I risultati delle elezioni sono chiari, anche se qua e là, ci saranno variazioni di percentuali minime nei vari collegi. Dei tre partiti di centrodestra, FdI ha vinto facendo l'en plein in tutta la Penisola e Giorgia Meloni si conferma la leader della coalizione. Inutile che quel poveretto di Tajani (FI) dica fesserie come "noi non abbiamo preclusioni" sul fatto che sia lei a guidare il governo. Quali preclusioni? La coalizione di centrodestra è a trazione meloniana, e lui parla ancora di "preclusioni"? Anche se io non l'ho votata, devo ammettere che è stata una grande lavoratrice e ha mostrato tempra e tenacia a fronte di una campagna elettorale a dir poco delinquenziale. Sgambetti, cattiverie, dileggi, boicottaggi dei suoi comizi, violenze verbali e non ... E questo è ancora niente se pensiamo a quel che dovrà ancora sopportare. Adesso inizia l'ora delle responsabilità.
La Lega paga il suo collaborazionismo col governo Draghi e ieri sera nella trasmissione "Quarta repubblica" di Porro, Maria Giovanna Maglie ha raccontato dei retroscena sul suo segretario, il quale - a detta sua - non voleva entrare nel governo Draghi, non avrebbe voluto l'obbligo vaccinale né il green pass, ma ha dovuto piegarsi alla "ragion di partito", tracciata da Giorgetti. Poi ci sono stati i governatori delle regioni del Nord, più realisti del re e accovacciati anche loro ai diktat di governo. Ma ciò non toglie che Salvini ha avuto una leadership debole e che si sia accucciato all'Eminenza grigia. giorgettiana, un bocconiano amico personale di Draghi. Ora ci saranno i regolamenti interni, come spesso accade in questi casi.
L'astensione è stata forte (il 30% circa), ma non apocalittica come è stato all'inizio prospettato. E' certo che esiste una lenta ma inesorabile erosione in tal senso, incoraggiata anche dall'alto: concentrare la data delle votazioni in un giorno solo, i vari ribaltoni governativi che vanificano le decisioni e le scelte degli elettori, le bacheche elettorali vuote e senza manifesti, una campagna elettorale concentrata in due mesi.
Quel che resta stupefacente, sono le scoppole prese dal PD che si riduce, ma non sparisce mai dalla carta geografica. Enrico Letta se avesse un po' di coraggio, dovrebbe prendersi un TGV per Parigi e applicare umilmente il motto di Oscar Wilde: chi sa fa, chi non sa insegna. Dopotutto una cattedra ce l'ha.
E comunque come dice Gianluca Marletta " il partito che ha devastato l’Italia, il partito che a Bibbiano strappava i figli alle famiglie e li regalava alle coppie LGBT, il partito che (complice docenti decerebrati) voleva imporre il Gender nelle scuole, il partito del mostruoso Green Pass, dell’obbligo a fare da cavia per un siero sperimentale a prezzo del proprio onesto stipendio …un ATOMO OPACO DEL MALE, un’associazione a delinquere" si è ridotto sì, al 20% ma meriterebbe di venire completamente polverizzato. Dello stesso Marletta segnalo quest'ottimo pezzo "Il Pd e la Mediocrità del Male", una malattia diffusasi anche presso coloro i quali questo partito non lo vota.
Qualche buona notizia: Di Maio non entra nel governo e la Bonino (salvo raggiri dell'ultima ora), nemmeno. Pare che non ce l'abbia fatta neppure la Carfagna e nemmeno la Gelmini. Non ne sentiremo la mancanza. Tanto meno, per la Cirinnà (la pasdaran delle politiche LGBT che metteva i soldi nella cuccia del cane) e per Fiano, il rissaiolo permanente di Montecitorio, modello Pajetta.
I partitini anti-sistema non sono riusciti a raggiungere nemmeno quel 3% che avrebbe consentito loro di entrare in Parlamento a fungere da pungolo e da stimolo. Troppo poco tempo per un radicamento territoriale che non può essere improvvisato, e pure incapacità di unirsi, cadendo nel tranello di coltivare ciascheduno il proprio orticello, col proprio simbolo. Però, voglio dire la mia in proposito. E' stato merito loro, ma soprattutto di tutte le persone che in questi due anni hanno gremito le piazze d'Italia violando con coraggio tutti i divieti repressivi di circolazione e tante altre 50 sfumature di divieto, se ora anche la Meloni ha messo nel suo programma governativo il NO al green pass, all'obbligo vaccinale e a tutti i sistemi di tracciamento alla cinese. Mi auguro che tutto ciò, non resti solo scritto sulla carta e che non si tratti della solita furbata elettoralistica. Le auguro altresì di saper prendere decisioni difficili in proprio, senza dover ricorrere al Lord Protettore Mario Draghi.
Soprattutto, le auguro di poter fare come Viktor Orbàn: pur rimanendo in Europa, che sappia mettere gli interessi nazionali al primo posto costi quel che costi. Dopotutto ora ha la forza del consenso elettorale pieno e la prospettiva di cinque anni di governo.
SS. Cosma e Damiano