Ma non corriamo troppo in avanti... Siamo solo all'inizio del mandato. E, come dicevano i gauchistes di quel '68 tanto deprecato da Sarkò, "Ce n'est qu'un début". Del resto la Bruni appartiene al genere, gauche au caviar; mentre Monsieur le Président, c'est la droite gaulliste. Un ostacolo o un'opportunità? Una cronista mondana francese interpellata sul tema, ha commentato un po' acidula: "Così lui avrà la sua apertura a domicilio" ("Comme ça lui, il aura son ouverture à domicile").
26 December 2007
I tacchi a spillo di Sarkò
21 December 2007
Pranzo di Natale in DVD, ovvero La Buche
Per chi aborrisce i fim di Boldi-De Sica, o le solite italianate pecorecce e sguaiate; per chi detesta la tv nei giorni di Natale, per chi avesse già le glicemie preventive per cartoni animati, o i giochi a premi o vecchi film già visti e rivisti, eccovi un garbato filmettino francese in dvd dal titolo "La Buche". Distribuito da noi col banale titolo di " Pranzo di Natale" (1999) di Danièle Thompson. Che cos'è "la Buche"? (si scrive con l'accento circonflesso sulla u). E' un tipico dolce natalizio francese da servirsi alla fine del pranzo, a forma di tronchetto di cioccolato con le decorazioni in zucchero. Ma anche metafora di quel ceppo solido (che non c'è più) intorno al quale ci si dovrebbe stringere nel giorno di Natale. Tre sorelle, un po' cecoviane (sono di origine russa) un po' parigine, e assai diverse per carattere devono organizzare un cenone di Natale. Ma il bilancio della loro vita non quadra. La famiglia da cui provengono è disgregata e déracinée: un padre, virtuoso violinista assai libertino, una madre che non è nemmeno lei uno stinco di santo, ma abilissima nel rinfacciare le numerose scappatelle maritali, e loro tre: Ljuba (una Sabine Azéma spumeggiante), Milla la scontrosa introversa (Charlotte Gainsbourg, figlia del grande Serge) e Sonia la conformista traditrice e tradita (Emanuelle Béart) devono decidere se preparare o no il pranzo di famiglia con i genitori separati da anni. Ma Ljuba è incinta del suo amante sposato che non vuole sposarla, Milla fa l'eterna cinica scontenta che non crede più a niente, mentre Sonia la traditrice non perde il destro per compilare la nota di addebito sui difetti "adulterini" del vecchio padre e del marito. Il tronchetto di cioccolato pesa e non è propriamente un "tronchetto della felicità". Segreti, bugie, veleni e ripicche, retroscena svelati di una famiglia scombiccherata che però, nonostante tutto, rimane un rifugio, con un padre bambinone, estroso ed egoista, ma anche assai simpatico (Claude Rich). Indimenticabile, il duetto yiddish tra lui (violinista) e la figlia Ljuba (una strepitosa Sabine Azéma nel ruolo della cantante-danzatrice). Riflessione pacata e ironica sui piccoli e grandi drammi della vita, senza cercare ad ogni costo un happy end consolatorio, in una Parigi elegante avvolta da un'atmosfera natalizia consumista e ovattata, con la colonna sonora di Michel Legrand e qualche canzone di Dean Martin un po' melassosa che fa da contrappunto ironico al leggero malessere del nucleo famigliare. Ma alla fine il tronchetto di cioccolato arriverà a tavola con qualche piccolo gioco di fuochi d'artificio.
Buon Natale ed eventualmente, buona visione del film consigliato!
OT (o forse no): ho dimenticato di mettere il link che pubblico tutti gli anni, perciò corro ai ripari qui : http://www.natalesiamonoi.it/
16 December 2007
American Greetings without Christ(mas)
13 December 2007
Al Supermercato il giorno dopo lo sciopero dei TIR
10 December 2007
Nel pacchetto sicurezza sta nascosta la gayezza
03 December 2007
Bernardo Caprotti, il Signore dei Carrelli
Perché esiste qualcosa come la CGIL che non dà tregua. Impone orari di lavoro, di chiusura, il calendario degli scioperi permanenti e ad oltranza, assemblee a sorpresa nei reparti. Scioperi selvaggi e boicotaggio merci, sabotaggio mezzi di trasporto con lancio di chiodi. I chiodi tricuspidi di cui si servivano gli scioperanti erano fatti con due triangoli di ferro sovrapposti e saldati insieme in modo da formare un oggetto a forma di asteroide dalle punte acuminate. Comunque cadessero per terra, avevano sempre lo spunzone rivolto verso l'alto. Vere e proprie armi da guerriglia urbana, lanciati dal magazzeno centrale Esselunga di Firenze per squaciare i pneumatici dei loro camion e autotreni.
"Un autista che era riuscito a passare ugualmente fu inseguito e sorpassato sull'autostrada Firenze -mare. Dall'abitacolo dell'auto che lo aveva superato, furono lanciati questi "chiodi" , che provocarono lo scoppio di una gomma. L'autotreno sbandò pericolosamente, finendo contro il guard-rail: il guidatore si salvò per miracolo".
Furono anni in cui la pressione sindacale divenne insopportabile finché...
Bologna, Via Andrea Costa (Coop Adriatica)
Finché Romano Prodi nella sera del 7 febbraio 2006 a Porta a Porta, enuncia - non richiesto - in campagna elettorale, l'obbligo per il governo di voler "mettere insieme" Coop ed Esselunga. In che modo, "insieme", non si sa: "Abbiamo le Coop, c'è ancora Esselunga". A quel punto Caprotti si gioca tutto sé stesso, i suoi 82 anni e il suo buon nome di presidente d'azienda: "Enough is enough" dichiara a "Otto e mezzo" da Ferrara. E trasforma il suo libro di denuncia in un atto d'accusa, da qui a futura memoria.
Il pamphlet contiene un'importante appendice di Stefano Filippi (cap: La Coop sei tu? Conosciamoci di più) sull'impero economico di Legacoop, la quale possiede assicurazioni, supermercati, ditte edili per fabbricati e autostrade, telefonìa, agenzie viaggi-vacanze e tempo libero, finanza e banche, tutte porte girevoli e comunicanti tra Coop e Quercia-Bottegone, in una matassa inestricabile di conflitti d' interesse. Fino arrivare ai nostri giorni dove è in atto la strana legge sui farmaci del decreto Bersani, di cui torneremo ad occuparci.
Il "j'accuse" di Caprotti
Gesto simbolico e concreto, da parte dell'autore, è l'aver depositato questo testo ampiamente documentato , direttamente in Procura.
Nello corso della conferenza stampa per la presentazione del libro, Caprotti ha raccontato che lo scorso 17 gennaio si è recato a Bruxelles per un colloquio con il commissario Ue alla concorrenza, Neelie Kroes al quale "ho raffigurato la situazione di cui sono stato vittima e testimone: una distorsione della repubblica attraverso un vero e proprio controllo territoriale che ti impedisce di entrare in certe zone del Paese con vari sistemi: piani regolatori, decisioni delle sovrintendenze, velate minacce ai costruttori. Il controllo del territorio comporta una tendenza al monopolio: è questa che abbiamo denunciato all'Unione europea".
A questo punto, attendiamo, un po' più ottimisti e fiduciosi, il sequel di Falce e carrello. Ovvero la seconda parte di una storia di Cassa e Martello, con successivi sviluppi. Perciò, lunga vita e tanta salute al dott. Bernardo Caprotti, che ha saputo navigare in acque tumultuose e sporche senza annegare e senza sporcarsi. Un vero signore, il signore dei carrelli.