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20 January 2022

Voglia di un altro film che non sia questo




Forse vi stupirò con questo post di "discontinuità", ma voglio uscire da questo  film da incubo sempre uguale che dura da  più di due anni. Ho come l'impressione di vivere in una sorta di  ergastolo interiore. Quando passo per la strada la gente non parla più della vita vera, ma del Virus e delle "dosi". Per questo quando martedi sera Rai Movie trasmise "Un mercoledi da leoni" (Big Wednesday), un vecchio film di John Milius uscito nel 1978  di cui già possiedo il DVD, ho ignorato tutte le trasmissioni di attualità, compreso Giordano che pure fa il suo dovere, per rivederlo. Sarà perché stanno impedendo lo sport e le varie  attività motorie a bambini, adolescenti e adulti, ma un film che esalta salute ,bellezza e giovinezza, spavalderia, vigore dei corpi e ardimento, ha catturato la mia attenzione. E' la storia di tre amici  il biondo Jack, Leroy (detto Spaccatutto) e Matt un grande campione con il vizio del bere; del mare e delle spiagge californiane, vicenda  che si ambienta nelle comunità dei surfisti. Il surf venne battezzato dallo scrittore Jack London  che lo scoprì alle Hawaii uno sport da re, perché ti permette di cavalcare sulle onde.  Non si dice forse "essere sulla cresta dell'onda" per indicare il trionfo e il successo?  Il film invece che in tempi (o capitoli) si suddivide in 4 mareggiate e questa è un'idea registica geniale. La prima mareggiata era del 1962, la seconda nel 1965,  la terza nel 1968 e la quarta ed ultima nel '74. Mareggiate che avvengono nelle 4 stagioni  della vita che corrispondono a quattro determinate frazioni temporali: estate 1962 – autunno 1965 – inverno 1968 e primavera 1974. In poco più di dieci anni, che non casualmente coprono la fase più importante del conflitto Vietnam-Usa. Ma è  anche un decennio storico della loro vita. 




A ben vedere,  vera protagonista del film è l'Amicizia virile tra i tre ragazzi che tra cavalcate di surf  sui cavalloni, crescono,  si innamorano, qualcuno si sposa, qualcun altro, divorzia,  attraversano la guerra del Vietnam e  un ragazzo della combriccola (Waxer)  vi muore; si inseriscono nella società , ma non abbandonano mai gli amici, i ricordi e gli incontri sulla cresta delle onde della loro spensierata giovinezza. Non è il solito film spiaggiaiolo  e balneare  all'Italiana con i Jerry  Calà, ma un vero e proprio romanzo di formazione dall'adolescenza all'età adulta. Gli incontri sembrano casuali sulle spiagge californiane in un 'epoca   felice dove per incontrarsi non avevano bisogno dei telefonini, le escursioni in auto dalla California al Messico in cerca di avventure, ragazze, musica e sbronze di birra. Non mancano i party domestici a casa di Jack con la lotta tra gli "imbucati" alla festa e i regolarmente invitati che finisce in una goliardica scazzottata. La rimpatriata dei tre amici nel '74  sembra avvenga per caso, quando ormai i ragazzi sono  diventati dei giovani uomini e hanno ciascheduno la propria vita.  In realtà avevano bisogno di ritrovarsi quando la mareggiata del '74 cresceva e cresceva gonfiandosi  a dismisura quasi a creare montagne di mare altissime e inaccessibili. L'appuntamento di un destino sportivo che li unisce quasi inconsciamente in un momento topico perfetto e irripetibile. Attraversano la spiaggia, nella scena finale,  come tre guerrieri armati della fatidica tavola di legno.  In alto sul picco della falesia altri aspiranti guerrieri guardano i tre Avventurieri del mare  sparire tra le onde  selvagge e procellose come cavalli galoppanti ebbri di vita,  onde che si susseguono con fragore le une alle altre, in un biancheggiar di spume che li travolge, li scaraventa in alto e li sommerge  e poi li fa riemergere.  Ben lo sapeva Bear (Orso), personaggio comprimario, ma figura-chiave del film, l'artigiano costruttore di tavole che conosceva da che parte tirano i venti e come si formano le mareggiate individuando l'altezza delle onde e la loro frequenza. Bear è il personaggio più anziano  del gruppo, molto rispettato nella comunità dei surfisti, capace di individuare i profili  psicologici dei veri campioni o di quelli in fieri. Qui la trama filmica. 

La scena finale, quella  del fatidico Big Wednesday con la mareggiata più alta di tutte e quattro, sembra una vera e propria sequenza per eroi mitologici greci.  Mentre i  tre  giovani  attraversano la spiaggia per intraprendere l'eroica impresa, dall'alto della falesia i neofiti aspiranti surfisti li guardano  con ammirata apprensione, con le loro tavole rovesciate in verticale come armi. Li guardano e imparano, ricevendo il testimone. E il testimone non mancherà alla fine quando Matt compie la sovrumana impresa di cavalcare un'ondata mastodontica che lo scaraventa in alto e poi lo travolge  fratturandogli una gamba, immediatamente soccorso dagli altri due amici Jack e Leroy. Quando esce dalle onde un ragazzo sconosciuto sulla spiaggia , gli offre la tavola nuova appena lustrata da Bear, ma Matt consapevole che il suo tempo sta finendo la regala a lui, pregandolo di farne buon uso da campione.  

"Ma se il respiro di Dio è il vento che dà la forma alle nuvole (e alle onde) allora i tre sono destinati a ritrovarsi nel Big Wednesday della primavera del 1974, il giorno di una mareggiata memorabile. Le immagini dei cavalloni altissimi e dei piccoli corpi che si ostinano a sfidarli creano un groppo in gola allo spettatore che sa quanto è labile il confine tra la vita e la morte. Il ciclo delle esistenze si apre e si chiude rinnovandosi: Jack Matt e Leroy si ritrovano a sfidare le leggi della natura sapendo di avere lasciato una testimonianza generazionale che ha fatto epoca (“abbiamo fatto epoca”). Non si può vivere nel passato ma si può fare in modo che i bei ricordi non rimangano alle spalle. I tre escono dalle porte dell’Eden con il muto sorriso di chi ha compreso: questi giovani dei sono diventati uomini"




"John Milius trasforma la prateria in oceano e i cavalli in tavole da surf e indirettamente disegna un ritratto generazionale di eroi western travolti dalle onde della vita. L’estate del 1962 si apre con il simbolico passaggio attraverso le porte del Paradiso: con una memorabile inquadratura dal basso Milius accompagna i tre protagonisti ad immergersi nei sogni liquidi, piccoli sovrani di un regno ancora non contaminato dall’orrore della guerra. E la guerra non è solo il Vietnam, la guerra è dappertutto: quella delle rivolte dei ghetti neri in televisione, ma anche il conflitto interiore tra la libera spensieratezza di una amicizia virile e la necessità di rientrare nei ranghi in un processo sofferto di normalizzazione" (da "sentieri selvaggi".). 
Ho citato questi due passaggi importanti dal sito  di critica "Sentieri selvaggi", perché non avrei saputo esprimere meglio le mie emozioni da spettatrice. Ci sono film che modificano la percezione di sé stessi e del mondo e deformano il tempo e lo spazio per le opere successive. "Un mercoledì da leoni" non ebbe un grande successo di critica e pubblico al momento dell’uscita nel 1978, ma, per ammissione dello stesso regista, con il passare degli anni ha giustamente raggiunto lo status di film di  culto sempre richiesto e sempre acclamato.  Notevole, la colonna sonora con canzoni di quei tempi diventate  in seguito dei veri   e propri evergreen (The Locomotion di Little Eva, Sherry dei Four Seasons, Will you still love me tomorrow delle Shirelles, What'd I say di Ray Charles),   



Non posso andare al cinema  che adoro e che per me è un vero vizio poiché mi è vietato per colpa di un marchio verde che non voglio avere. Unica consolazione è che in questi ultimi anni, danno delle grandi porcherie inguardabili.   Ma ora cercheranno di impedirmi perfino di comprare dei DVD di film che colleziono con cura, nei negozi che li vendono. Ma io non mi rassegno. E mi sono già messa d'accordo col rivenditore. Compilerò le mie liste di film preferiti, glieli detterò al telefono e  poi passerò a ritirarli. Fatti non fummo a viver come bruti e non di solo cibo, supermercato e farmacie vive l'uomo. A dispetto dei nostri carcerieri, ho bisogno di cambiare film. E in un modo o nell'altro entrerò in un'altra realtà, in un'altra vita e in un altro film che non è quello che ci vogliono propinare.  

S. Sebastiano e S. Fabiano






36 comments:

Anonymous said...

Questo film, uno dei miei preferiti, è diventato di culto perché tratta temi eterni come l'inizio e la fine della giovinezza, i passaggi d'età, la vita, la morte, la gioia, il dolore che arriva quando meno te l'aspetti. Matt è il più bravo dei tre, tant'è vero che in finale i due amici si fanno da parte e lasciano a lui la scena della cavalcate sull'onda gigante. E' coraggioso nello sport, ma non altrettanto nella vita. Insomma ci sono parecchi temi che si intrecciano. E' giusto distrarre gli occhi altrove (magari in un film) quando gli orrori che attraversiamo sono tanti. Dopotutto anche noi stiamo vivendo il nostro Vietnam.

Fabio

Nessie said...

Grazie Fabio, eccome che stiamo vivendo impantanati nel nostro Vietnam sanitario!
Ricordo che c'è uno sportivo ex campione di motociclismo, Marco Melandri che si è esposto volontariamente al contagio del Covid, pur di poter praticare lo sport. A che punti ci fanno arrivare!

Aldo said...

Ieri sera mi son cimentato nel riordinare ed epurare il contenuto di un hard disk nel quale archivio ordinatamente i miei documenti man mano che si accumulano. A un certo punto son finito nelle cartelle del 2019 e del 2018. Son rimasto colpito dalla quantità di cose creative che ho realizzato in quel paio d'anni! Mi son reso conto in modo repentino e doloroso di quanto sia attualmente mummificato in una condizione che non mi è propria, e son stato preso da ulteriore sconforto. Appiattito. Demotivato. Da due anni non sto realizzando nulla in quei campi che mi trasmettevano tanto entusiasmo, è come se fosse tutto evaporato. Non va bene.

Oggi mi imbatto in questa tua pagina, e metto insieme le due cose...

Per fortuna tra un mesetto potrò rimettere le mani nella terra. Lei è ancora lì, solidamente ancorata al suo essere, e forse saprà rimettermi un po' in carreggiata.

caposaldo said...

Cominciamo la giornata con buone notizie, tutte da comedonchisciotte
-infermiera TRIvaccinata! a milano si ribella e denuncia che uccidono i bambini. Gli fanno il tso, e lei non si intimidisce e denuncia anche questo in un altro video.
-il senato usa boccia il tentativo di imporre il voto elettronico come unico sistema di voto
-la repubblica ceca rinuncia all'obbligo del vaccino
-c'era un'altra notizia che ora non ricordo

mi aspetto gia' da oggi, o domani, notizie aberranti anche per green pass dimenticati dai triseriati
La resistenza aumenta, piano piano aumenta. Io gia' sono contento che siamo arrivati a gennaio 2022 e ancora non sono riusciti a fare il great reset monetario, ogni giorno che passa loro non sono piu' forti.

Nessie said...

Ti ringrazio Aldo, e mi fa piacere di aver fatto una pagina dove "si parla d'altro" anche se si tratta di un film. Che questo possa riuscire a distrarre lo sguardo da quegli orrori che ci abbattono e ci sconfortano. D'ora in poi, almeno una volta al mese dedicherò un post dove parlerò d'altro (musica, letteratura, cinem, belle arti ecc.) ignorando volutamente la politica, la sanità, l'epidemia, i merdia, il Potere e altre porcherie. Sì, la terra è una buona risorsa per trarre energie. Come diceva Scarlett O'Hara (Rossella) in Via col Vento, "dopotutto domani è un altro giorno".

Nessie said...

Caposa' io mi voglio dimenticare del film Horror e tu me lo riporti in auge? "La Resistenza aumenta piano piano"? Ma qui oramai siamo ai tempi supplementari. E deve andare FORTE FORTE... se vogliamo salvarci.

gionanellabalena said...

Se proprio ti piacciono i film:vediti stalker di andrej starkoviskij molto bello.ma impegnativo.

Nessie said...

Già visto, sì, molto bello.

caposaldo said...

Eh , ormai rischiamo la psicosi...per una breve frazione di secondo - le costruzioni alla sinistra, la gente in alto- avevo pensato che la foto era una rappresentazione di noi non vaccinati, diventati schiavi come ai tempi dei faraoni. Poi ho notato che in mano avevano le tavole..

Nessie said...

Ah, Ah! :-))) Buona questa! I surfisti presi per gli schiavi dei faraoni! Si,si, siamo diventati tutti psicopatici!

Josh said...

per quanto malato e pervasivo il mondo che ci domina, resto dell'idea che dobbiamo costruirci una dimensione alternativa rispetto a questi assassini ipocondriaci mentecatti

Nessie said...

Certamente Josh. Per fortuna c'è la macchina del tempo che ci può portare anche à rebours. E non si tratta di essere "passatisti", ma cercare di scappare e di evadere in qualche modo da quanto ci ferisce.

caposaldo said...

Hanno prorogato lo stato di emergenza fino al 31.12.2022, questi delinguenti. Un altro colpo di mano. Ad una votazione, mi pare a Roma per un rinnuovo, ha votato un 11%. Ha vinto la sinistra che ha chiaramente esultato...praticamente anche 2/3 minimo dell'elettorato pd e' rimasto a casa. Sembra un film ma e' tutto vero purtroppo.

Nessie said...

Sì, è un brutto bruttissimo film. Pessimo, direi:

https://www.affaritaliani.it/politica/governo-choc-deposita-atto-al-senato-prevista-proroga-emergenza-dicembre-2022-775676.html

Ma fino a che la gente non va col lanciafiamme sotto il Parlamento, non se ne esce.

Anonymous said...

Non sono molti i film che si svolgono nell'ambiente dello sport. Ricordo anche "Momenti di gloria" e "Point Break" con Keanu Reeves, Patrick Swayze e Gary Busey (che era uno dei tre ragazzi di "Mercoledi da leoni"). Sì, forse nel cinema americano anche l'ambiente del rugby e del foot-ball americano e della boxe che è uno sport che, però non mi piace.

Rosaspina

Nessie said...

"Momenti di gloria" è un altro classico che si svolge nell'ambito delle corse olimpioniche. Lì lo sport è anche un pretesto per parlare delle convinzioni religiose dei campioni, e si sofferma sui loro profili psicologici. Il ragazzo scozzese, cristiano osservante, non vuole correre di domenica. E l'atleta ebreo che non tocca un pezzetto di carne di maiale.

gionanellabalena said...

Allora vediti goksung...di na hong jin....se ti sei visto stalker,non avrai problemi con questo...hi.

Nessie said...

Eh eh, eh sì, Andrea e ne ero anche una collezionista :-). Mi piaceva Alan Ford di Magnus e Bunker. Mi piaceva pure Diabolik. Poi i figli, hanno le annate di Tex Willer.
Dei film che hai citato ho visto solo "Million dollar baby". Ma come dici, questo di Eastwood è un po' triste e cupo e non aiuta a evadere granché.
Gli altri che mi citi, li terrò d'occhio.

Come pure quello di Giona.

Cangrande said...

Io vado sul più "terra terra", quasi sul trash (anche se, sotto certi aspetti, è un piccolo capolavoro. Regista John Landis).

Animal House.
Citazione di John Belushi: "Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare !"

caposaldo said...

Nessie, ma allora da piccola eri un maschiaccio! Alan ford...se uno va a vedere su wiki la storia e si rinfresca la memoria, si accorge di quanto era profetico, anche in personaggi piu' saltuari che neanche ricordavo bene... pieno di bassezze e miserie umane (in salsa comica),che allora non sembravano presenti nella societa', non cosi' marcati, e invece oggi...comunque superciuk rimane inimitabile! E poi erano disegnati molto bene
un articolo di oggi su Dolcino , un'intervista sullo scontro che avviene dietro le quinte e chi si oppone alla cricca di Davos, si sono negli Usa come si era capito; il ruolo che ha l'inflazione che Davos teme perche' farebbe crollare l'ue e quindi tutto il suo castello di carte.. dura un'ora ma le cose contenute sono tante

https://www.mittdolcino.com/2022/01/21/intervista-a-gianmarco-landi/

Nessie said...

Cangrande, trash un corno! John Landis ha firmato piccoli gioielli come anche "I blues brothers" e "Una poltrona per due" che di solito danno sempre sotto Natale. E Belushi è sempre esilarante.

Nessie said...

Caposaldo, forse ti ricorderai anche di Superciuk, quello che rubava ai poveracci per dare ai ricchi. Che poi è quanto avviene con Draghi e prima di lui, con Monti.

Interessante il video di Mitt Dolcino.

Andrea said...

Alan Ford l'aveva mio cugino da cui andavo spesso volentieri, perchè lui aveva tutto😃. Io avevo Tex ,tutta la "Storia del West, saga autoconclusiva sui pricipali avvenimenti del West raccontata attraverso i Mc Donald( e Bill Adam). Poi quando apparve Dago (Eura), altra collezione. Ma adesso sono 20 anni che ho smesso😢ciao Andrea C.

Cangrande said...

@ Nessie 5.45.
Apparentemente "trash"...
Pure io adoro John Landis.

La scena di John Belushi, comprende anche la frase "è forse finita quando i tedeschi hanno bombardato Pearl Harbour ??".
Geniale !

Nessie said...

A proposito di registi polacchi mi piaceva Andrzej Wajda, perché attaccava sempre il comunismo.

Cangrande said...

Qui la scena con John Belushi...
Mitica !

https://www.youtube.com/watch?v=H7mO3JxMoek

Andrea said...

Lo conosco poco, ho visto un uomo di marmo ancora in Italia, ma non ero in grado di apprezzarlo. Arrivato qui nel 2007, ho visto Katyń a cui ero interessato perché lá morì anche il nonno materno di mia moglie. Adesso direbbe che i comunisti si sono mascherati ma sono dappertutto e a loro svendono la Polonia...pensa solo alla questione del carbone di cui la Polonia è ricca...boom di pannelli fotovoltaici,peccato manchi il sole👋

Nessie said...

Sì, Cangrande ricordo benissimo quella scena :-) Come anche quella del toga party dove balla come l'orso della fiera del villaggio al ritmo della mitica "Shout":

https://www.youtube.com/watch?v=MG7KCOO76Wc

Nessie said...

@Andrea. L'uomo di marmo e L'uomo di ferro, sono i suoi film più eminentemente politici. Ma poi c'è il bellissimo e struggente "Il bosco di betulle" , "Cenere e diamanti" e "Tutto in vendita", a mio avviso i suoi più belli.

Anonymous said...

Nessie, RaiMovie ha replicato Big Wednesday ieri sera, in seconda serata. Non ho potuto fare a meno di rivederlo anch'io, sebbene cascassi dal sonno. E ho rilevato cose che in passato non avevo notato. Come quella scena al cimitero dove i tre ragazzi commemoravano la scomparsa dell'amico Waxer morto in guerra, scena che è stata copiata in vari altri film.

Fabio

Nessie said...

Sì, è vero, la scena dei tre giovani che parlano dei loro sentimenti e delle loro prospettive di vita al cimitero davanti a una moltitudine di croci e di salme è stata molto imitata. In primis, compare anche nel film "Fandango", tanto per fare solo un esempio.

Vanda S. said...

Questo forse un po' ingenuo e buffo, ma oggi farebbe pensare....

SBUCATO DAL PASSATO (1998)


https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/sbucato-dal-passato/36602/

Nessie said...

Non l'ho mai visto, Vanda, ma la trama non è dissimile a quanto viviamo oggi. Grazie, lo cercherò.

Alessandra said...

Mi è piaciuta la tua scelta, Nessie: questo articolo è una ventata di aria fresca, anche per il film di cui parli. :-)
A proposito, indovina come ho passato il pomeriggio?
Avevo visto "Un mercoledì da leoni" qualche anno fa ed è stato un piacere recuperare, grazie alla replica su Rai Movie, quelle scene che erano rimaste nei recessi della mia mente. È un film che fa ridere (vedi la scazzottata alla festa) e commuovere (la morte di Waxer, il finale) o entrambi (il dialogo tra Matt e la madre di Jack): condivido ciò che avete scritto e non aggiungo altro perché magari chissà, passa qualcuno che ha voglia di scoprirlo!
Ho sempre amato le storie a tema sportivo che inevitabilmente finiscono per toccare altri argomenti.
Da bambina, del resto, sono cresciuta come molti miei coetanei con i molti anime giapponesi che vedevano come protagonisti ragazzi e ragazze che sognavano di diventare campioni degli sport che praticavano con passione e tenacia: i celebri "Holly e Benji", "Mila e Shiro", "Mimì e la Nazionale di pallavolo", ma anche altri meno noti o finiti del dimenticatoio come "Jenny la tennista", "Hilary la ginnasta", "Prendi il mondo e vai" ("Touch!", baseball), "Rocky Joe" (pugilato - il titolo originale è "Ashita no Joe" ovvero "Joe del domani"; "Rocky" fu aggiunto dagli adattatori italiani per richiamare Marciano e il suo erede di fantasia Balboa), quest'ultimo in particolare ha avuto un impatto enorme sulla società giapponese dal 1968 in poi.
Vorrei spendere qualche parola per queste due opere, tra le più profonde e commoventi che mi sia capitato di leggere, ma mi rendo conto che condensare tutto in poche righe mi porterebbe a scrivere un commento monco e superficiale, perciò metto qui sotto i link ai due articoli che più mi sono piaciuti e meglio rispecchiano la mia opinione.

https://www.staynerd.com/rocky-joe-e-la-storia-del-proletariato-giapponese-del-dopoguerra

​https://www.ubcfumetti.com/manga/?13053

Purtroppo gli adattamenti non sempre impeccabili e le censure talvolta pesanti hanno tolto o comunque attenuato la complessità e la profondità di queste opere, che sono ben più di evoluzioni da circo e tiri, pugni o schiacciate potenti come cannonate: sono dei veri e propri mosaici di situazioni, conflitti e sentimenti.
Devo però dire che l'amicizia, l'unione delle proprie forze nella lotta per il raggiungimento di un obiettivo, la tenacia e l'impegno per realizzare il proprio sogno e anche la capacità di accettare e fare tesoro delle sconfitte rimangono palpabili, visto che ne è impregnata ogni scena.
Quanto ai film, anch'io ho visto "La forza del campione" citato da Andrea, con Nick Nolte nel ruolo di "Socrate": "Butta via la spazzatura dalla tua mente" e "Un guerriero non rinuncia mai a ciò che ama" sono insegnamenti che cerco di applicare quando mi sento nervosa o in preda allo sconforto.
Un altro film dello stesso anno con protagonista una ginnasta, seppure con toni più da commedia, è "Stick It", con una giovane ex promessa della ginnasta artistica che, finita nei guai per aver commesso atti di vandalismo, viene salvata da una vita di perdizione e delinquenza da un burbero allenatore, interpretato da un'altra star di Hollywood, Jeff Bridges.
"Io non devo piacerti, tu non devi piacermi" è la sua "calorosa" frase di benvenuto, ma in seguito i due svilupperanno un rapporto di grande rispetto e lealtà.

Alessandra said...

Più in generale, guardo almeno un film quasi ogni giorno, impegni permettendo, senza preclusioni di genere, anche se ultimamente guardo molto le pellicole dei tempi d'oro del cinema italiano quando avevamo fior di attori, sceneggiatori e registi e della vecchia Hollywood, con qualche incursione nel cinema francese. Ma mi sono segnata i titoli che avete scritto nei vostri commenti e che ancora non ho visto.
Per me è un modo per depurarmi dalle sostanze tossiche che i msm ma anche ahimè certi aspetti della vita quotidiana mi scaricano nel cervello.

Nessie said...

Ciao Alessandra, beati gli ultimi! :-) Purtroppo è finita la ricreazione e ho dovuto aggiornare il blog. con le ultime indecenti "misure" repressive. Vedo che ne sai più di tutti quanti in fatto di soggetti sportivi nei film. Si capisce bene che ami lo sport, e mi domando come si possa essere così "caini" (come si dice da noi) di impedire ai bambini, adolescenti, giovani e meno giovani, un'attività tanto vitale per lo sviluppo cognitivo e psicomotorio.
Visto che hai citato la figura di Rocky Marciano, vale la pena di citare anche "Lassù qualcuno mi ama" <(1956) con Paul Newman giovanissimo e in grande forma e una deliziosa Anna Maria Pierangeli che in USA era conosciuta come Pier Angeli. Poi non mancano quelli legati al baseball ("Bull Durham - Gioco a tre mani") e del foot ball americano ("Il paradiso può attendere"). Ma quello è un mondo che a non tutti interessa.

Sì, è vero, il cinema quando è buono, col suo racconto ti prende dentro le sue storie e dimentichi le sventure quotidiane (politiche e non).

Ci vediamo più sopra ....