SS Oreste e Dora. Ricorre oggi come è noto l'anniversario della Caduta del Muro. Oggi sono passati trent'anni da quel fatidico
9 novembre 1989. Ma questa, purtroppo, non sarà mai una data da poter ricordare con la stessa esultanza con cui si festeggiò la fine della IIa guerra mondiale e con essa la caduta del nazifascismo. Perché? Perché non tutti i muri cadono per portarci gioia e letizia.
- La caduta del Muro ha dato la stura alla globalizzazione e al mercatismo internazionalista, che è un'altra rivoluzione su scala mondiale.
- Ha permesso alla Ue di creare e allargare l'area mercantile di Schengen, col risultato che ora insieme ai capitali e alle merci ci sono anche flussi incontrollati di uomini dai vari angoli del pianeta (moldavi, romeni, rom solo dall'Est, migrazioni dal Sud del mondo, specie dall'Africa e dall'Asia ecc.)
- Dopo la caduta sono subito nati i "transcomunisti", e "postcomunisti", neoconvertiti al mercato unico di un mondo unico.
- Le etnie tenute insieme con la forza totalitaria e dispotica delle dittature comuniste, hanno dopo la caduta del Muro, ripreso a farsi guerre e guerriglie nei Balcani e nelle ex Repubbliche socialiste sovietiche. Poi rivoluzioni colorate dette "delle repubbliche baltiche" che puzzano lontano un miglio di bruciato in quanto sponsorizzate da qualche magnate-speculatore (Soros e non solo). Guerre in Medio Oriente (Siria) con l'entità terrorista come l' Isis, a sua volta manovrata da forze destabilizzatrici.
Poiché nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma. E anche il comunismo si è su
bdolamente trasformato nell'ambiguo passaggio from
Marx to Market.
Sia
Massimo Fini nel suo pamphlet sull'antimodernità
"Il vizio oscuro dell'Occidente" (del 2002 e con grande anticipo rispetto alla crisi attuale) che
Giulio Tremonti nel capitolo "Il lato oscuro della globalizzazione" del suo saggio "La Paura e la Speranza", sono consapevoli che l'
homo oeconomicus è un retaggio delle rivoluzioni industriali inglesi, poi illuministe, poi francesi, poi bolsceviche, e che il "mercatismo" attuale è la faccia ferocemente fondamentalista del vecchio liberalismo-liberismo, con al suo interno qualche costola di marxismo, apportata opportunamente dai transcomunisti e socialisti. "Il mercatismo", è "utopia-madre della globalizzazione ne è il motore ideologico: i liberali drogati dal successo appena ottenuto nella lotta contro il comunismo; i postcomunisti divenuti liberisti per salvarsi, i banchieri travestiti da statisti (ovvero i cosiddetti "illuminati fanatici"); gli speculatori-benefattori (allusione a Soros e a Bernard Madoff?!), e i più capaci pensatori di questo tempo, gli economisti, sacerdoti e falsi profeti del loro credo". (Giulio Tremonti in
La Paura e la Speranza).
Per entrambi, "il Paese dei Balocchi"(Massimo Fini) o "la cornucopia dell'abbondanza" (Tremonti) si è trasformata da sogno in un incubo, il cui uomo, ridotto a Grande Consumatore, a una mera scheggia di PIL, è uomo a taglia Unica dal Pensiero Unico. "Noi non produciamo più per consumare, ma consumiamo per produrre" scrive Massimo Fini " Il meccanismo non è al nostro servizio, ma noi al suo...".
Megabanche, tecno-finanza, universalizzazione e deresponsabilizzazione (due concetti intimamente legati del capitalismo su scala planetaria) slegate da tutto e da tutti , hanno creato il crack delle bolle speculative. La "tempesta perfetta" è partita dalla tecno-finanza, ma andrà ancora avanti con le carte di credito (che in USA sono in realtà, sempre più carte di debito).
"Tutto si è sviluppato dentro la "meccanica perversa" del "meno rischi più guadagni", perché con le nuove tecnologie finanziarie gli operatori, più trasferivano a terzi i loro prodotto, più facevano profitti" . I Subprime, i prestiti a rischio concessi negli USA, impacchettati e fatti circolare per il mondo, sono solo il primo anello di una lunghissima catena di fuga dal rischio e di corsa ai profitti. Una fuga e una corsa fatta di tanti altri strumenti (
vehicles, collateralized debt obligations, derivatives, monolines, hedge funds ecc. ). Strumenti diversi tra loro, con un comune denominatore: l'essere operati e operabili fuori da ogni controllo (...) (ancora Tremonti op. cit, il quale oggi preconizza una crisi ancora peggiore di quella del 2008). Pare infatti che le banche tedesche non se la passino troppo bene.
O meglio, siamo nel perverso gioco del "bolla su bolla". E non è escluso che la prossima "bolla" sarà "verde" o "bio".
"E' come essere dentro un videogame: arriva un mostro, lo batti, e ment
re tiri il respiro ne arriva un secondo. E poi un terzo ancora più grande, e un quarto. Il primo mostro sono stati i mutui e in qualche modo sono stati gestiti. Ora sta arrivando il secondo, le carte di credito, che in America sono carte di debito, e anche questo potrebbe essere gestito. Si sta avvicinando il terzo mostro: i finanziamenti alle imprese, inclusi i corporated bond in scadenza. E sullo sfondo si profila il quarto mostro, i "derivati" (Tremonti al
Corriere della Sera - intervista a Mario Sensini).
Conclude Massimo Fini nel suo pamphlet:
"
Lo scontro del futuro non sarà quindi fra destra e sinistra (ndr: infatti la globalizzazione ne azzera le distanze e i significati intrinsecamente ideologici e culturali), fra un liberalismo trionfante e un marxismo morente - questo lo sappiamo. Non sarà nemmeno quello scontro di civiltà fra Occidente e Islam, preconizzato dallo studioso americano Samuel Huntington. Il terrorismo alla Bin Laden sarà con ogni probabilità una parentesi - magari una lunga parentesi - che aiuterà l'Occidente a rafforzare la propria egemonia, a completare il delirio dell'unico modello mondiale, assorbendo, integrando, innocuizzando, distruggendo ogni altra cultura. Non ci saranno guerre di civiltà
perché ne rimarrà una sola, la nostra
. Ma è all'interno di questa che arriverà lo scontro vero, il più drammatico e violento: fra le élites dominanti
fautrici della modernità e le folle deluse, frustrate ed esasperate
, di ogni mondo, che non ci crederanno più, avendo compreso alla fine, che lo spirito faustiano, lo spirito dell'Occidente, opera eternamente il Bene ma realizza eternamente il Male.
Dunque più "crepuscolare" la visione di Massimo Fini, seguace di Spengler, più "risorgista" quella di Tremonti che come politico e uomo di governo, non può che cercare d' infondere speranza. Ma i punti di partenza tra i due sono molto simili e non poche sono le analogie nell'analisi di un fenomeno inafferrabile come la globalizzazione.
Ecco quanto ha da aggiungere la sottoscritta. Il Mercato che ha al suo servizio i comunisti di ieri, l'Ue che il grande dissidente russo Vladimir Bukovskij appena scomparso, chiamava non a caso "un avanzo di Guerra Fredda" nel suo libro
EURSS. Il mercato che si regola da sé secondo la taumaturgica visione liberista? Panzane grossolane!
Senza uno stato-gabelliere e collettore di imposte per conto Ue (in altre parole, uno stato-Troika con governi-Troika come quello attualmente in carica) non è possibile realizzare alcun "pareggio di bilancio", un eufemismo ipocrita per dire "austerità" strozzina, quella che ha già strangolato la Grecia e che ora ripete il suo tragico copione per noi (come già aveva fatto il Governo Monti). Ecco perché, crollando la Cortina di ferro, quel Muro che prima separava i due mondi, oggi per paradosso, ci rivela un mondo che è un po' la continuazione con altri mezzi, di quello stesso modello liberticida: il mondo unico (
One World), col mercato unico (
One Market) dal Pensiero Unico, magari sorretto dalla dittatura delle "minoranze" sulla maggioranza. Se poi i governi-troika "non eletti" promuovono la
Santa Inquisizione della
Santa Commissione contro l'Odio per bloccare sul nascere ogni legittimo esercizio della critica
, ecco che allora gli spettri del passato si materializzano tornando più che mai a rivivere.
E a nulla serve invocare "
Più Europa", come sta declamando in queste ore Mattarella. Non si può lasciar credere alla gente che il Problema-Europa, rappresenti la Soluzione ai nostri mali.
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Un esempio di faccia tosta del PD: il Muro del comunismo erano loro, e ora fingono di averlo abbattuto. Sono senza vergogna! |