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10 June 2024

Colleville-sur-Mer, l'altra faccia del D-Day






E' difficile contrastare l'attuale retorica bellicista con le ragioni della pace senza  dover cadere, magari inconsapevolmente, nella retorica pacifista. Proverò a ricordare che gli interventisti da salotto come Renzi e la sua voglia di emulare Macron-Napoléon (in queste ore alle prese col cataclisma elettorale del Rassemblement National), come Molinari di Repubblica e come l'onnipresente Mieli, non sono in grado di manovrare nemmeno una cerbottana o una fionda, ma si esaltano, sobillano e aizzano alla guerra contro la Russia, con il solito codardo appello dell'armiamoci e partite. Tenterò di far presente che quando le bolle speculative esplodono e il debito mondiale detenuto dagli Usa cresce a dismisura, per le élite non c'è nulla di meglio che una bella guerra. La guerra (possibilmente mondiale) è l'occasione unica per un vero e proprio Grande Reset.

Perché scoppiano le guerre? - mi chiedevo quando ancora liceale, ero alle prese coi manuali di storia. Certamente non mi sarei mai accontentata nemmeno allora, della semplicistica spiegazione ripetuta più volte da Bergoglio, secondo cui devono arricchirsi le fabbriche e i trafficanti d'armi. Troppo banale per essere considerata l'unica ragione. Le guerre deflagrano per una quantità imprecisata di motivi: per espansione territoriale, per l'accaparramento di materie prime che una certa potenza pensa di prelevare da altri paesi;  per sottrarre zone strategiche situate in posti chiave o in zone geografiche favorevoli al predomino (l'Eurasia nella dottrina Mackinder). Per la sete di predominio degli uomini di nazioni già ricche, per avidità, per rapacità, per odio fra fazioni...

Che effetto fa,  come è avvenuto nei giorni scorsi, celebrare uno sbarco che è costato migliaia di vittime da ambo i fronti come quello di Normandia, in occasione della ricorrenza dell'Ottantesimo anno? Se si osservano le passerelle dei  reali britannici e dei vari capi di stato dai media mainstream, sembra quasi  che  fosse  stata solo un'impresa eroica di tipo hollywoodiano priva di effetti collaterali: le migliaia di morti lasciati sul campo.
Recatevi a vedere il cimitero americano militare di Colleville-sur-Mer e vedrete croci a perdita d'occhio  (quasi 10.000) che degradano in bianche fughe fino alla falesia sul mare. Migliaia di morti in giovane età le cui salme vengono affidate ai venti dell'oceano e al fragore delle onde, perché sì, questi crudeli e cinici Signori della guerra, devono imporre le loro missioni di morte, a  chi si affaccia alla vita. Che cosa avranno raccontato a quei ragazzi per indurli alla morte? Che andavano ad esportare la democrazia contro l'Uomo coi Baffetti e il suo sodale Mascellone italiano? Curiosamente oggi stanno trasferendo i "baffetti" assassini anche a Putin, il Vilain di turno che serve a legittimare un altro bagno di sangue e a rompere il tabù della pace duratura, troppo duratura. E' per lo meno sgomentevole la dichiarazione di Stoltenberg secondo cui se abbiamo avuto 75 anni di pace,  ora sarebbe tempo di dissotterrare l'ascia di guerra. Ed ecco che si affaccia l'idea angosciosa del sacrificio inutile. Dell'inutile spargimento di sangue dei vincitori come dei vinti. Dell'assurdo sogno americano sull'esportazione di una democrazia a suon di bombe, magari sui civili. Sogno infranto e incubo reale non ancora finito, a quanto pare, alla luce della consapevolezza odierna secondo cui i modelli democratici dovrebbero essere perseguiti in proprio, nazione per nazione. 
Altrettanto sgomentevole è leggere editoriali come quello che è apparso su Repubblica-Rothschild dal titolo "Ogni generazione ha il  suo D-Day". Come dire: è arrivato il momento che possiamo dimostrare di essere tutti quanti degli Eroi. Fesserie stratosferiche! Una celebrazione come quella che vede Zelenski a capo di una nazione come l'Ucraina distintasi per aver collaborato coi tedeschi durante la II Guerra Mondiale, presenziare la cerimonia con l'aureola del martire, non può che avere come risultato una sgradevole sensazione di rigetto. Rigetto per l'ipocrisia e la falsificazione palese della Storia in sfregio ai suoi documenti e testimonianze. Inoltre, con che coraggio si parla di negoziati di pace nell'imminente  G7 che si terrà nei pressi di Brindisi dal 13 al 15, impedendo alla Russia di sedere al tavolo delle trattative quale potenza direttamente cointeressata al conflitto? Falsificare la storia per impedire la verità: la Russia sovietica di allora - piaccia o meno - fu anch'essa tra gli attori combattenti contro il nazifascismo e lasciò pure il suo elevato tributo di morti sul campo.  C'erano pure Mattarella e Scholz, presidenti di nazioni che ebbero in passato due dittature che travolsero il Novecento, i quali presenziavano con solennità all'evento memorialistico, manco avessero avuto legioni di soldati morti al loro seguito nell'impresa che avrebbe liberato il continente europeo. Insomma, siamo alla parata delle facce toste e delle mosche cocchiere!

La sera del 6 giugno Rai Movie ha mandato in onda - per non smentirsi - la proiezione del film "Il giorno più lungo", una pellicola fortemente propagandistica con un cast stellare dove i migliori attori furono pagati tutti quanti a 25.000 dollari (con l'eccezione di John Wayne che ne pretese 250.000 per via di certi contenziosi pregressi con il ricco produttore ebreo Darryl Zanuck). Le imprese paracadutistiche come la memorabile discesa alla Sainte-Mère-Eglise con l'immagine del parà John Steele rimasto impigliato nel campanile della chiesa, non furono solo rocambolesca finzione filmica. Quelle immagini fecero il giro del mondo e oggi rappresentano un'attrazione turistica per quel villaggio normanno che ha lasciato appeso il manichino del paracadutista alle guglie della chiesa, quale ricordo dell'avvenimento.

Sainte Mère Eglise, il manichino del paracadutista appeso

 Curiosamente la vera assurdità della guerra è racchiusa nelle battute finali del film. Un soldato ferito (Richard Burton), che guarda il suo commilitone morto ai suoi piedi e che confida a un ranger (Richard Wagner) disperso accanto a lui : "Io sono ferito, lì c'è il morto e tu sei disperso" - una sintesi mirabile di che cosa è una guerra.  Mentre il ranger capitato da non si sa bene quale sconosciuta spiaggia, chiede attonito: "ma almeno abbiamo vinto o no?". Uno straniamento tipico di chi è reduce da una battaglia, ma non conosce il risultato complessivo del teatro bellico che lo attornia. 
L'altra faccia del D-Day è il silenzio delle moltitudini di croci di Colleville, tra cielo, mare, verde e vento, le incisioni coi nomi sulle croci in un luogo di eterno riposo dove gli ufficiali graduati e i soldati semplici sono sepolti insieme. C'è spazio anche per i nomi dei soldati dispersi, raccolti nell' apposito memoriale in una sala interna. Il tempo passa, le generazioni si avvicendano e i discendenti di questa immensa Spoon River militare situata davanti all'Atlantico forse non sapranno nemmeno più perché e per chi sono morti i loro predecessori. Ma ancor oggi, questi drammi dell'umanità non sono finiti.

Pointe du Hoc, uno dei luoghi dello sbarco in Normandia

Se potessero parlare quelle povere anime degli estinti, chiederebbero, come il soldato disperso del film, ai potenti della terra in visita per l'Ottantesimo anniversario: ma abbiamo vinto o no?
Sì, perché in guerra non vince mai nessuno, nemmeno i dominatori con la loro lunga scia di sangue dietro di loro. La pace, invece conviene, non tanto per obbedire a una retorica pacifista che non è nelle mie corde, ma perché in tempi di  pace vince la civiltà e la prosperità;  pertanto, vinciamo tutti. Ma vallo a far capire!

Giorno della festa della Marina






37 comments:

Bruno il bruno said...

Commovente post, Nessie, che potrebbe benissimo illustrare quello che chiamerei lo sgomento del sopravvisuto. In altri tempi avrei sostenuto il fatto che i grandi della terra dovessero sempre tenere i loro incontri, i loro summit, esclusivamente presso un cimitero di guerra, uno qualsiasi a rotazione, perché i soldati morti sono tutti uguali. Essendo stato uno di loro, ovviamente non cronologicamente parlando ma analogamente intendendo, (avendo condiviso, in recenti anni, armi, zaini e fatiche), avrei inteso in quel gesto come un ricordo, un saluto, un ringraziamento, un omaggio per quanti hanno lasciato il bene più prezioso, la vita, per, come si suol dire con un termine oramai abusato, "aver servito la Patria". Ma dopo aver visto come si comportano i politici e, in generale, i cosiddetti rappresentanti del popolo alle varie commemorazioni o ai funerali di Stato (sbuffi, risate, dileggi, occhiate agli orologi...), che gli stessi si tengano il più lontano possibile da questi luoghi sacri!... Tornando alla guerra, al mistero della guerra, ritengo sia indecifrabile e connaturata alla natura dell'uomo. Ho provato su me stesso il piacere delle marce e delle immersioni notturne, dell'odore della polvere da sparo, dell'attesa e dell'azione, del portare un'arma e del poterla usare. Ma è un sentimento per pochi e non pretendo che venga capito o condiviso. Non tutti gli uomini provano questo trasporto per la "guerra", ovviamente, e in altri tempi le battaglie erano quasi sempre circoscritte a chi, del mestiere delle armi, ne aveva fatto una scelta. Ma ora no, ora non si può, è l'epoca della democrazia e tutti sono chiamati a subire gli effetti delle decisioni di un ristretta elite al potere che usa la "guerra" per mantenere il potere sull'umanità, alternando guerre guerreggiate a guerre economiche, etiche, morali e di costume. Un processo che vedo iniziare (a mio parere) con la Rivoluzione francese, per poi proseguire con le guerre napoleoniche scatenate e alimentate da quei Rotschild che volevano impossessarsi di Mosca e della sua banca (desiderio ancora attuale?...), l'unica che mancava al loro ricco portafoglio... Si introduce la leva, gli eserciti crescono a dismisura, la battaglia non è più riservata ad una casta che aveva i suoi riti e i suoi codici d'onore, la distruzione diventa sempre più totale, le armi più potenti. Le masse vengono quindi ogni tanto tosate dai buoni pastori così da poter essere meglio controllate (tutto sommato, la rivoluzione francese ha avuto anche qualche aspetto positivo, non ultimo quello di mostrare ai potenti cosa può fare un popolo quando si ribella). Si arriva quindi ai giorni nostri, l'arma democratica per eccellenza (la bomba atomica) viene nuovamente agitata come uno spauracchio dimostrando l'inutilità degli eserciti, delle loro regole e delle loro convenzioni. E se serviva il colpo fatale alla dignità di una divisa, eccolo qua che ci ha pensato quell'unica democrazia del medio-oriente, cui tutti dobbiamo ossequiare per legge, che sta usando il suo esercito come una setta di sadici macellai, senza regole e senza onore... Tutti sono chiamati a subire le gli effetti di una "guerra, non c'è più distinzione tre militari e civili. E' la democrazia, bellezza!

PS: a livello personale, l'ultima stilettata l'ha riservata quel generale in cerca di poltrone europee che ha usato la storia e il simbolo del mio Reparto per i suoi fini personali. A dimostrazione che non è l'uniforme che fa il soldato

11/VI

Nessie said...

Commento ineccepibile Bruno! Visto da uno che sa il fatto suo in una materia che resta ancora oggi così controversa e per alcuni aspetti, anche misteriosa. Aggiungo una cosa che saprai già: De Gaulle, che pure ebbe una parte integrante nella Resistenza, si sottrasse in seguito a queste celebrazioni. Proprio perché deve aver capito il motto "dai Nemici mi guardo io, dagli amici (o Alleati), mi guardi Iddio".

11/6

Bruno il bruno said...

De Gaulle era uno che sapeva il fatto suo perché la guerra l'aveva vissuta e sapeva il significato di quelle croci bianche. Ma ora? Man mano che si perde il ricordo della guerra, la guerra viene nuovamente evocata da una generazione inebetita da televisione, tablet, pc, cellulari e videogiochi. Più diminuisce il ricordo della guerra e più aumenta il tasso di violenza nella società. Meccanismo indotto, ovviamente. Qualsiasi rappresentazione visiva è infarcita di scene di sesso, stupri, omicidi e violenze varie. Ma, per carità, sono assolutamente vietate e censurate le scene in cui i protagonisti fumano (!)... Questo non è un mondo al contrario, è un altro mondo. Per fortuna, abitato ancora da gente che sa vedere la trama dei tessuti e discernere la seta dalla lana

11/VI

Nessie said...

De Gaulle era un generale. Ovvio che sapesse il fatto suo in materia. Gli Anglo - è noto - non lo potevano soffrire, perché aveva conservato amor di Patria e non era un loro servo. Non è un caso che gli rovesciarono addosso un bel '68 partito proprio dalla Francia, e per certi aspetti divenuto eterno, dato che ogni due per tre si parla del "nuovo '68". Senza contare tutti gli attentati che aveva schivato.

Per riprendere il PS del tuo precedente commento (h.5,24 pm), suppongo che tu volessi alludere a Vannacci e alla "Decima".

11/6

Bruno il bruno said...

Concordo su De Gaulle e... sulla tua supposizione. Si è già trasformato in un fenomeno da baraccone e ciò non rende onore neanche all'istituzione a cui, formalmente, ancora appartiene. Comunque, le ospitate televisive sono assicurate

11/VI

Nessie said...

Purtroppo una volta che si entra in quel calderone mediatico, si cade fatalmente nel regno dell'Indistinto. E pure della Banalità. Ma cosa vuoi mai? Anche le ospitate vengono pagate. NON OLET!

Giovedì in un lussuoso resort nei pressi di Brindisi si terrà il G7. Mi piacerebbe vedere e sentire le alchimie per eventuali trattative di pace senza la Russia.

11/6

Anonymous said...

D'accordo con Bruno, mi sono commosso anch'io. E da come parli di quei luoghi (Normandia e non Lombardia come ha scritto qualche giornalista bestione) sembra che tu li conosca bene. Ci sono stato anch'io, ma il tuo post mi ha fatto venire voglia di ritornarci. Da quelle parti abbondano i musei che ricordano lo sbarco.

Auro

Nessie said...

Grazie Auro, non volevo commuovervi :-). Sarebbe bene però che chi di dovere riflettesse di più sulle guerre (convenzionali e/o nucleari che siano). Sì, in effetti mi sono recata parecchie volte in quei luoghi dove ho amici sulla penisola del Cotentin. Ci sono parecchi sacrari anche piccoli e meno importanti di Colleville-sur-Mer. come pure aree museali al riguardo. Luoghi molto belli di grandi spazi, sempre aperti ai venti e alle maree. Com' è noto, l'Assalto poté giocare sull'effetto-sorpresa, dato che i tedeschi si aspettavano lo sbarco direttamente a Calais e sulla Manica. Lì gli Alleati fecero un abile depistaggio informativo.

12/6

Cangrande said...

Una notiziola di carattere storico sullo sbarco in Normandia: le prime ondate di soldati, quelle "sacrificabili", poi mitragliate e macellate inesorabilmente dai tedeschi, erano composte in grande numero da soldati negri USA e anche da immigrati di origine italiana e irlandese (considerati "inferiori" in quanto, cattolici).

Cosa organizzata scientemente, in quanto i soldati negri erano considerati dagli anglo-USA peggio delle bestie.

Jacopo Foscari said...

La guerra è sempre amata da chi non deve farla in prima persona o da chi spedisce i propri cari ben distanti dalle trincee in cui manda i figli degli altri. Vedasi Netanyauh che fa disertare i suoi figli o i capi di Hamas che se ne stanno belli pasciuti a Doha.

PS

Visto che si parla di Francia e della presidenza di De Gaulle, ci ha lasciati uno dei simboli di quell'epoca, la splendida Françoise Hardy. Qui una canzone che, pur non essendo tra le sue più conosciute, io adoro. Giusto per ricordarci di tempi più felici
https://www.youtube.com/watch?v=AY5sxjngtTA

Nessie said...

Sapevo Cangrande, ma hai fatto bene a ricordarlo. Infatti per tutto il film "Il giorno più lungo" (The Longest Day) di Ken Annakin, non se ne vede uno. Il problema è che gli Usa hanno sempre risolto brillantemente la questione della carne da macello da sacrificare, avendo adottato il modello sociale del melting pot. E vedrai che anche questa volta per l'Ucraina troveranno altri poveri cristi da sacrificare, qui in Europa.

12/6

Nessie said...

Jacopo, giustissimo, quasi un aforisma: "la guerra è sempre amata da chi non deve farla in prima persona". Ma almeno i due mollaccioni Molinari e Mieli, avessero le physique du role dei guerrieri! Invece se ne stanno lì imbolsiti e appesantiti a pontificare.

Sul PS. Ti ringrazio per la bella canzone che non conoscevo. Con Françoise Hardy (che tra l'altro, ha origini normanne e si è schierata da tempo senza inibizioni con la Le Pen) se ne va il volto elegante e raffinato di una France in via d'estinzione. Io invece che ho diversi suoi dischi con l'etichetta Vogue (vinile), ti segnalo questa "Voilà":

https://www.youtube.com/watch?v=Wj-PlNXPCFc

L'Age de l'Insouciance qui s'en va.

12/6

Nessie said...

Verbo errato: volevo dire "avessero" le physique du role dei guerrieri. Invece ho scritto avranno.

Aldo 13/06 said...

Non si può fare a meno di notare che non si può far guerre senza obbedienza, e osservo che l'obbedienza è una delle prime cose che ci si sforza in ogni modo di ficcare nella testa dei bambini.

A proposito di quel che accade all'Est, mi piacerebbe chiedere a chi ha così tanta voglia di fingersi "umano": «Ma... per l'equivalente ucraino della cassiera dell'Unes, è più vantaggioso sottostare a governanti russi anziché ucraini (ammesso che ci sia una differenza) o ritrovarsi con il marito e un paio di figli macellati, la casa abbattuta da un bombardamento e i risparmi di una vita vaporizzati da un'inflazione intenzionalmente illimitata?»

Ovviamente, l'esempio si può adattare anche al bidello italiano, o al portantino francese. O a qualsiasi altra categoria di lavoratore "sottoposto".

Mi perdonerai se chiudo col testo di una canzone:

«In piena facoltà, egregio presidente, le scrivo la presente che spero leggerà.
La cartolina qui mi dice terra terra di andare a far la guerra quest'altro lunedì.
Ma io non sono qui, egregio presidente, per ammazzar la gente più o meno come me.
Io non ce l'ho con lei, sia detto per inciso, ma sento che ho deciso e che diserterò.

«Ho avuto solo guai da quando sono nato e i figli che ho allevato han pianto insieme a me.
Mia mamma e mio papà ormai son sotto terra e a loro della guerra non gliene fregherà.
Quand'ero in prigionia qualcuno mi ha rubato mia moglie e il mio passato, la mia migliore età.
Domani mi alzerò e chiuderò la porta sulla stagione morta e mi incamminerò.

«Vivrò di carità sulle strade di Spagna di Francia e di Bretagna e a tutti griderò
di non partire più e di non obbedire per andare a morire per non importa chi.
Per cui se servirà del sangue ad ogni costo andate a dare il vostro se vi divertirà.
E dica pure ai suoi se vengono a cercarmi che possono spararmi, io armi non ne ho.»

Nessie said...

Grazie per aver messo "Il Disertore" che Fossati ha tradotto dall'originale francese di Boris Vian, personaggio sui generis talentuoso dell'Esistenzialismo francese che pochi conoscono. E diciamo pure - piaccia o meno - che la figura dei "cantautori" l'hanno inventata loro e che i nostri hanno copiato a mano bassa. De André in testa. Potrei farti dozzine di esempi.

https://www.youtube.com/watch?v=u8h3QM71cfc

che l'Obbedienza non sia sempre una virtù lo abbiamo imparato a nostre spese durante la pandetruffa. Dovevamo offrire il braccio alla Patria, in caso contrario No siringa No lavoro No vita. E' stata una "guerra" anche quella.

13/6

Nessie said...

PS: Boris Vian la scrisse contro la prima guerra francese di Indocina durante la disfatta di Dien Bien Phu. Poi, partiti i francesi, ci si misero gli americani. E sappiamo come è andata...

13/6

Anonymous said...

Certamente nella Storia la guerra è stata la norma mentre la pace, l'eccezione. C'è una strana teoria di un sociologo di cui non ricordo il nome che dice che più le società sono primitive e non sviluppate e più rare sono le guerre. E che le guerre sarebbero un'invenzione delle élite a capo di società tecnologiche e tecnocratiche. Lo avete visto Zelensky tra gli ulivi della Puglia con la perenne tuta militare per ricordare che da lui in Ucraina c'è la guerra e che ha bisogno di nuovi armamenti?

Rosaspina

Nessie said...

Ce n'è una caterva di queste teorie sulla guerra, Rosaspina. Gli animalisti raccontano un mucchio di panzane sul fatto che gli animali non ammazzano individui della loro specie, mentre gli uomini sì. Palle! Chi lo scrive non ha mai visto un combattimento tra stambecchi o camosci quando vanno in amore. Si feriscono a sangue con le corna, si infilzano e poi cercano di buttare il rivale giù dai burroni. Non sono nemmeno tanto d'accordo sulla teoria delle società primitive indicate come pacifiche. Basta fare l'esempio del Ruanda con le stragi tra Tutsi e Hutu. Spiacente ma dove non c'è progresso tecnologico, ci sono conflitti tribali o conflitti a sfondo religioso.

Ho visto anch'io Zelensky sbucare fuori dagli uliveti in tuta mimetica militare. Un buffone!Il risultato sarà che viene a batter cassa per nuove costose armi. E denaro fresco fresco da sottrarre al nostro fabbisogno.

14/6

Anonymous said...

A completare il.Circo Barnum gisettino arriva pure Franceschiello col suo solito pistolotto contro i "mercanti d'armi". Ormai il Vaticano è diventato una succursale ONU-Ong. Con la partecipazione diretta a un G7, la metamorfosi è servita sul piatto d'argento
Fabio

Nessie said...

Certo. Nei piani del Nuovo Ordine Mondiale stava già scritto da tempo: "le religioni ci daranno una mano". Bergoglio s' impegna di buzzo buono a "dare una mano" al mondialismo e al globalismo. Ogni tanto fa finta di andare un po' fuori dal seminato (la storia della "frociaggine") ma poi rientra nei ranghi. A questo punto mancano solo Soros e Richard Gere.

14/6

Anonymous said...

A summit concluso dovrebbero regalare a Biden, una copia del libro "Il declino dell'uomo" di Spengler. Infatti si è perso tra i giardini di Borgo Egnazia e la Meloni è dovuta correre a recuperarlo come fa una badante col vecchietto fuori di testa. Poi volendo, c'è anche il caso Macron che è da scolapasta rovesciato in testa.

Fabio

Nessie said...

Ah! Ah! Ma davvero! :-) Biden perso tra gli ulivi in pieno declino cognitivo :-). Che pessimo segno per la nazione più potente del mondo! Si vede che alle élite fa comodo questo scemo di guerra per poterlo dirigere come vogliono loro.

Su Macron. Anche lì, il matto che crede di essere Napoleone è un altro classico. Per ora gli è naufragato il sogno di far mettere l'aborto tra i diritti cosiddetti "umani", come ha già fatto in Francia. Un po' di imbarazzo dovrebbe provarlo anche il non mio presidente della Repubblica che lo bacia e lo abbraccia in funzione "antimeloniana".

15/6

Nessie said...

PS: un inciso. Secondo me ha fatto bene questa volta la Meloni (verso la quale sono sempre in posizione critica) a sbianchettare aborto e diritti LGBT Q ecc. O se vogliamo usare il diplomatichese, a renderlo "implicito" :

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/aborto-diritti-lgbt-sbianchettamenti-giorgia-ndash-nuovo-398569.htm

Che si diano pace i CruciDago & affini.

Alessandra said...

Ogni città, cittadina o paesino ha, nel suo piccolo, una "Spoon River" militare.
Tombe di soldati morti e dispersi durante le guerre, ma anche civili e altri soldati e combattenti rimasti invalidi e menomati, deceduti dopo 10 o 20 anni di sofferenze.
Storie davvero strazianti.

Intanto Zelensky ha ottenuto dai "magnifici 7" un ​prestito di 50 miliardi di dollari, come garanzia verranno utilizzati i profitti dei beni congelati alla Russia.

https://www.trt.net.tr/italiano/mondo/2024/06/13/i-leader-dei-paesi-del-g7-decidono-di-concedere-all-ucraina-un-prestito-di-50-miliardi-di-dollari-2152737

E adesso da Borgo Egnazia a Bürgenstock, nuovo round. Perlomeno la Von der Leyen e la Meloni non dovranno fare da badanti visto che Biden non ci sarà, in compenso faranno comunella con Kamala Harris.

​(16/6)

Jacopo Foscari said...

Ultimamente la signorina Macron è fissata con l'aborto. Credo sia una sorta di invidia dell'utero. La signorina Macron infatti desiderebbe essere donna e avere un utero, magari per generare qualche bel meticcio con uno di quei mandinghi afro a cui lancia sguardi libidinosi, ma la signorina Macron non è biologicamente donna, non ha un utero e non può procreare. E allora, visto che la signorina Macron non può procreare coi mandinghi afro, ecco che prova a impedire di procreare a tutte le donne, incoraggiando l'aborto in ogni modo. Freud teorizzava l'invidia del pene, ma la signorina Macron rappresenta un palese caso di invidia della vagina.

Nessie said...

Certamente Ale, nel mio villaggio natale c'è perfino la tomba di un reduce dalla IIIa Guerra di Indipendenza, una tomba storica con bassorilievi che nessuna amministrazione ha rimosso, per fortuna. Per non dire i vari sacrari sul Monte Grappa e zone limitrofe. Ma Colleville-sur-Mer colpisce perché è quasi un intero villaggio-necropoli.

Zelensky ora sta bissando un'altra sceneggiata alla conferenza di pace a Lucerna, dove anche lì, riuscirà a batter cassa. Ormai gli mancano solo i compleanni e i matrimoni privati poi mediaticamente le ha tentate proprio tutte. Ho sentito che perfino Trumpone si è incavolato per tanta avidità di richieste. Cina e Russia, come al solito sono assenti e non invitate.

16/6

Nessie said...

Jacopo può essere, quella di Macron, una teoria freudiana opposta alla più nota "invidia penis", e senz'altro hai delle buone ragioni.

Ma più propriamente io penso, dopo aver letto ieri sue dichiarazioni comparse sul quotidiano massonico principale francese Le Monde, che questo losco figuro sia un sabotatore di professione. Lui ha capito fin troppo bene che l'aborto è il grimaldello per mettere in imbarazzo l'Italia e la Meloni, e dopo la scoppola in patria, cerca una revanche negli organismi internazionali. In caso di una vittoria del Rassemblement ha promesso, del resto, una dissoluzione della Francia da apolide anti-patriota qual è, l'enfant de Rothschild.

16/6

Nessie said...

PS: Ecco la frase-chiave di Macron le Saboteur sul suo scioglimento del parlamento :

"Se il caos mi preoccupa? Al contrario L’ho preparato da settimane e sono entusiasta. Ho lanciato loro una bomba a mano disinnescata fra le gambe. Ora vediamo come se la cavano…”


https://www.lemonde.fr/politique/article/2024/06/14/emmanuel-macron-qui-a-declenche-cette-dissolution-pour-pieger-les-partis-s-est-piege-lui-meme_6239949_823448.html

16/6

Aldo 16/06 said...

Si fa in fretta a dire "cinquantamiliardi", ma la reale entità di una simile cifra mette a dura prova la capacità di comprensione di chiunque tenti di farsene un'idea concreta. Sono i risparmi duramente accumulabili da milioni di vite lavorative. Milioni di sottoposti costretti a sacrificare decenni di sforzi per... per cosa? Buttati nel cesso con una noncuranza che definirei tranquillamente criminale, da esseri che non riesco neppure a definire "persone".

Non è solo un numero.

Nessie said...

Certo che no, che 50 miliarducci non sono solo un numero. Lì ci sono vite, generazioni trascorse. Ma come ho anticipato nel testo del post, la guerra rappresenta per la Finanza, l'occasione ghiotta del vero grande Reset che già avevano iniziato a fare con la pandeminkia.

Ti ricordi che subito dopo la pandetruffa ci hanno fatto passare dall'emergenza epidemica all'emergenza bellica? E' una soluzione di continuità.

16/6

Cangrande said...

E inoltre, la storia dei 50 miliardi "utilizzati dai profitti dei beni congelati alla Russia" è una balla colossale (lo si capisce anche dall'entità della cifra) per far credere ai popoli europoidi che non proverranno dalle loro tasche.
Lo solite menzogne dell'impero del male.

Nessie said...

E chi se la beve la palla che finanzieranno la guerra solo con i possedimenti, i beni e gli asset di Putin ? Finora i quattrini non li hanno forse prelevati dalle nostre sfondatissime tasche?

Ora aspettiamoci pure attraverso Micron, l'enfant di Rothschild, un bell'attentato islamico a cavallo delle imminenti elezioni francesi.


16/6

Jacopo Foscari said...

"Lui ha capito fin troppo bene che l'aborto è il grimaldello per mettere in imbarazzo l'Italia e la Meloni, e dopo la scoppola in patria, cerca una revanche negli organismi internazionali"

Tutto è possibile con una checca isterica in pieno delirio, solo che noto che per questo tema Macron ha una certa predilezione. Subito appena arrivato mette mano alla legge Veil prolungando il limite da 12 a 14 settimane, quindi mette l'aborto addirittura in costituzione al riparo da non si sa bene cosa, visto che nemmeno la Le Pen ha il coraggio di toccare la legge Veil, e ora lo vuole imporre pure al G7, riunione in cui sto tema non c'entra nulla di nulla e nei cui paesi membri l'aborto è legale da decenni. Sembra proprio un'ossessione patologica e psichiatrica quella del finocchietto.

Nessie said...

Tranquillo, ora vuol mettere mano anche all'eutanasia. Un "diritto umano" anche quello (sic!) da mettere nella costituzione francese. Questi, purtroppo sono i temi della famigerata Agenda 2030 della quale questo rettile è zelante esecutore.

Se ben ricordi, Pasolini omosessuale anche lui, era nettamente contrario all'aborto. E se ne sentì dire di tutti i colori dalle femministe. Quindi le due cose non sono così meccanicamente in correlazione. Ho capito che il prossimo post, dovrò farlo su questo "isterico". C'è un bel ritrattino psicologico del filosofo Michel Onfray sulle sue patologie. Se lo trovo, te lo passo.

17/6

Nessie said...

Eccolo qui: un sadomasochista che gode nell'infliggere del male al popolo francese che non ama. Adora anche farsi detestare, tanto per mettersi alla prova:

https://www.zinfos974.com/emmanuel-macron-est-sadomasochiste-il-jouit-dans-la-souffrance-qu-il-inflige-dec/

17/6

Alessandra said...

Infatti una cifra del genere avrebbe dovuto provocare una reazione, invece tutti si sono soffermati solo sulle smorfie e sulle gag della Meloni con Sunak e Modi. Ridicole e penose quanto la Schlein che, quasi in contemporanea, saltellava sul carro del Gay Pride, ma non è possibile farsi scivolare addosso certe decisioni che avranno un impatto pesante sul futuro di tutti.
Altro segreto di Pulcinella è che Zelensky ha fatto scarcerare i detenuti, compresi i peggiori criminali, per sopperire alla carenza di soldati.

https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2024/06/17/ucraina-kiev-sarebbe-a-corto-di-soldati-e-libera-i-detenuti-per-mandarli-al-fronte_bd211f60-c24d-4b19-a3e2-01a8c2a1c832.html

Su Macron, ho ripescato un altro ritratto psicologico molto appropriato, stilato dallo psichiatra-psicoterapeuta italiano Adriano Segatori che già nel 2017 lo definì "uno psicopatico con deliri di onnipotenza", altamente pericoloso.

https://www.imolaoggi.it/2024/03/16/macron-e-pericoloso-lo-dice-uno-psichiatra/

(17/6)

Nessie said...

Grazie Alessandra, avevo già ascoltato questo psicologo-psichiatra. C'è del vero, ma quasi tutti questi esperti girano intorno al lume senza affrontare il vero tema della Finanza apolide e sociopatica per sua stessa indole che vorrebbe fare strame delle nazioni, parola che deriva dal verbo "nascere". Macron proviene da un ramo Rothschild, è naturale quindi che si senta superiore, intoccabile e inattaccabile. Come Schwab, del resto. Quindi, il problema è socio-politico.

Poi da buon psicologo, il prof. Segatori traccia il romanzo familiare del "bambino sedotto " da una sua professoressa-maman. Ma secondo il mio modesto punto di vista, non basta tracciare il romanzo familiare freudiano, per capire la personalità di questi dannati sociopatici. Sennò che dovremmo dire di Attali (maestro di Macron) che vorrebbe impedire di esistere dopo i 65 anni o giù di lì, in quanto non si è più produttivi?
Non so a voi, ma a me sembrano tutti fatti in serie con lo stampino.

17/6