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27 July 2020

L'obbrobbrio giuridico della Legge Zan-Scalfarotto



Credevate che "l'emergenza Covid" strombazzata a reti unificate, facesse passare in cavalleria la legge bavaglio Zan-Scalfarotto? Errore. Depopolamento (l'epidemia serve anche a  questo) sostituzione etnica (gli sbarchi incessanti servono a questo) e pure incoraggiamento alle "minoranze sessuali" LGBT fanno parte del medesimo pacchetto. Inutile chiedersi e stupirsi sul perché, in pieno luglio, in un Paese mal ridotto come il nostro con altre gravi priorità ben più urgenti che varare una legge falsamente democratica nonché liberticida, si parla con sempre maggior insistenza proprio di questa, manco fosse questione di vita o di morte. "La dittatura dei sodoma farà sembrare la Ghepeù un organo di benevoli vigili urbani" scrive Blondet. E Costanza Miriano:
“Questa è una battaglia di civiltà sull’ultima trincea, quella della realtà. Una legge che impedirà di dire che i maschi sono maschi e le femmine femmine è la fine della civiltà, della adaequatio rei et intellectus (corrispondenza tra realtà e intelletto), della Verità. Dopo questo, basta, potremo dire tutto: tutto sarà vero e falso insieme, perché se io posso dire che mi sento maschio, dunque sono maschio, vale tutto”.

Restiamo Liberi di esprimerci
Restiamo liberi di educare
Restiamo liberi di pensare


Prelevo il testo dei movimenti Pro Vita sul ddl Zan-Scalfarotto contro l'omotransfobia:

Alcuni vorrebbero una legge penale contro l’omofobia e la transfobia, e in Parlamento sono state fatte diverse proposte di legge.

Ma le persone omosessuali e transessuali sono già giustamente protette dalla legge contro atti violenti, ingiuriosi o discriminatori, al pari di qualsiasi altro cittadino. Allora, a cosa serve una legge contro l’omotransfobia?

In realtà, questa legge nasconde gravi pericoli. Punire le persone in base agli ambigui e imprecisi reati di “istigazione alla discriminazione omofobica o transfobica” rappresenta una minaccia per la libertà di pensiero, di religione e di associazione di tutti i cittadini.

I politici che propongono queste leggi spesso indicano come “omofobi” coloro che sono in disaccordo con loro su temi come la famiglia, la sessualità, i diritti dei bambini. Sostenere che i bambini hanno diritto di crescere con una mamma e un papà sarebbe omofobico, manifestare pubblicamente la propria contrarietà all’utero in affitto o alle adozioni gay sarebbe omofobico; leggere pubblicamente alcuni passi di San Paolo apostolo sarebbe omofobico; affermare che i sessi sono due maschio e femmina e non sono fluidi sarebbe transfobico.

Sono molti gli esempi di persone perseguitate o condannate per omotransfobia per le loro opinioni in paesi dove queste leggi esistono già.

Nel Regno Unito, Caroline Farrow, madre di cinque figli, è sotto processo per essersi rifiutata di usare pronomi transgender.

Negli Stati Uniti, il pasticciere Jack Phillips è stato processato più volte perché, in ragione della sua fede, non vuole preparare torte per matrimoni gay.

Anche la madre di Harry Potter, J.K. Rowling è stata attaccata per transfobia perchè si è apertamente schierata contro il transgenderismo, denunciando i pericoli che corrono tutte le donne “quando aprono la le porte dei bagni e degli spogliatoi a qualsiasi uomo che crede di sentirsi donna”.

Prevedere aggravanti o reati speciali di omofobia o transfobia rischia di trasformare le persone omosessuali e transessuali in una “categoria protetta privilegiata”, violando il principio di uguaglianza con tutti gli altri cittadini.

Migliaia di cittadini, di madri e padri di famiglia, di associazioni… ognuno di noi rischierebbe la reclusione o la denuncia a causa delle proprie convinzioni.

Vivremmo tutti nella paura di essere dichiarati “omofobi”.

L’Italia non ha bisogno di tutto questo. Diciamo NO ad una legge anti omotransfobia. Per l’uguaglianza, per la libertà.

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Ho partecipato a uno dei vari presìdi che si sono tenuti un po' per tutte le città d'Italia.  Questi sit-in hanno avuto successo, ma i media li hanno volutamente ignorati. A tale scopo narrerò un particolare buffo. Mi ero dimenticata la mascherina a casa. Che fare in presenza anche della polizia? Allora decisi di tenermi il volantino con la donna incerrottata di rosso davanti al viso per un'ora. Poi alla fine del presidio dovevo fare certi acquisti al grande magazzino lì vicino e in mancanza della mascherina  resa obbligatoria all'interno, pensai di gironzolare al reparto profumi col volantino stampato in faccia, così gli avventori avrebbero almeno letto le motivazioni. Mi misi in fila alla cassa per pagare e la cassiera non fece una piega.
 I casi sono due: o essere "incerottati" e imbavagliati è diventata la norma e  viviamo in un universo di alienati, o - ipotesi più ottimista -  erano d'accordo con le motivazioni del volantino. "Si è accorta che questo è un foglio di carta e non una mascherina?" ho chiesto alla fine ridendo alla commessa. "Lo sa che non me ne sono nemmeno accorta? " mi ha risposto lei. Le conclusioni traetele voi. Io spero solo che quel pezzo di carta con le motivazioni di cui sopra, abbia illuminato qualche testolina.

Lettura consigliata sul tema: 

https://www.tempi.it/omofobia-un-quarto-del-ddl-zan-e-gia-diventato-legge-nascosto-nel-decreto-rilancio/

Giorno di S. Liliana

20 July 2020

La maschera e il volto




Strana estate un'estate che continua ad essere ancora in maschera. L'ultimo governatore ad aver abolito la mascherina all'aperto è Attilio Fontana, dal 15 luglio in poi, in Lombardia.  I governatori delle altre regioni (in particolare quelle costiere) hanno già "smascherato" i loro cittadini. Con l'obbligo però di metterla quando si entra in locali chiusi. Lo psicologo Claudio Risé nell'articolo di ieri  19 luglio comparso su "La Verità" dal titolo  "Un esercito di sottomessi", fa osservare qualcosa di sgradevole: a certi nostri compatrioti indossare la maschera anche laddove non è obbligatorio farlo, piace. E piace parecchio. Ho visto personalmente dei poveretti a poppa di un traghetto sul mare, che invece di respirare iodio, di inalare gli spruzzi di salsedine su per le narici, tenevano fissi una maschera incollata al volto, tra calura e sudore. E non era la maschera della Commedia dell'Arte, quella che serviva a sottolineare l'identità e le caratteristiche del personaggio.
"Non risulta che siano medici a stimolare questi comportamenti ansiogeni e clinicamente privi di senso", sottolinea Risé.
E' evidente che anche il mio medico della mutua a chi indossa una maschera in presenza di onde, vento di mare e spruzzi salmastri intimerebbe: giù la maschera, respirate e inspirate, imbecilli!
Il terrorismo mediatico-sanitario a cui siamo stati sottoposti in modo massiccio in questi mesi e che continua a gufare con l'imminente  "seconda ondata" dei mesi autunnali, crea a taluni, i cosiddetti "postumi"  duri a morire.  A questo punto, ci vuole un bravo psicoterapeuta per combattere l'angoscia da morte che pervade alcuni individui.
Per parafrasare il Poeta: "Verrà la morte, e avrà la tua maschera".
"Il fatto banale" - sottolinea Risé con cui concordo - "è che purtroppo molte persone non vedono l'ora di obbedire a qualcuno che le comandi senza doversi prendere la responsabilità di sé".
Personalmente, non credo in quei sondaggi distribuiti nei giorni neri del confinamento (non chiamatelo lockdown, per favore), che volevano Giuseppi col suo oltre il  60% di  indice di gradimento. Tuttavia è pur vero che esistono persone ben felici di obbedire e di "sentirsi in regola" nei confronti della cosiddetta "autorità". E di obbedire a qualcuno che adora  narcisisticamente e sadicamente esercitare il suo potere su di loro. Il viso è la parte unica e irripetibile del nostro corpo.  Ciascuno ha i propri lineamenti inconfondibili. Nel linguaggio comune si dice spesso "metterci la faccia", per indicare che siamo disposti ad assumerci le responsabilità delle nostre azioni. E mai come in tempi catastrofici come questi, è diventato un atto di coraggio, mostrarla.

"L'identità personale ha così ricevuto una mazzata durissima nell'umiliante esperienza del terrorismo sanitario, praticato per continuare l'emergenza e lasciare in piedi il governo".

Dobbiamo metterci bene in mente che la libertà, il desiderio di autonomia,  appartengono a pochi e che, purtroppo sono  pochi  coloro i quali li anelano veramente. Non tutti amano sentirsi padroni di se stessi e delle proprie azioni. Per taluni è gratificante pensare a un Babbo Stato che impone, organizza, dispone, sottrae, aggiunge  e ingiunge a piacimento. Solo così possiamo tentare di dare una risposta allo sgomentevole fenomeno dell'obbedienza collettiva che ha come suo simbolo principale la maschera.


"Il governo giallorosso è il primo ad aver imposto una Maschera-Persona che invece di rivelare chi sei o a cosa ti ispiri, cancella la tua identità dietro a quella del conformista-sanitario, pronto a dimenticare, come gli chiede il capo, ogni fede, identità, entusiasmo , pur di salvare la pelle", conclude amaramente Risé.
Siamo dunque tornati alla differenza greca tra bios e zoè a proposito di quella "nuda vita"  concetto  più volte espresso dal filosofo Giorgio Agamben.  In bios ci sono i legami sociali, la vita di relazione, la vita politica e culturale. In zoé,  è la vita animale, quella comune a tutti gli esseri viventi. "Salvare la pelle" ha quindi a che fare con "zoé".
Ma come ho più volte sottolineato, la vita, la vera vita è il significato che le diamo. Se rinunciamo a darle un senso nel timore della morte,  allora è il caso di dire che siamo già dei morti che camminano e  che rinunciano ad avere uno sviluppo, un percorso, una mèta da perseguire. 

"Date a un uomo una maschera, e costui vi dirà la verità", diceva Oscar Wilde, in uno dei suoi celebri paradossali aforismi. La verità è che quelle in circolazione (ora colorate, nere, azzurre, rosse, arancioni, a pois, a righe, in tricolore, in fantasia, o con le paillettes e i brillantini per fare più trendy), sono solo maschere di conformismo sanitario e non, di rinuncia,  di viltà e di paura.

Giorno di Santa Elia Profeta

13 July 2020

Insorgiamo contro il Piccolo Dittatore!




Sono arcistufa di constatare che gli Italiani non sanno liberarsi di un due di picche incapace e borioso che manda la nazione a tracollo come Conte. Sono stufa di leggere commenti come "ma è solo un burattino manovrato" e bla, bla, bla". "Ma le responsabilità sono altrove" e bla, bla, bla". Ma intanto se ne sta lì e nessuno lo caccia  "perché fa parte di consorterie massoniche inarrivabili", e bla, bla, bla.  Altra vulgata, quella delle ramificazioni massoniche, che alla fin fine non porta a nulla e che serve a giustificare l'inazione. Se c'è un mascalzone  che si comporta da tale questo va cacciato a furor di popolo chiunque lo manovri,  e bisogna dare quei giusti segnali di insofferenza che dal 31 gennaio (data dell'inizio emergenza) fino ad oggi, dovrebbero già rendersi  palesi. Il virusfuffa è servito a confinare tra le pareti domestiche 60 milioni di Italiani, a distruggere l'economia, a disgregare le famiglie, ad allentare i legami di solidarietà attraverso il "distanziamento" fisico, a mandare in totale dissoluzione la scuola, a far morire di altre patologie coloro i quali non hanno potuto servirsi dei servizi sanitari ed ospedalieri. Serve altro?
Molti cittadini sono morti per aver subito terapie sbagliate (li hanno intubati, mentre manifestavano fenomeni di trombo-flebiti curabili con eparina). Molti altri sono morti perché il territorio è stato aggredito da vaccinazioni a tappeto contro l'influenza e contro la meningite (mi riferisco alla Bergamasca) e ci sono state interferenze virali di cui già ci sono indagini in corso.  Il riassunto dei mesi precedenti sulle malversazioni e  sugli abusi  già sofferti è reperibile in tutti i miei post pregressi, dove ne ho dato puntualmente conto. Ma non possiamo passare il resto della nostra vita a fare gli scribacchini  da tastiera, sempre e solo lì, a descrivere disgrazie,  senza muovere un dito, mentre il  nostro Paese se ne  va in malora.
L'opposizione fa pena e, se crede di cacciarlo con le vie "parlamentari" con tanto di mascherina, simbolo di imbavagliamento e di impedimento all'eloquio (Parlamento a cui l'Abusivo di Palazzo è obbligato ad adire), aspetta e spera. O se sperano nella defezione di  qualche franco tiratore nella maggioranza che faccia mancare i numeri, pure. Tutti hanno il loro  miserabile tornaconto per aggrapparsi al virusfuffa come Tarzan con le liane. Tutti, tranne gli Italiani e questo paese già duramente provato. 
Quelli del Sud, per contro, devono lottare contro il "governo Carola" (copyright:  Sallusti)  il quale mentre li ha costretti a forza a stare rinchiusi  in casa, pur con un livello di contagio bassissimo, ora fa subire loro i "nuovi ospiti" contagiati dalle navi Ong, vanificando tutti gli sforzi effettuati. Spero che la rivolta di Amantea (bella località turistica) in Calabria sia solo l'inizio. 
E costui, il dittatorello della Banana Republic  di che farnetica ?



"Ragionevolmente lo stato d'emergenza sarà prorogato"
Ah sì? e con chi ne avrebbe ragionato? col suo sosia?
Ora finge di fare retromarcia e dalla fine dell'anno, è passato alla fine di ottobre. Chi glielo ha suggerito ? Mattarella, il suo burattinaio occulto? Non fidiamoci! si prende solo il suo tempo in rate trimestrali per continuare ad andare avanti e far digerire il suo dispotismo di tirannello pugliese a colpi di DPCM , un tanto alla volta.  L'unico virus temuto da Conte e i suoi è quello delle elezioni. Medici illustri e accreditati (Zangrillo, Bassetti), virologi onesti e non superstar (Tarro, Clementi) giuristi (Taormina), giornalisti non allineati  al Partito Trasversale Unico del Virus (Giuli su Libero, Bechis su Il Tempo (da cui ho ripreso il fotomontaggio del dittatore), Belpietro su La Verità), insorgono per l'ingiustificata politica della paura e dell'allarmismo sul virus, applicata dai media di regime. Lo sdegno è tanto, ma occorre di più, occorre che gli Italiani insorgano  personalmente per riprendere in mano il loro destino. La democrazia del nostro paese non è stata solo temporaneamente sospesa, ma trafugata.  La sensazione di blindatura, di soffocamento  e di castrazione ormai è papabile in tutta la nostra vita: prima non ci potevamo muovere dai nostri comuni, poi dalle regioni, ora dall'Italia.  Essere costretti a non lasciare il nostro paese (pena qualche quarantena) significa che non possiamo avere dei nuovi stimoli, degli utili parametri di confronto, proprio come avviene nelle dittature. Essere inoltre impediti negli spostamenti, in forza degli eterni lavori in corso di gallerie e viadotti da "mettere in sicurezza" (vedere post precedente)  ora che siamo in piena estate, dà il colpo di grazia alla nostra industria turistica e balneare. Inoltre i turisti stranieri ricchi e portatori di denaro non possono atterrare in suolo italiano (vedi il recente caso dei turisti americani in Sardegna su aereo privato),  le "risorse" dall'Africa e dall'Asia, invece sì. Tanto per creare ulteriore caos, contagi, destabilizzazione e  decomposizione sociale. In un modo o nell'altro ci vogliono morti. Che attendiamo a ribellarci?

Letture consigliate: 


10 July 2020

Genova per noi? No, per nessuno



A chiunque di voi, almeno una volta nella vita sarà capitato di transitare per Genova che nell'etimologia  del suo nome  reca il significato latino di Janua (Porta). Genova porta aperta per la Francia e porto di mare tra i più importanti d'Italia insieme a Trieste. Genova porta  di transito per il resto della Penisola. Genova, scalo di  traghetti per le isole.  Genova scalo marittimo di merci in transito  per il mondo. "Genova  per noi" è anche una deliziosa canzone di Paolo Conte, il "mandrogno" (come i genovesi chiamano quelli dell'entroterra piemontese appena dietro ai monti) che sogna i suoi tesori del mare:

In un'immobile campagna.
Con la pioggia che ci bagna
E i gamberoni rossi sono un sogno


La Liguria è stata una regione a lungo egemonizzata dalla sinistra che ne fece un vero feudo rosso ad usucapione. Ora che finalmente è riuscita ad affrancarsi grazie a una giunta di centrodestra in coalizione, e con un governatore di buon senso, sembra che ciò non venga perdonato. Cosa sono i blocchi nelle gallerie e viadotti con gli "esperti" inviati in piena estate dal ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture capeggiati dalla  piddina De Micheli  se non un vero e proprio sabotaggio della stagione turistica? Se devo fare la mia graduatoria di governatori migliori, do il primo premio a  Giovanni Toti, perché non  ha fatto l'arrogante sceriffo come buona parte dei suoi colleghi, non rompe i santissimi ai suoi cittadini con i "protocolli della Fase 3",  non interpreta le leggi alla lettera e non bastona né terrorizza i suoi liguri con regolamenti spiaggiaioli assurdi. Ha una buona e rassicurante comunicazione, mai sopra le righe.

E' stato il primo ad aprire la sua regione verso altre, ha mantenuto la parola sul ponte Morandi consegnato ricostruito in data stabilita,  con un sindaco di Genova Marco Bucci che è una degna persona. Classico ligure asciutto e introverso che risparmia le parole, ma che si rimbocca le maniche  e fa  davvero tanto  per la sua città, cercandosi il team con  le maestranze giuste. Fine  della parabola degli iettatori sussiegosi alla Burlando e degli "spezzini lessi " alla Orlando, costretto a farsi eleggere in un collegio fuori dalla Liguria.  E si badi, questo mi viene riferito da cittadini genovesi  piddini convertitisi di fronte all'evidenza dei fatti,  a una giunta operosa e virtuosa.  Le promesse sono state mantenute e il ponte Morandi è stato fatto nei tempi stabiliti, tant'è vero che si parla  già di un "modello Morandi",  di un "modello Genova" e perfino di un "modello Liguria". Ma  ora, i Sicari dell'Economia  al governo  che fanno? Ricompensano il loro impegno e spirito di sacrificio buttando addosso alla Regione blocchi di traffico spaventosi con camion  in colonna e revisioni di viadotti e gallerie nel pieno della stagione turistica, revisioni che avrebbero potuto e dovuto essere state eseguite durante i mesi della reclusione (lockdown).
Quando si dice l'invidia e la cattiveria! Il PD non vuole perdere la sua ex regione rossa e si prepara alla campagna elettorale, sabotando con l'uso della  protervia (la  penosa scusa della "sicurezza prima di tutto" della De Micheli che è riuscita nel singolare intento di essere peggio di Toninelli), appoggiato dai grillini che hanno cercato con ogni mezzo di sabotare la Gronda. Sabotare inoltre il trasporto merci  destinate alle navi cargo, significa che i fornitori, sono costretti a rivolgersi ad altri scali di altre realtà portuali.

Dopo averci segregato nelle case per quasi 3 mesi, il governo centrale ha creduto opportuno intrappolare i cittadini già provati delle regioni del  Nord  (Piemonte, Lombardia ed Emilia)  in 4 lamiere, farli sudare al volante con code interminabili, ridurli a mendicare la classica bottiglietta dalla Protezione Civile e lasciarli circolare a passo d'uomo, magari canticchiando mare, mare,mare ma che voglia di arrivare... , quando va bene. 
Paolo Becchi il professore genovese di filosofia del diritto, ha lanciato i suoi strali per Libero.
"Caos totale sulle autostrade liguri, con ingorghi pazzeschi e inaffrontabili. E così, nel giorno in cui il M5s sta per piegarsi alle nuove concessioni ad Autostrade-Benetton per il nuovo Ponte di Genova, ecco che Paolo Becchi esprime tutto il suo disappunto per le autostrade liguri con un tweet che parla da solo. Un'immagine che mostra un paesaggio arido, la neve sullo sfondo e una strada di pietre e massi, strada sulla quale camminano degli asini carichi di borse, borsoni e casse. Sopra la foto, la scritta: "Unico collegamento aperto con la Liguria". A corredo, Paolo Becchi aggiunge il commento: "Questo è al momento l'unico collegamento possibile con Genova e la Liguria". (fonte: Libero)

Unico collegamento aperto per la Liguria 

Ma  il mite Toti, che tanto rassomiglia  a Gas-Gas, il topazzone grassoccio della  Cenerentola di Disney, nonostante quell'aria  paciosa non è rimasto solo a lamentarsi e a  guardare il disastro, fatto appositamente per provocare "un calo d'immagine" della sua regione.
"Adesso la procura di Genova, a fronte di molti esposti, tra i quali quello della Regione Liguria, ha aperto un fascicolo sui disagi causati dai cantieri dovuti alle ispezioni e agli interventi per mettere in sicurezza le gallerie presenti sulla rete autostradale ligure. I magistrati hanno chiesto chiarimenti direttamente al ministero dei Trasporti e ad Aspi riguardo le modalità, le tempistiche degli accertamenti e sulla anticipazione della fine delle ispezioni e il differimento degli interventi meno urgenti. Nel fascicolo aperto dalla procura sono contenuti anche gli esposti fatti dalle pubbliche assistenze del Levante che hanno denunciato ritardi nell’assistenza ai pazienti e nel trasporto in ospedale. Molte le ambulanze e le auto-mediche che sono rimaste bloccate negli ingorghi stradali.

Lo scontro tra la Regione Liguria e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sembra destinato a darsi appuntamento in tribunale. Il presidente Giovanni Toti ha affermato di essere "pronto a chiedere i danni". "Presenteremo al tribunale civile di Genova una richiesta formale di risarcimento che cercheremo di quantificare attraverso adeguate perizie". Della stessa idea del governatore anche albergatori, trasportatori e terminalisti del porto. Intanto sulle autostrade si accumulano chilometri di code. Sulla A26 si sono registrati fino a 8 chilometri di coda in direzione Voltri." (fonte: Il Giornale).  Ma ci sono altre code un po' dappertutto lungo il transito rivierasco, grazie al "pacco governativo". 

Su questo sfondo già caotico di per sé, è notizia di queste ore che, dopo tante chiacchiere e distintivi da parte dei Pentagrulli, alla fine la sciura De Micheli assegna la gestione del nuovo cavalcavia ad Aspi (Autostrade per l'Italia S.p.A).  E Conte che aveva capeggiato l'assalto ai Benetton durante il governo gialloverde del 2018, ora cala pure le brache. In altre parole sotto i ponti ci vanno gli sciocchi Pentagrulli e sopra il ponte, i Benetton. Superior stabat Lupus, cari grullarelli! 
Così  narra la favoletta.  Il resto, à suivre. 



04 July 2020

Cosa manca all'opposizione ai tempi del virus




Rieccomi nel giorno di S. Elisabetta. Oggi è anche il Giorno dell'Indipendenza  per gli americani. Da  poche ore si è svolta la manifestazione del centrodestra che dirò subito, non mi ha scaldato il cuore. Specie con all'interno FI e  con un Tajani, già cedevole nei confronti del  Mes . Con Berlusconi pronto a rinegoziare la sua ascesa nell'agone politico in cambio di un risarcimento per le ingiustizie subite dalla Magistratura. Che farà? darà il suo appoggio a un "governissimo"? a un nuovo "governo tecnico"?
Ma andiamo avanti. Le condizioni per partecipare a detta manifestazione sono state molto stringenti: un tetto numerico di partecipanti, l'uso  obbligatorio della mascherina, il cosiddetto "distanziamento sociale" (in realtà, fisico). Ora mi chiedo: è mai possibile che i giornaloni  non si siano resi conto che a Napoli dopo la caciara dei tifosi inebriati dalla vittoria della loro squadra contro la Juventus e dei festeggiamenti protratti fino alle 5 di mattina  dov'erano tutti ammassati e senza mascherina, non si è registrato un solo caso di coronavirus? e nemmeno di positività? Inoltre perché il governatore campano De Luca (PD) è stato graziato nel suo permissivismo, mentre l'opposizione deve sottostare al guinzaglio e alla museruola per poter manifestare con tanto di partecipanti a "numero chiuso"? Ma vengo al tema in oggetto. 
L'opposizione è stata timorosa e timorata, timida e spaventata per tutto il periodo del contagio e non ha saputo scaldare menti né cuori, quale che sia il motivo che sta dietro a questa sua latitanza.  Ricordo che nessun cittadino di nessun paese è stato preso in ostaggio per 3 mesi  per essere confinato ai domiciliari come i cittadini italiani.
 "Istillare la paura del prossimo, rinforzare i dispositivi di sorveglianza e limitare le libertà che attingono alla sfera fisica sono tra i frutti più evidenti della declinazione emergenziale odierna" scrive il Pedante ( pseudonimo di personaggio misterioso) su La Verità del 19 giugno scorso, a pag. 15, una pagina che ho diligentemente ritagliato,  conservato e che ricopio a mano per i lettori. "Il primo si manifesta in modo radicale nel dispositivo del "distanziamento sociale" che fa della negazione della prossimità e del suo comandamento evangelico una norma generale".
Infatti quel che l'Autore sottolinea  è  proprio il venir meno al comandamento evangelico "ama il prossimo tuo come te stesso".  Ma senza il prossimo, viene meno anche l'essere "sé stessi", poiché noi esistiamo in situazione di interazione con l'altro.

"L'aumento della sorveglianza si traduce in un dispiegamento di forze e di tecnologie per la prima volta esteso ai movimenti quotidiani di tutti e ovunque. Entrambi i prodotti convergono strumentalmente sul terzo, più ampio e in fieri, della segregazione dei cittadini nello spazio fisico. L'accelerazione  quasi indisturbata di questi processi sconta il difetto di visione di una modernità tutta proiettata sull'immaterialità dei software, dei numeri e delle astrazioni e non più avvezza a riconoscere che l'umanità è il corpo".

Vogliamo ricordare, a tale proposito,  i tentativi (per fortuna falliti) di  spiare i nostri corpi  per estendervi il loro predominio, mediante quell'App Immuni, che non solo avrebbe dovuto denunciare lo stato di  "positività" al virus cinese che c'è in noi, ma pure tracciare tutti i nostri contatti per pescare altri eventuali "malati"? Così si ricrea una catena di poveretti da umiliare,  confinare e segregare nuovamente in casa quale punizione per essere considerati dei potenziali "appestati". "Stiamo calpestando decenni di lotte per la legge sulla privacy. Immaginate cosa succederebbe se facessi scrivere sulla porta di un mio paziente ”malato di tubercolosi” o ”positivo all’Hiv”. Cosa farebbero i vicini?", si chiede l'infettivologo genovese Matteo Bassetti. Ma è proprio questo che vogliono: fare strame dei nostri diritti.  

 Proseguo con il Pedante: "Mentre i governatori di alcune regioni italiani parlano di interrogare, diagnosticare, scovare casa per casa  i positivi al virus e auspicano di prelevarli con l'obbligo dalle loro famiglie, è normale l'inquietudine di una popolazione che in questi provvedimenti sbandierati come sanitari ritrova  il repertorio proprio della giustizia penale:  i sospetti, le indagini, gli interrogatori, e l'arresto, fino alla detenzione al carcere o ai domiciliari. Senza però capire quale sia il reato e chi il giudice, né potersi quindi difendere".

Bene, in pratica, ciascuno di noi è solo con questa angoscia senza averci  dalla sua parte un "avvocato" né un vero partito a cui fare riferimento. Perché? cercheremo di capirlo. 

"Nella "medicina penale" si è tutti colpevoli fino a prova contraria, e anche al di là  di ogni prova contraria. Sul nodo  così centrale -ma scientificamente controverso dei portatori sani si è eretto il postulato di un'umanità naturaliter malata e perciò sempre candidabile al sospetto, alla repressione e alla custodia cautelare. Giacché il pericolo si annida negli uomini in quanto uomini, allora solo un intervento che provenga da processi estranei ai loro corpi condannati lo può disinnescare. La vaccinazione invocata -per quanto ugualmente controversa  -diventa la proiezione simbolica, l'unica liberazione possibile, la "soluzione definitiva" (Roberto Speranza) , "il sacramento medico corrispondente al battesimo (Samuel  Butler).

Siamo dunque pervenuti a una scienza che si fa teologia e perfino teocrazia.



Invito i lettori a meditare su queste frasi e pongo l'accento su il nuovo ruolo assunto oggi dalla medicina. Accanto al ruolo storico di una medicina che guariva e leniva i mali, riparava i guasti della Natura,  ecco affacciarsi l'idea secondo cui  i suoi rimedi e le sue ricette e farmaci debbano essere imposti coattivamente a un popolo sempre più diffidente e  recalcitrante. E come non potrebbe essere altrimenti?  Si pensi solo all'idea demenziale secondo cui una persona con la febbre a 37 e mezzo possa aver voglia di mettersi in costume da bagno e di piazzarsi in spiaggia sotto il sole. Pertanto all'ingresso degli stabilimenti balneari la si debba forzosamente intercettare mediante il termoscanner.

"E' una visione che gronda disprezzo dell'essere umano, lo squalifica al rango di una bestia incapacedi discernere il proprio bene, pericolosa per sé e per gli altri e perciò sempre bisognosa di un padrone severo che la mortifichi...".

Di fronte alla palese invenzione del "reato virale" e dei vari modi per perseguirlo, che fa l'opposizione? Passeggia in maschera, stende lunghi teli tricolore, fa ritocchini chirurgici ai ddl di Conte e si limita tuttalpiù a fare la sindacalista per le partite IVA e a parlare di "meno tasse" e "meno burocrazia". Basta con questa sòla  mediocre della "politica come arte del possibile"! Anche il "possibile" deve avere comunque una sua strategia, ottenere dei risultati e saper colpire al cuore la dittatura sanitaria che stiamo vivendo e che non finirà nemmeno con i 40 gradi di un'estate incandescente. Troveranno  il modo di  farci tenere addosso la mascherina a vita come avviene nei formicai asiatici, fino a che non saremo tutti felicemente "vaccinati". Capito Fontana che fa le proroghe della mascherina obbligatoria  fino al 15 luglio solo perché glielo ha suggerito il virologo?  Capito Zaia che minaccia il TSO per i disobbedienti dei distanziamenti, per i refrattari ai ricoveri, e fa pure il baldo sceriffo con un imprenditore "contagiato" reo di essere andato a fare affari in Serbia? Se è così, che se la prenda innanzitutto con la globalizzazione e delocazione dell'industria veneta e italiana in altri paesi, e non si renda ridicolo con le sue minacce.
 Se i due governatori leghisti copiano il piddino Bonaccini e il suo motto bolscevico "vi staneremo casa per casa", saranno condannati a perdere inevitabilmente consenso e susciteranno ostilità e ribellioni nei cittadini lombardo-veneti. Qui non si tratta più di "arte del possibile", ma di copiare di sana pianta il dispotismo e l' autoritarismo piddiota.  Ed è un pessimo copiare.
Bene fa Trump a festeggiare solennemente la più importante festività civile del suo paese, l'Independance Day, senza distanziamenti né limitazioni di sorta. E' un segnale di orgoglio e di patriottismo.



Frattanto al governo, troveranno il modo (e già lo fanno) di tenere alto il volano del contagio (eh sì, il virus perde la sua carica letale e rovina i loro piani) introducendo clandestini su clandestini nei nostri porti. Se non si possono bloccare e  controllare gli ingressi solo perché non lo si vuole, va da sé che l'unico controllo ritenuto imprescindibile per le élite oligarchiche sarà il vaccino su scala planetaria accompagnato da sistemi elettronici e telematici di controllo e tracciamento - quello che ci rende obbligatoriamente tutti uguali davanti a vaccinazioni a tappeto eseguite sul branco : bianchi, neri, italiani, stranieri. Tutti tamponati e vaccinati. E tanto peggio per gli "effetti collaterali".
Un'opposizione "moderata",  accondiscendente e  non ribelle, latitante su questa temibile sfida della quale sembra non aver capito i suoi risvolti più autoritari e antidemocratici,  non può esistere e servirà solo a far scatenare i movimenti autonomi  di piazza che inevitabilmente cresceranno sempre di più.