Mentre scrivo il battito cardiaco del piccolo Alfie potrebbe cessare da un momento all'altro e la sua fragilissima vita appesa ad un filo, spezzarsi. Il suo nome è Alfie Evans di 23 mesi di Liverpool, affetto da una patologia neurologica che nessuno sa spiegare, ma che per la sanità e la legge inglese, gli vale una condanna a morte. Curiosamente anagrammando il nome Alfie salta fuori LIFE. Storia del tutto analoga a quella del piccolo Charlie Gard a cui abbiamo dedicato questo post corale, con un di più: questa volta la diplomazia vaticana si è mosssa per tempo e tutto era pronto per l'accoglienza all'ospedale vaticano Bambino Gesù, ma in queste ultime ore i giudici inglesi hanno posto il loro veto. Hanno forse paura che durante il viaggio il bimbo si strapazzi e muoia?
Così Alfie potrà tornare a casa, ma sempre solo e quando lo decidono loro. Soprattutto non potrà recarsi a Roma. Un piccolo miracolo però la personcina di Alfie lo ha fatto: destra e sinistra italiana che in queste ore litigano su tutto, si sono mossi di comune accordo per cercare di salvarlo e perfino Tajani e il cardinal Bassetti nella cornice europea, una volta tanto non hanno parlato il linguaggio della burocrazia, ma dell'umanità. La sua odissea di tubi staccati, riattaccati, di cibo negato, di genitori disperati che hanno rimproverato i medici i quali gli hanno negato la nutrizione; di medici che all'ultimo momento si sono fatti commuovere e hanno ripristinato la nutrizione, di cittadini infuriati che hanno sfidato la polizia, è stata riassunta in molte cronache. Ma non ha fatto in tempo a riaccendersi la speranza per quei due poveri giovani genitori che l'alta Corte britannica ha posto il suo incomprensibile veto. Non ci sarà nessuna Italia, nessun ospedale del Bambin Gesù, ma il piccolo potrà solo tornare a casa sua.
Sarò sincera: per quanto non abbia mai fatto sconti a Bergoglio, questa volta ho constatato che ha ricevuto con benevolenza i due giovani genitori, li ha benedetti e la diplomazia vaticana ha potuto lavorare con giudizio. Ma se anche ci fosse stato un papa ancora più solerte, più convincente e più attivo di lui, temo che il cuore delle autorità inglesi sia rimasto quello crudele, gelido e spietato dei tempi di Elisabetta I contro Maria Stuarda (Mary Stuart) la sua cugina cattolica, già regina di Scozia da lei fatta uccidere. Quello di Enrico II contro l'arcivescovo Tommaso Becket trafitto a fil di spada dai cavalieri del monarca nella cattedrale di Canterbury mentre era in procinto di pregare, reo di non essersi piegato all'autorità regale avendogli preferito quella religiosa del Papa. Quello di Enrico VIII contro il grande pensatore Tommaso Moro. Non a caso i due Tommasi (Becket e Moro) sono stati canonizzati dalla Chiesa cattolica ed eretti a simbolo della libertà di pensiero e del loro grande spirito di sacrificio, fino al martirio. A Becket è stato dedicato un famoso dramma "Assassinio nella Cattedrale" dal poeta drammaturgo T.S. Eliot. Le armi da taglio con cui venne trucidato, sono esposte e appese ai muri della Cattedrale di Canterbury (foto sotto) e spesso, dato che ormai siamo tutti scristianizzati, dimentichiamo che da quel sangue innocente versato, nacque la loro "riforma" anglicana.
Nel 2000 papa Giovanni Paolo II (Wojtyla) proclamò il filosofo umanista Tommaso Moro, il santo patrono dei governanti e dei politici cattolici. Ovviamente non avrà pensato a quelli attuali, ma a politici dotati di una spiritualità che ancora non si vedono all'orizzonte.
Così Alfie potrà tornare a casa, ma sempre solo e quando lo decidono loro. Soprattutto non potrà recarsi a Roma. Un piccolo miracolo però la personcina di Alfie lo ha fatto: destra e sinistra italiana che in queste ore litigano su tutto, si sono mossi di comune accordo per cercare di salvarlo e perfino Tajani e il cardinal Bassetti nella cornice europea, una volta tanto non hanno parlato il linguaggio della burocrazia, ma dell'umanità. La sua odissea di tubi staccati, riattaccati, di cibo negato, di genitori disperati che hanno rimproverato i medici i quali gli hanno negato la nutrizione; di medici che all'ultimo momento si sono fatti commuovere e hanno ripristinato la nutrizione, di cittadini infuriati che hanno sfidato la polizia, è stata riassunta in molte cronache. Ma non ha fatto in tempo a riaccendersi la speranza per quei due poveri giovani genitori che l'alta Corte britannica ha posto il suo incomprensibile veto. Non ci sarà nessuna Italia, nessun ospedale del Bambin Gesù, ma il piccolo potrà solo tornare a casa sua.
Sarò sincera: per quanto non abbia mai fatto sconti a Bergoglio, questa volta ho constatato che ha ricevuto con benevolenza i due giovani genitori, li ha benedetti e la diplomazia vaticana ha potuto lavorare con giudizio. Ma se anche ci fosse stato un papa ancora più solerte, più convincente e più attivo di lui, temo che il cuore delle autorità inglesi sia rimasto quello crudele, gelido e spietato dei tempi di Elisabetta I contro Maria Stuarda (Mary Stuart) la sua cugina cattolica, già regina di Scozia da lei fatta uccidere. Quello di Enrico II contro l'arcivescovo Tommaso Becket trafitto a fil di spada dai cavalieri del monarca nella cattedrale di Canterbury mentre era in procinto di pregare, reo di non essersi piegato all'autorità regale avendogli preferito quella religiosa del Papa. Quello di Enrico VIII contro il grande pensatore Tommaso Moro. Non a caso i due Tommasi (Becket e Moro) sono stati canonizzati dalla Chiesa cattolica ed eretti a simbolo della libertà di pensiero e del loro grande spirito di sacrificio, fino al martirio. A Becket è stato dedicato un famoso dramma "Assassinio nella Cattedrale" dal poeta drammaturgo T.S. Eliot. Le armi da taglio con cui venne trucidato, sono esposte e appese ai muri della Cattedrale di Canterbury (foto sotto) e spesso, dato che ormai siamo tutti scristianizzati, dimentichiamo che da quel sangue innocente versato, nacque la loro "riforma" anglicana.
Nel 2000 papa Giovanni Paolo II (Wojtyla) proclamò il filosofo umanista Tommaso Moro, il santo patrono dei governanti e dei politici cattolici. Ovviamente non avrà pensato a quelli attuali, ma a politici dotati di una spiritualità che ancora non si vedono all'orizzonte.
Ma torno ad Alfie e alla sua dolorosa vicenda umana. Forse non ci sarà nessun aereo del Ministero della Difesa in volo per Ciampino che porterà il bimbo all'ospedale Bambin Gesù di Roma. E' assai probabile che la generosità del governo italiano che ha offerto la cittadinanza quale salvacondotto per il piccolo, non serva più a niente. La cosa atroce di tutto questo travagliato dramma sono i due genitori che affidano a un ospedale inglese il proprio bambino, ma i sanitari per tutta risposta lo tengono sotto sequestro, non più piccolo paziente, ma prigioniero. Negando a questi due giovani genitori la patria potestà, decidendo come divinità infernali se deve vivere o morire. Opteranno per la seconda terribile scelta.
RIDATECI INDIETRO NOSTRO FIGLIO, nel cartello esibito dai due genitori, suona ben più di una rivendicazione o di una supplica. E' il grido di chi vuole vivere, sopravvivere, di chi vuole salvare la specie prendendosene personalmente cura.
Dove si vuole arrivare? A una legislazione mondiale dell'eliminazione degli "scarti umani"? O di quel che si ritiene tali? Scommetto che se fosse stato un bambino pakistano o nigeriano, lo avrebbero tenuto in vita per i prossimi 50 anni...Se si fosse chiamato Abdul o Mohammed avrebbe ottenuto analogo trattamento? Ormai il razzismo è solo "antibianco" e "anticristiano".
Presidio poliziesco davanti all'Alder Hey Hospital di Liverpool |
Ecco cosa scrive in proposito Massimo Micaletti su Radio Spada. :
"Quindi Alfie morirà e morirà per il suo bene, ucciso come un cavallo azzoppato o un cucciolo difettato.
Ordunque, se Alfie muore per il suo bene, io chiedo che i caritatevoli soppressori che hanno così al cuore la dignità di questo bambino mi spieghino come posso fare anch’io a far tanto del bene.
Insomma, io voglio un protocollo Alfie.
Non voglio sapere, cari giudici inglesi ed europei, cari medici inglesi, perché fate morire Alfie, questo lo so: muore perché vi fa schifo, perché non ce la fate a sopportare la sua esistenza in vita, vi turba, non ve la spiegate, non ci trovate nulla che abbia un valore, è un barattolo che per un po’ avete preso a calci di qua e di là della Manica finchè le vostre parrucche settecentesche hanno iniziato a sudare ed è quindi ora di gettarlo, ecologicamente coscienziosi, nella differenziata. Lo gettate, sì, ma tutto a norma perché siete persone civili". (continua qui).