Nel leggere il pezzo di Andrea Indini sul Giornale ho avuto la convalida di quelli che erano i miei sospetti: nel Parlamento Ue hanno creato una specie di maxi Nazareno del tutti contro l'ala sovranista costituita da Salvini e dalla Le Pen allo scopo di ostracizzarli, e detto esperimento l'hanno trasferito papale papale, sul territorio nazionale. Curiosamente il nome di Ursula von der Leyen, la presidente della Commissione Europea di fede merkeliana, si presta anche per il giochetto Ursula-Urss. Niente di più sovietico dell'Unione Europea. Salvini ne ha accennato nel suo discorso duro di queste ore, ma dovrebbe chiarire meglio a tutti noi. Durante queste consultazioni non ho mai visto tanti Zombie riesumati all'orizzonte: Prodi ex commissario Ue, che addirittura ha ideato il termine coalizione Ursula. Napolitano in collegamento diretto con Mattarella. E costui non rinuncia mai a mettere i suoi trabocchetti , la sua venefica tela di ragno, ogni qualvolta c'è una crisi. Spunta pure il "trombato" Maroni a dire la sua contro Salvini. E che dire? Persino una cariatide come Ciriaco De Mita esterna dall'Irpinia.
Conte dal canto suo, è stato elogiato dal polacco Tusk come un difensore "leale" di questa Europa, e ha ottenuto un caldo abbraccio da Macron al G7 di Biarritz per aver allontanato Salvini dal governo giallo-verde. Sono d'accordo con Indini che la data fatidica e spartiacque è il 16 luglio scorso. Lì a Bruxelles si è consumata la congiura.
Certo, a rompere è stato Matteo Salvini facendo presentare dai suoi uomini una mozione di sfiducia contro il presidente del Consiglio, ma il ministro dell’Interno si è di fatto trovato “stritolato” tra congiuranti che stavano già preparando l’inciucio giallorosso. Non stupisce, infatti, che Romano Prodi, massimo supporter italiano di un’Europa anti sovranista, si sia speso in prima persona per un’intesa tra il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico. Il tutto per arginare l’avanzata della Lega che, a fine luglio, era data dai sondaggisti a un passo del 40%.
Così scrive Indini. Chi non ricorda che la Lega votò contro la fiducia della Presidente Ursula von der Leyen, mentre i grillini in quell'occasione, da "antisistema" che si vantarono di essere, si sistemarono e appiattirono intorno al suo nome? Forse insufflati dallo stesso Conte che ebbe in quell'occasione, parole di sdegno contro la Lega, perché non si allineò all'Eurocrazia. Del resto è Conte che in queste ore tace (un silenzio sospetto) e si nega ai cronisti, in quanto parte integrante del Tavolo del Grande Inciucio.
Morale della Favola: Salvini non poteva fare che quello che ha fatto. Ora può ancora giocarsi delle carte (seppur con qualche rischio), mentre se fosse rimasto nella condizione umiliante di venire depotenziato quale Ministro dell'Interno, si sarebbe bruciato senza realizzare le prerogative e funzioni del suo Ministero, e avrebbe significato essere ostaggio dei veri "traditori" (dal latino tradere: consegnare): i grillini. Era già tutto previsto e preordinato. Non per nulla è saltato fuori dal sarcofago la Mummia Mortadella Prodi con la sua panzana di "coalizione Ursula".
Ma ecco cosa aggiunge in proposito lo stesso Indini:
Non appena Salvini fa saltare il banco, Prodi si fa portavoce del partito del non votoauspicando per il nuovo governo una coalizione “Ursula”, formata cioè da quelle forze politiche che hanno contribuito a far eleggere la von der Leyen. In un editoriale pubblicato ieri sul Messaggero ammette candidamente che le cancellerie europee “hanno espresso l’auspicio che si possa creare una nuova alleanza in grado di aprire un dialogo costruttivo con l’Unione europea“. Quello che chiedono a Bruxelles è, insomma, un esecutivo europeista che pieghi la testa ai diktat di Francia e Germania.
Andiamo avanti. In queste ore sembrano tutti quanti morsicati dalla tarantola e cercano di venirne a capo con una velocità mai vista prima d'ora. Dev'essere la sete di poltrone. Zingaretti con i suoi tirapidi ha fatto finta di fare lo schizzinoso ("Non vogliamo un Conte bis, vogliamo segni di discontinuità") ma in queste ore si è mostrato "aperto" ad ogni ipotesi, a condizione di ottenere "ministeri di peso" per il suo partito. Si parla del Ministero dell'Interno (quello di Salvini) e allora addio blocco degli sbarchi e del via libera al decreto Sicurezza. I 5 stelle dal canto loro, se vanno alle urne, sanno che verranno massacrati e azzerati. Ecco perché persino il loro "peggior nemico" (quello che Di Maio chiamò "il partito di Bibbiano") fa buon brodo pur di non andare alle urne. E in queste ore, ecco il suono del solito monotono Valzer delle Poltrone: io mi prendo questa, tu quest'altra. Al Canuto del Colle andrà più che bene, pur di concorrere a desalvinizzare la compagine governativa.
Salvini è ancora Ministro dell'Interno uscente e il suo ruolo istituzionale gli impedisce di aizzare la Piazza, ma ricordiamoci: la missione URSS-ula non deve passare, dato che questo, sarebbe il governo più sbilanciato a sinistra della storia d'Italia. E in piazza ci dobbiamo andare tutti noi. In caso contrario, saranno anni durissimi e pesantissimi. Lo sono già. Ancora una volta, lo strappo tra le élites e il popolo è consumato.