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26 November 2025

La casetta nel bosco e i nuovi Orchi




Ho esitato a parlare della famiglia anglo-australiana Trevallion-Birmingham, più conosciuta come "la famiglia del bosco" di Chieti, perché ho visto che ci si è tuffato a pesce, l'intero apparato mediatico nazionale e internazionale (la notizia è rimbalzata per il mondo) togliendo pace e tranquillità a quei poveretti. Certo che scegliere di andarsene via dalla pazza folla, passare al bosco, per poi ritrovarsi uno strombazzanento a reti unificate e a testate giornalistiche all'unisono, non deve essere facile per chi lo subisce. In aggiunta a ciò, per Nathan (il padre) c'è l'allontanamento dei suoi familiari collocati in una "casa famiglia" di quelle istituite dallo stato. La faccenda è arcinota. 
Una famiglia anglo- australiana composta da padre, madre, tre figlioletti con l'aggiunta di cani, gatti, un cavallo, galline, dedita a una vita immersa nella wilderness e forse facente parte di uno di quei movimenti neorurali, si è vista sottrarre i bambini con l'accusa di non fornire un'abitazione adeguatamente sicura e messa a norma, con mancanza di servizi igienici (il bagno) cui si aggiungono altre critiche relative alla mancata scolarità, cure sanitarie  e alla   socializzazione dei bambini. E qui urge fermarmi su questo preciso punto. 

Dov'erano questi signori togati difensori dei diritti dei minori, quando improvvisamente ai bambini fu impedito di andare a scuola, per colpa dei confinamenti imposti durante il periodo della "pandemia"? Si fece un gran parlare di scuola virtuale e di sospensione delle lezioni frontali, di lezioni da remoto, di aule con banchi distanziati (i famigerati banchi a rotelle), di mascherine, di "distanziamento sociale"(e cioè fisico), di divieto di "assembramento"; si chiusero attività ginniche, piscine e corsi di nuoto. È forse questa la tanto declamata socializzazione, parola magica che tanto piace agli ambienti pedagogici della sinistra? Come al solito, si applica il più ipocrita dei doppi standard a seconda delle circostanze e delle convenienze.
Non è finita. La cosa ritenuta forse la  peggiore per il tribunale dei minori dell'Aquila, è che i bambini non sono stati sottoposti al ciclo delle vaccinazioni previste per l'infanzia in età scolare. E ben sappiamo che la Lorenzin quando era ministro della Sanità,  ha riservato 12 vaccini a stecca per i minori senza che i governi successivi al governo Renzi e Gentiloni abbiano mai aperto una  vera discussione e una riflessione sui loro effetti collaterali. 
Molto è stato detto circa la modesta struttura abitativa della casa nel bosco col gabinetto esterno. E' pur vero che siamo di fronte a uno stile di vita  certamente molto parco e limitato a necessità minime,  ma pur sempre con bambini sani, istruiti attraverso la scuola parentale già contemplata dalla Costituzione e  una casa in confronto alla quale i campi nomadi  ai margini delle città, appare quasi una villetta di lusso. Mi piacerebbe sapere perché vengono tollerati bambini dediti all'accattonaggio e al vagabondaggio, nei campi rom. O ragazzine dedite al furto e al  borseggio, ma poi le autorità giudiziarie e i servizi sociali si mostrano accaniti su questo tipo di vita detto "neorurale" che ovviamente non è il mio, e al quale non saprei mai adattarmici, ma che - non per questo - può venir punito con la brutale pratica della sottrazione dei figlioletti ai genitori. La risposta è  chiara. La famiglia Trevallion-Birmingham non ha nessuno che conta alle sue spalle, mentre sappiamo che i nomadi di varie etnie vengono protetti dall'ONU e dalle sue convenzioni nonché appoggiati dalle stesse comunità ebraiche.  
Forse dietro  a questa oscura faccenda c'è  molto di più, pertanto bisogna analizzare bene i vari dettagli. 



Lo Stato può togliere la patria potestà ai genitori sui propri figli se non approva un certo loro stile di vita? A quanto pare sì. Pertanto i figli non apparterrebbero  più al padre né alla madre, ma diventerebbero di fatto "i figli dello Stato", come avveniva  nell'ex regime sovietico  e nei regimi comunisti vigenti. Oggi è il turno della famiglia nel bosco, ma anche una casa  urbana "non messa a norma" secondo le regole Ue (tanto per fare un esempio banale), potrebbe far scattare misure sgradevoli per chiunque.  Per questo molte famiglie (anche non "rurali") si sentono solidali con quella del bosco di Chieti. Insomma, questa faccenda crea un precedente assai inquietante per chiunque volesse non adeguarsi a norme vessatorie. Non possiamo comunque accettare che i bambini diventino "figli dello Stato". In ogni caso, non  vogliamo l'ingerenza di uno Stato che punisce chi vuole vivere in modo diverso, quale che sia il motivo "etico". Ovviamente, l'ANM difende il provvedimento in oggetto parlando di "valutazioni tecniche" da tenere in considerazione e del pericolo di "strumentalizzazioni politiche". La famiglia nella casetta del bosco deve difendersi da nuovi Orchi e da nuove Streghe. E non sappiamo ancora come finirà questa strana favola. 

San Giacomo Alberione

20 November 2025

Ne inventano una al giorno: multare chi non vota







Sono rimasta allibita nel leggere un pezzo dell'editoriale del direttore de "La Stampa" Andrea Malaguti. A dire il vero non leggo mai il gioiellino editoriale della famiglia Agnelli-Elkann. L'ho appreso per via indiretta su La Verità da un fondo di Belpietro del 17 u.s. E sono rimasta così sbalordita che mi sono sentita in dovere di verificare se la notizia fosse stata gonfiata ad arte o se fosse vera. Ebbene sì, è vera. Sentite cosa dice Malaguti:


"Penso che dovremmo votare tutti. Obbligatoriamente. Per legge. C’è un’elezione? Si va. Per forza. Chi sta a casa paga (provocazione). Chi non va alle urne fa un danno alla collettività. Dunque, bisogna impegnarsi assieme prima che il sistema ci sfugga definitivamente di mano. In attesa che si riformi la cultura della partecipazione, agiamo su una forzatura. Non vediamo più gli elefanti nella stanza delle nostre vite. Due su tutti: il calo demografico e il tumultuoso e sregolato trionfo dell’intelligenza artificiale. Temi scomparsi dall’agenda politica, tra una discussione sui centri in Albania e un’altra sulla patrimoniale. [...] " L'editoriale del direttore Andrea Malaguti di 4 gg fa.


Ebbene dopo aver tentato di estorcerci forzosamente il consenso alle vaccinazioni con una multa illegale, illegittima e pertanto non dovuta, ora ci riprovano col voto e lo scrivono pure senza inibizioni: "agiamo su una forzatura". I miei nonni mi raccontavano da bambina che durante il ventennio fascista, chi non votava veniva prelevato a domicilio e trascinato alle urne, non prima di venire "purgato". Si riempiono ogni due per tre, la bocca sulla sacra parabola dell'"Antifascismo", ma poi sarebbero pronti a usare gli stessi metodi squadristi delle camicie nere. Lo sa o no, tutto questo Malaguti? Ma si che lo sa! E magari sarebbe pure pronto a dichiarare che in questo caso,  è per il "bene della democrazia", dell'Italia,  che è per non fare un "danno alla collettività",  proprio come dicevano questi signori ai tempi del virus. Basta ricordare il sepolcrale motto di Draghi: "Chi non si vaccina si ammala, muore". E fa morire. E vengo alle ragioni che il direttore della Stampa non è capace di vedere, nel sempre crescente fenomeno dell' astensionismo, fenomeno che non riguarda solo il nostro Paese. 
Chi non vota non è un terrorista né un attentatore della democrazia né un anarchico alla Bresci, ma manifesta una posizione di protesta nei confronti di chi non rispetta gli Italiani, a partire dal mandato elettorale. Troppe volte il voto è stato scippato e portato su un binario morto. Lo fu nel 1994 allorché gli Italiani votarono per Berlusconi, ma l'allora presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro usò Bossi per far cadere un governo legittimamente eletto, per far largo al banchiere Lamberto Dini. Lo fu nel 2011 quando per mano delle manovre del presidente Napolitano in accordo coi circoli bancari europei (la letterina di Trichet e di Draghi della Bce) si inventarono il pretesto dello spread per far sloggiare il Cavaliere, mettendo Mario Monti e altri androidi di Bruxelles, al posto suo. Lo fu quando alla caduta di Conte che ci aveva torchiato ben bene con i confinamenti e i Dpcm, è venuta meno la fiducia. 
Sergio Mattarella invece di restituire la parola agli elettori, ha creduto opportuno di imporci Mario Draghi in veste di Grande Vaccinatore. Perciò chi se ne sta a casetta propria e non mette la scheda nell'urna, lo fa per protesta, e ha tutto il diritto di farlo. E se la Costituzione dichiara che il popolo è sovrano, ci spieghino perché di volta in volta, il voto viene impedito, vanificato e dirottato altrove. Perché, di volta in volta, c'è lo zampino di qualche presidente della repubblica, del "vincolo esterno" della Ue, dei parametri di Maastricht, dei banchieri centrali, dello spread, delle varie "emergenze" create per l'uopo. Ovvero, per la sospensione della democrazia elettorale. 
 
Non vi è bastata la figuraccia di palta che avete fatto cercando di multare chi non si vaccina? 
La Madre di tutti i problemi non è multare chi non va a votare, ma saper rispettare gli elettori che in passato avranno pure votato, ma che constatano che il loro voto disattende le loro aspettative, a causa di "vincoli esterni",  di cessioni di sovranità, e di camarille e intrighi interni, di magistrati che impediscono l'attuazioni di  quelle leggi che i cittadini ritengono giuste. In Usa, tra l'altro, quasi da sempre vota solo una minoranza. Anche alle ultime elezioni gli elettori sono stati appena più di 150 milioni su 325 milioni di cittadini residenti. E allora da quelle parti che hanno fatto? Multe per tutti i non votanti? 
Non è neanche costituzionale pensare a una simile forzosa soluzione. Infatti l'articolo 48 della Costituzione parla di "dovere civico" e di "diritto" che non può venir in alcun modo limitato. ( Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico). Ma non sancisce che è un obbligo.
 
I pennivendoli se lo leggano e rileggano, l'art 48,  prima di scrivere simili scempiaggini. Certo che devono essere proprio alla frutta i poteri marci e i loro megafoni per fare simili proposte di  coartare i reticenti e i renitenti al voto, per mezzo delle multe!
Una scommessa? Se dovessero adottare un simile provvedimento, sono quasi certa che l'astensione crescerebbe ancora di più.  

San Ottavio




13 November 2025

Valditara indietro tutta (e un po' a sinistra)




E così pure Valditara, il ministro dell'Istruzione in quota Lega, è caduto nel trappolone della sinistra. Bastava applicare il Vangelo (sia la vostra risposta sì, si o no no; il di più appartiene al demonio)  per rimanere indenni dalle trappole. E un po' di zolfo, con l'emendamento del provvedimento in commissione Cultura che fa macchina indietro sull'educazione sessuale, in effetti c'è stato. Perché fare entrare,  "l'educazione affettiva", abile camuffamento semantico della parola "sessuale", nei programmi scolastici delle materie di studio? Ma soprattutto, perché bisogna insegnarlo perfino alle medie inferiori ai ragazzini di 11-12 anni, a patto che ci sia il "consenso informato e preventivo" dei genitori? Una vera e propria finestra di Overton per arrivare indottrinare financo i bambini delle elementari. E difatti si è  già fatto avanti Gino Cecchettin,  padre della povera Giulia uccisa da Turetta, il quale avrebbe dichiarato che i corsi sulla cosiddetta affettività andrebbero fatti ad ogni età e per ogni ordine di scuola, allo scopo di sradicare il "patriarcato". 
Mi sembra già di vedere il film: faide fra genitori progressisti e di sinistra favorevoli all'educazione sessuale precoce, contro faide fra genitori di destra più conservatori, e per questo, magari additati al pubblico ludibrio come "reazionari, parrucconi, fascisti".
"Non bastava la pletora di insegnanti di sostegno che affollano le classi, le scissioni continue nella scolaresca per riconoscere diversità d'ogni tipo; ora dividiamo pure i ragazzini tra figli di bigotti e figli di permissivi", sostiene Veneziani.
Già. Ne sa qualcosa chi, come la sottoscritta, ha lavorato nella scuola, sempre più ridotta a fare da vetrina e da collettore di tutto quanto di peggio già imperversa nella società. C'è la droga? Parliamone a scuola. C'è la guerra? Parliamone a scuola. C'è la violenza sulle donne, le baby gang, gli stupri? Parliamone a scuola...
E allora ecco attivarsi le solite beghine della sagrestia rossa con l'Educazione alla Pace, l'educazione all'inclusione, l'educazione ai buoni sentimenti, l'educazione contro i discorsi d'Odio, l'educazione per questo, la contro-educazione per quello. La scuola non funziona da tempo perché rincorre affannosamente la società ("il Sociale" - lo chiamano i compagnucci) invece di difendersi, dai suoi guasti e dalle sue continue aggressioni, e di costituire tra le sue mura, un luogo di pacata riflessione, di studio, di capacità di stare insieme, di rispetto dei reciproci ruoli, di salvaguardia e di applicazione degli strumenti critici e conoscitivi. In tutti questi anni  non ha fatto che inzavorrare e assorbire nei propri programmi  sempre più  bulimici (i curricula) la banalità malefica dei media, degli organismi sovranazionali e delle loro subdole agende che s' insinuano magari sotto forma di circolari ministeriali. Per non dire delle ideologie che tarpano le ali alla vera conoscenza. Sì, ma allora sorge spontanea una domanda:  quando si studia per davvero? Quand' è che si fa astrazione dalle cattive sirene? Quand'è che si mettono i tappi alle orecchie come i compagni di Ulisse e magari si rema, si naviga nel Mare Magno dei veri saperi? E' un'avventura esaltante che nessuno sa più intraprendere da tempo.
Tra i brutti incubi che affollano la mia mente, dopo questo cedimento del governo all'educazione affettiva o sessuo-affettiva come da eufemismi da rimpiattino, c'è la nascita di un bel Collettivo (rosso) Genitori Democratici. Me li  vedo già davanti, lì a pontificare occupando le casematte gramsciane; gli unici auto-accreditati a difendere "il diritto allo studio", il diritto all'inclusione, la sessualità quale "diritto umano", il credere che basti fare un po' di lezioncine sul sesso per illudersi di contrastare la violenza sulle donne.  Dulcis in fundo, naturalmente, ad ergersi quale baluardo granitico a difesa della Costituzione antifascista.



Valditara ha avuto paura di differenziarsi troppo da quelle stesse forze politiche che lo hanno aggredito ieri in un Parlamento fatto di urla, insulti e vociacce come al  mercato del pesce, nel timore di sembrare antiquato, retrogrado, chiuso e antimoderno. Sono spiacente, ma non concordo con l'ottimismo di Massimo Gandolfini del Family Day che oggi trionfalmente sulla Verità parla di  quasi svolta storica. Non trovo che sia una svolta storica, far togliere le castagne bollenti ai genitori mediante un semplice "consenso informato" creando inevitabilmente altre divisioni nelle divisioni. Personalmente, avrei voluto una maggior determinazione nel vietare derive ideologiche ed eventuali genderismi in agguato.


Un'ultima battuta-sberleffo l' ha detta un commentatore sul blog di Gioia Locati (Il Giornale) a proposito della Sanità, ma si potrebbe estendere ed applicare tranquillamente anche alla Scuola e ad altri settori ministeriali. 
"Questo governo si differenzia dai quelli ad istigazione PD, per 10 piccole differenze...trovatele! sulla Settimana enigmistica".
Appunto! Un promemoria da tenere a mente: in politica chi non si distingue, si estingue.

San Diego

06 November 2025

Iperico, male oscuro, Spleen







Novembre è considerato il mese più malinconico dell'anno. Non solo perché si commemorano i cari defunti, ma perché le giornate si accorciano, le notti diventano più lunghe dei giorni, gli alberi perdono la chioma, i cieli sono grigi e con il morire della stagione, non sono pochi coloro i quali soffrono di un disturbo che i soliti anglosassoni hanno chiamato con l'acronimo  di SAD (Seasonal Affective Disorder ovvero Disordine Affettivo Stagionale).  Detto acronimo, guarda caso, in  inglese significa "triste".
Tra le terapie in uso, specie nei paesi nordici privi di luce, vi è quella di esporre il paziente sotto forti lampade luminose che ne stimolano la serotonina, un neurotrasmettitore detto anche "ormone della felicità" in grado di regolare l'umore. Alzi la mano chi non ha mai sofferto di malinconia autunnale, specie dopo il ripristino dell'ora solare. La parola "melanconia" proviene dal greco melas "nero"e konis "polvere" (ovvero bile nera). Una sua variante cristiana è l'accidia, considerata dalla dottrina uno dei sette peccati capitali, dato che reca indolenza, passività e indifferenza. Poiché secondo la concezione di Ippocrate la bile nera veniva elaborata dalla milza, concezione rafforzatasi poi durante il Medio Evo fino all'età romantica, da qui la parola spleen (milza), un suggestivo termine impiegato da Baudelaire per indicare l'umor nero. Quattro sono infatti gli Spleen composti dal poeta ne "I fiori del Male". E ne citerò solo qua e là qualche frase, tratte da un paio della raccolta.
Ho più ricordi in me che se mille anni avessi/Un grosso mobile a cassetti stipato di bilanci/versi,lettere d'amore,di verbali,di romanze/e di pesanti ciocche di capelli avvolte da quietanze/non nasconde segreti quanto il mio cervello triste:/piramide ed immensa tomba/cela più morti che comune sepoltura/
Io sono un cimitero dalla luna aborrito/in cui vermi lunghi,come rimorsi,si trascinano/ e che sempre s'avventano sui morti miei più cari/
Sono un vecchio salotto,  d'appassite rose ricolmo/
Dove alla rinfusa le mode sorpassate insieme giacciono...

II - Quando come un coperchio il cielo pesa
grave e basso sull'anima gemente
in preda a lunghi affanni, e quando versa
su noi, dell'orizzonte tutto il giro
abbracciando, una luce nera e triste
più delle notti; e quando si è mutata
la terra in una cella umida, dove
se ne va su pei muri la Speranza
sbattendo la sua timida ala...

Certamente in lingua originale è  assai più efficace. Lo spleen, benché stato d'animo d' umor nero, è per Baudelaire la condizione necessaria per pervenire all'Ideale. Nella concezione baudelairiana Spleen et Idéal sono infatti intimamente congiunti. Pare che il poeta soffrisse fortemente di questo "disordine" ma che proprio per questo, ne avesse bisogno per raggiungere le sue sublimi idealità poetiche. Questo stato d'animo lo si coglie anche in Spleen di Parigi, un  suo poemetto in prosa: Allora dimmi, che cosa ti piace, o bizzarro straniero? Io amo le nuvole ...le nuvole che passano...lassù... le nuvole meravigliose. Lo straniero passa  quindi per due stati d'animo: da quello melanconico spaesato, a quello in cerca di ideali.

Eugenio Montale in una sua poesia lo chiama il Mal di vivere: 
Spesso il male di vivere ho incontrato/ era il rivo strozzato che gorgolia/ era l'incartocciarsi della foglia/ riarsa, era il cavallo stramazzato.




E' ancora in questa poesia del pittore-poeta Ardengo Soffici che la incontriamo per la "Via".


Palazzeschi, eravamo tre,
Noi due e l'amica ironia,
A braccetto per quella via
Così nostra alle ventitré
..........................


Finale

...Ma un organetto un po' sordo
si mise a cantare: Ohi Marì...

E fummo quattro oramai
A braccetto per quella via
Peccato! La malinconia
S'era invitata da sé.



Una poesia (qui il testo integrale)  che parte allegra e scanzonata, ma che nel finale descrive come lo stato d'animo della malinconia crei quasi un effetto-imboscata per chi ne viene colpito.



Lo scrittore veneto Giuseppe Berto la descrisse come una discesa agli inferi nel suo romanzo "Il male oscuro" e per raffigurarne la nevrosi d'ansia che l'accompagna scrisse il romanzo senza punti né virgole, in  un flusso di coscienza ininterrotto. Non ne soffrono solo i poeti e gli scrittori, ma anche gli artisti (pittori, scultori, musicisti). Ne soffrì Michelangelo, Caravaggio, Cellini, Albrecht Dürer e molti altri... Tutti figli di Saturno. 

Malinconia - Edward Munch

Il citato Dürer ne fece anche una famosa incisione a bulino dal titolo "La melanconia" (immagine in alto al centro del post), sulla quale sono state avanzate parecchie ipotesi e chiavi di interpretazione. Ma secondo la più accreditata, pare voglia indicare una condizione primitiva, come il primo gradino della conoscenza da perseguire in salita, uno stato d'animo di travaglio interiore assimilabile alla notte, alla "nigredo" dell'elemento ctonio (cioè, della terra). La donna infatti è cupa in volto e la scritta sul nastro sorretto dal pipistrello sembra indicare proprio questa condizione di "melanosi" e di "nigredo" paragonabile ad uno stato d'animo di pensosità travagliata.
Mistero e malinconia di una strada (De Chirico)


 E' un tema che ha attraversato anche la pittura dal Rinascimento fino ai nostri giorni. Edward Munch, grande cantore espressionista degli stati d'animo esistenziali (L'Angoscia, L'Urlo) ha composto un dipinto intitolato Malinconia (immagine più sopra). Un topos ricorrente anche in uno stupendo famoso dipinto di De Chirico che ha colpito non poco l'immaginario collettivo dal titolo "Mistero e malinconia di una strada", quello dell'ombra della bambina che gioca col cerchio in un viale solitario. 
Iperico o erba di San Giovanni


Ma certamente per i malinconici, o accidiosi o depressi o affetti dal male oscuro, o come vogliamo chiamarli, non è di conforto né di consolazione sapere che non sono pochi i personaggi famosi afflitti da questo male. In epoche più vicine alla nostra ne soffrirono pure persone di grande successo politico come  Winston Churchill che nei momenti cupi della sua vita sognava di venire inseguito da un cane nero, e giornalistico come Indro Montanelli. Esistono rimedi senza dover sconfinare nella zona grigia degli psicofarmaci e sono l'Iperico (pianta di Iperione, il nome greco del Titano padre di Elio-Sole) che si assume anche in tisane e infusi. Grande è il valore simbolico di questa pianta dai bei fiori giallo-sole (il colore della luce che tanto piaceva a un melanconico cronico come Van Gogh - si pensi solo ai suoi girasoli o ai campi di grano). Capace di combattere gli stati depressivi, l'Iperico è anche un potente cicatrizzante. In fondo, a ben rifletterci, è come immettere piccole dosi di sole nel corpo di chi vede buio e non riesce a uscire dall'oscurità. Non di rado dunque anche la medicina e la farmacopea sono fatte di simboli e metafore proprio come le arti, la poesia e il linguaggio, dai quali indirettamente attingono.

San Leonardo