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25 June 2023

Nostalgia di Carmelo Bene




Attenzione! post inattuale di un personaggio che non ha uguali. Chi vuole l'attualità e le notizie dell'ultima ora, le cerchi altrove. Avevo promesso (e mi ero ripromessa) di tratteggiare un ritratto di Carmelo Bene e di cosa resta della sua eredità artistica e umana. Se stiamo a sentire lui, non resta un bel niente, perché i morti cadono fatalmente nell'oblio. Inoltre tutto preso com'era a parlare del concetto heideggeriano del "non esserci", Carmelo parlava già da trapassato. "Io sono un classico" era solito dire mostrando il volumetto amaranto rilegato in brossura delle sue opere raccolte per Bompiani. Come se il classico già parlasse per lui. Già, Heidegger al posto di Marx, il teatro delle crudeltà di Antonin Artaud, contro il teatro didascalico e marxista di Bertold Brecht, il quale ricorda cento volte che i personaggi sono finti e stanno recitando. Parlo innanzitutto da spettatrice. 
Seguii Carmelo Bene nel suo  Macbeth, in Homelette for Hamlet tratto da Jules Laforgue, nelle letture di Dino Campana, nei suoi "Quattro modi di morire" dove recita Majakovskij, diventandolo. In Nostra Signora dei Turchi l'anti-film del '68 (film antisessantotto, lo chiama lui). Ma  soprattutto nella sua straordinaria autobiografia dove spezza le unità spazio-temporali "Sono apparso alla Madonna". Avrei voluto rileggerlo   e l'ho cercato in questi caldi giorni d'inizio estate, ma sapevo già che non lo avrei trovato neppure in biblioteca. Meno che mai in libreria dove ormai non si pubblicano che instant book da bottegai e da banchetto dei supermercati alimentare, fatti apposta per essere buttati nel carrello coi detersivi. Quando Carmelo parlava (o meglio, delirava in una sorta di sonnambulismo metafisico) i sinistri in sala impazzivano, cercavano di prenderlo con ogni mezzo in castagna, ma poi erano costretti a cedere e si lasciavano trafiggere come San Sebastiano. Qualcuno di loro cercava di ingraziarselo ad ogni costo (Ghezzi e non solo). Inutilmente. Carmelo non andava d'accordo nemmeno con se stesso.

Impossibile batterlo in cultura che lui stesso poi strapazzava e faceva a pezzi, mentre i suoi detrattori cercavano ansiosamente di rimetterne insieme i pezzi sparsi. O meglio, le disjecta membra. Oltre all'abbondanza di arcaismi nella resa stilistica, va considerato che la lingua e il linguaggio che usa Bene in questo citato libro (e anche in altre suoi scritti) accentuano un senso ritmico e musicale del dire, al limite della versificazione lirica. Per esempio, di ritorno a Otranto, dopo la parentesi del Teatro Laboratorio, Bene descrive la visione che si spalanca dal balcone della villa dei suoi a Santa Cesarea Terme, la "scogliera e il Mar Ionio pavone d'infinite correnti fatate", che non ha nulla di prosaico e descrittivo. l libro è pervaso da questa aulica prosa ritmica e musicale, che fa spesso immaginare a un poema autobiografico, più che a una mera ufficiale autobiografia (quantunque venata dall'immaginario), sottratto alla convenienza e alla struttura del verso, e forse per questo,  più poetico. Non ci sono date, tempi, luoghi. O forse sì, solo luoghi immaginifici come Otranto magica e fatata, lo Jonio, "mare di pavone". E' questo il suo locus amoenus che è il Mediterraneo, che è  il "Sud dei santi", come indicava il Meridione e le sue processioni di santi patroni. Che bambino era Carmelo Bene? Un bambino coniugato all'infinito come quel Pinocchio che non diventa mai grande. "L'infanzia è stupore se non hai la disgrazia di nascere in una metropoli", diceva.  Un vero pastiche, un po' fiaba, un po' pantomima, un po' dolore di crescere, con tanta riluttanza ad affacciarsi alla vita, sempre così banalmente "quotidiana". Qui, qualche idea nel merito.
https://www.fatamorganaweb.it/pinocchio-secondo-carmelo-bene/

Quel poveretto di Benigni cercò di rifare detta fiaba in un film, scivolando miseramente su una buccia di banana.
Poi gli incontri della sua vita. Col filosofo Gilles Deleuze, con Lacan, con Salvador Dalì che lo incoraggiava nelle sue rappresentazioni teatrali: "Très bien Carmelo, très Bien, ma c'è ancora troppa sofferenza e per ora sei solo un artista. Il genio è al di là della sofferenza". Quest'ultima frase, divenne in buona sintesi una lezione di arte-vita per Bene. Poi l'incontro con Camus che gli affidò il suo "Caligola".

Le apparizioni  di Carmelo in tv, sempre  molto attese, non deludevano mai. Non era un prezzemolista e dosava con cura il suo apparire. Riusciva a debanalizzare perfino il calcio dove era  controverso ospite al "Processo del lunedi". Quel furbastro di Maurizio Costanzo credette di fare il Mangiafuoco di un qualsiasi burattino tirando i fili del suo memorabile "Carmelo Bene contro tutti" (1994, 1995):  mal gliene colse. Carmelo ne aveva perfino per il presidente della Repubblica, scagliava invettive contro il parlamentarismo, contro la democrazia, contro l'Italiota che corre sempre a votare prendendosela ogni volta nel sottocoda, e naturalmente contro i "gazzettieri" pennivendoli della stampaglia che da allora non ha fatto che peggiorare. Per poco non cadeva giù dal suo panchetto, il Costanzone. Guardatevi qualche puntata del "Carmelo Bene contro tutti" presenti su YouTube e vi divertirete. Franco Citti, attore di pasoliniana memoria, in sala mescolato tra il pubblico, temette di venir scambiato per un giornalista. "Franco Citti, ti riconosco, non sono ancora rincoglionito, certo che non sei un giornalista". "Tu fosti un nobile Accattone".
Uno studente,  forse per ingraziarselo, gli ricordò che senza Carmelo Bene, non avrebbe mai potuto esistere Sgarbi, pensando di fargli un complimento. "Ognuno ha gli aborti che si merita", è stata la sprezzante risposta.


Qui, alcuni dei suoi memorabili epigrammi ed aforismi ricavati dai suoi incontri. 

Democrazia. Nelle aristocrazie il principe non si fa eleggere, è lui che elegge il suo
popolo. In democrazia il popolo è bastonato su mandato del popolo. È la
pratica certosina dell'autoinganno. Si dice che il trenta per cento sia
astensionismo. Nego, tutto è astensionismo. Sono comunque voti sprecati.


Arte. Ci sono cose che devono restare inedite per le masse anche se editate. Pound o Kafka diffusi su Internet non diventano più accessibili, al contrario. Quando l'arte era ancora un fenomeno estetico, la sua destinazione era per i privati. Un Velazquez, solo un principe poteva ammirarlo. Da quando è per le plebi, l'arte è diventata decorativa, consolatoria. L'abuso d'informazione dilata l'ignoranza con l'illusione di azzerarla. Del resto anche il facile accesso alla carne ha degradato il sesso.

Stampa. I  giornalisti sono impermeabili a tutto. Arrivano sul cadavere caldo, sulla partita, a teatro, sul villaggio terremotato, e hanno già il pezzo incorporato. Il mondo frana sotto i loro piedi, s'inabissa davanti ai loro taccuini, e tutto quanto per loro è intercambiabile letame da tradurre in un preconfezionato compulsare di cavolate sulla tastiera. Cinici? No frigidi.

Poesia. La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto.


Pazzia.
Nietzsche è impazzito, ma se l'è meritato. Qui invece di pazzi ne abbiamo fin troppi che non se lo sono sudato, non se lo sono guadagnato. Questo è il discorso. E sono squallidi, mediocri. Come i nostri governanti, i vostri governanti.

Nascita e morte. Si nasce e si muore soli, che è già un eccesso di compagnia.

Perché "Nostalgia di Carmelo Bene" che ci ha lasciati prematuramente a 64 anni il 16 marzo 2002? Del suo volto antico, del suo eloquio aulico? Della sua personalità artistica senza  sponsor politici? L'amica Alessandra ha intuito che uno come lui non aveva bisogno che esplodesse questa tragica Pandefarsa per comprendere quel che invece noi siamo stati costretti a capire in questi tremendi ultime tre anni. Ma soprattutto, nostalgia di colui che sapeva sistemare sinistra, comunismo, luogocomunismi, cultura woke, senza aver bisogno di sfidarli politicamente. Lui non "scendeva" mai in politica. Più semplicemente, ascendeva. 

San Guglielmo



21 comments:

Anonymous said...

Grazie Nessie, gran bel pezzo su CB. Non so se saprai già che ora l'eredità artistica, letteraria, i suoi costumi di scena e le sue opere sono state raccolte dalla figlia Salomé Bene. Un arduo lavoro. E tutti avranno notato che mentre i violini della sinistra vengono magnificati e celebrati anche da morti nei decenni e ad ogni piè sospinto, per lui la RAI non ha mai voluto ricordare un bel niente. Eppure esiste un nutrito archivio delle sue rappresentazioni teatrali e di molto altro.

Simone

Nessie said...

Grazie. In effetti è vero che la RAI dispone di un "nutrito archivio" delle sue opere e rappresentazioni, ma non finisce nemmeno nelle teche. Che io ricordi non c'è mai stato un memorial. Il che significa che si tratta di una precisa scelta culturale, ideologica e politica. Siamo stati egemonizzati dal dopoguerra a oggi da un regime social-comunista e le personalità forti vengono guardate con sospetto. Carmelo Bene non aveva nessuno dietro di sé. Nessuno che gli proteggesse le spalle, se non il suo straordinario talento e la sua genialità. "E' d'uopo arrangiar quattrini affinché un povero reazionario possa difendersi", era solito dire. E non aveva torto.

26/6

Anonymous said...

Da ragazzina mi atterriva, mi spaventava e insieme, mi incantava. Quando recita Majakovskij diventa Majakovskij. Poi ha quella voce con tutte le modulazioni di frequenza e ne dispiega tutte le sfumature in modo unico:

https://www.youtube.com/watch?v=J5AbtrD82Dk&t=82s

Con lui il teatro diventa teatro delle emozioni. Senza di lui, torna ad essere un rito stracco all'insegna della noia.

Eloisa

Nessie said...

Vedo che seppur col contagocce i "beniani" si fanno vivi :). E' molto interessante leggere i commenti sotto i vari suoi video ospitati da YouTube. E questo recital su Majakosvkij fa ancora venire la pelle d'oca a distanza di tempo.
Sì, c'è qualcosa di terrifico nella sua maschera teatrale. Quanto alla voce, lui è sempre stato un patito della "phoné", ritenendola indispensabile per creare suggestione. Tra l'altro ha studiato da tenore. Nel Manfred di Byron canta addirittura. Sono d'accordo sul teatro di rappresentazione con le unità aristoteliche (tempo, luogo e azione) che a parte qualche eccezione, suscita noia. Non per nulla, fu lui a buttarlo per aria.

27/6

Anonymous said...

Non lo capiva nessuno. Del resto non si capiva nemmeno lui.

XYZ

Nessie said...

Era il suo orgoglio, ma anche il suo rammarico.

27/6

Alessandra said...

Forse non si capiva da solo, ma di certo aveva compreso perfettamente l'inganno della democrazia e con largo anticipo - a proposito, grazie della citazione Nessie.
Quella considerazione mi è venuta da sé dopo aver ascoltato le sue parole.
Gli elettori che diventano candidati per essere eletti a loro volta, pur di non fare niente.
Lo diceva già nel 1995.
Credo dedicherò un po' di tempo ogni giorno a recuperare quanto più possibile dell'arte di Carmelo Bene. Su Youtube mi spuntano video in continuazione, segno che nonostante si sia cercato di farlo cadere nell'oblio, sono in tanti a seguirlo, ammirarlo e a non restare indifferenti.
È diventato veramente eterno.

L'infanzia è stupore se non hai la disgrazia di nascere in una metropoli.
Da fiera campagnola, confermo.

(27/6)

Anonymous said...

Sublime pezzo su Carmelo Bene. Era un genio che aveva già compreso tutto con largo anticipo. Ce ne vorrebbero di artisti liberi come lui e sentenze e aforismi come i suoi. Oggi circolano solo pazzi mediocri.
Nietzsche che viene citato è stato un filosofo del futuro, lui stesso si considerava "postumo". Dichiarava di raccontare la storia dei prossimi secoli. Anche Carmelo Bene è un artista del futuro. Entrambi fanno affermazioni che potrebbero sembrare pura arroganza, ma si sono dimostrate la realtà.

Rosaspina

Nessie said...

Alessandra "Credo dedicherò un po' di tempo ogni giorno a recuperare quanto più possibile dell'arte di Carmelo Bene. Su Youtube mi spuntano video in continuazione, segno che nonostante si sia cercato di farlo cadere nell'oblio, sono in tanti a seguirlo, ammirarlo e a non restare indifferenti.
È diventato veramente eterno".

Non credo che sia una perdita di tempo, Ale. Tutta questa ammirazione postuma, dipende dal fatto che ci viene occultato. La "democrazia" detesta la personalità ed è ossessionata dal pericolo del suo culto. La personalità conta, eccome. Non siamo tutti uguali e non è vero che morto il papa si fa il cardinale. Se ne possono fare anche 100 di cardinali, ma mai simili al trapassato che si vuole rimpiazzare.

Devo una rettifica a Simone (9, 03 am del 25) e pure a me stessa. Frugando e rifrugando mi sono accorta che la RAI in occasione dei 20 anni dalla morte fece una Beneide non stop. Certo, non molto reclamizzata. Ma la fece.

https://www.rai.it/ufficiostampa/assets/template/us-articolo.html?ssiPath=/articoli/2022/03/Rai-Cultura-ricorda-Carmelo-Bene-3a8ae9b6-c34d-4803-9c35-a11ce3ef9c01-ssi.html

Peccato non averla vista. Ma siamo sempre in tempo in streaming.

27/6

Nessie said...

L'infanzia è stupore se non hai la disgrazia di nascere in una metropoli.
Da fiera campagnola, confermo.

Da nata in un villaggetto di pescatori, confermo anch'io.

27/6

Nessie said...

Grazie, Rosaspina. Ci sono tante definizioni sul "genio", parola che non piace né al comunismo, né al socialismo , né alla democrazia. Bella quella di Dalì ("Il genio è al di là della sofferenza"). Ma nel caso di Carmelo penso che abbia a che fare con il sapere le cose, prima ancora di averle sperimentate e vissute di persona. E' una sorta di conoscenza prenatale.
Giusta la tua comparazione con Nietzsche. Quindi, circa le loro affermazioni non parlerei di arroganza, ma di consapevolezza.
Oltre a Nietzsche le sue fonti filosofiche sono Heidegger (hai detto niente!), Gilles Deleuze, Lacan.

27/6

Anonymous said...

Non conosco Carmelo Bene, animale teatrale, ma ricordo quando era ospite al Processo del Lunedi di Biscardi, e ogni volta che interveniva infiammava le puntate mescolando l'alto della sua cultura col basso del calcio. Puntate imperdibili! Alla fine il teatro nel senso di agorà si trasferiva lì. Questa puntata dove preconizza la lobotomizzazione progressiva del tifoso sempre più privato della sua carica di aggressività e di empatia verso la sua squadra, è già realtà. Oggi, ad esempio, è vietato indossare la maglia N.88 perché 8 è la H di Hitler. Ecco fin dove siamo arrivati. Guardare dal 27esimo minuto in poi.


https://www.youtube.com/watch?v=PDcwYjFch1c&t=590s

Fabio

Nessie said...

Grazie Fabio. Non ricordo di aver mai visto questo video e l'ho ascoltato volentieri. Non sono mai stata un'appassionata di calcio, ma quando c'era lui, qualche puntata del Processo del Lunedi, la guardavo volentieri anch'io. Ricordo che fece scalpore quel suo intervento provocatorio sulla tragedia di Heysel, quando giocava la Nazionale.
L'intervento che hai linkato ancora una volta, conferma la sua preveggenza anche sul fenomeno del calcio e delle relative tifoserie. Tra DASPO, perquisizioni preventive, videosorveglianza, 200 sfumature di divieti relativi a striscioni ecc. alla fine anche il fenomeno calcistico si smaterializzerà fino a diventare "Il finale di partita" di Samuel Beckett.

28/6

Anonymous said...

Ho visto la Beneide concessa dalla Rai. Ma rimango pur sempre della mia idea.
Lasciare che passino 20 anni come se l'autore-attore-artefice Carmelo Bene non fosse
mai esistito la dice lunga sullo scandentissimo servizio pubblico. Vale anche per quando
morì Vittorio Gassman a cui dedicarono i solito banali Brancaleone e Soliti ignoti. Gassman di cui ricorre la morte in questo giorno di giugno è stato molto altro: attore-regista teatrale, e non solo un comico da commedia all'italiana.
Senza contare gli splendidi ruoli drammatici in "Anima persa" e "Tolgo il
disturbo", film che non passano quasi mai nelle reti.
https://www.comingsoon.it/cinema/news/in-ricordo-di-vittorio-gassman-ecco-cinque-dei-migliori-film-girati-dal/n161931/

Carmelo stimava molto Vittorio che lo contraccambiava. Ci sono video interessanti dei loro incontri.

Simone

Nessie said...

E' vero Simone, oggi ricorre la morte del grande Vittorio nazionale. E non c'è cine-rassegna messa in piedi con un po' di buon gusto, a lui dedicata, nemmeno quella di Coming soon. Splendidi in due film di Risi che citi ed è vero che non passano quasi mai sulle reti. Tant'è vero che me li sono dovuti comprare in DVD.

Tra i video dove ci sono incontri tra Gassman e Bene, mi piace questo dove il primo appare molto incuriosito e divertito dalle sparate provocatorie di Carmelo.

https://www.youtube.com/watch?v=ioSMeXeZYoY

29/6

Alessandra said...

E anche nel video con Gassman parla sprezzante di "aborti", riferendosi in quel caso alle avanguardie romane. :-)
Spulciando un po' il web ho trovato una sua dichiarazione del 1968 sulla critica, che spiega benissimo il motivo per cui nemmeno io ho mai amato troppo leggere gli articoli dei vari "critici":
«Io non ho davvero... rapporti con la critica. Sono loro che sono pagati per averne con me. Quindi per loro è un mestiere... Io non sono pagato per avere rapporti con loro. [...] Per capire un poeta, un artista [...] ci vuole un altro poeta e ci vuole un altro artista [...] La critica vive dalle 22 alle 24, cioè due ore la sera. Non puoi due ore la sera capire quello che invece io continuo a vivere ora per ora [...]»

Non credo che sia una perdita di tempo, Ale.
Assolutamente no, al contrario ho l'impressione che il tempo non sia mai abbastanza per vedere tutto quello che vorrei, si tratti di opere teatrali, interviste e interventi al "Processo di Biscardi".
Mi capita con Carmelo Bene così come con tutti i film che vorrei vedere, le canzoni che vorrei ascoltare, i libri che vorrei leggere e così via.
Quando mi dicono "Beata te che sei giovane", quasi sempre dopo aver finito di lamentarsi dei loro acciacchi, penso sempre che mi prenderei volentieri qualche annetto in più in cambio della possibilità di godere della presenza di certi grandi personaggi da vivi.
Ho visto solo gli ultimi anni di questi grandi artisti, ero ancora troppo piccola per capirli appieno ma percepivo la loro differenza rispetto a tanti personaggi insulsi e banali che popolavano già allora gli schermi, e ora sgomitano per un po' di visibilità tra le varie "isole", "grande fratello" e gli ormai inguardabili blabla show.
Sarà un caso - anche se rimangono un mistero le cause della sua morte, per via della denuncia della sorella (morta nel 2006) secondo cui sarebbe stato ucciso - ma Carmelo se n'è andato proprio quando la degenerazione è entrata ufficialmente nel suo ultimo stadio.

(30/6)

Nessie said...

Fantastica, la citazione sulla critica! E' proprio da lui. E nel video dove si rivolge a un Gassman attento e divertito, dice pure un'altra sacrosanta verità: che loro due sono
destinati a rimanere senza successori. Sì, perché quel figlio di Gassman che si aggiunge una "N" in più in finale di cognome, è un cagnaccio. L'ho visto a teatro durante "Riccardo III" e per la prima volta in vita mia, sono uscita in corridoio aspettando che finisse lo spettacolo. Le mie amiche sono rimaste dentro a soffrire. Del resto, Gassman(n) jr è rimasto famoso per aver fatto, durante i divieti sanitari della Pandefarsa, la SPIA alla polizia, verso suoi vicini di casa, rei di essere persone conviviali e dediti alle cene.

Verissimo che Carmelo se ne è andato quando la degenerazione sociale ha raggiunto il suo punto più basso. Non aver fretta di invecchiare, dato che è molto meglio se certe scoperte le si fanno da giovani. C'è sempre tempo per ricordare il bello della vita. Ma è sempre meglio viverla.
Sì, esiste un altro mistero insondabile nella sua morte. Ma come dice lui stesso come in un ultimo sberleffo di scena: "Si nasce e si muore soli, che è già un eccesso di compagnia".

30/6

Nessie said...

Questo è un pezzo esilarante di Vittorio che prende in giro i premi letterari, e in primis, lo Strega con la Musa inquietante Maria Bellonci. E' tratto da "I mostri" di Dino Risi, episodio "La Musa". Solo un grande vero attore di teatro poteva fare un ritratto corrosivo simile. Da rotolarsi per terra dalle risate :-))).

https://www.facebook.com/musaegetta/videos/gassman-en-travesti-e-le-muse-in-festa-%EF%B8%8F-con-mariagraziacalandrone-lisaginzburg-/918431635591156/

30/6

Nessie said...

"Siamo un paese così povero di geni che non ci vuol nulla a esserlo: basta nascere" (stupenda citazione da un' intervista tra Gervaso e Carmelo Bene).

https://www.youtube.com/watch?v=F7TAl7ZfBWU

30/6

Alessandra said...

Certo Nessie, più che altro avrei preferito vivere la mia giovinezza in un'epoca meno desolante e vuota - anche se non certo perfetta - di quella odierna.
Il pensiero del futuro non mi entusiasma, considerato ciò che hanno in serbo.
Non smetterò comunque di fare del mio meglio.
Ho notato che ci sono molti commenti anche di giovani, uno di loro in particolare chiedeva come sia stato possibile essere passati da Bene e Gassman alla D'Urso e alla De Filippi.
La differenza di spessore fra i soggetti succitati è talmente siderale che mi sorprendo a chiedermelo anch'io, nonostante la consapevolezza che è il risultato di un piano di imbarbarimento e degrado culturale concepito e messo in atto da decenni.
Ho visto proprio ieri l'intervista di Gervaso del 1980: la realtà di oggi conferma appieno quella, oserei dire sentenza.
L'episodio "La musa" è sempre esilarante e mordace.
Ai tempi della pagliacciata "MeToo" lo mostrammo anche per sbeffeggiare chi sosteneva che con più donne ai vertici avrebbe finalmente trionfato la meritocrazia.
Non è così e Dino Risi e Vittorio Gassman lo sapevano già 60 anni fa.

​(1/7)

Nessie said...

"...più che altro avrei preferito vivere la mia giovinezza in un'epoca meno desolante e vuota - anche se non certo perfetta - di quella odierna".
Purtroppo non possiamo sceglierci il nostro tempo, dato che è lui a scegliere noi. Nemmeno io vorrei invecchiare mentre arriva l'Apocalisse. Specie dopo aver conosciuto l'Italia bella che correva come una locomotiva.

Gervaso è un ottimo giornalista rispettoso, ma nel contempo non fa banali interviste in ginocchio e se hai notato, anche il tono di Bene nei suoi confronti non era quel tono beffardo che solitamente adottava verso la stampaglia ordinaria. Sì, è incredibile come questo degrado a tutti i livelli, marci a velocità "transumana". Adesso mi dicono che stiano organizzando un ritorno di Alba Parietti sulla Rai con un caravanserraglio di Drag Queen tutte parrucche lustrini e boa di struzzo. Di male in peggio.

Non sapevo che l'episodio della Musa fosse stato impiegato per sfatare il femministicamente corretto del MeToo. In ogni caso, un'ottima idea! Il curioso di quel Gassman en travesti è che pur sembrando palesemente un omaccione, faceva egregiamente la parodia della "femme savante" in veste di nobildonna snobbona.


1/7