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22 October 2007

Carceri piene, menti vuote

I fautori dell'indulto sono già all'opera. Alcuni di questi beneficati da un simile provvedimento (tra i quali quei romeni della strage di Gorgo di Treviso) richiamano alla memoria (recente) quell'indulto per cui ha digiunato Pannella. Il quale poteva riservare il suo stomaco per più nobili cause. Indulto su cui sono dirottati i voti della sinistra coadiuvato da qualche "liberale" di destra in vena di permissivismo. Ora si riparla di nuovi sovraffollamenti e si getta l'allarme. Che fare? I rimedi ci sono:

1) Non facciamone entrare più. Di cosa? Di immigrati ovviamente. Se poi devono stipare le galere è evidente che quella della manodopera è una pietosa scusa. Tuttalpiù sarà manovalanza per la delinquenza.


2) Nel frattempo intraprendere da subito le infrastrutture di edilizia carceraria.

3) Riattare, ristrutturare e mettere a norma le carceri inutilizzate già presenti sul territorio.

Sul nostro suolo ci sono più moschee che carceri. Agli islamici si concedono moschee come fossero bungalow-vacanze. Mentre se si devono fare case circondariali, i falcemartellati insorgono. A chi ha necessità di venir tradotto in carcere, invece, lo si trasferisce nei residence sul mare . E' giusto tutto ciò? In uno dei tanti programmi cosiddetti di approfondimento tv hanno chiesto il parere ad un giudice (mi sfugge il nome) e la risposta è stata a dir poco stupefacente. "Noi optiamo per forme di detenzione "alternativa" (parola che mi piace poco) e per "attivare percorsi educativi" (mi piace ancora meno). Pertanto riteniamo che le pene debbano essere "correttive" e non "retributive" - ha detto una sera uno di questi autorevoli togati. Da Santoro e da Vespa imperversa poi uno di questi procuratori in cerca di facili riflettori a nome Bruno Tinti. Una faccia simile a quella di Arrigo Sacchi, con tanto di papiglione giallo, camicia con colletto antidiluviano e giacca da dandy in prepensionamento. L'altra sera (venerdi 18) da Vespa vantava 40 anni di onorato servizio. Gli crediamo, ma alla domanda del conduttore su cosa avesse fatto di concreto per ovviare a questo sfacelo, ha risposto: "Ho scritto un libro". Quarant' anni per un libro è davvero un record! Manco fosse la summa dello spirito delle leggi di Montesquieu.

Riassumo il concetto, per chi non l'avesse ancora chiaro. Pena retributiva significa: in relazione alla gravità del reato commesso, io ti condanno a un tot numero di anni di punizione da scontare interamente. Pena correttiva (un ossimoro evidente) invece è la solita melassa pretescamente buonista dove si pretende "rieducare" e "riabilitare" da radio- carcere. In altre parole, emerge il solito concetto della pedagogia cattomarxista sull'educazione alla "responsabilità". Figurarsi! Izzo, il boia e stupratore del Circeo, viene giusto da questo tipo di "correzione"... E infatti s' è visto. Ora voi capirete che con una Magistratura che prende i delinquenti per una comunità terapeutica di S.Patrignano, le carceri possono pure chiudere i battenti. Semplicemente perché non esiste il coerente rapporto delitto-pena, basato su quel common sense, che rende quest'ultima certa. Ecco perché a pochi mesi dopo il primo, si parla subito del secondo indulto. Perchè in realtà si vuole decarcerizzare la società grazie a quelle stesse menti marxiste che a suo tempo lavorarono per "descolarizzare la medesima", all'interno di un'altra istituzione ridotta ad un colabrodo: la scuola.

Un'ultima cosa. Si parla di continuo di casta di togati. La verità è che questi signori schierati, più che applicare la Legge, credono di ESSERE la Legge (la loi c'est moi). E secondo il loro superstato marxista etico, la madre di tutti i delitti e di tutte le pene è il peculato, l' aggiotaggio , l'insider trading o la frode fiscale. Così, torniamo a Proudhon e a Marx secondo cui la proprietà è un furto. Su questo la pena è SEMPRE certa. Sugli omicidi, le rapine a mano armata e gli stupri seriali invece no. Nemmeno se trovati con tanto di pistola fumante in mano e di cadavere freddato a terra.


15 October 2007

Una nazione senza chiavi di casa

L'Italia è diventata no man's land (terra di nessuno) già da un pezzo e non esiste più alcun controllo del territorio. T.S. Eliot scrisse un poema dal titolo "Waste land", cioè terra desolata, devastata. Stupisce la semi-assonanza tra waste e west (occidente). Se andiamo avanti così, tutto l'Occidente diventerà un'unica vasta landa desolata. E allora qualche pazzo sconsiderato dirà che forse anche Eliot era leghista.
Ma torniamo a casa nostra. Se gli stanziamenti per le forze dell'ordine previsti dal pacchetto sicurezza Amato (già nato morto) sono la ridicolaggine finora avvenuta, allora possiamo pure passare la mano e rassegnarci alla strage degli Italiani e delle italiane. Infatti sembra che ogni giorno esista un'orgia, un'ubriacatura di nefandezze impunite che va crescendo sempre più. Come una marea montante, incontrollabile. Tanto ormai la giustizia è al collasso e di carceri non se ne vogliono costruire. Tuttalpiù, ne butteranno fuori ancora un po' con l'indulto 2. O anche senza. E se per caso, la magistratura emette sentenze severe, è per reprimere gli Italiani che si difendono (vedi orefici in galera per aver sparato contro chi era armato e voleva depredarlo, o padri di famiglia aggrediti nelle loro case ). E viceversa, incoraggiare i clandestini (si vedano le ultime sentenze emesse per rom, romeni, albanesi e addirittura islamici integralisti di pericolose cellule salafite e qaediste). La polizia ha scorte di benzina razionate, uniformi e scarpe fuori taglia provenienti dalla Romania. Umiliati ed offesi, poveri poliziotti. Come umiliati ed offesi siamo tutti noi. Aumentano crimini, omicidi, furti, rapine, spaccio di droga, stupri etnici di stranieri allupati e assatanati che pedinano ragazze sui bus, le tallonano ai capolinea eppoi le portano nelle straducole secondarie o in qualche casale abbandonato per abusare di loro. Hanno perfino l'impudenza di violentarle davanti al sagrato di una chiesa, come è avvenuto di recente ad una povera infermiera. La sinistra tace e acconsente. Come stupro etnico basato sul massimo disprezzo e sfregio, è quello che avviene durante le rapine dove i malviventi non si accontentano della refurtiva, ma seviziano e violentano le vittime se donne, con il silenzio assordante delle ministre dalle "quote rosa". I "migranti" per costoro (parola che richiama l'uccellagione di passo) non si toccano. Al massimo, ci si attacca ai lavavetri o ai graffitari. Che, intendiamoci, sono anch'essi parte integrante di questo degrado. Ma situati all'ultimo gradino di questa deflagrante illegalità. Eppoi, per il sinistropensiero i veri crimini e misfatti succedono solo in famiglia, e secondo la loro scellerata tesi è inutile conteggiare quelli di importazione. Sarebbe "razzista".
Un buon motivo, secondo questi scervellati, per andarne a importarne degli altri in maniera esponenziale, aggiungendo rischio al rischio, danno al danno. In questo quadro da corte dei miracoli, arrivano le cicliche esternazioni di Amato e le promesse di colpire i puttanieri con multe a domicilio, ma non le prostitute e i magnaccia. Perché? Semplice, perchè i clienti sono italiani, mentre prostitute e protettori sono extracomunitari. Siamo sempre sulla stessa "sottile" linea rossa. Sei italiano? Allora sei una bestia. Sei straniero e immigrato? Allora te la cavi.
Avete osservato i cronisti sui titoli dei giornali e nei TG? Prima usano l'aggettivo " ubriaco". Il sostantivo relativo alla nazionalità viene posto solo alla fine della notizia. Mancano le generalità: nome, cognome e provenienza del colpevole."Un ubriaco ha travolto", "ha ucciso" , "ha distrutto una famiglia" ecc. Solo alla fine senti dire che magari era straniero gonfio di vodka o di altri alcolici o fatto di anfetamine. Certo, ce ne sono anche dei nostrani di ubriachi: bella scoperta, e chi lo nega?! Ma fino a quando è possibile, degli stranieri se ne occulta le generalità e la provenienza. O si crea volutamente confusione. Viceversa si sa, da subito, vita, morte e miracoli delle vittime italiane andando a frugare con indiscrezione e totale mancanza di rispetto nel loro inconsolabile dolore. Cronisti, vergognatevi! Voi, pennivendoli, mezzibusti e gazzettieri siete parte integrante di questo paesaggio degradato.

Abbiamo però rilevato che la tendenza è generale e che riguarda i paesi della Ue. Si veda l'ultimo caso in Germania dello stupratore sardo. In questo caso l''extracomunitario" ( e cioè, il non tedesco) era un italiano. E per giunta sardo. Ergo, scusabile con tanto di sconto di pena. Perchè? Perché siamo giunti al relativismo giudiziario e giuridico, cari signori. Perché la legge non è uguale per tutti ma pratica il giustificazionismo etnico-culturale. Razzisti eurobabbei che non siete altro! E' un' infame giustizia: matrigna coi propri figli e di manica larga con gli adottivi. Da noi come altrove nella cosiddetta Unione Europea.
L'Ue dunque ci rimprovera di non aver importato abbastanza immigrati (si veda il post di Pseudosauro in commento ad un articolo comparso nel Corriere del 2 ottobre). E dove li mettiamo di grazia? e dove andremo a vivere noi nativi? e come vivremo se perseveriamo in questo modo? Per punire Prodi che non ci ha rimpinzato di più di quanto già siamo, Bruxelles ci restituisce sei eurodeputati. Si obietterà: sei mangia ufo di meno. Ma il problema è un altro, purtroppo. Non solo la rinuncia ai seggi dei deputati strapagati, che sarebbe il meno. La verità è che siamo sotto tutela della UE e che abbiamo perduto ogni residua sovranità. Subiremo ogni forma di ricatto se non ci allineeremo al ferreo diktat europeo sempre più stringente e repressivo in materia economica, fiscale,burocratica, giuridica e addirittura soverchiante nelle politiche migratorie. L'Italia è nazione che ha smarrito le sue chiavi di casa e gli Italiani non sono più padroni a casa propria. Senza confini, senza patria, senza moneta (l'Euro è moneta battuta senza stato) e pure senza legge né più stato di diritto. Perchè? Perché c'è il trattato di Schengen che sancisce la libera circolazione degli uomini, delle merci, del denaro e ovviamente delle banche. E tutti si adeguano. Il famigerato Schengen da cui dobbiamo assolutamente uscire se vogliamo preservare quel che resta del nostro bel Paese. Tutto ciò, allo stato attuale crea effetti secondari e indesiderati: si muore man mano un po' di più. Giorno per giorno.... Spiritualmente, moralmente e fisicamente.

11 October 2007

Femministe islamosuccubi in tv

Che tristezza! che pena! e quanta malinconia! Mio Dio come sono cadute in basso! Parlo delle donne di sinistra.Non ho parole, cari amici e amiche! (parlo ovviamente, a quella ventina di lettori che normalmente si avventurano da queste parti ). Ho appena visto ieri sera (10 ottobre) la trasmissione di Ferrara Otto e mezzo sulla questione del burqa e francamente sono esterrefatta. La Balducci dei Verdi e Ritanna Armeni (ex pierre di Bertinotti e donna di sinistra nonché femminista) lì a difendere il libero arbitrio e il diritto di libera scelta sul burqa. E a pigolare sommessamente che NO, che non si può imporre lo scappucciamento di quei fantasmi con la grata davanti agli occhi, se queste non lo vogliono, che loro sono per il DIALOGO, e bla, bla, bla col pollaio più becero... Meno male che a difendere noi donne e quel po' d' Occidente rimastoci c'erano due ometti (anzi, data la stazza, due omaccioni) in gamba: Ferrara e Borghezio. Sissignori il tanto vituperato Borghezio è stato l'unico del pollaio femminese ad aver capito che il velo integrale (niqab e burqa) è un contrassegno d' appartenenza nelle mani degli integralisti. Un modo per marcare sfacciatamente il territorio e far capire che anche il nostro occidente è "casa dell'islam" ( dar al islam). Cioè terra non più nostra. Che le donne che lo indossano non sono necessariamente sottomesse al maschio secondo le logiche di noi occidentali, e che non sono tutte delle poverine! Ma che ostentano spesso la loro identità islamica e islamista. Certamente ci sono casi individuali in cui, son pure costrette. E fanno pure una brutta fine se si ribellano. In questo senso è stata corretta la testimonianza di Daniela Santanché, quando asserisce che le ragazzine a scuola obbligate dai loro famigliari a indossarlo, rischiano di venire escluse dalla comunità di classe e che non possono fare ginnastica liberamente insieme ai coetanei nella scuola italiana. Perciò si pone l'esigenza di un progetto-legge antivelo di cui lei si è fatta ideatrice e promotrice. Ma ha avuto ancora più ragione la Daniela nell'affrontare a muso duro la Armeni e le sue domandine petulanti da avvocaticchia rifondarola. Penosa poi quando per giustificare il velo, la Ritanna si è messa a ricordare le nonne contadine col fazzoletto in testa di 40 anni fa. Mica era un simbolo di appartenenza religiosa quello? e mica c'erano i preti che lo imponevano fuori dalle chiese! Ma qui l'ignoranza la fa da padrona e giustamente Ferrara l'ha straccionata. Scusate femministe del menga, ma non eravate voi quelle del "L'utero è mio e me lo gestisco io", "La notte ci piace vogliamo uscire in pace" ?!

E ora che ci sono stupri a valanga quasi ogni giorno com'è che non sfilate più in corteo contro stupratori romeni, slavi, albanesi e magrebini? Forse che le violenze dei "migranti" (come li chiamate voi) sono più belle di quelle dei maschi autoctoni? E il cardinal Ruini o Bagnasco, contro i quali scagliate anatemi, sono peggiori dei mullah che predicano odio e lapidazioni alle adultere? E come mai che avete tanto timor panico nell'affrontare il tema del burqa e del velo? E perché non scendete in piazza a bruciarlo simbolicamente come facevate un tempo coi vostri innocui e seducenti reggiseni? vi schifa la compagnia della Santanché? Ci avete la puzza sotto il naso?
Ho criticato varie volte la Daniela di AN perché è lei a fare battaglie "di progresso" e "di sinistra" non propriamente organiche a un pensiero conservatore di destra. Ma da ierisera dopo avervi guardato bene in faccia, non mi sento più di farlo. Lo so, fa quelle battaglie di sinistra che dovreste fare voi, falsone e pavide che non siete altro! Ma lei ne è perfettamente consapevole e occupa con astuzia e sagacia quello spazio. Le avete fate in territorio sicuro, le vostre lotte... Quando c'era chi poteva ascoltare le vostre istanze e darvela vinta. Ma ora ve ne state belle chete chete. Lo sapete cosa nascondono i vostri giustificazionismi balbettanti? La paura, care mie... Ci avete una fifa orba della fatwa che è toccata alla Santanché e tenete tutte famiglia, poltrone, scranni rosa e privilegi da casta rossa. Per questo cianciate tanto di dialogo (parola che aborrisco) con gente che non può e non vuole ascoltarvi.

Okay, Daniela Santanché vola pure a Washington a ricevere il premio per la tua attività coraggiosa da Laura Bush e da Nancy Pelosi, premiatrici bipartisan: te lo meriti. Mentre invece le due tapine sinistronze in studio dovrebbero solo soffocare per la vergogna sotto un bel burqa. Insieme alla Bindi e a Ferrero.
Ancora bravi Borghezio e Ferrara per aver focalizzato il problema e concorso a squarciare il velo principale: quello dell'ipocrisia. E lotta dura contro il prefetto di Treviso, la Bindi, Ferrero e le varie donne di sinistra islamosuccubi.

09 October 2007

Burqa: pur di combattere Gentilini si tagliano le palle

Talebania-Italia. Ovvero il duo Bindi-Prefetto Capocelli di Treviso. I quali, pur di combattere il divieto all'uso del burqa posto dal prosindaco leghista Gentilini, acconsentono - in nome dell' islamicamente corretto - a farlo indossare. "Per motivi religiosi", dicono questi ignorantoni. Quando in molti paesi mussulmani del Magreb il velo totale (niqab e burqa) è proibito. La notizia è comparsa oggi 9 ottobre sul Corriere della Sera a firma Magdi Allam nell'articolo " Il prefetto dice sì al Burqa. Ok della Bindi". Gli altri giornali non riportano nemmeno il fatto. Forse, non lo ritengono degno di nota. Siamo seduti su una polveriera incandescente, ma la classe politica preferisce prendere i cerini e dare fuoco a tutto. A breve, dopo il discorso di Amato comparso sulla rivista Reset, dove ha scritto che noi italiani siamo vecchi, bolsi, diffidenti, egoisti, gelosi del nostro benessere (quale?) e che pertanto saremmo popolo-razza da tagliare quanto prima con new entries - a breve, dovremmo girare col distintivo "Italiani in via d'estinzione". Già ma chi ci protegge? Fossimo almeno dei panda o degli orsi bruni, saremmo trattati certamente meglio. La catto-talebana Bindi (ministro della Famiglia Addams) è davvero brutta e cattiva.
E si comporta come tale. Prima l'alchimia dei Pacs-Dico. Ora quella del burqa consentito in stile Belfagor il fantasma del Louvre, un film tv che ci spaventava quando eravamo bambini. Pur di fare un dispetto a Gentilini fa come quel marito autolesionista che si evira per fare dispetto alla moglie. Forse, chissà, si prepara preventivamente per tempi peggiori quando a doversi coprire, sarà lei. La sua collega Pollastrini ha già aperto la concertazione islamica con UCOII, Coreis e col capo dei Rom, sulla condizione femminile. INDIETRO TUTTA! Questi, signori miei, sono i regressisti di sinistra. Quelli dell'emancipazione femminile, dell'emancipazione dei lavoratori e del mondo intero. La destra , dal canto suo, siede sul fiume e aspetta confucianamente.
Ma aspetta cosa?
Qui non c'è più tempo da perdere. Ogni mese trascorso con questi signori al governo, è un pezzo d'Italia che se ne va. Un pezzo del nostro diritto all'autodetermnazione e alla sovranità che va a ramengo. Un pezzo dello stato di diritto e di libertà che ci viene segato via. Tutto è pronto per la desertificazione irreversibile. A cominciare da quella reale dei boschi quest'estate, quando l'Italia era in preda alle fiamme dal Lazio alla Sicilia, e si dava la colpa alla solita mafia, metre 70 agenti della protezione civile erano in ferie. A cosa serve il deserto? L'antropologa Ida Magli non ha dubbi: a preparare il terreno per quelli che verranno. Leggere sul suo sito Italiani liberi, suo pezzo Italiani in via d'estinzione del 2/9. Dopo la storia del burqa consentito nei pubblici uffici, perfino le ipotesi della più strampalata fantapolitica orwelliana diventano tutte plausibili e credibili.

05 October 2007

Zingaro chi sei?

C'erano una volta gli zingari. Così li si chiamava prima che la political correctness imperante imponesse il termine "rom" (essere umano, persona) o "nomade". Quest'ultimo poi non è significativo di nulla visto che in una società che si muove e muta velocemente siamo diventati (per esigenze di lavoro, o di tempo libero o comunque di stile di vita) tutti nomadi. Il termine zingaro veniva intercalato da "gitano", parola che deriva da Egitto, poiché secondo la leggenda popolare pare che provenissero, nelle loro varie peregrinazioni, dalla terra dei faraoni. E oltre che le sigarette francesi (Les Gitanes) a celebrarli c'erano canzoni e letteratura. Ricordate quella di Dalida?
Zingaro chi sei?
Figlio di Boemia
Dimmi tu perché
Sei venuto qui?
Quando mi stancai
dell'Andalusia...
Poi Iva Zanicchi "Prendi questa mano.....zingara...dimmi pure che destino avrò...". Per non dire della "Carmen" di Mérimée messa in opera da Bizet che ha celebrato l'amore gitano (L'amour est enfant de Bohème, il n'a jamais jamais connu des lois ..."). Insomma, a ciascuno la sua zingara, o zingaro.
Il duo Amato-Ferrero, dopo buonismi a valanga distribuiti a pioggia, e di porte spalancate, è stato costretto ad ammettere che è emergenza zingari (o nomadi o rom). I quali provengono in larga parte dalla Romania. E proprio per questo, cittadini comunitari della Ue. Non si possono respingere ma solo espellere per motivi di ordine pubblico, in virtù (o in disgrazia) delle leggi Ue. In Italia sono già moltitudini e altrettanti sono in arrivo. Che fare? In un fondo del Corriere della Sera (L'invasione dei nomadi - sabato 29 settembre) Alberto Ronchey scrive che Montanelli fu il solo cronista ammesso a viaggiare sui loro carozzoni tirati dai cavalli, grazie all'intercessione di un impresario ebreo che faceva il talent scout di violinisti tzigani, ricordando sul Corriere" .." Costui, facendomi passare per un suo assistente, ottenne un posto anche per me in una carovana da Corizza a Salonicco attraverso la Macedonia e la Tessaglia... In quel viaggio imparai sulla vita degli zingari molte cose, ma soprattutto una. L'inutilità di spiegargli il motivo per il quale eravamo inseguiti spesso a fucilate da contadini e pastori. Rubavano tutto quello che trovavano per le strade, agnelli, galline, farine , attrezzi... Ma non si rendevano conto di ciò che facevano perchè il concetto di proprietà non era mia entrato nei loro cervelli".

Ora Ronchey sottolinea che più di mezzo secolo dopo il prefetto Achille Serra di Roma dichiarava qualche mese fa:" Visito personalmente i loro campi. Le donne non si vedono, forse perchè sono sulla metro a scippare borsette, gli uomini dormono perché hanno lavorato di notte svaligiando abitazioni.". ( Repubblica 19 maggio).
Tutti i loro insediamenti sono abusivi e i nostri campi alle porte delle nostre congestionate città non sono certo le praterie o le steppe euroasiatiche da cui provengono. E nell'articolo si scrive che intorno ai campi nomadi si ripetono aspri conflitti. "Da una parte ruberie di automezzi, ciclomotori, benzina, denaro dai parcometri, perfino panni stesi. Dall'altra parte, incursioni di rappresaglia imputabili anche alla primaria xenofobia razzista dell'inconsulta violenza".
L'editorialista del Corsera si chiede infine se si può integrare e ospitare in Italia come altrove, qualsiasi flusso di immigrazione con annessi i problemi testé citati.
Mi ha sorpreso nell'apprendere che il radicale Yasha Reibman vicepresidente della comunità ebraica milanese, alcuni rabbini e il prete cattolico don Virginio Colmegna della Casa della Carità, abbiano festeggiato la festa delle capanne coi rom di Milano appena sgombrati, mostrandosi ignari di tutto quel che ci sta dietro. E sono rimasta perplessa che don Colmegna digiunasse per protesta contro lo sgombro dei nomadi voluto dalla giunta milanese. Forse mi sono distratta, ma non ho visto lo stesso sacerdote digiunare per protesta nei confronti di quei quattro ragazzini rimasti uccisi da un rom ubriaco che guidava un furgone travolgendoli, e oggi condannato ad Ascoli Piceno a soli sei anni e mezzo di reclusione. E figurarsi se li sconterà tutti!
Agitare il solito fantasma dei campi di sterminio dove gli zingari furono fatti fuori dai nazisti, non serve affatto alla bisogna. Nessun cittadino di buona volontà vuole ricorrere a simili metodi. Epperò, imporre alla popolazione milanese una difficile improbabile convivenza basata su un'altrettanto improbabile integrazione nei confronti di chi si è selezionato geneticamente sulla vita errabonda campando di espedienti laddove la proprietà non viene rispettata poiché per essi non esiste tetto né legge, rischia di dare ragione a quel detto popolare secondo cui i medici pietosi fanno le piaghe infette. Dietro a questo embrassons-nous da oratorio interreligioso, francamente non vedo alcuna idea né volontà di soluzione del problema.

01 October 2007

Pollastrini allo spiedo

Gratta gratta la femminista salta fuori l'islamista. Questa è la tesi di Alessandra Nuccia in "La donna a una dimensione". Questo è quel che si sta evidenziando con un ministro delle "pari" opportunità come Barbara Pollastrini. Moglie del Dirigente del potente Istituto di credito S.Paolo IMI Pietro Modiano; ex moglie del sondaggista dall'aria un po' gaglioffa come Renato Mannheimer, la Pollastrini (DS) ha l'aria snob della sciura ricca della Milano-bene. Lei non parla, pigola affettatamente e untuosamente. La si era già vista, la sciura, pigolare con Hamza Piccardo dell'Ucoii da Lerner in una puntata dell'Infedele, dove - poverina - supplicava con dhimmitudine, un po' di comprensione per la povera Hina Salem e per tutte le donne. La si è rivista di recente da Vespa sul tema della legalità e della sicurezza. Si parlava della strage di Gorgo (Treviso) dove due poveri custodi sono stati massacrati in modo efferato da una banda di reduci dall'indulto (uno albanese e uno romeno). La donna è stata seviziata e violentata con uno scalpello. Ma sapete cosa ha avuto il coraggio di dire quel petulante pennuto da cortile al povero figlio delle vittime ospitato in studio da Vespa? Che ci vuole comprensione, che non bisogna generalizzare, che la sicurezza, il cui pacchetto sta per essere varato da Amato (stiamo freschi!) , non deve contravvenire ai diritti umani. Di chi, sciura Pollastra? Più diritti umani di chi perde la vita in casa propria non vedo cosa possa esservi in questo momento. Il diritto alla vita è la madre e il padre di tutti i diritti umani, cara la mia sciura! Poi, come è tipico dello stile "vespasiano" e "pluralista" della trasmissione, chi suona il campanello per entrare in studio? L'oca rumena Ramona Badescu che voleva portare in chiesa tutti i delinquenti, per una bella preghierina collettiva insieme alle vittime. Perché secondo il badescupensiero, le carceri non vanno costruite e perché non bisogna generalizzare e bla , bla, bla. Insomma la puntata è diventata una vera e propria fattoria degli animali di orwelliana memoria. La Brambilla, presente in studio, doveva e poteva dire molto di più. Soprattutto avrebbe dovuto tirare fuori quella grinta da BMV (intesa come auto) che sinceramente nessuno ha visto, di fronte a tanto scempio di senno. L'unico che ha mostrato muso duro e idee chiare era il solito sindaco leghista Tosi di Verona.
Ma torno alla Pollastrini. Il colmo del suo intervento lo ha raggiunto quando, a proposito di donne stuprate, ha detto proprio lì, seduta accanto al figlio delle due povere vittime, che i veri violentatori sono quelli domestici e che non bisogna criminalizzare gli immigrati. Poveretta! Senza cervello e pure senza cuore. Si sarebbe potuta risparmiare un oltraggio simile, almeno accanto a un giovane ancora straziato dal dolore.


Vorrà dire, signora Ministra delle impure opportunità, che nel "sottile" pacchetto sicurezza di Amato, metteremo un poliziotto per ogni famiglia (in attesa dei suoi Dico); mentre invece lasceremo i confini del nostro Paese aperti e spalancati per intere legioni di immigrati clandestini liberi di mettere in atto stupri etnici.



Ma non è tutto. Nel pollaio pollastrino ci sono novità di queste ultime ore: una conferenza indetta sulla violenza sessuale contro le donne da tenersi insieme ai membri dell'UCOII e ad altre due associazioni islamiche, tra le quali il Coreis. Questa sì, è una geniale trovata! Se imburquiamo le donne, se le mettiamo sotto la tutela di mariti poligami o di fratelli maneschi e violenti, allora sì che risolviamo il problema degli stupri. E senza nemmeno bisogno del "poliziotto famigliare". Se poi, c'è pure una moratoria sulla lapidazione come quella predicata da Tariq Ramadan (grande amico dell' Ucoii), ecco che allora abbiamo la soluzione a portata di mano: dagli stupri extracomunitari, passiamo direttamente al Medio Evo maomettano e islamista.


Pollastrini, ci faccia il piacere: se ne vada nel Kentucky in una di quelle belle friggitorie americane con megaspiedi. A rosolare un po'...