Nonostante il male (a mio avviso volontario e non "errore tecnico") inflitto a questa modesta chiesetta è accaduto un piccolo miracolo: la sua croce di pietra bianca è rimasta salda e ben ferma. Lo fa notare il Vicario della Custodia di Terra Santa padre Ibrahim Faltas. Tre persone sono morte, dieci sono i feriti, tra i quali padre Gabriel Romanelli. Ma la tempestività e determinazione con la quale il Patriarca Latino card. Pierbattista Pizzaballa e il patriarca ortodosso Teofilo III, si sono precipitati a Gaza sotto le bombe, con tutti i rischi del caso, è un segno molto forte che parla da sé. Quando le cancellate si sono aperte dietro ai due patriarchi in tonaca sono passate 500 tonnellate di cibo, farmaci, bende e medicamenti stipati sui Tir. E immediatamente è arrivata la telefonata del papa che ha monitorato l'evento, passo dopo passo.
Ho letto un articolo di Silvana De Mari, comparso su "La Verità" di domenica 20 luglio che mi ha letteralmente indignato, dato che sembra uscito dall'ufficio stampa del governo Netanyahu, da tanto è ottusamente fazioso. Intanto lei sposa subito la tesi che tutto sia avvenuto "per errore", cosa tutta da dimostrare, dato che "l'errore tecnico" da parte dell'esercito israeliano era già accaduto nel 2023, errore che ha ucciso una madre e una figlia, nell'attimo in cui la prima si apprestava a dare soccorso alla seconda. Poi fa l'elenco di tutti i cristiani uccisi nelle zone calde, lamentandosi che questi morti non facciano notizia com'è invece avvenuto per l'episodio della Sacra Famiglia di Gaza. Seguono cifre, numeri di chiese date al fuoco, di cristiani torturati, stuprati, imprigionati nel mondo (Corea del Nord, Somalia, Yemen, Libia, Sudan, Eritrea, Nigeria, Pakistan, Iran, Afghanistan, Arabia Saudita e Myanmar). Tutto vero, ma resta il fatto che la Sacra Famiglia e la piccola missione di 500 cristiani a Gaza, rappresenta un presidio di civiltà, di grazia, di mitezza e di carità che in quel contesto fatto di morte, di dolore e di distruzione accanita, assume oggi più che mai, un valore simbolico morale e spirituale elevatissimo. Bisogna essere miopi per non constatarlo. Dava così fastidio al furore e alla crudeltà dell'Idf un piccolo esemplare luogo di culto come la Sacra Famiglia? Avevano forse paura che sfamassero qualche bimbo palestinese in più?
La De Mari, diventata ormai una sorta di Oriana Fallaci fallita, dimentica un altro particolare importante: i cristiani di Terra Santa, hanno diritto a presidiare il culto nei territori laddove il cristianesimo è nato e mi domando che razza di cattolica sia lei, che ignora o sottovaluta questi passaggi storici. Esiste lo status quo che risale a Solimano, un decreto detto firmano che autorizza a presidiare a orari e giorni alterni i luoghi religiosi. Le comunità cristiane nel Santo Sepolcro, oltre ai Latini (rappresentati secondo lo Statu Quo dall'Ordine francescano), sono gli Ortodossi Greci, gli Armeni, i Copti, i Siriaci e gli Etiopi.
Parlavo poc'anzi della valenza simbolica di una piccola chiesa bombardata con tre morti e 10 (c'è chi dice 12) feriti. E certamente la sottoscritta non può essere accusata di svegliarsi all'ultimo momento dato che ha già scritto numerosi post contro la carneficina dei Gazawi in atto da anni che ha accumulato cataste di cadaveri di bimbi arabo-palestinesi, vecchi, donne, uomini. La cosa incredibile è che quando si difende la preziosità e l'unicità della vita e delle vite umane, salta fuori il solito nesci ad accusarmi di "sinistrismo". In queste ore questi poveri disgraziati infelici vengono costretti nuovamente a spostarsi con ordini perentori di evacuazione, da Nord a Sud e viceversa, manco fossero topi e non uomini. Chi invece ha aspettato questo sciagurato evento che - con grande disappunto della De Mari - ha fatto finalmente il giro del Pianeta, è stata Giorgia Meloni che ha finalmente fatto in extremis, un commento di riprovazione. Se si svegliava prima era molto meglio per lei. Inoltre ha avuto un'altra occasione d'oro per fermarsi a riflettere circa il Memorandum di cooperazione militare con una potenza aggressiva e bellicosa, togliendovi l'automatismo di rinnovo che scade in aprile 2026. Il suo governo non lo ha fatto. In 142 (cioè la maggioranza) hanno votato alla Camera a favore del mantenimento di tale Memorandum. Dovranno renderne conto alla Storia.
Ma torno agli uomini di tempra e non agli omiciattoli o alle donnette.
Il Patriarca latino è un bergamasco pugnace e non se ne andrà mai da quei territori. Chi lo ha conosciuto asserisce che non si farà intimorire dalla ferocia di chi ha la forza, ma non la ragione. E ieri ha celebrato, impassibile e solenne, la santa Messa sotto le bombe e i missili, raccogliendo in preghiera i suoi fedeli. Che il buon Dio ce lo conservi.
Lorenzo da Brindisi
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