Quando alla fine dell'anno 1999 eravamo in procinto di uscire dal Novecento, tutti quanti brindammo con gioia a quel 2000 nella speranza che quel XXI esimo secolo che si apriva, ci portasse più gioia, sicurezza e prosperità di quello che stava per lasciarci. Errore! Mai avremmo immaginato che nel nome della "democrazia", avremmo dovuto sopportare soprusi ancora peggiori di quelli del secolo precedente, che se non altro, nonostante la II GM e i due totalitarismi, ci ha pure dato 60 anni di pace, sviluppo e benessere. Che siamo in piena dittatura europea, primo passo verso una dittatura mondiale, ormai lo percepiscono anche i sassi e non solo la buonanima di Ida Magli che lo scrisse nel lontano 2005 . Sospendono le elezioni (Italia e Grecia) mettendo degli uomini-Troika al comando degli stati, nominano degli abusivi di Palazzo meritevoli di aver vinto solo le primarie del loro partitucolo. Quando si degnano di indire le elezioni, ne truccano i risultati (si veda l'Austria); ne congiurano di tutti i colori per impedire la fuoriuscita dalla Ue di un paese come il Regno Unito che pure non era nemmeno nella moneta unica. Udite quest'ultima lurida ammissione di Giuliano Amato che a suo tempo si vantò di aver concorso a scrivere una costituzione europea che doveva essere indigesta e incmprensibile ai più, il Trattato di Lisbona. Beh, ora dichiara che è stato lui a scrivere
l'art. 50 del Trattato di Lisbona e che ora può rappresentare le sabbie mobili con il quale impantanare la
Brexit.
Un simile disgustoso personaggio in una democrazia sana, non dovrebbe nemmeno essere degno di circolare liberamente. E invece lo hanno pure eletto membro della Consulta.
Sento parlare con sicumera che questo terzo totalitarismo è di matrice
neoliberista. Sì, anche, ma non solo. Sento anche affermare che è di
matrice comunista e socialista. Sì, anche, ma non solo. Io questo nuovo Mostro del XXI secolo me lo raffiguro, con due teste di animali apparentemente incompatibili, ma in realtà perfettamente coerenti tra di loro, una specie di
Chimera, il mostro mitologico con parti del corpo di animali diversi: testa di leone, una testa di capra sulla schiena e la coda di serpente, la quale aggredisce sputando fuoco.
Mercatismo e liberismo
Il 9 novembre 1989 è caduto il Muro di Berlino e con esso la fine del totalitarismo sovietico. Quando avvenne, tutti festeggiarono e si tennero i concerti dei Pink Floyd, degli Eurythmics e di altre rock band alla Porta di Brandeburgo.
La caduta del Muro, però, ha dato la stura alla globalizzazione e al mercatismo internazionalista, che è un'altra rivoluzione su scala mondiale. Ha permesso alla Ue di creare e allargare l'area mercantile di Schengen, col risultato che ora insieme ai capitali e alle merci ci sono anche flussi incontrollati di uomini dai vari angoli del pianeta (moldavi, romeni, rom solo dall'Est, migrazioni dal Sud del mondo, da ovest ecc.).
Dopo tale caduta sono subito nati i "transcomunisti", neoconvertiti al mercato unico di un mondo unico. Siamo passati al "
from Marx to Market". Del resto fu proprio il duo Giavazzi-Alesina sul Corrierone ad asserire che "il liberismo è di sinistra". Ed è iniziata subito la sarabanda dei predoni, dei predatori, dei sicari dell'Economia e dei mercenari alla conquista del mercato globale.
La base economica di questo nuovo sistema è senz'altro liberista e turbocapitalista. Il mercato col suo allargamento in termini di estensione diventa non solo una nuova religione, ma l'applicazione di una nuova teoria dello spazio vitale del nostro tempo: ha bisogno di espandersi, di puntare su alcuni paesi favorendone la crescita, di farne sparire altri secondo una decrescita, deflazione e recessione programmata, di fluttuare sempre come un arcipelago mobile mosso dalle maree. Tra i miti del mercatismo c'è anche l'idea peregrina che il Mercato possa regolarsi e regolamentarsi da sé. Mai sentita una fesseria più abnorme. Le regole le detta chi conta di più e per ognuna di queste esiste sempre anche il contrario (l'eccezione), per la semplice ragione che regole ed eccezioni o trasgressioni delle stesse, le stabiliscono gli oligopoli e gli oligarchi.
E' questa poi l'essenza della
DEREGOLAMENTAZIONE (
DEREGULATION): nulla deve mai poter essere certo e
l'unica regola è di non avere regole. La privatizzazione di tutto l'esistente (acqua, gas, aziende telefoniche, elettricità, poste e telecomunicazioni, telefonia, spazi un tempo considerati pubblici come aree di parcheggi, suolo, risorse industriali, servizi di pubblica utilità come ospedali, scuole, tratte ferroviarie), rappresenta per il cittadino un esproprio totale, oltre a generargli angoscia e ansia per i mutamenti repentini subiti. Una rivoluzione violenta che toglie certezze e che stravolge anche architetture, suolo e urbanistica. E' un diktat a cui non ha nemmeno più il tempo di abituarsi: da oggi è così e voi dovete comportarvi in questo e quest'altro modo. Intanto, i cittadini vengono letteralmente bersagliati da telefonate commerciali, da fastidiosa pubblicità nelle cassette postali poiché IL DOGMA è, e deve essere: tutto è in
COMPRA-VENDITA e noi vi offriamo delle vere opzioni (
troppe!). E' la liberalizzazione e
privatizzazione del mondo, Bellezza. E con lei, entra anche la liberalizzazione del Crimine e delle mafie allogene.
In pratica i risultati di ciò sono sotto gli occhi di tutti: desertificazione dell'industria e dell'agricoltura endogena, caos nei servizi di pubblica utilità, serrate su larga scala nei confronti del piccolo commercio (i dettaglianti), della piccola e media industria, dell'artigianato e della proprietà immobiliare, messa a dura prova da tasse volutamente espropriative.
A questo punto sorge spontanea una domanda: perché il neoliberismo nato in teoria per proteggere la proprietà privata, in realtà mette in discussione e penalizza proprio la figura del cittadino proprietario? Parlo del citizen owner, decantato anche dai repubblicani americani, in riferimento ad esempio alla proprietà immobiliare.
E' molto semplice. Tutto ciò che resta in casa-famiglia-società-Paese Italia (e cioè in un ambito nazionale e pertanto circoscritto) deve essere spostato e trasferito sul mercato globale, notoriamente senza frontiere. Deve essere, per usare un termine bancario movimentato anche quando si tratta di "beni immobili". Gli Italiani, unico popolo laborioso e risparmiatore nel mondo dispone della più alta percentuale di possesso case: l'86% è proprietario di una prima casa e il 40%di case vacanze dette seconde case. Un patrimonio immobiliare che passa da padri e madri ai figli, viene considerato rigido e intoccabile, un retaggio del passato. Lo ha fatto capire chiaramente Tobias Piller (allora presidente dell'Associazione Stampa estera in una puntata a Porta Porta) quando constatò con stizza che i tedeschi non possono comprare le nostre case ubicate nei migliori luoghi di villeggiatura, perché noi Italiani abbiamo il pessimo vizio di lasciarle a figli e nipoti. Tutto torna al pezzo: Villaggio Vacanze Italia (s)Vendesi. Impoverendo la nostra società, caricando di elevate tasse immobiliari i cittadini, usando la leva fiscal-usuraia di Equitalia e attaccando brutalmente il risparmio, ecco costringere e coartare gli Italiani a disfarsi delle loro sudate abitazioni, già pagate alle stesse banche mediante i mutui ipotecari, e alle assicurazioni. Ecco come la casa, da Bene Rifugio, è diventata in fretta Bene Zavorra. Basta guardare i vari cartelli con la scritta VENDESI in giro per rendersene conto.
Sì, ma chi compra? Sciacalli stranieri che dispongono di contante sull'unghia, immobiliari estere, holding finanziarie che se ne stanno guardinghe come sparvieri pronte a fiutare "l'affare" e a ghermire la facile preda.
L'ultimo degli espropri praticati su larga scala è l'attacco al risparmio ( sopratutto bail-in, ma anche luridi prodotti tossici e derivati vari immessi negli istituti di credito e chiamati con disinvoltura col generico nome di "prodotti bancari") . Molti poveri cristi della catena del credito cooperativo, credendo di poter moltiplicare i loro risparmi come promisero il Gatto e la Volpe a Pinocchio con i suoi zecchini d'oro da interrare nel'Orto dei Miracoli, hanno abboccato ritrovandosi poi con un pugno di mosche. E' l'eterna storiella del cliente che chiede all'Oste se è buono il suo vino fidandosi del suo parere. Ma nei casi delle piccole "popolari" ci sono stati pesanti pressioni ricattatorie sui clienti, da parte degli stessi funzionari degli istituti di credito.
Comunismo globale.
Passiamo alla sovrastruttura. Questo nuovo e inatteso totalitarismo comanda, impone, obbliga, intima, decreta, spia in modo occhiuto e intrusivo, entrando nella sfera personale e privata anche in materia di etica, di morale e di costumi sessuali. E mentre promette semplificazione burocratica (secondo le regole del liberismo) si trasforma in realtà in una centrale burocratica claustrofobica da labirinto kafkiano simil-sovietico.
I veicoli principali del suo pensiero unico sono l'ONU, la Troika, le varie commissioni Ue, le ong, le onlus dei vari oligarchi e magnati (Soros in primis), i partiti della sinistra (ma anche della destra farlocca), i sindacati e buona parte della chiesa stessa che si è piegata al Relativismo e Nichilismo imperante.
Il suo attacco principale è contro la famiglia, quella famiglia che Marx definiva la prima cellula da cui prende avvio la proprietà privata. E mi rifiuto di aggiungere aggettivi farlocchi come "tradizionale" o "eterosessuale", perché la famiglia da che mondo è mondo, è quella composta da un uomo e una donna che mettono al mondo figli. Un tale modello è stato messa ai margini dalle dottrine dei diritti onusiani secondo i quali chiunque si sogni di mettersi insieme, fa famiglia. Nasce dunque quel disastroso acronimo di LGBT, per indicare che in nome dell'Uguaglanza, siamo ormai al mercato delle vacche e che due donne possono sposarsi, due uomini pure, due trans anche e che i figli vengono messi al mondo mediante vari tipi di fecondazione in vitro. In ogni caso, la maternità e paternità è stata distaccata dalla sessualità, per poi essere stata immessa sul mercato (banca del seme, ovociti e altri laboratori Frankenstein dell'eugenetica). Il tutto in nome della cosiddetta "uguaglianza" nelle pur evidenti e inconciliabili diversità. Come è stato possibile tutto ciò? Grazie alla tecnologia, al progresso e all'eugenetica.
Non sottomettersi al mito dell'ineluttabiltà del Progresso tecnologico ad ogni costo, significa quindi passare per omofobi, un termine che è diventata la nuova fatwa dell'era postmoderna.
Nell'era della caduta forzosa dei tabù, conservare una famiglia simile a quella in cui siamo nati, cresciuti ed educati, significa passare per parrucconi, reazionari, omofobi e l'attacco frontale è tale che oramai siamo al paradosso di Chesterton sulle foglie verdi (spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate).
Altro dogma che è insieme neoliberista e comunista è la libera circolazione degli uomini insieme alle merci e al denaro senza limiti né confini, uomini che devono avere diritto di abbandono dei loro paesi (la foglia di fico del "c'è la guerra") per occupare i nostri, venir mantenuti e assistiti a casa nostra (i 38 euro al giorno), dar loro assistenza sanitaria mettendo in coda i nativi che hanno pagato i contributi sanitari da una vita; far occupare e degradare i quartieri delle nostre città; lasciare occupare edifici di pubblica utilità. Difendere le frontiere è considerato reazionario, nazionalista (leggi: fascista) ecc. Non accettare brutali bombe demografiche buttate addosso allo scopo di sostituirci, di creare il meticciato, significa essere "razzisti e xenofobi". Accanto a questa serie di epiteti volutamente insultanti, se ne è aggiunto un altro: "islamofobo", in quanto l''islam viene considerata religione di pace che stata "male interpretata". Qui l'ambiguità arriva a dei vertici inattesi: da una parte si paventa il pericolo del "terrorismo islamico" (Isis, islam radicale e salafita), dall'altra si creano attraverso il permissivismo immigrazionista con le navi che vanno a prelevarli sulle loro coste, le condizioni concrete per importarlo in Europa. In ogni caso se da un lato c'è il MRAP (associazione per la correttezza islamica) che vi accusa di islamofobia, dall'altro, si spinge affinché si facciano guerre di religione nel Medio Oriente nel nome della guerra al "terrorismo internazionale". Nel mentre, accanto alla libera circolazione degli uomini detti ipocritamente "profughi" e "rifugiati", penetra anche la "libera circolazione delle confessioni" considerate dal laicismo imperante, da porsi tutte quante sullo stesso piano: sia dai liberal-liberisti che dai comunisti.
Errore madornale! l'islam è una confessione teocratico-pervasiva incapace di scindere ciò che è politico da ciò che è religioso. Il dogma dell'Uguaglianza comunista terzomondista (da quella delle classi sociali, si è passati a quella delle razze, etnie e confessioni) vuol convincerci che una società multicolor e multikulti sia bella, giusta, sacrosanta e crei armonia nell'universo.
E indovinate un po' chi è il principale sponsor di tanto eticismo, tanta morale e moralismo? Nientemeno che le banche e i
bankster. Gli stessi che finanziano i cambiamenti di sesso, le banche del seme (notare come si usi la parola
banca anche in questo caso) e degli ovociti.
Banche,banche, banche! Ci rapinano il contante, i risparmi , dettano legge in materia di costumi sessuali, ordinano alluvioni migratorie come nuovi Mosé che spalancano e governano le maree, creano money transfer e società di intermediazioni finanziarie dappertutto.
Mondialismo e internazionalismo
Che c'entrano le banche col Comunismo?- vi chiederete. Molto.
Fu un manipolo di banchieri (i Rothschild) che finanziò 12 bolscevichi per far cadere lo Zar di tutte le Russie e imporre quel comunismo che durò quasi un secolo (vedere il saggio di Solgenitzin "Lenin a Zurigo"). Fu questa la prima di quelle rivoluzioni "tarocche" su cui si costruì poi tutta l'agiografia delle "masse che si ribellano" alla tirannide, della grande "creatività delle masse" protagoniste della Storia ( il mantra di la Storia siamo noi) quando in realtà furono i loro dirigenti a essere stati debitamente oliati e lubrificati. Ovvio, le rivoluzioni costano, anche se "proletarie". E la tiritera delle rivoluzioni taroccate con colori e pittoreschi nomi di piante e fiori continua fino ai nostri giorni.... (rivoluzioni arancioni, rivoluzioni amaranto, delle rose, dei gelsomini, dei cedri ecc.). Come scrisse Vittorio Messori: "Il Vitello d'oro non ama essere aggiogato". Pertanto cerca sempre nuovi pretesti per espandere la sua egemonia e per esplorare nuove aree di mercato da sfruttare. Curiosamente, il capitalismo nella sua fase suprema e l'internazionalismo "proletario" convergono nei loro intenti di espandersi per il mondo.
Comunismo e liberismo sono in fondo due diverse teste dello stesso mostro. Del resto nella dottrina marxista c'è una componente prelevata di sana pianta dalle dottrine economiche liberiste inglesi di Adam Smith e David Ricardo, sebbene il marxismo sia più complesso perché il suo autore è tedesco e incorpora nelle sue componenti, la dialettica hegeliana. Ambedue, però, vagheggiano ed inseguono la costruzione dell'homo oeconomicus, i cui bisogni e necessità sono eminentemente materiali e materialisti, legati all'hic et nunc. Entrambi sono dottrine rivoluzionarie, internazionaliste, materialiste e atee che passano come macchine schiacciasassi sui corpi e sulle menti altrui.
Eccoci dunque serviti con la nuova dittatura europea, figlia di von Mises (detto altrimenti von Miseria) e di von Hayek e della loro macelleria e darwinismo sociali, coi tagli drastici chiamati "riforme"; ma anche figlia del
mai morto Marx e dei suoi "derivati" Lenin, Stalin, Trotzky. Mi soffermo su quest'ultimo, poiché ha avuto una
palingenesi interessante, dato che quei
neocon che fecero da pungolo all'amministrazione Bush, fautori della dottrina dell' "esportazione delle democrazia", erano in buona parte dei trotzkisti. Ma George Walker era troppo alticcio per accorgersene. A ben voler riflettere, tale
dottrina Bush voluta con forza dalla cricca neocon, è null'altro che la versione più aggiornata della vecchia "rivoluzione permanente" di ispirazione trotzkista. E del resto, dei legami pericolosi tra Trotzky e la finanza di Wall Street di quegli anni, esiste una corposa letteratura sia cartacea che
on line.
Il mostro a due teste può essere trafitto
Stiamo attraversando strani tempi, dominati da un singolare totalitarismo simile al citato mostro a due teste. Tagliare la testa al mostro significa in realtà fare i conti con due teste e magari anche con la sua coda di rettile, mentre sputa fuoco come un drago. Non sarà facile, ma niente dura in eterno,nemmeno il Male.
E' bene capire fin d'ora che in quanto figlio della Finanza, questo nuovo mostro è piuttosto complesso, feroce e assai subdolo da identificare, dato che mentre predica il Bene Comune ci rifila la sua malvagità e doppiezza. E che ci vorranno erculee fatiche per prevalere su di lui. Secondo il mito, Chimera venne uccisa da
Bellerofonte che si servì di
Pegaso, il cavallo alato per poterlo abbattere. Il mito narra dell'Eroe con una lunga lancia con del piombo nella punta. Il mostro sputò fuoco dalle sue spire e lo fuse, il piombo rovente gli colò fuso addosso e nelle fauci, e morì. Mi piace pensare che succederà questo anche a tutti noi. Ma ci vuole coraggio, astuzia e anche l'assunzione di una nuova spiritualità e saggezza (il cavallo alato) capace di renderci più lieve questa temibile sfida.