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30 December 2018

Risate di S. Silvestro


Si ride per non piangere. Come post sansilvestrino eccovi alcune cartoline di fine d'anno di vignettisti italiani come Krancic, alcune altre immagini emblematiche di vignettisti francesi antimacronisti. Poi la solita Ue  l'anno prossimo ci vieterà di mettere link, di abilitare foto, di abilitare vignette con la scusa della legge sul copyright (diritti d'autore): un altro modo per arrogarsi l'esercizio arbitrario della CENSURA.

«Con la scusa della riforma del copyright, il Parlamento Europeo ha di fatto legalizzato la censura preventiva e e la libertà dei cittadini», protesta Isabella Adinolfi, europarlamentare 5 Stelle. Una pagina nera per la democrazia. Enzo Pennetta su Byoblu entra nel merito di tutti i rischi di detta "riforma".  In ogni caso, una forma di regime  che è visibilmente alle corde, terrorizzato solo all'idea di venir criticato.
  


Gentiloni difende i nostri confini

"Non eri tu che volevi organizzare qualcosa per il cinquantenario del maggio '68?" 

"Bisognerà abbassare il prezzo delle brioches? "









Scrive Paolo Becchi su twitter: "INCREDIBILE! Questo è il regalo che la Commissione europea ha fatto a Juncker. Non è giusto: lo volevo io". 

Non vi auguro le sbornie di Juncker, ma alzate pure i vostri calici e i vostri cuori per un allegro Capodanno, soprattutto per uno sfolgorante 2019! 





23 December 2018

La Bellezza della Natività



Sarebbe bello chiuderci nelle nostre case addobbate a festa con l'albero sfavillante e il presepe, festeggiare con letizia questi giorni pensando che c'è un governo che lavora per noi e rilassarci, finalmente. Così dovrebbe essere. Ma beato a chi si fida! Forse è proprio questo il male endemico dell'Italia: non riusciamo più a fidarci di nessuno e la nostra mente non è mai sgombra da pensieri e  retro-pensieri. Tuttalpiù siamo costretti a turarci il naso. E' dal dopoguerra che lo facciamo.
Fra i tanti mali endemici che affliggono questo paese, dopo la strage di Corinaldo avvenuta per  poter assistere al "concerto" di un coatto spaventoso col nome di un "punkabbestia",  dai testi delle canzoni,  come i graffiti delle latrine, mi urge ricordare la diseducazione (e assuefazione) alla Bruttezza e l'accettazione  passiva della Brutture.
"Ma ancor di più: la società attuale sembra avere un vero e proprio “culto del brutto”; ama giocare con le proprie deiezioni e glorifica lo squallore (estetico e morale), persino compiacendosene" scrive Gianluca Marletta, coautore del libro UNISEX  nonché autore dell'articolo che vi suggerisco di leggere dal titolo "Educare alla Bellezza (e alla Forza) contro la Bruttezza ed il Male".   L'autore  azzarda  una tesi importante e coraggiosa: Bellezza e Forza devono poter stare insieme e non dovrebbero essere disgiunte.

Non bisogna infatti dimenticare che LA BELLEZZA SI ACCOMPAGNA NECESSARIAMENTE ALLA FORZA, e che un’Immagine ed un Modello, per essere belli e convincenti, devono anche esseri “forti”. Soprattutto i giovani, in effetti, sono disperatamente alla ricerca di “modelli forti” con i quali identificarsi: una “bellezza morale” astratta, una “bellezza evanescente” ed impotente non attrarrà mai nessuno. Bisogna avere il coraggio di predicare una Bellezza che, se è necessario, sa anche utilizzare una legittima Forza pur di difendere se stessa: una Bellezza guerriera, quella Bellezza che SI INCARNA NELL’ARCHETIPO ETERNO DELLA CAVALLERIA, che è anche l’unico modello che può, ancora oggi, proporsi come antidoto credibile alla dissoluzione.

Ci sono immagini che dannano l'anima (quelle pubblicitarie, quelle di volgari show televisivi  con lazzi da trivio, quelle dei concerti rap o trap)
Immagini che dannano l'anima

e viceversa ci sono immagini che la salvano. Non lo dico io, lo dice Carl Gustav Jung. Spesso capita di sentirci come se la nostra vita privata e pubblica, subisse pesanti ipoteche; come se non ci fossero più orizzonti da scrutare, da intravedere. Allora è il caso di distogliere lo sguardo da tutto ciò che ci può rendere ansiosi, pessimisti e insicuri. Il periodo natalizio ci offre l'occasione di esaminare come i grandi maestri della pittura hanno rappresentato la Natività che noi sintetizziamo e semplifichiamo in modo ingenuo nei nostri presepi.
L'Adorazione dei Pastori è un evento della vita di Gesù già descritto nel Vangelo di Luca: al momento della sua nascita a Betlemme alcuni pastori vengono avvertiti dell'avvenimento da un angelo e si recano ad adorare il neonato. Ci sono tante "adorazioni dei pastori"  nella nostra Storia dell'Arte e in quella di altri paesi europei: l'Adorazione del Mantegna, del Correggio,  di Lotto, di Reni, del Tiziano, del Caravaggio, di Rubens, di El Greco.
Mi soffermo su Guido Reni il cui dipinto ho già esposto in altri post . E' un pittore che adoro, per le luci radenti che illuminano dal basso verso l'alto. È la sostanziale ambiguità della sua poetica sospesa fra classicismo e verismo, ad aver fatto oscillare l'apprezzamento della sua opera nel corso del tempo. Forse non venne capito da quelli del suo tempo, ma in compenso fu esaltato dai contemporanei per l'armonia raggiunta nel coniugare il classicismo raffaellesco alle esigenze di verità poste da Caravaggio - esigenze naturalistiche già sentite dal Reni fin dal tempo della sua frequentazione dei Carracci, e depurate dagli eccessi in nome del decoro e della ricerca del Bello Ideale. Nell'"Adorazione" di Reni le tonalità cromatiche del dipinto sono vivide e il Divino Infante sembra emanare dalla greppia una luce trascendente che si riverbera sulla Vergine Maria esaltandone i colori del manto celeste e delle veste arancio. Tutt'intorno, è un tripudio di umili pastori inginocchiati in procinto di elargire i loro modesti doni.
La cultura e l'arte cristiana, come ho già suggerito nel mio post sui presepi, è soprattutto iconografica. I grandi pittori ebbero spesso per committenti papi e cardinali. Tuttavia è fuori dubbio che la Bellezza e la perfezione stilistica può essere raggiunta, non solo mediante approfondita ricerca della tecnica pittorica, ma soprattutto per mezzo di quell' "innamoramento del Creato" che è tipico della cultura cristiana. Poi vennero le scuole pittoriche basate sulla dissoluzione della figura umana (per il cristiano, a immagine e somiglianza di Dio) ed elaborarono quelle forme degenerative dell'arte e quella dissolvenza e destrutturazione della figura che, a partire dal XX secolo ci perseguitano fino ai nostri giorni. E si badi bene, non più come certe interessanti sperimentazioni novecentesche di geniali capi scuola, ma come mero gusto per "l'immondo" (vedere saggio di Jean Clair "De Immundo"). Per il critico Roberto Longhi, nel Reni è acutissimo il desiderio «di una bellezza antica ma che racchiuda un'anima cristiana". E spesso, "da vero pittore e poeta, escogita gamme paradisiache angeli soffiati in rosa e biondo un anelito a estasiarsi, dove il corpo non è che un ricordo mormorato". Angeli soffiati in rosa che possiamo notare anche nella parte superiore del citato celebre dipinto, posti quasi in esaltazione mistica, tra il soffitto della povera capanna e il cielo.

La Bellezza di cui il nostro grande Paese è la principale depositaria nel mondo intero, non salverà il mondo, se sarà priva di Forza e di Coraggio. Forse non riuscirà a salvare nemmeno la nostra povera Italia. Quel che è certo è che agli occhi di chi sa riconoscerla, lo rende migliore. A volte mi chiedo se, con le migrazioni barbariche che ci scatenano addosso tutto sparirà e verrà travolto e distrutto. Poi penso (o forse auspico) che anche sotto le rovine, un seme (o dei semi) potranno germogliare.

I miei migliori auguri a tutti voi che siete stati i protagonisti di questo blog e lo avete reso vivace coi vostri interventi. A proposito, in Germania una tal ministra tedesca (non voglio nemmeno sapere chi è) ha proibito di nominare il Natale negli auguri: potrebbe offendere l'islam. Noi invece ce lo scriviamo e riscriviamo tutti gli anni. Un sentito Augurio di Buon Natale.

21 December 2018

Soros, il "loro" uomo dell'Anno



Purtroppo  colui che più d'ogni altro si  è speso contro l'Italia, scatenandogli addosso i suoi nemici che sono  navi Ong, Onlus, ONU e per un'Italia schiava d'Europa e delle élites transnazionali è come il titolo di un film con Bruce Willis: Die Hard, duro a morire. E sta lavorando in tutti i modi per impedire il risveglio del nostro paese, l'indipendenza e la sovranità. Parlo del vecchio malefico George Soros.  In queste ore siamo tutti quanti un po' più delusi e l'incanto dei post primaverili, in particolare quello che titolava "Ma schiava d'Europa Iddio non la creò" , sembrano inseriti in  giorni di luce  ormai lontani, entusiasmi lontani e sogni lontani.  Ho riletto tutti i commenti degli amici e lettori di questo blog: eravamo tutti felici e  contenti, sorpresi positivamente e perfino un poco commossi. Girava un filmato davvero avvincente ed elettrizzante in quei giorni:   questo video .
"Noi umili patrioti abbiamo lottato così duramente per sostenere i nostri eroi" recitava una scritta posta sotto l'ombra del Colosseo in un tripudio di  tricolori sventolanti.
Di Maio, Salvini e Conte dovrebbero guardare e riguardare quel video e cercare di capire che la peggior cosa che si possa fare ad un popolo è interrompere e frantumare questo sogno per gettarlo in pasto a Juncker, a Moscovici e Dombrovskis. Lo so, lo so, il ricatto è pesante. Provate a dire a un Italiano che se fosse passata la "procedura di infrazione" voluta dalla Commissione Ue,  avrebbe  forse perso metà stipendio e metà pensione! O che gli avrebbero prosciugato il conto corrente. E poi vedrete che i forconi li imbraccia sì, ma contro i Dioscuri e il Premier Conte. Criticare è fin troppo facile.

Tuttavia saper tenere con fierezza il punto durante la trattativa sarebbe stato un bel messaggio forte. Anche perché con certa gentaglia bisogna saper fare il muso duro, sennò ti torturano per il resto dei tuoi giorni. Pertanto può avere ragione Claudio  Messora su Byoblu a dire che minacciare di starci col fiato sul collo a gennaio per verificare come spenderemo i nostri soldi è da interpretarsi  come una forma di "commissionariamento" de facto (qui il video) Gentiloni, però deve stare zitto: loro le manovre le hanno sempre scritte (e  fatte) sotto dettatura e  nessuno è così scemo da credere alla loro vocazione autonomista e indipendentista dell'ultima ora. 

Ma torno al Grande Malefico Soros. Non crediate che se ne stia buono e che rinunci ai suoi progetti egemonici anche se ha 88 anni suonati.  Per cominciare ha infiltrato le sue truppe cammellate nelle rivendicazioni ungheresi  in piazza contro la " cosiddetta legge schiavitù" , quella sugli straordinari e dei sacrifici chiesti agli ungheresi per non inserire forza-lavoro allogena.  Ovviamente per questi, e per numerosi altri servigi resi, il Financial Times lo ha insignito del titolo di uomo dell'anno. Quello che sta per concludersi. Non è un bel presagio: THINK PINK! La Finanza si veste di rosa, anche quando pratica stragi. 


La scelta, ammette il Financial Times , è politica: “Di solito scegliamo la persona dell’anno solo in base agli obiettivi raggiunti, stavolta l’abbiamo scelta anche per i valori che rappresenta: Soros è l’alfiere riconosciuto della democrazia liberale e della società aperta, idee attaccate sistematicamente dai populisti”. Bum, smascherati, colpiti e affondati!

Così scrive Roberto Pecchioli nel suo pezzo dal titolo "IL LORO EROE". Glielo daremmo e lasceremmo volentieri a loro, ai circoli finanziari londinesi, "il loro eroe", se non fosse che oltre ad aver attentato alla Lira fino a sprofondarci (1992) lo fece anche con la Sterlina. Quando si dice il masochismo! Masochismo all'Inglese.

L’umorismo sembra diventato una specialità dei gazzettieri di Confindustria, poiché sostengono senza arrossire che “ quella del FT è chiaramente anche una scelta di resistenza: Soros è additato ovunque nel globo, presso una certa opinione pubblica, come l’origine di tutti i mali, l’uomo che in virtù dei suoi soldi e delle speculazioni degli anni Novanta sulla lira e sulla sterlina, ha il potere – secondo le bacheche di Facebook e i siti di complotti – di manovrare l’opinione pubblica di Europa, Americhe, Paesi sperduti della sconfinata Asia, formare e far cadere governi, decidere recessioni e causare improvvisi crolli di Borsa, spostare carovane di migranti da un continente a un altro, svuotare addirittura quei continenti per riempirne altri (Mosè si era limitato a separare le acque per un fugace passaggio). “.

Il buon vecchio George, al contrario, è un innocuo benefattore incompreso dalla suburra populista, un generoso filantropo, vecchia parola dal retrogusto massonico. 

Forse non è l'unico geniaccio del Male che mentre si finge "benefattore", "risucchia i risparmi della povera gente. Ma... chi attacca la moneta sovrana, chi manipola i mercati finanziari, chi ha in mano l’emissione monetaria, finanzia movimenti di popolazioni, manovra l’arma letale del debito e possiede tutto, compresi i media di informazione e intrattenimento, non può pretendere gli applausi delle vittime. 

Durante uno dei suoi frequenti viaggi in Italia a Trento nel marzo di quest'anno (venne anche invitato da Gentiloni  lo scorso anno, senza che nessun giornale gliene chiedesse conto) mise in guardia dai pericoli dell'amministrazione Trump. Ma  mostrò di avercela anche contro Salvini e contro il voto italiano dell'attuale governo. Una ragione di più per rifiutare quel Patto Globale contro la migrazione dell'ONU, veicolo principale del sorosismo. Rinviare, far slittare non basta: occorre bocciare e metterlo agli atti, una volta per tutte. 
"Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal Maligno”.


Capito  o Governo? Se nei giorni più corti, freddi e bui dell'anno,  il sogno di Giugno si allontana e appare nebuloso, noi non lo abbandoneremo  e lo porteremo avanti lo stesso.  Con o senza di  voi. 

16 December 2018

False flag o falsi gilet?




Siamo al giallo relativo, quello dei daltonici. E c'era da aspettarselo. Viviamo l'epoca del vero che sembra falso e del falso che sembra vero.  Peggio delle streghe del Macbeth dove  il Brutto è Bello e il Bello è brutto.  Qualcuno aveva troppa fretta di indossare i gilet gialli made in Italy, senza nemmeno cercare di capire che quelli francesi protestano proprio contro la globalizzazione, le corporation delle auto elettriche - quelle che vogliono rottamare i motori diesel, e l'immigrazione clandestina che occupa posti di lavoro, per quelle attività che  anche secondo la vulgata d'Oltralpe, "i francesi-non vogliono più fare". Ma che importa? la realtà è quella che sembra, e non quella che è. 

Gilet gialli e bandiere rosse sono incompatibili, ma la sinistra mondialista tenta di ingannare ancora una volta gli italiani con le "false flag" di gilet gialli fatti indossare agli studentelli gregari sprovveduti e pianta-casini di Milano (c'è un video davvero sconfortante),  ed agli immigrati africani aizzati e fatti inferocire contro un paese che farebbe volentieri a meno di loro. Contro un governo legittimamente eletto da cittadini italiani che si permettono di chiamare "assassino". In un altro paese, ci sarebbero gli estremi per rimpatriarli tutti quanti in massa.  Ma che importa? Basta il colore: giallo! Ed è evento!
Anche se poi è un giallo falso (un fake yellow), serve pur sempre a fare scena. 
Tanto poi ci sono le fotografie, i filmati che vanno per il mondo mentre  i media tromboni e megafoni del sistema,  raccontano  che anche in Italia è già iniziata la protesta contro il neonato governo che guardate un po', fin nel colore ha già il colore del gilet: giallo-verde. Sì perché quei gilet catarifrangenti  e visibili anche al buio,  hanno anche un po' di verdolino nella  loro tonalità giallo fosforo. Insomma, i negri vestiti di giallo e i rossi col pugno chiuso vestiti di giallo sono una perfetta operazione false flag. In questo caso, di "falso gilet". E' mai possibile che dobbiamo essere il paese dell'eterna parodia e delle cialtronate?


I veri Gilets Jaunes per la quinta settimana in manifestazione a Champs Elysées

Tutto si sputtana e tutto perde di credibilità perfino quando varca il confine di Ventimiglia. Diciamo la verità: mi piacerebbe sapere quanti italiani avrebbero avuto l'ardire dopo un  terribile attentato a orologeria (false flag anche questo) come quello di Strasburgo, di manifestare per la quinta volta dopo oltre un mese davanti all'Arco di Trionfo, senza lasciarsi intimidire. Ma questi erano "veri" Gilets Jaunes
Quanti italiani  scioperati abituati ai fischietti della CGIL e ai cestini con la merenda per la  ludica passeggiata fuori porta del sabato sindacal-fancazzista,  avrebbero avuto la costanza di andare avanti per più di un mese rinunciando perfino all'irrinunciabile shopping natalizio, come quelli della  temibile grève francese? Li vorrei proprio vedere i miei connazionali rinunciare ai preparativi delle feste.  Ma quelli che sfidano le cariche e il freddo parigino erano veri Gilets Jaunes.

La sinistra a corto di idee copia i compiti, ruba gli indumenti e il vestiario, aizza i negri contro il governo e il ministro dell'Interno, e cerca di accaparrarsi la piazza. Crea tumulti fasulli "pro migranti" con una  differenza sostanziale:  che mentre i movimenti popolari d'Oltralpe vengono repressi brutalmente dalle forze di polizia (qualcuno ci ha rimesso  pure la pelle),  quelli  nostrani qui   realizzati mettendo extracomunitari alla testa dei cortei,  vengono protetti dalle forze dell'ordine che stanno ben attenti a che nessuno si permetta di intentare delle reazioni contro di loro.
Insomma, la sinistra è il solito Re Mida al contrario e quel che tocca va in...Cambronne.

Tuttavia, come dice la canzone e come vedono i nostri occhi,  Black is Black. Aggiungiamoci anche Red is Red, e fare i Gialli per caso, non porterà molto lontano. Gesù Bambino non è ancora nato e  da qui a Carnevale, mancano  ancora due mesi.

11 December 2018

I nostri presepi, nonostante gli iconoclasti



Iconoclastia, malattia inguaribile dei comunisti e dei radicali, che già fecero in tempi non ancora così sospetti, battaglie per la rimozione dei crocefissi nella scuola. C'erano già degli antefatti storici durante la rivoluzione bolscevica dove i comunisti di allora fecero esplodere con dinamite bellissime artistiche chiese ortodosse della Russia e organizzarono spedizioni punitive contro i fedeli cristiani nonché un'aberrante controfestività detta "Festa della derisione del Natale". Curiosamente l'iconoclastia di ieri e di oggi è coincidente con l'iconoclastia islamica, la cui religione impedisce di rappresentare il loro dio. 
Presidi e direttori didattici che bandiscono i presepi dalle scuole con la scusa del multiculturalismo e degli alunni di altre religioni, significa che poco o nulla capiscono su come si difendono le tradizioni autoctone di un paese sovrano.  Non ultimo ci sono insegnanti supini e proni al dictat dei loro dirigenti scolastici, quando non addirittura più zelanti di loro. E ora ci si mettono anche preti spretati, diventati furiosamente iconoclasti e perfino apostati. Iconoclastia parola proveniente dal greco εἰκών - eikòn, "immagine" e κλάω - kláō, "rompo") è stato un movimento di carattere religioso sviluppatosi nell'impero bizantino intorno alla prima metà del secolo VIII. In senso figurato e più esteso, l'iconoclastia indica un'opposizione spregiudicata e violenta verso le convenzioni, le ideologie e i principi comunemente accettati dalla società. Ora sono i cosiddetti ministri del Signore che in nome dell'"antisalvinismo"  e del suo decreto Sicurezza, predicano di non fare il presepe.  E affiggono pure manifesti davanti alle chiese. E' successo a Biella.



Un tal don Luca Favarin, della diocesi di Padova, ha invitato gli italiani a non fare il Presepe se approvano il decreto Salvini che non mantiene i nigeriani i quali secondo lui, sono i ‘Gesù di oggi’. Dunque Gesù, secondo la sua aberrante interpretazione evangelica era un africano che viaggiava in barcone per invadere altri paesi, e noi non lo sapevamo. Pare che il suddetto sacerdote del No al Presepe, abbia avuto seguaci.
Noto però  con piacere, che nel tempo si è sviluppata una tendenza positiva: genitori e figli che fanno presepi da soli, magari nell'aiuola di un giardino pubblico davanti alla scuola, contro direttori e insegnanti. Come pure ci sono fedeli che sollecitano i parroci resi ciechi e narcotizzati dalla chiesa bergogliona, a fare presepi. Qua e là fioriscono associazioni di quartiere che si chiamano "Amici del Presepio", e così via. Non sono poche le chiese che rinunciano a farlo, con la scusa che ci sono pochi sacerdoti, che i preti sono occupati altrove. Del resto, non   un mistero che non vadano nemmeno più a benedire le case: troppa fatica!
E tuttavia  cittadini, abitanti di rioni, di case, cortili, condomini allestiscono presepi nei loro giardini, nelle aiuole dei parchi, nei vicoli,  e gareggiano tra loro per il presepe più suggestivo del quartiere, del villaggio. Anche una legnaia diventa lo sfondo di un presepe. O un vecchio lavatoio. O una stalla in disuso o la cavità di un fontanile. E così si scatena la creatività popolare.

E' assai pericoloso privare la gente dei loro simboli, dei loro riti, delle credenze e usanze religiose. Ne sanno qualcosa proprio nell'attuale Russia. La desertificazione bolscevica durata quasi un secolo ha prodotto oggi una reazione di diffusione del culto, mai vista prima. Vengono edificate cattedrali di legno perfino dentro la "taiga" russa tra boschi di betulle secolari. A Ekaterinburg, dove gli zar furono barbaramente massacrati e trucidati, ora sorge la Cattedrale sul Sangue, in onore e commemorazione  dello zar Nicola II e della sua famiglia. La chiesa principale fu consacrata dai membri del clero proveniente da ogni parte della Russia il 16 giugno 2003, 85 anni dopo l'esecuzione della famiglia dei Romanov.
Ma fallito il bolscevismo (dopo quasi un secolo, era ora!), stiamo vivendo oggi una sorta di sovietismo globale camuffato da mercatismo deregolamentato, basato su false libertà e vere prigioni e divieti.
E non è nemmeno un caso che quasi ogni anno ci siano attentati di matrice islamica contro i mercatini di Natale attorno alla zona dello shopping delle capitali europee del Nord Europa.  Il 19 dicembre del 2016, un camion si getta contro la folla che sta visitando i mercatini di Natale di Berlino e provoca una vera e propria strage: 12 morti e 56 feriti. E a distanza di due anni ce ne siamo quasi dimenticati.
Come sta avvenendo in queste ore a Strasburgo (Alsazia-Lorena) del quale non si hanno ancora notizie certe circa il numero di  morti (si parla di 4)  e di feriti (forse 11).
Del resto un losco oligarca come Jacques Attali (mentore di Macron), non ha mai fatto mistero di voler utilizzare l'islam quale grimaldello per decristianizzare definitivamente le società europee (c'è il video). Quale migliore pretesto? Una religione abramitica e iconoclasta che ne caccia via un'altra più iconicamente raffinata.

Tutto inutile! Ogni forma di barbara e feroce iconoclastia, produce per reazione, una  sempre più fiorente produzione di immagini, dipinti,  icone, monumenti, chiese, statue e statuine, con relativi culti, credenze e riti di massa.  Come quelle dei nostri cari e domestici presepi. E' nello spirito dei popoli.



05 December 2018

Quelle giornate mondiali dell'ONU che ci tolgono ogni fantasia




Non vorrei annoiarvi con questa lunga lista di "giornate internazionali" dell'ONU, ma se ci fate caso il mezzobusto di turno di ogni Tiggì ve ne snocciola con nonchalance qualcuna all'interno del notiziario con relativo avviso:  "Oggi è la giornata mondiale della lotta contro il fumo", "della lotta contro il diabete" ecc. E immancabilmente, se trattasi di temi sociali come il "volontariato" (sì, esiste una giornata anche di quello), inquadrano il canuto Mattarella sul podio mentre ci tesse sopra il suo immancabile peana ricordando con melensa retorica:  "Dove si spezzano i fili che uniscono le persone minando la coesione sociale è un Paese impaurito e fragile. Il volontariato è, al contrario, un antidoto alle chiusure e agli egoismi  che possono generarsi di fronte a momenti di difficoltà personale o collettivi”.
In pratica il caro vecchio calendario gregoriano è già stato relegato in soffitta da un pezzo e noi nemmeno ce ne siamo accorti. Ogni giorno un santo? un beato? Un martire? Macché! ogni giorno una "giornata mondiale" stabilita dal Palazzo di Vetro e ripetuta a pappagallo dalla tv, dai tromboni delle autorità istituzionali. Che vuol dire tutto ciò?
Che l'Agenda delle tematiche d'attualità le impone l'ONU. Che la memoria e le memorie storiche sono quelle stabilite dall'ONU,  che i diritti cosiddetti "umani", vengono squadernati dall'ONU, che i sentimenti personali, non sono personali, ma ci vengono imposti dall'ONU. Idem la cultura, il rispetto per l'ambiente, la medicina, le cure, l'alimentazione, le prevenzioni dalle malattie. Pensate un po', esiste perfino una Giornata Internazionale per la Riduzione dei Disastri naturali, per la Montagna e udite udite....una Giornata della Televisione e una per la Posta. Ma leggete voi stessi per rendervene conto. E poi passa pure per "complottista" chi parla di Governo Mondiale a guida Onu in arrivo.
A proposito,  tra non molto, per il calendario gregoriano,  sarà il giorno di  Santa Lucia, la santa protettrice della luce. E' considerata dai devoti cristiani la protettrice degli occhi, dei ciechi, degli oculisti, degli elettricisti  e viene spesso invocata nelle malattie degli occhi. Ed ecco qualche proverbio sulla santa il cui giorno 13 dicembre (cade poco prima del solstizio invernale). "Santa Lucia il giorno più corto che ci sia". Oppure "Santa Lucia la notte più lunga che ci sia".
Ma ora godetevi il calendario delle giornate mondiali delle Nazioni Unite e rifletteteci sopra:  non meriterebbero una  bella ribellione mondiale di popoli? Non ve le ho messe tutte, le giornate onusiane, ma ce sarebbero ben di più...Potete sempre integrare il vostro sapere qui. 





Gennaio
1- Giornata Internazionale della Pace


27 - Giornata Internazionale di Commemorazione delle Vittime dell’Olocausto

ultima domenica del mese: Giornata Internazionale per i malati di Lebbra.


Febbraio


20 - Giornata Mondiale della Giustizia Sociale

21 - Giornata Internazionale delle Lingue Madri (UNESCO)


Marzo


8 - Giornata per i Diritti delle Donne e per la Pace Mondiale – Giornata Internazionale della Donna

21 - Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale

21 - Giornata Mondiale della Poesia (UNESCO)

dal 21 Settimana di Solidarietà con le Persone che lottano contro il Razzismo e la Discriminazione Razziale

22 - Giornata Mondiale dell’Acqua

23 - Giornata Meteorologica Mondiale

25 - Giornata Internazionale in ricordo delle Vittime della Schiavitù e del Commercio di Schiavi Transatlantico


Aprile

2 - Giornata Mondiale di Consapevolezza sull’Autismo

4 - Giornata Internazionale contro le Mine

7 - Giornata Internazionale per la Salute

23 - Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’Autore (UNESCO)


Maggio

3 - Giornata Mondiale della Libertà di Stampa (UNESCO)

8 - 9 Ricordo e Riconciliazione per coloro che hanno perso la vita durante la Seconda Guerra Mondiale

15 - Giornata Internazionale delle Famiglie

17 - Giornata Mondiale della Telecomunicazione

17 - Giornata Mondiale della Società dell’Informazione

21 - Giornata Mondiale per la Diversità Culturale, per il Dialogo e lo Sviluppo (UNESCO)

22 - Giornata Internazionale per la Diversità Biologica

dal 25 Settimana di Solidarietà con le Persone dei Territori non governati autonomamente

29 - Giornata Internazionale dei Peacekeepers

31 - Giornata Mondiale della Lotta contro il Fumo


Giugno

4 - Giornata Internazionale per i Bambini Innocenti Vittime di Aggressione

5 - Giornata Mondiale dell’Ambiente

17 - Giornata Mondiale per combattere la Desertificazione e la Siccità

20 - Giornata Mondiale del Rifugiato

23 - Giornata del Servizio Pubblico delle Nazioni Unite

26 - Giornata Internazionale contro l’Abuso di Droghe e il Traffico Illecito

26 - Giornata Internazionale di Supporto alle Vittime della Tortura


Luglio

1° sabato - Giornata Internazionale delle Cooperative

11 - Giornata della Popolazione Mondiale


Agosto
9 - Giornata Internazionale dei Popoli Indigeni (UNESCO)

12 - Giornata Internazionale della Gioventù

13 - Giornata Internazionale in ricordo del Commercio di Schiavi e della sua Abolizione


Settembre

8 - Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione (UNESCO)

15 - Giornata Internazionale della Democrazia

16 - Giornata Internazionale per la preservazione dello Strato di Ozono

21 - Giornata Internazionale della Pace

Fine settembre - Giornata Marittima Mondiale

Ottobre
1 - Giornata Internazionale per le Persone Anziane

2 - Giornata Internazionale della Non-Violenza

4 – 10 Settimana Mondiale dello Spazio

5 - Giornata Mondiale degli Insegnanti (UNESCO)

1° lunedì - Giornata Mondiale dell’Habitat

2° mercoledì - Giornata Internazionale per la Riduzione dei Disastri Naturali

9 - Giornata Mondiale della Posta

10 - Giornata Mondiale della Sanità Mentale

15 - Giornata Internazionale delle Donne Rurali

16 - Giornata Mondiale del Cibo

17 - Giornata Internazionale per l’Eradicazione della Povertà

24 - Giornata delle Nazioni Unite

24 - Giornata Mondiale per lo Sviluppo dell’Informazione

24 – 30 Settimana del Disarmo

27 - Giornata Mondiale per il Patrimonio Audiovisivo (UNESCO)



Novembre
6 - Giornata Internazionale per la Prevenzione dello Sfruttamento Ambientale in Guerre e Conflitti Armati

10 - Giornata Mondiale della Scienza per la Pace e lo Sviluppo (UNESCO)

14 - Giornata Mondiale del Diabete

16 - Giornata Internazionale per la Tolleranza (UNESCO)

3° domenica - Giornata Mondiale in ricordo delle Vittime del Traffico Stradale

20 - Giornata dell’Industrializzazione dell’Africa

20 - Giornata Internazionale dell’Infanzia

21 - Giornata Mondiale della Televisione

21 – Giornata Mondiale della Filosofia (UNESCO)

25 - Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza contro le Donne

29 - Giornata Internazionale di Solidarietà con il Popolo Palestinese



Dicembre

1 - Giornata Mondiale dell’AIDS (UNESCO)

2 - Giornata Internazionale per l’Abolizione della Schiavitù (UNESCO)

3 - Giornata Internazionale delle Persone Disabili

5 - Giornata Internazionale dei Volontari per lo Sviluppo Economico e Sociale

7 - Giornata Internazionale dell’Aviazione Civile

9 - Giornata Internazionale contro la Corruzione

10 - Giornata Internazionale per i Diritti Umani

11 - Giornata Internazionale della Montagna

18 - Giornata Internazionale dei Migranti

19 - Giornata delle Nazioni Unite per la Cooperazione Sud-Sud

20 - Giornata Internazionale della Solidarietà Umana
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E adesso, correte pure a compravi il calendario di Frate Indovino con le sue fasi  lunari, i suoi consigli sulla semina, il raccolto e la potatura, le tisane e i decotti, con i santi protettori dei nostri nomi. L'anno che verrà non dev'essere l'anno dell'ONU, ma un anno nostro. 

30 November 2018

Il Parlamento italiano voti NO al Global Compact


Così l'accordo di Marrakech del 10 dicembre prossimo (che è  alle porte) ci sarà, ma senza l'Italia. Bel colpo iniziale! Ma non basta ancora. Tuttavia vedo la Kyenge stracciarsi le vesti, Fico Boldrino esortarne l'adesione, il PD che vorrebbe addirittura fare un corteo "antifascista"  per caldeggiarne la ratifica, Mattarella che in tv esorta a leggere i documenti per non  "isolarci". Isolarci da che? da quella che secondo Lorsignori è un'invasione ineluttabile alla quale dovremmo  sottostare e cedere con un bel cupio dissolvi collettivo?
Il primo "grazie" e il merito lo attribuisco al blog, a chi lo ha sostenuto (parlo dell'ottima lettera dell'amica Alessandra contro il GCM), e a tutti quelli che hanno firmato petizioni, che hanno copiaincollato detta lettera  per recapitarla al senato e nelle sedi idonee (Laura, Maria Luisa ecc) e ad altri amici e amiche che hanno diffuso email di protesta. Correva il 14 ottobre e pubblicai il post "Silenzio c'è lo SPREAD",  quando un arguto commentatore svizzero ticinese (Marco di Mendrisio) scrisse qualcosa che mi mise la pulce nell'orecchio:
Salve Nessie
In Svizzera si disputa in parlamento in riferimento al malvagio proposito del consiglio federale di sottoscrivere il perniciose " Global Compact for migration".
In Italia nel parlamento se ne parla? Cosa farà il governo italiano? La Lega, M5S e FdI hanno intenzione di frenarne la firma da parte Italiana oppure vogliono sottacere la questione?


Incuriosita, gli chiesi di mandare qualche collegamento, aprii la HP dell'ONU e mi comparve qualcosa di mostruosamente incombente: quel documento che ora Fico Boldrino e Mattarella ci accusano di non conoscere nelle pieghe più recondite:  https://www.iom.int/global-compact-migration.
Potenza della rete, il cui tam-tam arriva laddove la stampaglia tace, nasconde e acconsente!

Fico l'Onghino

Il secondo grazie lo dico a Giorgia Meloni che si è spesa in prima persona con appelli video, conferenze e comizi in modo appassionato, tenace e perseverante. Il terzo, a  Matteo Salvini. E qui mi urge dire una verità...
L'impressione iniziale era quella che la Lega facesse il "pesce in barile" e che Salvini soprassedesse su una questione altamente scottante, per non avere problemi col suo esecutivo e in specie con Conte che in primis rilasciò una dichiarazione di voto a favore del CGM: c'è il video!.  Idem Moavero Milanesi che aveva già espresso la sua intenzione di firmare l'accordo.
In seguito mi sono resa conto che il Ministro dell'Interno ha giocato con grande astuzia, tempismo  e intelligenza le sue carte, ribaltando abilmente, suo favore, una situazione difficile, da vero animale politico: prima ha incassato l'OK delle camere sul Decreto Sicurezza, certo di non avere tra le scatole qualche Fico secco o altro grillino buonista di troppo, a fare da intralcio.  Non dimentichiamo che c'è anche in ballo la legge sulla legittima difesa (penso all'ultimo caso del povero gommista di Arezzo accusato di "eccesso di difesa", perché derubato 38 volte,  il quale ha reagito all'ennesima incursione dei ladri armati, uccidendone uno).
Poi, una volta incassata la fiducia ai decreti,  è uscito allo scoperto col suo deciso NO  al Global Compact privandolo di fatto della sua legittimità "ufficiale" a Marrakech dove l'Italia, per sua fortuna,  non ci sarà.  Certamente se ne avesse avuto la forza numerica (e non il 17%), sarebbe stato pìù comodo e opportuno non passare nemmeno dal parlamento, dato che l'Italia non è la Svizzera dove esiste una grande sensibilità su questi temi. La Svizzera - lo ricordiamo - ha organizzato ronde di cittadini per presidiare i suoi confini. Ve lo immaginate se ciò sarebbe mai possibile da noi? Pertanto si può permettere di rischiare un passaggio parlamentare senza perdere la barra del timone.



Ma intanto, per tornare da noi, il dibattito parlamentare sul Patto ONU, verrà procrastinato, a causa delle feste di Natale,  e c'è il tempo per ricucire alleanze positive e assertive nel merito. Intendiamoci, non siamo ancora fuori pericolo! Ma nel frattempo la sensibilità collettiva su questi temi cresce e crescerà sempre più.
  
Vorrei sfatare alcuni miti e luoghi comuni su questo documento Onu, che circolano anche in rete. 

  • Il documento del GCM non è "vincolante": Falso! vi compare per 80 volte la parola "obbligatorio"
  •  l'indomani di Marrakech schiere di magistrati, giornalisti e forze politiche sostenute dal fronte immigrazionista lo imporrebbero  come legge di fatto all'opinione pubblica
  • c'è un obbiettivo chiaramente indicato in quel paragrafo 33 del documento in cui si propone la «sensibilizzazione ed istruzione dei professionisti dei media a una terminologia ed informazione etica» unite ad una cancellazione dei fondi pubblici a media che «sistematicamente promuovono intolleranza, razzismo, xenofobia».
  • Ancor più aberrante e orwelliano è il punto 11 intitolato significativamente «Gestione dei confini in maniera integrata sicura e coordinata». Cioè, è  l'Onu stessa che dovrà decidere chi lasciar passare e chi no. 


Queste ed altre trappole sono state ben identificate e sviscerate nell'articolo comparso ne "Gli Occhi della Guerra", firmato da Gian Micalessin. 

Pertanto, mettere la firma ed accettare questo documento aberrante e vigliacco, è come mettere al collo una corda ad ogni cittadino italiano.

Ma ascoltiamo cosa dice il ministro degli Esteri ungherese del governo Orban, Peter Szijjártó che ha lanciato un vero e proprio appello per il NO diretto anche all'Italia : 

Per il governo ungherese, il Global Compact è un documento altamente distorto a favore dell’immigrazione, che è sia dannoso che pericoloso”, ha affermato.

“Le Nazioni Unite commettono lo stesso errore dell’Unione Europea, che vuole basare la propria politica migratoria su quote obbligatorie di reinsediamento. Il patto delle Nazioni Unite è più pericoloso, tuttavia, perché è un’iniziativa globale e rappresenta quindi un rischio per il mondo intero" .
Perciò, ciascuno spinga il proprio partito di riferimento (anche gli stessi grillini e forzitalici) con email, affinché il NO del Parlamento Italiano risulti  più compatto e più unitario possibile. Non possiamo permetterci franchi tiratori di nessun genere né mercati delle vacche. Teniamo aperto il focus su questo cruciale tema. Io mi impegnerò fino a che non ne sortirà una voce chiara e univoca dal Parlamento.

Stati Uniti, Ungheria, Austria, Croazia, Repubblica ceca, Slovacchia, Svizzera, Israele, Australia e Lituania hanno già detto NO al GCM.  L'Italia deve far parte di questa buona squadra. Senza indugi!

27 November 2018

I giubbotti gialli accendono la Francia



Parigi brucia e  i giubbotti gialli (Gilets Jaunes) la colorano di rabbia. Confesso che quando questa protesta è esplosa l'ho presa un po' così, sottogamba. Forse perché siamo ormai abituati ai colori delle varie rivoluzioni telecomandate da Soros, per il mondo. Mica che sia una roba all'interno delle solite  élites, le quali, stufe di un presidente modello Eliogabalo che non funziona, cercano un'alternativa tutta loro, preparando una successione? Era questo il mio dubbio.
Le cose sembrano, invece, andare diversamente. E ce ne dà conto Jacques Sapir, l'economista teorico della Demondializzazione:


Questo movimento è stato innescato dall’annuncio di un aumento dei prezzi del carburante. Tuttavia, riflette una rabbia molto più profonda e cause molto più complesse. La questione dei prezzi del carburante rimanda alla cosiddetta “compressione dei consumi” delle famiglie delle classi popolari. Quando non si hanno mezzi di trasporto alternativi e si devono fare ogni giorno decine di chilometri per andare al lavoro, ebbene sì, il costo del carburante rappresenta un pesante onere. Detto in termini economici, in questo caso non vi è alcuna elasticità del consumo rispetto al prezzo.

Tuttavia, un semplice aumento dei prezzi del carburante non avrebbe certamente causato una tale collera se non fosse arrivato in aggiunta ad altri aumenti e ad una pressione fiscale che le classi lavoratrici considerano eccessivamente onerosa. Le riforme fiscali realizzate lo scorso anno dal governo – tra cui la rimozione della ISF (Imposta di solidarietà sul patrimonio) – e le misure adottate dai governi precedenti – tra cui ricordiamo i 44 miliardi di sgravi fiscali del CICE (credito d’imposta per la competitività e l’occupazione) concessi alle grandi imprese in cambio della creazione di qualche posto di lavoro – sono alla base di questa rabbia. Si parla di una “esasperazione fiscale”; in certi casi ci si può arrivare. Ma qui si tratta soprattutto di un senso di ingiustizia fiscale(blog Voci dall'Estero).



A questo vanno aggiunti gli atteggiamenti arroganti, dispotici e sussiegosi di Macron, il suo conclamato disprezzo per i ceti popolari, per i pensionati, da lui considerati dei parassiti mangia-ufo. L'omiciattolo Rothschild del resto, in  quanto ad arroganza,  ha preso lezioni private dal suo vecchio mentore Jacques Attali, colui che senza mezzi termini ha pronunciato una frase ormai da incorniciare a futura memoria: "Ma cosa crede, la plebaglia europea: che l’euro l’abbiamo creato per la loro felicità?”. 
Beh, stavolta si dà il caso che la "plebaglia" l'abbia presa male, malissimo, e che si stia rivoltando. E non ha l'aria di essersene dimenticata. Macron avrebbe voluto anticipare auto elettriche per tutti rottamando i diesel (detta benzina dei poveri) anzitempo. Ma non gliel'hanno perdonata. Non si possono pompare di continuo quattrini dalle tasche di gente, già sufficientemente defraudata. 
C'è qualcosa di singolare nella protesta dei giubbotti gialli che è insieme sovranista "di destra" (Marine Le Pen e il suo Rassemblement National (ex FN),  la sta sostenendo) ma anche antiglobalista "di sinistra" (Jean-Luc Mélanchon e il suo movimento "La France Insoumise") .  E un po' di merito l'abbiamo noi in Italia col governo giallo-verde, primo governo di sperimentazione nazional-populista, il quale ha fatto in un certo senso da apriprista, sebbene in forme non violente.


Chi semina miseria raccoglie rabbia

Sembrano lontani i tempi in cui i pennivendoli francesi (les écrivaillons), a Télé France ridacchiavano, beffardi, sullo "strano" risultato delle nostre elezioni e sulla formazione del governo neoeletto, commentando per assurdo:  "Sarebbe un po' come se in Francia nascesse un governo dove la Le Pen e Mèlanchon governassero insieme".
Beh, cari gazzettieri d'Oltralpe (e io che pensavo che  i nostri fossero i peggiori), tutto può succedere nella vita, pur di far fuori il Nemico principale...Intanto gli esponenti dei Gilet Gialli, si rifiutano di farsi intervistare da loro.  Ho visto con sorpresa alcuni filmati di manifestanti che si rifiutano di parlare con la loro stampaglia di regime (la presse macronienne), mentre invece concedono volentieri interviste perfino ai ns. mezzibusti RAI, gridando ai microfoni in Italiano: "A morte il mondialismo!", "Viva la Francia!".


E corre voce che dietro ai Gilets Jaunes, ci sia pure lo zampino di  ambienti militari francesi, esasperati dalle umiliazioni inflitte da Micron e dai suoi atteggiamenti assai poco dignitosi. Non ultimo, quel Pierre de Villiers, capo degli stati maggiori cacciato giusto l’anno scorso da Macron, perché si rifiutò di accettare  un taglio del budget di 850 milioni di euro per le spese militari, imposto dall'Eliseo. Insomma, l'Eliogabalo di Francia con la  sua sposa nonna e i suoi allegri amichetti, si è fatto molti nemici, con molto disonore.

BB solidarizza coi gilet gialli

22 November 2018

Bocciati dalla Ue: chi ti dice che sia una disgrazia?



Dunque, come previsto il documento di programmazione economica (DEF) è stato bocciato dalla Commissione Ue. Ricordo che fu rinviato al mittente anche quello di Enrico Letta nel suo governicchio semestrale, il quale poi si mise subito sull'attenti per "modificarlo". Mi è piaciuto poco Conte quando parla di "rimodulazione". E ne ha subito approfittato Moscovici per affermare:  "Con l’Italia possiamo avere un accordo sulle regole, avvicinarci a queste regole, ma non può esserci una trattativa da mercanti di tappeti (marchand de tapis)".
Curioso che uno con la faccia da mercante di tappeti levantini, (e l'uomo proviene dal Levante come lascia arguire il suo cognome ben poco francese), ci affibbi questa etichetta assai più adatta a sé stesso. Già me lo vedo con tappeti persiani arrotolati sulle spalle. O in un negozio con l'insegna del suo cognome, mentre li srotola e li misura con uno di quei metri-asta di legno a sezione rettangolare in uso nelle sartorie e mercerie. Ha  proprio le physique du rôle .
Ma si sa, il ladro grida al ladro, lo strozzino dà dello strozzino agli altri. Bene ha fatto Salvini a ricordare che il suo stipendio di EurokomSSar (non eletto) glielo paga anche l'Italia e che gli Italiani versano la bellezza di 5 miliardi di euro alla Ue. Certo, in tempi di vacche magre (ma potremmo chiamarle addirittura "vacche europee", visto che a loro piace tanto il rigore ad ogni costo) ci sarebbero cose ben più utili da finanziare che non lo stipendio a un così tronfio...marchand de Tapis. Non so bene come finirà tutta questa storia della "bocciatura", se con un braccio di ferro, o delle sanzioni o con una opportuna "rimodulazione". So solo che non possono essere l'allegro etilista Juncker, il mercante di tappeti MoscoWC & compari a decidere (nonostante il ritocco voluto dalle consorterie Ue del nostro art. 81 della costituzione) come, quale e quanto deve essere il bilancio italiano e come vadano spesi i nostri denari. Ricordo inoltre che la Grecia li accontentò, ubbidì e si fece strozzare, fino a diventare uno stato fallito. Ecco perché non dobbiamo ripercorrere una strada che sarebbe senz'altro perdente. Ve lo immaginate se con quei soldi che non verseremmo più alla Ue,  si potessero costruire più scuole sicure con docenti esperti e qualificati, mantenere e potenziare le piccole strutture ospedaliere città per città, invece di chiuderle per concentrare tutti i malati in mega-strutture lager nelle città grandi, ottenere più posti di lavoro per impedire che i  nostri ragazzi vadano all'estero con la valigia trolley a guadagnare quei pochi miserabili euro che potrebbero avere con facilità anche qui? Sono alcune delle ipotesi di "buona spesa" che si possono fare, se solo potessimo investire i nostri soldi nel vero interesse dei cittadini. Ma ce ne sono tante altre...



E va bene! se ci sanzionerete,  vorrà dire che renderete più facile e quasi obbligatoria, una ITALEXIT.
E da un male potrà nascere un bene per noi. 

Perciò in alto i nostri cuori!

18 November 2018

Iris viola di novembre


Uno strano iris violetto si è messo a fiorire nel mio giardino durante i giorni di pioggia monsonica di circa una settimana fa, quelle piogge monsoniche che hanno messo in ginocchio buona parte delle regioni d'Italia. I fiori hanno il loro calendario e sappiamo che gli iris (o giaggioli) fioriscono in aprile-maggio, ma non in novembre. I bucaneve  alla fine di febbraio, le primule e le viole a marzo, i lillà in aprile, le rose in maggio, in giugno i gigli, in luglio le lavande, i girasoli e gli oleandri e così via. A novembre tuttalpiù fioriscono solo crisantemi, mentre a dicembre, qualche elleboro bianco sotto la neve. Oggi non esiste più un vero calendario dei fiori e dei frutti: tutto fiorisce e tutto marcisce fuori stagione, in uno strano impazzimento climatico. Sappiamo anche che la montagna sopporta benissimo le precipitazioni atmosferiche, ma non piogge torrenziali sciroccose accompagnate dalla furia di strani venti, che le gole dei monti rigettano indietro.  Per questo sono venute giù intere foreste di abeti rossi dalla Val di Fiemme (in Trentino) e dal Veneto, mettendo in ginocchio queste regioni a causa del pregiato legname andato disperso  e in parte distrutto. Ora bisogna far presto per recuperarne quel che resta, poiché le nevicate sono imminenti. Le chiamano le foresta dei Violini o i boschi che suonano, perché l'abete rosso è il legno impiegato dai famosi Stradivari, i liutai di Cremona.  Ma non solo. Le gondole di Venezia, e prima ancora tutti i vascelli da combattimento e le galee della Serenissima (compreso il Bucintoro), vennero costruite con questo legname.  I giornali si perdono in dotte disquisizioni in arboricoltura, scrivendo che le monocolture di questo abete rosso hanno impoverito il terreno dei boachi, rendendo fragili le abetaie  fino a  favorirne il crollo. E si cita, al riguardo, Rigoni Stern lo scrittore di Asiago,  il quale suggeriva di piantumare il terreno,  mescolando le specie: abeti con larici e betulle, per fortificare i terreni  boschivi. Può darsi.
Ma occorre dire che se per secoli e secoli le conifere  dal tronco rossastro hanno resistito, è assai probabile che "le foreste dei Violini" siano state messe in precarietà soprattutto  dalle manipolazioni climatiche che trasformano il nostro bel clima temperato mediterraneo, in clima monsonico e tropicale. Fa discutere infatti la frase di Raschi a Porta a Porta con relativa impacciata retromarcia.

Antonio Raschi, direttore dell’istituto di biometeorologia del Cnr, – in diretta – alla trasmissione “Porta a porta”, di Bruno Vespa ebbe a dire:  «Siamo al centro di un esperimento planetario», aveva detto Raschi, su Rai Uno, il 6 novembre: «Un esperimento di cambiamento del clima, del quale non sappiamo ancora quali saranno gli effetti nel lungo periodo».
Tema della trasmissione: lo tsunami-maltempo sull’Italia. Possibile che la catastrofe abbattutasi sul Nord-Est sia stata causata da manipolazioni climatiche? Raggiunto al telefono da Mazzucco, come riportato in una video-sintesi su “Luogo Comune”, Raschi fa dietrofront: sostiene di esser stato frainteso. E’ vero, ha pronunciato il termine “esperimento”, ma in realtà, a detta sua,  voleva semplicemente dire: scontiamo le conseguenze del surriscaldamento terrestre, al quale contribuiscono le irresponsabili emissioni di gas serra. Così se l'è rigirata e ovviamente Vespa ha lasciato cadere e  non ha "approfondito". (fonte: Libre idee)


Ma ormai il dado è tratto e la "voce dal sen fuggita", fa notizia sui siti web e non solo. Il fatto è che le catastrofi ormai nel nostro paese avvengono quasi sempre in concomitanza a momenti topici particolari del nostro clima politico. C'è un documento che la Ue vuole rimandare al mittente come il DEF? Tié, beccati una bella alluvione a Portofino, uno straripamento che abbatte i muri a Rapallo con molte imbarcazioni alla deriva, e pure un relativo rotolamento di abeti nelle Dolomiti. E i fotogrammi del disastro vanno per il mondo, ottengono l'effetto di piegare il nostro morale e ci rendono insicuri e infelici. Eravamo il Bel Paese del sole invidiato nel mondo, siamo il paese delle catastrofi idrogeologiche e delle calamità ricorrenti. 

La mente torna a quel novembre 2011 a Cannes,  quando durante un fatal raduno il FMI voleva metterci sotto suo commissariamento e Berlusconi dovette litigare con  i "convenuti" Merkel e Sarkozy per impedirlo.Volarono gli stracci e Berlusconi fece resistenza per l'intero meeting. Invano, perché di lì a qualche tempo ci fu l'avvento di Monti e degli Androidi da Bruxelles, una sorta di Troika mascherata da "governo tecnico". (mio post L'Italia che si sbriciola).  Piove governo ladro?  No, si trattò dell'alluvione genovese in cui  perirono delle persone. Come molti morti non mancano nemmeno per quest'altra ondata di maltempo.  Intanto è divertente notare come i siti che parlano apertamente di manipolazioni climatiche siano presi di mira da troll come in questo caso: 

https://www.informarexresistere.fr/apocalisse-maltempo-italia/

Un po' meno in questo dove c'è la moderazione:

http://www.libreidee.org/2018/11/alterazione-del-clima-e-in-corso-un-esperimento-planetario/

In ogni caso, le armi climatiche esistevano anche durante la Guerra Fredda, ma nessuno delle due superpotenze le usò, stipulando patti e accordi di desistenza. Vien quasi fatto di rimpiangere il vecchio Muro e il mondo   diviso  in due blocchi, "contrapposti" finché si vuole, ma che creavano almeno un po' d' equilibrio. Ora sappiamo in che "mondo libero" ci troviamo: libero di fare entrare chicchessia oltre ad alluvioni, terremoti, siccità, deforestazioni spaventose.. Quando non  ci ritroviamo invasi da "alluvioni umane".


Intanto le nostre città aggredite da  persistenti piogge fradice e nere, con umori e odori spessi, con negozi dai cibi orrendi, con un'umanità promiscua e ammassata di tutte le razze, lingue  e idiomi, sembrano sempre di più uno scenario da "Blade Runner", film appena ridato di recente in tv. Sì, la  crudele distopia è già qui e finiranno per trasformarci in tanti replicanti a termine, disperati, poiché incapaci di tramandare alcunché:

«Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi. Navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire.»

09 November 2018

ONU e Patto Globale: quel falso bene che ci fa del Male.



Global Compact for Migration. Ovvero Patto globale per una migrazione definita "sicura, ordinata e regolare". L’accordo è noto anche come «Dichiarazione di New York», poiché i 193 membri dell’Assemblea generale Onu avevano approvato all’unanimità il documento il 19 settembre 2016 proprio nella città della Grande Mela. Promotore dell’intesa era stato, manco a dirlo, l’allora presidente degli Stati Uniti Barack Obama. Tra i partecipanti di spicco, anche l'Italia con l'intervento dell'allora  premier Matteo Renzi che annunciò in quella sede, come il nostro Paese avrebbe aumentato in modo sostanziale il suo impegno finanziario ai fini "umanitari", aumentando il budget  nientemeno che del 30%. Il resto dei precedenti governi Renzi e Gentiloni, sappiamo già cosa ci portarono dopo le immancabili e compiaciute visite dei Segretari dell'ONU Ban-ki-Moon e Guterres: sbarchi quotidiani al grido di "Noi salviamo vite" e un'immigrazione pesantemente fuori controllo.

Il Patto Onu sull’immigrazione è articolato in 23 obiettivi e 54 punti per un totale di 34 pagine, ed entrerà in vigore con la firma prevista al summit di Marrakech, in Marocco nei giorni del 10 e 11 del dicembre prossimo. Sono costretta a occuparmi dell'argomento, sollecitata e spinta da alcuni lettori di questo blog. Intanto questo è  il testo, e bene si farebbe a leggerne la traduzione. Un testo subdolo perché mentre predica il Bene universale ci porta disgrazie e calamità a non finire. Ma sempre questo fanno i predicatori del Bene  con la retorica melensamente umanitarista  dalla quale possiamo  trarre queste ipocrite "linee guida" qui riassunte:





  • Proteggere la sicurezza, la dignità, i diritti umani e le libertà fondamentali di tutti i migranti, indipendentemente dal loro status, in ogni momento;
  • Supportare i paesi nel salvataggio, ricezione ed accoglienza di rifugiati e migranti;
  • Integrare i migranti attraverso l’assistenza umanitaria e programmi di sviluppo – indirizzando i bisogni e le capacità dei migranti e quelle delle comunità che li accolgono;
  • Combattere xenofobia, razzismo e discriminazione nei confronti dei migranti;
  • Sviluppare, attraverso processi guidati dagli stati, principi e linee guida sul trattamento dei migranti in condizioni di vulnerabilità;
A corollario di tutto ciò, c'è la governance globale sulla migrazione diretta dal Palazzo di Vetro, con la quale gli stati sovrani non conteranno più  un bel nulla. 
Chi non ha aderito? hanno già annunciato che non firmeranno Stati Uniti, Australia, Polonia, Ungheria, Austria, Repubblica Ceca, Croazia e Danimarca. C'è un forte dibattito anche in Svizzera con l'UDC, il partito che vorrebbe sfilarsi definitivamente.  Il governo di Vienna ha spiegato che “il patto limita la sovranità nazionale, perché non distingue tra migrazione economica e ricerca di protezione umanitaria”.
 La decisione austriaca ha provocato il plauso di vari movimenti di destra, non solo europei. Alice Weidel di Alternative fur Deutschland è  tra i fautori del rifiuto.

Perché il nostro governo invece tace? Eppure Salvini sa bene che se a Marrakech l'Italia aderirà a questo patto scellerato, il suo Decreto Sicurezza  (appena approvato) diventerà in un battibaleno carta straccia da macero. Salvini sa bene che tutto il suo colossale lavoro per ridurre drasticamente gli sbarchi  diventerà inutile come voler svuotare il mare col classico secchiellino dei bimbi, e che, con la ratifica di questo Patto (scellerato) a Marrakech non avrà più un attimo di tregua nemmeno per dormire. E con lui, tutti quanti noi. 

Ma c'è un ma... Ci sono con lui le "nuove" (si fa per dire) sinistre al governo, nelle  persone dei 5 stelle.  Ed ecco cosa dice Manlio Di Stefano, sottosegretario del M5s agli Affari Esteri e alla cooperazione Internazionale nella sua intollerabile stolta dichiarazione qui.
Del resto, occorre tener ben presente che  il Ministero degli Esteri è guidato dal "montiano" Moavero-Milanesi. Questa totale assenza di dibattito pubblico, in Italia, sul famigerato Global Compact Onu è  per lo meno inquietante, e usare questo blog per denunciarlo è il minimo che io possa fare.
Invito a farlo anche ad altri blogger!


D'altro canto, se Salvini li molla aprendo una crisi governativa, questi non vedono l'ora di mettersi col PD e realizzare magari politiche ancora più immigrazioniste di quelle che ci hanno preceduto, dato che l'unione fa la forza. E senza avere il bastone tra le ruote nell'ingombrante persona del Ministro dell'Interno. Mattarella non scioglierebbe mai eppoi mai le Camere nemmeno sotto tortura. Siamo come al solito, in un bell'impasse. E' vero che è  da considerarsi un accordo volontario e non legalmente vincolante, ma a fronte di una situazione da incontrollabile "Campo dei Santi globale" come ci si può fidare di queste serpi del Palazzo di Vetro?  Ho già detto in analoghe situazioni che il logo dell'ONU è una ragnatela che avvolge l'emisfero  stringendolo tra due rami di  palma (simbolo della pace, quella voluta da loro). Bene, non sarà  sfuggito in queste ore,  che laddove non riesce la Ue con le sue pesanti ingerenze, cerca di riuscirvi l'ONU; ovvero la ragnatela sulle nazioni e sui popoli. Il governo mondiale ha troppa fretta per non tentare i suoi pessimi tiri mancini. Sta a noi di fermarlo a Marrakech il 10 dicembre! Intanto scrivete, protestate, inviate email!