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27 August 2023

L'uranio impoverito non è un ricordo del passato

 


Toh! Dietro le polemiche sul libro del gen. Vannacci, rispunta la mai risolta faccenda dell'uranio impoverito e delle sue vittime. Mentre i complottisti di sinistra e di destra (purtroppo sempre più somiglianti tra di loro), si scatenano in ipotesi le più stravaganti nei confronti  del cui prodest il  libro di  Vannacci, salta fuori che il Colle fece pressione per cambiare il rapporto sui militari avvelenati. Molti sanno che l'uranio impoverito  è metallo pesante utilizzato principalmente per la fabbricazione di armi e munizioni.  I proiettili sono in grado di generare altissime temperature penetrando i carri armati e le varie installazioni militari nei quali è presente l'amianto. Queste munizioni furono usate per la prima volta durante la prima guerra del Golfo nel 1991, e successivamente nei Balcani. Essi hanno provocato morti e  gravissime contaminazioni nei soldati coinvolti, colpiti principalmente da tumori. I numeri sono impressionanti. Dopo le missioni in Bosnia nel 1995 e in Kosovo nel 1999 si parla di almeno 366 militari italiani morti e di 7.500 ammalati di leucemia e altre forme cancerogene. Da allora non si è più andati avanti nelle inchieste e questo tipo di armi non è ancora stato bandito, anche se il suo utilizzo permane alquanto controverso.  Per rimanere all'attualità, basti pensare al conflitto in Ucraina. La baronessa Annabel Goldie viceministro alla Difesa del governo conservatore di Sunak, affermò le intenzioni del Regno Unito di voler fornire  il governo di Kiev con munizioni a uranio impoverito.  Stupisce e non poco, che mentre si vadano affermando politiche ecologiste assai fanatiche, misure  che comportano immensi sacrifici economici per i cittadini della Ue, di questi tipi di contaminazioni alle porte d'Europa, nessuno proferisca verbo. Ne sa di più nel merito, questo articolo della rivista Limes di Lucio Caracciolo ("Le preziose derrate alimentari ucraine potrebbero in futuro non avere più mercato a causa dello stigma che le munizioni all’uranio impoverito portano con sé").

 La notizia passò sotto traccia  fino a quando non venne ripresa dalle stesse autorità ucraine. Ma vengo all'Uomo del Colle, quando ancora era Ministro della Difesa del prima del governo D'Alema, poi Amato.

Per chi avesse voglia di ripassare un po' di Storia, Mattarella cercò con ogni mezzo di dare disco verde alle munizioni all'uranio impoverito durante il suo ministero, minimizzandone la pericolosità.  Ben  quattro commissioni d'inchiesta furono attivate dal Parlamento italiano, l'ultima delle quali, nel 2015 sotto il governo Renzi, presieduta dal deputato piddino Gian Piero Scanu. Ma - figurarsi - al termine dei lavori dell'inchiesta a Scanu sarebbero arrivate  pressioni da ambienti quirinalizi per cambiare la relazione finale e ritirare il provvedimento legislativo. In parole povere, il testo finale venne annacquato. Al generale Giuseppe Cavo Dragone venne affidato il comando operativo di vertice interforze, il cosiddetto COI. Ed è proprio la citata persona, promossa al grado di ammiraglio e nominato Capo di Stato maggiore della Difesa durante il governo Draghi, che,  ebbe a dire che non sussistevano indicazioni/informazioni e/o documenti attestanti la presenza di uranio impoverito nel teatro di guerra in Iraq. Questo, "nonostante il palese e comprovato uso che tale metallo fosse stato fatto nell'area a partire dal 1991" (è lo stesso generale Vannacci a scriverlo di suo pugno in un esposto che presentò il 13 marzo 2019 sia alla Procura di Roma sia alla Procura presso il Tribunale militare della capitale).  Tra l'altro, fu proprio Cavo Dragone a voler radiare Vannacci dall'esercito, quando esplose la polemica sul libro, prima che intervenisse la mediazione di Palazzo Chigi per evitare il siluramento completo. Colgo l'occasione per ricordare che l'esposto in procura del generale è stato parzialmente pubblicato dal quotidiano La Verità  venerdì 25 agosto, ma non si trova ancora in versione integrale. Non è difficile arguire perché Vannacci fosse già nel mirino da parte di ambienti che per usare un termine caro proprio a Lorsignori, sono stati apertamente "negazionisti" nei confronti della faccenda dell'uranio impoverito. Mattarella  che pare abbia esteso la longa manus sull'affare uranio, se ne intende di questi silenzi sepolcrali, tenuto conto che nei confronti della vaccinazione mRNA ebbe a  dichiarare  apertamente di non invocare il diritto alla libertà individuale, per sottrarsi all'inoculazione.  "Poiché - a detta sua -  "quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui".  Questo è il concetto che ha  di una parte dei suoi cittadini: usurpatori della libertà che minano la sicurezza e incolumità altrui.  

Munizioni con uranio impoverito in Ucraina

Dunque credo che i morti sulla coscienza (morti  di numerosi soldati per uranio impoverito nelle varie missioni di guerra, morti per un vaccino mai testato e somministrato perfino alle donne in gravidanza) comincino ad essere un po' tantini. Ecco perché non lo considero il mio presidente né quello di TUTTI  gli italiani, ma di una sola circoscritta parte politica. 

 Ai cercatori di pepite d'oro ovvero ai cacciatori di "gatekeeper" (il nuovo paria del secolo dopo il "fascista") raccomando di concentrarsi soprattutto su questi capisaldi. Ce n'è uno che sul suo blog ha perfino messo nella sua black list dei custodi del cancello delle élite, il povero Stefano Puzzer che ha perso il lavoro ed è stato definitivamente massacrato dalle sentenze delle procure: pensate un po' che fini giornalisti  investigativi abbiamo! 

Ma torno all'uomo del Colle che già tanto male ha procurato e che non perde occasione per farsi dominare dalle proprie opinioni personali, utilizzando il potere del mandato ricevuto per esternarle ed imporle nei più svariati contesti, l'ultimo dei quali è il Meeting di Rimini . 

Come scrive  giustamente Alberto Conti sul sito Come don Chisciotte,  "non è più possibile accettare, in una situazione nazionale e internazionale così complessa, difficile ed esistenzialmente rischiosa come quella che oggi la storia c’impone, che la tutela della Carta Costituzionale, unica sicura ancora di salvezza rimastaci, venga affidata a figure tanto schierate con il mainstream atlantista da non più riconoscerne alcuni principi fondamentali, come ad esempio il ripudio della guerra e la divisione dei poteri interni".

Pertanto, Mattarella se ne deve andare, prima della scadenza del suo secondo settennato (14 anni sono un'eternità). Chiunque riesca ad allontanarlo, o quantomeno a indebolirne lo strapotere, fosse anche ad opera degli stessi ambienti massonici in cerca di un nuovo avvicendamento (le vie del Signore sono infinite), per me è il benvenuto. Le libertà non  si conquistano con i purismi, i massimalismi, i deliri apocalittici e la ricerca della rivoluzione proletaria dura e pura. 


Santa Monica


19 August 2023

Salvate il gen.Vannacci!



Ogni estate ha le sue beghe e questa del 2023 sarà ricordata per una serie di polemiche create ad arte, come quella dei due cornuti/cornificati che dovevano festeggiare il loro fidanzamento e invece ne hanno fatto un mega party di sputtanamento mediatico. Ma non bastava. Ci voleva qualcos'altro, qualcosa di più forte. Magari  di più "fascista". Ed ecco il caso del gen.  Roberto Vannacci, già Direttore dell’ Istituto Geografico Militare di Firenze, scatenato dalle testate ammiraglie del sistema, le quali non hanno esitato a marchiare di omofobia e di razzismo il suo libro. 
Senza volerlo, con la scusa di denigrarlo, la verità l'ha detta Sallusti direttore di "Libero", giornale che rassomiglia sempre più a Dagospia (stessa vocazione scandalistica e gossipara e alla faccia del destropensiero!). E cioè che, se il generale Vannacci che ha un curriculum professionale di tutto rispetto, avesse cercato un editore per pubblicare il suo libro, in Italia non lo avrebbe mai trovato. Perciò, se l'è dovuto pubblicare da solo e a proprie spese. 
Nota di demerito  secondo Sallusti, ma  in realtà, una medaglia per il generale.  Perché tutti sappiamo che in Italia se non hai qualche Padrino "rosso" non riesci a pubblicare presso nessuna casa editrice. C'è riuscito perfino quello stramoscio di Saviano che ha messo in piedi un  unico libro coi ritagli delle cronache giornalistiche. Per non dire del clamoroso "caso letterario" Michela Murgia, fatta passare per un "talentaccio" - come direbbe Gassman nell'esilarante  sketch "La Musa" del film "I mostri" di Risi - scrittrice ipervalutata presso tutti i canali ufficiali.   

Ma torno sul caso Vannacci. Oggi il quotidiano La Verità ha riportato su  alcune sue pagine (pag. 5, 6, 7) alcune parti dal suo libro "Il Mondo al contrario",  affinché possano giudicare direttamente i lettori. Che vi si legge nelle tre pagine testé pubblicate di un volume che ne possiede 373

Niente di nuovo per chi frequenta da anni blog sovranisti e siti identitari. C'è la critica al multiculturalismo, all'eccesso di migrazione che se massiccia e continuativa diventa "invasione" (lo è già). C'è il diritto alla salvaguardia dell'italianità, delle nostre tradizioni,  della nostra storia, della nostra religione e cultura, del nostro cibo. C'è la critica all'LGBT e a come il concetto di  "diversità" non deve soverchiare il diritto-dovere alla famiglia naturale dalla quale tutti noi proveniamo, vero cardine per una società coesa. C'è il diritto alla sicurezza e alla legittima difesa dei cittadini sempre più angariati da una delinquenza fuori controllo; e c'è la critica su come vengano  tollerati e giustificati il furto, l'occupazione abusiva di case,  e l'illegalità diffusa  in luogo di venir sanzionati. C'è lo stigma sulla mancanza di una vera certezza della pena. Non poteva mancare la critica all'ambientalismo fanatico e alla transizione green che invece di tutelare le nostre vite, le fa a pezzi. Certamente deve esserci molta altra carne al fuoco, se al momento è tra i  libri più venduti su Amazon. 

Chi frequenta questo blog, sa che da anni sono questi gli argomenti (o topic) maggiormente dibattuti dalla sottoscritta e dai suoi lettori.  E come me, da molti altri blogger. E allora dove diavolo sta lo scandalo? Il generale  Vannacci che ha comandato le nostre truppe in svariate missioni internazionali, tra cui Afghanistan e Ruanda, è stato, tra l'altro, comandante del reggimento Col Moschin e della Folgore, due reparti d’élite del nostro esercito. Nel suo libro ha semplicemente enucleato i temi cari all'elettorato tradizionalista. Forse lo ha fatto con  quella schiettezza e  senza quella malizia stilistica tipica di un  giornalista scaltrito dalla quotidianità del mestiere, come è il  caso di Belpietro, o di Claudio Antonelli della Verità,  i quali sanno creare immagini retoriche, metafore, circonlocuzioni senza offrire direttamente il petto al nemico. Ma l'essenziale è che qualcuno lo abbia fatto. 

E la reazione di  Guido Crosetto, attuale Ministro della Difesa circa i "provvedimenti disciplinari" a carico di Vannacci (misure che non è lui a dover prendere, semmai  toccherebbe alle gerarchie militari) è  quella tipica da esponente di una forza politica mai emancipata dalla smania di accreditamento presso le élite mondialiste e presso la stessa sinistra nostrana, intesa come mainstream mediatico, quello che deve contare e prevalere ad ogni costo. Un mesto complesso di inferiorità che non può che dispiacere  e contrariare il suo stesso elettorato sempre più orfano, deluso e  reso scettico.  

Perciò, solo noi possiamo salvare il generale Vannacci  dai molteplici detrattori che fatalmente salteranno fuori, dandogli tutto il nostro appoggio incondizionato. 


San Giovanni Eudes

09 August 2023

Digitalizzazione della vita pubblica, una nuova prigionìa


Klaus Schwab
fece la sua sinistra profezia secondo la quale ci sarebbe stata un'era pre Covid e una  post Covid,  un po' come le ere Avanti Cristo e Dopo Cristo.  Quelli come lui, predicono sempre profezie auto-avveranti. Nell'era pre ci si sarebbe indignati nel sentire che a un poveretto (magari anche agiato) avessero bloccato il conto corrente dei suoi risparmi, per motivi politici. Nell'era post la gente è diventata abulica, apatica, insensibile, come pugili troppo suonati. E non si indigna più di niente.  Con più riceve legnate, con  più se la prende con chi cerca di evitarle. Da bambini ci avevano insegnato a temere i  branchi di lupi, ma forse i nostri educatori avrebbero fatto meglio a spaventarci sul pericolo di  greggi di pecore. Infatti quando gli stati emettono norme vessatorie, la cosa peggiore è trovarsi in mezzo a  chi vi si adatta subito di buon grado, emettendo belati di approvazione. 

Apripista del blocco dei conti correnti, com'è tristemente noto, fu il premier canadese Justin Trudeau coi camionisti. Ma ciò, non è stato un esperimento isolato, ma l'apertura di un autentico vaso di Pandora. Tant'è vero che nel mondo anglo-sassone, c'è chi si è visto bloccare il proprio conto con criteri etico-punitivi, emulando la cura-Trudeau. In un anno sono stati cancellati 350.000 depositi a privati e ad associazioni considerate "non conformi" agli standard etici della cultura cosiddetta "woke". E' toccato a Nigel Farage il combattivo leader dell'Ukip, già ispiratore ideale della Brexit. In un documento di 40 pagine stilato dalla banca, la Coutts Bank,  presso la quale aveva un deposito, è stato definito "truffatore", gli hanno rimproverato la sua amicizia con Trump e col tennista contrario al vaccino Novak Djokovic, ritenuto pure filo-Putin. Sulla questione, è dovuto intervenire il premier Sunak in persona per stigmatizzare il comportamento della banca e per ricordare che  la libertà di pensiero e di parola è una pietra miliare della democrazia britannica. Ma anche se l'amministratore delegato della Coutts Bank è stato costretto a dimettersi, altre nove banche gli hanno rifiutato l'apertura di un nuovo conto. Ed ecco che lui che si batte come un leone, ha aperto il sito countelosed.org  per difendersi e mobilitare i cittadini sul tema, perché giustamente se lo possono fare con lui, lo possono fare con altri.  I conti chiusi sono infatti aumentati a quasi 350.000 lo scorso anno.  Un numero sempre più elevato di aziende,  di privati,  di associazioni benefiche, si sono visti chiudere i loro conti, senza alcuna prova di illeciti commessi. Tra questi, il giornalista Simon Heffer, suo amico. Si va anche di  generazione in generazione, perché il figlio dell'ex Cancelliere dello Scacchiere Nigel Lawson, ha riscontrato difficoltà ad aprire un conto, a causa del suo defunto padre, colpevole di aver sfidato i fanatici del cambiamento climatico e finendo pertanto nella lista dei PEP (persone politicamente esposte). L'allarme "debanking" tradotto in italiano nel pessimo "debancarizzazione" si è già diffuso anche in Usa. Il conto di un attivista delle libertà d'espressione, Toby Young, è stato congelato lo scorso anno, come pure un associazione genitori  USforThem contrari alle chiusure delle scuole durante il confinamento da Covid. Esempi ce ne sono tanti altri, ma non mi dilungo. Voglio invece sottolineare che si sta delineando un altro temibile tassello di quello che ho chiamato in precedenza "paesaggio ostile": il tentativo di imporre comportamenti ritenuti "virtuosi" con l'uso della forza, mediante crediti sociali alla cinese. Più comportamenti "virtuosi", più punti. La moneta digitale, in questo senso rappresenta il perfetto giogo per il gregge in cerca di approvazione.  

Di recente lo stato della Florida, il Texas, l'Alabama e il Sud Dakota hanno emanato leggi per vietare espressamente l'uso del dollaro elettronico aprendo il classico contenzioso tra potere federale della FED  e giurisdizioni locali.  Le motivazioni sono valide: per come è strutturato il dollaro digitale, esso costituisce un'autentica violazione nella privacy. Ma noi? 

Beato a chi si fida! Gli esempi della grande crisi sanitaria e di come gli italiani si siano lasciati abbindolare dalla propaganda,  facendosi ammazzare come bestiole impaurite (siamo quelli che hanno avuto più morti al mondo, tra protocolli fasulli e siringhe venefiche), non promette proprio niente di buono.  Leggo che c'è un informatico suonato che si è fatto impiantare 5 microchip sottopelle per aprire le porte, per fare acquisti e pagamenti ed è il primo in Italia a fare il testimonial iper-digitalizzato del "nuovo mondo". Proprio il balordo giusto al momento giusto!



C'è chi  fa notare che la moneta digitale è un altro  passo verso la smaterializzazione. Era già rarefatta la moneta Fiat, basata esclusivamente sulla fiducia dei suoi utilizzatori. Figuriamoci la moneta digitale! Se è così, sarà immateriale la moneta, ma  è concreta la nuova prigionia che ci attende. Esattamente come ci venne già anticipato col green pass. A chi non era in possesso di un  "valido" Qr code informatico, veniva impedito perfino di fare pipì nelle toilette dei bar. Armi impalpabili per vere segregazioni. 

San Lorenzo


02 August 2023

L'ecologicamente corretto in costituzione crea ancora più danni




Correva l’8 febbraio 2022 ed era in carica il governo Draghi. La Camera dei deputati approvò in via definitiva  il disegno di legge di riforma costituzionale che introduceva importanti modifiche agli art. 9 e 41. Unica eccezione una tal Cristina Carretta di FdI che votò contro.  Venne approvato nell'indifferenza generale, in specie dei cittadini già fiaccati dall'imperante terrorismo sanitario degli ultimi due anni. Eravamo tutti troppo preoccupati dal green pass e dai continui veti orchestrati sui non vaccinati ai quali non venne consentito nemmeno l'uso delle toilette nei bar e nei luoghi pubblici, senza  dover mostrare il marchio verde.  Per non parlare dei posti di lavoro.  L'ideologia green che nulla ha a che fare con una sana ecologia dell'uomo, entra così d'imperio, nella legislazione italiana, ma in pochi compresero quale ipoteca pericolosa rappresenti. Senza questo importante antefatto, non è possibile capire i recenti interventi a gamba tesa dell'Uomo del Colle né le sparate di Amato. 

Nella versione originaria dell’art. 9 Costituzione – che rientra nella sezione dei princìpi fondamentali, quindi particolarmente rilevanti –, comparivano i seguenti due punti: “1. La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. 2. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Ora è stato aggiunto un terzo comma, che recita così: “3. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.
Ci si è allontanati da una visione “culturale” centrata sull’uomo, per andare verso una vaga prospettiva “biocentrica”: l’essere umano non è più il vertice della creazione ma soltanto una delle tante specie che abitano il pianeta e quindi, come propone il cosiddetto antispecismo, non “qualitativamente” superiore per status e valore agli altri animali. Il rischio è il superamento della prospettiva giudaico-cristiana, nella quale il mondo è stato donato all’uomo, fatto “a immagine e somiglianza” di Dio (Gn 1,26-27) “perché lo lavorasse e lo custodisse” (Gn 2,15), non già per trasformarlo in un museo o per idolatrarlo come una divinità neopagana. (fontehttps://www.centrostudilivatino.it/con-la-riforma-degli-art-9-e-41-lecologicamente-corretto-entra-in-costituzione/) .

"Nel nuovo dettato costituzionale, il senso gerarchico del Creato passa in secondo piano, e il focus si sposta sulla necessità e urgenza di “salvare il pianeta”, ovviamente “dall’uomo”, anziché “custodire il creato”, che dell’uomo è la dimora. L’ecologicamente corretto potrebbe incarnarsi in leggi ordinarie che impongono alle generazioni presenti dei sacrifici irrazionali sull’altare di Gaia, nel nome di un futuro utopico (anzi, distopico)?".

Certamente sì, ed è alla luce di questo che dobbiamo vedere le recenti dichiarazioni di Mattarella durante la cerimonia del Ventaglio il quale mostra segni di nervosismo nei confronti degli scettici delle emergenze climatiche («Siamo già in ritardo. Sorprendenti tante discussioni sulla fondatezza del rischio»)
 Così come è sempre alla luce di questo, che dobbiamo interpretare le teorie neomalthusiane vagheggianti un pianeta "risanato" dall'eliminazione della presenza dell'Uomo, visto sempre di più come entità invadente e parassita, e con una riduzione dai 9 miliardi di abitanti a 1 miliardo.  Siamo dunque alla fine della visione cristiana dell'uomo visto come "Imago Dei". 

Veniamo alla modifica dell'art. 41.  che rientra nella parte dedicata ai “diritti e doveri dei cittadini”. 1.L’iniziativa economica privata è libera. 2. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana. 3. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali e ambientali”.

"L’ “ambiente” entra,  allo stesso livello dell’essere umano, tra i “soggetti di diritto”, e quindi meritevoli di tutela, giustificando così future limitazioni alla proprietà privata e alla libertà di iniziativa, potenzialmente anche pesanti vista l’indeterminatezza del nuovo dettato costituzionale". (fonte cit.)

"Le modifiche green recentemente introdotte sono così “alte” e così vaghe, che il Parlamento d’ora in poi potrà dare prova di fantasia e creatività nell’escogitare sempre nuove regole, restrizioni e tasse, da un lato; nonché concedere incentivi e prebende, dall’altro; per non parlare degli spazi che si aprono alla giurisprudenza costituzionalmente orientata. Oltre alla libertà di iniziativa economica, la minaccia si potrebbe estendere anche alla proprietà privata: il nuovo testo costituzionale consentirebbe di varare leggi che mettono fuori mercato non solo veicoli “troppo” inquinanti ma anche abitazioni con classe energetica ritenuta “troppo” bassa, come anche l’imposizione di tasse pesanti per frenare quei consumi giudicati poco “verdi”, per via di emissioni di CO2 ritenute eccessive; e chissà cos’altro in futuro, magari anche imporre dei lockdown energetici giustificandoli con nuove “emergenze climatiche”. (ibidem)

Tutte cose, del resto,  che si fanno già nei comuni amministrati  dai 100 sindaci green  (tra i quali Beppe Sala) i quali hanno aderito al documento-manifesto  di 70 pagine dell'agenda 2030 della svedese eco-fanatica  Ida Auken, documento che potete scaricare qui.

Ma l'errore di fondo è stato non aver vigilato abbastanza sul fatto che "la più bella del mondo" (intesa come Costituzione), dopo l'inserimento dell'art. 81 sul pareggio di bilancio da parte di Bruxelles,  è stata nuovamente violata e adulterata con il climaticamente corretto insinuato nei suoi articoli. 

San Eusebio