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20 November 2009

Le mani dei privati sull'ORO AZZURRO


Con la scusa che tutto ciò che è pubblico è in mano alle baronie (il che purtroppo è anche vero) si privatizzano larghi settori dei servizi nella speranza (illusoria) che diventino più efficienti. E  che ci sia maggior "trasparenza", "qualità" e "rispetto" per i consumatori. E' tutto da dimostrare. Ve le ricordate le vecchie ferrovie dello Stato ovvero  FF.SS? Beh, da quando sono state privatizzate in Trenitalia, i  treni sono più in ritardo di prima, ci hanno trovato pulci e zecche, le norme di sicurezza si sono allentate, le toilette sono delle vere latrine e per chi come la sottoscritta si è trovata a viaggiare mentre era in corso lo sciopero delle ditte appaltatrici delle pulizie, è stato un vero incubo. Già perché i tanto decantati "privati" questo fanno: appaltano e subappaltano. Ma forse sarà un caso.

Ma veniamo all'acqua che già scarseggia nel pianeta e viene chiamata non a caso,  l'ORO AZZURRO. Già le multinazionali hanno messo gli artigli sulle acque minerali, curative e termali. E già molte famiglie italiane sono costrette a spendere considerevoli somme economiche del loro bilancio,  se vogliono sapere  esattamente cosa bevono. Ora si  vuole, sempre secondo le direttive europee, privatizzare un bene irrinunciabile e indispensabile per tutti come l'acqua dei nostri rubinetti. Così, multinazionali per l'acqua minerale in bottiglia e multinazionali sui nostri rubinetti dell'acqua domestica. Quella che usiamo ogni giorno.
Dirò subito che ci sono delle ragioni per arrivare a tutto ciò. La nostra rete idrica è vecchia e obsoleta e il governo non ha denaro sufficiente per rinnovarlo da cima in fondo. Quindi ha bisogno di capitali privati. Ma il  punto è che poi tutto DOVREBBE essere ancora sotto il controllo governativo. Ma  sarà vero? Chi vende quote di servizi, non sono più suoi: è la regola. Se entrano dei privati vi pare che rinuncino a dettar legge? Bisogna essere degli ingenui per crederlo.
La sinistra ha poco da alzare la voce , tenuto conto che se fosse stata al posto dell'attuale maggioranza avrebbe risposto mestamente OBBEDISCO all'Europa, esattamente come i loro avversari politici. Questo lo sa anche quel demagogo Arruffapopolo di Di Pietro che ora lancia manifestini sull'Italia "disidradata".
Ma ciò non toglie che  il decreto Ronchi  appena approvato dalle camere, sia stato fatto passare in modo subdolo, poco trasparente e antidemocratico: a colpi di fiducia, tanto per cambiare. E ciò non  toglie che la Lega anche questa volta (come già fece per il Trattato di Lisbona) si è meschinamente accodata alle normative della Ue che prevedono una vera e propria deriva mercatista delle privatizzazioni, invece di mostrarsi fiera, ribelle e identitaria nel difendere le ragioni degli elettori italiani che ripongono in lei le ultime speranze.  Lo si è capito subito da come Bossi, mentre veniva  approvato il decreto Ronchi abbia attaccato surrettiziamente Fini sul tema immigrazione. Che c'entrava quella sceneggiata gratuita in quel preciso contesto?
Semplice, serviva a distrarre il suo elettorato sul fatto che si sono accodati anche loro alla privatizzazione  dell'ORO AZZURRO. E' stato come voler rassicurare: guardate che noi siamo sempre i leghisti duri e puri ed euroscettici  tutti d'un pezzo. Stornare il pubblico sull'annosa questione degli immigrati, significa gettare una cortina  fumogena sull'acqua.  Bene, è già il secondo grande scivolone della Lega, e molti di noi non sono così fessi da non averlo notato. BOSSI CHE ABBAIA, NON MORDE. A Bruxelles, d'ora in poi,  possono dormire sogni tranquilli.

16 November 2009

Il Somario parla inglese ma dimentica l'Italiano




Il grande scrittore e traduttore francese Michel Tournier dice che gli Inglesi sono i più disgraziati del pianeta, perchè esportando la loro lingua nel mondo, l'hanno perduta irreparabilmente. E io sono d'accordo. Specie dopo aver visto e sentito Trichet  della BCE, parlare Inglese con l'accento francese, poveretto! Come mai dalla lingua di Molière sono passati al Financial Language anche i francesi? E dov'è  finita la lingua di Shakespeare e di Milton, con tutte le sue sfumature e le sue sottigliezze ora che per il mondo si parla un povero e piatto inglese "veicolare"? Già questa parola che paragona una lingua a un mezzo di trasporto mi dà francamente sui nervi. 


Il nostro buon Somario Italiota di un mio post precedente non capisce ma si adegua all'AngloItaliese. Come? Usando un italiano contaminato e imbastardito di termini inglesi per sembrare più aggiornato e al passo coi tempi...Beh...non fatemi dire, "per sembrare più trendy", perché proprio non lo sopporto.  Magari non mette congiuntivi, o li mette al posto dei condizonali e viceversa. Non sa cos'è la consecutio temporum, scrive "celebrissimo" invece di "celeberrimo", scrive eccezzionale con due zeta, ma non rinuncia al solito inglese passepartout. "Ho fatto il planning della settimana. Devo partecipare a un briefing, con un brunch. Prenderò un volo low cost e poi ti mando delle news".

"Ci vediamo stasera a un Happy Hour per consumare un drink, mettiti l'abito più smart che hai nell'armadio e mi raccomando: che  il make up sia particolarmente glamour. Ti consiglio di ricorrere ad un centro di wellness".
Il computer col suo  informatichese  ci costringe poi a italianizzare verbi inglesi come "linkare", "loggare" o "bloggare"; ad aprire il "browser", fare "l'update" in luogo dell'aggiornamento. O un "refresh". Un orrore di Italiano dimenticato. Perfino le esclamazioni diventano angloamericane. Avete mai sentito nessuno dei vostri amici dire "WOW!?
Quanta  tristezza  mi fa  questa colonizzazione linguistica!
L'inglese te lo ritrovi nello sport con termini come "pressing", "dribbling"  (da cui il verbo angloitaliota dribblare), "assist", ecc. Ovviamente nel mondo degli affari e della finanza con "target" "input", "output" "budget", "spread". La psicoanalisi parla di "guilty feeling" invece che complesso di colpa e di "mobbing" invece di maltrattamenti sul lavoro. 
Anche i giornali fanno la loro parte: non sono più capaci di parlare di grandi "magnati" dell'industria o della finanza senza dire "tycoons". In politica il congresso di partito si chiama oramai "convention". Per non dire del summit internazionale!
Quando poi non sappiamo le corrette parole in inglese, ce le inventiamo. Come "stage" (pronunciato  steidz)  credendo che sia inglese, quando invece è francese. In francese, soprattutto pronunciato alla francese,  vuol dire "corso di formazione". In inglese significa  "palcoscenico". Un giorno una docente di Inglese madrelingua se la rideva per questo disinvolto uso di anglicizzazione generale made in Italy a proposito di stage  Al  che, incuriosita, le chiesi come si dicesse "corso di formazione" in Inglese e mi rispose"refreshment course". Imbarazzata domandai come mai nell'immaginario popolare italiano si continuasse a usare "stage" e "stagista" (per chi frequenta il corso).
"Per la stessa ragione che voi Italiani dite "una fiction" televisiva quando da noi si dice "tv movie".
Già,  a questo punto, tanto vale dire sceneggiato tv che almeno è una parola italiana e non  inglese maccheronico reinventato dai papaveri della RAI allo scopo di fare effetto.
Insomma gli Inglesi perdono l'Inglese, essendo diventata "lingua globalizzata". Anche gli americani  si inventano un ridicolo Italiano-che-non-c'è nel termine "pasta e fazul" (pasta e fagiol) o "spaghetti bolognaise"  e cioè inesistenti spaghetti alla bolognese, tenuto conto che Bologna è famosa per le tagliatelle o i tortellini o le lasagne, ma non necessariamente per gli spaghetti.   E gli Italiani parlano un pessimo inglese con termini addirittura taroccati, smarrendo irreparabilmente la lingua di Dante. Tanto varrebbe che ciascuno si tenesse la propria lingua e l'approfondisse meglio, invece di continuare a contaminare il proprio lessico con parole d'importazione, sfidando l'analfabetismo di ritorno.
Ma nel nostro volonteroso Somario  è previsto che domattina si vada a fare shopping invece che delle compere. Che i figli facciano un party di compleanno, invece della solita festicciola tra amici, che in serata si faccia un salto al pub in luogo del solito "ritrovo". E chi più ne ha più ne aggiunga. Ma le orecchie dell'animale di cui alla foto, si fanno sempre più lunghe.

13 November 2009

D'Alema Mr. Pesc? No, grazie!


Non c'è nulla da fare, il più gran difetto del centrodestra è sempre stato l'eterno complesso di inferiorità verso la sinistra. La Carfagna rilancia una legge sul reato di omofobia "migliore" di quello dei suoi avversari, dicendo che sarà fedelissima al Trattato di Lisbona. Ma guarda un po': proprio vero che il liberticidio e i  reati d'opinione che non riescono a condurre in porto la sinistra li fa la destra. Berlusconi promette che terrà fede alla candidatura "italiana" dell'Ulema Maximo, per diventare Mr. Pesc. A proposito, qualcuno mi spieghi cosa vuole dire questa burocraticissimo acronimo perchè francamente non lo capisco. Lì per lì credevo volesse dire patch nel senso di straccio. E naturalmente ho pensato alla kefiah. Capisco solo che vuole dire l'Alto (sic) Rappresentante europeo per gli Affari Esteri e la Sicurezza.  Eh già:  l'Annunziatona l'aveva classificato "statista tra gli statisti", per aver parlato di "scosse" prossime venture sull'inchiesta di Bari contro il Berlusca. Mammamia, certo che ne ha delle credenziali!
Ora Berlusconi si trova nella ridicola veste di essere un sodale del suo antagonista, il Kapò Schulz (quello che perse insieme al  PSE alle ultime elezioni europee) nel sostenere un relitto del comunismo, riciclatosi come bombardiere della Serbia per conto Nato, quando la stessa non era più comunista, naturalmente. Mica avrebbe avuto un simile coraggio se ci fosse stato il maresciallo Tito, il Lider Maximo! Ricordate poi che ammuine fecero alle ultime elezioni europee, quelli del Pd? Fecero finta di snobbare i socialisti europei "schulzini" per non mostrarsi degli antiquati  paleolitici e costituirono un gruppo "democratico-progressista", per poi usare i voti di sostegno del PSE e delle vecchie carampane social-comuniste a cose fatte: leggere qui. Sempre chiari, i postcompagnucci!
Ma c'è dell'altro. Berlusconi si è già dimenticato di tutte  le campagne di sputtanamento europeo ai suoi danni promosse dalla sinistra di casa nostra quand'era candidato.
Penso siano giuste, le rampogne di Castelli anche nei confronti del suo partito, la Lega. Gli scorpioni velenosi  come D'Alema pungono per indole e  a nulla servono le implorazioni delle rane che li portano sul dorso. De te fabula narratur. Lo ricordi il PdL. E anche la Lega.
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09 November 2009

L'Italia sul Viados del Tramonto e del de-Gradoli


L'umanità è sull'orlo di un impazzimento e a ciascuno il suo mondo-immondo.  Parlo di quella vasta zona franca di clandestinità brasiliana detta viados, pagati  "profumatamente" da personaggi pubblici, professionisti e cittadini al di sopra d'ogni sospetto. Alla faccia della disoccupazione e dei cassintegrati! Basta venire clandestini  dal Brasile a Roma o in altra città italiana, essere uomini travestiti da donne, battere il marciapiede, che si può far fortuna coi politici più pervertiti o professionisti in cerca di buone vibrazioni. Tanto paga lo stato, la regione, gli enti pubblici. Cioè noi gonzi. E magari gli danno pure la corsia preferenziale per il permesso di soggiorno, se poi devono testimoniare in tribunale (si veda il caso Natalie).
Ormai non c'è giornale, rotocalco, trasmissione o salotto tv che non ospiti trans e metta in copertina qualche trans. Dalle "quote rosa" alle "quote gay",  e da queste alle "quote trans". Siamo all'Italia delle quote. E guai a chiamarli al maschile nonostante abbiano dei falli lunghi tre spanne! No, secondo l'ex onorevole Luxuria Guadagno di PRC  bisogna chiamarli "le trans", al femminile. Ma perché, se vogliono appartenere al genere  femminile non se lo fanno asportare, allora?
Si scomodano psicologi e sessuologi per sapere come mai molti uomini (vista la clientela notturna che traffica intorno ai Viados) snobbano le mignotte per andare con dei mostri che sembrano mascheroni da fontana. Labbra modello gommone Zodiac, più truccati di una battona del raccordo anulare (poveretta, ormai un reperto archelogico da proteggere come il panda), con addosso paccottiglia da fiera di S. Giuseppe, lustrini calze a rete e minigonne che scoppiano loro addosso con tanto di tacchi sadomaso. Credevamo di averli visti solo nel pianeta Transylvania del Rocky Horror Picture Show o in  Priscilla, regina del Deserto, e invece  si scopre che  i "transylvani" sono pure mercenari ricercati.
L'affare Marrazzo ha dato definitivamente la stura a un fenomeno che si era già evidenziato con Sircana dalla faccia pensosa ed emaciata e con Lapo Elkann,  lo squatter-chic cocainomane di casa Agnelli. Cosa ha portato quest'ultimo a rinunciare a una ragazza  graziosa come Martina Stella, la giovanissima e bionda attrice che abbiamo visto ne " l'Ultimo bacio" di Muccino, per andare con un vecchio trans a nome Patrizia (foto piccola in basso) a cui cade la faccia come un mastino napoletano e dai capelli come crine di cavallo?
Cosa porta Marrazzo a mettere corna su corna alla sua distinta signora Roberta  Serdoz per poi correre a sollazzarsi di nascosto con  tanto di denaro pubblico e auto di servizio presso simili mostroni baracconeschi? Una risposta ce l'avrei.
Il  trans è  la personificazione di quel "De Immundo" che già era arrivato a noi nei musei, nelle mostre, nelle "installazioni" coi water e i bidet come sculture, la merda d'artista, le siringhe della droga, i quadri con le uova strapazzate sulle tele, quando non addirittura fatti con cenere ed escrementi. Insomma, dall'età del gusto a quella del disgusto.
Con le sue orrende tette rigide al silicone, il trans fa pensare all'incarnazione degli effetti speciali di un fanta-horror popolato da  crudeli androgini del tipo androide che vagano per metropoli fatiscenti e sconquassate in stile Blade Runner. Chi li frequenta pratica quello stesso  cupio dissolvi per cui vediamo tanti giovani beccarsi infezioni (anche mortali)  col piercing sulla lingua, nell'ombelico o in altre parte intime, coi pluriorecchinati su ambedue i lobi delle orecchie, o coi tatuaggi a carta geografica sul corpo fino a non lasciare nemmeno più un centimetro di pelle naturale. Con le movide dove si fanno baccanali all'aperto, si orina e si vomita sotto le case dove vive gente onesta che va al lavoro, ma che non può dormire, a causa loro. Coi rave party in aperta campagna dalla musica tribale e assordante, organizzati tramite appuntamenti via internet o via sms, dove si consuma il pasto nudo della droga, innaffiato di disgustosi beveroni alcolici, in mezzo a una canea di tossicomani inscimmiati che pensano solo a crivellarsi il corpo con le "dosi" a suon di frastuono a tutto decibel fino all'alba.  Ecco poi come il nostro paese  del Trans-Italia-Express , con i suoi vagoni sgangherati  corre  incoscientemente verso il suo sfacelo.
Nei rioni romani dove il   "via vai era continuo e lo è stato per anni, senza che ci sia mai stata un'irruzione, una retata di Carabinieri e Polizia con i lampeggianti accesi.
Gli inquilini "normali" dello stabile e quelli dei palazzi vicini vedevano e sapevano cosa succedeva in quegli appartamenti, ma tacevano o per complicità o per paura di rappresaglie.
Un condominio in una zona elegante della "città eterna", in una traversa dell'antica via consolare che da Roma porta al Nord, trasformato in una sordida sentina del vizio, dove l'Aids la fa da padrone, si è lentamente "evoluto" in un'area "ad alto rischio" che sfugge al controllo dello Stato"
(e continua)...
Storia di spie e di spiati, di trans e di travestiti, di clienti politici viziosi, di pusher uccisi, di paparazzi guardoni, di filmini porno, di cocaina, di ricatti e di ricattati, di proprietari di condominio che affittano in nero a questi  baracconeschi marchettari sbarcati nella "città aperta", in un intreccio di omertà senza fine.
Sul Viados del Tramonto e  del  degrado. Peggio,  del de-Gradoli, già vecchio covo dei Brigatisti,  quelli che dicevano "colpire al cuore dello Stato". Sarà un caso?

06 November 2009

La bufala dei diritti umani e lo scandalo del mirtillo


Et si omnes ego non. Ovvero, se l'unica religione rimasta per il mondo, quella dei diritti umani deve valere per tutti, non vale per me. Sembra essere questo il motto delle multinazionali americane scoperte nel Michigan a sfruttare bambini di 5 anni per la raccolta dei mirtilli. A questo serve l'immigrazione che il cosiddetto occidente (mai stato così minuscolo) ci fa subire. A importare nuovi schiavi, a importare l'esercito di riserva che crea poi guerre intestine tra lavoratori autoctoni e lavoratori allogeni; a tenere basso il costo del lavoro. E non ultimo, a ripristinare dalla finestra, quello sfruttamento minorile che avevamo cacciato dalla porta principale. Pensiamo anche a quante ditte italiane di divani e sofà, subappaltano lavoro ai cinesi per avere "nuovi schiavi" che non contano nemmeno più le ore di lavoro, da tante ne fanno. Pensiamo anche alla stessa America che finge di fare guerre allo scopo di "esportare la democrazia" ma che poi chiude gli occhi sui diritti umani in Cina dove ha delocalizzato tutta la produzione, consumando a debito. Per Clinton era tabù solo toccare il tasto, per Bush, pure e anche per Obama.  Lei consuma a debito, mentre la Cina produce lavorando (e facendo lavorare) giorno e notte. Anche i bambini, sì: inutile fingere di non saperlo. Sugli orrori della Chimerica (sintesi tra Cina e America) ho già parlato qui.


Post consigliato sul Giardino delle Esperidi : "Land of Plenty e la fine del sogno americano".