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28 March 2024

Una Pasqua difficile



Quest'anno ci si mette anche il clima a trasformare la festività legata al risveglio primaverile della Natura in festa,  della Resurrezione della carne e dello spirito, in un continuum grigio dell'inverno. Quando eravamo tutti segregati e tumulati in casa nei due terribili anni 2020 e 2021, abbiamo avuto, manco a farlo apposta, Pasque belle calde e ridenti. Ma ronzavano elicotteri e droni sulle nostre teste per spiare chi faceva pranzi pasquali nei giardini con più di due invitati. Leggo che anche i luoghi della Terrasanta, saranno senza pellegrini, a causa della paura della guerra. Credo siano vane anche se comprensibili e motivate, le esortazioni del cardinale patriarca latino di Terrasanta Pierbattista Pizzaballa a riprendere i pellegrinaggi. La gente, e in particolare i cristiani, nella diatriba dell'annosa guerra  israelo-palestinese (una guerra infinita che dura da almeno 70 anni) sono sempre stati un vaso di coccio tra vasi di ferro. E il clima bellico di inimicizia assoluta non invita a spostamenti. Senza contare che la destra ultraortodossa israeliana ha sempre cercato di rendere difficile la presenza dei cristiani in quei posti, con gesti palesemente ostili, riportati anche dal sito Terrasanta.net. 

Sono stata in quei luoghi che quest'anno sono stati proibiti e impediti al culto, col pretesto del "terrorismo di matrice islamica". Proibiti, limitati a fasce anziane di età e pure contingentati. Alcuni video mostrano giovani ragazzi musulmani che cercano di accedere ugualmente - e devo aggiungere coraggiosamente - alla Spianata delle moschee dove troneggia superba la Cupola della Roccia, la moschea dorata che è il simbolo della spianata stessa e di Gerusalemme, città crocevia delle tre grandi religioni monoteiste. Ironia del destino, mentre qui in occidente i musulmani procedono spediti a una moscheizzazione del territorio, sulla quale non posso concordare, da loro non possono recarsi in preghiera, nei luoghi di culto ad essi preposti. Ma torno a noi. 


Marcello Veneziani ha scritto cose vere, quando afferma che l'aver relegato il culto cristiano al privato, non è solo colpa delle gerarchie vaticane, ma un po' di tutti quanti noi. Un tempo erano le comunità di villaggio, ad essere custodi di riti, liturgie, simboli e tradizioni. Oggi che assistiamo all'estinzione di queste, così come alla disgregazione della famiglia, è più facile sprofondare in quell'edonismo di massa che ci rende eternamente scontenti e cedere alle sirene della mondanità veicolata dalle campagne pubblicitarie relative alle festività  pasquali : viaggi organizzati, visite guidate, corse ai ristoranti, eccetera. Ma voglio tornare con il pensiero a quei luoghi magici da me visitati, nei quali anche noi cristiani abbiamo diritto. Certamente non è un diritto territoriale, ma spirituale. Lasciare sguarnita la Basilica della Natività a Betlemme luogo di nascita di Gesù e quella del Santo Sepolcro a Gerusalemme, luogo di sepoltura del Cristo senza fedeli e senza pellegrini significa che tutto ciò che non si presidia, alla fine lo si perde. Il cardinale patriarca latino di Terra Santa che ebbi modo di conoscere in quei luoghi quando ancora era un attivo e competente sacerdote addetto ai Beni Archeologici della cristianità, lo sa bene e si mostra preoccupato.

Oggi è giovedì santo e mi sono recata a visitare un piccolo sepolcro allestito nella chiesetta parrocchiale, dietro casa. C'erano calle, azalee, gerbere gialle e arancioni. E tante margherite bianche in mezzo a un buon profumo di ceri e di incenso che attorniavano l'effige del Cristo. La memoria corre a quel soggiorno in Terra Santa, ai rigogliosi  plurisecolari ulivi dell'Orto del Getsemani.


A quando percorremmo la via Dolorosa e raggiungemmo il luogo in cui si ricorda l'ultima caduta del Signore a pochi metri dalla basilica del Santo Sepolcro, custodita da frati minori francescani, da greco-ortodossi, armeni, siriaci, etiopi copti. Di fatto, le ultime cinque stazioni della Via Dolorosa si trovano all'interno della Basilica. Per arrivarci una possibilità è tornare al bazar-suq di Gerusalemme e percorrere alcune strade fino ad arrivare alla piazzetta che si apre di fronte all'entrata, sulla facciata sud; questo è l'itinerario abituale della processione del venerdì. L'altro percorso, più breve, quello che facemmo noi, consiste nell'attraversare la terrazza del convento etiope – che a sua volta è il tetto di una delle cappelle inferiori della basilica – e scendere attraversando l'edificio, che ha un'uscita diretta sulla piazza, vicino al luogo del Calvario. Fu qui al cortile etiope che vidi una scena che mi impressionò notevolmente. Un vecchio custode etiope di religione cristiano-copta, addetto alla sorveglianza dei luoghi di culto, prese una sedia e se ne stette immobile per tutto il tempo che c'eravamo noi, in posizione solenne e ieratica, tipica di chi si sente investito di una missione importante. Se ne stava lì, muto e immobile come una statua, incurante del tempo, come fosse in meditazione. Umile eppure dignitoso. Ci guardammo in faccia sorpresi e attoniti, e la domanda che nessuno dei visitatori italiani lì presenti fece, ma che certamente attraversò la mente di molti di noi, fu: faremmo noi al suo posto la stessa cosa? 



 Buona Pasqua a tutti voi, anche se sarà una Pasqua difficile in uno scenario di guerre crudeli quanto assurde che nessuno vuole, ma che non possiamo fingere di non vedere. 

Giovedi santo- Ultima cena di N.S.

26 March 2024

E' entrata in funzione la censura "democratica"


Questa mattina ho avuto la sgradevole sorpresa di vedere rimosso il mio post "Bergoglio virostar resta iscritto all'Agenda del depopolamento". Siccome l'argomento su Bergoglio e il suo libro pro vaccino, è stato ripreso da più piattaforme e in modo altrettanto puntuto del mio, non nascondo la sorpresa che ho provato anche se avevano annunciato norme limitative e censorie a partire da gennaio, con messa a regime il 17 febbraio circa il DSA (Digital Service Act).  Ecco alcune parti della cosiddetta nota di demerito da parte della piattaforma Blogger-Google : 

I tuoi contenuti hanno violato le nostre norme relative ai Contenuti
ingannevoli. Per ulteriori informazioni, visita la pagina sulle nostre
Norme della community tramite il link fornito in questa email.


Se ritieni che sia stato commesso un errore, puoi presentare ricorso
all'indirizzo:
https://www.blogger.com/go/appeal-post?blogId=16806024&postId=8378408811366742157.
Potresti avere la possibilità di presentare le tue rivendicazioni in
tribunale. In caso di domande di natura legale o se vuoi esaminare le
eventuali opzioni legali a tua disposizione, ti consigliamo di rivolgerti
al tuo consulente legale.

  Ti invitiamo a rivedere l'intero contenuto dei tuoi post del blog per
assicurarti che siano in linea con i nostri standard, poiché ulteriori
violazioni potrebbero comportare la chiusura del tuo blog.


Credo  che non ci sia bisogno di aggiungere altro.  Mi spiace per i vostri commenti andati perduti. Siamo in guerra a tutti i livelli e non ci è consentita più  alcuna opinione divergente rispetto alle loro "verità" e narrazioni.  Credo che cambierò quanto prima piattaforma allontanandomi dal colosso Google, anche se dubito che sia rimasto ovunque un brandello di libertà disponibile.  Qualcuno avrà sentito in Spagna cosa sta avvenendo a Telegram e che provvedimenti stanno adottando. Nel caso, fatemi sapere dove potremmo rifugiarci. 

San Emanuele


     

13 March 2024

Quel terribile e temibile amore per la guerra




Strana gente sul fronte occidentale. Hanno cresciuto i figli del dopoguerra (i cosiddetti baby boomers) e poi i loro figli, i loro nipoti e magari pronipoti con il dogma secondo cui la guerra - ohibò! - è la Madre di tutte le calamità terrestri. A scuola ci hanno fatto leggere e imparare poesie e canzoni contro la guerra. A questo proposito mi piace citare quella arcinota di Bertold Brecht:

La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell'ultima 
c'erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente 
faceva la fame. 
Fra i vincitori faceva 
la fame la povera gente
egualmente.


Non che dicesse bugie, il signor BB, dato che è vero che le guerre scoppiano, si espandono a macchia d'olio, ma poi quando i popoli vanno in miseria, avanzano le carestie con città ridotte in macerie, senza più un tetto sopra la testa, con topi di chiavica che scorrazzano da tutte le parti, afflitti da malattie ed epidemie, laceri e senza più nulla nelle mense, con fiumane di profughi infestati di pidocchi, ci si dimentica del perché i conflitti siano scoppiati. Questo non lo vogliono mai tenere a mente i guerrafondai da salotto, quelli che credono di poter fare delle guerre, quello che si fa col telecomando di un televisore: cambiare canale di fronte a paesaggi desolati come quello testé descritto. Ma ora? Improvvisamente la guerra è diventata un'opzione da non escludere. Specie se nucleare. In particolare, se c'è di mezzo il nuovo uomo coi baffetti (un Putin con tanto di reductio ad hitlerum  ad uso copertina di magazine americani come il TIME), uomo da far fuori ad ogni costo con una cordata di alleanze internazionali, su modello tutti contro uno. A cosa si deve questo mutamento di rotta dall'irenismo al bellicismo più grottesco e velleitario? 
In realtà di violazioni all'art. 11 della costituzione, ce ne sono già state con le guerre per procura e le guerre per l'"esportazione per la democrazia" (Iraq, Afghanistan, Libia), tutte sotto bandiera Nato. Altrimenti chiamate "missioni di polizia internazionale" contro il Terrorismo. Ma tutto era relegato e circoscritto a "fronti lontani". E a nessun governante saltava il ticchio come Macron attorniato dal suo esercito di ziette dedite a la vie en rose, di parlare di attacchi terrestri. Un amore per la morte che il toy-boy dell'Eliseo ha  appena mostrato mettendo l'aborto in costituzione.  O di Ursula von der Leyen passata con disinvoltura da baronessa vestale delle iniezioni Pfizer, a protettrice di  missili, bombe e armamenti vari. Adesso all'allegra brigata, si è aggiunto anche il polacco Donald Tusk. Non pago dell'insensatezza del vecchio "Morire per Danzica", aizza i polacchi a "morire per Kiev"  per il tramite di  affermazioni  assai gravi come queste: 
"I tempi della calma beata sono finiti. L'epoca del dopoguerra è passata. Viviamo in tempi nuovi, in un'epoca prebellica. In effetti, per alcuni dei nostri fratelli non siamo nemmeno più nel periodo prebellico. È una guerra su vasta scala nella sua forma più crudele", ha aggiunto. "Non è colpa nostra se il nostro vocabolario quotidiano include ancora una volta parole come combattimenti,bombardamenti,attacchi missilistici, genocidio". (fonte: AGI


Per non dire del cancelliere tedesco Olaf Scholz e dell'invio indiretto (passando per la GB) di missili Taurus, al governo di  Kiev. Ho già aspramente criticato anche Giorgia Meloni e i suoi bamboleggiamenti pro Zelensky, rimasta come un coniglio ammutolito di fronte alla sua scellerata proposta di stilare liste di proscrizione di cittadini italiani pro Putin. Ma ora torno a  insistere: non fate più scherzi da preti! Nessun italiano vuole morire per Kiev - mettetevelo in testa. E già che siamo in tema, non vuole morire nemmeno sotto attacco Houthi solo perché la Meloni  si è  sbilanciata con un carnefice come Netanyhau, ragione questa, che ci sottopone a notevoli ritorsioni. Che vada a imparare l'arte della Diplomazia dal fantasma di Andreotti, così bravo a tenere i piedi in parecchie scarpe: col mondo occidentale e col mondo arabo, con la Nato ma anche con chi ci riforniva di petrolio. Non mi piace affatto quel suo atteggiamento di suffragetta bombarola con elmetto. Non so cosa le abbiano promesso all'Aspen o al CFR et similia, ma è certo che se la sua politica estera (quella che in Italia, paese colonia, non abbiamo mai avuto) si limita ed essere quella del giunco che si piega di continuo ai loro voleri, beh, la sua fortuna farà in fretta a scemare e la sua carriera a venire sbalzata via. Per il momento c'è l'assegnazione del premio Atlantic Council 2024, importante think tank - lo stesso premio già assegnato a Draghi nel 2022, nel segno di una perfetta continuità col suo predecessore. Per i cittadini italiani, non è  certamente un buon indizio.



In questi giorni c'è grande polemica nei confronti del Papa e della sua intervista sulla tv svizzera, colpevole per una volta tanto, di aver fatto il Papa. Il Vaticano sarà corrotto e da tempo non è più un vero riferimento per i cattolici, ma non si può dire che non abbia  i suoi canali d'informazione con notizie fresche sul fatto che "la martoriata Ucraina" sta combattendo una guerra che è già persa in partenza. Pertanto, continuare il conflitto, non può che far aumentare nuove vittime, nuovi civili. Inoltre l'accenno alla "bandiera bianca", che tanto ha fatto scalpore, non è in sé segno di resa, ma di richiesta di una trattativa. La utilizzavano anche gli indiani quando volevano trattare coi soldati yankee e viceversa.  Perché allora non cercare di immettere energie nel negoziare allo scopo di raggiungere un accordo invece di evocare l'Apocalisse? Ma questo non lo afferma solo Bergoglio; lo dice pure Lucio Caracciolo della rivista di geopolitica Limes, uomo di provata fede atlantista. Ecco le parole proibite che non si pronunciano più nel nuovo lessico bellicista attuale che tanto piace alle cancellerie europee: negoziato, trattativa, compromesso.  

"L'avvicinarsi della possibilità di una guerra mondiale atomica" scrive lo psicologo Claudio Risé "è una prospettiva talmente folle ed empia (distrugge la creazione) che diventa del tutto irrilevante chi ha ragione e chi ha torto".  "Ognuno dei belligeranti in qualsiasi situazione sia, è colpevole in quanto più o meno dominato dal fascino mortifero della guerra" (...)

Per scendere nel pratico, dato che i soldati ucraini ormai scarseggiano, si danno alla macchia e non vogliono più saperne di combattere, non vorrei che in questa Neuropa in preda ad un cortocircuito permanente, coi suoi guerrafondai da salotto chic, passasse l'idea di inviare truppe di nostri soldati. Si ricorda che all'Ucraina abbiamo versato fior di  quattrini, inviato armi,  mentre gli ucraini vengono ospitati in veste di profughi che scappano da un conflitto, quindi con uno status di privilegiati, rispetto ad altri. Pertanto, nessun soldato italiano osi mettere lo stivale sul suolo fangoso ucraino. Ma soprattutto, dopo oltre due anni di conflitto dal quale non se ne viene a capo, è diventato tassativo farla finita. E questa non è solo un'idea del Papa, ma è il comun sentire d'ogni italiano di buona volontà. La Nato non è  più da tempo un sistema di alleanze, addetto alla nostra sicurezza e protezione, ma persegue finalità aggressive ed espansioniste, confermandosi il braccio industrial-militare e finanziario della globalizzazione a guida anglo-americana.

Santa Eufrasia

08 March 2024

Dobbiamo credere ai ripensamenti di Schillaci sul green pass globale?




I conti non tornano. In questi giorni mi è giunto su WhatsApp la conferma che la Ue ha approvato il European Digital Wallet,  (29 febbraio, data non propriamente scaramantica), ponendo le basi per un sistema di credito sociale di tipo cinese. Durante i negoziati, gli eurodeputati hanno garantito disposizioni volte a salvaguardare i diritti dei cittadini e a promuovere un sistema digitale "inclusivo", evitando la discriminazione contro le persone che scelgono di non utilizzare il portafoglio digitale. Ma essendo già passati per l'aberrazione del green pass (ufficialmente "non obbligatorio" nonostante i ricatti), c'è davvero da crederci? Tutto questo, mentre in Italia il decreto PNRR del 2 marzo compare già sulla Gazzetta Ufficiale con l'art. 43 (Interoperabilità delle certificazioni sanitarie digitali) nel quale si parla esplicitamente di green pass globale. (foto in alto, chi volesse può ingrandirla).  

Il  6 marzo su "La Verità" compare un onesto articolo di Francesco Borgonovo che tenta di far luce sul garbuglio. Il titolo è già chiaro e fa venire i brividi "I soldi per rendere eterno il green pass presi dal fondo per risarcire i danneggiati da vaccino". Schillaci (uomo del CTS dell'era Speranza) assai imbarazzato tenta di fare macchina indietro, assicurando che il governo provvederà a correggere il tiro. Ecco le sue parole testuali: "In sede di conversione del decreto -legge, verrà presentato un emendamento per riformulare il testo e ricondurre la norma agli obiettivi PNRR in tema di salute, a partire dalla piena operatività del fascicolo sanitario elettronico"... Dichiarazioni queste, che compaiono su tutti i media  mainstream.

"Vedremo se alle parole seguiranno i fatti" - conclude scettico, Borgonovo. "a questo punto è più obbligatorio del vaccino". Scetticismo più che condiviso. 
La mia impressione personale dopo aver letto  detto articolo? 
Ennesima trappola truffaldina ennesimo ritrattazione della trappola. Fino alla prossima trappola. Fidarsi è bene, non fidarsi è meglio. Anche perché la piattaforma resta lì, pronta per essere caricata come un'arma da fuoco. Inoltre ci sono le elezioni europee, già in odore di fortissime astensioni. E mostrare un governo compiacente verso queste temibili museruole digitali, non porta voti. Andiamo avanti. 


Il giorno 7 marzo c'è un giallo all'interno della stessa "Verità". Il titolo è altamente trionfalistico (VITTORIA: L'ITALIA SI SFILA DAL GREEN PASS ETERNO DELL'OMS), mentre il contenuto dell'articolo firmato sempre da Borgonovo, resta giustamente dubbioso e cogitabondo. Chi si intende un po' di mondo giornalistico sa che i titoli non li fa mai l'autore dell'articolo. Corro a leggere il pezzo e apprendo che Schillaci, il  suo sottosegretario alla Salute Marco Gemmato e Franco Zaffini, presidente della commissione Salute, si mettono a parlare di "fake news fatte circolare ad arte" che ovviamente era il caso di smentirle per fugare dubbi, allarmismi e preoccupazioni non sempre giustificati. Non mancano poi le rassicurazioni di Gemmato secondo cui toglieranno come fonte di finanziamento le mani dal fondo per i danneggiati per attingere a "fondi propri del Ministero" (domandina impertinente: a quali?).  L'infrastruttura informatica dovrebbe servire ad altri scopi per viaggiare - sostengono ancora dal Ministero della Salute. 
 Claudio Borghi della Lega fa l'esempio dell'Africa e della "febbre gialla" come se tutti dovessero recarsi in Africa in cerca di epidemie.  E l'onesto Borgonovo ci fa capire nel nuovo articolo del 7 marzo che restano tutti i dubbi e che certe "manine" speranzifere al nuovo ministero restano ancora operative.  Ecco cosa scrive il segretario generale Giovanni Leonardi del dipartimento One Health (Salute Unica, un nome un programma): 
"La rete globale di certificazione sanitaria dell'OMS rappresenta un'importante opportunità per utilizzare l'esperienza acquisita durante la pandemia di Covid-19 per attenuare l'impatto di future emergenze sanitarie, costituendo un importante contributo all'agenda sanitaria globale e contribuendo anche ad un futuro allineamento globale delle norme in materia di certificati sanitari. (...)". 



Chiaro no? I dirigenti del Ministero ancora sollecitano una norma che consenta di mantenere operativa l'infrastruttura digitale del certificato verde. A confermare tutti i dubbi di Borgonovo c'è l'avvocato Renate Holzeisen, legale coi fiocchi che già si distinse ai tempi della pandetruffa difendendo i numerosi diritti costituzionali calpestati dei non vaccinati,  con il suo tweet su X (ex twitter) che potete leggere anche sul sito di Blondet. In pratica la Holzeisen, esperta in diritto internazionale ci fa capire a chiare lettere che al vincolo di mandato europeo, non si può trasgredire. Ennesima presa per i fondelli a carattere pre-elettorale di Schillaci & Co. Il pecorame va mantenuto  calmo e mansueto fino alla fine delle elezioni.  Poi, passata la festa, gabbato lo Santo. Per questo non dobbiamo cascarci più. Questa è gente che mente come respira.  

San Giovanni di Dio

02 March 2024

Bombe, siringhe e Grandeur


 Avevamo un'alta stratega militare e non lo sapevamo. Ursula va alla guerra, mette l'elmetto, indossa la tuta mimetica e  calza pure gli anfibi per l'attacco terrestre. Più siringhe, più armi e viceversa - è il suo motto. Una guerra in Europa forse “non è imminente”, ma “non è impossibile“, preconizza Ursuletta, che da von der Leyen, grazie alla sua campagna vaccinale, è diventata von der Pfizer (mancano all'appello i patti sconci fatti con Albert Bourla tuttora coperti da segreto militare) e ora, von der Bomben. Gli Stati devono capire che “la pace non è permanente” e per questo l’Ue deve investire maggiormente in armi nei prossimi cinque anni, “dando priorità agli appalti congiunti nel settore della Difesa. Proprio come abbiamo fatto con vaccini o con il gas  naturale“. 


Insomma, Ursula, con quelle mossettine compite da kellerina da Oktoberfest,  fa sul serio e dalla "permacrisi" (paroletta magica inventata da lei)  è   passata alla "permaguerra". Per non essere da meno, gli fa eco il galletto Macron-Napoléon. Vladimir Putin, viene indicato non come un autocrate da riportare nel recinto della legalità internazionale attraverso la diplomazia, ma come un dittatore da schiacciare ad ogni costo. E Macron ora indossa il cappello napoleonico, il famoso bicorno nero con la sua coccarda blu, bianca e rossa e gli stivaloni da affondare nel fango delle steppe, pronto  per la campagna di Russia. Macron-Napoléon non fa mistero, sull’ipotesi di un impiego di truppe di terra in Ucraina. "Dichiarazioni che hanno provocato la reazione contrariata della maggior parte dei leader europei, delle stesse istituzioni, degli Stati Uniti e della Nato (e ti credo! E' una dichiarazione di intenti di III Guerra Mondiale). Nemmeno il tempo di far rientrare questo innalzamento della tensione con Mosca, che ha parlato di “guerra inevitabile” in caso di coinvolgimento diretto dell’Alleanza, che la presidente della Commissione chiede un piano di riarmo quinquennale (come Stalin) in funzione anti-russa" (fonte: Il Fatto quotidiano).  Un tempo questi due megalomani  squinternati sarebbero stati indicati come i classici "scemi di guerra".  Ora, invece si fa fatica a trovare una vignetta che li ridicolizzi come meritano. In particolare Macron-Napoléon dovrebbe ripassare un po' di storia, e ricordarsi che la Russia ha portato una iettatura tremenda, alla Francia napoleonica. Quando si vuol parlare di una disfatta militare, si dice infatti "una campagna di Russia". Qualcuno gli parli della battaglia di Borodino e del gen. russo Kutuzov. 


Conclusione congiunta dei due "scemi di guerra": "Per questo è necessario continuare a rifornire Kiev di armi, per rafforzare un argine che inizia a mostrare segnali di cedimento". Pertanto, Ursula e Emmanuel uniti nella lotta contro lo Zar di tutte le Russie. 

L'album delle figurine non è completo senza questa foto di Giorgia Meloni ringraziata più volte da Biden durante il suo passaggio a Washington per quanto ha fatto per l'Ucraina, nel quadro del G7. L'incontro è stato suggellato da un paterno bacetto sulla sua fronte, da parte di Sleepy Joe. Fiera di non aver mai votato per questa servetta arrampicatrice sociale e anti-sovranista. Voglio sottolineare che questo è il primo governo nella storia della Repubblica che ci coinvolge in due guerre altamente rischiose e stressogene: quella russo-ucraino e quella sul Mar Rosso contro i guerriglieri yemeniti di nome Houthi, detta missione ASPIDES (come aspide, nomen/omen) e definita "difensiva" da Tajani, il cui comando operativo è a carico dalla nostra  MM con la sua flotta navale di portaerei, cacciatorpediniere missilistiche, fregate e pattugliatori. 

Georgia on my mind

Sant'Angela de la Cruz