Tutti voi avrete preso atto della nuova mutazione genetica di Mario Draghi. C'è da trasecolare nel rimarcare come sia passato velocemente dallo Zenit al Nadir. L'occasione gliela ha fornita D.J.Vance nel suo discorso sull'Europa, discorso riportato integralmente su molti siti. E' stata per Draghi, una vera e propria folgorazione sulla Via di Monaco.
Sembrano lontani i tempi (non più di tre anni fa) quando in veste di Presidente del Consiglio, a proposito della guerra in Ucraina disse che lo stop alle forniture russe "non è oggetto di discussione". "Se ci propongono l'embargo sul gas e se l'Unione europea è uniforme su questo, noi saremo ben contenti di seguire". Poi venne la sua storica frase: "Ci chiediamo se il prezzo del gas possa essere scambiato con la pace. Di fronte a queste due cose, cosa preferiamo: la pace oppure star tranquilli con l'aria condizionata accesa tutta l'estate?". Frase pronunciata durante la conferenza stampa dopo l'approvazione del DEF. Ricorre oggi il terzo anniversario dell'entrata in guerra a supporto dell'Ucraina, una guerra che ha avuto oltre mezzo milione di morti lasciati sul campo, molti milioni spesi per gli armamenti, sacrifici richiesti agli italiani, per poi sentirci dire quel che già sapevamo dall'inizio: che l'Ucraina non vincerà mai. Entrambe (la cosiddetta "pandemia" e la guerra russo-ucraina) le hanno battezzate "emergenze"; ed entrambe, per una curiosa coincidenza, presero avvio in febbraio. Draghi in quattro e quattr'otto sciolse de facto, l'"emergenza pandemica" per proclamare "l'emergenza bellica", con delibera del Consiglio dei Ministri del 28 febbraio 2022. Suona beffardo che ieri sera e oggi i palazzi delle istituzioni e tutti i monumenti si tingano di giallo e azzurro, i colori della bandiera ucraina, in supporto ad una resa fatta con "le vite degli altri". A ciascuno la sua manifestazione di piazza pro Ucraina (destra e sinistra disunite, ma vicine nei colori da esibire, in una sorta di cromatismo bipartisan).
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Palazzo Chigi |
E oggi che ci dice l'ex presidente della BCE? "Non possiamo dire di NO a tutto, altrimenti bisogna essere coerenti, e ammettere di non essere in grado di mantenere i valori fondamentali per cui questa Unione europea è stata creata" (fonte: Italia Oggi).
Insomma, anche i draghi, quando conviene, indossano il manto d'agnello ad uso gonzi creduloni. L'antologia delle sue frasi proverbiali è rimasta bene impressa nella memoria collettiva allorché divenne Presidente del Consiglio dei ministri non eletto, ma nominato da Mattarella il 3 febbraio 2021, durante il delicato periodo della cosiddetta "pandemia": "Non ti vaccini, ti ammali, muori e fai morire", fu il suo indimenticabile terrifico memento mori. "Il Green pass è una misura con la quale i cittadini possono continuare a svolgere attività con la garanzia di ritrovarsi tra persone che non sono contagiose", è un'altra delle sue famose frasi ad effetto, smentita clamorosamente dalla pratica di vita quotidiana. Infatti di gente che girava con green pass e che si contagiò e ri-contagiò ugualmente, c'era pieno zeppo il mondo smentendo il suo macabro pseudo-scientismo da circolo Pickwick degli eletti possessori di marchio verde - quello che rende invulnerabili. Prelevo ancora dal suo Zibaldone rettiliano: "E' una misura che dà serenità, non che toglie serenità". Come è noto, l'instaurazione del pass, fu la continuazione della pratica del confinamento giuseppino, con altri mezzi. Infatti prima con Conte, gli italiani vennero chiusi dentro (cioè in casa). Con lui, vennero chiusi fuori (cioè fuori dal consorzio civile, dal lavoro, dagli studi, dalle biblioteche, dai negozi, dai bar, dai ristoranti, dai mezzi pubblici, dalle palestre, dalle piscine). Sai che serenità! Roba da togliere il sonno.
Anche i draghi però si aggiornano e cambiano pelle, pardon, squame, a seconda dello Spirito dei Tempi, lo Zeitgeist, come direbbero i filosofi tedeschi. Certamente il ciclone Trump - comunque la si pensi - deve aver sconvolto non poco i suoi piani. "Oggi Draghi, ex candidato a tutto, è un superconsulente alle strategie Ue per gente che di strategie non ne ha" (Francesco Bonazzi).
Ma il curioso è che lui, l'emblema di questa Europa dirigista e repressiva che ci tormenta, venga ripescato, riaccreditato e riverniciato a nuovo (si fa per dire) nei giorni in cui il peso diplomatico della Ue, sprofonda a livelli mai visti. E allora quale sarebbe la sua medicina taumaturgica per contrastare i dazi trumpiani? Per tutta risposta, usa un linguaggio calcistico il Nostro e chiede di agire a tutti i membri della Ue "come un sol stato". Sbaglio o è sempre la stessa vecchia ricetta del "ci vuole più Europa?". Sì, perché sembra avere in mente la fine del diritto di veto dei singoli stati e l'adozione del principio di maggioranza, tutta roba che ci schiaccerebbe seduta stante, privandoci di ulteriore autonomia. Tra gli effetti speciali esibiti, ecco che prevede che saremmo soli a difendere questa Europa e che "il mondo confortevole è finito". Di grazia, quale sarebbero i comfort di cui abbiamo finora fruito e abusato? Ce li elenchi, per favore. Da quando siamo entrati in questo catastrofico XXI secolo e con questo, nella moneta unica e nei parametri di Maastricht, sinceramente non abbiamo mai avuto un attimo di respiro, di calma, di quiete, di vero benessere. Poi passa, nel suo recente discorso all'Europarlamento, a ipotizzare una sorta di Troika dal volto umano: "Dobbiamo abbattere le barriere interne, standardizzare, armonizzare, semplificare le normative nazionali e spingere per un mercato dei capitali più basato sull'equity". Ci avete forse capito qualcosa? E ora, meraviglia delle meraviglie, si mette pure a parlare di sostegno e di rilancio dell'industria chimica e della siderurgia. Ma il Green Deal di gretina & soci, la lotta per la "sostenibilità" ambientale che fine hanno fatto?
Servirebbero 800 miliardi di investimento l'anno - dice- e personalmente, mi piacerebbe proprio sapere da dove li prelevano. Non vorrei che si attaccassero "al risparmio privato" delle solite formiche italiche o al fatto che gli Italiani hanno il vizio assurdo di averci le casette di proprietà e che pertanto occorre uscire bruscamente dalla "zona comfort". Se la Ue è costretta a ripescare un 77enne che parla ad un parlamento di un'entità spettrale fatta di uomini-ombra, significa che è messa proprio male. Ah, dallo Zibaldone draghesco dimenticavo di prelevare il suo celebre "Whatever it takes", osannato per ogni dove manco fosse un distillato di saggezza economico-filosofica.
Uno slogan a futura memoria per ricordare il transito terrestre del Drago multiforme? L'uomo che non ebbe bisogno di parlare per ottenere scroscianti applausi dai cronisti in sala-stampa.
San Etelberto