
L'estate sta finendo, e siamo agli ultimi scampoli settembrini di belle giornate. Ma già è tempo di bilanci della stagione turistica e perfino la rubrica SuperQuark condotta da Piero Angela & figlio, è costretta ad ammettere che nonostante la quantità dei Beni Culturali e delle opere d'arte, delle meraviglie archeologiche, di quelle paesaggistiche (Alpi, Appennini, villaggi su colli e colline, laghi, mari con 7.450 Km di coste, isole, vulcani), stiamo retrocedendo rispetto a
Francia, Spagna e Grecia.
Cosa ci manca? Innanzitutto l'umiltà di ammettere che il turismo è qualcosa di transitorio che passa e va, e che per accaparrarsi gli
aficionados e farli tornare, ci vuole una solida organizzazione, progetti, amore per il proprio lavoro da parte di esperti operatori turistici, cura e capacità gestionali che noi non abbiamo. Ci crogioliamo in rendite di posizione e pensiamo che siano eterne, ma non è così. "Tanto i turisti almeno una volta nella vita ci verranno in Italia a vedere il Canal Grande, il Palazzo Ducale o il Colosseo, i Fori Romani, i Musei Vaticani, o la Valle dei Templi ad Agrigento ecc". Appunto! E' proprio questo ragionamento al ribasso che andrebbe evitato. Anche se ci sono paesaggi impagabili, se deteniamo il più grande numero d' opere d'arte del mondo, non esistono blasoni né posizioni di privilegio che ci permettano di
campare di rendita.
Mi è capitato di assistere alla scena di una turista, ancora pallida e non abbronzata, poiché reduce dal lavoro, la quale doveva imbarcarsi per le isole toscane. Beh, un avido barcaiolo, su un costo di 8 Euro del trasporto e un biglietto di 20 euro che la turista gli aveva allungato, tentò di rifilargli il resto di 2 euro come se si fosse trattato di un biglietto da 10 , e non da 20. Normale che la turista se ne torni a casa con uno sgradevole ricordo. Altro che
Souvenir d'Italie. Della serie, io provo a farti fesso, tanto non so se ti rivedrò.

Altro punto dolente: i trasporti. Treni in ritardo di mezz'ora come minimo, con toilette schifose e portiere non funzionanti, zecche e pulci tra la moquette, poltrone spelacchiate e vetri luridi.
Ecco un'altra scena alla quale ho assistito. Una coppia di turisti inglesi dovevano scendere a Monterosso, ma la portiera del loro compartimento di prima classe era bloccata. Allora corrono in seconda classe, ma neanche quel portello si apriva. Lacrime, urla, spintoni e calci alla portiera, parolacce, a base di fucking train of fucking country, fucking service ecc. I due poveretti sono dovuti scendere alla stazione successiva, perché nel frattempo il treno si è rimesso in moto. Per riaspettare un altro treno nella direzione desiderata.
Poi c'è stata l'Odissea traghetti della Tirrenia con l'episodio di quella povera disgraziata che si risvegliò interamente ricoperta di zecche da capo a piedi nella sua cuccetta. Le zecche le finirono perfino in borsetta. E il bello che la Tirrenia negò fino all'ultimo l'evidenza e non volle che venisse pubblicato il nome della Compagnia di navigazione sui giornali. La malcapitata è andata a farsi visitare in ospedale, ma con le zecche non si scherza dato che possono causare infezioni al sangue di natura mortale.
Ricorderete anche il recente episodio della povera olandese violentata da pastori romeni, con il marito immobilizzato e malmenato. Il sindaco Alemanno rispose, in occasione, con un linguaggio da perfetto minus habens: un'altra volta staranno più attenti a dove piazzano la tenda. Ma come?! Non doveva essere lui il Rudy Giuliani dalla tolleranza zero? Quello che quando c'era Veltroni durante il caso di Giovanna Reggiani disse "mai più un altro caso da Tor di Quinto" "nessuna tolleranza verso le zone franche"?
Ultimo in ordine di tempo ma non certo di importanza il degrado e la fatiscenza nei quali lasciamo i nostri Beni Artistici e Archeologici. Quark ha mostrato, a proposito di Pompei, interi reparti chiusi a chiave col lucchetto, guardiani imboscati a fare la pennichella e statue coperte di lava in stato di abbandono sbattute lì in giacenza , insieme a travi e laterizi.
A Pestum la zona archeologica è stata presa per un vespasiano da ineducati, quale deposito dei loro materiali escrementizi. E nessuno se ne cura.
Ma quel che nemmeno Quark osa dire è che il turismo vive di immagine. E che l'immagine di una Penisola perennemente presa d'assalto da disperati del mare su navi-carretta provenienti dall'Africa Subsahariana, nuoce a chi deve sceglierla come intinerario per ritemprarsi lo spirito. Mi spiace per il Santo Padre con le sue esortazioni alla camomilla sui "migranti", ma esiste un limite preciso anche all'accoglienza. Ora Lampedusa non basta più e i lampedusani ne hanno piene le scatole di essere il cuscinetto ammortizzatore degli assalti africani. Allora sapete quale è la nuova pensata da parte del Viminale? Trasformare l'intera Penisola in un CPA e CPT dislocati a macchia di leopardo.

In compenso abbiamo l'esercito dislocato per le città a fare le pie Orsoline.
Riepilogando:
- c'è scarsa onestà nei commercianti e nessun rispetto verso il turista (vedi l'episodio del barcaiolo)
- i trasporti fanno letteralmente schifo
- mancano mappe di ricognizione dell'intero patrimonio artistico e conseguente valorizzazione dei Beni, tale da creare richiamo per i visitatori
- la sicurezza è una chimera, dato che stupri, rapine e ubriachi al volante hanno allietato la nostra "estate violenta"
- i clandestini sbarcano incessantemente via mare, cielo e via terra da Est, creando una caduta d' immagine della Penisola.
Ma torno alla Spagna. La quale promuove corsi per giovani manager e operatori turistici, ristorazione con piatti personalizzati e si è creata un logo di marchio turistico da diffondere anche via web sul "vieni a fare le vacanze in Spagna". Ce l'abbiamo noi un logo? Neanche per sogno. Città, tante. Campanili, pure. Logo: nessuno. Mentre la Francia di Sarkozy ha rispedito al mittente i rom con l'escamotage di "rimpatrio umanitario". E' proprio vero che chi è furbo non viene di certo a insegnarti l'arte dell'astuzia che custodisce per sé.