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12 September 2020

Agamben, il filosofo d'eccezione


In questa notte oscura che sembra non voler mai finire, in questa sospensione da ogni normalità e libertà  il libretto di 100 pagine di Giorgio Agamben dal titolo "A che punto siamo?" col sottotitolo "L'epidemia come politica", è un vero e proprio breviario da tenere sul comodino. Niente di nuovo che non si possa reperire in rete nel sito Quodlibet (è anche la sua casa editrice) che ci ha tenuto compagnia durante il duro confinamento. Ma intanto, col cartaceo c'è il piacere di sfogliarlo, di leggerlo e rileggerlo  e di sentirsi confortati rispetto al marasma di imbecilli in cerca di visibilità, che latrano idiozie. E quando qualcuno ben esprime  idee che collimano con le nostre (o per lo meno, con le mie) , ci sembra di avere gli strumenti per difenderle meglio. Naturalmente c'è stata una pioggia di critiche e polemiche contro i suoi punti di vista circa l'epidemia, nonostante che Agamben (ha origini armene) sia un filosofo molto tradotto e seguito anche all'estero dove ha avuto numerosi incarichi accademici. Lo hanno accusato di "minimizzare", di sottovalutare l'epidemia, anche se non hanno osato tacciarlo  apertamente di "negazionista" (il termine più in voga ad uso pennivendoli lobotomizzati). Con il gusto tipico di un paese pavido e di un popolo impaurito,  il Coraggioso deve per forza di cose venire sminuito e  capitolare, affinché possano sentirsi tutti uguali, sprofondati  nello stesso strame.
 L'occhio di Agamben è lucido e spietato, mai sbarrato dalla paura, quella che mangia l'anima e ottunde i cervelli. A proposito, il Corriere  della Sera ha rifiutato un suo articolo dal titolo "A che punto siamo?", quesito che poi dà pure il titolo al volumetto. Chiedetevi il perché. Nel libriccino troverete invece interviste di giornali stranieri (svedesi, tedeschi), curiosi di porgli quesiti  di grande rilevanza filosofica, politica e sociale che invece i nostri gazzettieri ignorano e  snobbano.
Ecco in sintesi alcuni dei suoi temi ricorrenti;

Stato d'eccezione. Concetto non nuovo già analizzato da Carl Schmitt e da Foucault

"Quel che definisce, però, la Grande Trasformazione che essi cercano  di imporre è che lo strumento che ha resa formalmente possibile non è un nuovo canone legislativo, ma lo stato d'eccezione, cioè la pura e semplice sospensione delle garanzie costituzionali. In questo essa presenta dei punti di contatto con quanto avvenne nella Germania del 1933 , quando il neo cancelliere Adolf Hitler , senza abolire formalmente la costituzione di Weimar, dichiarò uno stato d'eccezione che durò dodici anni".

Epidemia. "Si direbbe che, esaurito il terrorismo come causa dei provvedimenti d'eccezione, l'invenzione di un'epidemia possa offrire il pretesto ideale per ampliarli oltre ogni limite".

Paura. "L'altro fattore non meno inquietante, è la condizione di insicurezza e  paura che in questi anni si è diffusa nelle coscienze degli individui e che si traduce in un vero e proprio stato di panico collettivo, al quale l'epidemia offre ancora una volta un pretesto ideale".

Rapporti umani. "Ancora più tristi delle limitazione della libertà implicite nelle disposizioni , è a mio avviso, la degenerazione dei rapporti fra gli uomini  che essi possono produrre. L'altro uomo, chiunque egli sia, anche se una persona cara, non deve essere avvicinato  né toccato e occorre anzi mettere fra noi e lui, una distanza che secondo alcuni è di 1 metro, ma secondo altri dovrebbe essere di 4, 5".

Stato di emergenza. "Una società che vive un perenne stato di emergenza non può essere una società libera. Noi di fatto viviamo in una società che ha sacrificato la libertà alle cosiddette "ragioni di sicurezza".

Distanziamento sociale. "Benché ci siano come ogni volta accade, gli stolti che suggeriscono che una tale situazione si può senz'altro considerare positiva e che le nuove tecnologie digitali permettono di comunicare  felicemente a distanza, io non credo che una comunità fondata sul "distanziamento sociale" sia umanamente e politicamente vivibile".

Domanda N.1 ( il primo degli interrogativi etici).
"Il primo punto forse il più grave, concerne i corpi delle persone morte. Come abbiamo potuto accettare, soltanto in nome di un rischio  che non era possibile precisare, che le persone che ci sono care e degli esseri umani in generale, non soltanto morissero da soli, ma che - cosa che non era mai avvenuta prima  nella storia da Antigone a oggi - che i loro cadaveri fossero bruciati senza un funerale?".

Chiesa." Innanzitutto la Chiesa che facendosi ancella della scienza, ormai divenuta la vera religione del nostro tempo, ha radicalmente rinnegato i principi più essenziali. La Chiesa sotto un papa che si chiama Francesco, ha dimenticato che Francesco abbracciava i lebbrosi. Ha dimenticato che una delle opere di misericordia è quella di visitare gli ammalati".

Nuda vita. "La prima cosa che l'ondata di panico  che ha paralizzato il paese mostra con evidenza è che la nostra società non crede più in nulla se non nella nuda vita. (...) La nuda vita - e la paura di perderla - non è qualcosa che unisce gli uomini, ma li acceca e li separa".

Biosicurezza. "Dopo che la politica era stata sostituita dall'economia, ora anche questa per poter governare dovrà essere integrata con il nuovo paradigma di biosicurezza, al quale tutte le altre esigenze dovranno essere sacrificate.
Il paradigma della biosicurezza non è temporaneo. Le attività economiche riprenderanno e stanno già riprendendo e le misure di limitazione del movimento cesseranno, almeno in buona parte. Quello che resterà è il distanziamento sociale".

Fine della democrazia. "Stiamo vivendo la fine di un'epoca nella storia politica dell'Occidente, l'età delle democrazie borghesi, fondate sulle costituzioni, sui diritti, sui parlamenti e sulla divisione dei poteri. (...)
Con la  cosiddetta pandemia  è stato mosso un passo ulteriore, nel senso che quello che i politologi americani chiamano Security State, Stato di sicurezza, che si fondava sul terrorismo, ha ceduto ora il posto a un paradigma di governo che si chiama "biosicurezza", che si fonda sulla salute".

Il diritto alla Verità. "Come in tutti i momenti di emergenza, vera o simulata, si vedranno nuovamente gli ignoranti calunniare i filosofi e le canaglie trarre profitto dalle sciagure che esse stesse hanno provocato. Tutto questo è già avvenuto e continuerà ad avvenire, ma coloro che testimoniano per la verità non cesseranno di farlo, perché nessuno può testimoniare per il testimone".

Qui una sua interessante video-intervista, riassuntiva delle sue tematiche :



 Giorno del SS. Nome di Maria


22 comments:

Uno said...

In Italia, tra gli altri, abbiamo Fusaro che rimarca da parecchio tempo le stesse osservazioni. Mi spiace sentirlo più ripetitivo di quel che sarebbe opportuno, così come mi spiace sentirlo ricorrere un po' troppo spesso a toni "apocalittici" laddove un maggiore equilibrio accrescerebbe la credibilità, ma tolta la tara rimane il netto, che è poi quel che hai riassunto per noi.

Nessie said...

Ho scelto una selezione di topics, ma anche quelli che ho saltato sarebbero altrettanto meritevoli di venire citati. Sono stati sacrificati solo per ragioni di spazio. In ogni caso, un librettino di appena 10 euro spesi bene, che già ti consigliai.
Ecco quest'altro.

"Se i poteri che governano il mondo hanno deciso di cogliere il pretesto di una pandemia - non importa se vera o simulata - per trasformare da cima a fondo i paradigmi del loro governo degli uominini e delle cose, ciò significa che quei modelli erano ai loro occhi in progressivo, inesorabile declino..."

Su Fusaro. Sì, è oltremodo ripetitivo e insiste un po' troppo sul "neoliberismo" visto come causa di tutti i mali sociali. Non condivido questa analisi. Un liberismo che impedisce alla libera impresa (piccola, media e grande) di intraprendere non esiste. Un liberismo o neoliberismo che ti rinchiude in casa per tre mesi bloccando tutte le attività commerciali non si era mai visto prima. Purtroppo gira e rigira Fusaro ha i difetti di tutti i marxisti. Non si accorge che il totalitarismo ha una forte componente comunista.
Qui siamo a Pol Pot e alla Cambogia, non all'odiato capitalismo. Guarda caso, poi al governo ci sono proprio i (post)comunisti. Quelli che ti vengono a dire: "Vi staneremo casa per casa". Sottinteso: per vedere se siete "infetti".

Che c'è di liberale, liberista o neoliberista in tutto ciò?

Aldo said...

Liberista è inadeguato, vero. Forse con quel prefisso "neo-" intende comunicare un'idea di inversione di significato? Sarebbe una forzatura della lingua italiana, ma a forzature di questo genere ormai siamo abbondantemente abituati.

Molto opportuno invece il suo ricorso abituale all'espressione "turbocapitalismo", dove aggiungendo "turbo-" credo intenda un capitalismo estremizzato con forti connostazioni finanziarie, ovvero svincolato dalla produzione di ricchezza materiale e dedito più che altro alla speculazione.

In merito ai modelli in declino. Più che altro i "poteri che governano il mondo" (che sono poi persone in carne ed ossa, con nomi e cognomi, anche se magari a noi ignoti) avranno realizzato che oggidì sono implementabili nuove e più efficaci armi di aggregazione del potere. C'è chi sostiene che quel che si può fare prima o poi verrà fatto, anche se è la più schifosa delle schifezze.

Anonymous said...

Per quanto riguarda Fusaro, che per altro stimo in quanto intellettuale, la mia critica va alla soluzione, non all'analisi, che poi è anche la questione del Marxismo, che muove da un'analisi corretta da un punto di vista tecnico, e umana da quello etico, ma finisce per instaurare un regime di controllo totale, proprio per la sua pretesa di essere scientifico, quindi indiscutibile e indiscusso. Se un intellettuale non riesce a vedere in quello attuale un sistema tecnico e scientifico che ha molte parentele (se non quasi tutte) con quello marxista, non è credibile. Se poi si ritiene inspiegabile il perchè la maggior parte della classe dirigente attuale, che viene dalla politica, ha un passato a sinistra, o addirittura comunista, allora non si può trattare che di malafede. Non si può caricare il fardello delle "rivoluzioni tradite" addosso a chi queste non le ha mai volute: sono un bagaglio della sinistra comunista, che quindi se ne deve fare carico in casa propria invece di rompere i coglioni ad un'opposizione che al governo non riesce ad andare mai: anche quando vince le elezioni.

IL SAURO

Nessie said...

@ Aldo. "C'è chi sostiene che quel che si può fare prima o poi verrà fatto, anche se è la più schifosa delle schifezze".

Infatti è così. E' quasi peggio che se dichiarassero apertamente guerra. I provvedimenti di emergenza DPCM hanno obbligato gli Italiani a vivere in condizione di coprifuoco. In Cina c'è la legge marziale e chi lo viola, viene freddato. Roba del genere, dai racconti dei miei genitori non era avvenuto nemmeno durante le guerre mondiali, dove tra un bombardamento e l'altro e conseguente coprifuoco, la gente si divertiva e andava pure a ballare.

Nessie said...

Sauro, le "rivoluzioni tradite" ovvero il mito della sinistra comunista il cui dettato non è stato bene applicato, si rivolge sempre e solo a loro (autoreferenzialità) e dici bene: io personalmente (e come me tanti altri italiani) non le ho mai volute.

Poi non è nemmeno vero che non è stato bene applicato. Di Gramsci e di gramscismo ce n'è a iosa dal dopoguerra in poi. Si pensi solo a come hanno occupato "scientificamente" scuola, sanità, giustizia, media, finanza e a come si sono incistati in tutti i gangli della società. Al punto tale che riescono ad andare al potere anche quando perdono le elezioni. Intanto, in un modo o nell'altro ci sono già.

Scrive Agamben:

"Come le guerre ci hanno lasciato in eredità una serie di tecnologie nefaste, è più che probabile che, dopo la fine dell'emergenza sanitaria, si cercherà di continuare glli esperimenti che i governi non erano ancora riusciti a realizzare: si chiuderanno le università agli studenti e i corsi saranno solo on-line; si cesserà di riunirsi per parlare insieme di questioni politiche o culturali e dove sarà possibile, i dispositivi digitali sostituiranno ogni contatto - ogni contagio - fra gli esseri umani".

Terribile, inquietante, ma del tutto plausibile!

Nessie said...

PS: ma chi si trova perfettamente a suo agio in questa desolante distopia? Solo e sempre loro.

Unknown said...

Cara Nessie,
apprezzo molto Agamben, scoperto tramite il blog di Alceste, ma devo dire che i punti di contatto li vedo più con la Cina della Rivoluzione Culturale che con la Germania del 1933. Dato che citi Pol Pot, mi permetto di condividere il parallelo che mi è venuto in mente vedendo come si mettevano le cose. In fondo la Rivoluzione Culturale fu l'esperimento antecedente e ispiratore di quello cambogiano. Ci sarebbe prima Holodomor, di cui però ho scarsa conoscenza. La modalità per indurre l’impoverimento generale (non per forza carestia), e quindi la cessione di sovranità (personale e nazionale), che permetterà di capovolgere la realtà senza alcuna opposizione, mi sembra la stessa. Riporto in parte quanto ho scritto anche da Barbara Tampieri.

Durante la Rivoluzione Culturale fu abolita la proprietà privata e fu falciata la classe intellettuale, tramite quello che in inglese si chiama “eliticide” o “elitocide”, secondo la Wikipedia inglese: “the killing of the leadership, the educated, and the clergy of a group”. It is usually carried out during the beginning of a genocide in order to cripple a possible resistance movement against its perpetrators”. Lo scopo di Mao era passare dalla società agricola a quella industriale tramite collettivizzazione, abbandono parziale dell’agricoltura ed eliminazione di qualsiasi leadership per dare il potere alle masse che dovevano autogovernarsi, un po’ come l’uno vale uno. Poi di scuse per convincere tutti ce ne furono molte: la giustizia sociale, la Guerra al nemico esterno, ma anche solo il lavaggio del cervello tramite il terrore. Qualche calcolo andò storto, soprattutto a causa dello stress psicologico che portò i funzionari locali a dichiarare cifre false e lievitate della produzione locale pur di rientrare nei parametri. E così, prima dell’industrializzazione, realizzarono la più grande carestia cinese.
Ise

Unknown said...

Oggi lo scopo è passare alla società digitale, le dinamiche e le forme della trasformazione sono diverse, ma la metodologia è quella. Quale piccolo manuale di sopravvivenza psicologica per restare umani in queste condizioni disumane suggerisco il libro di Zhang Xianliang “Zuppa d’erba”. Da un estratto in rete:
"Tutto ciò che vedevo intorno a me era diverso da quanto avevo letto nei libri. L'uomo esaltato da poeti, scrittori, studiosi di etica, pedagoghi, filosofi, storici, pareva essersi ridotto a uno stato non molto diverso da quello dei rospi di cui si cibava. Tutti gli animali del globo, anche i più infimi, parevano conformarsi alle leggi naturali della loro specie. Non vi era nulla di incomprensibile in ciò. Soltanto era difficile comprendere perché l'uomo dovesse vivere una vita simile. In realtà non avevo alcun desiderio di comprendere. Mi limitavo a sopravvivere, da mattino a sera, con una sorta di inesprimibile meraviglia per ciò che stava accadendo. Che continuassi a vivere, che ancora non volessi morire, che ancora esigessi da me stesso di diventare una persona migliore, questo sì che destava meraviglia.”
Zhang Xianliang fu accusato di essere un nemico del popolo (perché intellettuale) e fu internato nei campi di “terapia intensiva” riabilitativa (22 anni). Credo che la sua descrizione e comprensione della natura umana in situazioni in cui prevale la bestialità indotta sia ineguagliabile. Inoltre, come ben disse, credo in un’intervista, nella vita si muore più volte. Questi tempi secondo me sono uno di quelli in cui si muore: nel guardare in faccia la realtà, ed anche nel negarla. Nel primo caso però si muore per rinascere più forti, avendo eliminato il superfluo, nel secondo, invece, si soccombe alla propria ottusità e paura. Aggiungo che allora lo scopo era realizzare industrie per la produzione di acciaio, come base per l’industrializzazione; da noi pare essere quello di passare alla produzione di mascherine e deformazioni psico-digitali (la prossima generazione nascerà con dita lunghe 10 cm e capaci di roteare a 360 gradi ahah - riso amaro). Inoltre, anche allora i movimenti furono limitati e si poteva viaggiare solo se in possesso di un passaporto interno, cosa che mi ricorda l'autocertificazione a cui hanno ridotto gli italiani, o il passaporto di vaccinazione che si sente nominare.
Perdona l'imperdonabile prolissità, cari saluti,
Ise

Nessie said...

Unknown, il paragone con la Germania del '33 da parte del Filosofo viene limitato allo stato d'eccezione proclamato da Hitler (allora cancelliere) il quale non abolì formalmente la costituzione di Weimar. Questo per dimostrare che Conte ha fatto un bel golpetto senza bisogno di venirci a dire: da oggi la vostra costituzione è carta straccia! E che ci sono gli antefatti, nel merito. In altro passaggio parla del dispotismo tecnologico che si maschera da "democrazia", già antica fissazione di Heidegger, il quale in un contesto diverso si chiese - non a torto - se la democrazia fosse il modello politico adeguato di fronte alla pervasività della tecnologia.

Infine la Cina che salta fuori nelle ultime pagine del volumetto. E del resto i "cinesi" al governo li abbiamo già nelle persone dei 5stalle. Un ministro che fornisce di mascherine i cinesi, quando nei reparti di rianimazione i nostri medici nei primi mesi si rivestivano coi sacchi della spazzatura meriterebbe solo di finirci lui, nell'immondezzaio. E subito!

Non conosco quel Zhang Xianliang che mi citi, ma se è un resistente e un resiliente di quel pessimo regime, ha la mia stima "preventiva".

Ricambio i saluti!

Eloisa said...

Ma qual è la visione di Giorgio Agamben sulla mascherina? Sul sito di Veneziani ho trovato questo bell'articolo dove la chiama "il Burka della salute":


http://www.marcelloveneziani.com/articoli/lideologia-mascherata-e-il-burka-della-salute/

Nessie said...

E' senz'altro un bell'articolo quello di Veneziani per Panorama che non avevo ancora letto, grazie. Ma dire che la "mascherina è di sinistra" è quasi un'ovvietà,tenuto conto che Zingaretti l'ha issata sul pennone come una bandiera che sventola e c'è pure scritto sotto che quello è il simbolo della "responsabilità".

"Ma qual è la visione di Giorgio Agamben sulla mascherina? "

Di massima indignazione e biasimo, naturalmente. La mascherina viene iscritta non solo nel discorso del "distanziamento sociale", ma nella privazione dell'identità facciale. Ed ecco la sua fin troppo facile profezia:

"Gli esseri umani non si riconosceranno più guardandosi nel volto, che potrà essere coperto da una maschera sanitaria, ma attraverso dispositivi digitali che riconosceranno dati biologici prelevati in anticipo e ogni "assembramento" - curiosa espressione per l'incontro tra più essere umani - continuerà ad essere vietato, che sia per ragioni politiche o anche semplicemente per amicizia".

Anonymous said...

Ciao Nessie,
hai fatto bene a specificare, non ho letto il libretto di Agamben e mi limito a considerazioni generali.
E' vero, abbiamo i cinesi al governo, noi invece mi pare stiamo diventando un poco palestinesi! Quel che volevo evidenziare, e' che dalla lezione cinese, come uno dei tanti esperimenti di successo di controllo psicologico di massa, io ne ricavo, ad esempio, che non e' vero che la fame o la distruzione della societa' civile porta il popolo a ribellarsi. Quando si e' disperati al punto di non poter piu' soddisfare le necessita' umane basilari, si accetta tutto, in primis la soluzione calata dall'alto, dagli stessi cioe' che hanno creato il problema, per poter poi dare la rapida soluzione pianificata per il loro interesse. Paradossalmente, l'adesione alle loro direttive disumane fa sentire sempre piu' protetti e con la coscienza a posto quegli individui (la maggioranza) che forse non hanno mai saputo fare buon uso della loro coscienza e del loro pensiero. Forse e' simile a quanto Agamben dice della Nuda Vita. L'altra lezione e' che in tale situazione, l'unica "speranza" non e' tanto il risveglio del popolo, quanto la rottura di qualche alleanza all'interno del potere dominante, quindi la lotta intestina al potere che porti una fazione a scardinare l'altra e sovvertire cosi' quel totalitarismo senza crepe. Rispondendo alla domanda di Agamben "come e' potuto succedere?", direi dunque perche' e' gia' successo, piu' volte, un esperimento scientificamente riproducibile e' stato ora applicato su scala globale. Sara' un bel viaggio all'interno della natura umana secondo me.
Sulla pervasivita' della tecnologia si nota una certa accelerazione, io sento puzza di chip. Pensa a quanti problemi (da loro creati) diranno di poter risolvere cosi': addio poliziotto che ti tiene per ore per l'autocertificazione, addio al caos in aeroporto, addio al caos scolastico a causa dei test continui, il tracciamento difficoltoso, gl'insegnanti esauriti e colpevolizzati per non far rispettare protocolli intenzionalmente ridicoli, alunni che non imparano piu' nulla; insomma la rapidita' e la trasparenza delle operazioni e delle informazioni, reperibili nel chip con un bip: stato di salute, lista di luoghi e persone frequentati, ecc. A fronte della crisi economica, il reset potrebbe consistere nell' estinzione dei debiti (un bel giubileo!) in cambio dell'adozione della nuova moneta digitale, il bitcoin o altro, quello con cui oggi si paga il pedoporno nel deep web, pensa che bella trasparenza, finalmente, sara' la nuova normalita'? Ad ogni modo, quel che Agamben dice nell'intervista, che la societa' non tornera' piu' come prima, e' verificabile dal numero di persone irrecuperabili dal punto di vista psicologico, ma che insistono a volersi sentire normali, facendo sentire i sani, anormali...
Cari saluti,
Ise

Alessandra said...

Tutto questo si regge su una Grande Bugia cui però credono in tanti: i DPCMenga sostituiscono la legge.
Non è così! Ma la paura e l'ignoranza vanno sempre a braccetto e così gli insegnanti si preparano ad accogliere il primo impostore, quello che dovrebbe affermare tale principio e invece ha avallato questa farsa fin dall'inizio, accompagnato per l'occasione dalla professorina dalle labbra cremisi in versione badante.
Mi riferisco ovviamente alla Mummia del Quirinale e alla minestra della Distruzione, a breve a Vo' Euganeo.
Ho appena visto i servizi giornalistici sul rientro a scuola.
A parte il taglio da Istituto LUCE, mi ha messo una tristezza infinita vedere tutti quei bambini e ragazzi con i visi seminascosti dalle museruole ripetere come un mantra le norme di prevenzione, sotto lo sguardo soddisfatto dei genitori.
Una di loro ha definito la situazione addirittura "eccitante".
Sarà peggio quando si ammaleranno di una malattia di gran lunga peggiore del coronavirus: l'abitudine.

L'ultima dell'OMS: basta saluti con il gomito (comunque ridicoli), da adesso per prevenire il contagio bisogna salutare mettendosi una mano sul cuore.

https://voxnews.info/2020/09/14/omsno-saluto-con-gomitimano-sul-cuore-o-ci-si-infetta/

Però mi ha fatta sorridere il commento sottostante, di Antani.
Al limite possiamo sempre fare come i fan della sexy modella armena di Gucci e dire che è "Ave Cesare". :-)

Nessie said...

Alessandra, questa mattina mi sono soffermata anch'io a guardare davanti all'ingresso di una scuoletta elementare. Una tristezza infinita. Poi il primo giorno di scuola o di materna con i piccoli mollati sull'uscio e lasciati in balia dei maestri. C'è solo da augurarsi che siano umani e comprensivi e non indottrinati! ma dubito che il lavaggio al cervello non sia arrivato là dentro. Del resto le loro intenzioni sono chiare: trasformare ogni scuola di ogni ordine e grado in un ovile per pecore da marchiare. In primis, il marchio della Bestia. Un mio amico prof. di Inglese si è già incazzato come un toro perché hanno fatto l'appello dei professori positivi e quelli non, chiamandoli col numero. Della serie i negativi possono mettersi da una parte e i positivi dall'altra, senza nessun riguardo per la privacy e la deontologia. Qui mi sa, ma finché non corrono ceffoni non se ne esce.

Quella del gomito (che era già una stronzata colossale) e che ora può essere contagioso anche quello, è l'ennesima manovra intimidatoria. La morale è che vogliono ridisegnare l'antropologia umana e trasformarla in transumanesimo: ovvero la fusione simbiotica dell'uomo con la macchina. Non resta che liberarci da questa orrenda fantascienza.

Nessie said...

Ise (strano nick, è il diminutivo di cosa?), c'è un capitolo intero molto bello nel libretto che ti segnalo sulla fine probabile dell'Università e della figura dello studente. Secondo me , gli operatori scolastici se lo dovrebbero imparare a memoria. Ma vedo che Alceste ne ha già pubblicato una parte e che tu sei già intervenuta al riguardo:

http://alcesteilblog.blogspot.com/2020/05/requiem-per-gli-studenti-giorgio-agamben.html

qualche accademico si è offeso, perché si è sentito trattare da vigliacco, ma accettare di sparire in quanto "docente", è più che una vigliaccheria. E' un harakiri, un cupio dissolvi.

Nessie said...

OT per tutti.

Domenica sera all'"Aria che tira" (La7) la conduttrice Myrta Merlino alle critiche di Salvini sulla scuola, opponeva il fatto che anche il centrodestra ha fatto brutte riforme (ha ricordato quella della Gelmini). Poi quando si è parlato di stanziamenti finanziari per l'istruzione ha tirato fuori che nel 1999 al Ministero delle Finanze c'era Tremonti, così, giusto per incriminare (a priori) il centrodestra. Palle! c'era Vincenzo Visco. Salvini non è stato capace di smentirla. Sarebbe bastata una ricerchina semplice semplice sul cellulare. Ho provato a scrivere a questa cronista impreparata e bugiarda per smentirla ma nel sito della trasmissione può accedere solo chi ha un profilo FB.
Chi avesse un profilo FB può provare a sbugiardarla. Che deontologia e che professionalità hanno questi cosiddetti cronisti!

Ecco l'eventuale formula:

"Signora Merlino, mi riferisco alla puntata di ieri sera (13 settembre) con ospite Salvini in diretta. Non si sparano informazioni non controllate, così, tanto per avere facili pretesti per attaccare l'opposizione. Il ministro delle Finanze nel 1999 non era Tremonti, ma Vincenzo Visco della coalizione di centrosinistra".

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E tutto si perderà nel marasma dell'informazione-disinformazione.

Anonymous said...

Ciao Nessie,
Si quel che sta succedendo all'insegnamento tutto e' un abominio. L'Italia e' tra i paesi con le misure piu' assurde che abbia sentito finora. Ma vedo persone che fanno ragionamenti assurdi, quindi non mi stupisco. Credo che se anche dicessero che il virus non c'e' piu' (come d'altronde ha fatto Zangrillo: ma serve la carcassa, ehm volevo dire la grancassa mediatica per avere effetto), gli infetti dalla follia non smetterebbero di imporre la nuova normalita', ormai ho capito che per loro l'unica cura al virus e' la morte, se basta. Tutto sta a decidere chi ha piu' bisogno di curarsi, noi, o loro. Ah la morte umana, s'intende, sembra che gli animali godano ancora di asintomaticita' non contagiosa, mentre mi pare di aver capito che i compiti in classe, anche quelli asintomatici, vanno lasciati sfebbrare per 48 ore al caldo, e poi saranno perfettamente sani, tanto da poterli addirittura toccare con mano, dopo solo due giorni di quarantena, incredibile!

Il discorso, ad esempio, che fa anche Agamben, sul rapporto numerico confrontato allo stesso periodo dello scorso anno, e quindi su quella che si dovrebbe chiamare una enorme, inusitata sproporzione tra l'effettiva mortalita' (senza nemmeno parlare dei numeri lievitati per magica scomparsa di ogni altra malattia) e la reazione, le misure imposte, io tentai di farlo ad una, un tempo, amica. La risposta fu che cio' si doveva al fatto che il governo italiano aveva fatto un ottimo lavoro. Avendo chiuso tutti in casa in quello stesso periodo, aveva evitato che i numeri lievitassero fino a raggiungere cifre da capogiro. Capisci che non ci puo' piu' essere comunicazione, anche se provo molta pena.

Ise e' un'abbreviazione da me coniata del mio nome, ed e' il nome con cui sono conosciuta qui in Giappone, dove vivo. Ho dovuto "diminuirmi" perche' l'originale era per loro difficile da pronunciare, e quando pronunciato male creava pure sfumature di significato imbarazzanti. Comunque e' anche l'omonimo di un antico santuario, in una regione (Ise) e dintorni che e' per me tra i luoghi piu' belli e sacri di questo paese, quindi non mi dispiace.

Sono qui di passaggio, ormai vago come una zingara tra gli ultimi blog italiani di sopravvissuti alla follia. I primi due commenti li ho scritti dal computer della ditta perche' e' l'unico che ha impostazioni con cui posso velocemente inserire gli accenti. Non volevo esordire troppo sgrammaticata. Ma ora continuo con i miei miseri mezzi, solo apostrofi.
Voglio credere che prima o poi la furia della cupio dissolvi, come giustamente la chiami, dia i suoi frutti autodistruttivi, prima di quelli distruttivi. Cosi' un giorno magari potro' tornare in un paese da ricostruire si, lo abbiamo gia' fatto, ma che sia almeno decontaminato, bonificato da tutti quegli infetti dal morbo nichilista.

Cari saluti e alla prossima!
Ise

Nessie said...

Ah, vivi in Giappone? E come sono le misure laggiù nel paese del Sol Levante? La cosa più preoccupante del nostro Paese è che se anche emerge per via delle cifre, che il numero dei decessi per Sars-Cov2 risulta inferiore a quello di malattie respiratorie degli ultimi due anni, precendenti ( e lo dicono i dati ISTAT secondo la relazione del pres. Carlo Blangiardo), è come se la maggioranza delle persone avesse bisogno di credere alle gonfiature, alle falsità, un po' come avviene per la pubblicità: si sa che è falsa ed esagerata ma molti ci credono e comprano quel TAL PRODOTTO.
Del resto, come ho già scritto infinite altre volte, i cosiddetti numeri vengono buttati lì in modo ascientifico e senza alcun criterio di ripartizione né classificazione. Ad esempio, in base all'età, alle patologie pregresse, anamnesi e quadro clinico ecc.

I Bollettini della Paura vengono trasmessi in modo grossolano e generico avente lo scopo precipuo di terrorizzare.

Anonymous said...

Ciao Nessie,
le misure qui attualmente consistono in: obbligo mascherina piu' o meno in tutti i luoghi chiusi; gli stranieri non possono piu' entrare nel paese, credo siano solo due gli aeroporti che hanno ancora voli internazionali, per i cittadini giapponesi che vogliono rientrare, con obbligo di quarantena. Alcuni ristoranti hanno obbedito alle linee guide governative (che non sono un obbligo, ma suggerimenti) e distanziato i tavoli, mettendo una specie di divisorio in plastica trasparente. Anche nei supermercati la cassa e' protetta da tendine trasparenti sotto cui infiliamo le mani per pagare (non gli bastava la doppia mascherina, mia e della cassiera, come divisorio).
Per il resto non ci sono altre misure degne di nota. A scuola, ugualmente, e' stato introdotto l'obbligo della mascherina, eccetto che durante gli sport. Tutto il resto e' come prima, anche i banchi e le distanze. Questo nella mia prefettura, poi non so le altre, perche' ognuna ha regole proprie. Tuttavia non ho mai visto ne' sentito una criminalizzazione del cittadino, e ora dei bambini, come quella fatta in Italia. Non c'e' stato dispiego di polizia, ne' minacce varie. A scuola se lo studente e' malato, lo si fa stare a casa finche' non si rimette. Non c'e' obbligo di test o di quarantena. Solo se necessita di cure ospedaliere, potrebbe essere fatto il test e, se positivo, suggerito l'auto-monitoraggio a chi gli e' stato vicino. La gente ha comunque molta paura, i media d'altronde sono tali e quali i nostri nel terrorismo sui numeri. L'economia e' a terra, molte le attivita' chiuse per sempre (molti avevano investito anche nelle olimpiadi), i suicidi a picco.

Cambiando continente... un'amica dall'Inghilterra mi ha mandato la foto del figlio il primo giorno di scuola ed erano tutti senza mascherina ed a pochi cm di distanza. Mi ha detto che riguardo scuola e negozi li' e' tutto nella normalita', solo lei e il marito lavorano ancora da casa e secondo lei in ufficio non ci torneranno mai piu', mah, ogni paese ha le sue idiosincrasie... comunque la foto dei bambini sorridenti che si affollavano all'uscio di scuola senza mascherina e distanziamenti mi sembrava quasi una foto d'epoca.
Saluti,
Ise

Nessie said...

Grazie per la testimonianza, Ise. A parte qualche variante e a parte le misure restrittive che in Italia sono state le peggiori di tutto il mondo, noto che alla fin fine, il progetto doveva essere quello di far fallire le economie di tutti i paesi e di creare nuovi modelli di comportamento indotti dalla cosiddetta "pandemia".

Anonymous said...

Si Nessie, la vedo cosi' anche io.
Sembra proprio una sorta di Reset, come lo hanno definito a Davos, che doveva essere prima psicologico, poi, una volta realizzatosi nella testa della gente, puo' cominciare ad essere relizzato nella realta' materiale.
Ciao, Ise