L'anno 2023 che sta per chiudersi è stato un altro anno duro - inutile volerlo minimizzare. Magari non ci hanno rinchiuso, non ci hanno emarginato col pass sanitario, non ci hanno costretti al vaccino come è avvenuto per chi doveva lavorare sotto il pesante ricatto del licenziamento, ma con due guerre scatenate alle porte di casa, non possiamo dire di stare bene né di essere fuori pericolo. Inoltre non si è fatta nessuna vera disamina, nessuna investigazione su quella che è stata una vera e propria strage di stato negli anni precedenti. E non voler vederci chiaro su quanto è stato fatto dal governo Conte 2, da Draghi e da Speranza con annesso CTS, significa essere oggettivamente complici.
28 December 2023
It Wallet e altre spigolature di fine d'anno
L'anno 2023 che sta per chiudersi è stato un altro anno duro - inutile volerlo minimizzare. Magari non ci hanno rinchiuso, non ci hanno emarginato col pass sanitario, non ci hanno costretti al vaccino come è avvenuto per chi doveva lavorare sotto il pesante ricatto del licenziamento, ma con due guerre scatenate alle porte di casa, non possiamo dire di stare bene né di essere fuori pericolo. Inoltre non si è fatta nessuna vera disamina, nessuna investigazione su quella che è stata una vera e propria strage di stato negli anni precedenti. E non voler vederci chiaro su quanto è stato fatto dal governo Conte 2, da Draghi e da Speranza con annesso CTS, significa essere oggettivamente complici.
22 December 2023
Quando i bambini scrivevano letterine di Natale
Mi sono soffermata, l'altro giorno, a vedere un mercatino di cose vintage. E, meraviglia delle meraviglie, una bancarella esponeva vecchie letterine di Natale con brillantini nei profili dei disegni. La memoria è andata a ritroso quando a scuola ci insegnavano a mettere in brutta copia le letterine destinate ai nostri genitori, poi le si passava accuratamente in bella. Ovvero sulla carta da lettere. Dovevamo essere rispettosi dei margini, del rigo, imparare a suddividere bene le sillabe quanto si andava a capo. Insomma, tutte le regole della scrittura e della grafica dovevano essere rispettate. Erano testi semplici e ben corretti. Vi si esprimeva buoni sentimenti ai genitori, promesse e richieste al Bambin Gesù di esaudire qualche desiderio. Accanto agli auspici di buona salute per mamma, papà, fratelli e nonni, c'era pure la richiesta di un regalo. Non più di uno, perché sapevamo accontentarci di poco per essere felici. La letterina veniva messa sotto il piatto dei genitori tra lo stupore dei commensali, e non di rado, i brillantini invadevano la tovaglia.
Mi duole invece constatare che oggi i bambini possiedono montagne di giocattoli, ricevono pacchi di doni a non finire per Natale che aprono con curiosità per poi dimenticarne in fretta il contenuto. Ma soprattutto non hanno più la capacità né vengono stimolati a scrivere bene una letterina, una pagina di quaderno, o altro, dato che sono figli della digitalizzazione. Magari sono velocissimi a comporre un messaggio sulla tastiera dello smart, ma non sanno scrivere le parole in corsivo.
Ho comprato una letterina di quelle d'antan per avere un ricordo di un tempo lieto che non tornerà mai più. Ma è bello aver ritrovato quel modesto oggetto che oggi si fanno pagare dai 5 ai 7 euro sulle bancarelle.
Viviamo tempi rapaci. Oggi ci sono presidi di scuola più asini dell'Asino della capanna che scalda il Bambinello, dirigenti e docenti che proibiscono il presepe a scuola, nell'ansia di essere à la page, con maestre ignoranti che sostituiscono Gesù con "cucù" durante i canti, nel tentativo di essere più "inclusive" rispetto ad alunni di altre religioni.
Papocchi oscurantisti che si sentono "progressisti", travisando perfino i documenti teologici, predicano a vanvera di un Gesù "nato nelle periferie". Ma quando mai? La periferia è frutto dell'urbanesimo e urbanizzazione, e ai tempi di Gesù di Nazaret eravamo in piena società agro-pastorale. Ma questo sarebbe ancora il meno. Il problema è l'aver promosso l' istituzionalizzazione di famiglie e coppie omosessuali, benedette da Bergoglio, in sfregio al settimo Sacramento e a ridosso della festa della Natività. Ce n'è abbastanza per uno scisma e una ribellione da parte dei fedeli, già fortemente provati dall'emarginazione dai riti e dalle liturgie cristiane ai tempi della "pandemia".
Non abbiate paura di continuare a fare i vostri presepi e se qualcuno ve lo distruggerà, allora verrà ricostruito più bello di prima. Perché di una cosa sono certa: queste lotte sulla distruzione e sulla cancellazione dei simboli cristiani, è sempre stata, nei secoli, una lotta perdente in partenza, per chi la fa. E tale sarà, ad onta dei cancellatori del Sacro. Pertanto, Buon Natale!
Coro natalizio da ascoltare: Carol of the Bells: https://www.youtube.com/watch?v=SQadcm_dwEM
Santa Francesca Cabrini
16 December 2023
Pan d'oro Farlocco e altre bagatelle
La Notizia del giorno la conoscete già: la Ferragni col pandoro rosa sulle ginocchia, quello che costa assai più caro degli altri, perché destinato (in teoria) all'ospedale Regina Margherita di Torino. In realtà era una bella cresta di un milione di euro da mettersi in saccoccia per conto e sul conto proprio.
"Io e Balocco abbiamo pensato a un progetto benefico", ammaniva la bionda "Influencer" "Il nostro Natale sarà un po' più rosa e un po' più dolce". Grazie alla griffe Ferragni, la ditta Balocco, in cerca di un refresh pubblicitario (il nonnetto che dice "fate i buoni", non basta più) , ha pensato bene di triplicare gli introiti ricorrendo alla Fata turchina dei social, quella con la lunga chioma bionda estendibile già testimonial di Pantene. La favoletta stavolta, va un po' diversamente. Sanzione di oltre 1 milione alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420 mila euro a Balocco per pratica commerciale scorretta. Lo annuncia l’Antitrust, spiegando che, secondo l’Autorità, “le suddette società hanno fatto intendere ai consumatori che acquistando il pandoro ”griffato” Ferragni avrebbero contribuito a una donazione all’Ospedale Regina Margherita di Torino. La donazione, di 50 mila euro, era stata invece già effettuata dalla sola Balocco mesi prima. Le società riconducibili a Chiara Ferragni hanno incassato dall’iniziativa oltre 1 milione di euro” (fonte Sole 24 h).
La notizia è assai ghiotta e sta imperversando per i media. I due Ferragnez, come è noto, si intrufolano da tutte le parti come il prezzemolo, lasciando credere che tutto quello che toccano si trasformi in oro. "E' facile, fate come noi", sembra essere il loro messaggio ai più giovani.
Tra queste, spiccano le pratiche veloci per inserire quanto prima l'Ucraina in Ue. Gli Usa si chiamano fuori e girano il cambialone in bianco indovinate un po' su chi? Ma sulla Ue che dovrà pagare il conto della ricostruzione della guerra russo-ucraina. Del resto non è stata forse l'ineffabile Giorgia a promettere generosi piani Marshall anche per l'Ucraina nei suoi numerosi incontri con Zelensky? Davvero un curioso sovranismo, il suo. Ora in Ucraina passano subito all'incasso. E il conto di questa ricostruzione lo pagheranno anche gli Italiani. Grazie, Giorgia.
Frattanto si sta svolgendo il meeting di FdI chiamato ATREJU, nome del protagonista di "La storia infinita", libro di Michael Ende da cui è stato tratto il celebre film fantasy girato nel 1984. Il nome è stato scelto, come hanno spiegato gli organizzatori nelle edizioni passate, perché Atreju incarna "l’esempio di un giovane impegnato nel confronto quotidiano contro le forze del Nulla, contro un nemico che logora la fantasia della gioventù, ne consuma le energie, la spoglia di valori e ideali, sino ad appiattirne le esistenze”. Molti di noi conoscono il libro e pure il film. Tutti propositi encomiabili, ma l'unico meeting nato come divulgatore della cultura conservatrice, alla fin fine, si è trasformato nel tempo, in un raduno del tutto simile al festival dell'Amicizia di Comunione e Liberazione, o dei meeting del Pd basati sul "non solo ma anche" di veltroniana memoria. Così mentre c'è la Roccella, ministra della Famiglia, compare anche la Concia per par condicio. Non solo ma anche...
Nessun gruppo di studi filosofici sulla cultura conservatrice, sul suo esponente Alain de Benoist che ha appena compiuto i suoi 80 anni e che avrebbe molto da dire nell'ambito di "nouvelle droite". Non compaiono studi su Spengler né su Carl Schmitt.
Solo tante e tante velleità di essere "inclusivi" e "performanti" (c'è pure Spalletti, il ct della Nazionale). Con la Roccella che delle femministe scopiazza anche il lessico tacciando di "neopatriarcato gender che nega l'identità femminile, nega il fatto che le donne siano donne", a proposito di utero in affitto. Una bella forma di sudditanza lessicale e di subordinazione culturale verso la sinistra a partire dal linguaggio, non c'è che dire.
Atreju e Falkor, il suo cane volante |
Ad Atreju è comparso in queste ore anche Elon Musk. Speriamo che il ricco patron di Tesla non ci costringa ad acquistare, nell'immediato, le sue auto elettriche. Per il momento ha dichiarato che non avrà fretta di far sparire dal mercato i motori a scoppio. «Il mio messaggio è pragmatico: non penso che dovremmo demonizzare l’Oil&Gas, nel medio termine, ma dobbiamo preoccuparci e avere un futuro gradualmente più sostenibile». Così ha dichiarato. Ovvero, il solito non solo ma anche.
Meglio il film fantasy col cane volante.
Santa Albina
09 December 2023
Iconoclastia comunista e strenne avvelenate
Ieri, era il giorno dell'Immacolata, la data che dà avvio all'accensione delle luci degli alberi di Natale nelle piazze più importanti d'Italia e come è tradizione, nelle famiglie si allestiscono presepi, addobbi, decorazioni e alberi domestici. Ma il comunismo a Nantes (Francia) per il tramite del suo sindaco (in questo caso sindaca) non muore mai e la municipalità social-comunista ha pensato bene di trasformarlo in una sedicente "festa d'inverno". Ho guardato le loro, chiamiamole così, "creazioni" e mai visto niente di più squallido. Sembrano le luci di un vecchio Luna Park in disuso (foto sopra). Che tristezza e che squallore! Così per questa e per cento altre ragioni, mi sono fatta l'idea che il comunismo è una malattia psichiatrica. Vogliono sempre cambiare tutto, ma in modo peggiorativo, sottraendo bellezza e mai aggiungendola. Ogni anno esiste questa tiritera di chiamare il Natale con altro nome per renderlo più "inclusivo" come "festa delle luci" (ma quella è la festa ebraica delle candele). E ora? Beh, viva il generale Inverno! Al punto che i cittadini di Nantes hanno fatto manifestazioni contro la giunta municipale richiedendo a viva voce la magia del vecchio Natale di sempre, pagando di propria tasca, addobbi e decorazioni nei loro rioni. Nel citato Comune, guidato dalla sindaca Johanna Rolland stanno privando i cittadini della sorpresa del Natale, attraverso la rimozione chirurgica di qualsiasi richiamo al carattere cristiano delle feste natalizie, per far spazio a illuminazioni ammiccanti alla comunità Lgbt, a una Madre Natale femminista e decorazioni che nulla hanno a che vedere con lo spirito di questo periodo, tra cui una mucca multicolor e mostriciattoli vari collocati sugli edifici pubblici del centro storico nantese. «Ma perché le decorazioni natalizie hanno fatto spazio a degli addobbi per gente che si fa di acidi?», si è lamentato su X (twitter) un utente.
Una santa Nicola (Claus) di colore |
Non parliamo poi della febbre ecologista sempre figlia di questa ideologia. La paura di tagliare qualche abete vero, nel timore di "deforestare", ha portato, a incrementare il mercato cinese con alberi finti di pessimo materiale sintetico, facilmente infiammabile e impossibile da smaltire. Eccovi servito il paradosso ambientalista.
Non facciamoci illusioni: non ci lasceranno in santa pace nemmeno per questo Natale, questi dannati beccamorti! Aspettiamoci il solito attentato "islamico" che per correttismo politico scrivono "islamista", con furgoncini che mirano a "obbiettivi sensibili" del solito "pazzo isolato", ma opportunamente telecomandato.
Milano allestisce ogni anno alberi sfarzosi e griffati per le vie del centro. L'abete di Tiffany, l'albero di Pandora, e l'albero-gioiello di Bulgari. Benché non ami l'ostentazione del lusso e delle griffe, sono pur sempre da preferirsi allo squallore di Nantes. A condizione però che l'avido Sala, non chieda il pizzo ai cittadini per entrare in piazza Duomo e in Galleria Vittorio Emanuele e prendere visione delle decorazioni. Non ci mancherebbe che questo!
L'albero in piazza Duomo Natale 2023 |
02 December 2023
E insistono ancora per ammazzarci!
Ci sono in ballo soldi, troppi soldi per pensare che ci lascino in pace. Una quantità mostruosa. Pfizer è riuscita nell'intento di piegare i governi eurobabbei ad acquistare partite numerose di vaccini che perfino i più fessi non vogliono più fare. Chi ha fatto tre dosi e - bontà sua - l'ha passata liscia, non vuol fare la quarta dose. Chi ne ha fatti due non fa la terza. Chi non ha fatto niente dice a se stesso: meno male che l'ho scampata! Inoltre i non vaccinati sviluppano anticorpi anche rispetto ad altre malattie, mentre i poveri inoculati quando non muoiono, sono non di rado, afflitti da miocarditi, pericarditi, disabilità motorie e perfino turbocancri. Ce ne ha dato dolorosa testimonianza il caro Max Del Papa che sta iniziando la terapia contro un brutto linfoma. Ora occorre seguire bene quel che avviene in Polonia. La Pfizer sta avviando una causa per chiedere il pagamento di 60 milioni di vaccini di cui Varsavia non aveva bisogno. Ma la Polonia non può rescindere direttamente il contratto per la fornitura di vaccini, poiché le parti contraenti sono la Commissione europea e i produttori. Così ha affermato Pfizer.
Milioni di polacchi si sono rifiutati di farsi iniettare i vaccini contro il Covid-19 e Varsavia ha interrotto le consegne di vaccini quando l’afflusso di rifugiati ucraini all’inizio del 2022 ha messo a dura prova le loro finanze pubbliche. Secondo il media polacco Dziennik Gazeta Prawna, "Pfizer ha intentato una causa civile la scorsa settimana a Bruxelles, per riscuotere 1,5 miliardi di dollari per le 60 milioni di dosi".Le grandi corporation farmaceutico-vaccinali grazie alla perfida Ue, hanno il potere di esercitare lobbying, cioè pressione, sugli stati. Non che ci voglia molto, tenuto conto, che la Ue è un insieme di banche e che la BCE è composta esclusivamente da banche private. I contratti tra Ue (ovvero banche) e le grandi major come Pfizer sono secretati. E già questo la dice lunga sul livello di trasparenza e sulla loro etica. Però queste due entità esercitano l'abuso di costringere i paesi membri ad acquistare una quantità spropositata di quei vaccini che oggi restano inutilizzati (la gente comincia ad aprire gli occhi), sottraendo quel denaro ad altre priorità nazionali.
E allora che fare? Continuare bovinamente ad obbedire al duo Bonnie & Clyde ovvero von der Leyen e Albert Bourla (Pfizer) che spianano il loro mitra presso i governi non più "sovrani" per costringerli all'acquisto delle loro mortifere misture? Chiedere più trasparenza nella corrispondenza di amorosi sensi fra Ursula e Albert Bourla sulle modalità di compra-vendita e sulle loro chat? Pia illusione!
Ma intanto a casa nostra, tornano ad agitarsi i Bassetti (stavo per scrivere Bassotti come la banda di Topolino), i Crisanti, i Burioni. Si innervosiscono perché sono a libro paga delle major farmaceutiche e temono per le loro prebende. La loro ossessione? I famigerati no vax ("più dannosi del virus") che vorrebbero ancora rinchiudere. Ma come? Le dosi restano inutilizzate, la gente diserta gli hub vaccinali che in buona parte vengono smantellati, e questi disertori hanno il coraggio di farci "marameo"? Ecco allora i loro goffi tentativi di ricreare quel clima di panico andato perduto nel corso dei 3 anni e mezzo. Sì, perché la gente si abitua a vivere (o meglio a sopravvivere) anche nella paura. Fatevene una ragione!
Peccato per Bassetti, che il più sprovveduto dei "no vax" sappia perfettamente che le complicanze batteriche possono venire in surplus agli attacchi virali che gli aprono la strada. E che l'azitromicina (Zitromax e affini) serva egregiamente a debellare i batteri delle vie respiratorie superiori che sempre accompagnano le comuni influenze stagionali. Me lo disse con buone ragioni, il mio medico di famiglia, purtroppo andato in pensione. Ma non è finita.
Albert Bourla Ceo di Pfizer |