Sono rimasta allibita nel leggere un pezzo dell'editoriale del direttore de "La Stampa" Andrea Malaguti. A dire il vero non leggo mai il gioiellino editoriale della famiglia Agnelli-Elkann. L'ho appreso per via indiretta su La Verità da un fondo di Belpietro. E sono rimasta così sbalordita che mi sono sentita in dovere di verificare se la notizia fosse stata gonfiata ad arte o se fosse vera. Ebbene sì, è vera. Sentite cosa dice Malaguti:
"Penso che dovremmo votare tutti. Obbligatoriamente. Per legge. C’è un’elezione? Si va. Per forza. Chi sta a casa paga (provocazione). Chi non va alle urne fa un danno alla collettività. Dunque, bisogna impegnarsi assieme prima che il sistema ci sfugga definitivamente di mano. In attesa che si riformi la cultura della partecipazione, agiamo su una forzatura. Non vediamo più gli elefanti nella stanza delle nostre vite. Due su tutti: il calo demografico e il tumultuoso e sregolato trionfo dell’intelligenza artificiale. Temi scomparsi dall’agenda politica, tra una discussione sui centri in Albania e un’altra sulla patrimoniale. [...] " L'editoriale del direttore Andrea Malaguti-
Ebbene dopo aver tentato di estorcerci forzosamente il consenso alle vaccinazioni con una multa illegale, illegittima e pertanto non dovuta, ora ci riprovano col voto e lo scrivono pure senza inibizioni: "agiamo su una forzatura". I miei nonni mi raccontavano da bambina che durante il ventennio fascista, chi non votava veniva prelevato a domicilio e trascinato alle urne, non prima di venire "purgato". Si riempiono ogni due per tre, la bocca sulla sacra parabola dell'"Antifascismo", ma poi sarebbero pronti a usare gli stessi metodi squadristi delle camicie nere. Lo sa o no, tutto questo Malaguti? Ma si che lo sa! E magari sarebbe pure pronto a dichiarare che in questo caso, è per il "bene della democrazia", dell'Italia, che è per non fare un "danno alla collettività, proprio come dicevano questi signori ai tempi del virus. Basta ricordare il sepolcrale motto di Draghi: "Chi non si vaccina si ammala, muore". E fa morire. E vengo alle ragioni che il direttore della Stampa non è capace di vedere nel sempre crescente fenomeno dell' astensionismo.
Chi non vota non è un terrorista né un attentatore della democrazia, né un anarchico alla Bresci, ma manifesta una posizione di protesta nei confronti di chi non rispetta gli Italiani, a partire dal mandato elettorale. Troppe volte il voto è stato scippato e portato su un binario morto. Lo fu nel 1994 allorché gli Italiani votarono per Berlusconi, ma l'allora presidente della repubblica Oscar Luigi Scalfaro usò Bossi per far cadere un governo legittimamente eletto, per far largo al banchiere Lamberto Dini. Lo fu nel 2011 quando per mano delle manovre del presidente Napolitano in accordo coi circoli bancari europei (la letterina di Trichet e di Draghi della Bce) si inventarono il pretesto dello spread per far sloggiare il Cavaliere, mettendo Mario Monti e altri androidi di Bruxelles, al posto suo. Lo fu quando alla caduta di Conte che ci aveva torchiato ben bene con i confinamenti e i Dpcm, è venuta meno la fiducia.
Sergio Mattarella invece di restituire la parola agli elettori, ha creduto opportuno di imporci Mario Draghi in veste di Grande Vaccinatore. Perciò chi se ne sta a casetta propria e non mette la scheda nell'urna, lo fa per protesta e ha tutto il diritto di farlo. E se la Costituzione dichiara che il popolo è sovrano, ci spieghino perché di volta in volta, il voto viene impedito, vanificato e dirottato altrove. Perché, di volta in volta, c'è lo zampino di qualche presidente della repubblica, del "vincolo esterno" della Ue, dei parametri di Maastricht, dei banchieri centrali, dello spread, delle varie "emergenze" create per l'uopo.
Non vi è bastata la figuraccia di palta che avete fatto cercando di multare chi non si vaccina?
La Madre di tutti i problemi non è multare chi non va a votare, ma saper rispettare gli elettori che in passato avranno pure votato, ma che constatano che il loro voto disattende le loro aspettative, a causa di "vincoli esterni", di cessioni di sovranità, e di camarille e intrighi interni, di magistrati che impediscono l'attuazioni di quelle leggi che i cittadini ritengono giuste. In Usa, tra l'altro, quasi da sempre vota solo una minoranza. Anche alle ultime elezioni gli elettori sono stati appena più di 150 milioni su 325 milioni di cittadini residenti. E allora da quelle parti che hanno fatto? Multe per tutti i non votanti?
Non è neanche costituzionale pensare a una simile forzosa soluzione. Infatti l'articolo 48 della Costituzione parla di "dovere civico" e di diritto che non può venir in alcun modo limitato. ( Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico). Ma non sancisce che è un obbligo.
I pennivendoli se lo leggano e rileggano prima di scrivere scempiaggini. Certo che devono essere proprio alla frutta i poteri marci e i loro megafoni per fare simili proposte di coartare i reticenti e i renitenti al voto, per mezzo delle multe!
Una scommessa? Se dovessero adottare un simile provvedimento, sono quasi certa che l'astensione crescerebbe ancora di più.
San Ottavio



No comments:
Post a Comment