E così alla fine i portuali triestini, i ribelli non violenti che tanto lottarono contro il green pass, perfino quelli che si erano vaccinati ma non lo volevano esibire, sono stati puniti. Il metodo è sempre quello di punirne pochi (sei) per educare tutto il resto dei portuali. Ma tanto basta per vedere l'atteggiamento subdolo e canagliesco di chi sta in alto. Una notizia passata del tutto inosservata dai media generalisti con l'eccezione di La Verità nell'articolo di Angela Camuso comparso martedì 11 febbraio scorso.
Mentre sei dei portuali di Trieste sono stati messi sotto processo per la dimostrazione anti-greenpass del 18 ottobre 2021 sotto il governo Draghi. Dove oltretutto furono docciati con gli idranti in una fredda mattina mentre si inginocchiavano a pregare. Cinque rinvii a giudizio e un rito abbreviato. Senza contare quelli che persero il lavoro e non furono più reintegrati, come lo stesso Stefano Puzzer il leader spirituale del movimento, che per mantenersi ha dovuto cambiare lavoro. I capi di imputazione sono a dir poco surreali, perché furono gli agenti di polizia ad essere stati minacciosi con gli scudi mentre avanzavano verso dei poveracci inginocchiati col rosario.
Tutto questo, mentre per centri sociali e anarchici, abbiamo assistito a ben altri scenari come quelli di agenti bersagliati da lanci di cartelli stradali, bombe carta, lancio di oggetti contundenti, insulti e sputi, con numerosi poliziotti feriti gravemente.
E allora da dove proviene tanto accanimento? ci sono tante risposte. Uno dei messi sotto indagine (Riccardo Macciotta di anni 59) poi prosciolto commenta con rammarico il fatto che suo figlio Daniele (26 anni) faccia invece parte della retata dei messi sotto processo:
"La verità è che con questo processo hanno pescato nel mucchio per dare un segnale esemplare: era aumentato talmente il clamore mediatico su questa protesta che l'hanno voluta interrompere, incutendo il terrore per le conseguenze, Dopo il terzo giorno che eravamo là stava arrivando gente da tutta Italia e questo avrebbe potuto avere grosse ripercussioni sulle politiche sanitarie adottate dalle nostre autorità". (fonte cit.)
Confermo. In quei giorni sono stata testimone di un via vai di certi miei vicini di rione, i quali dalla Lombardia si recavano a Trieste a portare solidarietà ai portuali triestini in lotta. Per un momento Trieste era diventata il faro d'Italia e la protesta suscitava simpatia ed euforia. Ma non è l'unica spiegazione.
In molte altre manifestazioni non autorizzate - di quelle che si fanno oramai quasi ogni sabato contro il governo - abbiamo visto ben altre situazioni di piazza: agenti colpiti da lanci di sassi, da bulloni e altri oggetti contundenti, da cartelli stradali divelti e poi lanciati contro di loro o contro le caserme come giavellotti, da bombe-carta, coperti da insulti irripetibili. Di contro, le forze dell'ordine umiliate, ammutolite, impalate lì a subire a lungo violenze dai facinorosi, senza reazioni adeguate. In quei casi, non si pescava nel mucchio a casaccio ma si prelevavano solo i veri responsabili. Emerge la solita doppia morale: poliziotti forti, protervi e arroganti coi deboli, deboli con i violenti e i facinorosi. Perché?
Va spiegato che l'area portuale di Trieste è sotto la giurisdizione dell'Hhla ovvero Hamburger Hafen und Logistik Ag (società con sede ad Amburgo), primo porto ferroviario d'Europa e principale porto della Germania, che ha investito nella Piattaforma Logistica di Trieste, una delle più grandi opere marittime costruite in Italia negli ultimi 10 anni, diventandone il primo azionista .Un nuovo partner europeo per la Piattaforma Logistica di Trieste, città che diventa snodo importante per l’integrazione delle reti logistiche e portuali tra porti del Nord e Sud Europa.
Ci saranno, per i nostri discendenti, libri di storia che scriveranno come sono andate per davvero le cose in quel memorabile giorno del 19 ottobre 2021 al Molo 17 sotto il governo Draghi? O dobbiamo rassegnarci alle imposture e menzogne passate, presenti e postume? Ricordo a tale scopo che la Rai mandò in onda una fiction dal titolo "Blanca" (nome della poliziotta protagonista) dove si mandò in onda un totale rovesciamento della realtà di questi fatti in un'accozzaglia di imposture ben assemblate. Ne parlammo qui in un post del 2023. Le accuse contro quei poveretti hanno tutta l'aria di essere un feroce ribaltamento dei fatti. Pare, secondo l'articolo della Camuso, che sia stato inquisito anche uno di questi poveracci, reo di aver dato un calcio a un candelotto lacrimogeno per terra, già esploso. Ma la cosa peggiore, a mio parere, è averli divisi e isolati dalla comunità degli altri colleghi portuali e l'aver fatto passare tanto tempo (quattro anni) prima di colpirli nuovamente questa volta, per mezzo della repressione giudiziaria, contando sull'oblio e sullo spegnersi del focus sulla protesta.
Confermo. In quei giorni sono stata testimone di un via vai di certi miei vicini di rione, i quali dalla Lombardia si recavano a Trieste a portare solidarietà ai portuali triestini in lotta. Per un momento Trieste era diventata il faro d'Italia e la protesta suscitava simpatia ed euforia. Ma non è l'unica spiegazione.
In molte altre manifestazioni non autorizzate - di quelle che si fanno oramai quasi ogni sabato contro il governo - abbiamo visto ben altre situazioni di piazza: agenti colpiti da lanci di sassi, da bulloni e altri oggetti contundenti, da cartelli stradali divelti e poi lanciati contro di loro o contro le caserme come giavellotti, da bombe-carta, coperti da insulti irripetibili. Di contro, le forze dell'ordine umiliate, ammutolite, impalate lì a subire a lungo violenze dai facinorosi, senza reazioni adeguate. In quei casi, non si pescava nel mucchio a casaccio ma si prelevavano solo i veri responsabili. Emerge la solita doppia morale: poliziotti forti, protervi e arroganti coi deboli, deboli con i violenti e i facinorosi. Perché?
Va spiegato che l'area portuale di Trieste è sotto la giurisdizione dell'Hhla ovvero Hamburger Hafen und Logistik Ag (società con sede ad Amburgo), primo porto ferroviario d'Europa e principale porto della Germania, che ha investito nella Piattaforma Logistica di Trieste, una delle più grandi opere marittime costruite in Italia negli ultimi 10 anni, diventandone il primo azionista .Un nuovo partner europeo per la Piattaforma Logistica di Trieste, città che diventa snodo importante per l’integrazione delle reti logistiche e portuali tra porti del Nord e Sud Europa.
Hamburger Hafen und Logistik Ag (Hhla), operatore del porto di Amburgo, è diventato così, dal 2021 il primo azionista della Piattaforma Logistica. Tutti i dettagli, qui:
Per rendere più romantica la cosa c'è chi si attacca al passato asburgico di Trieste quando l'impero austro-ungarico necessitava del suo naturale sbocco al mare. Il Porto Franco di Trieste ha una storia ricca e complessa, iniziata nel XVIII secolo. Fondato nel 1719 con Carlo VI d'Austria, il porto franco di Trieste fu istituito per trasformare la città in un importante emporio commerciale. Questo status speciale contribuì a far diventare Trieste il porto più rilevante dell’Impero Austro-Ungarico, attirando mercanti e stimolando il commercio internazionale.
Ma la realtà di oggi è ben più prosaica degli antichi fasti asburgici: le mani delle multinazionali sull'hub portuale triestino che non voleva disordini di sorta, perché Business first e gli affari sono affari. In altre parole, i poveri cari portuali, bastonati, docciati e ora sottoposti a processo, furono colpevoli di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Oltre - beninteso - ad aver impugnato una causa sanitaria che scotta ancor oggi e che a tutt'oggi permane un inviolabile tabù. Sull'area portuale di Trieste, nei fatti non nostra, ci sarebbe molto altro da aggiungere. Per parte mia, ho sempre amato questa città-cerniera della Mitteleuropa ricca di fascino, di storia, di cultura ma anche di tremendi contenziosi e di irredentismi con la Storia - contenziosi in parte non ancora risanati. Lo abbiamo visto anche in questi recenti giorni in occasione della giornata del Ricordo, con la foiba di Basovizza profanata da scritte comuniste slovene. Sembra il ritorno del Rimosso.
Ma torniamo al porto.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4-Xqzp2CbkLe5TC1-ejVM1sXol3r9MO3SBp5aOQaDJdKTpS-o_USlTqLrEN-rg8qf7UQUaVRgBsik1tgFTiGrpV-wZFRV8Rucq4oFajRQqG7vSks5_AS605zZjOC6EHRhAUbhD7NZQVhz0wnk3zUjVF9E-GrGW1kJbtnm5vDicvrDVC2ls6OASQ/s1600/getto%20d'acqua.jpg)
Ma la realtà di oggi è ben più prosaica degli antichi fasti asburgici: le mani delle multinazionali sull'hub portuale triestino che non voleva disordini di sorta, perché Business first e gli affari sono affari. In altre parole, i poveri cari portuali, bastonati, docciati e ora sottoposti a processo, furono colpevoli di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Oltre - beninteso - ad aver impugnato una causa sanitaria che scotta ancor oggi e che a tutt'oggi permane un inviolabile tabù. Sull'area portuale di Trieste, nei fatti non nostra, ci sarebbe molto altro da aggiungere. Per parte mia, ho sempre amato questa città-cerniera della Mitteleuropa ricca di fascino, di storia, di cultura ma anche di tremendi contenziosi e di irredentismi con la Storia - contenziosi in parte non ancora risanati. Lo abbiamo visto anche in questi recenti giorni in occasione della giornata del Ricordo, con la foiba di Basovizza profanata da scritte comuniste slovene. Sembra il ritorno del Rimosso.
Ma torniamo al porto.
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi4-Xqzp2CbkLe5TC1-ejVM1sXol3r9MO3SBp5aOQaDJdKTpS-o_USlTqLrEN-rg8qf7UQUaVRgBsik1tgFTiGrpV-wZFRV8Rucq4oFajRQqG7vSks5_AS605zZjOC6EHRhAUbhD7NZQVhz0wnk3zUjVF9E-GrGW1kJbtnm5vDicvrDVC2ls6OASQ/s1600/getto%20d'acqua.jpg)
Ci saranno, per i nostri discendenti, libri di storia che scriveranno come sono andate per davvero le cose in quel memorabile giorno del 19 ottobre 2021 al Molo 17 sotto il governo Draghi? O dobbiamo rassegnarci alle imposture e menzogne passate, presenti e postume? Ricordo a tale scopo che la Rai mandò in onda una fiction dal titolo "Blanca" (nome della poliziotta protagonista) dove si mandò in onda un totale rovesciamento della realtà di questi fatti in un'accozzaglia di imposture ben assemblate. Ne parlammo qui in un post del 2023. Le accuse contro quei poveretti hanno tutta l'aria di essere un feroce ribaltamento dei fatti. Pare, secondo l'articolo della Camuso, che sia stato inquisito anche uno di questi poveracci, reo di aver dato un calcio a un candelotto lacrimogeno per terra, già esploso. Ma la cosa peggiore, a mio parere, è averli divisi e isolati dalla comunità degli altri colleghi portuali e l'aver fatto passare tanto tempo (quattro anni) prima di colpirli nuovamente questa volta, per mezzo della repressione giudiziaria, contando sull'oblio e sullo spegnersi del focus sulla protesta.
San Faustino
15 comments:
Purtroppo gli italioti sono malati di amnesia e non sanno né vogliono ricordare quei torti e quel periodo. L'aver messo sotto processo questi sei disgraziati è una ferita nella ferita. E tutto questo è possibile farlo, perché le scelleratezze perpetrate non sono mai state fatte oggetto di un vero processo coi responsabili alla sbarra.
Anzi, direi che Draghi che dovrebbe sparire dalla faccia della terra per tutto quello che ci ha combinato, ha pure la faccia tosta di affermare che lui è d'accordo con Vance sulla sua visione dell'Europa.
Fabio
Prova ne è che questa notizia della messa sotto processo dei sei portuali non è rimbalzata da nessuna parte, caro Fabio.
Quanto a Draghi, ora ha cambiato pelle. Pardon, squame. Ho letto il discorso, o meglio, l'invettiva di Vance contro l'Europa che ovviamente condivido, nella speranza che non si tratti solo di belle parole:
https://comedonchisciotte.org/vance-tira-schiaffoni-e-leu-muta/
...Ma Draghi non si può aggregare a questo discorso, perché lui è parte integrante di questa Ue. Lo fu quando mandò la letterina avvelenata a firma sua e di Trichet a Berlusconi per annunciargli che doveva sloggiare (2011). Lo fu quando patrocinò il golpe tecno-finanziario col governo Monti (2012) e ci rastrellò un bel po' di risparmi perché c'era lo "spread". E lo fu quando patrocinò la campagna vaccinale col suo mortifero motto "Chi non si vaccina, si ammala, muore e fa morire..". Lo fu quando annunciò l'adozione del green pass conditio sine qua non per poter lavorare.
16/2
"Quelli là", i famosi "loro", non hanno mollato.
Pericolosissimi sono quelli dell' "abbiamo vinto". Veramente deleteri.
Bisogna essere sempre reattivi e in guardia. E disubbidire sempre.
"Loro" vanno avanti come previsto: vedi le "zone rosse" nelle città. Il popolaccio non ha davvero capito cosa stanno preparando...
I politici stanno solo eseguendo gli ordini, senza neppure capirne il disegno.
A loro interessa solo essere ben remunerati.
Mai l'Italia ha avuto una classe politica, tutta, così ignorante, avida, miseranda e ridicolmente servile.
Sul porto di Trieste: pochissimi sanno che lo stato (minuscolo) italiano, né è solamente amministratore.
E che, pur ammantandosi di extra-territorialità (pure questa, cosa misconosciuta) il porto soggiace "de facto" al nemico: cioè ai vincitori della II guerra mondiale: Regno unito e USA. In teoria, ma ora solo in teoria, anche alla Russia, erede dell'URSS.
Brevissimo riassunto in questo link:
http://www.triest-ngo.org/it/il-porto-internazionale-di-trieste-non-puo-negare-laccesso-alle-navi-russe-e-ospitare-navi-da-guerra-americane/
LInk molto utile, sul Porto Franco di Trieste, grazie Cangrande. Sapevo che lo stato italiano ne è solamente l'amministratore. Ma come puoi vedere, su precisi "ordini di scuderia" hanno vietato la libera circolazione e l'attracco alle navi russe, a causa delle cosiddette "sanzioni". Nei fatti siamo ancora terra d'occupazione. Vae victis! - come si suol dire. "Trieste mia, che nostalgia pensare a te..." cantava mia madre questa canzone nostalgica.
La Storia del Porto Franco triestino che risale al 1719 con Carlo VI d'Austria, è ovviamente ben più complessa e meriterebbe uno studio accurato.
Ma è importante sapere il perché di quei giorni tremendi dove scatenarono una furia inspiegabile contro i portuali praticamente inermi. La Multinazionale di Amburgo Hhla ovvero Hamburger Hafen und Logistik Ag, si era appena assicurata il suo pacchetto azionario di maggioranza proprio in quei giorni, e le proteste disturbavano e intralciavano gli affaracci loro.
No, non abbiamo affatto vinto e mi piacerebbe sapere chi è tanto tonto da credere a questo bovino ottimismo a buon mercato.
17/2
Anche la Cina ha messo gli artigli sulle nostre aree portuali e i vari governi hanno lasciato fare:
https://www.startmag.it/economia/tutti-i-porti-europei-nelle-mani-della-cina-report/
In primis, Conte con la sua via della Seta e che ora fa l'indipendentista.
Chiara
Premesso che Trieste ha una storia a parte, con un passato molto particolare e con una storia del Porto Franco che andrebbe approfondito, ma per il resto delle nostre aree portuali, l'Italia ha la possibilità di esercitare la "golden power" tenendo per sé le infrastrutture. E allora che la eserciti se non ci vogliamo ritrovare il nemico direttamente in casa! Quanto a Conte, è un altro di quei personaggi che mi fa venire il vomito solo a guardarlo.
17/2
Silenzio generalizzato, anche di chi a suo tempo aveva difeso i portuali. Mi riferisco ad attuali figure del governo e della maggioranza parlamentare, ovviamente.
Leggo uno dei pochi articoli recenti, su Rainews, che alla prima udienza, lo scorso ottobre, in 8 avevano optato per il rito abbreviato o per la messa a prova , estinguendo il reato con lavori socialmente utili. Trattati come dei veri delinquenti.
Risulta anche danneggiato uno dei video che avrebbero forse potuto scagionare un manifestante, Giorgio Deschi, accusato di avere offeso un poliziotto.
Lui dichiara: "Ho reagito a seguito di numerosi spintonamenti, e si ho usato parole forti - ammette - ma era un agente della Digos in borghese - non si è dichiarato - e semplicemente gli ho detto che lui era lì solo per esacerbare gli animi".
https://www.rainews.it/tgr/fvg/articoli/2025/01/blocco-del-porto-di-trieste-il-processo-ai-no-green-pass-prosegue-d5854a9d-4439-4f0b-8723-ca2590c0aea3.html
Una cosa è certa: loro sotto processo, comunque finirà, stanno passando un inferno.
Gli autori dei soprusi, sono sempre impuniti e ancora sulla scena.
(17/2)
Personalmente attribuisco a questa storiaccia, un valore importante: non si vogliono estinguere quegli odiosi soprusi mentre parti importati dello stato hanno dato loro il colpo di grazia per il tramite della solita magistratura. Nell'articolo di Angela Camuso (disponibile solo nel cartaceo) alcuni di questi manifestanti di fronti a tanta palese e gratuita violenza gridarono: "Diteci chi vi paga! diteci chi vi ha mandato". Ed emerse anche lì, che c'erano agenti Digos in borghese.
Pur tuttavia, in confronto a quello che subiscono gli agenti di polizia nelle manifestazioni dei centri sociali, coi black bloc e tutta l'area antagonista quasi ogni sabato "contro il governo Meloni", mi pare che sia stato poca cosa. Emerge sempre e solo la solita "doppia morale" del poliziotto inerme e passivo coi facinorosi violenti, e aggressivo e punitivo con i non violenti. Ma è chiaro che l'area portuale di Trieste doveva rimanere zona OFF LIMITS .
"Gli autori dei soprusi, sono sempre impuniti e ancora sulla scena".
Più che mai! e lo abbiamo visto in uno Speranza libero e in tournée promozionale del suo schifoso libro, Conte che fa il capopopolo antigovernativo e falso-pacifista. Draghi che ora canta il suo salvifico "tu vuo' fa' l'Americano" arrivando a dare ragione a Vance contro quella Ue che gli ha garantito e gli garantisce stipendi stellari. Una vera oscenità!.
17/2
@ Ale e per tutti. Mi è capitato questo bel tweet del cantautore Enrico Ruggeri sul green pass e la dittatura sanitaria :
https://sfero.me/article/-assenza-politici-medici-veri-si
Non lo inviteranno mai più a Sanremo.
17/2
Ci hanno rotto e ci rompono costantemente con la menata dell'antifascismo, ma quando abbiamo avuto quei tre anni di svolta autoritaria e dittatoriale della quale portiamo ancora tutte le conseguenze, in pochi se ne sono accorti. Bravo Ruggeri! in un ambiente come il suo rappresenta una perla rara.
Laura
Vero. Ruggeri e anche Red Ronnie.
Una buona notizia. E' arrivato un appello dal Coordinamento No green pass di Trieste a presenziare al processo che si terrà domattina alle 12 presso il Tribunale di TS. Si invita la popolazione locale a partecipare in massa. Sarebbe infatti un errore contare solo sull'azione dei bravi avvocati senza una giusta mobilitazione di solidarietà.Vedremo gli sviluppi.
https://comedonchisciotte.org/manifestanti-no-green-pass-sotto-processo-da-trieste-lappello-alla-presenza-solidale-in-tribunale/
18/2
Cara Nessie, hai fatto bene a tenere acceso questa scelleratezza dei portuali sotto processo. Ho fatto girare il link su WhatsApp e spero che domani a Trieste ci sia il massimo della mobilitazione davanti al Tribunale. Questa loro lotta non deve essere dimenticata.
Marzia
Grazie Marzia, lo spero tanto anch'io. Chi ha notizie locali al riguardo (penso anche a Jacopo) su quanto avverrà domani è pregato di diffonderle. Anche perché i giornaloni di regime e me(r)dia faranno zittificio globale e avranno cronachette blindatissime.
18/2
Questa è l'incredibile storia di Stefano Puzzer raccontata da lui stesso, quando e l'azienda e il giudice cercarono di comprarsi il suo silenzio:
https://www.facebook.com/quotidianolaverita/videos/lesilio-di-puzzer-e-i-portuali-ancora-a-processo/957764033124728/
XYZ
Sì, storiaccia davvero incredibile. Costretto ad auto-esiliarsi a San Cassiano di Val Badia (bellissimo posto finché si vuole, ma lontano da casa sua), per poter trovare un lavoro, tanto per mantenere se stesso e la sua famiglia. Nel video lui dice una cosa importante: la polizia per norme di legge non poteva entrare nel Porto Franco triestino.
Grazie.
19/2
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