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21 March 2025

Un Manifesto alquanto sospetto




Ho letto in passato, e in tempi non sospetti il Manifesto di Ventotene scaricandomi il Pdf da Internet. Oggi tutti ne parlano alla luce di quanto è avvenuto qualche giorno fa alla Camera, ma tra quelli che sventolano la loro bibbia come è avvenuto durante il Michele Serra Pride, temo che pochi si siano presi la briga di analizzarlo nei singoli passaggi. Già, la parola "manifesto" dovrebbe insospettire e non mancano gli esempi: il Manifesto dei Comunisti di Karl Marx, il Manifesto quotidiano comunista, e via elencando. Perché in fondo un Manifesto, per sua stessa natura, è un documento fatto per non essere discusso. Basta l'ipse dixit.  Non mi stupisce pertanto, la squallida caciara alla Camera contro la lettura di alcuni passaggi critici della Meloni sul citato documento. Compagnucci e vetero-compagnucci in lacrime, manco fosse stato profanato il Vangelo, i quali intimavano la presidente del Consiglio di "inginocchiarsi", al cospetto di questi santi e martiri canonizzati dalla chiesa rossa che sono Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni. Spiccavano, fra tutti gli esagitati, Fornaro e Speranza, entrambi del Pd.
Arrivano pure le dietrologie sul fatto che la Meloni avrebbe abilmente gettato l'osso con una ricca polpa a questi ossessi per depistarli dai suoi problemi di compattezza politica all'interno della sua maggioranza, riuscendoci alla perfezione (versione di Giordano Bruno Guerri). 
Quale che sia stato lo scopo per cui Giorgia Meloni abbia voluto riprendere un tema relativo a un documento del 1941 (cioè di quasi 90 anni fa), personalmente reputo che prima o poi, una critica a questo "simulacro" andava fatta. 
La fece già Ida Magli nel silenzio più assordante la quale scrisse della vocazione autoritaria di Altiero Spinelli, uomo del Bilderberg.e fondatore insieme ad Agnelli dell'Istituto per gli Affari Internazionali Italiano. Qui  sotto potete leggere uno stralcio dal suo libro "La dittatura europea" (pag. 147 ed. BUR Rizzoli 2010) nel quale ne fa riferimento. Non mi risulta che fosse giunta qualche querela alla nota antropologa, per aver svelato le radici massonico-comuniste di Spinelli & Co. 

Pag.147 - Ida Magli su Altiero Spinelli (La dittatura europea)


Né è un mistero che l'edificio del parlamento Ue a Bruxelles abbia un'importante aula titolata Sala Spinelli ed un'altra sala sede dell'emiciclo, intitolata al massone di alto grado già ex primo ministro belga Paul-Henri Spaak (zio dell'attrice Catherine). Ma la natura elitaria ed elitarista del Manifesto di Ventotene permea per tutte le sue pagine. 
Spetterebbe secondo questo testo,  a un'élite organizzare le forze progressiste "attingendo visione e sicurezza, non da una preventiva consacrazione da parte della ancora inesistente volontà popolare, ma nella sua coscienza di rappresentare le esigenze profonde della società moderna".
E ancora: "Attraverso questa dittatura del partito rivoluzionario si forma il nuovo Stato, e attorno a questo, la nuova democrazia". Ecco dunque riapparire il mito del partito di classe che guida tutte le altre forze rivoluzionarie.
Quali tendenze avrà la nuova Europa preconizzata dai tre Re Magi di Ventotene?
 "La rivoluzione europea per rispondere alle nuove esigenze, dovrà essere socialista..."

Ricordo che l'URSS di allora si chiamava per l'appunto Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche. E che la Ue ha avuto a lungo dirigenze ed euro-commissari socialisti, facendo uso di termini come "troika", "commissari", "tecnici", di bolscevica memoria. Ci manca solo la "duma" (parlamento, in russo), tenuto conto della natura burlesca del parlamento europeo in cui i parlamentari hanno diritto di parola solo per pochi minuti. Ricordo che per il ReArm-Europe, hanno privato detto parlamento del ruolo decisionale, limitandosi ad una consultazione formale, priva di valore. Ma ecco il passaggio più specificamente comunista di tutto il Manifesto: 

"La proprietà privata deve essere abolita, limitata, corretta, estesa caso per caso, non dogmaticamente in linea di principio...". 
 
Capirete bene che in un contesto di indebitamento generale degli attuali stati europei e della discussione su come spalmare il debito fino a farne un Debito Unico (questa è l'idea), il passaggio storico sugli espropri degli immobili suona sinistro come una campana a martello.
Perfetto! Questo è dunque l'atto fondativo dell'attuale Ue, contro il quale non si può ricorrere né discutere, altrimenti si è dei pericolosi "fascisti"  di ritorno con tanto di camicia nera e di braccino alzato. 

Non ci vuole la sfera di cristallo per prevedere nuovi cortei azzurro-stellati da parte degli "splendidi settantenni" come Michele Serra e Nanni Moretti con l'aiutino dell'altro settantenne Benigni e dei suoi "comiziacci" sempre così comicamente e giullarescamente corretti che tanto piacciono a  Mattarella. Tutti in piazza, i vecchi e i nuovi rossi tinti di azzurro stellato come tante Madonne Pellegrine, con meeting e raduni a spese dei cittadini dei vari comuni. Poi magari, tutti insieme appassionatamente per una visita guidata all'isola di Ventotene, che per l'occasione diventerà un'acclamata mèta turistica per tour operator in cerca di luoghi ameni, con tanto di "pacchetti d'agenzia". Repubblica-Elkann avrà già pronti i suoi opuscoletti su Ventotene da distribuire durante il tragitto, insieme ai  fatidici cestini delle merende di cigiellina memoria.

21 marzo S. Benedetto (Primo giorno di Primavera)


17 March 2025

Eutanasia, finta compassione e cultura della morte




A questo tema delicato del fine vita ho già dedicato alcuni post durante il caso Englaro e purtroppo mi tocca ritornarci. Aborto, eutanasia, guerre guerreggiate più o meno per procura, sieri genici...fanno tutti parte integrante di un unico malvagio disegno: i piani neomalthusiani di Davos e dintorni. Inoltre, varare un'eutanasia di stato è quanto mai pericoloso per i risvolti politici ed etici che può presentare. Vi ricordate Milosevic, morto "suicidato"? Sì, beato a chi se l'è bevuta! Esiste sempre un'ombra di ambiguità e  di mistero nel referto di suicidio di personaggi  politicamente "scomodi".

Non ci siamo fidati degli ospedali ai tempi della "pandemia", figuriamoci se c'è da fidarsi in questi casi con un tema così delicato come l'eutanasia chiamata col nome "ossimorico", ipocrita e fuorviante di "suicidio assistito", dal momento che chi assiste l'aspirante suicida, in realtà collabora alla sua morte. E non è esente da un qualcosa che rassomiglia molto a un omicidio. Si può ancora pensare? Si può ancora dire? 
L'eutanasia è in realtà un'arma caricata e messa bene in vista sul comodino. Un depresso cronico può essere più facilmente incoraggiato ad usarla. Un anziano malato, sarà indotto a togliersi di torno prima possibile, perché sarà il primo ad auto-considerarsi un peso insostenibile per sé e per gli altri.
Non a caso, si iniziò a parlare di questo tema così delicato ed eticamente sensibile ai tempi della grande crisi sanitaria,  con uno Speranza già fautore di questa pratica ...senza speranza.

Ci sono da segnalare le fughe in avanti  di Attilio Fontana, governatore della Regione Lombardia, che arde dalla smania di non sembrare abbastanza "moderno" e non vuole farsi superare dal suo collega piddino Giani in materia eutanasica. Ma non doveva essere competenza dello stato e non già delle Regioni? Se passano certi "tavoli tecnici"  regionali dove nei fatti, alle strutture sanitarie locali viene dato mandato sulla possibilità di certe pratiche, avremo una sorta di eutanasia à la carte , a seconda delle regioni. In proposito, non scherza nemmeno Zaia che spinge per la sua regione in eguale direzione, come pure Fedriga.  Così, avremo destra e sinistra unite nella lotta per la dolce morte. Quasi come ai tempi della Sars-Cov2 quando  tutti i presidenti di regione, facevano a gara a chi ne vaccinava di più, a chi ne rinchiudeva di più in casa, a chi ne controllava di più e a chi applicava con più solerzia le misure repressive. Da sinistra a destra, da Nord a Sud.
Non importa se governatori di un colore politico e di un altro - contrapposizioni nelle quali credono ormai solo i più gonzi, dato che tutti finiranno col buttarsi nel lucroso supermercato della morte.  Complimenti o Governatori! 
Così come tutto lascia pensare che improvvisamente aumenteranno  i "casi disperati" (complici i  media con la loro assillante ridondanza) sul tipo della paziente "Serena", nome di fantasia di una signora lombarda 50 enne affetta da sclerosi multipla progressiva. Casi che tanto piacciono a Marco Cappato, il Caronte traghettatore alla "morte dolce"; già autore del pronunciamento 242 del 2019, più noto, per l'appunto, come "sentenza Cappato". In tutto ciò, non manca né mancherà chi ci guadagna. Si tratta di associazioni attive nell'accompagnamento e assistenza al suicidio, con sempre più iscritti. Una molto famosa è la svizzera Exit che conta 150.000 iscritti.  
A proposito di radicali, mi urge aprire una parentesi. Marco Pannella fu un convinto eutanasista ante litteram, ma  -  guarda caso - non se ne servì per accorciare le sue sofferenze dovute alla sua malattia, fruendo fino all'ultimo respiro della possibilità di cure adeguate. Intendiamoci, fece bene, come fa bene Emma Bonino, eutanasista e abortista anche lei. Ma noto in tutto ciò, molta ipocrisia e un' ideologia laicista bigotta non dissimile a quella di certi cattivi preti. Della serie, fate quel che diciamo noi, ma non fate ciò che facciamo noi. In altre parole, predicare bene e razzolare male. La compagnia del "Et si omnes ego non" si allunga Oltralpe con Jacques Attali , mentore di Macron, per il quale dopo i 65 anni gli esseri umani dovrebbero togliersi di torno, poiché ritenuti improduttivi. Nel frattempo l'Eminenza grigia del rampollo Rothschild ha superato la boa degli 82 anni. In Olanda esiste anche l'eutanasia per i bambini con malformazioni.  Ciò significa che quando si mette in moto una simile deriva, poi finisce con  l'allargarsi a tutte le fasce anagrafiche. Si dia perciò uno sguardo a cosa è successo in tutti i paesi nei  quali è stata legalizzata l'eutanasia. Dapprima si è cominciato con pochi casi in condizioni stringenti e disperate: malati terminali, sofferenze insopportabili, casi limite.  Ma un po' alla volta tutti i paletti sono caduti e la platea degli "aventi diritto" (ovvero del diritto a morire) si allarga ai depressi, in un contesto di nascite zero, di guerre e di stragi (ovvero in un paesaggio mortifero) laddove hanno trovato un altro temibile sistema per "alleviare le sofferenze" con una falsa e fasulla compassione.  Non è escluso che avanti così, verrà censurato e magari sanzionato chi si oppone alla morte di stato definita "buona" e "dolce", giacché stiamo vivendo purtroppo, e non da oggi, anche l'Eutanasia del Diritto. 


 
Da ultimo, ecco giungere in soccorso  a detta causa, anche il cinema, mediante opportune finestre di Overton che cascano a fagiolo. Pedro Almodovar ha vinto il Leone d'oro al festival di Venezia con il film "La stanza accanto" (2024)  che tratta per l'appunto, di questo angoscioso delicato tema.  Il cinema è scivolato progressivamente da fabbrica del sogno a vetrina del Mondialismo. Il nuovo dogma cinematografico è indottrinare, manipolare le menti, accettare l'inevitabilità di certi nefasti fenomeni. Non c'è più spazio per la dilatazione dei sogni ad occhi aperti in una sala buia. E anche il recente film del citato regista spagnolo, ne è la riprova. 

Santa Gertrude di Nivelles

10 March 2025

(ri)Armiamoci e Partite!

Ce lo chiede l'Europa

Quando nacque questo blog correva l'ormai lontano anno 2005 e ci fu chi criticava questo logo del poliziotto Ue con lo scudo a 12 stelle e il manganello sguainato, posto in calce a sinistra del blog,  poiché considerato troppo "aggressivo". Esagerata! - mi dissero. Prima di me, la buonanima di Ida Magli venne considerata una paranoica complottista per aver smontato tutto ciò che allora veniva magnificato sul grande progetto Ue, nel suo saggio "Contro l'Europa" (1997) e "La dittatura europea" (2010). Come osa questa vecchia pazza smontare un simulacro che affratella le genti e con la "pax" mercantile nata sulle ceneri di Norimberga, garantisce ai popoli pace, benessere, stabilità, prosperità, ricchezza? I suoi libri, editi per Rizzoli, non ebbero grande diffusione e nessuna promozione pubblicitaria. La moneta unica e i parametri di Maastricht furono fin da subito quei tabù che nessuno poteva scalfire. Man mano che questa Grande Matrigna si espandeva fino a diventare - come si dice per una Banca d'Affari - too Big to Fail,  ecco affacciarsi inquietanti quesiti: siamo sicuri che l’Europa sia quel paradiso terrestre promesso? Il tenore di vita è davvero destinato a migliorare? E la disoccupazione a diminuire? E la cultura delle minoranze che spesso hanno la meglio sulla maggioranza, è in sé cosa sempre buona e giusta? E la nostra identità messa sempre più in precarietà, che fine farà? E l'immigrazione sempre più invasiva? Ci sarà più libertà, giustizia sociale e più democrazia? Qual è, in sostanza, il senso dell’Europa in questi 25 anni? In particolare di questa Europa...  



L’Ufficio elettorale centrale della Romania ha respinto la candidatura alle elezioni presidenziali del candidato sovranista Calin Gergescu con conseguenti disordini in Romania dopo che la commissione elettorale rumena ha rifiutato la sua  candidatura. Non esiste una valida ragione se non che Calin Georgescu non è uno dei soliti fantocci globalisti e vorrebbe fare gli interessi del suo Paese. Ma mentre ci indigniamo di ciò, dimentichiamo che la stessa Ue organizzò un commissariamento nel 2011-2012 per "sostituire" il governo Berlusconi (piaccia o meno, legittimamente eletto) con gli Androidi economici di Bruxelles a nome Mario Monti ed Elsa Fornero. Quindi,  alla fin fine, anche quello romeno è  scenario déjà vu. Non entro nel merito del Capitolo Immigrazione su cui ho fatto dozzine di post e di come questa, da invasiva, minaccia di divenire "sostitutiva", con conseguente degrado, insicurezza cittadina e decomposizione sociale nelle nostre città. E che dire delle norme sanitarie uniche con protocolli unici, quali risposte al "virus unico" con sieri non testati e mandati nel circuito distributivo, col pretesto dell'emergenza e del solito ansiogeno "fate presto! fate presto"? 

L'ultima minaccia è l'euro digitale previsto da Christine Lagarde per il prossimo ottobre. Dalla moneta battuta senza stato, alla moneta virtuale e smaterializzata dai pericolosi clic. Ma in mezzo c'è la guerra dei tre anni, i miliardi per il riarmo decretato dalla von der Leyen  (800 miliardi) col pretesto che la Russia potrebbe aggredirci. Le guerre sono sempre una risposta molto comoda alle crisi del capitalismo finanziario e questa in corso che abbiamo finanziato anche noi con le sanzioni contro la Russia (sanzioni in realtà dirette contro noi stessi), non è  certamente la prima.  

In buona sostanza, la spesa bellica (e ancora di più le guerre) rappresentano una sorta di “keynesismo militare” che, come prevede la versione originale di Keynes, si basa sulla spesa pubblica per sostenere l’economia capitalistica. Soltanto che tale spesa, invece di essere indirizzata verso il settore civile (infrastrutture, welfare state, ecc.), è indirizzata verso quello militare.  (Domenico Moro)

Assisteremo quindi a una "riconversione" di vari settori di quel che resta della nostra industria in funzione dell'industria pesante degli armamenti? Ma il curioso è che parlano di "riarmo" (Rearm Europe), quando dal dopoguerra ad oggi ci è stata promesso un irenico "mai più" sulle ceneri del "Male Assoluto" e della IIa Guerra Mondiale, altro "rimedio" sanguinoso alla crisi della Finanza. Ora a  portare scalogna e a peggiorare il quadro, salta fuori Prodi, uno dei peggiori scherani di questo sistema (colui che ci impose pure la tassa per entrare nella gabbia europea), affermare che occorre "l'esercito unico europeo ", quale "primo passo necessario". E' proprio vero che le disgrazie non vengono mai sole! Un'ultima cosa: la Meloni di fronte a questo disastro ne fa solo un problema semantico: "Non chiamatelo riarmo". Come no?! 

Ursula Bomb der Leyen o Ursula von der Bomben? 


Massì, chiamiamolo "calesse", o gambo di sedano. Ursula in divisa da Sturmtruppen invece, a differenza di lei,  parla chiaro, lo chiama per nome, e non fa nemmeno più mistero di affermare che se nei 27 stati della Ue, vince un candidato sgradito che non dà sufficienti garanzie di "democraticità", si possono invalidare le elezioni. E' già successo, dopotutto. In nome della "democrazia" si può invalidare, annullare e spazzar via la democrazia.  Così come in nome della Pace Mercantile, si deve fare la Guerra.   

San Macario

04 March 2025

Morire per Kiev? No, grazie



Abbiamo assistito alla messa in onda di quella che oramai passerà alla storia come  "l'anatomia di un disastro" relativo a Zelensky, la cui petulanza e smisurata presunzione lo portò a far uscire fuori dai gangheri perfino il vecchio Sleepy Joe, il che è tutto dire. Figurarsi con un caratteriale come Trump! Per quanto però il personaggio Zelensky mi risulti indigesto, come sgradevoli sono i suoi toni, la sua eterna richiesta di armi, di quattrini, di logistica, di appoggi, di baci e abbracci, delle sue mise militari ostentate anche davanti al Presidente della più grande superpotenza del mondo, davanti a Re Carlo del Regno Unito, così come davanti al Papa, non posso dimenticare la mano e le mani che lo hanno incoraggiato a intraprendere questo conflitto della disperazione -  guerra che non poteva essere vinta. Così come non posso dimenticare come  lo abbiano convinto a metterci i suoi morti, mentre loro (gli Anglo)  mettevano denari, logistica e armamenti. C'è chi dice che a Istanbul nel 2022 a un passo dagli accordi, Boris Johnson si fosse messo di mezzo precipitandosi a Kiev a convincere obtorto collo Zelensky a combattere fino all'ultimo ucraino.
Combattere la Russia finché non si otterrà la vittoria” sta  ormai scritto negli annali.  https://www.officinadeisaperi.it/materiali/ucraina-cosi-la-guerra-poteva-finire-subito-da-il-fatto/

Ma la cosa che mi preoccupa di più, è lo strappo americano verso un'entità irrilevante come la Ue, con conseguente aumento di esborso di spese militari europee. Intendiamoci, se io fossi americana mi andrebbe molto bene il motto "America first" con relativo ritiro dalla Nato e dai vari carrozzoni internazionali succhia-soldi. Ma la nuova "Pax Americana", peraltro non ancora varata, non sarà la nostra pace, ma la loro e per i loro tornaconti. In primis, neutralizzare il Dragone cinese e riportare la Russia in ambito europeo. Come pure la "guerra dei dazi" appena  scatenata. Non va dimenticato. C'è  solo da augurarsi che alcuni dei loro tornaconti, possano coincidere coi nostri.  
Noi, come ho già detto  altre volte, siamo ancora sotto la cortina di ferro (passatemi la metafora) della Ue. Ma non posso dimenticare che questa Nave dei Folli detta Ue con annesso il  premier canadese e un inviato turco, si sia trasferita armi e bagagli a  Londra (patria della City e longa manus di questo conflitto) a chiedere lumi ad un premier britannico, il quale oltretutto con la Brexit del referendum 2016, si colloca al di  fuori dall'Unione. E se dovesse passare la purga Ursula dello scudo difensivo, del riarmo europeo di 800 miliardi, dell'esercito unico europeo e di altri soldi da rastrellare dalle tasche dei cittadini per armarsi a sostegno dell'Ucraina, arrivando perfino a fare "deficit" dopo averci estenuato per decenni con la garrota del 3% che non si può e non si deve sforare (i famigerati parametri di Maastricht), allora SI', c'è davvero di che preoccuparsi! E'  questo il nostro vero interesse nazionale: non mandare l'Italia a gambe all'aria più di quanto non sia già. 

Chi non muore a Bruxelles si rivede a Londra

Da dove pensiamo che li preleverebbero questi soldi? Ma è ovvio: dal "risparmio privato" delle formichine italiote, dalle pensioni sempre più messe in precarietà, e dalle casette di proprietà costruite con grande sacrificio, dopo aver ingrassato le banche coi ns. mutui - immobili già da tempo nel mirino e già considerati "bottino di guerra".  Arrivo perfino a dire, che preferirei una svolta trasformista (l'ennesima)  pro Trump da parte della povera Meloni che non sa più come venirne a capo,  piuttosto che dover "morire per Kiev".
Tra l'altro, oggi mi è arrivata una bolletta della luce a dir poco stellare, per colpa di questa sporca guerra e del cosiddetto "mercato libero". E come a me, a migliaia di italiani. Sono tre anni che gli stipendi e le pensioni non crescono, che i prezzi dei generi alimentari sono sempre più alle stelle. Morire per Kiev è una medicina amara che nessuno di noi vuole  più trangugiare. In altre parole, in tre anni abbiamo già dato. 

San Casimiro



24 February 2025

Le nuove squame del Drago

 


Tutti voi avrete preso atto della nuova mutazione genetica di Mario Draghi. C'è da trasecolare nel rimarcare come sia passato velocemente dallo Zenit al Nadir. L'occasione gliela ha fornita D.J.Vance nel suo discorso sull'Europa, discorso riportato integralmente su molti siti. E' stata per Draghi, una vera e propria folgorazione sulla Via di Monaco. 

Sembrano lontani i tempi (non più di tre anni fa) quando in veste di Presidente del Consiglio, a proposito della guerra in Ucraina disse che lo  stop alle forniture russe "non è oggetto di discussione".  "Se ci propongono l'embargo sul gas e se l'Unione europea è uniforme su questo, noi saremo ben contenti di seguire". Poi venne la sua storica  frase: "Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Di fronte a queste due cose, cosa preferiamo: la pace oppure star tranquilli con l'aria condizionata accesa tutta l'estate?". Frase pronunciata durante la conferenza stampa dopo l'approvazione del DEF. Ricorre oggi il terzo anniversario dell'entrata in guerra a supporto dell'Ucraina, una guerra che ha avuto oltre mezzo milione di morti lasciati sul campo, molti milioni spesi per gli armamenti, sacrifici richiesti agli italiani, per poi sentirci dire quel che già sapevamo dall'inizio: che l'Ucraina non vincerà mai. Entrambe (la cosiddetta "pandemia" e la guerra russo-ucraina) le hanno battezzate "emergenze"; ed entrambe, per una curiosa coincidenza, presero avvio in febbraio. Draghi in quattro e quattr'otto sciolse de facto, l'"emergenza pandemica" per proclamare "l'emergenza bellica", con delibera del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2022. Suona beffardo che ieri sera e  oggi i palazzi delle istituzioni e tutti i monumenti si tingano di giallo e azzurro, i colori della bandiera ucraina, in supporto ad una resa fatta con "le vite degli altri". A ciascuno la sua manifestazione di piazza pro Ucraina (destra e sinistra disunite, ma vicine nei colori  da esibire, in una sorta di cromatismo bipartisan). 


Palazzo Chigi

E oggi che ci dice l'ex presidente della BCE?  "Non possiamo dire di NO a tutto, altrimenti bisogna essere coerenti, e ammettere di non essere in grado di mantenere i valori fondamentali per cui questa Unione europea è stata creata" (fonte: Italia Oggi)

Insomma, anche i draghi, quando conviene, indossano il manto d'agnello ad uso gonzi creduloni. L'antologia delle sue frasi proverbiali è rimasta bene impressa nella memoria collettiva allorché divenne Presidente del Consiglio dei ministri non eletto, ma nominato da Mattarella il 3 febbraio 2021, durante il delicato periodo della cosiddetta "pandemia": "Non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire", fu il suo indimenticabile terrifico memento mori. "Il Green pass è una misura con la quale i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose", è un'altra delle sue famose frasi ad effetto, smentita clamorosamente dalla pratica di vita quotidiana. Infatti di gente che girava con green pass e che si contagiò e ri-contagiò ugualmente, c'era pieno zeppo il mondo smentendo il suo macabro pseudo-scientismo da circolo Pickwick degli eletti possessori di marchio verde - quello che  rende invulnerabili. Prelevo ancora dal suo Zibaldone rettiliano: "E' una misura che dà serenità, non che toglie serenità". Come è noto, l'instaurazione del pass,  fu la continuazione della pratica del confinamento giuseppino, con altri mezzi. Infatti prima con Conte, gli italiani vennero chiusi dentro (cioè in casa). Con lui, vennero chiusi fuori (cioè fuori dal consorzio civile, dal lavoro, dagli studi, dalle biblioteche, dai negozi, dai bar, dai ristoranti, dai mezzi pubblici, dalle palestre, dalle piscine). Sai che serenità! Roba da togliere il sonno. 

Anche i draghi però si aggiornano e cambiano pelle, pardon, squame, a seconda dello Spirito dei Tempi, lo Zeitgeist, come direbbero i filosofi tedeschi. Certamente il ciclone Trump - comunque la si pensi - deve aver sconvolto non poco i suoi piani. "Oggi Draghi, ex candidato a tutto, è un superconsulente alle strategie Ue per gente che di strategie non ne ha" (Francesco Bonazzi). 

Ma il curioso è che lui, l'emblema di questa Europa dirigista e repressiva che ci tormenta, venga  ripescato, riaccreditato e riverniciato a nuovo (si fa per dire)  nei giorni in cui il peso diplomatico della Ue, sprofonda a livelli mai visti. E allora quale sarebbe la sua medicina taumaturgica per contrastare i dazi trumpiani?  Per tutta risposta, usa un linguaggio calcistico il Nostro e  chiede di agire a tutti i membri della Ue "come un sol stato". Sbaglio o è sempre la stessa vecchia ricetta del "ci vuole più Europa?". Sì, perché sembra avere in mente la fine del diritto di veto dei singoli stati e l'adozione del principio di maggioranza, tutta roba che ci schiaccerebbe seduta stante, privandoci di ulteriore autonomia. Tra gli effetti speciali esibiti, ecco che prevede che saremmo soli a difendere  questa Europa e che "il mondo confortevole è finito". Di grazia, quale sarebbero i comfort di cui abbiamo finora fruito e abusato? Ce li elenchi, per favore. Da quando siamo entrati in questo catastrofico XXI secolo e con questo, nella moneta unica e nei parametri di Maastricht, sinceramente non abbiamo mai avuto un attimo di respiro, di calma, di quiete, di vero benessere. Poi passa, nel suo recente discorso all'Europarlamento, a ipotizzare una sorta di Troika dal volto umano: "Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare, semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull'equity". Ci avete forse capito qualcosa? E ora, meraviglia delle meraviglie, si mette pure a parlare di sostegno e di rilancio dell'industria chimica e della siderurgia. Ma il Green Deal di gretina & soci, la lotta per la "sostenibilità" ambientale che fine hanno fatto? 

Servirebbero 800 miliardi di investimento l'anno - dice-  e personalmente, mi piacerebbe proprio sapere da dove li prelevano. Non vorrei che si attaccassero "al risparmio privato" delle solite formiche italiche o al fatto che gli Italiani hanno il vizio assurdo di averci le casette di proprietà e che pertanto occorre uscire bruscamente dalla "zona comfort". Se la Ue è costretta a ripescare un 77enne che parla ad un parlamento di un'entità spettrale fatta di uomini-ombra, significa che è messa proprio male. Ah, dallo Zibaldone draghesco dimenticavo di prelevare il suo celebre "Whatever it takes", osannato per ogni dove manco fosse un distillato di saggezza economico-filosofica. 

Uno slogan a futura memoria per  ricordare il transito terrestre del  Drago multiforme? L'uomo che non ebbe bisogno di parlare per ottenere scroscianti applausi dai cronisti in sala-stampa. 

San Etelberto