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28 May 2021

De Chirico, l'enigma della vita e dell'arte


 

Un cronistuccio "fattarolo" di cui nemmeno voglio riportare il nome si è permesso di dire che a destra la cultura non esiste. Per l'esattezza che a destra non esiste uno straccio di intellettuale da 300 anni… Purtroppo l'omettino dell'asinistra gioca alla favola della rana che si gonfia fino a sembrare un bue. Si gonfia, mente e  scoppia di bile, mostrando di non sapere un bel nulla. Esiste un elenco completo stilato da Giovanni Raboni per il Corriere della sera che fa i nomi più prestigiosi della cultura del novecento. Ne cito solo qualcuno: Ezra Pound, Céline, La Rochelle,  Jonesco, Croce, Gentile, Papini, Palazzeschi. D'Annunzio, Marinetti, Pirandello, Prezzolini e molti altri che potete ritrovare qui . 

Il Giornale replica con un'altra  lunga lista  di intellettuali, filosofi e  scrittori di destra. Aggiungo io, Carl Schmitt, Spengler, Junger, Heidegger,  Giorgio de Chirico, grande Genio della pittura metafisica  che si vantava già negli anni '70 dove  si correva il rischio di venire "gambizzati" se non si era  di sinistra : "Io sono sempre stato un grande reazionario". Carmelo Bene, altro genio teatrale, Salvador Dalì. L'elenco di artisti, intellettuali e filosofi  è così nutrito che mi domando come per anni l'asinistra con la sua cultura da poster di barbudos e barbe folte sia riuscita a infinocchiare "le masse", per decenni con banalissimi luogocomunismi dei quali la sottoscritta compilò volonterosamente un Bestiario.  Con questo lessico per  sottosviluppati, un lessico povero nonché killer del logos, è riuscita a darla da bere per generazioni e ad ottenere seguaci, grazie al fatto di essersi accaparrati i media.  Ma non ragioniam di lor...

 Approfittando delle riaperture e zone "gialle" mi sono recata a Pisa per vedere una mostra di Giorgio de Chirico a Palazzo Blu: oltre 80 tra dipinti e grafica d'arte della Fondazione Giorgio e Isa de Chirico. Stranamente, a parte la solita mascherina, nessun altra vessazione  del tipo richiedere i numeri di cellulare per la "tracciabilità".  La mostra, ora prorogata fino a settembre, fu bruscamente interrotta dagli umilianti lockdown e andarci è servita a verificare quel che già si sapeva:  musei, palazzi storici adibiti ad esposizioni, pinacoteche sono i luoghi meno contagiosi del mondo. I veri luoghi affollati  e potenzialmente "contagiosi", sono quei supermercati a cui ci hanno costretto a ricorrere  tanto per sopravvivere. E mentre  si riempiono la bocca di epigrammi danteschi per i 700 anni dalla morte del Sommo Poeta,  come "fatti non foste per viver come bruti, ma per seguir vertute e canoscenza", nei fatti ci hanno voluto proprio abbruttire, riducendoci a doverci accontentare di cibo confezionato e   di malsana disinformazione televisiva. Niente arte, niente cultura, niente svaghi creativi e ricreativi.  Una distopia ben delineata da Pound nel suo famoso Canto 45 "Con Usura".  

non si dipinge per tenersi arte in casa ma per vendere e vendere
presto e con profitto, peccato contro natura,

Il Pictor Classicus, come amava definirsi, nacque a Volos nella Tessaglia (Grecia). Volos è il villaggio dal quale partirono gli Argonauti alla ricerca del Vello d'oro e questo fu visto da  de Chirico come un segno del Destino.  E il classicismo greco, il culto per il Mito e il simbolo, sono la cifra che accompagnerà tutta la sua produzione artistica: da Parigi dove i surrealisti lo consacrarono loro maestro nonché anticipatore delle loro tematiche sugli oggetti  comuni spiazzati e straniati  dai loro contesti, passando per Torino, Ferrara, Firenze, Milano, Venezia, Roma e perfino New York.  Ma il classicismo si accompagna all'impulso alla modernità e allo slancio vitale verso il progresso. Il dipinto che ritrae il  colonnato greco mostra da lontano le ciminiere. La piazza della collezione "piazze italiane" avvolta nel silenzio, e sospesa tra ombre e luci, lascia intravedere una locomotiva in lontananza.  Spesso con le bandierine all'incontrario e controvento. I punti di fuga e le prospettive vengono costruite con voluta disarmonia, rendendo talora lo scenario inquietante e perfino disturbante. Del resto "inquietante" (in tedesco unheimlich, lingua che de Chirico conobbe molto bene) è un aggettivo prettamente dechirichiano usato per le sue famose Muse.  "Cosa dovrei amare se non l'Enigma? (Et quid amabo nisi quod aenigma est?) , è il succo della sua poetica ed estetica che riprende anche nelle tavole di un suo famoso autoritratto del 1920. Su questo dipinto ad olio sottostante, il tempo è sospeso e sullo sfondo azzurro si rivela  un'apertura verso il mondo esterno che lascia intravedere un palazzo con statua.  Perentorio il gesto della  sua mano che trattiene e mostra la pergamena. 

E che cosa dovrei amare se non l'essenza metafisica delle cose? 


 Non casualmente de Chirico sosterrà la necessità di 'scoprire il demone in ogni cosa', Carrà parlerà di 'realtà fermata', de Pisis di "mistero delle cose" e Savinio, con un ossimoro, di naturalismo spettrale.

Le Muse Inquietanti


 L'enigma è infatti fonte di ispirazione e approdo alla sua personale ricerca. Nietzsche e Schopenhauer sono del resto i due filosofi punti di riferimento della sua pittura. A Monaco di Baviera dove visse un periodo della sua vita, ebbe modo di approfondire le sue riflessioni filosofiche che sempre accompagnavano il suo dipingere. All'artista metafisico si attribuisce perfino la dote di veggente, di colui che esplora qualcosa di diverso e inusuale anche nelle cose comuni. La mostra situata su tre piani del Palazzo Blu espone periodo detto boeckliniano (da  Arnold Boecklin, pittore svizzero simbolista da lui molto amato), il  periodo metafisico e  il periodo neometafisico.  

Emblematica di questo  primo periodo è La Partenza degli Argonauti, un dipinto del 1910 che condensa i sentimenti e i fondamenti della sua cultura figurativa. Come de Chirico, gli Argonauti abbandonano la loro terra, il loro porto sicuro, verso destinazioni ed esperienze ignote, sono nomadi, orfani di una patria. In lontananza, le casette candide della costa egea. 

La partenza degli Argonauti (1909)


Lo stesso motivo venne ripreso anni dopo (1922) in chiave metafisica. Le piazze che spesso ospitavano statue, ora ospitano guerrieri, in una strana interazione con le stesse.  Pure il fratello Andrea (in arte Alberto Savinio, ottimo pittore anch'egli), a cui fu sempre molto legato, riprese lo stesso tema degli Argonauti.  Nella mostra c'è un rimando pittorico anche a lui, a Carrà, a De Pisis e Sironi, per indicare come  il Maestro seppe influenzare la loro pittura, da autentico caposcuola (nazionale e internazionale) qual era. 


La partenza degli Argonauti (1920)
 
Triangoli, elissi, geometrie euclidee e simmetrie sono anch'essi un omaggio alla cultura ellenica.  La scelta dell'insolito formato va ricondotta all'importanza del triangolo come simbolo mistico e magico.  Come ben si vede in questo dipinto "L'enigma della fatalità"





Nel 1912 appaiono le prime Piazze d'Italia con le quali ha inizio la fase matura dell'artista, e quella forse più nota ed apprezzata da parte del pubblico: la pittura metafisica. Statue, sculture,  sarcofaghi su piazze deserte, o anche, come nell'immagine appena sopra,  un vecchio vagone  del tutto vuoto e pronto per un trasloco,  sta a ricordare l'infanzia dell'Artista, segnata da molti traslochi imposti dal lavoro di ingegnere delle ferrovie dal padre, nel corso dei cambi di residenza. Le  minuscole figure umane quasi si perdono in lontananza,  nelle prospettive incombenti. 
Le Piazze d'Italia sono visioni di piazze prive di vita. In esse appaiono edifici squadrati e lunghi porticati, che rimandano alle architetture di Firenze, Torino, Monaco, Ferrara. Ma in fondo,   è inutile identificarle in quanto "luogo geografico" reale, poiché si tratta in realtà di luoghi mentali della condizione umana. L'uso di prospettive assurde e sconcertanti, i cieli verdi, e i colori terrosi evocano l'idea di uno spazio in cui tutto è immobile ed il tempo si è fermato, creando una condizione di spaesamento. 

Il terzo piano della mostra è dedicato al periodo Neometafisico. Negli ultimi anni di vita de Chirico le sue prospettive, ribaltandole verso un punto di intersezione atemporale in cui i suoi personaggi e i loro oggetti, le squadre lignee e le scatole che contengono altri quadri si aprono in un divertissement infinito che ripercorre tutto il suo tempo esistenziale e artistico, illuminando alcuni misteri e ricomponendone altri.

In questo contesto di nuovi e felici enigmi incontriamo dunque i nuovi interni metafisici: gli archeologi e i manichini umanizzati, i bagni misteriosi, i gladiatori, i trofei, i ritorni del cavaliere al castello avito, Orfeo Trovatore stanco, Ulisse che rema nella sua stanza, fino alle stanze che si aprono sulle nuove visioni di Venezia e New York. E a proposito di "manichini umanizzati" non si può fare a meno di constatare come  il "Pictor classicus"  è stato preveggente nel delineare un'umanità senza volto, ora che vediamo in giro tante maschere e nessun  vero volto espressivo. L'Orfeo Trovatore Stanco (1970) con la lira abbandonata per terra , icona nel quale l'Artista ormai 82enne si era identificato, alla fine  siamo un po' tutti noi. 

Concludo con questo divertente ironico Ulisse nella stanza, che sta a significare la fine del viaggio e l'approdo rassicurante.   "La mia camera è un vascello fantastico, ove posso fare viaggi avventurosi, degni di un esploratore testardo”: Giorgio de Chirico ha  già ottant’anni quando dipinge "Ritorno di Ulisse" (1968), e l’incessante energia che lo ha contraddistinto nella sua ricerca artistica non è venuta meno.




 Mi corre l'obbligo di aggiungere che il dipinto che ho inserito  in alto  sotto il titolo, non fa parte della mostra, ma l'ho inserito ugualmente poiché lo considero un autentico capolavoro che assume  su di sé tutti gli elementi della poetica metafisica dechirichiana: una piazza vuota con una fanciulla che insegue un cerchio (lei stessa un'ombra), la quale corre verso l'ombra di una statua. Una piazza che ospita la contrapposizione del mondo delle ombre con quello della luce. La disarmonia tra i due edifici con arcate, nasce dal fatto che sono costruiti su due diversi punti di fuga.  Ritorna, sulla destra  il carrozzone del precedente dipinto, vuoto e privo di ruote. Il suo amico e poeta surrealista Apollinaire  intitolò il dipinto Mélancolie et Mystère d'une rue.  Nella versione italiana  si preferisce mettere invertendo i sostantivi "Mistero e Malinconia di una strada": entrambi titoli emblematici e stupendi. Naturalmente ho dovuto sunteggiare  al massimo,  i contenuti di una mostra che mi ha riempito di gioia, interesse e curiosità nella speranza di aver lasciato qualche suggestione in grado di farci capire, che l'arte non può e non deve essere roba da case d'asta per ricchi oligarchi come vorrebbero trasformarla, separandoci dai nostri maestri del colore.  Ma può e deve essere patrimonio comune di tutti noi, senza discriminazioni tra i cittadini "vaccinati" e non. Un appunto critico al pessimo ministro dei Beni Culturali, l'inamovibile Dario Franceschini che per ben due mandati ha dato la direzione degli Uffizi al tedesco Eike Schmidt, il quale si dichiara innamorato dell'Italia e della sua arte. Non ne dubitiamo, ma mandiamo capolavori di ineguagliabile bellezza antichi e moderni per il mondo dimostrando di essere i numeri 1,  e allora  è  lecito chiedersi: non esistono nostri connazionali in grado di coprire onorevolmente quell'incarico di custode di meraviglie che - guarda caso - sono di  nostra creazione ? Ricordo che alla sovraintendenza di numerose aree museali  sono stati messi altri sette stranieri (inglesi, francesi, canadesi). A che pro? Sono  forse più bravi  e competenti, in quanto stranieri? 

L'  Italia è nata sotto il segno di Venere , ma proprio per questo dovrebbe imparare ad avere qualcosa di Marte per difendersi da predoni e predatori. Come ricordano i miti greci ai quali de Chirico si ispirò, la Bellezza attira su di sé la sciagura e la fatalità e bisogna attrezzarsi per evitarle. 


S. Emilio

 

24 comments:

Cangrande said...

Articolo meraviglioso. Oserei dire, un piccolo capolavoro.
Grazie mille !

Aggiungo solo una cosa: il comunismo, inteso nel vero senso del termine, quello "esoterico", dove siamo immersi ORA, odia "il bello" l'arte, i colori, il pensiero. L'Uomo, insomma.
Ribalta satanicamente i valori.
Apprezzato in particolare il riferimento a Ezra Pound.
Credo il più grande poeta del '900. E oltre...

Grazie !

Nessie said...

Grazie Cangrande. Non solo il comunismo dove siamo immersi ORA, ma già anche quello sovietico che distrusse perfino i loro poeti e scrittori (molti si suicidarono). Ne dà conto un saggetto del linguista Jakobson "Una generazione che distrusse i suoi poeti". Del resto anche la produzione letteraria di Pasternak venne giudicata dall'occhiuto regime "narcisista e piccolo borghese", un riferimento che compare pure nel film "Il dottor Zivago"..
Per molto tempo ci fu l'ostracismo della pittura futurista anche da noi, perché quelli lì controllano anche il giro delle gallerie e della critica d'arte.
Anni fa in Francia venne contestato pure Sgarbi che curava una mostra futurista con capolavori di Giacomo Balla, dalla ministra socialista Catherine Tasca. ("E' arte fascista!"). Se trovo il pezzo che avevo scritto in proposito te lo giro.

Le uniche arti che tollerano sono solo quelle apologetiche dei loro regimi. Vedi quel due di coppe di Guttuso che si iscrisse al PCI e che non faceva che rappresentare cortei operai e bandiere rosse.

Nessie said...

Trovato! Eccolo qui. Fu "Le Monde" a scatenare la polemica velenosa. Intanto però molti di questi dipinti vennero avidamente acquisiti dall'avv. Gianni Agnelli che se li mise nella sua collezione privata del Lingotto:

https://sauraplesio.blogspot.com/2006/04/le-monde-osteggia-il-classicismo-del.html

Anonymous said...

Gli attuali euroglobalsinistri considererebbero "di destra" anche il PCI degli anni '50 con annessa URSS... Detto questo loro, i suddetti sinistri, cioè i manovratori incaricati dal Vero Potere, vietano l'accesso ai circoli del Potere, giornali, università televisioni ecc., a chiunque, intellettuale, artista, giornalista, non sia strettamente e provatamente organico ai loro disegni. E ciò non avviene in maniera approssimata: no, è operazione meticolosa e sistematica. Fatto questo, poi, dicono che "a destra" (cioè tutto ciò che non è come loro) non ci sono intellettuali... Il che corrisponde anche alla descrizione di una piena Dittatura.
Scarth

Nessie said...

Scarth: "Gli attuali euroglobalsinistri considererebbero "di destra" anche il PCI degli anni '50 con annessa URSS... "

Uhmmm...mi spiace ma questo per loro non è possibile e non lo credo proprio. Loro sempre cercano di celebrare la "memoria" delle loro icone, smacchiandole opportunamente in lavanderia. Vedi Berlinguer che lo fanno passare per un santino. Per non dire della Jotti, presentata come la femminista ante litteram. Non dimenticare inoltre che i TSO verso i dissidenti era una vera e propria specialità "sovietica". Come pure il vizio di internare in reparti ospedalieri gli oppositori di partito, facendoli passare per "malati". Anzi, questa dittatura sanitaria e falsamente terapeutica è stata proprio ispirata a QUEI modelli, riportati però su scala globale e mondiale. E' questo il dramma!

Se hai qualche dubbio, o se cerchi di tirare un salvagente a quel regime, basta ascoltare i discorsi di Klaus Schwab dove dice chiaro e tondo che il marxismo è necessario per instaurare una governace mondiale. Con buona pace dei Meluzzi e dei Fusaro (ex)marxisti.

Anonymous said...

La cultura ed educazione è sempre stato il cavallo di Troia principale in cui si è insinuata "l'asinistra" nelle democrazie liberali. E non la mollano! Poi attraverso i mass media cercano pure di fare opinione e di stabilire i criteri di "buon gusto" e di "cattivo gusto", sempre secondo loro.

L'egemonia culturale della sinistra c'è ed è fortissima anche nel mercato dell'arte e nel giro delle gallerie.
Riescono a spacciare per arte robaccia da quattro soldi. Pensiamo anche all'architettura dei Renzo Piano, dei Fucsas e dei Portoghesi.
E riescono molto spesso ad oscurare la vera arte, quando non è allineata alle loro posizioni.
Ma il governo Berlusconi (il più lungo di tutti i governi in quanto è stato eletto parecchie volte) non ha fatto nulla per scardinare quest'egemonia. Pur avendone tutti i mezzi editoriali. Questa è la verità. Complimenti per il post.

Attilio

Nessie said...

Grazie. Sono d'accordissimo con quanto dici in finale di commento. Berlusconi premier del governo più lungo durato 9 anni e disponendo di un impero editoriale non fece un bel nulla per spezzare questa egemonia. E fu il rammarico della grande Ida Magli che pur collaborando con i suoi ottimi articoli per il Giornale (di casa Berlusconi) non gliele ha mai risparmiate. E con santa ragione. Chi è schiavo del mercato e degli incassi, poi non ha diritto a fare la vittima a proposito di questa egemonia che è pesata, pesa e peserà. Non parliamo poi delle "archistar" de sinistra come Piano, Fucsas e Portoghesi! Del resto l'architettura è sempre stata la più "politica" delle arti. E non parliamo di criticonzoli prezzolati alla Bonito Oliva. O di schifezze provocatorie alla Cattelan.

Aldo said...

I frutti dell'egemonia culturale, sparati come proiettili nel processo di acquisizione del potere, sono ancora lì, e possono essere riciclati e riutilizzati rispedendoli al mittente. Ecco un esempio che risale al 2006.

Ce ne sono anche di più "mordaci", basta cercare e selezionare per mettere in ESTREMA evidenza la falsità di chi sparava sulla folla certi proclami (e, per onesta occorre dirlo, anche di chi dovesse farlo ora da qualsivoglia schieramento, perché è risaputo che "non si possono raddrizzare le gambe ai cani").

Nessie said...

Se non sbaglio me l'avevi già spedito questo video musicale. Non vado pazza per l'autore, ma devo dire che questa canzone è centrata.


Ecco un'altra prova di "democrazia" in Italia:

https://www.youtube.com/watch?v=MR2CPVhPRsE

Anonymous said...

E' affascinate e misterioso sia il profilo umano che quello artistico di de Chirico. La sua pittura mi ha sempre affascinato anche quando non la capivo. Ti propongo di tanto in tanto, cara Nessi, di continuare a fare qualche ritratto di "grandi reazionari" alla faccia del miserabile Scanzi. Avercene di gente di questo calibro!

Rosaspina

Nessie said...

E' un'ottima idea, Rosaspina, grazie. Ci proverò, se la cosa può interessare. Sì, davvero, avercene!
Il fatto è che oggi circolano pisciatine di pollo che hanno il coraggio di chiamare "arte" solo perché hanno critici prezzolati e giornalacci compiacenti a loro disposizione.

Aldo said...

No, Nessie, il video che ti avevo già segnalato era sempre di Fossati, ma si intitolava "La decadenza".

Aldo said...

Ho avuto modo di vedere il filmato del quale ci hai fornito il collegamento (quello della mirabolante operazione di polizia a tutela dell'ordine pubblico). Da come stanno andando le cose, temo che i casi isolati come quello descritto si faranno via via sempre meno isolati con l'avanzare del processo di "revisione sociale" in corso.

So di essere noioso, ma rimarco per l'ennesima volta che l'etologia della nostra specie (come quella di qualsiasi altra specie) esprime comportamenti standardizzati che si conformano solo a un ristretto ventaglio di modelli. Il modello descritto nel video, per quanto odioso, è intrinseco nell'assetto sociale che si è ripresentato con frequenza nel nostro passato e, da progetto, si ripresenterà nel nostro futuro. Salvo auspicabili ma poco probabili colpi di coda che impediscano di portare a compimento quel progetto.

E' uno schifo, mediamente non ce lo meritiamo proprio.

Nessie said...

Scusa, ma comunque Fossati (musica pop e non musica alta) c'entra poco con de Chirico. Anche perché il primo si è sempre aggregato alla solita sinistra dei concertoni et similia; il secondo invece è un reiterato alieno alle conventicole. A qualsiasi conventicola, anche del suo segno politico.

Per quanto riguarda il video dell'intervento della scrittrice Ornella Mariani tu dici che non ce lo meritiamo proprio? A ben rifletterci abbiamo dato per scontato troppe cose. Pensavamo che libertà e stato di diritto (in altre parole, democrazia) potessero essere delegate ai partiti politici, a cui abbiamo dato mandato. Dopodomani è il 2 giugno festa della Repubblica. Be', abbiamo delegato ben 75 anni di democrazia, consegnandola nelle mani altrui, invece che gestircela direttamente. E il risultato è che ora più che allo stato di diritto, ci ritroviamo allo "stato di rovescio". E non è una battuta.

Anonymous said...

Faccio un'altra notazione. Quello che emerge dalla produzione pittorica di de Chirico è la ricerca di un "locus patriae" che si configura col mondo perduto dell'infanzia in Grecia. Quella sensazione di 'spaesamento' generata dalle sue immagini è tipica dell'uomo moderno costretto a farsi eterno 'viandante'. Poco importa che si trovi a Torino, Milano, Ferrara, Roma ecc. dato che lui dipinge con moduli classicistici della Magna Grecia, pur calandosi nella modernità. Oggi che la società occidentale rischia di estinguersi la sua pittura diventa più che mai, un'importante testimonianza per sapere chi siamo. O meglio, chi eravamo.

Attilio

Nessie said...

"Oggi che la società occidentale rischia di estinguersi la sua pittura diventa più che mai, un'importante testimonianza per sapere chi siamo. O meglio, chi eravamo".

Ben presto, chi fummo.

E' una notazione molto pertinente, grazie Attilio. Se fosse vivo, non potrebbe che rammaricarsi nel constatare che ne hanno fatto della sua amata Grecia. Ma anche dell'Italia che in questa catastrofe, la sta seguendo a ruota.

Alessandra said...

In Italia chi è "di sinistra" si crede intelligente e colto per definizione.
Poi li senti parlare e ti viene, come minimo, da scuotere la testa.

A parte questo ...
Splendido articolo, Nessie.
Un ritratto di De Chirico uomo e artista che, nonostante sia "sunteggiato", ti assicuro che è molto più accurato e interessante di quelli che ho letto in certi testi scolastici di storia dell'arte, materia relegata a uno spazio marginale nei programmi d'insegnamento.
Pure questa, una negligenza deliberata.
Mi associo alla proposta di Rosaspina: anch'io sarei felice di leggere altri pezzi di questo tipo.

Nessie said...

Grazie Alessandra. Mi ha fatto piacere condividere questa esperienza di apertura di mostra assai esaustiva (80 dipinti inclusa la grafica d'arte). Il Palazzo Blu si trova sul Lungarno (Pisa) proprio accanto al Palazzo in cui meditò Santa Caterina da Siena, patrona d'Italia. Siamo o no, il bel Paese di Santi, navigatori, artisti e poeti? -) Peccato che ce ne dimentichiamo spesso...
Mi dicono che a Rovereto nel Trentino (regione attigua alla tua) hanno appena aperto quella di Botticelli curata da Sgarbi. Sarà un successo, credo...

https://www.lavocedeltrentino.it/2021/05/22/oggi-la-mostra-del-botticelli-fugatti-il-mart-dellera-sgarbi-un-successo-per-tutto-il-trentino/

Farò altri pezzi di ritratti di autori come quelli già citati, anche perché si sente un po' il bisogno di lasciare da parte gli argomenti esclusivamente politici. Se ci fai caso, è tipico dei regimi liberticidi, costringere la gente a parlare SOLO di politica. E' un po' come se fossimo ossessionati e lo facciamo anche per sfogarci. Quando eravamo più liberi si parlava di tutto. Almeno, per me era così.

Anonymous said...

Conoscevo i due fratelli, ma la loro opera non mi entusiasmava un granchè. Da quando ho sentito l'intervista a De Chirico sull'arte moderna ho cambiato completamente idea.

IL SAURO

Nessie said...

Ciao Sauro, bravo anche Savinio. Ed entrambi, anche due letterati e scrittori di pregio. E' curioso come l'asinistra presenti sempre il Ventennio come un secolo di arretratezza e oscurantismo quando diede grandi avanguardie anche nell'ambito delle arti figurative. Qualche illustre storico provò a riportare lucidità e obbiettività (è il caso di De Felice). La conclusione la sai anche tu: venne brutalmente contestato e gli fu impedito di parlare alla Sapienza da somari come er Piotta (Paolo Cento dei verdi) e altri ciucci "rossi". Più che immaginazione al Potere, l'Ignoranza allo straPotere

Aldo said...

Nessie: "E' curioso come l'asinistra presenti sempre il Ventennio come un secolo di arretratezza e oscurantismo quando diede grandi avanguardie anche nell'ambito delle arti figurative."

La narrazione che vorrebbe tutti i sapienti da una parte e tutti i somari dall'altra è d'un'inconsistenza esemplare. L'abitudine è ubiquitaria e, a mio avviso, nasce dalla pelosissima intenzione di creare tifoserie acefale di stampo calcistico, per loro natura assai manovrabili dai furboni di turno. E di furboni ce ne sono in abbondanza in tutti gli schieramenti (come stanno dimostrando più che efficacemente pure Meloni, Salvini, Taiani e compagnia a briscola). Ne ho abbastanza di farmi prendere per il... naso! Non se ne esce. "Fermate il mondo, voglio scendere!" (cit.)

Nessie said...

Se è un rimprovero che stai facendo a me, ti dico subito che per il momento faccio ancora parte della minoranza dei "non allineati", cioè di quelli che si sforzano di ragionare con la propria testa. Sto solo cercando di riportare un po' di obbiettività nella Storia, quella ufficiale che insegnano a scuola ("squola").Non so tu, ma a me hanno obbligato a studiare solo punti di vista marxisti. Se Leggi "le interpretazioni del fascismo" di Renzo De Felice, le interpretazioni sono molteplici. Ridimensionare la Storia non significa affatto tenere per Salvini, Meloni e Tajani.
Se permetti poi, dal dopoguerra ad oggi (75 anni, per l'esattezza) la cosiddetta "tifoseria", pende da una parte sola, quella che ora sta al potere senza imprimatur elettorale. Sorretta da una pseudodestra imbecille, collaborazionista e complessata.

Aldo said...

Figurati se è un rimprovero! Proprio no! È una triste constatazione che m'è venuta alla mente leggendo quel che hai scritto, solo per questo ho citato la tua frase.

Nessie said...

Aldo, che i cretini e somari siano trasversali a tutti gli schieramenti è un fatto ovvio e assodato. Ma quando uno "scemo più scemo" come il pennivendolo "fattarolo" Andrea Scanzi salta su a scrivere che a destra la cultura non esiste e che non esiste un loro straccio di intellettuale da 300 anni… Beh, mi corre l'obbligo di dimostrare che i personaggi citati qui:

https://www.ilgiornaleoff.it/2016/02/05/basta-con-la-favola-che-tutti-i-grandi-scrittori-siano-di-sinistra/

E qui:
https://www.secoloditalia.it/2021/05/la-perla-del-cazzaro-scanzi-a-destra-non-esiste-uno-straccio-di-intellettuale-da-300-anni/

...allora come minimo bisogna ricordargli che questi celebri personaggi testé elencati, non datano di 300 anni fa. E non si tratta di "tifoserie" ma di verità storiche inoppugnabili.