«Il bello è brutto e il brutto è bello», dicevano le tre streghe intorno al loro pentolone nel primo atto del Macbeth. Per analogia si potrebbe dire il vero è falso e il falso è vero. In effetti anche quando parliamo di rivoluzioni con cause sacrosante, nulla è mai come appare. Quello che sconcerta di più dei fuochi della rivoluzione in Ucraina è la strana rassomiglianza con altre rivoluzioni "esportate" per il trionfo della "democrazia". Mi riferisco alle rivoluzioni colorate dei paesi baltici, a quelle balcaniche e a quelle del Maghreb e del Medio Oriente (Libia, Turchia e Siria comprese). Certamente l'Ucraina ha da sempre avuto la legittima aspirazione ad essere uno stato indipendente. E tutto ciò favorisce gli "aiutini" e le "manine" d'oltreoceano. Nessun commesso viaggiatore viene a bussare alla porta di chi è già rifornito delle merci che intende piazzare. Si deve poter andare a colpo sicuro. Prelevo alcune note sparse sul perché anche questo dell'Ucraina fa parte della strategia di accerchiamento della Russia da parte degli Usa. Innanzitutto la pistola fumante su chi sta dietro ai roghi ucraini è contenuta in un'intervista di Richard Perle detto negli ambienti neocon The Prince of Darkness. Egli fu, per chi non lo ricorda, pure il sottosegretario alla Difesa di Ronald Reagan, nonché uno dei teorici della "guerra preventiva" e del disordine mondiale. Titolo "Vladimir non sarà a guardare" intervista di Ennio Caretto - Corsera 23 febbraio.
«L'America e l'Europa devono aiutare l'Ucraina a superare le sue gravi difficoltà economiche fornendole aiuti anche energetici, neutralizzando il ricatto russo. Che dichiarino ufficialmente che all'Ucraina è aperta non solo la strada dell'Ue ma anche quella della Nato».
Leggete tutta l'intervista (terzo articolo di taglio basso), nella quale Perle non fa mistero di caldeggiare maggior interventismo americano e parla di una Ue troppo lenta, di misure insufficienti, di errori precedenti fatti da amministrazioni americane, nel non aver voluto accogliere l'Ucraina direttamente nella Nato. Ecco una serie di altri indizi del caso Ucraina:
- L'eccessivo interesse e intrusione della Merkel nella questione ucraina e l'aver caldeggiato un governo con a capo Yulia Timoshenko.
- Lo zelo del solito damerino francese radical chic e gauche au caviar BHL (Bernard-Henri Lévy) nello schierarsi apertamente coi rivoltosi pro-Ucraina. Lo stesso BHL fu sempre favorevole ad ogni destabilizzazione di marca Nato (Balcani, Afghanistan, Pakistan, Cecenia, Rivoluzioni baltiche, attacco alla Libia, alla Siria ecc. ecc.
- Le confessioni di cecchini sui tetti che sparano addosso alla polizia per poterne provocare un'immediata reazione sulla folla. Nelle rivoluzioni baltiche (Lituania a Vilnius) un cecchino ammise financo di aver sparato direttamente su quella folla che avrebbe dovuto sostenere
- La scelta di un'eroina (un volto tra la folla) da dare in pasto al mondo dei media come l'infermiera ucraina quasi in punto di morte eppoi resuscitata su modello di Neda, la ragazza iraniana fotografata mentre cadde a terra in un fiotto di sangue col velo verde durante una delle rivoluzioni "colorate" ( Onda verde).
- Ci vuole sempre un satrapo che si circonda di oro, incenso e mirra (come già avvenne per Saddam Hussein), per meglio poter scagliargli contro un popolo inferocito. E quando l'oro (o il Tesoro di Alì Babà) non c'è, lo si inventa, come nel caso di Repubblica che fotografa un water tarocco aureo, rifiutato dalla BBC. Se poi quel satrapone è, come nel caso di Yanukovich, pure comunista, allora avranno buon gioco a scagliargli contro i fascio-nazisti e le forze "nazionaliste", infiltrate per l'uopo anche queste. Curiosamente poi uno di questi leader nazi, è stato visto scambiarsi baci d'affetto con il "liberal" e dem John Kerry. Lo fecero anche nel Kosovo col terrorista dell'UCK Hashim Thaci che andò a stringere la mano della Albright. O tempora o mores!
- C'è sempre un Tribunale Internazionale dell'Aja, o altra nuova "Norimberga" pronta a istruire processi e a condannare per "crimini contro l'umanità" il Tiranno di turno, ma a tacere dei crimini dei vincitori che lottano per il Common Good. E ormai sappiamo che in nome del Bene Comune si compiono le peggiori efferatezze.
Ora Yanukovic in fuga, è stato "avvistato" in Crimea. Presto ci sarà una taglia contro di lui, presto ci sarà chi tradirà e lo consegnerà al verdetto degli "esportatori della democrazia". Oppure sarà Putin stesso che ne farà merce di scambio presso la cosiddetta "comunità internazionale" (due termini ossimorici). Tutto ha un prezzo, tutto ha un qui pro quo. Oppure no, l'Ucraina potrebbe essere la piattaforma americana per una conquista dell'ultimo bastione rimasto in piedi. Dopotutto nei sogni del vecchio "filantropo-speculatore" Soros il titolare della Open Society Foundation, c'è quello di vedere morire Putin e il suo impero.
E questo è una delle tante guerre sporche per impiantare la "democrazia" dove il bello è brutto e il brutto è bello, il vero è falso e il falso è vero. Ora anche in Venezuela, poi in Brasile e ovunque nel mondo. Beato a chi crede alle versioni ufficiali!
Anche il nostro Paese è sempre in preda a qualche rivoluzione colorata (da Mani Pulite in poi...), ma noi non ce ne accorgiamo e crediamo che siano solo dei giochetti di prestigio di quel Cappellaio matto d'un Napolitano, fino a quando non ci scappano i morti. Per il momento, stiamo vivendo il nostro Truman Show col piazzista fiorentino dalle mani in tasca che va a chiedere fiducia a un Senato che a breve rottamerà. Ora si è appena auto-insediato a Palazzo insieme alla sua "giunta" abusiva (Otto donne e un Mistero).
La differenza con Kiev è che noi i fuochi e le fiamme le faremo per uscire da questa infernale Ue nella quale loro, gli Ucraini, vogliono tanto insistentemente entrare.