Con la scusa che tutto ciò che è pubblico è in mano alle baronie (il che purtroppo è anche vero) si privatizzano larghi settori dei servizi nella speranza (illusoria) che diventino più efficienti. E che ci sia maggior "trasparenza", "qualità" e "rispetto" per i consumatori. E' tutto da dimostrare. Ve le ricordate le vecchie ferrovie dello Stato ovvero FF.SS? Beh, da quando sono state privatizzate in Trenitalia, i treni sono più in ritardo di prima, ci hanno trovato pulci e zecche, le norme di sicurezza si sono allentate, le toilette sono delle vere latrine e per chi come la sottoscritta si è trovata a viaggiare mentre era in corso lo sciopero delle ditte appaltatrici delle pulizie, è stato un vero incubo. Già perché i tanto decantati "privati" questo fanno: appaltano e subappaltano. Ma forse sarà un caso.
Ma veniamo all'acqua che già scarseggia nel pianeta e viene chiamata non a caso, l'ORO AZZURRO. Già le multinazionali hanno messo gli artigli sulle acque minerali, curative e termali. E già molte famiglie italiane sono costrette a spendere considerevoli somme economiche del loro bilancio, se vogliono sapere esattamente cosa bevono. Ora si vuole, sempre secondo le direttive europee, privatizzare un bene irrinunciabile e indispensabile per tutti come l'acqua dei nostri rubinetti. Così, multinazionali per l'acqua minerale in bottiglia e multinazionali sui nostri rubinetti dell'acqua domestica. Quella che usiamo ogni giorno.
Dirò subito che ci sono delle ragioni per arrivare a tutto ciò. La nostra rete idrica è vecchia e obsoleta e il governo non ha denaro sufficiente per rinnovarlo da cima in fondo. Quindi ha bisogno di capitali privati. Ma il punto è che poi tutto DOVREBBE essere ancora sotto il controllo governativo. Ma sarà vero? Chi vende quote di servizi, non sono più suoi: è la regola. Se entrano dei privati vi pare che rinuncino a dettar legge? Bisogna essere degli ingenui per crederlo.
La sinistra ha poco da alzare la voce , tenuto conto che se fosse stata al posto dell'attuale maggioranza avrebbe risposto mestamente OBBEDISCO all'Europa, esattamente come i loro avversari politici. Questo lo sa anche quel demagogo Arruffapopolo di Di Pietro che ora lancia manifestini sull'Italia "disidradata".
Ma ciò non toglie che il decreto Ronchi appena approvato dalle camere, sia stato fatto passare in modo subdolo, poco trasparente e antidemocratico: a colpi di fiducia, tanto per cambiare. E ciò non toglie che la Lega anche questa volta (come già fece per il Trattato di Lisbona) si è meschinamente accodata alle normative della Ue che prevedono una vera e propria deriva mercatista delle privatizzazioni, invece di mostrarsi fiera, ribelle e identitaria nel difendere le ragioni degli elettori italiani che ripongono in lei le ultime speranze. Lo si è capito subito da come Bossi, mentre veniva approvato il decreto Ronchi abbia attaccato surrettiziamente Fini sul tema immigrazione. Che c'entrava quella sceneggiata gratuita in quel preciso contesto?
Semplice, serviva a distrarre il suo elettorato sul fatto che si sono accodati anche loro alla privatizzazione dell'ORO AZZURRO. E' stato come voler rassicurare: guardate che noi siamo sempre i leghisti duri e puri ed euroscettici tutti d'un pezzo. Stornare il pubblico sull'annosa questione degli immigrati, significa gettare una cortina fumogena sull'acqua. Bene, è già il secondo grande scivolone della Lega, e molti di noi non sono così fessi da non averlo notato. BOSSI CHE ABBAIA, NON MORDE. A Bruxelles, d'ora in poi, possono dormire sogni tranquilli.