Toh! Dietro le polemiche sul libro del gen. Vannacci, rispunta la mai risolta faccenda dell'uranio impoverito e delle sue vittime. Mentre i complottisti di sinistra e di destra (purtroppo sempre più somiglianti tra di loro), si scatenano in ipotesi le più stravaganti nei confronti del cui prodest il libro di Vannacci, salta fuori che il Colle fece pressione per cambiare il rapporto sui militari avvelenati. Molti sanno che l'uranio impoverito è metallo pesante utilizzato principalmente per la fabbricazione di armi e munizioni. I proiettili sono in grado di generare altissime temperature penetrando i carri armati e le varie installazioni militari nei quali è presente l'amianto. Queste munizioni furono usate per la prima volta durante la prima guerra del Golfo nel 1991, e successivamente nei Balcani. Essi hanno provocato morti e gravissime contaminazioni nei soldati coinvolti, colpiti principalmente da tumori. I numeri sono impressionanti. Dopo le missioni in Bosnia nel 1995 e in Kosovo nel 1999 si parla di almeno 366 militari italiani morti e di 7.500 ammalati di leucemia e altre forme cancerogene. Da allora non si è più andati avanti nelle inchieste e questo tipo di armi non è ancora stato bandito, anche se il suo utilizzo permane alquanto controverso. Per rimanere all'attualità, basti pensare al conflitto in Ucraina. La baronessa Annabel Goldie viceministro alla Difesa del governo conservatore di Sunak, affermò le intenzioni del Regno Unito di voler fornire il governo di Kiev con munizioni a uranio impoverito. Stupisce e non poco, che mentre si vadano affermando politiche ecologiste assai fanatiche, misure che comportano immensi sacrifici economici per i cittadini della Ue, di questi tipi di contaminazioni alle porte d'Europa, nessuno proferisca verbo. Ne sa di più nel merito, questo articolo della rivista Limes di Lucio Caracciolo ("Le preziose derrate alimentari ucraine potrebbero in futuro non avere più mercato a causa dello stigma che le munizioni all’uranio impoverito portano con sé").
La notizia passò sotto traccia fino a quando non venne ripresa dalle stesse autorità ucraine. Ma vengo all'Uomo del Colle, quando ancora era Ministro della Difesa del prima del governo D'Alema, poi Amato.
Per chi avesse voglia di ripassare un po' di Storia, Mattarella cercò con ogni mezzo di dare disco verde alle munizioni all'uranio impoverito durante il suo ministero, minimizzandone la pericolosità. Ben quattro commissioni d'inchiesta furono attivate dal Parlamento italiano, l'ultima delle quali, nel 2015 sotto il governo Renzi, presieduta dal deputato piddino Gian Piero Scanu. Ma - figurarsi - al termine dei lavori dell'inchiesta a Scanu sarebbero arrivate pressioni da ambienti quirinalizi per cambiare la relazione finale e ritirare il provvedimento legislativo. In parole povere, il testo finale venne annacquato. Al generale Giuseppe Cavo Dragone venne affidato il comando operativo di vertice interforze, il cosiddetto COI. Ed è proprio la citata persona, promossa al grado di ammiraglio e nominato Capo di Stato maggiore della Difesa durante il governo Draghi, che, ebbe a dire che non sussistevano indicazioni/informazioni e/o documenti attestanti la presenza di uranio impoverito nel teatro di guerra in Iraq. Questo, "nonostante il palese e comprovato uso che tale metallo fosse stato fatto nell'area a partire dal 1991" (è lo stesso generale Vannacci a scriverlo di suo pugno in un esposto che presentò il 13 marzo 2019 sia alla Procura di Roma sia alla Procura presso il Tribunale militare della capitale). Tra l'altro, fu proprio Cavo Dragone a voler radiare Vannacci dall'esercito, quando esplose la polemica sul libro, prima che intervenisse la mediazione di Palazzo Chigi per evitare il siluramento completo. Colgo l'occasione per ricordare che l'esposto in procura del generale è stato parzialmente pubblicato dal quotidiano La Verità venerdì 25 agosto, ma non si trova ancora in versione integrale. Non è difficile arguire perché Vannacci fosse già nel mirino da parte di ambienti che per usare un termine caro proprio a Lorsignori, sono stati apertamente "negazionisti" nei confronti della faccenda dell'uranio impoverito. Mattarella che pare abbia esteso la longa manus sull'affare uranio, se ne intende di questi silenzi sepolcrali, tenuto conto che nei confronti della vaccinazione mRNA ebbe a dichiarare apertamente di non invocare il diritto alla libertà individuale, per sottrarsi all'inoculazione. "Poiché - a detta sua - "quella invocazione equivale alla richiesta di licenza di mettere a rischio la salute altrui e in qualche caso di mettere in pericolo la vita altrui". Questo è il concetto che ha di una parte dei suoi cittadini: usurpatori della libertà che minano la sicurezza e incolumità altrui.
Munizioni con uranio impoverito in Ucraina |
Dunque credo che i morti sulla coscienza (morti di numerosi soldati per uranio impoverito nelle varie missioni di guerra, morti per un vaccino mai testato e somministrato perfino alle donne in gravidanza) comincino ad essere un po' tantini. Ecco perché non lo considero il mio presidente né quello di TUTTI gli italiani, ma di una sola circoscritta parte politica.
Ai cercatori di pepite d'oro ovvero ai cacciatori di "gatekeeper" (il nuovo paria del secolo dopo il "fascista") raccomando di concentrarsi soprattutto su questi capisaldi. Ce n'è uno che sul suo blog ha perfino messo nella sua black list dei custodi del cancello delle élite, il povero Stefano Puzzer che ha perso il lavoro ed è stato definitivamente massacrato dalle sentenze delle procure: pensate un po' che fini giornalisti investigativi abbiamo!
Ma torno all'uomo del Colle che già tanto male ha procurato e che non perde occasione per farsi dominare dalle proprie opinioni personali, utilizzando il potere del mandato ricevuto per esternarle ed imporle nei più svariati contesti, l'ultimo dei quali è il Meeting di Rimini .
Come scrive giustamente Alberto Conti sul sito Come don Chisciotte, "non è più possibile accettare, in una situazione nazionale e internazionale così complessa, difficile ed esistenzialmente rischiosa come quella che oggi la storia c’impone, che la tutela della Carta Costituzionale, unica sicura ancora di salvezza rimastaci, venga affidata a figure tanto schierate con il mainstream atlantista da non più riconoscerne alcuni principi fondamentali, come ad esempio il ripudio della guerra e la divisione dei poteri interni".
Pertanto, Mattarella se ne deve andare, prima della scadenza del suo secondo settennato (14 anni sono un'eternità). Chiunque riesca ad allontanarlo, o quantomeno a indebolirne lo strapotere, fosse anche ad opera degli stessi ambienti massonici in cerca di un nuovo avvicendamento (le vie del Signore sono infinite), per me è il benvenuto. Le libertà non si conquistano con i purismi, i massimalismi, i deliri apocalittici e la ricerca della rivoluzione proletaria dura e pura.
Santa Monica