Ieri ho comprato Panorama per leggere del famoso scoop sulla conversazione intercettata tra Napolitano e Nicola Mancino, già interrogato dalla magistratura sull'ipotesi di aver patteggiato con Ciampi sulla tregua tra governo e mafia nel '92-93.
Morale? Potevo risparmiarmi i 3 euretti, perché l'arte dei giornali e dei rotocalchi settimanali (quale che sia la loro tendenza) è quella di essere abili raccontatori di un bel nulla. Copertina con l'immagine dell'uomo del Colle cupo in volto, titolo a caratteri cubitali "Ricatto al Presidente" con sottotiloro "La verità sulle intercettazioni che scottano". Un lungo catenaccio che promette assai più di quanto non mantenga "Ecco le indiscrezioni sul contenuto delle telefonate tra Napolitano e Mancino: giudizi privati e taglienti su politici e magistrati". Speravo di leggere una bobina, chessò, un virgolettato estratto da una vera conversazione. Nulla di tutto ciò. Solo vaghe e generiche chiacchiere aventi come tema Berlusconi al quale verrebbe addebitata da Napolitano "la responsabilità di aver appannato l'immagine internazionale dell'Italia al punto da far tirare un sospiro di sollievo dalle parti del Colle per la sua uscita di scena da Palazzo Chigi" (cito una frase-chiave dell'articolo).
Ma nooo?!? Ma davvero? e perché? non lo sapevamo che anche Napolitano quando è al telefono con un suo amico, trancia giudizi e parla male di chi gli sta sulle cosiddette? Non sapevamo forse che Antonio Ingroia e le procure sicule usano il sistema dell'insinuazione, per poi ritirare la mano dopo aver lanciato il sasso nei confronti anche del capo dello Stato?
Ballorama avrebbe fatto assai meglio a dirci invece come Napolitano si è speso per far fare in fretta le valige a Berlusconi sloggiandolo da Palazzo Chigi per nominare senatore a vita nottetempo, Mario Monti, un banchiere caro ai Poteri oligarchici. Non a riportare il presumibile chiacchiericcio (peraltro non virgolettato) che l'uomo del Colle fa con Mancino. Il resto dell'articolo è una lista di veleni, di ciarle, di insinuanzioni da parte del bel gotha della stampaglia nostrana come Ezio Mauro e Scalfari di Repubblica, il Fatto di Travaglio, di quel che pensa Adriano Sofri e via disinformando, perciò non mi riesce di capire lo strepito di altri giornali rivali né dove sia lo scandalo, se non che questo è un periodico della famiglia Berlusconi.
Il problema è invece un altro. Il presidente della repubblica è anche il capo supremo della Magistratura. La magistratura in Italia è un potere incuneato nel potere parlamentare e politico, capace (come ha dimostrato) di scardinare quest'ultimo. Napolitano ha sempre sottoscritto e avallato tutti gli arbitri e gli abusi della magistratura. Mani pulite e le Procure sono state una delle famose rivoluzioni colorate (il bianco di Mani pulite con i palloncini bianchi lanciati davanti a Palazzo Marino ai tempi di Tangentopoli, con tanto di signore in guanti bianchi) che hanno altrove, la loro cabina di regia.
Sta scritto sui libri di Storia:
ogni rivoluzione finisce sempre col divorare i propri artefici. E ora la sinistra che di questa rivoluzione togata si è sempre fatta paladina, impara a proprie spese che
chi semina vento, raccoglie tempeste. Inutile fare i garantisti dell'ultima ora e a corrente alternata a seconda dei tornaconti e delle convenienze, come fa in queste ore Bersani. Poi toccherà pure al
giustizialista Di Pietro che in queste ore si sente indicare da La Stampa ( art. di
Maurizio Molinari) e da Il Foglio ( art. di
Giuliano Ferrara) , come l'uomo degli ambienti atlantici, mandato a fare la sua rivoluzione togata per scardinare il sistema- Italia. Tutte cose che la sottoscritta e i pochi sfigatissimi blogger sapevano già da tempo (tant'è vero che le scrissi nel pezzo "
Mani pulite:
Come nacque l'internazionale globalista"), ma che ora qualcuno assai in alto nelle sfere (la solita manina d'oltreAtlantico?) ha deciso di rendere pubblico, molti anni dopo. Sarebbe interessante capire perché oltre agli
scopi e
sovrascopi della messa in onda di tali notizie ...
Insomma, aspettiamoci l'ennesima stagione di veleni, di corvi che svolazzano, di insinuazioni della serie qui lo dico e qui lo nego, di procure mestatrici, di tutti contro tutti e via intorbidendo le acque da qui alle prossime elezioni, e da qui alla fine del mandato presidenziale, visto che mancano solo otto mesi alla scadenza della mozzarella... napoletana.
Una cosa resta vera. Napolitano detto "il comunista preferito da Kissinger", uomo vicino al CFR non merita alcuna solidarietà per come ha gestito il golpe tecno-finanziario nella data palindroma del 11/11/2011, quel golpe che ci ha regalato i banchieri al governo (il trio Monti-Passera-Fornero), i quali si stanno dimostrando dei veri e propri liquidatori fallimentari della nostra economia e industria.
Due parole di disprezzo voglio aggiungerle anche per quei "coglioni" del PdL che in queste ore si sono bovinamente prosternati a porgergli la loro solidarietà e a sollecitare un disegno anti-intercettazioni ex- aequo con Bersani. Un'ottima occasione (sprecata per loro) per starsene in disparte, godersi la scena e tacere. Ma un bel silenzio, non fu mai scritto.
Quanto al garantismo last minute di Bersani & piddini vari, esso è parte integrante del loro sentirsi "antropologicamente e moralmente superiori". Loro possono brandire l'ascia del giustizialismo per far fuori i nemici politici. e lo fecero nella prima, nella seconda Repubblica e perfino per tre Presidenti della Repubblica (Antonio Segni, Giovanni Leone e Francesco Cossiga) nonché per i due Presidenti del Consiglio dei Ministri legittimamente eletti, Bettino Craxi e Silvio Berlusconi. Ma guai a farlo per loro. Ora che uno dei loro viene beccato, invocano ipocritamente una legge salva-Napolitano. E troppo!