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04 September 2018

Tre piccioni per una nuova crisi libica



Nell'era globale non è più di moda dichiarare guerra: la si fa. Prima si attacca e poi si dichiara. Meglio se poi  la si fa fare agli altri, per procura. E in Libia il materiale umano per scatenare "guerre per procura", con tutte le milizie che vi pullulano, non manca di certo. Tripoli, più che "bel suol d'amore" è tornata ad essere suol di scontri e di sangue. Si combatte infatti dalla scorsa settimana, quando sono iniziati scontri molto violenti tra tribù rivali e, nonostante diversi tentativi di mediazione, è solo in queste ultime ore che si è raggiunta una tregua. Vedremo quanto durerà.
La capitale libica è controllata dal governo del primo ministro Fayez al Serraj, appoggiato dall’ONU e sostenuto con convinzione dall’Italia, prima dai governi Renzi e Gentiloni e oggi dal governo Conte. Nonostante quello di Serraj sia oggi il governo riconosciuto dalla cosiddetta  "comunità internazionale", il primo ministro non può contare su un proprio esercito e per garantire la propria sicurezza deve fare affidamento a quelle milizie armate che gli sono fedeli.  Gli scontri sono cominciati quando Tripoli è stata attaccata da sud da un gruppo di milizie guidate dalla Settima Brigata, considerata vicina al principale avversario di Serraj, cioè il generale Khalifa Haftar, l’uomo che controlla di fatto la  parte orientale della Libia e che vorrebbe controllare tutto il paese. Haftar è appoggiato, manco a dirlo,  dalla Francia di Macron, che da tempo sta cercando il modo di riprendersi il suo spazio in Libia, a scapito degli interessi italiani.
Due sono i motivi del contendere tra il governo italiano Conte-Di Maio-Salvini e quello francese: la data delle elezioni  voluta da Macron per il 10 dicembre, data stabilita nel corso di un vertice  che  Macron organizzò a Parigi, un incontro con l’inviato dell’ONU in Libia, Ghassan Salame, e diversi leader libici. I partecipanti si accordarono per tenere nuove elezioni il 10 dicembre, decisione che - come è noto -  fu presa escludendo dall'incontro l’Italia. In quell'occasione si risentì perfino quello stuoìno di Gentiloni, ma come recita l'adagio, chi pecora si fa, il lupo se la mangia.



Tuttavia la rivalità tra Italia e Francia non è solo politica, ma economica e industriale. Negli ultimi anni di guerra civile, l’ENI, la più importante azienda energetica italiana, è stata l’unica società internazionale in grado di produrre e distribuire petrolio e gas in Libia, grazie soprattutto ad accordi con milizie locali che le hanno garantito sicurezza e protezione. Dalla scorsa primavera, però, la TOTAL, principale azienda energetica francese, è tornata a muoversi nel paese, con acquisizioni e partecipazioni societarie che potrebbero portare la produzione francese in territorio libico a 400 mila barili di greggio al giorno nei prossimi tre anni. La Total è un vero e proprio colosso che detiene perfino la Golden Share ( in italiano :  «azione dorata») e cioè  quella quota del capitale sociale, che attribuisce al detentore particolari privilegi di tipo governativo.  E' assai probabile che Micron sia stato pungolato dal colosso Total per allargarsi in Libia; ma intanto,  cosa c'è di meglio di una "guerra di interessi", spalleggiata da una grande e grossa Corporation, per ripulirsi pure dagli scandali dopo l'affaire Benalla, e  rialzare magari l'indice di gradimento, tenuto conto che la sua popolarità è sprofondata? Ce lo dicono i sondaggi. 

"Non metti la tua uniforme di poliziotto stasera?"
Chi ha visto il film "Sesso e potere" (Wag the Dog) di Barry Levinson, avrà notato che la storiella del presidente che per far dimenticare gli scandali sessuali, scatena una guerra a uno staterello senza importanza come l'Albania, si riferiva all'allora presidente Bill Clinton e al sexgate con la Lewinski. Beh, è il caso di dire che tutto il mondo è paese e che ora a sfruttare a suo vantaggio lo "scandalo sessuale" tocca alla Francia.  Ma non è tutto. Una destabilizzazione in Libia è suscettibile di scompaginare il governo giallo-verde e il nuovo corso di Salvini sull'immigrazione che non piace di certo all'Unione Europea, la quale teme il sorgere di  un precedente pericoloso in materia di sovranità nazionale  e ripristino dei confini. Niente di meglio allora,  che scatenarci addosso i cuginastri d'Oltralpe che già hanno fatto bottino di tanto nostro "made in Italy", grazie alla dabbenaggine dei governi precedenti ad essi venduti.
Inoltre dopo il voto del 4 marzo, la strategia italiana sulla pax mediterranea ha iniziato a ingranare. Per il governo di Giuseppe Conte è arrivata pure la benedizione di Donald Trump per una cabina di regia sul futuro della Libia, tanto che Italia e Stati Uniti dovrebbero -  a meno di gravi imprevisti -  organizzare in autunno una conferenza internazionale per il futuro del Paese. Per questo Macron si è mosso come un fulmine di guerra e ha subito messo la Libia nel mirino e nella sua agenda internazionale. Qualcuno ora accusa il governo Conte di non essere stato altrettanto tempestivo.  Personalmente, non mi sento di gettare la croce a dei neofiti inermi che oltretutto devono affrontare dei "guerrafondai" di professione come i francesi. L'Italia sta perdendo terreno in Libia perché si ostina a voler combattere come un gentiluomo circondato da una banda di teppisti.
 Non dimentichiamo che anche Hollande scatenò una guerra nel Mali e che il volto della Francia non ha mai smesso di essere colonialista (protettorati e Territori d'Oltremare detti Dom Tom).

No, dopo il 2011 di Berlusconi, costretto suo malgrado dalla Nato, da Obama, da Napolitano e da Sarkozy a  muovere guerra a Gheddafi,  questa nuova crisi libica non è una coincidenza fortuita e lo sa bene anche Salvini che lo ha lasciato intendere nelle sue aspre dichiarazioni: «Sono preoccupato , penso che dietro ci sia qualcuno. Qualcuno che ha fatto una guerra che non si doveva fare, che convoca elezioni senza sentire gli alleati e le fazioni locali, qualcuno che è andato a fare forzature, a esportare la democrazia, cose che non funzionano mai. Spero che il cessate il fuoco arrivi subito».

Micron  soffiando sul fuoco di questi disordini tra tribù contrapposte, acchiappa i due classici piccioni con una fava: ci ruba le commesse petrolifere e ci manda qui un bel po' di "profughi di guerra" (conflitto scatenato bell'apposta). Torme di disperati che-non-si-possono-rifiutare, dato che come, vuole la narrazione, stavolta "scappano da una guerra". Guerra vera. In questo modo riuscirebbe ad abbassare anche l'indice di popolarità del governo giallo-verde sul tema "immigrazione", presso i suoi elettori, dato che non potrà mantenere le promesse.
Se poi di piccioni vogliamo vedercene tre, ci sarebbe anche lo scandaletto con Benalla e i suoi favoritismi che in caso di mosse vincenti, ça va sans dire,  verrebbe cancellato. 

21 comments:

Alessandra said...

Si prepara un autunno infernale, con Micron che sta attuando il piano per metterci fuori gioco in Libia.

http://www.occhidellaguerra.it/macron-libia-italia/

Speriamo che la buona intesa stabilita da Conte con Trump possa aiutarci

Nessie said...

Gian Micalessin sul Giornale dice che il governo Conte è stato lentissimo e che ha perso troppo tempo:

Ma il governo giallo-verde è stato lentissimo anche nello sfruttare il regalo di un Trump che durante la visita del nostro premier Giuseppe Conte alla Casa Bianca confermò l'Italia nel ruolo di principale referente degli Stati Uniti sul fronte libico. Dopo quell'investitura, invece di avviare un'immediata azione politica e bloccare i piani elettorali francesi abbiamo puntato tutto sulla Conferenza internazionale di Sciacca.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/macron-fa-esplodere-libia-litalia-ha-sbagliato-tutto-1571218.html

Vero, ma i tempi della diplomazia non sono quelli di chi vuol scatenare guerre non dichiate e per procura.

Nessie said...

Correggo: "guerre non dichiarate" :-)

Anonymous said...

Ho scelto un bel momento per partire per Lampedusa: se la connessione reggerà vi manderò notizie dal fronte. Maria Luisa,

Nessie said...

Ah brava, facci sapere, se è già iniziato l'esodo dalla Libia. Buone vacanze Maria Luisa!

Anonymous said...

Ci sarebbero troppe cose da dire. La guerra non viene dichiarata perchè non viene più riconosciuta la sovranità delle rispettive nazioni. Basta che i media strillino al "dittatore che stermina il suo stesso popolo", che il pretesto è assicurato. Da Hitler in poi è diventato prassi consuetudinaria. In realtà, si tratta di una visione globale che vuole imporsi sulle tante nazionali, cosa che una volta veniva accettata per il quieto vivere, ma oggi che il governo mondiale è quasi a portata di mano si va ancora più per le spicce.

IL SAURO

Nessie said...

La guerra (o le guerre) non vengono più dichiarate perché in questo caso (mi riferisco alla crisi libica in corso) anche tra cosiddetti "alleati" (parlo della Francia) in realtà ci sono conflitti di un certo peso, e la Ue ci manda addosso dei capi-bastone (i citati cuginastri d'Oltralpe) per impedirci di rialzare la testa.

In linea generale, le guerre si fanno e non si dichiarano perché le oligarchie pensano di esportare quella "democrazia" bombarola che ha rotto sonoramente le palle. Intanto lo sappiamo che poi dopo le macerie e i profughi, arrivano banche, finanziarie, oleodotti, corporation ecc.
Come diceva Pound democrazia = a daneistocrazia.

Nausicaa said...

Intanto in patria si dimette il portavoce di Macron:

https://voxnews.info/2018/09/05/macron-si-dimette-il-suo-portavoce/

ed è un altro pezzo del suo governo che se ne va. L'altra è stata la ministra dello Sport.
La Libia ha portato jella a Sarkò. Speriamo altrettanto per lui.

Nessie said...

Mah...altre possibili ragioni di più per scatenare una guerra alle porte di casa nostra. Oltretutto ho l'impressione che sia un suonato poco equilibrato.

Speriamo che la tregua regga, ma temo che sia esile.

Jacopo Foscari said...

Piaccia o non piaccia i cuginastri sono il nostro nemico geopolitico numero 1 non da ieri, ma da 150 anni. La lista degli sgambetti e delle ruberie è chilometrica. Si parte dalla colonizzazione tunisina e si arriva ad oggi con la Libia, passando per Mattei, Ustica e i brigatisti che, chissà perché, erano così benvoluti e coccolati da Mitterrand. Che poi, uno di questi giorni qualcuno mi dovrà spiegare come e perché i mangiarane son considerati "vincitori" della Guerra. A me risulta siano stati letteralmente annientati dal Baffetto, ma nonostante la figura barbina, per misteriosi motivi i mangialumache hanno diritto di veto nel consiglio di sicurezza dell'ONU, hanno le bombe atomiche, stanno nella NATO ma ci stanno con un piede dentro e un piede fuori, e fanno tanti interventi in giro per il mondo quasi quanto gli americani specie in Africa, coi risultati che sappiamo. Misteri irrisolti.

Nessie said...

Sono d'accordo su tutto tranne che sulla Nato. Quando c'era De Gaulle gli facevano pure gli attentati per indurlo ad entrare. Tant'è vero che ebbe a dichiarare che i suoi "alleati" lo volevano più morto dei suoi nemici. Ora invece, non solo ci sono dentro, ma fanno addirittura i capibastone e gli conferiscono incarichi di "guida" come la recente schifosa impresa di Libia del 2011 con Sarkonano, oggi inquisito.

Poi in fatto di ruberie e bottino mettiamoci pure Napoleone Bonaparte, che benché italiano, ha fatto gli interessi dell'impero francese.

Nessie said...

Qui un'analisi su quanto ci costano le scorribande di Micron in Libia. O meglio, quanto costano alle aziende italiane.

http://www.occhidellaguerra.it/petrolio-libia/

Anonymous said...

Se fossimo in un mondo diverso chi ha ordito, eseguito ed appoggiato lo scempio e la razzia della Libia sarebbe stato condannato all'ergastolo per crimini contro l'umanità. Ovviamente pure fantasie visto che sono Loro che somministrano le liste dei buoni e dei cattivi con i relativi tribunali supremi.
Che quello che sta accadendo in Libia sia una pianificazione contro l'Italia, a meno che si voglia credere alle favole in stile "spontanee rivoluzioni", è più che evidente.
Questo denota più che mai la somma pericolosità anche in termini fisici del nuovo Imperatore Francese. Sono più che certo dei buoni intenti del Governo ma mi preoccupa moltissimo quella che mi sembra una pericolosa ingenuità in versanti come questo. E ciò vale soprattutto per il povero Salvini a cui è chiarissimo che il suddetto Imperatore, visibilmente privo di limiti e scrupoli, l'ha giurata a morte e rischia moltissimo non solo in termini politici ma di incolumità personale. Purtroppo temo che Salvini a sua protezione non possa affatto contare sugli apparati nazionali che come abbiamo già visto per altre faccende sembrano rispondere a tutti fuorchè al Governo. Poi figuriamoci se anche i francesi di cui siamo oramai chiaramente una colonia a loro assegnata dall'Europa, dopo tutti questi anni, non sono insediati nei suddetti apparati.
Scarth

Nessie said...

"Insediati" forse no, ma infiltrati senz'altro sì. Poi questi mange-grenouilles hanno premiato tutti i loro servi piddioti & affini con la Légion d'Honneur.

Se ti vuoi fare "una cultura" nel merito, eccoti qui l'elenco dei premiati per "speciali favori":

https://scenarieconomici.it/le-curiose-schiere-dei-legionari-onorari-francesi-in-italia-quante-legion-dhonneur-tra-i-pd/

A parte il fatto che è diventato un premio squalificato, tipo il Nobel, per chi lo riceve. Del resto lo hanno dato perfino ad Amanda Lear nel 2007, la cui occupazione principale era quella di fare l'invitata speciale in tutti i talk show di Francia.

Ecco cosa commentano ironicamente in rete: "C'est vrai ça valait bien une médaille.."

Anonymous said...

Grazie per la segnalazione Nessie. La leggerò dopo aver indossato la tuta protettiva NBC sperando sia spessa a sufficienza...
A proposito di come si comporta la Francia nelle sue colonie africane vale la pena di vedere questo video che non ricordo se ho già segnalato:
https://www.youtube.com/watch?v=zsL2NoR2BY0
C'è da stare sicuri che nei nostri confronti hanno le stesse attitudini.
Scarth

Nessie said...

Eccoli qui i "legionari" italioti e piddioti, tutti lustrascarpe e galoppini dei governi francesi:

, Franco Bassanini, Emma Bonino, Carlo De Benedetti,
Massimo D’Alema
Piero Fassino, Dario Franceschini, Enrico Letta, Giovanna Melandri, Roberta Pinotti, Giuliano Pisapia, Romano Prodi, Beppe Sala, Valter Veltroni, Franco Frattini, Stefania Prestigiacomo, Claudio Scajola


Quasi tutti di area piddina con l'eccezione di tre forzaitalici come Frattini, Presstigiacome e Scajola. Ogni commento è superfluo.

Ora guardo il tuo video.

Nessie said...

Scarth, ho visto il video. Questo poveraccio (M. Konare) è un vero africano che merita rispetto e dice cose sacrosante contro gli interessi della Francia nel Continente nero. Ma noi siamo in un'altra situazione. Purtroppo i nostri cuginastri cercano di farci lo sgambetto in mille altri modi, più subdoli. Ma non possono fare gli aguzzini che fanno in Africa, dove hanno ammazzato un mucchio di leader africani indipendentisti, prima ancora che sorgessero.

Poi se lo dice proprio lui, che dobbiamo tenere chiuse le nostre frontiere, perché può nascere uno scontro interetnico, è doppiamente vero.

Anonymous said...

Sul fronte finanziario Macron vuol sferrare dei veri colpi all’Italia, a partire dalla conquista di Unicredit. L’istituto bancario con sede a Milano è infatti ora oggetto del desiderio di Société Generale e il presidente francese pare abbia tutta l’intenzione di portare a termine la fusione.

http://www.affaritaliani.it/milano/non-solo-libia-le-due-mosse-di-macron-per-colpire-italia-558794.html

Z

Alessandra said...

L'Italia sta perdendo terreno in Libia perché si ostina a voler combattere come un gentiluomo circondato da una banda di teppisti.

Proprio così.
Con questi le buone maniere non pagano, lo si sta ben vedendo.
La tregua resiste per il momento, ma il generale Haftar annuncia propositi bellicosi: vuole muovere verso Tripoli, e si teme che intenda farlo prima di novembre e di conseguenza prima della conferenza internazionale sulla Libia.

http://m.ilgiornale.it/news/2018/09/07/libia-parla-il-generale-haftar-pronto-a-marciare-su-tripoli/1572817/

Su msm e stampaglia francese continua il silenzio totale: non si trovano titoli nemmeno a fondo pagina.

Nessie said...

Ciao Ale, con ogni evidenza queste milizie mercenarie della Cirenaica (Haftar) vengono pagate meglio delle altre. Queste tribù sono solite vendersi a chi paga meglio. E Macron con Total PAGANO e pagano bene.
I francesi a sentire da quel video del leader panafricano messomi da Scarth, in Africa sono odiatissimi. Ma tutto sta a vedere quanto pagano. Certo che se Conte pensa di cavarsela solo con conferenze diplomatiche...!

Stasera aggiorno il blog sulla manovra a tenaglia giudiziaria contro la Lega. C'è di che farsi venire il torcibudella.

Nessie said...

Z, a completare la campagna acquisti (anzi, il bottino di guerra) della Francia verso l'Italia, non ci mancava che Unicredit.