Renzi ha presentato all'Europa i conti sforati. Insomma, come si dice nel linguaggio manageriale ha splafonato. Ovviamente la sottoscritta non sostiene le politiche di austerità e gli strangolamenti del famigerato 3%. Ma Renzi sfora per mantenersi i suoi clientes e le sue clientele piddiote, non per fare del bene agli Italiani. Non per il bene del paese, attraverso buoni servizi. Anche i suoi comitati per il SI' hanno a che fare con i suoi conti non in ordine. La politica costa, si sa, e lui per mantenersi in sella, spende. A deficit.
"Quello che si sta profilando tra il governo Renzi e la Commissione Europea è un baratto: loro alla fine ci approveranno i conti falsi, noi ci terremo e continueremo ad accogliere (salvo dure proteste che spero accadano), gli immigrati". Lo scrive perfino Sallusti sul Giornale, figuriamoci se non l'ha capito Orban, il premier ungherese.
“Se l’Ungheria o la Slovacchia ci fanno la morale sui migranti e non ci danno una mano”, l’Italia è “pronta” a mettere il veto sul bilancio comunitario", ha dichiarato il capo (abusivo) del governo italiano in uno dei suoi One Man Show a Porta a Porta.
Rincara la dose Gentiloni: “Con muri e referendum l’Ungheria ha sempre rivendicato di violare le regole europee sulle migrazioni. Ora almeno eviti di dare lezioni all’Italia”.
Rincara la dose Gentiloni: “Con muri e referendum l’Ungheria ha sempre rivendicato di violare le regole europee sulle migrazioni. Ora almeno eviti di dare lezioni all’Italia”.
Non si lascia intimidire Orban che ha capito perfettamente il dualismo deficit di bilancio-flussi migratori ininterrotti, un binomio inscindibile del quale si fa scudo Renzi.
“La politica interna italiana è un terreno difficile. L’Italia ha difficoltà di bilancio con un deficit che aumenta, mentre stanno arrivando in massa i migranti, con spese ingenti. Renzi ha tutte le ragioni di essere nervoso”, dichiara il premier ungherese. Il vero motivo dello scontro è la politica delle quote di immigrati sulle quali Orban non ha intenzione di cedere. Se non si riesce a togliere dall’ordine del giorno le quote obbligatorie, continuerà a sussistere questa situazione di stallo ed i grandi Stati “vorranno far inghiottire a noi le quote obbligatorie”, ha dichiarato.
In questo caso, l’Ungheria resisterà, non attuerà la decisione e farà causa contro la Ue: “Ci sarà una grande battaglia.", annuncia. Insomma Orban sa benissimo che lo sbruffone di Rignano sta barattando i clandestini con la licenza di contrarre altri debiti e non ha alcuna intenzione di piegarsi all'immondo ricatto delle quote redistributive.
“La politica interna italiana è un terreno difficile. L’Italia ha difficoltà di bilancio con un deficit che aumenta, mentre stanno arrivando in massa i migranti, con spese ingenti. Renzi ha tutte le ragioni di essere nervoso”, dichiara il premier ungherese. Il vero motivo dello scontro è la politica delle quote di immigrati sulle quali Orban non ha intenzione di cedere. Se non si riesce a togliere dall’ordine del giorno le quote obbligatorie, continuerà a sussistere questa situazione di stallo ed i grandi Stati “vorranno far inghiottire a noi le quote obbligatorie”, ha dichiarato.
La guerra "ungherese" di Renzi |
L'Unione Europea che era nata dopo la II Guerra Mondiale per evitare le guerre, nell'illusione che la pax mercantile fosse la panacea ai "mali assoluti" del Novecento, in realtà scatena conflitti e guerricciole a non finire tra uno stato e l'altro. E questa dell'Ungheria ribelle alle quote di clandestini, è una prima crepa importante del muro eurocratico.
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La seconda crepa è data dalla resistenza al CETA (acronimo di Comprehensive Economic Trade Agreement ovvero L'Accordo economico e commerciale globale con il Canada) e al TTIP (Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti)
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La seconda crepa è data dalla resistenza al CETA (acronimo di Comprehensive Economic Trade Agreement ovvero L'Accordo economico e commerciale globale con il Canada) e al TTIP (Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti)
Purtroppo la resistenza della Vallonia al Ceta è durata lo spazio di un mattino. Ci ha fatto sognare e ben sperare, ma poi altre forze hanno avuto il sopravvento. Nei giorni scorsi il parlamento della Vallonia, regione francofona del Belgio, si era opposto al trattato di libero scambio, giudicato così com’è stato pensato svantaggioso economicamente e umanamente. Una parte del Belgio ha detto un secco no al Ceta, ma le autorità in Europa hanno fatto pressioni, e alla fine l’hanno avuta vinta.
“Come Campagna Stop TTIP Italia abbiamo comunque scelto di non abbassare la guardia” .
Così scrive l'associazione Terra Nuova.It. I motivi per cui occorre rigettare in blocco la ripresa di negoziati relativi al TTIP sono elencati qui nel sito Stop TTIPITALIA.
Ecco cosa ha detto Obama durante gli ultimi colloqui con Renzi alla Casa Bianca:
La promessa che ci saranno posti di lavoro per tutti è falsa e mendace. A dominare in maniera tirannica ed assoluta sui singoli Stati (sempre più umiliati nella loro cessione di sovranità) saranno esclusivamente le multinazionali, tutte di proprietà di una ristretta cerchia di oligarchi globalisti super-ricchi.
Essi eserciteranno la loro pesante egemonia, grazie alla clausola ISDS, inserita in tutti i citati Trattati. L'Investor-state dispute settlement (in sigla: ISDS; traducibile in italiano come Risoluzione delle controversie tra Investitore e Stato). Detta clausola, prevista nel Capitolo 8, sezione F, del trattato CETA, impone che a dirimere le controversie sia un TRIBUNALE PRIVATO costituito da 3 avvocati (pagati 3 mila dollari al giorno/cadauno) iscritti all’Albo di ICDR.
Morale: le leggi ed ordinamenti degli Stati nazionali non varranno più nulla, poiché sulle sentenze avrà competenza esclusiva quel collegio di 3 avvocati, i quali, essendo legati da sempre mani e piedi alle multinazionali che investono, condanneranno sicuramente con sanzioni pecuniarie di miliardi di dollari a titolo di risarcimento, quegli Stati che oseranno impedire l'ingresso dei loro prodotti. Ad esempio, la coltivazione e la commercializzazione di OGM nei territori di loro giurisdizione.
La citata clausola è di fatto l'arma delle multinazionali contro la sovranità degli stati, per mezzo della quale potrebbe venire definitivamente azzerata. Il “Centro Internazionale per la Risoluzione delle Controversie” (ICDR) venne fondato nel 1996 dalla “Associazione Americana di Arbitrato” = AAA = “American Arbitration Association”.
In caso di ratifica del TTIP, Ceta, Tisa e altri trattati simili, si profilano inoltre frodi e truffe a non finire come la mancata tracciabilità dei prodotti alimentari, gli OGM, i pesticidi non autorizzati, ecc.
Benvenuti nel NWO e nella sua Frankenstein Economy and Trade!