, con tanto di papiglione giallo, camicia con colletto antidiluviano e giacca da dandy in prepensionamento. L'altra sera (venerdi 18) da Vespa vantava 40 anni di onorato servizio. Gli crediamo, ma alla domanda del conduttore su cosa avesse fatto di concreto per ovviare a questo sfacelo, ha risposto: "Ho scritto un libro". Quarant' anni per un libro è davvero un record! Manco fosse la summa dello spirito delle leggi di Montesquieu.

Riassumo il concetto, per chi non l'avesse ancora chiaro. Pena retributiva significa: in relazione alla gravità del reato commesso, io ti condanno a un tot numero di anni di punizione da scontare interamente. Pena correttiva (un ossimoro evidente) invece è la solita melassa pretescamente buonista dove si pretende "rieducare" e "riabilitare" da radio- carcere. In altre parole, emerge il solito concetto della pedagogia cattomarxista sull'educazione alla "responsabilità". Figurarsi! Izzo, il boia e stupratore del Circeo, viene giusto da questo tipo di "correzione"... E infatti s' è visto. Ora voi capirete che con una Magistratura che prende i delinquenti per una comunità terapeutica di S.Patrignano, le carceri possono pure chiudere i battenti. Semplicemente perché non esiste il coerente rapporto delitto-pena, basato su quel common sense, che rende quest'ultima certa. Ecco perché a pochi mesi dopo il primo, si parla subito del secondo indulto. Perchè in realtà si vuole decarcerizzare la società grazie a quelle stesse menti marxiste che a suo tempo lavorarono per "descolarizzare la medesima", all'interno di un'altra istituzione ridotta ad un colabrodo: la scuola.

Un'ultima cosa. Si parla di continuo di casta di togati. La verità è che questi signori schierati, più che applicare la Legge, credono di ESSERE la Legge (la loi c'est moi). E secondo il loro superstato marxista etico, la madre di tutti i delitti e di tutte le pene è il peculato, l' aggiotaggio , l'insider trading o la frode fiscale. Così, torniamo a Proudhon e a Marx secondo cui la proprietà è un furto. Su questo la pena è SEMPRE certa. Sugli omicidi, le rapine a mano armata e gli stupri seriali invece no. Nemmeno se trovati con tanto di pistola fumante in mano e di cadavere freddato a terra.


15 October 2007

Una nazione senza chiavi di casa

L'Italia è diventata no man's land (terra di nessuno) già da un pezzo e non esiste più alcun controllo del territorio. T.S. Eliot scrisse un poema dal titolo "Waste land", cioè terra desolata, devastata. Stupisce la semi-assonanza tra waste e west (occidente). Se andiamo avanti così, tutto l'Occidente diventerà un'unica vasta landa desolata. E allora qualche pazzo sconsiderato dirà che forse anche Eliot era leghista.
Ma torniamo a casa nostra. Se gli stanziamenti per le forze dell'ordine previsti dal pacchetto sicurezza Amato (già nato morto) sono la ridicolaggine finora avvenuta, allora possiamo pure passare la mano e rassegnarci alla strage degli Italiani e delle italiane. Infatti sembra che ogni giorno esista un'orgia, un'ubriacatura di nefandezze impunite che va crescendo sempre più. Come una marea montante, incontrollabile. Tanto ormai la giustizia è al collasso e di carceri non se ne vogliono costruire. Tuttalpiù, ne butteranno fuori ancora un po' con l'indulto 2. O anche senza. E se per caso, la magistratura emette sentenze severe, è per reprimere gli Italiani che si difendono (vedi orefici in galera per aver sparato contro chi era armato e voleva depredarlo, o padri di famiglia aggrediti nelle loro case ). E viceversa, incoraggiare i clandestini (si vedano le ultime sentenze emesse per rom, romeni, albanesi e addirittura islamici integralisti di pericolose cellule salafite e qaediste). La polizia ha scorte di benzina razionate, uniformi e scarpe fuori taglia provenienti dalla Romania. Umiliati ed offesi, poveri poliziotti. Come umiliati ed offesi siamo tutti noi. Aumentano crimini, omicidi, furti, rapine, spaccio di droga, stupri etnici di stranieri allupati e assatanati che pedinano ragazze sui bus, le tallonano ai capolinea eppoi le portano nelle straducole secondarie o in qualche casale abbandonato per abusare di loro. Hanno perfino l'impudenza di violentarle davanti al sagrato di una chiesa, come è avvenuto di recente ad una povera infermiera. La sinistra tace e acconsente. Come stupro etnico basato sul massimo disprezzo e sfregio, è quello che avviene durante le rapine dove i malviventi non si accontentano della refurtiva, ma seviziano e violentano le vittime se donne, con il silenzio assordante delle ministre dalle "quote rosa". I "migranti" per costoro (parola che richiama l'uccellagione di passo) non si toccano. Al massimo, ci si attacca ai lavavetri o ai graffitari. Che, intendiamoci, sono anch'essi parte integrante di questo degrado. Ma situati all'ultimo gradino di questa deflagrante illegalità. Eppoi, per il sinistropensiero i veri crimini e misfatti succedono solo in famiglia, e secondo la loro scellerata tesi è inutile conteggiare quelli di importazione. Sarebbe "razzista".
Un buon motivo, secondo questi scervellati, per andarne a importarne degli altri in maniera esponenziale, aggiungendo rischio al rischio, danno al danno. In questo quadro da corte dei miracoli, arrivano le cicliche esternazioni di Amato e le promesse di colpire i puttanieri con multe a domicilio, ma non le prostitute e i magnaccia. Perché? Semplice, perchè i clienti sono italiani, mentre prostitute e protettori sono extracomunitari. Siamo sempre sulla stessa "sottile" linea rossa. Sei italiano? Allora sei una bestia. Sei straniero e immigrato? Allora te la cavi.
Avete osservato i cronisti sui titoli dei giornali e nei TG? Prima usano l'aggettivo " ubriaco". Il sostantivo relativo alla nazionalità viene posto solo alla fine della notizia. Mancano le generalità: nome, cognome e provenienza del colpevole."Un ubriaco ha travolto", "ha ucciso" , "ha distrutto una famiglia" ecc. Solo alla fine senti dire che magari era straniero gonfio di vodka o di altri alcolici o fatto di anfetamine. Certo, ce ne sono anche dei nostrani di ubriachi: bella scoperta, e chi lo nega?! Ma fino a quando è possibile, degli stranieri se ne occulta le generalità e la provenienza. O si crea volutamente confusione. Viceversa si sa, da subito, vita, morte e miracoli delle vittime italiane andando a frugare con indiscrezione e totale mancanza di rispetto nel loro inconsolabile dolore. Cronisti, vergognatevi! Voi, pennivendoli, mezzibusti e gazzettieri siete parte integrante di questo paesaggio degradato.

Abbiamo però rilevato che la tendenza è generale e che riguarda i paesi della Ue. Si veda l'ultimo caso in Germania dello stupratore sardo. In questo caso l''extracomunitario" ( e cioè, il non tedesco) era un italiano. E per giunta sardo. Ergo, scusabile con tanto di sconto di pena. Perchè? Perché siamo giunti al relativismo giudiziario e giuridico, cari signori. Perché la legge non è uguale per tutti ma pratica il giustificazionismo etnico-culturale. Razzisti eurobabbei che non siete altro! E' un' infame giustizia: matrigna coi propri figli e di manica larga con gli adottivi. Da noi come altrove nella cosiddetta Unione Europea.
L'Ue dunque ci rimprovera di non aver importato abbastanza immigrati (si veda il post di Pseudosauro in commento ad un articolo comparso nel Corriere del 2 ottobre). E dove li mettiamo di grazia? e dove andremo a vivere noi nativi? e come vivremo se perseveriamo in questo modo? Per punire Prodi che non ci ha rimpinzato di più di quanto già siamo, Bruxelles ci restituisce sei eurodeputati. Si obietterà: sei mangia ufo di meno. Ma il problema è un altro, purtroppo. Non solo la rinuncia ai seggi dei deputati strapagati, che sarebbe il meno. La verità è che siamo sotto tutela della UE e che abbiamo perduto ogni residua sovranità. Subiremo ogni forma di ricatto se non ci allineeremo al ferreo diktat europeo sempre più stringente e repressivo in materia economica, fiscale,burocratica, giuridica e addirittura soverchiante nelle politiche migratorie. L'Italia è nazione che ha smarrito le sue chiavi di casa e gli Italiani non sono più padroni a casa propria. Senza confini, senza patria, senza moneta (l'Euro è moneta battuta senza stato) e pure senza legge né più stato di diritto. Perchè? Perché c'è il trattato di Schengen che sancisce la libera circolazione degli uomini, delle merci, del denaro e ovviamente delle banche. E tutti si adeguano. Il famigerato Schengen da cui dobbiamo assolutamente uscire se vogliamo preservare quel che resta del nostro bel Paese. Tutto ciò, allo stato attuale crea effetti secondari e indesiderati: si muore man mano un po' di più. Giorno per giorno.... Spiritualmente, moralmente e fisicamente.

11 October 2007

Femministe islamosuccubi in tv

Che tristezza! che pena! e quanta malinconia! Mio Dio come sono cadute in basso! Parlo delle donne di sinistra.Non ho parole, cari amici e amiche! (parlo ovviamente, a quella ventina di lettori che normalmente si avventurano da queste parti ). Ho appena visto ieri sera (10 ottobre) la trasmissione di Ferrara Otto e mezzo sulla questione del burqa e francamente sono esterrefatta. La Balducci dei Verdi e Ritanna Armeni (ex pierre di Bertinotti e donna di sinistra nonché femminista) lì a difendere il libero arbitrio e il diritto di libera scelta sul burqa. E a pigolare sommessamente che NO, che non si può imporre lo scappucciamento di quei fantasmi con la grata davanti agli occhi, se queste non lo vogliono, che loro sono per il DIALOGO, e bla, bla, bla col pollaio più becero... Meno male che a difendere noi donne e quel po' d' Occidente rimastoci c'erano due ometti (anzi, data la stazza, due omaccioni) in gamba: Ferrara e Borghezio. Sissignori il tanto vituperato Borghezio è stato l'unico del pollaio femminese ad aver capito che il velo integrale (niqab e burqa) è un contrassegno d' appartenenza nelle mani degli integralisti. Un modo per marcare sfacciatamente il territorio e far capire che anche il nostro occidente è "casa dell'islam" ( dar al islam). Cioè terra non più nostra. Che le donne che lo indossano non sono necessariamente sottomesse al maschio secondo le logiche di noi occidentali, e che non sono tutte delle poverine! Ma che ostentano spesso la loro identità islamica e islamista. Certamente ci sono casi individuali in cui, son pure costrette. E fanno pure una brutta fine se si ribellano. In questo senso è stata corretta la testimonianza di Daniela Santanché, quando asserisce che le ragazzine a scuola obbligate dai loro famigliari a indossarlo, rischiano di venire escluse dalla comunità di classe e che non possono fare ginnastica liberamente insieme ai coetanei nella scuola italiana. Perciò si pone l'esigenza di un progetto-legge antivelo di cui lei si è fatta ideatrice e promotrice. Ma ha avuto ancora più ragione la Daniela nell'affrontare a muso duro la Armeni e le sue domandine petulanti da avvocaticchia rifondarola. Penosa poi quando per giustificare il velo, la Ritanna si è messa a ricordare le nonne contadine col fazzoletto in testa di 40 anni fa. Mica era un simbolo di appartenenza religiosa quello? e mica c'erano i preti che lo imponevano fuori dalle chiese! Ma qui l'ignoranza la fa da padrona e giustamente Ferrara l'ha straccionata. Scusate femministe del menga, ma non eravate voi quelle del "L'utero è mio e me lo gestisco io", "La notte ci piace vogliamo uscire in pace" ?!

E ora che ci sono stupri a valanga quasi ogni giorno com'è che non sfilate più in corteo contro stupratori romeni, slavi, albanesi e magrebini? Forse che le violenze dei "migranti" (come li chiamate voi) sono più belle di quelle dei maschi autoctoni? E il cardinal Ruini o Bagnasco, contro i quali scagliate anatemi, sono peggiori dei mullah che predicano odio e lapidazioni alle adultere? E come mai che avete tanto timor panico nell'affrontare il tema del burqa e del velo? E perché non scendete in piazza a bruciarlo simbolicamente come facevate un tempo coi vostri innocui e seducenti reggiseni? vi schifa la compagnia della Santanché? Ci avete la puzza sotto il naso?
Ho criticato varie volte la Daniela di AN perché è lei a fare battaglie "di progresso" e "di sinistra" non propriamente organiche a un pensiero conservatore di destra. Ma da ierisera dopo avervi guardato bene in faccia, non mi sento più di farlo. Lo so, fa quelle battaglie di sinistra che dovreste fare voi, falsone e pavide che non siete altro! Ma lei ne è perfettamente consapevole e occupa con astuzia e sagacia quello spazio. Le avete fate in territorio sicuro, le vostre lotte... Quando c'era chi poteva ascoltare le vostre istanze e darvela vinta. Ma ora ve ne state belle chete chete. Lo sapete cosa nascondono i vostri giustificazionismi balbettanti? La paura, care mie... Ci avete una fifa orba della fatwa che è toccata alla Santanché e tenete tutte famiglia, poltrone, scranni rosa e privilegi da casta rossa. Per questo cianciate tanto di dialogo (parola che aborrisco) con gente che non può e non vuole ascoltarvi.

Okay, Daniela Santanché vola pure a Washington a ricevere il premio per la tua attività coraggiosa da Laura Bush e da Nancy Pelosi, premiatrici bipartisan: te lo meriti. Mentre invece le due tapine sinistronze in studio dovrebbero solo soffocare per la vergogna sotto un bel burqa. Insieme alla Bindi e a Ferrero.
Ancora bravi Borghezio e Ferrara per aver focalizzato il problema e concorso a squarciare il velo principale: quello dell'ipocrisia. E lotta dura contro il prefetto di Treviso, la Bindi, Ferrero e le varie donne di sinistra islamosuccubi.

09 October 2007

Burqa: pur di combattere Gentilini si tagliano le palle

Talebania-Italia. Ovvero il duo Bindi-Prefetto Capocelli di Treviso. I quali, pur di combattere il divieto all'uso del burqa posto dal prosindaco leghista Gentilini, acconsentono - in nome dell' islamicamente corretto - a farlo indossare. "Per motivi religiosi", dicono questi ignorantoni. Quando in molti paesi mussulmani del Magreb il velo totale (niqab e burqa) è proibito. La notizia è comparsa oggi 9 ottobre sul Corriere della Sera a firma Magdi Allam nell'articolo " Il prefetto dice sì al Burqa. Ok della Bindi". Gli altri giornali non riportano nemmeno il fatto. Forse, non lo ritengono degno di nota. Siamo seduti su una polveriera incandescente, ma la classe politica preferisce prendere i cerini e dare fuoco a tutto. A breve, dopo il discorso di Amato comparso sulla rivista Reset, dove ha scritto che noi italiani siamo vecchi, bolsi, diffidenti, egoisti, gelosi del nostro benessere (quale?) e che pertanto saremmo popolo-razza da tagliare quanto prima con new entries - a breve, dovremmo girare col distintivo "Italiani in via d'estinzione". Già ma chi ci protegge? Fossimo almeno dei panda o degli orsi bruni, saremmo trattati certamente meglio. La catto-talebana Bindi (ministro della Famiglia Addams) è davvero brutta e cattiva.
E si comporta come tale. Prima l'alchimia dei Pacs-Dico. Ora quella del burqa consentito in stile Belfagor il fantasma del Louvre, un film tv che ci spaventava quando eravamo bambini. Pur di fare un dispetto a Gentilini fa come quel marito autolesionista che si evira per fare dispetto alla moglie. Forse, chissà, si prepara preventivamente per tempi peggiori quando a doversi coprire, sarà lei. La sua collega Pollastrini ha già aperto la concertazione islamica con UCOII, Coreis e col capo dei Rom, sulla condizione femminile. INDIETRO TUTTA! Questi, signori miei, sono i regressisti di sinistra. Quelli dell'emancipazione femminile, dell'emancipazione dei lavoratori e del mondo intero. La destra , dal canto suo, siede sul fiume e aspetta confucianamente.
Ma aspetta cosa?
Qui non c'è più tempo da perdere. Ogni mese trascorso con questi signori al governo, è un pezzo d'Italia che se ne va. Un pezzo del nostro diritto all'autodetermnazione e alla sovranità che va a ramengo. Un pezzo dello stato di diritto e di libertà che ci viene segato via. Tutto è pronto per la desertificazione irreversibile. A cominciare da quella reale dei boschi quest'estate, quando l'Italia era in preda alle fiamme dal Lazio alla Sicilia, e si dava la colpa alla solita mafia, metre 70 agenti della protezione civile erano in ferie. A cosa serve il deserto? L'antropologa Ida Magli non ha dubbi: a preparare il terreno per quelli che verranno. Leggere sul suo sito Italiani liberi, suo pezzo Italiani in via d'estinzione del 2/9. Dopo la storia del burqa consentito nei pubblici uffici, perfino le ipotesi della più strampalata fantapolitica orwelliana diventano tutte plausibili e credibili.

05 October 2007

Zingaro chi sei?

C'erano una volta gli zingari. Così li si chiamava prima che la political correctness imperante imponesse il termine "rom" (essere umano, persona) o "nomade". Quest'ultimo poi non è significativo di nulla visto che in una società che si muove e muta velocemente siamo diventati (per esigenze di lavoro, o di tempo libero o comunque di stile di vita) tutti nomadi. Il termine zingaro veniva intercalato da "gitano", parola che deriva da Egitto, poiché secondo la leggenda popolare pare che provenissero, nelle loro varie peregrinazioni, dalla terra dei faraoni. E oltre che le sigarette francesi (Les Gitanes) a celebrarli c'erano canzoni e letteratura. Ricordate quella di Dalida?
Zingaro chi sei?
Figlio di Boemia
Dimmi tu perché
Sei venuto qui?
Quando mi stancai
dell'Andalusia...
Poi Iva Zanicchi "Prendi questa mano.....zingara...dimmi pure che destino avrò...". Per non dire della "Carmen" di Mérimée messa in opera da Bizet che ha celebrato l'amore gitano (L'amour est enfant de Bohème, il n'a jamais jamais connu des lois ..."). Insomma, a ciascuno la sua zingara, o zingaro.
Il duo Amato-Ferrero, dopo buonismi a valanga distribuiti a pioggia, e di porte spalancate, è stato costretto ad ammettere che è emergenza zingari (o nomadi o rom). I quali provengono in larga parte dalla Romania. E proprio per questo, cittadini comunitari della Ue. Non si possono respingere ma solo espellere per motivi di ordine pubblico, in virtù (o in disgrazia) delle leggi Ue. In Italia sono già moltitudini e altrettanti sono in arrivo. Che fare? In un fondo del Corriere della Sera (L'invasione dei nomadi - sabato 29 settembre) Alberto Ronchey scrive che Montanelli fu il solo cronista ammesso a viaggiare sui loro carozzoni tirati dai cavalli, grazie all'intercessione di un impresario ebreo che faceva il talent scout di violinisti tzigani, ricordando sul Corriere" .." Costui, facendomi passare per un suo assistente, ottenne un posto anche per me in una carovana da Corizza a Salonicco attraverso la Macedonia e la Tessaglia... In quel viaggio imparai sulla vita degli zingari molte cose, ma soprattutto una. L'inutilità di spiegargli il motivo per il quale eravamo inseguiti spesso a fucilate da contadini e pastori. Rubavano tutto quello che trovavano per le strade, agnelli, galline, farine , attrezzi... Ma non si rendevano conto di ciò che facevano perchè il concetto di proprietà non era mia entrato nei loro cervelli".

Ora Ronchey sottolinea che più di mezzo secolo dopo il prefetto Achille Serra di Roma dichiarava qualche mese fa:" Visito personalmente i loro campi. Le donne non si vedono, forse perchè sono sulla metro a scippare borsette, gli uomini dormono perché hanno lavorato di notte svaligiando abitazioni.". ( Repubblica 19 maggio).
Tutti i loro insediamenti sono abusivi e i nostri campi alle porte delle nostre congestionate città non sono certo le praterie o le steppe euroasiatiche da cui provengono. E nell'articolo si scrive che intorno ai campi nomadi si ripetono aspri conflitti. "Da una parte ruberie di automezzi, ciclomotori, benzina, denaro dai parcometri, perfino panni stesi. Dall'altra parte, incursioni di rappresaglia imputabili anche alla primaria xenofobia razzista dell'inconsulta violenza".
L'editorialista del Corsera si chiede infine se si può integrare e ospitare in Italia come altrove, qualsiasi flusso di immigrazione con annessi i problemi testé citati.
Mi ha sorpreso nell'apprendere che il radicale Yasha Reibman vicepresidente della comunità ebraica milanese, alcuni rabbini e il prete cattolico don Virginio Colmegna della Casa della Carità, abbiano festeggiato la festa delle capanne coi rom di Milano appena sgombrati, mostrandosi ignari di tutto quel che ci sta dietro. E sono rimasta perplessa che don Colmegna digiunasse per protesta contro lo sgombro dei nomadi voluto dalla giunta milanese. Forse mi sono distratta, ma non ho visto lo stesso sacerdote digiunare per protesta nei confronti di quei quattro ragazzini rimasti uccisi da un rom ubriaco che guidava un furgone travolgendoli, e oggi condannato ad Ascoli Piceno a soli sei anni e mezzo di reclusione. E figurarsi se li sconterà tutti!
Agitare il solito fantasma dei campi di sterminio dove gli zingari furono fatti fuori dai nazisti, non serve affatto alla bisogna. Nessun cittadino di buona volontà vuole ricorrere a simili metodi. Epperò, imporre alla popolazione milanese una difficile improbabile convivenza basata su un'altrettanto improbabile integrazione nei confronti di chi si è selezionato geneticamente sulla vita errabonda campando di espedienti laddove la proprietà non viene rispettata poiché per essi non esiste tetto né legge, rischia di dare ragione a quel detto popolare secondo cui i medici pietosi fanno le piaghe infette. Dietro a questo embrassons-nous da oratorio interreligioso, francamente non vedo alcuna idea né volontà di soluzione del problema.

01 October 2007

Pollastrini allo spiedo

Gratta gratta la femminista salta fuori l'islamista. Questa è la tesi di Alessandra Nuccia in "La donna a una dimensione". Questo è quel che si sta evidenziando con un ministro delle "pari" opportunità come Barbara Pollastrini. Moglie del Dirigente del potente Istituto di credito S.Paolo IMI Pietro Modiano; ex moglie del sondaggista dall'aria un po' gaglioffa come Renato Mannheimer, la Pollastrini (DS) ha l'aria snob della sciura ricca della Milano-bene. Lei non parla, pigola affettatamente e untuosamente. La si era già vista, la sciura, pigolare con Hamza Piccardo dell'Ucoii da Lerner in una puntata dell'Infedele, dove - poverina - supplicava con dhimmitudine, un po' di comprensione per la povera Hina Salem e per tutte le donne. La si è rivista di recente da Vespa sul tema della legalità e della sicurezza. Si parlava della strage di Gorgo (Treviso) dove due poveri custodi sono stati massacrati in modo efferato da una banda di reduci dall'indulto (uno albanese e uno romeno). La donna è stata seviziata e violentata con uno scalpello. Ma sapete cosa ha avuto il coraggio di dire quel petulante pennuto da cortile al povero figlio delle vittime ospitato in studio da Vespa? Che ci vuole comprensione, che non bisogna generalizzare, che la sicurezza, il cui pacchetto sta per essere varato da Amato (stiamo freschi!) , non deve contravvenire ai diritti umani. Di chi, sciura Pollastra? Più diritti umani di chi perde la vita in casa propria non vedo cosa possa esservi in questo momento. Il diritto alla vita è la madre e il padre di tutti i diritti umani, cara la mia sciura! Poi, come è tipico dello stile "vespasiano" e "pluralista" della trasmissione, chi suona il campanello per entrare in studio? L'oca rumena Ramona Badescu che voleva portare in chiesa tutti i delinquenti, per una bella preghierina collettiva insieme alle vittime. Perché secondo il badescupensiero, le carceri non vanno costruite e perché non bisogna generalizzare e bla , bla, bla. Insomma la puntata è diventata una vera e propria fattoria degli animali di orwelliana memoria. La Brambilla, presente in studio, doveva e poteva dire molto di più. Soprattutto avrebbe dovuto tirare fuori quella grinta da BMV (intesa come auto) che sinceramente nessuno ha visto, di fronte a tanto scempio di senno. L'unico che ha mostrato muso duro e idee chiare era il solito sindaco leghista Tosi di Verona.
Ma torno alla Pollastrini. Il colmo del suo intervento lo ha raggiunto quando, a proposito di donne stuprate, ha detto proprio lì, seduta accanto al figlio delle due povere vittime, che i veri violentatori sono quelli domestici e che non bisogna criminalizzare gli immigrati. Poveretta! Senza cervello e pure senza cuore. Si sarebbe potuta risparmiare un oltraggio simile, almeno accanto a un giovane ancora straziato dal dolore.


Vorrà dire, signora Ministra delle impure opportunità, che nel "sottile" pacchetto sicurezza di Amato, metteremo un poliziotto per ogni famiglia (in attesa dei suoi Dico); mentre invece lasceremo i confini del nostro Paese aperti e spalancati per intere legioni di immigrati clandestini liberi di mettere in atto stupri etnici.



Ma non è tutto. Nel pollaio pollastrino ci sono novità di queste ultime ore: una conferenza indetta sulla violenza sessuale contro le donne da tenersi insieme ai membri dell'UCOII e ad altre due associazioni islamiche, tra le quali il Coreis. Questa sì, è una geniale trovata! Se imburquiamo le donne, se le mettiamo sotto la tutela di mariti poligami o di fratelli maneschi e violenti, allora sì che risolviamo il problema degli stupri. E senza nemmeno bisogno del "poliziotto famigliare". Se poi, c'è pure una moratoria sulla lapidazione come quella predicata da Tariq Ramadan (grande amico dell' Ucoii), ecco che allora abbiamo la soluzione a portata di mano: dagli stupri extracomunitari, passiamo direttamente al Medio Evo maomettano e islamista.


Pollastrini, ci faccia il piacere: se ne vada nel Kentucky in una di quelle belle friggitorie americane con megaspiedi. A rosolare un po'...

27 September 2007

Troppe moschee!

Como, Gallarate, Busto Arsizio. Tre realtà lombarde adiacenti e per molti aspetti simili del Nord Italia. L'occasione è nata dal recente inizio di Ramadan allorché si è voluto (contro il parere dei consigli comunali e dei cittadini) costruire una tensostruttura in quel di Busto Arsizio (zona Beata Giuliana), allo scopo di far convogliare i mussulmani di Como e quelli di Gallarate. I quali avevano ricevuto il diniego dai loro rispettivi sindaci. L'ANAS, la mattina del 18 settembre u.s., in accordo col Prefetto, si mise di buona lena a scavare il terreno con le ruspe, in sfregio alle norme sulla sicurezza e alle delibere dei consigli comunali. Ma il presidente della Provincia di Varese Marco Reguzzoni (Lega) e il sindaco di Busto A. Gigi Farioli (FI) bloccarono prontamente un progetto che avrebbe trasformato la città in una tendopoli del deserto.Ottimo l'accordo tra sindaco gallaratese leghista e quello bustese forzista, allo scopo di non giocare allo scarica-barili (della serie, fallo tu che io non posso) e ad attuare il divide et impera voluto da questo governo attraverso le figure dei prefetti mettendo sindaco contro sindaco, comune contro comune (come si sa i prefetti sono ufficiali dello stato). Ma fino a quando? E se lo stato e i sindaci sono in disaccordo, prima o poi i Fratelli mussulmani verranno accontentati dall'asse Prodi-Amato-prefetti che imporranno le cose d'imperio. A Bologna si contesta, si tratta, si ritratta e si rinvia. Cofferati per il momento cede e si ritira, ma rinserra le sue truppe rosse per fare accettare ai cittadini, obtorto collo, una moschea nel rione di S.Donato (si vedano i post sull'argomento del blog Svulazen ). Poi è la volta di Ravenna. Prima era Cremona e Lodi. Ormai non passa più giorno senza che questi "ospiti", non premano con un'arroganza inverosimile e martellante. Con la scusa della "libertà religiosa" pretendono cose inaccettabili, mantenendo appieno i propositi del leader fondatore dei fratelli Mussulmani d'Egitto Hassan al Banna: "Vi invaderemo grazie alle vostre democratiche leggi, per sottometttervi alle nostre". Impossibile ragionare con coloro i quali hanno un progetto ben preciso (l'impero dell'Islam o Califfato islamico) e lo attuano con reiterata determinazione: impiantare moschee in Europa e in Italia per marcare il loro territorio secondo i loro dogmi. Ma grazie a chi? Ai dhimmi (sottomessi all'islam) di casa nostra. Che sono comunisti, socialisti, verdi, cattosinistri e altro sinistrume affine.
Una dimostrazione di "dhimmitudine" vergognosa è stata data di recente (4 giorni orsono, per l'esattezza) da quel sindaco diessino (non ricordo il nome e nemmeno voglio ricordarmelo) di Oggiono ( in prov. di Lecco) che ha concesso nientemeno che l'aula consiliare ai mussulmani per il solito ramadan. I quali si sono posizionati e accomodati all'interno estromettendo: 1) il quadro del Presidente della Repubblica 2) il crocifisso 3) il gonfalone municipale. Ne parlò perfino il TG1 domenica 23 nell'edizione serale delle 20.

Cosa dire a questo squallido personaggio antiitaliano senza volto e senza tetto né legge? Che questi islamici non si riconoscono come cittadini della Repubblica italiana, ma fanno parte della Umma (cioè della comunità transnazionale islamica). E lo dimostrano chiaramente senza tanti complimenti attuando la loro cupa iconoclastia attraverso la rimozione dei simboli di uno stato di diritto.
Un'altra moschea è stata fatta a Foggia, trasformata in un rifugio di clandestini sans papiers e contraria ad ogni norma igienica e di sicurezza. Un'altra ancora spunta come un fungo dai tipici "caruggi" genovesi (i vicoletti) nella zona del porto. Eppoi, eppoi ...saranno così tante che non si potranno nemmeno più contare. Tutti avamposti di una tentacolare strategia d' invasione chiamata "dar al islam" e "dar al dawa". Territorio dell'islam e territorio di conversione-propaganda. Una sinistra senza patria, che ha sempre adorato uno straccio rosso con falce martello e stella, e che ieri predicava l'internazionalismo proletario nel nome della "lotta di classe", ora non trova nulla di meglio che riciclarsi nella grande Umma islamica, contro il parere dei cittadini italiani e contro i suoi stessi elettori. Pur di rimanere in sella e di accaparrarsi i loro voti.

Sì, ma la destra che fa? Niente. Nemmeno l'opposizione, per cui è preposta e pagata. Se non nelle realtà locali e municipali. Ma questo, signori miei, è un problema nazionale, non solo locale. Lascia via libera alla sinistra, perché questo tema scottante ha paura di prenderlo in mano saldamente lei, nel timore di sentirsi dire che è "xenofoba" e "razzista" o "islamofobica". Insomma, per farla breve, tengono tutti famiglia mentre l'onda nera avanza inesorabilmente.